domenica 27 luglio 2014

Cannibal Holocaust

(1980, Ruggero Deodato)



OCCHIO AGLI SPOILER.

Nel 1980 Stanley Kubrik ha regalato al mondo il suo bebè, l'ha chiamato Shining e l'ha condiviso con noi, così come millenovecentoottant'anni prima qualcuno di più noto e, pare, misericordioso, ha fatto col suo figliolo immacolato.
Come ha risposto l'Italia? Con Cannibal Holocaust, filmino discreto che più di 30 anni dopo continua a dare scandalo. Se dobbiamo far parlare di noi, o lo facciamo bene o niente.

So che questa storia delle premesse ogni volta finirà per diventare noiosa, ma ne devo fare comunque una.
Io posso sopportare le peggio scene gore, gli squartamenti, il dolore, le botte da orbi e il sangue a fiumi. A volte chiudo gli occhi (o metto in muto, sono più i rumori spesso ad infastidirmi che non le immagini), a volte mi irrigidisco e fingo di stare su Facebook. Ma le sopporto quasi tutte.
Gli stupri no.
Mai.
Non posso vedere scene di violenza sessuale, siano esse su donne, uomini o animali.
(Di pedofilia non ne posso nè voglio nemmeno parlare.)
Le poche che ho visto in qualche film sono state spesso in grado di farmi cambiare opinione sul film stesso.
E' in assoluto il tema a cui sono più sensibile, motivo per cui difficilmente troverete nella cameretta rossa recensioni di rape and revenge.
Per questo il post che state per leggere non potrà vestirsi d'oggettività.

Quattro giovani reporter partono per un servizio in Amazzonia. Quando non faranno ritorno il dottor Monroe tornerà nella foresta a cercarli, ma troverà soltanto i filmati che avevano girato.

Io ve lo dico subito che via il dente via il dolore.
L'ho detestato.
Ok, l'ho detto, adesso posso argomentare.

Riesco chiaramente a vedere tutti i lati positivi del film uno in fila all'altro come tanti bei ragazzini in attesa di tuffarsi in piscina, davvero.
Ruggerone non è certo il primo pirla che passa, e si vede. Ho ammirato tantissimo che sia finito in quelle zone davvero a lavorare in quello che certamente non è un clima favorevole insieme a VERI indigeni del posto. E' probabilmente la cosa che ho preferito. Che poi i suddetti indigeni assomiglino ad Ariel di Zelig è un altro discorso.


Ho amato ogni singolo fotogramma della foresta, gli animali, la MUSICA, le riprese.
Tecnicamente - per quel poco che posso capirci io - è pure un bel film.

Apprezzo sempre i tentativi di portare alla riflessione, le critiche sociali, i film che una volta conclusi vorrebbero farti pensare, o almeno che ci provano.
Il cinema è un mezzo potentissimo, potrebbe fare miracoli.

Mi piace anche il fatto che ci si spinga così oltre con la violenza. 30 anni prima degli occhi cavati di Hostel e delle torture di Saw, Deodato ha portato la violenza estrema quasi nelle case delle persone, quando fino ad allora era rimasta negli angolini elitari ed oscuri del cinema.



Eppure.

A fine visione non ho riflettuto su quanto brutti e cattivi siano i reporter che ci fanno vedere le immagini brutte e cattive e ci speculano sopra. Non ho valutato in modo sapiente lo stato della comunicazione dei media, non ho passato le notti insonni a pensare allo stato della civilizzazione delle tribù indigene dei posti in Sederonia, nè mi è passato per la testa di giudicare chi dovrebbe essere civilizzato e poi è più bestia degli animali.
Nemmeno per un secondo.

A fine visione mi sono rimaste delle fredde e inutili scene di violenza che non mi hanno portato altro. Non mi hanno nemmeno disgustato così tanto. Se avete un minimo di dimestichezza col genere, Cannibal Holocaust, per quanto forte e duro sia, non è la cosa così tremenda che ci è stato fatto credere dagli slogan pubblicitari.
Mi è rimasta in mente una stupida e squallida scena di sesso (per una volta consenziente) tra due dei reporter che ancora mi chiedo per quale motivo sia stata girata.
Mi è rimasta la scena - forse la più misogina che io abbia mai visto in tutta la mia vita - del fidanzato che stupra un'indigena davanti agli occhi della fidanzata, con lei che tenta di opporsi e l'amico di lui che la trattiene.
L'immensa viscitudine di quei 'Continua a riprendere, continua a riprendere' non mi ha fatto riflettere manco per niente sulla crudeltà della razza umana. Mi ha solo profondamente disgustata.
Mi è rimasto l'amaro in bocca per un film che avrebbe potuto essere grandioso, e invece è mediocre e zoppicante.
Mi è rimasto anche un po' di senso di rabbia, perché con tutti i bei film horror che abbiamo regalato al mondo noi italiani, uno dei primi che alle grandi masse viene in mente è questo, che è sì un grande precursore dei tempi, un apristrada a tanti sottogeneri e blablabla, ma non è un bel film.

Almeno hanno fatto tutti la fine che meritavano.



Per chiudere, non posso fingere che l'argomento animali non ci sia.
Per i pochi che non lo sapessero, le scene di violenza sugli animali sono reali, e a questo proposito si è detto e fatto di tutto.
L'opinione che più ho trovato vicina alla mia è quella di Andrea, recensore del canale Youtube ShivaProduzioni. Sentite cosa ne dice.



Poi le chiappe di Luca Barbareschi rientravano nella lista di cose che avrei anche fatto a meno di vedere.

18 commenti:

  1. lo so che un cannibale come me avrebbe dovuto vederlo, invece non l'ho mai visto.
    a quanto pare non mi sono perso un granché. e le chiappe di luca barbareschi me le risparmio volentieri :D

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    1. Guarda, quelle chiappe da sole dovrebbero distogliere chiunque dal volerlo vedere!

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  2. Ma perché hai voluto vederti una simile cretinata?

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  3. Non potrò mai perdonare a Deodato la scena della tartaruga....

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    1. Tosta davvero, una delle peggiori che io abbia mai visto!

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  4. detesto questo film con tutte le mie forze...assolutamente inaccettabile...

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    1. pensa che c'è una comparsata di un bradipino ad inizio film!

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  5. Film che si è fatto odiare da molti ma del quale si parla ancora. Forse lo scopo primario è sempre stato questo. Penso che abbia osato troppo, e, al tempo, il pubblico non era preparato.

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    1. è anche stato ripagato con uno scarso successo al botteghino, se non ricordo male. Comunque, già il partire con un intento simile sarebbe deprecabile. La qualità va a farsi friggere!

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  6. Sui rape and revenge siamo d'accordo, non capisco il senso di bestialità del genere, mai visto uno nemmeno io.
    Cannibal Holocaust credo sia davvero troppo estremo per me..mai visto e mai lo vedrò...

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    1. E' proprio l'idea di vedere uno stupro su pellicola che mi urta (tralasciando poi il fenomeno emulazione), non reggo la scena. In ogni caso, non ti perdi niente. mi è sembrata solo bassa macelleria!

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  7. Complimenti per il courage.
    Mi toccherà recuperarlo quando uscirà The Green Inferno di Eli Roth molto probabilmente ma so già che odierò Cannibal Holocaust come pochi altri.

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    1. Ma ti dirò, tu lo reggeresti senza problemi secondo me. Forte è forte, ma niente di insopportabile, a parte un paio di scene. A questo punto sto pensando seriamente di evitare anche quello di Roth!

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  8. Per quanto sia un film detestabile (o possa essere, dipende da chi lo guarda) è stato l'artefice di una rivoluzione che ancor oggi stiamo vivendo. Quindi, al di là dei giudizi estetici, un film importante e immenso.

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    1. Guarda, per quanto io non lo sopporti non posso certo negare la sua importanza, quello di sicuro. E infatti, come ho detto, ne riconosco tutti gli aspetti positivi ma davvero, non riesco ad andare oltre!

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  9. Pur riconoscendo il fatto che sia stato per molti versi un precursore, non posso non detestare 'sto film proprio per i motivi che hai elencato tu, in particolare per il marketing della violenza reale sugli animali. Il cinema (anche quello troppo spesso "tratto da una storia vera") dovrebbe essere finzione e l'idea che Ruggerone e i suoi abbiano lucrato sul sangue vero mi fa abbastanza schifo.

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    1. Ho cercato di giudicare il film a prescindere dalla questione animali, e comunque non mi è piaciuto. Quel punto poi, me lo fa odiare ancora di più, rende il tutto una grossa presa per i fondelli che non posso tollerare.

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