tag:blogger.com,1999:blog-85361615334535885392024-03-13T15:16:00.987+01:00RedrumiaUn pentolone di passioni, libri usati e cinemacci dell'orrore. Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.comBlogger638125tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-44255832393047757012024-02-01T14:48:00.005+01:002024-02-01T14:48:58.710+01:00Povere creature!<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixKf4mpF80T8pBr6MkGVV_yRPZ0dLisbTzO84IOfGW6wSLjh1ztTulOaqK6WdqgVKsCLFMBB9uZIPSZ0HdlQqy2BprfRCh6kIDth96I9-S7zdMSJDUG6PnJZxys2ySJ9uP9SjFzBlPV5ms-ZceKTiuqIqidS0VMVsb43v5U1pTJxgiqAeDy9d3W_4ooxA/s300/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixKf4mpF80T8pBr6MkGVV_yRPZ0dLisbTzO84IOfGW6wSLjh1ztTulOaqK6WdqgVKsCLFMBB9uZIPSZ0HdlQqy2BprfRCh6kIDth96I9-S7zdMSJDUG6PnJZxys2ySJ9uP9SjFzBlPV5ms-ZceKTiuqIqidS0VMVsb43v5U1pTJxgiqAeDy9d3W_4ooxA/s1600/images.jpg" width="300" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><div style="text-align: left;">Dopo una più o meno volontaria assenza dalle sale, ho rimesso piede nel mio cinema di fiducia per il nuovo film di Lanthimos, <i>Povere creature!. </i>È stato un ritorno glorioso.</div><div style="text-align: left;">La storia, che sicuramente già conoscete ma che segno per i posteri, è quella di una giovane donna a cui è stato trapiantato il cervello del neonato che portava in grembo per poterla salvare dalla morte. God, il medico folle e ambizioso tanto quanto il suo nome che l'ha riportata in vita con questo straordinario intervento, la cresce come una figlia per studiarla, almeno fino al momento in cui Bella si sentirà pronta ad affrontare il mondo da sola.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Il film altro non è che la gloriosa crescita della sua protagonista, che da neonata - almeno cerebralmente - cresce e diventa ragazza e poi donna, in uno splendido ritratto della vita femminile che forse non era ancora stata ritratta con questa meravigliosa sincerità.</div><div style="text-align: left;">Non è difficile iniziare il film con il naso storto dall'indignazione: God ha fatto un gesto violento, senza consenso, nato solo per soddisfare il suo ego. Ha disposto a suo piacimento del corpo di una donna che invece aveva preso per il proprio corpo una decisione per chiara: si era tolta la vita. Allo stesso modo potrebbe indignarci Max, lo studente di God promosso ad assistente, che ammette candidamente di essersi innamorato di Bella proprio nel momento in cui lei non può essere una compagna consapevole, perché nel suo percorsi di crescita la sua mente è ancora alla fase dell'infanzia. Ci sembra un amore sporco, quello di Max, perché non può portare ad una relazione paritaria e autentica. Così come sporco è il ricatto a cui lo sottopone God, imponendo alla futura coppia una convivenza forzata. Sempre senza conoscere l'opinione di Bella, s'intende.</div><div style="text-align: left;">Lei, però, non ci sta, perché giorno dopo giorno l'infanzia lascia lo spazio alla maturità, e con essa al desiderio di evasione. Il mondo è immenso e Bella vuole abbracciarlo tutto. Da questo momento il film prende una piega completamente diversa, ma lo fa attraverso un momento molto significativo dell'esplorazione della sua protagonista: la voglia di mondo arriva dopo la scoperta del desiderio sessuale. Masturbandosi prima e conoscendo il tocco umano poi, Bella comprende che la sua vita non si può privare del piacere, sensuale ma non solo. </div><div style="text-align: left;">E quindi parte, alla ricerca della conoscenza. Bella conquista le spettatrici perché non ha paura di prendere quello che desidera, perché espone senza paura il desiderio sessuale e la possibilità di una felice promiscuità priva di giudizio e di limitazioni. Bella giace con uomini e donne, sfrutta il suo corpo per pagarsi da vivere e lo fa con spensieratezza, a patto di poterlo fare alle proprie condizioni.</div><div style="text-align: left;">Insieme alla sua crescita c'è quella del mondo che la circonda: alla quasi espressionista Lisbona, con i suoi colori sgargianti ma dalle figure sbilenche - filtrate dal candore dello sguardo infantile che le sta conoscendo per la prima volta, seguono un'infelice Alessandria, primo vero incontro della "giovane" con l'ingiustizia e la disparità, e la ricca Parigi, in cui Bella diviene (o sarebbe meglio dire <i>torna</i>) donna. Il mondo le è mostrato attraverso gli occhi consapevoli dell'amica conosciuta al bordello, che la prende per mano e la accompagna attraverso le sue idee rivoluzionarie, la aiuta a lasciarsi indietro l'uomo che l'ha usata quando lei non sapeva cosa volesse dire farsi usare e la guida verso un tipo di piacere nuovo. </div><div style="text-align: left;">Poiché la sue mente è stata manipolata dai desideri altrui, è col corpo che Bella si fa largo nel mondo. Privata di una formazione tradizionale che l'avrebbe resa pudica e riservata, non teme di manifestare i suoi frequenti appetiti, di sfruttarli per fare soldi. Senza il suo desiderio sessuale non avrebbe incontrato la libertà prima e la conoscenza poi. Il piacere è arrivato da solo, con un esperimento a tavola, e l'ha portata ovunque. Essere così attiva non ha offuscato lo sguardo genuino che Bella ha sempre avuto sul mondo: sono stati gli uomini a farlo. Uomini che la volevano solo per sé, uomini che volevano incatenarla, uomini che volevano farle del male. Dal sesso per Bella è arrivata la libertà, e con essa la vita adulta, l'ambizione, la conoscenza.</div><div style="text-align: left;">Questa donna, figlia e madre di se stessa, ha coltivato da sé la propria educazione, allontanandosi dagli occhi che le erano vicini solo per studiarla, modo ancora più intimo di possederla.</div><div style="text-align: left;">E lei invece ha volato, anche nel ritornare a casa. Nel modo in cui ha osservato la sua sostituta, nel modo in cui i suoi occhi hanno cominciato a vedere il mondo meno distorto ma più simile al reale, nel modo in cui ha deciso per sé cosa fosse meglio fare. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Uno squisito inno alla vita, alla felicità, al coraggio di andarsela a prendere senza timore di apparire eccessive. Non è per questo naive, anzi: la vita fa schifo, le persone possono essere cattive e le situazioni ingiuste. Però ne vale la pena, e dobbiamo farne il meglio che possiamo. </div><div style="text-align: left;">Meraviglioso.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-55031963503408899832024-01-22T07:57:00.000+01:002024-01-22T07:57:50.684+01:00Efix, mio padre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiolkiIikCiXKkyjXfUrAGCEQnhxAq7UztTghRtdbeBXWIYBkU2NC74GN-iRhW1LwMHG3SvT7AURnhOHlq5rmXoPUwr0DWuZHTmQsKy7g6uaf_BC1f5tSdBGWKZs3H1v4OCjUUuZxzjxwrjRWaAqdiD2J1UO-bNaQzmc16_zxIEjhCF5YtVOiBYMKMcHHw/s613/canne-al-vent.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="613" data-original-width="450" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiolkiIikCiXKkyjXfUrAGCEQnhxAq7UztTghRtdbeBXWIYBkU2NC74GN-iRhW1LwMHG3SvT7AURnhOHlq5rmXoPUwr0DWuZHTmQsKy7g6uaf_BC1f5tSdBGWKZs3H1v4OCjUUuZxzjxwrjRWaAqdiD2J1UO-bNaQzmc16_zxIEjhCF5YtVOiBYMKMcHHw/s320/canne-al-vent.jpg" width="235" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Mio papà sta morendo. </div><div style="text-align: left;">Alcune malattie danno alle persone una sorta di data di scadenza, e noi in questi giorni stiamo vivendo in attesa della sua. Ora che la morte è il centro dei discorsi, dei pensieri, della routine, io ho ascoltato Michela Murgia leggermi il classico di Grazia Deledda, <i>Canne al vento</i>, senza saperne quasi niente perché se avete fatto le scuole in Italia sapete che Deledda è una sorta di creatura magica che diventa invisibile il giorno in cui si stendono i programmi ministeriali.</div><div style="text-align: left;">È stato un viaggio complesso, quello di queste sette ore passate insieme a queste madri sarde, ma non sapevo che avrebbe finito per presentarmi mio padre, ovvero la persona il cui pensiero cercavo di rifuggire proprio ascoltando un romanzo. </div><div style="text-align: left;">Efix, il servo della nobile casata Pintor, è un uomo umile, sottomesso, facile alla superstizione. Mio padre è stato - inappropriato uso del passato prossimo, dato il suo approccio insistente e cocciuto alla malattia - l'opposto. Un ego di ferro e un'arroganza importante lo hanno segnato per tutta la vita, insieme ad una certa ostilità all'autorità - che da qualcuno dovrò pur aver ereditato. Entrambi sono stati degli ultimi della società, e la sola umiltà condivisa dai due è quella di classe. L'umiltà di classe rende gli uomini tutti uguali: la pelle scottata dalle ore sotto il sole - sono figlia di un muratore - e le mani spaccate che predicono a chi le guarda che aspetto avrà il resto del corpo di lì a qualche anno, gli occhi annebbiati dai pensieri. Hanno entrambi gli occhi azzurri, Efix e mio padre.</div><div style="text-align: left;"><i>Canne al vento</i>, prima ancora di essere un ritratto di una piccola comunità e delle dinamiche tra i suoi abitanti, è un racconto di povertà. Letto - o ascoltato - oggi è un dialogo importante sulla dignità degli ultimi, sugli elementi che rendono un uomo ricco, su quanto la <i>ricchezza</i>, qualunque essa sia, sia elemento costitutivo della persona. Per tutto il romanzo sono due gli atteggiamenti che le persone hanno tenuto nei confronti del servo: l'affetto verso gli inferiori, quell'affetto che somiglia più all'amore per un animaletto sciupato che a quello per un umano, oppure l'aperta mancanza di rispetto. Don Predu, cugino delle dame Pintor, si rivolge a Efix chiamandolo "babbeo", mai col nome proprio. Sono circostanze che chiunque abbia vissuto sotto la soglia della povertà conosce bene: le mancanze di rispetto, il tono indulgente, i sorrisi di chi dà per scontato non si riesca a riconoscerne la falsità.</div><div style="text-align: left;">Efix viene accettato e, scopriremo alla fine, amato di amore sincero, perché non ha mai chiesto di essere di più. Ha coltivato la propria condizione, appagato l'orgoglio borghese mostrando riconoscenza e servilismo, spendendo la propria vita al servizio degli altri fino ad annullare completamente la propria, vissuta su una branda in un poderetto altrui. Ha amato le sue padrone con ardente passione, confinato in una povertà spietata ma che ha accolto come unica sorte possibile e che ha contribuito a creare indebitandosi sempre più proprio per quelle padrone che tale ho hanno reso. Ha subito angherie e soprusi, risate alle spalle e insulti, credendo in qualche maniera di meritarle. Ha attribuito la sua infelice condizione ad una responsabilità divina, accettando di buon grado che se quella era la vita che il suo signore voleva per lui, allora andava vissuta secondo il suo desiderio. È una povertà facile da accettare, quella di Efix.</div><div style="text-align: left;">Ben più complesso è amare e accettare i poveri ribelli, quelli incazzati, che rifuggono il concetto di gratitudine. Quelli che esigono di più, che reclamano a gran voce per essere ascoltati. Soprattutto se sordi da decenni, come mio padre, il cui tono di voce era sempre quello più alto della stanza. In una società che ti vuole bloccato dove sei nato per alzare sempre di più chi è nato <i>meglio</i>, mio padre ha sempre provato ad esigere altro. Per ogni volta in cui Efix abbassava il capo, di fronte alle sue padrone o ai dispiaceri, mio padre ha cercato di essere qualcos'altro rispetto a quello che la gente voleva che fosse. Non ci è riuscito, non come immagino avrebbe voluto.</div><div style="text-align: left;">La fine del servo sopraggiunge nella casa delle padrone, che in un moto di compassione lo accolgono e lo accudiscono, riconoscenti finalmente dell'amore paterno - che noi lettori sappiamo essere guidato anche dal senso di colpa - di cui Efix le ha rivestite per tutta la loro vita. Un amore paterno silenzioso, fatto di gesti e mai di parole. In questo i due sono stati uguali. Non mi sono mai sentita dire che mi voleva bene, ma si è fatto dimettere dal primo ricovero in radioterapia per venire a tinteggiarmi la casa che avevo appena comprato insieme a mio marito. Mi è venuto a prendere al lavoro quando faceva buio e io avevo paura di andare in stazione a piedi, ma non mi ha mai abbracciata. </div><div style="text-align: left;">È un amore diverso, quello che abbiamo ricevuto io e le dame Pintor, perché non sempre gli umili hanno gli strumenti per tirare fuori dalla testa quello che c'è dentro, e allora tengono impegnate le mani spaccate così che tu possa preservare le tue. In realtà mi ha sempre detto che la casa me l'ha tinteggiata perché noi non saremmo stati in grado di farla come l'avrebbe fatta lui, così come Efix - tornato al poderetto dopo la fuga - lo ha trovato rovinato e incolto, perché nessuno lo avrebbe curato con l'amore con cui lo ha fatto lui. </div><div style="text-align: left;">La morte di Efix arriva lenta, quasi gentile. Gli concede il tempo di vedere la sua dama sposata, sistemata economicamente e sentimentalmente. Come un vero padre, era questa la tribolazione più grande. E loro gli hanno concesso una morte dignitosa, al caldo e su un letto, circondato nei suoi ultimi giorni da premure che non aveva mai ricevuto prima e che lo mettono a disagio. La dignità gli pare eccessiva, il minimo sindacale gli sembra non meritato. Nega parole, sguardi, perché l'imbarazzo lo divora e consuma i momenti di lucidità. </div><div style="text-align: left;">Mio padre, al contrario, esige di comprendere. È avido di informazioni che chiede senza vergogna, soprattutto da quando il tumore si è preso gran parte della vista. Il dimesso Efix si oppone con violenza all'aggressività con cui Angelo, mio padre, non accetta di essere tagliato fuori. Uno accetta la vita che gli è stata data, l'altro ne ha creata una piena di tribolazioni perché le scelte sbagliate non sono mai troppe, e di sicuro non lo sono state le sue. Uno confida che il signore in cui crede lo abbia messo di fronte a sfide che può affrontare, l'altro non ha mai creduto in niente in tutta la sua vita, neppure a quello che gli hanno detto i suoi figli. </div><div style="text-align: left;">Così simili e così diversi, uno l'ho ascoltato e l'altro lo vedo andare verso la fine con le stesse tribolazioni, gli stessi pensieri. Mio padre è riuscito a vedermi sposata, con un lavoro fisso e una casa, ma non madre, il suo unico vero desiderio mai espresso a voce alta, pure con una discreta insistenza. Efix ha visto Noemi maritata, ma non Ester. Ha visto che l'amato Giacinto ha messo la testa a posto, mentre mio padre non avrà il tempo di vedere mio fratello diventare l'uomo che avrebbe voluto fosse e che sapeva bene diventerà.</div><div style="text-align: left;">In quel momento lì, con la fine che pende sul capo e spegne lentamente lo sguardo chiaro di chi inizia ad accoglierla, li ho trovati identici, perché non c'è sorte più democratica di questa. Ho ascoltato i pensieri di Efix immaginando potessero essere i suoi, e saperlo in pace mi ha offerto un lieve conforto. Gli Efix e gli Angelo del mondo hanno una vita che rende difficile immaginare di poter lasciare con facilità, perché non è arrivata la rivalsa, la risalita. <i>Canne al vento</i>, però, ne ridiscute la necessità, della risalita. In una vita disgraziata Efix ha coltivato le relazioni con queste figlie dell'anima al punto che giunta la fine il vero dolore per loro è stato lasciarlo morire da solo, mentre il mondo, fuori, era in festa. L'eredità dell'amore.</div><div style="text-align: left;">Prima o poi la festa ricomincerà anche qui, e toccherà sopravvivere al senso di colpa che nasce dal riuscire a celebrarla. Fino a quel momento faccio come sempre tesoro delle parole di Mike Flanagan, che ha parlato della morte e del dolore come nessuno aveva fatto prima: l'amore c'è stato, il resto sono solo confetti.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Edit*</div><div style="text-align: left;">Il mio Efix è morto pochi giorni fa, rimanendo testardo e arrogante fino a che il corpo glielo ha concesso, in pieno stile Angelo Paracchini. Anche i loro ultimi giorni si sono somigliati, passati a letto in attesa dell'inevitabile. Io, come le sue dame, sono stata più figlia di quanto lo sia mai stata nella vita, e ci siamo salutati così. Non ho gli strumenti per comunicare questi sentimenti nuovi, che sto scoprendo giorno dopo giorno. Deledda me ne ha trasmesso qualcuno, gli altri li imparerò strada facendo, facendomi aiutare, anche in questo caso, dallo straordinario potere delle mie amiche sincere e confortanti: le storie.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-77843150274787500982024-01-08T20:24:00.004+01:002024-01-08T20:24:40.150+01:00Ultima parte del riassunto: 23 cose belle del 2023<div style="text-align: left;"> La mia psicologa mi dice sempre che devo ricalibrare il mio sguardo e tenerlo più concentrato sulle cose positive della mia vita, che sebbene sia nel suo momento più complesso da che ho memoria è fatta anche di cose belle e importanti. </div><div style="text-align: left;">Dopo un paio di post un po' più specifici, ho pensato di chiudere questa trilogia sulle cose belle dell'anno appena finito con un elenco, di quelli che amo tanto fare, e ho pensato di elencare un mix di cose belle di cui ancora non ho parlato sul blog, mescolando le storie di cui fruisco - in tutti i loro formati - alla mia, di storia, e quindi alle cose belle che mi sono successe, per non permettere a quelle brutte di diventare le sole che ricorderò dell'anno. L'ordine, come mio solito, è casuale.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3PWEvWK2VGcthb_Jn4-hXzQPyyIqPC2U-kXsvzjjUeHzQ5wIPpCoJM_wi5_NbSzeCOTOymJYQsWVNSZ5tjpTGkq5xhroQfqvTpkqJMYd_cRPxtKR1urLHAX-do1Q03L8X1Z-_2Yrf9x14fIw_B7IRCmxDi0IxKG5C0udfPDOqPjgmpEn3h03WLkZyIJo/s5322/ian-schneider-PAykYb-8Er8-unsplash.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3553" data-original-width="5322" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3PWEvWK2VGcthb_Jn4-hXzQPyyIqPC2U-kXsvzjjUeHzQ5wIPpCoJM_wi5_NbSzeCOTOymJYQsWVNSZ5tjpTGkq5xhroQfqvTpkqJMYd_cRPxtKR1urLHAX-do1Q03L8X1Z-_2Yrf9x14fIw_B7IRCmxDi0IxKG5C0udfPDOqPjgmpEn3h03WLkZyIJo/s320/ian-schneider-PAykYb-8Er8-unsplash.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">23. <b>Nemiche geniali.</b></div><div style="text-align: left;">Il podcast di Jennifer Guerra racconta in otto episodi l'amicizia al femminile, fatta di contrasti, sorellanza e un amore diverso da ogni altro. Lo fa analizzando il modo in cui queste relazioni sono affrontate nei media: da <i>Pomodori verdi fritti</i> a <i>Sex and the city</i>, passando per le <i>Golden Girls</i>, il racconto è delizioso e confortante, e ci conferma che Guerra è una delle voci più interessanti del giornalismo e del femminismo italiano.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">22. <b>Spiderman: Across the Spiderverse.</b></div><div style="text-align: left;">È arrivato <i>Barbie </i>e ha un po' scombussolato tutto, ma fino a dicembre - mese in cui ho visto il film di Gerwig - il nuovo film della trilogia animata con Miles Morales come protagonista è stato il mio film dell'anno. Vivace, adrenalinico e con una superba animazione, è una storia incredibile di come fa un giovane uomo nero a prendersi il proprio spazio nel mondo. L'ho trovato pazzesco e la vostra piccola comunista di quartiere ne è uscita gratificata e felice.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">21. <b>Pentiment.</b></div><div style="text-align: left;">Lo splendido gioco che mi ha consigliato il mio amico Dario si è rivelato una sorpresa senza precedenti. Seguendo le vicende di un miniaturista in un villaggio tedesco del '500 costruiamo un viaggio nella morale, nella presa di coscienza di cosa ci renda umani e di quanto valore abbiano i nostri errori nel renderci le persone che siamo. Grafica di rara bellezza, storia avvincente, modalità di gioco alla mia portata e personaggi indimenticabili. L'ho molto amato.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">20. <b>Lago ad alta quota.</b></div><div style="text-align: left;">Ho pianto tanto, nel 2023, così tanto che se anche a volte sentivo il bisogno di continuare a farlo il mio corpo mi fermava. Quando però avevo bisogno di qualcosa che scatenasse lo sfogo successivo, questa canzone dei Fast Animals and Slow Kids non ha mai fallito. La porterò con me, sento che nel prossimo periodo ne avrò ancora bisogno.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">19. <b>Notre Dame de Paris.</b></div><div style="text-align: left;">A gennaio, dopo <i>dieci </i>anni ho potuto vedere finalmente dal vivo un musical che amo di amore appassionato, e di vederlo con il cast originale. Mi sono emozionata come una bambina, ho cantato a squarciagola di cattedrali, libertà e amore ed è stato magnifico. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">18. <b>Abbazia di San Giusto.</b></div><div style="text-align: left;">Ad aprile abbiamo trascorso una settimana alla scoperta della Tuscia, e l'abbiamo scelta proprio perché da anni facevamo la corte a questo b&b che avevamo scoperto per caso su instagram. Si tratta di un'abbazia a Tuscania che mette a disposizione dei turisti non solo alcune stanze più nuove rimesse a nuovo ma anche i locali più antichi, tra cui la stanza in cui abbiamo soggiornato noi, che si chiama I Conversi e che è un appartamento da sogno, in cui giocare a fare le dame vittoriane inseguite dai fantasmi nel cuore di notti buie. L'abbiamo sognato per due anni e ne è valsa assolutamente la pena.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">17. <b>La Schweppes agli agrumi.</b></div><div style="text-align: left;">Scoperta in Francia per caso e diventata immediatamente una dipendenza, sono avvilita di comunicarvi che in Italia la più buona delle acque toniche di tutto il mondo non c'è.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">16. <b>Michele Monteleone.</b></div><div style="text-align: left;">Se c'è una cosa di cui ancora so qualcosa di molto vicino allo zero è la letteratura di fantascienza. Metterei qui vicino anche il fantasy, di cui so spaventosamente poco. Ho trovato per caso il canale Youtube di questo ragazzo che invece ne sa moltissimo e che racconta con grande passione come aggirarsi nella vastità di questi due immensi mondi. Lo trovo pacato e cordiale, competente e piacevole da seguire.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">15. <b>I blush di Rare Beauty.</b></div><div style="text-align: left;">Lo so che arrivo tardi alla festa perché sono la cosa più popolare degli ultimi anni sul web, ma dopo tanta indecisione ne ho comprato uno - prima di scoprire che il brand è tra quelli da boicottare per l'appoggio a quel governo fittizio di quel paese che sta compiendo un genocidio, non so se avete presente. Però devo ammettere che è il migliore che abbia mai usato, con una pigmentazione che fa spavento, una resa sulla pelle che ricorda un filtro di instragram e una durata che fa impressione. Porcaccia la miseria.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">14. <b>Il concerto dei Fall Out Boy.</b></div><div style="text-align: left;">Gli amori della mia vita. Li seguo da quando avevo 16 anni e un amico mi ha copiato tutti i cd per farmeli scoprire e da quel momento io e loro siamo diventati una cosa sola. La relazione più lunga che ho, in pratica, è quella con loro. Ad ottobre sono finalmente riuscita ad andarli a vedere dal vivo ed è stato come viaggiare nel tempo. Mi sono catapultata nel 2007, con le vans a quadretti, lo smalto nero smangiato e la frangia piastrata. Mi sono stancata come una della mia età, ma quanto ho goduto. Il concerto della vita.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">13. <b>Barbie.</b></div><div style="text-align: left;">E il fatto che stia qui già spiega dove mi posiziono nella brutta diatriba del web che ha seguito la sua uscita. L'ho trovato la cosa migliore che Gerwig potesse fare nelle condizioni in cui lo ha fatto, e mi ha resa tanto felice. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">12. <b>L'abbonamento a Fangoria.</b></div><div style="text-align: left;">Me lo aveva regalato il Moderatore per Natale 2022 e mi ha tenuta compagnia per tutto il 2023. Mi sono sentita parte della nostra scalmanata e squinternata community dell'orrore e ho letto tante cose belle.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">11. <b>Segnocinema 240.</b></div><div style="text-align: left;">Per la prima volta nella mia vita ho pubblicato qualcosa su una rivista di settore, un saggio a sei mani scritto con due persone vicine al mio cuore, e che per di più parlava di streghe. È stata una gratificazione importante e anche un pochino un sogno riuscire a vedere il proprio nome su una rivista dal valore così significativo. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">10. <b>Le Dark Ladies.</b></div><div style="text-align: left;">Il progetto di lettura che mi ha tenuta impegnata per tutto il 2023 mi ha vista leggere undici romanzi di genere scritti da donne ed è stato molto interessante. Ho letto grandi autrici che già conoscevo, Jackson e du Maurier su tutte, e fatto nuove graditissime scoperte, come Federica Leonardi e Carmen Maria Machado (lo so, lo so, sono in ritardo pure con lei). Mi è piaciuto così tanto che continuo nel 2024, perché le ragazze del perturbante sono tante e magnifiche.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">9. <b>L'affiliazione su Twitch.</b></div><div style="text-align: left;">Sul web faccio mille cose da tanti anni, ma in Twitch ho trovato una dimensione che mi soddisfa e che mi fa sentire a mio agio. Ci ho messo molto ad ottenere il mio risultato oggettivo e che è significativo anche perché, inutile negarlo, è quello che porta con sé un compenso economico. Sono molto grata e felice, sento che per tante cose sto trovando la mia strada e questa è una di quelle.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">8. <b>Il punto croce.</b></div><div style="text-align: left;">Avevo bisogno di un hobby che mi aiutasse a passare meno tempo al cellulare, e l'ho trovato. Compro a pochi euro schemi su Etsy che girino in qualche modo intorno al mondo dell'orrore e mentre guardo gente fatta a pezzi su uno schermo mi diletto a fare le cornicette con i fili colorati. Mi piace più di ogni hobby che ho iniziato e poi abbandonato in tutta la mia vita, e sono stati tanti.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">7. <b>Fiabe di stoffa.</b></div><div style="text-align: left;">Acquistato a Modena Play a maggio e rapidamente diventato uno dei miei giochi da tavola preferiti, Fiabe di Stoffa chiede ai giocatori di interpretare dei pupazzi di peluche, che devono proteggere la loro piccola proprietaria dagli incubi che le rovinano il sonno. La dinamica di gioco è semplice ma non per questo noiosa, le storie sono così dolci che è difficile restare concentrati e le miniature sono un <i>sogno. </i>Lo adoro.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">6. <b>Il Rocky Horror dal vivo.</b></div><div style="text-align: left;">Per il compleanno gli amichetti mi hanno regalato dei biglietti per andare a vedere il Rocky Horror all'Arcimboldi e mi hanno regalato una delle serate più divertenti della mia vita. Il cast è stato strepitoso, la partecipazione del pubblico sentita e rumorosa. Me la sono goduta come una matta, che bello è stato.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">5. <b>Il Piccolo Atlante del Mistero.</b></div><div style="text-align: left;">A novembre ha visto la luce il primo romanzo della mia collana per ragazzi tutta dedicata a vari luoghi del perturbante italiano. Si intitola <i>Operazione Grand Hotel </i>e parla di fantasmi ai bagni di San Candido. Mi ha riempito di gioia perché è stato un progetto che ho curato con un'amica e che mi apre le porte per quello che spero sia un bel viaggio per me e per i suoi lettori.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">4. <b>Tomie.</b></div><div style="text-align: left;">Quando ho "bocciato" su instagram una raccolta di racconti di Junji Ito la mia amica Silvia mi ha detto di provare con Tomie, che sicuramente avrebbe incontrato di più i miei gusti. Aveva ragione, come sempre. Tomie non solo non ha quel linguaggio che ho trovato un po' respingente negli altri manga che ho letto, e al tempo stesso parla di una giovane donna che solo grazie al suo aspetto fa crollare giovani uomini ai suoi piedi e insieme a loro la struttura stessa di tutta la società, su piccola e grande scala. L'ho adorato.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">3. <b>Lo shop di Nuovi Incubi.</b></div><div style="text-align: left;">Negli ultimi mesi dell'anno io e Lucia abbiamo visto la tremenda situazione internazionale, soprattutto legata al genocidio in corso di cui sopra, e abbiamo pensato a cosa potevamo fare noi. Oltre alle ovvietà e alle cose individuali che ognuno di noi fa in base ai propri desideri e le proprie possibilità, abbiamo pensato di unire l3 ascoltator3 del nostro piccolo podcast ed è nato uno shop temporaneo i cui proventi sono tutti andati a Medici Senza Frontiere. Abbiamo visto le persone che ci ascoltano unirsi e aiutarci per ottenere un piccolo risultato che ci ha fatto sentire tanto affetto. Grazie, è stato magnifico.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">2. <b>Il giardino di casa mia.</b></div><div style="text-align: left;">Sono molto grata di avere una casa che io e Riccardo possiamo chiamare <i>nostra</i>, è un privilegio di cui non mi dimentico mai. Questa casa, poi, la seconda in cui abitiamo insieme, ha un piccolo giardino che ne disegna un paio di lati e io quest'estate finalmente me lo sono goduto un bel po'. Ho iniziato a lavorare al pc dal giardino ogni volta che il tempo lo ha concesso, con il mio latte macchiato e il mio cagnolone di fianco a me a tenermi compagnia e a studiare i passanti. È stato un assaggio della vita dei miei sogni, e me lo sono goduto tutto quanto.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">1. <b>Il viaggio in Irlanda.</b></div><div style="text-align: left;">A settembre io e Riccardo abbiamo trascorso dieci giorni in Irlanda. È stato il viaggio dei sogni, che aspettavamo da tanto e che è arrivato in un momento delicato. Sono partita col cuore pesante e con lo stesso sono tornata, perché lasciare l'isola di smeraldo è stato atroce: mi sono innamorata. La grande bellezza che ci ha riempito occhi e cuore me la porterò dentro sempre, il calore che ci ha accolti lo ricordo come ispirazione per la persona che voglio essere e da allora il pensiero fisso è solo tornare. </div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-35342509419876184452023-12-21T18:19:00.004+01:002023-12-21T18:19:32.168+01:002023 - un riassunto: le letture più belleQuest'anno sono riuscita a leggere molto meno di quello che avrei voluto, ma sono stata abbastanza fortunata da incontrare sul mio percorso romanzi che mi hanno fatto presto dimenticare che la quantità ha lasciato un po' a desiderare. Non parlerò di ogni singolo libro letto quest'anno, ma giusto di quelli che resteranno con me un po' più a lungo.<div><br /><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEDwM0eMVuFasl2XXx4yD-JMFF1hMrc4-UXATZ9WWcCB9avPkWso3e8YYtd58SKj1m1tTsZGCPeO2_qGNFZQN974ozsC5gyrYhYP9xXAtySZdWrjPe35Y5oOvBn5DUePZsuV9lTumgES-w03AXrBrxGyCUhXos2QopFb_OVWHm_jMOCUcQy2JMlG3ntKM/s5616/alexander-grey-eMP4sYPJ9x0-unsplash.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3744" data-original-width="5616" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEDwM0eMVuFasl2XXx4yD-JMFF1hMrc4-UXATZ9WWcCB9avPkWso3e8YYtd58SKj1m1tTsZGCPeO2_qGNFZQN974ozsC5gyrYhYP9xXAtySZdWrjPe35Y5oOvBn5DUePZsuV9lTumgES-w03AXrBrxGyCUhXos2QopFb_OVWHm_jMOCUcQy2JMlG3ntKM/s320/alexander-grey-eMP4sYPJ9x0-unsplash.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div></div><div><br /></div><div><b>La saga di Blackwater</b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN42Pz8tO-maUm0PIyy7ejITh9ftoPNj4RIbpXnUxgBVY4M-HnOuqi97wSqmRvUO29SAenKjM-h9nh0ED00HOkTbneHy-6PchWNzcGg_EV9_-TbsF9_I8-T3A8tWrbZLkbSs7ZJgC-y1pmhB633wmPFstixiK2bJUPN7HLPm_P_xQB53NDaIIFnaveVMI/s1200/bw.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN42Pz8tO-maUm0PIyy7ejITh9ftoPNj4RIbpXnUxgBVY4M-HnOuqi97wSqmRvUO29SAenKjM-h9nh0ED00HOkTbneHy-6PchWNzcGg_EV9_-TbsF9_I8-T3A8tWrbZLkbSs7ZJgC-y1pmhB633wmPFstixiK2bJUPN7HLPm_P_xQB53NDaIIFnaveVMI/s320/bw.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><b><br /></b></div><div>Io e il Moderatore abbiamo preso l'abitudine di leggerci i libri a voce alta. È iniziata lo scorso anno, perché volevamo entrambi leggere <i>Solaris </i>e abbiamo deciso di "consumarlo" così. Il più delle volte leggo io a lui mentre siamo in auto per i tragitti un po' più lunghi, e alla fine anche i primi tre volumi della ormai celeberrima saga ce li siamo goduti così. Ora che ne abbiamo consumati tre mi sento di dire che è stata davvero la lettura adatta ad essere realizzata in compagnia, perché questo mix tra <i>La forma dell'acqua </i>e <i>Dinasty</i> si presta molto ad una lettura collettiva, commentata insieme. Questo ha reso la già simpaticissima vicenda se possibile ancora più accattivante. La storia ovviamente la conoscete perché se possibile sono i libri più condivisi e chiacchierati dell'anno - con l'eccezione del fairyporn di booktok - e anche io ne ho parlato ampiamente in più occasioni, qua ripeto velocemente quanto già espresso: li trovo graziosissimi e goduriosi, che scorrono via come acqua fresca senza mancare di qualche scena bella intensa ed esplicitamente gore che sarà la delizia degli amanti del genere. Penso che proseguendo si farà sempre più oscura e non vedo l'ora di vedere come andrà in conclusione.</div><div><br /></div><div><b>Famiglie complesse</b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsdsj3lKRFHj_mB1WDbQDLYQ0mBgt3ulk3ukDt1ysol3TaIN9hzd_9_2QJHMCwD_JTrWPjS6M6fdkYN5Oy8iKbliiswn2RpaRuL-rOuSojE5hvHjI-Z13kr4LXdT0_B0DOAQMPp7OgJksHzfyFWYY40SWi5NNzRVZeKl1Q5HmYUbsL7FN50V3hJAeX3Jc/s2484/appunti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2484" data-original-width="1623" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjsdsj3lKRFHj_mB1WDbQDLYQ0mBgt3ulk3ukDt1ysol3TaIN9hzd_9_2QJHMCwD_JTrWPjS6M6fdkYN5Oy8iKbliiswn2RpaRuL-rOuSojE5hvHjI-Z13kr4LXdT0_B0DOAQMPp7OgJksHzfyFWYY40SWi5NNzRVZeKl1Q5HmYUbsL7FN50V3hJAeX3Jc/s320/appunti.jpg" width="209" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDlj06RCO2Dnk2HidKjqCR37lN5sdtWugm_xedY8nF9uWlVOYKWeeHpdkErK9pOOyn6NOpXoWRMNxd21dWBkOCfh9PxzW-vmWJF5svNxVIODtkqbTkYm3W7igesDuGy2KTG-LrT0sOyK42blgUNMbUbeoOwyp3ETFigh8HduGwG2NvdRT037LDACEA454/s951/PS22_Raimo_Cover.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="951" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDlj06RCO2Dnk2HidKjqCR37lN5sdtWugm_xedY8nF9uWlVOYKWeeHpdkErK9pOOyn6NOpXoWRMNxd21dWBkOCfh9PxzW-vmWJF5svNxVIODtkqbTkYm3W7igesDuGy2KTG-LrT0sOyK42blgUNMbUbeoOwyp3ETFigh8HduGwG2NvdRT037LDACEA454/s320/PS22_Raimo_Cover.jpg" width="202" /></a></div><br /><b><br /></b></div><div>Anche questi li abbiamo già affrontati qui sul blog ma non sarebbero mai potuti mancare da un bilancio di fine anno. Sono due modi molto diversi di raccontare le famiglie, uno molto serio ed intenso (quello di Espach) e uno dissacrante e divertente (quello di Raimo). Il primo fiction e il secondo autobiografico, il primo una lettera aperta a chi non c'è più e il secondo in un certo modo quasi una lettera a se stesse. Mostrano come due approcci così diversi al trauma possano raggiungere lo stesso scopo: parlare al cuore di chi ne ha uno tutto suo, di trauma, per mettere insieme sul piatto quello che resta e cercare di ricostruirlo per guardare al futuro. Sono entrambi racconti di spietata sincerità su cosa sia l'infanzia e su cosa sia la crescita e su come sopravvivere alle famiglie d'origine. Il secondo si presta come perfetto regalo di Natale, il primo per l'amor del cielo no che è straziante.</div><div><br /></div><div><b>True crime</b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgCTw0TIjcXJxSwwqLJ8TDBp49kl6291DCHEEnOrVObjxiajyL-2fEbZpVkkFeHJ4XthpW2V5RIZ_WA0ARzfz4K3DT8pMOFPPpTmO67pXfdKTzjDG4jJp6tTXG3h5Dp8RwqFX-RVON6fuOL1vCuda_EomMaLxEoBvVX6Xtb1Z6orze3Jnj4rdHW78trw8/s1000/nazzi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="715" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgCTw0TIjcXJxSwwqLJ8TDBp49kl6291DCHEEnOrVObjxiajyL-2fEbZpVkkFeHJ4XthpW2V5RIZ_WA0ARzfz4K3DT8pMOFPPpTmO67pXfdKTzjDG4jJp6tTXG3h5Dp8RwqFX-RVON6fuOL1vCuda_EomMaLxEoBvVX6Xtb1Z6orze3Jnj4rdHW78trw8/s320/nazzi.jpg" width="229" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNfUR-K2isryuwPufKp-5W62PEuMv4n5hcdNBI-_QxeYsGYFA2V5fIboTwg9p1SYVQ8MwUGCJmyv3uQ0l6ReDng1nAlyVNr7ozZZESpn1JflUt9ypPeGzcL0KEKr0-zTe66R6N_YKtkzSnEGNc5N0ihSM38RPeAVGpT3aE7pGCn8nDXuHjEpAWZmFxSis/s1571/v13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1571" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNfUR-K2isryuwPufKp-5W62PEuMv4n5hcdNBI-_QxeYsGYFA2V5fIboTwg9p1SYVQ8MwUGCJmyv3uQ0l6ReDng1nAlyVNr7ozZZESpn1JflUt9ypPeGzcL0KEKr0-zTe66R6N_YKtkzSnEGNc5N0ihSM38RPeAVGpT3aE7pGCn8nDXuHjEpAWZmFxSis/s320/v13.jpg" width="204" /></a></div><br /><b><br /></b></div><div>Solo due sono stati i testi true crime che mi hanno accompagnata nel 2023 e francamente quando a scriverli sono i due maestri del genere allora sono sufficienti. Il testo di Stefano Nazzi, giornalista e oggi anche idolo delle masse grazie al suo ottimo podcast <i>Indagini</i> di cui sono amante devota, è ben diverso dagli episodi che ci regala ogni mese. Non si concentra infatti sulle indagini e i processi ma sposta il focus sui colpevoli, costruendo un profilo completo e attento delle persone che hanno compiuto alcuni tra i reati più gravi della cronaca italiana. In Nazzi, che è un professionista serio e competente, manca del tutto il desiderio di fare facile pornografia del dolore, e il suo lavoro è caratterizzato da una serietà e da un rispetto che lo rendono il migliore in Italia. Non si lascia andare a congetture o ipotesi, non fa commenti inopportuni e il suo tono è sempre quello di chi vuole solo trovare la chiave corretta per raccontare una storia. Il libro è una conferma della sua personalità anche se continuo a preferire il lavoro che fa col podcast. Qui racconta solo 10 casi in un testo breve, fa quello che può con lo spazio che ha.</div><div>Carrère, che ve lo dico a fare. V13 racconta del processo che è avvenuto dopo gli attacchi terroristici di Parigi del 2015. Il testo è diviso in tre: una prima parte dedicata al ricordo di alcune delle vittime, una seconda dedicata all'esplorazione dei terroristi, delle loro origini e delle loro storie - fondamentali per comprendere il fenomeno - e infine una terza parte dedicata alle parti finali del processo e di quello che ha significato per tutti coloro che, come lui, ne hanno preso parte, oltre che per la nazione intera. Questo è proprio il suo pane, la sofisticatezza con cui entra in punta di piedi in momenti di dolore inimmaginabile è unica e il modo in cui parla degli individui che hanno commesso gesti impensabili è onesto e giusto. Maneggiare con cautela, il lacrimometro è alle stelle.</div><div><br /></div><div><b>Donne&antispecismo</b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgltCRkn9cYv-9XeQEb5tmR704y_WPuWd3QR8P1ymdfwbaFje1A6fa7qhpQL7NAKORGkkt3xVygivQmXz5Jpc0qt4UIIgWsNVJGebSgdqj3arJ3vc7U5FvF8ljAwk3ZXXlbQq5vuM_V4WzeRYuQ5avA45CxVBGx0DMp-nepifaM1fztAJZNzDV0IlUrvMY/s1000/carro%20ossa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="714" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgltCRkn9cYv-9XeQEb5tmR704y_WPuWd3QR8P1ymdfwbaFje1A6fa7qhpQL7NAKORGkkt3xVygivQmXz5Jpc0qt4UIIgWsNVJGebSgdqj3arJ3vc7U5FvF8ljAwk3ZXXlbQq5vuM_V4WzeRYuQ5avA45CxVBGx0DMp-nepifaM1fztAJZNzDV0IlUrvMY/s320/carro%20ossa.jpg" width="228" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg3bB-YaE2vKawtFTBJh3WVF9mdoIFzsSOZGrxsfcl5L4xt80qhd52rRXwWa1-1Iih39qWGF57cJvEs4FnawMKLMHbAQVCOs_WJSjhFiJWDdwyjLMg0k92k9x46htN97oHNMlLRwaf5TU2bftqv3bVU1_Dno6Hvokfm8X25hqNU4OXLNem-Zt093ciTBg/s825/sirene.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="825" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjg3bB-YaE2vKawtFTBJh3WVF9mdoIFzsSOZGrxsfcl5L4xt80qhd52rRXwWa1-1Iih39qWGF57cJvEs4FnawMKLMHbAQVCOs_WJSjhFiJWDdwyjLMg0k92k9x46htN97oHNMlLRwaf5TU2bftqv3bVU1_Dno6Hvokfm8X25hqNU4OXLNem-Zt093ciTBg/s320/sirene.jpg" width="208" /></a></div><br /><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div>Questi due - magnifici, magnifici, magnifici - libri non potrebbero essere più diversi tra loro. Il primo è il racconto esilarane di un'ex insegnate che scopre intorno a casa alcuni omicidi e sollecita la polizia a fare meglio il proprio lavoro, mentre il secondo è un testo su un futuro post apocalittico in cui la popolazione è decimata e i pochi che sono sopravvissuti possono cibarsi solo di carne di sirena. In comune hanno il fondamentale tema dell'antispecismo, però, che è così profondamente radicato nel loro DNA da renderli più simili di quanto appaiano. </div><div>La protagonista del primo romanzo - la mia protagonista preferita di ogni romanzo di sempre - ama gli animali molto più di quanto non ami le persone ed è per lei di fondamentale importanza che questo amore venga compreso e rispettato dalle persone che la circondano. È un testo, quello in cui si muove, che pur mantenendo un tono squisitamente simpatico riflette sulla solitudine, sulla condizione degli anziani nella società e anche su quella degli animali. Ci si chiede che cosa determina il valore delle persone o addirittura se è giusto accettare che <i>esista </i>un supposto valore delle persone. L'ho trovato una lettura incantevole.</div><div><i>Sirene </i>è molto meno accogliente. È un testo breve ma affilato, che non ha paura di mettere l'umanità di fronte alla sua natura e che spinge durissimo. Il mondo è finito, gli umani sono finiti: restano solo la mafia giapponese e le sirene, carne da mangiare e da scopare. L'unione tra sesso e alimentazione e il confine sottilissimo che li divide è il cuore del romanzo. Laura Pugno è un carro armato, sa bene dove può insistere e dove è il caso di spostare lo sguardo (spoiler: quasi mai. Occhio a tutti i trigger warning possibili) e questo suo testo è per me indimenticabile.</div><div><br /></div><div><b>Donne del mito</b></div><div><b><br /></b></div><div><b><br /></b></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqgAuA_Bs71ao24QClBzAygZxyvopURXehTnn-RBPRc-TQcPMRlM5NoDXeR7JOaALQYW4TyaLjAGg6hrRz-OH-hfnX9mEkJ6Nc0Mi61f3uJrEPW6p9EKjIpyRQAAijsGrjH9D4Pfgcp8_vZWjM5deu8q7es2xo8jBvME44MuHPkawE5d9xvZiE7A4ijrY/s817/lavinia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="817" data-original-width="536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqgAuA_Bs71ao24QClBzAygZxyvopURXehTnn-RBPRc-TQcPMRlM5NoDXeR7JOaALQYW4TyaLjAGg6hrRz-OH-hfnX9mEkJ6Nc0Mi61f3uJrEPW6p9EKjIpyRQAAijsGrjH9D4Pfgcp8_vZWjM5deu8q7es2xo8jBvME44MuHPkawE5d9xvZiE7A4ijrY/s320/lavinia.jpg" width="210" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkTYx1fkpwbX4Z4PpFGs7A_72cWg7n75cCQmOVCO4cXP1F_xHyIfJE8SqjYKReuXjREI3Puf5vP0OeLOgtoZIqQoCAYaYc1I2NjdfD1BG-EoaU8dMR3cnq42O6T2kUOd-0pNBNt0ZNqDgicGk2WW64nJrf5LAyMgttYdMjkq4Ct9TeK2fmLKlO42KTW2A/s1200/la-casa-della-foresta-173686.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="802" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkTYx1fkpwbX4Z4PpFGs7A_72cWg7n75cCQmOVCO4cXP1F_xHyIfJE8SqjYKReuXjREI3Puf5vP0OeLOgtoZIqQoCAYaYc1I2NjdfD1BG-EoaU8dMR3cnq42O6T2kUOd-0pNBNt0ZNqDgicGk2WW64nJrf5LAyMgttYdMjkq4Ct9TeK2fmLKlO42KTW2A/s320/la-casa-della-foresta-173686.jpg" width="214" /></a></div><br /><b><br /></b></div><div><i>Le nebbie di Avalon </i>è, nonostante le immense problematicità della sua autrice, il mio romanzo preferito, lo dico senza doverci pensare due volte. Sto quindi, se pur con i miei tempi, proseguendo nella lettura del ciclo di Avalon e questo che vedete qui sopra è il secondo volume. È un prequel della storia che tanto ho amato e si colloca all'inizio della vita dell'isola di Avalon e racconta la nascita del culto delle sacerdotesse. Nonostante questo, o forse <i>proprio</i> per questo, non sono sicura di aver amato <i>La casa della foresta </i>tanto quanto avrei voluto. Tutto il tempo che avrei voluto dedicato alle ragazze, alla nascita di un culto nuovo che le mettesse al centro e le rendesse protagoniste, è invece dedicato ad una storia d'amore tormentato, e purtroppo non era quello che cercavo. Peccato. L'ho inserito comunque perché quell'ambientazione, quei momenti che se pur pochi ci sono, quel mondo lì, mi fanno impazzire e trovo che l'autrice, mannaggialamiserie, sia ottima.</div><div><i>Lavinia</i>, dal canto suo, ha a sua volta un'ottima autrice. LeGuin riprende in mano la storia di Lavinia, moglie di Enea, e le regala lo spazio che nell'Eneide non le veniva concesso. La seguiamo bambina, poi giovane donna contesa tra mille pretendenti desiderosi di prendere in moglie la figlia di re Latino, e infine moglie prima e vedova poi dell'eroe. Lo spazio che le viene concesso serve a LeGuin per spiegare a Lavinia come mai non le fosse stato dato prima. Nata in una famiglia nobile, infatti, alla giovane non è dato spazio di essere se stessa nonostante un padre affezionato e illuminato. Non c'è spazio per la crescita personale a meno che questa non vada nella direzione del bene del regno, non c'è desiderio, speranza, volontà. Ci sono una missione da compiere e un ruolo da svolgere, il resto sono solo capricci. </div><div>Il solo momento in cui a Lavinia sarà concesso di decidere per sé sarà nei boschi, nella natura, dove può muoversi lontana da ciò che la sua società ha deciso per lei.</div><div>Tutte le donne in questione, quindi, è solo nella natura che hanno spazio per esprimersi, per <i>esistere </i>prive di aspettative e compiti. È solo protette dai boschi che possono essere autenticamente felici.</div><div><br /></div><div><b>Donne oscure</b></div><div><b><br /></b></div><div>Infine, su instagram a gennaio ho iniziato un progetto di lettura: undici testi tutti al femminile, preferibilmente di genere. Ho spaziato tra gotici più classici e narrazioni più moderne, passando per il folk locale, fino alle raccolte di racconti. Con alti e bassi è stato un viaggio così interessante che lo ripeterò l'anno prossimo. In questa sede non mi dilungherò sulle letture, tanto sono tutte state accompagnate da lunghe dirette su instagram, qui accenno solo al fatto che dovete, <i>dobbiamo </i>continuare a leggere le donne del perturbante, preziose e raffinate. Ho imparato tantissimo.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-23353601920414293492023-12-18T20:53:00.003+01:002023-12-18T20:53:43.090+01:002023 - un riassunto: Dungeons&Dragons<div style="text-align: left;"> Giunti alla fine di questo poderoso anno di merda ho pensato che fosse una buona cosa rispolverare un po' il blog, che a parte i post di ottobre è stato un po' abbandonato a se stesso. L'idea è di dedicare qualche post alle cose che hanno caratterizzato gli scorsi mesi e che mi hanno tenuta in vita mentre attraversavo la tempesta.</div><div style="text-align: left;">Cominciamo quindi con un post molto anomalo per la sottoscritta: uno tutto dedicato al gioco di ruolo più famoso del mondo: <i>Dungeons&Dragons.</i></div><div style="text-align: left;">Io e mio marito stiamo insieme da 12 anni e sono altrettanti che lui mi cita questo gioco. Abbiamo provato insieme a seguire qualche campagna online ma io avevo sempre una lamentela: mi sembrava che tutti si prendessero molto - troppo - sul serio, e io non riuscivo ad entrarci in sintonia. Non so cosa sia cambiato quest'anno, ma ho deciso di dargli una possibilità, e da quel momento la mia vita è finita: in questa casa non si parla, non si gioca, non si guarda altro. Ho raccolto quindi un bel po' di cose di cui parlarvi e pertanto ecco in modo un po' bizzarro per un blog sul cinema dell'orrore un post tutti intero su D&D.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpNmw-wKYRPUTmu8W63S9F31ElTdyd7594Uwp4caEZ3IHcsBlD2QXqwpCLCcf6kY1mkBTjAsLbtg4xlhsaNDUS2F7PYF0PqBao7KmYeX9zPkkfYQMrAFBxfVMJPHfeEaXXnRL9RE1xrr-x4lvpLsM0qqnN27GDxVdGIpLJJKVFumjw7ASwxjPymvJO56s/s6000/timothy-dykes-woE5Fc1HF1o-unsplash.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="6000" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpNmw-wKYRPUTmu8W63S9F31ElTdyd7594Uwp4caEZ3IHcsBlD2QXqwpCLCcf6kY1mkBTjAsLbtg4xlhsaNDUS2F7PYF0PqBao7KmYeX9zPkkfYQMrAFBxfVMJPHfeEaXXnRL9RE1xrr-x4lvpLsM0qqnN27GDxVdGIpLJJKVFumjw7ASwxjPymvJO56s/s320/timothy-dykes-woE5Fc1HF1o-unsplash.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">La prima cosa da citare è ovviamente la campagna che abbiamo iniziato con i nostri amici. Stiamo invecchiando, abitiamo distanti e lavoriamo come somari e pertanto ci serve una scusa per aumentare le occasioni in cui passare del tempo insieme. Stiamo giocando l'avventura del Kit Essenziale, visto che a parte il Moderatore - mio marito, che ovviamente è il nostro master - siamo tutti nuovi a questo mondo e come per magia la casa si è già riempita di diversi costosissimi manuali per proseguire una volta conclusa questa. Sempre se io ci arrivo perché le botte che mi prendo ogni santa volta non fanno ben sperare per quella povera disgraziata della mia personaggia. Mi diverte molto anche vedere i miei amici in vesti nuove e riconoscere i loro tratti in quello che fanno nel gioco. Io infatti impulsiva pure lì, sbaglio tutto.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9X89TMRkOj3FDWziKwu4eO5DFNuh-o4ABCMfcRwVj0vHjVY7XKtIyC5JVndK9bT1aRKVW9ECHKYbrY-7hYlcHk4VtW9d8VrW60EqWgCDRnLwHQaGguRm4PY5VxmVHi3OwECC5ZNpvSP_Guz799cFuCmeOMkVGd8QAk7ejskS9pudib2iINuvmyE-9oOs/s640/critical%20role%20twitch.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="640" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9X89TMRkOj3FDWziKwu4eO5DFNuh-o4ABCMfcRwVj0vHjVY7XKtIyC5JVndK9bT1aRKVW9ECHKYbrY-7hYlcHk4VtW9d8VrW60EqWgCDRnLwHQaGguRm4PY5VxmVHi3OwECC5ZNpvSP_Guz799cFuCmeOMkVGd8QAk7ejskS9pudib2iINuvmyE-9oOs/s320/critical%20role%20twitch.jpeg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Questi sono i tizi che mi hanno tenuta prigioniera per almeno dieci mesi di questo 2023 e che prevedo non mi lascino andare per i prossimi anni. Sono molto famosi ma li presenterò comunque, per chi passasse di qui per caso: si chiamano <i>Critical Role</i>, sono un gruppo di attori e doppiatori (alcuni voci di praticamente ogni videogioco a cui abbiate mai giocato, come per esempio mia madre Laura Bailey che è in ogni anime e in ogni videogioco mai creato) che ha iniziato a giocare a Pathfinder fino a che il sito <i>Geek&Sundry</i> - oggi Nerdist - ha chiesto loro di farlo in live su Twitch. Per rendere più democratico il loro gioco hanno fatto un passaggio e si sono messi a giocare a D&D. La loro prima campagna si chiama Vox Machina e io sono innamorata di tutti loro, senza esclusione. Guardare amici che giocano di ruolo, oltre a riprodurre la dinamica che si verifica a casa mia, offre due livelli di passione: quella per i personaggi e quella per gli interpreti, che si vogliono evidentemente molto bene. Alcuni di loro sono sposati, altri fidanzati, ci sono state rotture che hanno smosso l'internet per <i>anni </i>e in generale si è creata una fanbase appassionata e feroce. Leggere di loro è quasi altrettanto appassionante che vederli giocare. Certo, se sei ad un livello misero come me vedere questi semidei all'opera è un po' frustrante, ma ci arriveremo e saremo molto potenti anche noi. Per il momento sono mazzate. </div><div style="text-align: left;">Il fatto che siano tutti attori rende le loro sessioni diverse da quelle delle persone che nella vita fanno i tecnici, le gastronome o le psicologhe, come siamo noi, ma questo ovviamente aumenta l'intrattenimento. Sono autentici, casinisti, muoiono spesso e altrettanto spesso parlano di cacca, ridono sguaiatamente e cantano Hamilton con una frequenza che mi rende felice. Non posso smettere di guardarli anche se solo la loro prima campagna è più lunga di tutto <i>Grey's Anatomy.</i></div><div style="text-align: left;"><i><br /></i></div><div style="text-align: left;"><i><br /></i></div><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0F2LU6JysCpcwsfLcVxp4bT-ip1iwVwikPmx2ggHWZQVXvjqc4ww1CEDgED-xyN7XrQSEsUWHEIjVu8rJk5GbolWyHA0fs-3aieCQCElMsljsJinkDUEkFOr_AoYfWWV23mFRIRcHKyYygD1nvi64XhwfRPm-AP_UCFuXhCx3dzlNW6Cf6P45tquHzfg/s2560/vox%20machina%20series.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1920" data-original-width="2560" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0F2LU6JysCpcwsfLcVxp4bT-ip1iwVwikPmx2ggHWZQVXvjqc4ww1CEDgED-xyN7XrQSEsUWHEIjVu8rJk5GbolWyHA0fs-3aieCQCElMsljsJinkDUEkFOr_AoYfWWV23mFRIRcHKyYygD1nvi64XhwfRPm-AP_UCFuXhCx3dzlNW6Cf6P45tquHzfg/s320/vox%20machina%20series.jpg" width="320" /></a></div><br /><i><br /></i></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Dalla prima campagna dei tizi di cui sopra Prime ha tratto una serie animata, <i>The legend of Vox Machina</i>, di cui abbiamo visto solo la prima stagione per non avere spoiler sul resto della campagna, visto che per ovvie ragioni le due cose si muovono su ritmi molto diversi. La serie è simpatica e per i fan della campagna è simpatico vedere personaggi a cui ci si è tanto affezionati muoversi col volto che i giocatori hanno pensato per loro, ma non sono sicura che la serie funzioni alla perfezione per chi non è già introdotto al mondo di Vox Machina. Comprendo la difficoltà: sono ore e ore di gioco che si è dovuto riassumere in pochissimi episodi molto rapidi. Unire le strizzate d'occhio necessarie a tenersi stretti i fan e al tempo stesso una struttura narrativa che funzionasse anche per chi si approcciava a questo mondo per la prima volta è sicuramente un lavoraccio, ma non sono sicura che ci siano riusciti alla perfezione. Sarebbe interessante capire quanto l'hanno apprezzata le persone che non hanno seguito le infinite dirette di gioco. </div><div style="text-align: left;">Sono comunque deliziata all'idea di continuare a vederli nella loro forma ""reale"" e continueremo a seguire le stagioni non appena saremo in pari con la campagna.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9A9t0E-6AYQjSA7l-DLrWJQC6iP3UxQjZuJBVLE9E8MKOt4pJ-US7exMqkiY5_QPaH8c_UhyqDQQR-29x67ixaeNITVYlqlPJQZKMr_hHQMDlngM6Z91LThbsxOmP4uScFgk6oebN8yizEIIxCvhI-zM2CXeBF16Ss8C3gnLL3ywdWTt5LcqsvnepI7E/s664/dndfilm.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="664" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi9A9t0E-6AYQjSA7l-DLrWJQC6iP3UxQjZuJBVLE9E8MKOt4pJ-US7exMqkiY5_QPaH8c_UhyqDQQR-29x67ixaeNITVYlqlPJQZKMr_hHQMDlngM6Z91LThbsxOmP4uScFgk6oebN8yizEIIxCvhI-zM2CXeBF16Ss8C3gnLL3ywdWTt5LcqsvnepI7E/s320/dndfilm.jpg" width="202" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"> Impossibile non citare in questa carrellata quello che è indubbiamente uno dei miei film dell'anno. <i>Dungeons&Dragons: L'onore dei ladri</i> è infatti non solo un bel modo di omaggiare un gioco che ha tenuto unite generazioni intere ma anche una commedia deliziosa e un film divertente come non ne vedevo da tempo. Adoro Chris Pine così ironico, ho amato il modo leggero e scanzonato di trattare temi grandi come il lutto e la sofferenza e sono rimasta estasiata dal drago ciccione che francamente è la cosa a cui ripenso quando un cliente mi risponde male e mi rovina il turno di lavoro. </div><div style="text-align: left;">Bello per le famiglie, bello per i grandi che vogliono tornare piccini e bello per chi è grande e vuole restarci. Consiglio a proposito del film l'episodio a lui dedicato del podcast <a href="https://open.spotify.com/show/7gVnXP4kFxnZJrwVCuucCP" target="_blank">Chiodi Rossi</a>.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy43oOp0BEI0GVDNMgAaoHYFm4Xx8WP_KHd6omXIiFN6F79qwk769AIGH5jaE3D9YcSAaHv8SFllClyRXl_52zRengfEpe78Bs4uBWvZFM9RhH7_7w7TytyOBnrUlDqNHhjuJ_U1Bzj4ja5rmWKUZTZCk72Ys2Z1on6EzV68M8aQ_RaIsDo1CqCnpcsQI/s1000/onward.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="676" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy43oOp0BEI0GVDNMgAaoHYFm4Xx8WP_KHd6omXIiFN6F79qwk769AIGH5jaE3D9YcSAaHv8SFllClyRXl_52zRengfEpe78Bs4uBWvZFM9RhH7_7w7TytyOBnrUlDqNHhjuJ_U1Bzj4ja5rmWKUZTZCk72Ys2Z1on6EzV68M8aQ_RaIsDo1CqCnpcsQI/s320/onward.jpg" width="216" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Un piccolo accenno lo dedico anche a questo film d'animazione del 2020, disponibile su Disney+, che sebbene non parli apertamente del gioco di ruolo lo omaggia affettuosamente. Parla di due fratelli, uno giocatore e l'altro no, che devono ricorrere alla magia per vedere un'ultima volta il padre defunto. Hanno bisogno della magia presente nel gioco preferito del fratello maggiore, che il minore aveva sempre snobbato e che ha imparato a rivalutare, proprio come qualcuno di vostra conoscenza. </div><div style="text-align: left;">Non sono molto brava a giudicare l'animazione, ma questo l'ho trovato dolce e delicato, simpatico al punto da tenermi con sé ma senza mai perdere di vista l'intensità del dolore della perdita. Molto tenero.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3d-4jEY5KRDZhlIT7Mo_ErhO9_GFqkNDIdUO5Rpfz4xtpIPAqVZESD-E0ga3ZeC1Jb52ckBLecbQdYzTYNCPWL0v2zCo48B_9azar4abSESedSwnCxxhJhsSlPXsbK6v9DrE_74CC6lj20nGQsFW4QHL3sj2mxkZTH-O75cA8ND4XcPPTs15Xj1szClg/s330/bg3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="330" data-original-width="220" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3d-4jEY5KRDZhlIT7Mo_ErhO9_GFqkNDIdUO5Rpfz4xtpIPAqVZESD-E0ga3ZeC1Jb52ckBLecbQdYzTYNCPWL0v2zCo48B_9azar4abSESedSwnCxxhJhsSlPXsbK6v9DrE_74CC6lj20nGQsFW4QHL3sj2mxkZTH-O75cA8ND4XcPPTs15Xj1szClg/s320/bg3.jpg" width="213" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">In un post tutto dedicato al gdr, non poteva mancare l'evento a tema D&D che ha scosso il pianeta: il fenomeno <i>Baldur's Gate 3</i>, vincitore di premi prestigiosi e ammaliatore di giocatrici appassionate grazie al personaggio biondo che vedete qui sopra. Io e il Moderatore ci stiamo giocando insieme, meno di quanto lui vorrebbe, e se per caso facciamo l'errore di cominciare la nostra vita si conclude. Dobbiamo essere staccati con la forza. Giochiamo da una quantità di ore fuori dal buonsenso eppure non abbiamo neppure finito il primo atto e questo è perché il Moderatore è un giocatore di quelli che si ferma a controllare <u>ogni cosa</u> mentre io di fianco protesto non ascoltata. Mi piace vedere i risultati delle scelte che si compiono e anche la dinamica dei combattimenti che riesco a gestire senza crepare di ansia come con giochi ben più frenetici. Mi fa sentire più in controllo della situazione. </div><div style="text-align: left;">La sola cosa che rimpiango è di avere creato nel gioco un personaggio uguale a quello della campagna nella vita reale, scelta che col senno di poi non rifarei perché ci sono così tante classe e razze da esplorare che è un peccato limitarsi sempre alle solite due, però ho margine per modificare qualcosa col tempo, visto che le ore di gioco a quanto pare sono <i>infinite. </i>Non che sia una lamentela la mia, anzi. Sono felice che siano così tante, mi piace molto e mi insegna cose che posso applicare nella mia campagna. Fino al punto in cui siamo arrivati ora sono più interessata alla costruzione del mondo e dei personaggi che alla storia ma non dubito che presto anche quello arrivi ad un punto più definito. O forse non c'è ancora arrivato perché perdiamo le ore a mercanteggiare, chi lo sa.</div><div style="text-align: left;">È un'esperienza che mi piace condividere con mio marito, è un gioco che si presta così bene alla condivisione e mi diverte molto.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Nei prossimi giorni torniamo a parlare di cose più vicine alla solita Redrumia!</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-86540638303931575552023-11-21T10:07:00.001+01:002023-11-21T10:07:48.719+01:00Redrumia33: ultime visioni<div style="text-align: left;"> Con un considerevole ritardo, è il caso di portare a conclusione la spooky season, facendovi un breve riassunto delle cose che ho visto nell'ultima settimana di ottobre e nella notte di Halloween. </div><div style="text-align: left;">Cercherò di essere breve.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvTxulbFU5BtK2hZtCqiPJ9wJJZQIzD08jVnu35FevQr-TWSAUWHW1qvsemqDmO7TPHQjipF1xE4SsJJUQSEskRb8k12KI6T3CZ4ejUXoOFf2vf7LvHethgZfDLYaE8oQfFKORHmq1LIOtxWv0hx6h6O3YhdR28kVDBo5DfbE3agk2isewUG4sY99TukM/s715/esorcista.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="715" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvTxulbFU5BtK2hZtCqiPJ9wJJZQIzD08jVnu35FevQr-TWSAUWHW1qvsemqDmO7TPHQjipF1xE4SsJJUQSEskRb8k12KI6T3CZ4ejUXoOFf2vf7LvHethgZfDLYaE8oQfFKORHmq1LIOtxWv0hx6h6O3YhdR28kVDBo5DfbE3agk2isewUG4sY99TukM/s320/esorcista.jpg" width="224" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Con un po' di ritardo rispetto all'uscita in sala, ho finalmente visto il legacy sequel de <i>L'Esorcista</i>. Avrei voluto tante cose da lui perché come ormai sapete il film di Friedkin è l'amore della mia vita e sebbene la mia opinione non sia drasticamente negativa come quella della maggior parte delle persone purtroppo non ho visto quello che avrei voluto. Non c'è un aggiornamento sull'importante questione della fede che è centrale nel primo film, manca un approfondimento sulla genitorialità, altrettanto importante e che qui - sebbene ci sia - è marginale, e non si applica neppure troppo con cura il linguaggio del coming of age. Mi è dispiaciuto molto. Questo non cambia il fatto che appena ho sentito Tubular Bells e visto il volto di Chris McNeill ho frignato perché sono una debole di cuore.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGKEYbauO1071Hi_pBWaPan_i-lEFboznAH7ze9_Rd4GT11LkPiiMPqeLUU3uVMdYQUsOMJ4_PQeCsLJaq57RlkafWBNvjij4JeLBWSHzX-g77uJlvPatrlx6bX7kvZzkJLcFnZrEgOw6RTidO9wPns-0cyIasdAGfVste1MhL_kZqSm8Na_stGX-P52Y/s600/descent.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGKEYbauO1071Hi_pBWaPan_i-lEFboznAH7ze9_Rd4GT11LkPiiMPqeLUU3uVMdYQUsOMJ4_PQeCsLJaq57RlkafWBNvjij4JeLBWSHzX-g77uJlvPatrlx6bX7kvZzkJLcFnZrEgOw6RTidO9wPns-0cyIasdAGfVste1MhL_kZqSm8Na_stGX-P52Y/s320/descent.jpg" width="224" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Questo è un rewatch che ho fatto per mostrarlo a mio marito e che mi ha resa molto felice. Il film non è invecchiato di un secondo, non perde in potenza e intensità nonostante si conoscano vicende e finale, fa sempre la solita paura del demonio ed è pieno di fascino e di una splendida rappresentazione del femminile e delle relazioni di amicizia. Bello e basta, cosa gli vuoi dire?</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu54Ynh1pnzAbCZ7m6j5wez3BUrcAX-E-kjE08T3gXhjYIqaEic7A5qMavHZqGJ7pdUdE2U-LOjC_mW77IKCODzSm1qjGVgJJ3XEIhJTQbIfzhInlEwKLSp_mXWS9AYC0lNuS2AhZsIah1r1n_LCUWB3saXbzYs70Im_Ubnt5h2cnDQjTUULgUuUeli98/s622/itlivesinside.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiu54Ynh1pnzAbCZ7m6j5wez3BUrcAX-E-kjE08T3gXhjYIqaEic7A5qMavHZqGJ7pdUdE2U-LOjC_mW77IKCODzSm1qjGVgJJ3XEIhJTQbIfzhInlEwKLSp_mXWS9AYC0lNuS2AhZsIah1r1n_LCUWB3saXbzYs70Im_Ubnt5h2cnDQjTUULgUuUeli98/s320/itlivesinside.jpg" width="216" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><i>It lives inside </i>parla di due amiche, americane ma di origini indiane, che si sono allontanate crescendo ma che si sono riavvicinate quando una delle due è stata colpita da una terribile maledizione.</div><div style="text-align: left;">Per certi aspetti mi ha ricordato <i>The hate you give</i>, il romanzo poi diventato film in cui una ragazza nera assiste all'omicidio del suo migliore amico compiuto da un poliziotto e deve far convivere il desiderio di giustizia per il suo quartiere e la nuova vita che si è costruita nella privilegiata scuola a prevalenza bianca che frequenta. Qui abbiamo la stessa convivenza tra mondi diversi: la cultura indiana, che le famiglie delle ragazze tengono viva e presente nelle loro quotidianità, e quella americana, che nello specifico la protagonista Sam ha fatto propria. Del resto, negli Stati Uniti Sam è cresciuta e vive negli anni formativi, e fatica a trovare una vera identità combattuta tra due culture così differenti. A partire dal nomignolo che ha scelto, così americano ma che deriva da un nome indiano (Samidha), dalle persone che frequenta, dallo sport che pratica, per finire con la relazione conflittuale che ha con la madre, così dedita a tenere in piedi un rapporto con quello che ha lasciato indietro.</div><div style="text-align: left;">Io ho trovato questa parte del film così interessante, narrata in un modo così rispettoso verso Sam che non viene giudicata male solo perché pronta a proseguire una vita diversa da quella della madre, che quasi mi sono disinteressata alla parte soprannaturale.</div><div style="text-align: left;">È pur vero che la soluzione del caso sta proprio nel conflitto di Sam: abbracciare il passato per sopravvivere al presente. L'ho trovato molto carino e spero che sia visto soprattutto dai giovanissimi.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR8piEbpQPMZ6xqJ3vLUHDRmPP0MHCTlCaC-R-Bv1onE0RLOzmucOF7C_YL1aicP2DfkzWL4vM6mv4-kXJIg6bbB44sU49cI9fdajf5-hD98z_nsmAIH9ALtMcjPpRp_I6mxwJbVL7hUtUvS74u4Tmh6bVXmXLwStvh8rEUofAD3rLyQ6bgnmVKzLCxKQ/s1200/dark-harvest-button-1694629262541.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR8piEbpQPMZ6xqJ3vLUHDRmPP0MHCTlCaC-R-Bv1onE0RLOzmucOF7C_YL1aicP2DfkzWL4vM6mv4-kXJIg6bbB44sU49cI9fdajf5-hD98z_nsmAIH9ALtMcjPpRp_I6mxwJbVL7hUtUvS74u4Tmh6bVXmXLwStvh8rEUofAD3rLyQ6bgnmVKzLCxKQ/s320/dark-harvest-button-1694629262541.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Questo lo dovete guardare anche solo per quanto è <i>bello. </i>Ci sono una luce, una fotografia e un uso del buio che sono splendidi e valgono da soli la visione. </div><div style="text-align: left;">A primo impatto non mi aveva fatto impazzire: la storia è la solita rivisitazione de <i>La lotteria</i> di Jackson, con una piccola comunità che ha una tradizione macabra da portare avanti per il benessere dei propri abitanti. Mi sono però ritrovata a pensarci nei giorni successivi e ho dovuto riconoscere che l'ineluttabilità del male che questo film mette in scena è molto disperata e dolorosa. Parla della tragicità di non poter lasciare indietro le proprie radici, di come le porte del mondo siano chiuse per chi viene da certe realtà, di come non ci si possa lasciar andare alla speranza. È davvero un bel film (e dovevo immaginarlo, è pur sempre David Slade) e mi ha lasciato una grande amarezza per i giorni successivi. Lo riguarderò.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXlxzL42oXb9KABMBQoyGXnNlSldLd3crlJhXUQNWwba7XxZYwMTd2HdswBPoLCXGG4rSp-CSv1l1-kZz5-Pi-1JJOX_tiu9JLjp0fAWhwZ5RuEQJQJ6WG2buSkw_Pf2BVH0i1JHH9aFKouIav3rTMmHT8XldBsOMJujkf8f9zoeh77jHsBQRPGH6fd6Y/s364/hell%20house.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="364" data-original-width="273" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXlxzL42oXb9KABMBQoyGXnNlSldLd3crlJhXUQNWwba7XxZYwMTd2HdswBPoLCXGG4rSp-CSv1l1-kZz5-Pi-1JJOX_tiu9JLjp0fAWhwZ5RuEQJQJ6WG2buSkw_Pf2BVH0i1JHH9aFKouIav3rTMmHT8XldBsOMJujkf8f9zoeh77jHsBQRPGH6fd6Y/s320/hell%20house.jpeg" width="240" /></a></div><div><br /></div><div><br /></div>Tra le mie visioni dell'anno questa è indiscutibilmente la più spaventosa. Il quarto capitolo di una delle mie saghe preferite è degno del primo capitolo: angosciante, sinistro, indimenticabile.<div>Seguiamo tre persone, che gestiscono dei canali social sulle case infestate, che entrano a casa Carmicheal e che per la prima volta si trovano a convivere con un'infestazione reale, non come quelle farlocche che hanno vissuto fino a quel momento.</div><div>Si chiama Origins pur non essendo un prequel, ma da un certo punto di vista non è del tutto sbagliato: finita questa visione tutta la saga avrà un nuovo significato, perché si inseriscono qui nuovi elementi nella lore dell'hotel Abaddon che cambiano il modo in cui lo abbiamo visto fino a questo momento e che, se possibile, lo rendono <i>ancora </i>più terrificante.</div><div>Sono mezza crepata di paura ma questi sono i film per cui vivo.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4gArqHAb-FLeBWz3jj7-vMpVPCTTIQkL6jQmgGrQDwqj7LBuCZB_V6s4WNhdcqMLX0Xmjon1dFKijgmZ6-6gEMvDDFE2eLg120PbbjBHfPMMpjvVgJmbTkAL-SVq7iSCquNTSwVGUE-Y2Fiq6oLBRRqkYINFYDfHV7DorO5aF3ST3fpvyOVKX_8oCpuU/s810/hocus1.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="810" data-original-width="540" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4gArqHAb-FLeBWz3jj7-vMpVPCTTIQkL6jQmgGrQDwqj7LBuCZB_V6s4WNhdcqMLX0Xmjon1dFKijgmZ6-6gEMvDDFE2eLg120PbbjBHfPMMpjvVgJmbTkAL-SVq7iSCquNTSwVGUE-Y2Fiq6oLBRRqkYINFYDfHV7DorO5aF3ST3fpvyOVKX_8oCpuU/s320/hocus1.jpeg" width="213" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF3_X-0mNH7PwhpXLtW0JJUjNSLCYIg8zzeUrlpPvkkcqqeVGJTOztUGEj_yj7fjYFELgJZM9y7qqgzSl0TcjmK-Z1Y_jot6zBBpwzWodAB4qd4fN1XPR4NO7dKIvkef0Xf-tkWCoBGz6ID8UplWK6Hjqkc_Xoh9SuDPwmErH0OXp4vMy6lyOMQh2L4No/s620/hocus2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="620" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgF3_X-0mNH7PwhpXLtW0JJUjNSLCYIg8zzeUrlpPvkkcqqeVGJTOztUGEj_yj7fjYFELgJZM9y7qqgzSl0TcjmK-Z1Y_jot6zBBpwzWodAB4qd4fN1XPR4NO7dKIvkef0Xf-tkWCoBGz6ID8UplWK6Hjqkc_Xoh9SuDPwmErH0OXp4vMy6lyOMQh2L4No/s320/hocus2.jpg" width="217" /></a></div><br /><div><br /></div><div>È il momento di una confessione: non avevo mai visto <i>Hocus Pocus. </i>La notte di Halloween, dopo che <i>Hell House </i>ci ha quasi ammazzati, era il caso di alleggerire l'atmosfera, e abbiamo visto il primo e il secondo capitolo uno dietro l'altro. Come dico spesso, io ai film per famiglie non chiedo altro che di farmi divertire, non sono prodotti che sono in grado di giudicare davvero, e in questo caso a maggior ragione mi mancava anche l'elemento nostalgia. Questo per dire che ci siamo divertiti come i matti, a Mary Sanderson che vola sul Roomba siamo quasi soffocati e che forse in due non arriviamo alla maturità di un ragazzino di dieci anni. </div><div>Però come distrazione da quel diavolo di film qua sopra hanno funzionato: la notte siamo comunque riusciti a dormire.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3TvBVaeR9IXIqJX2m0YSuchtxjlrZpk4MFKLhoLvYseTiNVXjzZVCDUowALTvhDXrbCl89MGm3pcted0YfL1uwmKISrbZ7IbOa2Qpe0XkLV5D0WLKRuGTUQsNfaYk1ABkuxseHwrP1I1nKI-QE42TVlCO1FBjGoLlwR-nJmHdohPSCZ9fIL1Gz0cjRkA/s630/mad%20heidi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="450" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3TvBVaeR9IXIqJX2m0YSuchtxjlrZpk4MFKLhoLvYseTiNVXjzZVCDUowALTvhDXrbCl89MGm3pcted0YfL1uwmKISrbZ7IbOa2Qpe0XkLV5D0WLKRuGTUQsNfaYk1ABkuxseHwrP1I1nKI-QE42TVlCO1FBjGoLlwR-nJmHdohPSCZ9fIL1Gz0cjRkA/s320/mad%20heidi.jpg" width="229" /></a></div><br /><div><br /></div><div>Allora io da voi ho bisogno di una cortesia: questo film di raro glorioso trash lo dovete vedere perché io citerò molto spesso i fascisti del formaggio e ho bisogno che mi accompagnate in questo viaggio.</div><div>Non ho mai visto niente di peggio, è stato magnifico. E questo è tutto quello che ho da dire.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-41844750856429533692023-10-30T16:40:00.006+01:002023-10-30T16:40:49.773+01:00Lo shop di Nuovi Incubi!<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdVdFtJWz18axa51rfrMKiNGrmy7XhcHZ5KL_a8Fs1rBPEOc3zMxfkzyIMVLk-0MzVbkaBspmVbi77xck1bzwYqYNvaTNbisdsgUR-Ov9ILzWD-nor4Jtn6bhZYH6bBpSTz56dP7RTsQeFJulszShfuOsqdSNE9VvEXQhGLs191DOnVqDWIh_PgWKjfYo/s1280/nuovi%20incubi%20logo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdVdFtJWz18axa51rfrMKiNGrmy7XhcHZ5KL_a8Fs1rBPEOc3zMxfkzyIMVLk-0MzVbkaBspmVbi77xck1bzwYqYNvaTNbisdsgUR-Ov9ILzWD-nor4Jtn6bhZYH6bBpSTz56dP7RTsQeFJulszShfuOsqdSNE9VvEXQhGLs191DOnVqDWIh_PgWKjfYo/s320/nuovi%20incubi%20logo.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><p>È un po' difficile restare online in questi giorni, guardare quello che accade a chi non ha la possibilità di staccarsi dalla realtà solo bloccando lo schermo dello smartphone. È altrettanto vero che è impossibile immaginare un mondo in cui tutti quanti lasciamo il mondo che conosciamo per andare ad aiutare chi ha un bisogno così estremo, e quindi chi può cerca altri modi per fare la propria parte. </p><p>Io e Lucia abbiamo pensato a questo, di modo: da oggi fino al 31 dicembre è online uno shop, con tanto merch dedicato al nostro podcast, Nuovi Incubi. Tutti i proventi delle vendite saranno destinati a Medici Senza Frontiere, che in questo momento ha così tanto bisogno di ogni piccola cosa data la situazione tragica a Gaza. Noi abbiamo pensato di metterci magliette, spille, adesivi, che con l'aiuto di chi vorrà supportarci diventeranno beni di prima necessità.</p><p>Trovate lo shop a <a href="https://nuovi-incubi-podcast.myspreadshop.it/" target="_blank">questo link</a>.</p><p>Il link per donare direttamente a MDF senza fare acquisti invece è <a href="https://www.medicisenzafrontiere.it/landing/gaza/" target="_blank">questo</a>.</p><p>Grazie.</p>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-27338590936366918672023-10-23T18:15:00.005+02:002023-10-23T18:15:42.841+02:00Redrumia33: settimana 3Il fatto che sia già finita la terza settimana di ottobre è una cosa che non ho preso benissimo, prima di tutto perché vorrei fosse ottobre tutto l'anno e poi perché l'idea di arrivare alle temperature invernali davvero non mi riempie di entusiasmo. Se non altro mi sono goduta un'altra settimana piena di orrori cinematografici e mi sono divertita come una bambina sulle giostre.<div>Cominciamo.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4lpo9sDsuN5ybRnimKh3aQxSYH8aQwAD2iDJ9Z3bU4XPRtc8CztyPjqsg7aL6r5FVQi6Njab2MoXYFEQTKK7yo3tddll0DuBaZuZAW1Fb0IXOlef4kSInsbCDSgS7ll2qKCyUe35ILBYsIQloIR8MAc1rpzEtjxBJQ9I0VqpVuX_l1kJYiQizhBy5c8/s267/nun2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="189" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiP4lpo9sDsuN5ybRnimKh3aQxSYH8aQwAD2iDJ9Z3bU4XPRtc8CztyPjqsg7aL6r5FVQi6Njab2MoXYFEQTKK7yo3tddll0DuBaZuZAW1Fb0IXOlef4kSInsbCDSgS7ll2qKCyUe35ILBYsIQloIR8MAc1rpzEtjxBJQ9I0VqpVuX_l1kJYiQizhBy5c8/s1600/nun2.jpg" width="189" /></a></div><div><br /></div>Avevamo recuperato il controverso primo capitolo della saga con Taissa Farmiga per guardare il secondo, accolto ben più calorosamente. Sebbene a me fosse piaciuto anche il suo predecessore, è pur vero che il capitolo due è diverso, più intenso e più concentrato sulla storia da raccontare che sul desiderio di farlo spaventando. Il discorso sulla fede che spesso caratterizza il cinema demoniaco viene qui riproposto, ma al femminile. Non sono sacerdoti, quindi, ad avere dubbi sulla propria veste, ma suore, che devono affrontare il male per poter accogliere dentro di sé quello che considerano essere il bene. Invertire la consuetudine di genere rende il film, ai miei occhi, ancora più interessante, perché cambia il tono della riflessione e le riflessioni che se ne traggono. <div>L'ho trovato più appassionato e intenso, con una Farmiga sempre al meglio delle sue capacità e una bella storia da raccontare.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ_e99jh2gSchv_RPFIP8NdQHapDR4Uyt3MFu-2rErbDWdup6pTnIWtEUvoVLjz2jjJTy5gJ0EXjIRA5tlJfmp0OOdidmjTk4Fl2hJJ7ssNom8FOWr65hM5n5eRVx44up5k62kQ8MutuigVHwYuEihOrHJY33awODg9CdMJwfoDq1NacCIMsLLnw7Z6WA/s1428/woman%20in%20black.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1428" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ_e99jh2gSchv_RPFIP8NdQHapDR4Uyt3MFu-2rErbDWdup6pTnIWtEUvoVLjz2jjJTy5gJ0EXjIRA5tlJfmp0OOdidmjTk4Fl2hJJ7ssNom8FOWr65hM5n5eRVx44up5k62kQ8MutuigVHwYuEihOrHJY33awODg9CdMJwfoDq1NacCIMsLLnw7Z6WA/s320/woman%20in%20black.jpg" width="224" /></a></div><br /><div><br /></div><div>A questo film ho dedicato una live che vi condivido, per non dilungarmi ancora su un film di cui ho parlato a sufficienza.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/UPG6eUAMc64" width="320" youtube-src-id="UPG6eUAMc64"></iframe></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUAw0ze1233FjQruoiv1mSMhyOVke3c1VA9LAOc_R9h1eTsV8ycGD-Xux4qmmpL6tpy2rDs47eQ5OHQlVUbW-OudUuhGuzbgWuldi5f4rtU7Rhj1XOKW6pZRnZHn3eiMDtS7bfnr2TUIhC5CVeFocbb-h1BcURlbX6AznPd1dFBsa0_bKqR1Dr9x0HzwE/s1000/renfield.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="703" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUAw0ze1233FjQruoiv1mSMhyOVke3c1VA9LAOc_R9h1eTsV8ycGD-Xux4qmmpL6tpy2rDs47eQ5OHQlVUbW-OudUuhGuzbgWuldi5f4rtU7Rhj1XOKW6pZRnZHn3eiMDtS7bfnr2TUIhC5CVeFocbb-h1BcURlbX6AznPd1dFBsa0_bKqR1Dr9x0HzwE/s320/renfield.jpg" width="225" /></a></div><br /><div><br /><div>La mia ormai nota antipatia per Nicolas Cage aveva fatto sì che io rimandassi questa visione e questo è ingiusto nei confronti di un Nicholas che invece amo di amore appassionato: lo stupendo Hoult. Devo anche riconoscere che spesso i miei pregiudizi mi fanno prendere delle cantonate, ed è questo il caso: mi sono divertita come una pazza. Coreografato in modo delizioso, simpatico e con momenti interessanti quando decide di parlare di relazioni e autocoscienza, pur continuando a farlo in modo scanzonato e senza mai prendersi sul serio. Che questo non faccia pensar male: non si prende mai gioco di tematiche serie e importantissime, come la tossicità di alcune relazioni, sceglie solo un registro più leggero per affrontarle e secondo me lo fa in modo molto rispettoso.</div></div><div>Se Cage qui si lascia andare a fare il meme consapevole, è Hoult che si conferma adeguatissimo in questi ruoli scanzonati ma intriganti. Carinissimo.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8l7MXDlI9B_ImoFxmoLKqtOSebQeUXkBm_YE-NmSQzkf-O-mJpB1aLC10fAnvOF-MBUFiOnMXFV89H88pBuP4rvsI2gHpd4LhwsZNbxVrzPhjtBzAyFcrtbM2wVNHdcGUaIwaSO91A2-QYoTG7-_R_qdI9fDoQfIS6pM1DzcpzQKjObYXSh5YQGPC9X8/s622/run%20rabbit.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="622" data-original-width="420" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8l7MXDlI9B_ImoFxmoLKqtOSebQeUXkBm_YE-NmSQzkf-O-mJpB1aLC10fAnvOF-MBUFiOnMXFV89H88pBuP4rvsI2gHpd4LhwsZNbxVrzPhjtBzAyFcrtbM2wVNHdcGUaIwaSO91A2-QYoTG7-_R_qdI9fDoQfIS6pM1DzcpzQKjObYXSh5YQGPC9X8/s320/run%20rabbit.jpg" width="216" /></a></div><br /><div><br /></div><div>Io e questo film non ci siamo capiti. Parla di una bambina, Mia, che dopo il suo settimo compleanno chiede alla madre di essere chiamata Alice, e sostiene di non essere più se stessa. Il nome non è nuovo a sua madre, e le richiede di scavare nel suo passato per restituire alla figlia la propria identità. </div><div>Apre due temi molto canonici dell'horror, la maternità e il senso di colpa, solo che ho avuto la sensazione fosse un po' sfuggente e non centratissimo su nessuno dei due. Cerco di spiegarmi meglio senza fare spoiler: la prima parte vede una madre dover risolvere un problema della figlia, la seconda è quella che rivela che il problema, in realtà, è suo. La mia perplessità sta nella risoluzione. La madre ha fatto un errore, e deve pagarne le conseguenze, però non mi è chiaro perché debba essere punita nella sua maternità, completamente scollegata dall'errore che ha commesso. Non è la sua identità quella rimessa in discussione, viene punita non in quanto colpevole ma in quanto madre, e non sono sicura di essere uscita da questa visione soddisfatta. Alla fine non fa una vera riflessione sulla maternità, sul ruolo genitoriale, ma neppure una profondissima sulla colpa e l'elaborazione della stessa. Ha però alcuni momenti molto riusciti e due interpreti sopraffine. Non so, forse non ci siamo incastrati nel momento giusto.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0qb7VwLsoBMjAopB4kwvo56hRUHsMSaqh2ge2fXQuvOIIuiOC_ojJ06MKxa7y3GT9G1SyZz7oXgtzQj5aeEdgO8FIOpCux18UgwYoBZm2wLG11fjfYhoVP7Bl-Qjkt5nxwTIB6UyHZdWrTG6e3nWDOxJpyERItj9pQcpkMa6TtQV4fuogabdBquiOfYs/s1420/haunted.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1420" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0qb7VwLsoBMjAopB4kwvo56hRUHsMSaqh2ge2fXQuvOIIuiOC_ojJ06MKxa7y3GT9G1SyZz7oXgtzQj5aeEdgO8FIOpCux18UgwYoBZm2wLG11fjfYhoVP7Bl-Qjkt5nxwTIB6UyHZdWrTG6e3nWDOxJpyERItj9pQcpkMa6TtQV4fuogabdBquiOfYs/s320/haunted.jpg" width="216" /></a></div><div><br /></div><div><br /></div>Questo non è piaciuto a nessuno e ammetterò che io non ho grandi capacità di giudizio verso i film per famiglie però mi sono divertita. È una commedia molto classica di infestazione, con medium, scettici e vittime, quasi grottesca nei suoi eccessi ma con buone intenzioni. Alcuni momenti mi hanno fatto molto ridere perché ho l'umorismo di una di cinque anni, quindi alla medium che viene cacciata dalle scale con ancora la sedia sotto il sedere ho riso moltissimo, ma in generale l'ho trovato candido e sincero.<div>Ho una sola perplessità che credo sia legata al momento che sto vivendo. Molto spesso nel cinema che parla di lutto viene chiesto a chi resta di lasciar andare, e qui avviene lo stesso. Le persone sofferenti sono invitate ad andare avanti, ad abbracciare la nuova vita piena di possibilità. È un gesto che mi viene da considerare violento e non mi piace vederlo. Voglio tenermi stretto il mio passato e fare sì che mi aiuti a vivere un presente migliore e a costruire un futuro di cui essere fiera, non voglio "lasciar andare". È un concetto che non mi piace soprattutto quando viene suggerito ai bambini. Per il resto, c'è Danny De Vito, non penso serva altro.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEKlSoHUWVe42p_S_hENIWZYzpfWanN8JN9nOv7ibMeYMOcQYVv8FTFUa8ZQdwswD8AEC3n5fjeRgyMaa38-sEakWlrW9TVY1Ko91e3CK69zP4ZmAo6YlbEOvGr0tzD_WA0DLpdqLaggDovdgpZeKERdCuv7VGdNaSF79J1Up3QS-PYkQh11p5Swx7sCc/s268/demons.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="268" data-original-width="188" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEKlSoHUWVe42p_S_hENIWZYzpfWanN8JN9nOv7ibMeYMOcQYVv8FTFUa8ZQdwswD8AEC3n5fjeRgyMaa38-sEakWlrW9TVY1Ko91e3CK69zP4ZmAo6YlbEOvGr0tzD_WA0DLpdqLaggDovdgpZeKERdCuv7VGdNaSF79J1Up3QS-PYkQh11p5Swx7sCc/s1600/demons.jpg" width="188" /></a></div><br /><div><br /><div>Storico cult di fine anni '80 che a me ancora mancava e che ho recuperato perché l'ho trovato su Shudder. Queste squisitezze qui sono le cose che metto su quando mi serve del cinema confortevole: demoni, final girls, omicidi originali - molto apprezzato il braccio tranciato con una bara - adolescenti sciocchi e case abbandonate in cui fare sinistri festeggiamenti di Halloween. Qui c'è poco da spiegare, ognuno si rilassa a modo suo e niente come una roba del genere mi rimette in pace col mondo. Questo, poi, ha alcuni momenti iconici - la rapina al supermercato, un momento di rivendicazione del proprio corpo mica male, il rossetto nella tetta, potrei continuare all'infinito - e tanta, tanta voglia di fare quel cinema nato per intrattenere, senza secondi scopi, senza pedagogia, solo con la voglia di demoni e tanto sangue. Mi sono già affezionata.</div></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-41348746892456148812023-10-16T15:55:00.003+02:002023-10-16T15:55:41.645+02:00Redrumia33: settimana 2Questa seconda settimana di visioni di ottobre ha subito una piccola battuta d'arresto: l'uscita de <i>La caduta della casa degli Usher</i>, di cui ho parlato <a href="http://www.redrumia.it/2023/10/la-caduta-della-casa-degli-usher-no.html" target="_blank">qui</a> in un post senza spoiler ci ha rubato una sera di cinema, e, insieme alla consueta uscita settimanale con gli amici, ha fatto sì che i film di questa settimana fossero solo cinque.<div>Ve li racconto.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrLPoBSUJdqE_7AyrYU80pRtldnnnepXuIa0qybZrFKwpJg1m8ix3rqNkKf-oAuz6fQ893CmTk-hOpMY8HtKMkqvSbxnf3U88ob1yl7A9zLpoTDKr6Pll1zhhoQs6kAsnw3d7ydyrnNKJNqVVqFnIId9bkq1q_16Ht69eiB93VCeASQ1BYkNM_Oh4y_as/s326/Winchester_(film).png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="326" data-original-width="220" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrLPoBSUJdqE_7AyrYU80pRtldnnnepXuIa0qybZrFKwpJg1m8ix3rqNkKf-oAuz6fQ893CmTk-hOpMY8HtKMkqvSbxnf3U88ob1yl7A9zLpoTDKr6Pll1zhhoQs6kAsnw3d7ydyrnNKJNqVVqFnIId9bkq1q_16Ht69eiB93VCeASQ1BYkNM_Oh4y_as/s320/Winchester_(film).png" width="216" /></a></div><br /><div><br /></div><div>Non mi dilungo su questo film che avevo sottovalutato perché gli ho dedicato una live, che vi lascio qui se vi andasse di vederla. Per sintetizzare: mi ha intrattenuto tanto perché la sua componente gotica è gradevolissima e bella a guardarsi, ma avrei voluto si prendesse più tempo per analizzare alcuni temi fondamentali della storia che racconta e che invece tralascia. Il resto è nella live.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ms5RCzG8vQM" width="320" youtube-src-id="ms5RCzG8vQM"></iframe></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjavZFG6QJt08oQVvCG2VLMsO5G3-ASMkW0kLl0d86KTLVwSTrAa2S1putWORHGIL1oam0BFJt1LYj3JME1ovLE2g0lFdFyxTBAnYx0iagJ0GT8DR578DzGP7MjFD-ZBrT6AZVLYwigH3FpDOxQD-MaAhL-n-NN6vpMl0nG2uXoYUNvwsm2sXq4g1XOMqQ/s2880/lnis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2880" data-original-width="2160" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjavZFG6QJt08oQVvCG2VLMsO5G3-ASMkW0kLl0d86KTLVwSTrAa2S1putWORHGIL1oam0BFJt1LYj3JME1ovLE2g0lFdFyxTBAnYx0iagJ0GT8DR578DzGP7MjFD-ZBrT6AZVLYwigH3FpDOxQD-MaAhL-n-NN6vpMl0nG2uXoYUNvwsm2sXq4g1XOMqQ/s320/lnis.jpg" width="240" /></a></div><br /><div><br /></div><div>Avevo una voglia matta di rivedere <i>Ultima notte a Soho</i>, il capolavoro di Edgar Wright, e averlo comodo su Prime mi ha convinta. Per me non è solo la cosa migliore del suo regista, che è talentuoso e molto colto, ma una delle cose migliori di sempre. </div><div>Prende gli stilemi e le regole del giallo all'italiana per trasformarlo in una cosa modernissima, che omaggia i grandi e al tempo stesso critica senza pietà il sentimento nostalgico. Usa le caratteristiche base delle donne del giallo ma le rivoluzione, privandole completamente della componente erotica per omaggiarle di una storia completa e complessa. Usa la donna investigatrice e la donna omicida, ma entrambe sono più potenti perché la storia è su di loro che si concentra anziché sfruttarle solo per il bene del personaggio maschile. </div><div>Per me questo è cinema perfetto, ho poco da aggiungere.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTL4NvTJ84r1x_ooy6UmOuNaaPnafMuuEBsKgP-yaR8sqFBJIFY55pyjszN2-Bdynjspd6PCxVPJk0j5QXWOP3xX6kGXG9xzHCZPSr0ZgOmfekEZ93dudGBe132byz3ot9oKCJpONaAYW_yt2Y9ITYG3MxMcrrnOMa8WdrHVf7qMjrHYe9MEJ0TUJAfRo/s2560/angry%20black%20girl.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2560" data-original-width="1920" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTL4NvTJ84r1x_ooy6UmOuNaaPnafMuuEBsKgP-yaR8sqFBJIFY55pyjszN2-Bdynjspd6PCxVPJk0j5QXWOP3xX6kGXG9xzHCZPSr0ZgOmfekEZ93dudGBe132byz3ot9oKCJpONaAYW_yt2Y9ITYG3MxMcrrnOMa8WdrHVf7qMjrHYe9MEJ0TUJAfRo/s320/angry%20black%20girl.jpg" width="240" /></a></div><br /><div><br /></div><div>Mi sono guardata questa versione all black e moderna di <i>Frankenstein </i>perché è uscita su Shudder e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Parla di una giovanissima appassionata di scienza, Vicaria, che è stanca dell'epidemia che colpisce il suo quartiere: la violenza. Vicaria, infatti, viene da una zona urbana complessa, in cui le difficoltà vengono affrontate come si può e spesso il solo modo possibile è quello dannoso. Si cerca di sopravvivere tra abuso di sostanze, violenze domestiche, attacchi da parte della polizia, istituzioni assenti o, quando presenti, solo dannose. Quando muore suo fratello lei non si rassegna, e cerca di riportarlo in vita grazie alle sue conoscenze scientifiche.</div><div>Non so bene perché mi aspettassi una commedia, o un film dai toni leggeri. Pensavo che il titolo fosse da prendersi alla leggera, e invece dice già il senso del film: <i>The ANGRY Black Girl. </i>Vicaria è l'eroina moderna che le giovani spettatrici dell'orrore si meritano. Non accetta di sottostare ad un clima di paura e oppressione, non teme le persone che la circondano anche quando sono evidentemente pericolose, e ha sulle spalle un carico che nessuna persona della sua età dovrebbe avere. Eppure non lo subisce, ma fa quello che può per ribellarsi ad un sistema ingiusto e prevaricatore, e sebbene faccia degli errori li fa con molta più consapevolezza di tutti gli adulti che la circondano e che, per scelta o per assenza della stessa, finisce che il sistema lo alimentano anziché combatterlo. </div><div>E soprattutto, poiché è intelligente per davvero, cresce e impara dai propri errori, comprende cosa sia o meno giusto fare per il proprio bene e per quello degli altri, saluta quello che non può essere sistemato e si concentra sul presente. Un personaggio splendido in un film davvero carino.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhifyNRkot3rvyHWQH4kiXwGyzjpYAnDltmQcqbhxjfqzu8v25YUKJMOeunDfciLX125sAXXBnS2XgHSsJ3y0qbAw2mTP0vq_Y8y_5ltk8jUlWsa8kN5AhHRfDVE_Hvd4SPF28ITmeWVqvGY3uUYK1Yr7zVJ_CpQh1ot9HDXWl5nK-LxLCe0-Pc23MnHco/s225/totally%20killer.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="225" data-original-width="225" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhifyNRkot3rvyHWQH4kiXwGyzjpYAnDltmQcqbhxjfqzu8v25YUKJMOeunDfciLX125sAXXBnS2XgHSsJ3y0qbAw2mTP0vq_Y8y_5ltk8jUlWsa8kN5AhHRfDVE_Hvd4SPF28ITmeWVqvGY3uUYK1Yr7zVJ_CpQh1ot9HDXWl5nK-LxLCe0-Pc23MnHco/s1600/totally%20killer.jpg" width="225" /></a></div><br /><div>Anche lui, arrivato nei giorni scorsi su Prime, lo avevo sottovalutato. Parla di una ragazzina la cui madre, ossessionata da un killer mascherato che ha attaccato le sue amiche anni fa, viene uccisa dallo stesso killer e decide di tornare indietro nel tempo nella speranza di liberarsi dell'assassino e salvare la vita alla madre. </div><div>È strano che io abbia preso due cantonate così perché non sottovaluto quasi mai niente: sono di bocca buona, mi piace tutto ed è passata da tempo l'epoca in cui mi atteggiavo a cinefilina intellettuale con i gusti migliori degli altri (era una posa naturalmente, sono sempre stata una cretina). Invece proprio questa settimana due film a cui pensavo poco si sono rivelati piacevolissimi: <i>Totally Killer </i>è rumoroso ed eccessivo e prono al perculo, e mi ha divertita tantissimo. La protagonista torna alla fine degli anni '80, e anche in questo caso si prende un po' in giro l'effetto nostalgia che sembra diventare una follia collettiva ogni decennio. Questi anni '80 sono scorretti e sgradevoli, le persone si trattano malissimo e intrattenere una relazione sincera con qualcuno pare impossibile. Anche il modo in cui Jamie, il personaggio di Kiernan Shipka, li rimbrotta per la scorrettezza del modo in cui si esprimono è ben sottolineato. Qua non c'è niente di cui provare nostalgia, solo un gruppo di cafoni con la giacca di jeans da cercare di salvare prima di tutto dalla loro stessa stupidità. Mi sono molto divertita e per gli amanti di <i>Ritorno al futuro </i>gli easter eggs non si contano.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzIkOGO0hP6-G3k_0Wu4B6pa5xHi1D-naM90mi8dVxYhSDBQVzKGvKsEfVOx65ls-2mmCmDepAzaxVnTZj10CNzYRTyL-BfsZc675KIm9I3Ee4EiZlD1ZlfCPZfMdC8Y4FU7R4TQ8n-0nN6QZNAu0r_AgYur_JtEV4HAzaThRgeGTNcYIkA9r6cNGJLSo/s755/demeter.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="755" data-original-width="530" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzIkOGO0hP6-G3k_0Wu4B6pa5xHi1D-naM90mi8dVxYhSDBQVzKGvKsEfVOx65ls-2mmCmDepAzaxVnTZj10CNzYRTyL-BfsZc675KIm9I3Ee4EiZlD1ZlfCPZfMdC8Y4FU7R4TQ8n-0nN6QZNAu0r_AgYur_JtEV4HAzaThRgeGTNcYIkA9r6cNGJLSo/s320/demeter.jpg" width="225" /></a></div><br /><div><br /></div><div>Ho visto in giro per il web quanto poco è stato amato il nuovo film di André Øvredal. Secondo me è proprio colpa del fatto che il nome del regista ci ha caricato di grandi aspettative, visto il notevole curriculum che ha preceduto questa uscita.</div><div>Anche se è vero che non tocca gli ottimi momenti del passato, a me è piaciuto. Il design di questo Dracula è fenomenale e mi ha spaventata come pochi prima di lui, ha un protagonista ben scritto e che suscita immediata empatia, e alcuni momenti di tensione sincera. </div><div>Lungi dall'essere il lavoro migliore di Øvredal mi è sembrato comunque onesto ed efficace, penso si sia portato a casa con grande dignità la resa del senso di ineluttabilità tipico dei film che ti comunicano all'inizio che finiranno male. </div><div><br /></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-63221908901300830182023-10-13T19:07:00.003+02:002023-10-13T19:07:29.610+02:00La caduta della casa degli Usher - NO SPOILER <div style="text-align: left;"> Sono giorni che nelle storie di Instagram dico che per digerire Flanagan mi serve tempo, che non posso parlarne subito perché devo elaborare per bene, ma se siete mai passati da queste parti sapete bene che mi contraddico in continuazione, e quindi eccoci qua. </div><div style="text-align: left;">Dopo qualche ora spesa a pensare agli Usher e alla fine della loro dinastia ho deciso di provare lo stesso a scrivere qualcosa a caldo. Per una riflessione più strutturata e magari anche full spoiler potrei fare una live la settimana prossima su Twitch, sempre compatibilmente col periodo infelice.</div><div style="text-align: left;">Vediamo se esce qualcosa di sensato.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigTNFvkQr_FT4kUDN2ZhBIJqRYV05oDFqx-aBE8p3_GmcD02ka5Z7IIbl28Qpep3gTtpeMFtnFVNPJ5fGyZKHiX_GlUtlAh5iSIuD4ysD8DPTz2nmbYYtsDyJsHEFLMBZvi7NIWFrmjr4gs8TLf5F2HxG9-M34wplblCzEFtqk1L3Su1-n-xtlD3mkJTU/s1200/The-Fall-of-the-House-of-Usher-Netflix-Review-1200x900.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigTNFvkQr_FT4kUDN2ZhBIJqRYV05oDFqx-aBE8p3_GmcD02ka5Z7IIbl28Qpep3gTtpeMFtnFVNPJ5fGyZKHiX_GlUtlAh5iSIuD4ysD8DPTz2nmbYYtsDyJsHEFLMBZvi7NIWFrmjr4gs8TLf5F2HxG9-M34wplblCzEFtqk1L3Su1-n-xtlD3mkJTU/s320/The-Fall-of-the-House-of-Usher-Netflix-Review-1200x900.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Nel suo ultimo lavoro per Netflix, Mike Flanagan ha deciso di trarre ispirazione dai racconti di Edgar Allan Poe. Il livello di ispirazione è lo stesso delle serie precedenti, ovvero piuttosto vago. Dal racconto che dà il titolo alla serie prende la famiglia protagonista, ovviamente, gli Usher. Questi, di Usher, sono magnati dell'industria farmaceutica, vessati da un avvocato - Dupin, chi altro? - che da anni prova ad incastrarli perché il loro prodotto di punta ha effetti collaterali molto più gravi di quelli dichiarati. Quando i membri della famiglia cominciano a cadere come foglie d'autunno il patriarca, Roderick, decide di confessare a Dupin le sue colpe, in un lungo racconto che spiega perché degli Usher non sia rimasto più nessuno.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Non so quanto sia appropriato giudicare un prodotto in relazione agli altri del suo showrunner, ma penso che in casi come quello di Flanagan sia un po' inevitabile. Tutto il suo lavoro è una lunga disamina sugli stessi temi e temo che per forza di cose qui mi ritroverò a fare diversi paragoni.</div><div style="text-align: left;">Per la prima volta il regista decide di parlare di una famiglia molto ricca. Non che abbia mai davvero parlato di povertà, le famiglie precedenti sono quasi sempre state borghesi, ma è la prima volta in cui si cimenta con un discorso di classe, e questo cambia le carte in tavola perché prende le tematiche a lui molto care (lutto, famiglia, rapporto tra fratelli, l'abuso di sostanze) ma per forza di cose le affronta in un modo diverso, perché cambiano le posizioni di partenza.</div><div style="text-align: left;">Nelle storie precedenti ci ha abituato ad amori immisurabili: Hugo, il padre dei Crain, ha perso i figli per quasi tutta la vita per proteggere l'immenso amore che avevano per la madre, in Bly Manor Henry priva i bambini della sua presenza affinché mantengano un ricordo pulito dei loro genitori, e così padre Pruitt mente sulla sua identità per la figlia. Sono tutti ritratti genitoriali costruiti su una concezione straordinariamente generosa dell'amore, che vede l'amante annullare se stesso per proteggere l'amato. La vita di figli tanto amati cambia e li rende le persone che sono proprio perché benedetti da un sentimento così altruista, nel bene e nel male. Tutto l'immenso amore che ha messo nelle prime tre serie, ma che è presente anche in alcuni dei film, qui viene messo da parte. </div><div style="text-align: left;">Gli Usher sono troppo potenti per volersi davvero bene. Tolte di mezzo le madri - frequente in Flanagan, sono i papà il centro del discorso - rimane un uomo milionario con sei figli che non ha idea di cosa fare di loro. Raggiunta un'età consona li omaggia di un'importante soglia di denaro - condizionale, però, perché viene elargita solo se c'è una buona idea di business in cui andrà investita - e limita la relazione allo stretto indispensabile. Può permettersi di farlo perché nessuno dei figli reclama la sua presenza, almeno non direttamente. Questi figli avuti in giro per il mondo con molte madri diverse sono arrivati a lui in virtù della vita agiata che lui poteva offrire e non hanno chiesto altro. Lui ha chiesto loro di tenere bene il nome della famiglia, con investimenti sensati e senza troppe scelleratezze. Un rapporto basato sullo scambio economico di cui tutti hanno beneficiato fino a che, uno dopo l'altro, i figli hanno iniziato a morire.</div><div style="text-align: left;">Roderick, dal canto suo, non aveva altro da offrire, e si sono bastati. Quando è giunto per lui il momento della confessione a Dupin, non è stato un momento doloroso per salutare i figli, ma solo l'unica chiusura possibile ad un disastro annunciato. Aveva creato delle condizioni tali per cui la storia non poteva che finire così, e ha agito di conseguenza. Questa non è la storia di Hugo Crain, in cui un personaggio pieno di disperazione ci fa fare un viaggio che lo renderà l'eroe. Queste sono persone che non si vogliono bene perché nemmeno si conoscono. Condividono il sangue ma alcuni nemmeno condividono il nome, condividono sporadicamente dello spazio senza che tra di loro scorra alcuna parola buona. Roderick coltiva questo clima ostile, ponendo i figli uno contro l'altro come in una partita a scacchi in cui il solo vincitore possibile fosse sempre e solo il patrimonio. </div><div style="text-align: left;">Annullata questa componente, che nei lavori precedenti era fondamentale, quindi, cosa resta? Resta un discorso sociale di straordinaria importanza, perché se non è l'amore che ti guida, cosa può essere? In questi otto episodi prova a dimostrarci che la sola risposta possibile dovrebbe essere la morale, ma che non esiste morale in chi ha troppo potere per mettersi in relazione all'altro. <i>La caduta della casa degli Usher </i>diventa un dialogo sull'etica personale, su quali valori ti guidano quando non hai una guida.</div><div style="text-align: left;">Privati della radice principale, quella famigliare, i figli di Roderick sono smarriti. Sono persone di immenso successo, con uno sconvolgente potere tra le mani, ma quando vengono messi di fronte alla possibilità di fare la scelta giusta non sanno nemmeno da che parte cominciare e prendono la sola strada possibile: quella egoista. Ogni episodio vede un personaggio messo di fronte alla possibilità di essere una persona migliore, e nel momento in cui si capisce che queste persone sono senza speranza si ha già la risposta. E infatti che siano tutti morti non è uno spoiler, è l'inizio della serie.</div><div style="text-align: left;">La loro posizione li ha privati del contatto con l'umanità, anche il più semplice, e sono diventati mostruosi. Inconsapevolmente, mostruosi, perché per otto episodi non vedremo mai la minima traccia di pentimento. La società, che loro comandano come fossimo in un teatro di marionette, non ha posto per loro, così lontani da non riuscire nemmeno a metterla a fuoco davvero. Questo si riflette molto nelle vite sentimentali dei figli, nessuno dei quali ha una relazione equilibrata. Gli Usher, nelle loro relazioni, sono sempre in una posizione di comando: chi si fa gli assistenti, chi ordina al marito cosa fare della propria vita sessuale, chi tratta a pesci in faccia il fidanzato solo perché può. </div><div style="text-align: left;">La domanda principale che si pone è che cosa dà valore alla nostra esistenza. Se è chiaro quale sia la risposta dei personaggi, e nello specifico di Madeline, la sorella di Roderick, è allo spettatore che si rivolge. Loro hanno avuto tutto, ma non hanno lasciato nulla. La legacy della persona che si è stati come si valuta? Quali sono gli elementi di te che resteranno nel mondo dopo che te ne sarai andato? E se non resta niente di buono, qual è il senso di stare qui? Una volta che tu avrai avuto una vita straordinaria, fatta di successi e lussi ma senza nessuno che dopo ti te ne faccia qualcosa, ha comunque avuto senso?</div><div style="text-align: left;">Gli Usher hanno le idee chiare, e subiscono le conseguenze di quello che ritengono essere il senso del loro posto nel mondo, ma tu, spettatore? </div><div style="text-align: left;">Non intendo certo dire che fa della facile morale: è chiaro che i soldi non sono tutto e che la ricchezza vera risiede in altro, ma Flanagan non è così superficiale, e va oltre. Sei più rilevante tu, che hai <i>cambiato il mondo</i>, o la persona inferiore vicina a te, che ha fatto cose più piccole? Perché in realtà gli Usher, da un certo punto di vista, non escono sconfitti: sono tutti morti dopo vite vissute al massimo. </div><div style="text-align: left;">Non è il senso della vita, quello che rimette in discussione, è quello della morte. L'andarsene che cosa significa? Che cosa comporta? Apre o chiude qualche possibilità? Valiamo di più per quello che facciamo quando ci siamo o quando ce ne andiamo?</div><div style="text-align: left;">Gli Usher hanno messo sulle proprie teste una sentenza, ma essendo pieni di potere hanno avuto il lusso di dimenticarsene, e quindi agire come se non si morisse mai. Roderick e Madeline, che portano sulle spalle il peso di milioni di morti causate dal loro farmaco, hanno il privilegio della memoria corta. Eppure la loro morte non porta giustizia, e in questa mancata catarsi sta la differenza con alcuni dei lavori precedenti: se in Hill House la famiglia Crain trova una chiusura e trova nella verità il modo per sopravvivere ad un grande dolore, gli Usher sono talmente lontani dal vivere comune che nemmeno ne hanno bisogno, tanto è vero che muoiono tutti facendo quello che li ha identificati in vita: qualcuno si droga, qualcuno annulla se stess3 (censura per non spoilerare), qualcun3 muore facendo il lavoro che l3 appassionava. Anche la piccola nota positiva che ci regala l'unica nella famiglia che non ha la rogna, non serve a bilanciare il male fatto da loro, perché non è investita nello stesso settore ma finisce su strade diverse, e forse è giusto così, proprio per mantenere quel tono privo di speranza.</div><div style="text-align: left;">Gli Usher di tutto il mondo non pagano per quello che fanno, non rimettono in discussione il valore della loro presenza sul pianeta ma anzi cercano in chi gli è inferiore elementi per continuare a legittimare le proprie nefandezze. Flanagan lo sa, e non li tutela mai. Li mette di fronte all'orrore delle loro esistenze lasciando che ad indignarsi sia solo lo spettatore ferito, toccato da un senso di giustizia che loro non avranno mai. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">È una serie più cattiva, che centellina l'immenso cuore del suo creatore perché quando si parla di stronzi non gli puoi dire stupidini, devi dimostrare tutti i modi in cui sono stronzi, tutti i modi in cui non potrebbero essere altro che stronzi, tutte le maniere in cui la vita ha insegnato loro solo ad essere stronzi. Lo grida con tanta intensità che alla fine, ovviamente, lo spettatore con un po' di sentimenti soffre per loro, vittime dello stesso sistema di cui hanno così a fondo goduto. Poiché comunque quel cuore lì lui ce l'ha, ci mette tante ore per farti vedere che tutto quell'amore lì negato, che la serie ha tenuto chiuso fuori, era la sola cosa che serviva a tutti, e che nessuno è stato in grado di elargirla, prima ancora che di trovarla.</div><div style="text-align: left;">Stupido Flanagan, mi fa piangere anche per i miliardari. </div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-4598113638048546992023-10-09T11:53:00.000+02:002023-10-09T11:53:00.964+02:00Redrumia33 - settimana 1<p> Tradizione di casa Redrumia vuole che ad ottobre si guardi un horror al giorno. Per me questa sarebbe la norma, da tenersi tutto l'anno, ma non posso rischiare il matrimonio, quindi mi limito a chiederlo come regalo di compleanno al mio povero marito che non è esattamente un grande appassionato.</p><p>Questi sono quelli che abbiamo visto in questa prima settimana.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsLmFqMJxJzT_qXwYJk_3CoJjWd3M3lXHQ7Z8szynO_g-BpjWUwLYvZAi_5m9r3pKSZSVy32zrJw0XgtU9J5t9lQ6ybljYNxfVSk923TLmTacnucrlcrAqTO-Ufn1ZroqorM1YsPGxFJx6JbOIrH8p68d0zQiOO2sGtx2ZgmsK-8MkBCCKT6dXS04LA0g/s4000/talk%20to%20me.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="2700" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsLmFqMJxJzT_qXwYJk_3CoJjWd3M3lXHQ7Z8szynO_g-BpjWUwLYvZAi_5m9r3pKSZSVy32zrJw0XgtU9J5t9lQ6ybljYNxfVSk923TLmTacnucrlcrAqTO-Ufn1ZroqorM1YsPGxFJx6JbOIrH8p68d0zQiOO2sGtx2ZgmsK-8MkBCCKT6dXS04LA0g/s320/talk%20to%20me.jpg" width="216" /></a></div><br /><div style="text-align: left;">Abbiamo naturalmente cominciato con l'horror più chiacchierato dell'anno, che mi sono persa al cinema con grande dolore. Alla fine forse per Riccardo è stato meglio così: è davvero spaventoso come il trailer ci aveva fatto intuire. Ho visto che sui social è un film piuttosto controverso quindi ci tengo a chiarire la mia posizione: sono tra quelli che l'hanno amato. </div><div style="text-align: left;">Come ormai saprete, è una storia di possessione che vede un gruppo di ragazzi giocare con una mano che permette loro di farsi brevemente possedere. Quando permettono al fratellino di una ragazza della compagnia di partecipare, le cose si fanno ben più intense di una semplice goliardata.</div><div style="text-align: left;">Ne ho amato molti aspetti: quanto è spaventosa la prima parte, il modo in cui affronta il lutto in modo semplice ma non superficiale, il modo in cui racconta gli adolescenti, che non sono creature mostruose e senza cuore ma che a volte fanno degli errori gravissimi convinti di stare facendo la cosa giusta. È un film in cui i protagonisti sono costretti ad assumersi le responsabilità delle proprie scelte, e soprattutto vi è costretta Mia, che è in una fase delicatissima della propria vita: la mamma è morta, la sua vita sociale va malissimo, ed è la principale responsabile del disastro combinato col fratellino della sua migliore amica. Nel corso del film Mia deve imparare che spesso per mettere una pezza ai propri errori bisogna sacrificare qualcosa di proprio, e questa esplorazione conduce il film ad un finale che secondo me è magnifico e commovente. </div><div style="text-align: left;">Un coming of age che si muove attraverso sbagli e sofferenze, in cui diventare migliori è possibile solo se prima si scivola sul terreno accidentato dell'esistenza. L'ho molto apprezzato anche se penso si perda un pochino nella seconda parte, con quel finale si è assolutamente fatto perdonare.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8-VMxaqsfkIt5UW9sUUToD2isuQAdtyjIlfaZR6ErtuqGKE8ctBNNJscqJOLDmqjZhJxDlNDSCSqUdmYVbppgwkMchZbgaW4SlrZxGm_6dhUZA3Kx7FSPxjVoAE9u9c8wiL64H91z6h5KEoPHd1-iJ8GF_Hu-uC4hqMd_2_i5fychWcCgEBrTuZ9gkcg/s1000/house%20of%20wax.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="680" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8-VMxaqsfkIt5UW9sUUToD2isuQAdtyjIlfaZR6ErtuqGKE8ctBNNJscqJOLDmqjZhJxDlNDSCSqUdmYVbppgwkMchZbgaW4SlrZxGm_6dhUZA3Kx7FSPxjVoAE9u9c8wiL64H91z6h5KEoPHd1-iJ8GF_Hu-uC4hqMd_2_i5fychWcCgEBrTuZ9gkcg/s320/house%20of%20wax.jpg" width="218" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Questo l'ho riguardato per un progetto a cui sto lavorando e ogni volta lo apprezzo di più. Chi non lo ama non capisce il cinema degli anni duemila ed è un vero peccato, perché si perde un cinema scatenato e violentissimo, che riaccende spesso la mia fiammella di passione ogni volta che avverto un po' di calo. </div><div style="text-align: left;">Non è stupido come ve lo ricordate, è perfettamente rappresentativo della sua epoca e al tempo stesso un'anomalia: costo ridicolmente superiore ai suoi contemporanei non ripagato dal successo che ci si aspettava, ma brutale e macellaio esattamente come tutti quelli dello stesso decennio. Non si riesce a distogliere lo sguardo, gli sono sinceramente affezionata.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH3R_txMp0YZHIbeP7cN9vP_yXH86kFqBTEV2IXMbvpg8LlfWWgp2-h3O0McweWrGC6hzlPW10kqNy8VPYf-DHXycZe6WAQ8Bi6wa9I7bHSVuE2xHq78kx2SnhcaLyjcjs5AVW3j_H9-bE2q6wRxy3YK-FDIPXqGYLGfxHMnCiRzwjeSGZhWhjuhArdFk/s1800/nun.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="1200" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiH3R_txMp0YZHIbeP7cN9vP_yXH86kFqBTEV2IXMbvpg8LlfWWgp2-h3O0McweWrGC6hzlPW10kqNy8VPYf-DHXycZe6WAQ8Bi6wa9I7bHSVuE2xHq78kx2SnhcaLyjcjs5AVW3j_H9-bE2q6wRxy3YK-FDIPXqGYLGfxHMnCiRzwjeSGZhWhjuhArdFk/s320/nun.jpg" width="213" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Per poter recuperare il suo seguito uscito di recente e di cui in tanti mi hanno parlato bene, abbiamo recuperato il primo <i>The Nun</i>, che avevo ignorato alla sua uscita. Sbagliavo, ovviamente, perché per me è stata una visione simpatica. Per chi non lo conoscesse, è uno spin off del Warrenverse, in cui si esplora il passato del mio adorato Marchese dei Serpenti. Ha per me dei momenti molto buoni, di grande suggestione, ed essendo un horror religioso sapete bene che ha il mio cuore. Purtroppo avrei voluto osasse un po' di più, ma ho trovato belli affascinanti i momenti con la madre superiora e carino il modo in cui si riaggancia al suo universo narrativo. Raga io son contenta con poco.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg37d7x2RwQ4njFfiv2K-MZvvfPqouMRBstseF3016yv7NT9r8Jev11CdtppkY4Uowdi0QiDn_uKEQPjhkPOo4-F3XsxIW2F6vWwxZoS3TOwK3IiP-V6jgZARgak-ZO4PeV_1IF2KCDBy4tTkVjLPDn3aNkkSKNYP-s4supusGTV9mrV1IS6EqMtL6VI8Y/s857/i4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="857" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg37d7x2RwQ4njFfiv2K-MZvvfPqouMRBstseF3016yv7NT9r8Jev11CdtppkY4Uowdi0QiDn_uKEQPjhkPOo4-F3XsxIW2F6vWwxZoS3TOwK3IiP-V6jgZARgak-ZO4PeV_1IF2KCDBy4tTkVjLPDn3aNkkSKNYP-s4supusGTV9mrV1IS6EqMtL6VI8Y/s320/i4.jpg" width="224" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Esattamente come col film sopra, anche <i>Insidious 4 </i>l'ho recuperato per poter vedere il 5, uscito quest'anno. La saga di <i>Insidious </i>per me è molto equilibrata, e i film sono tutti buoni. Questo, nello specifico, esplora il passato di Elise, costringendola a tornare nella casa d'infanzia, in cui il suo dono non era visto di buon grado. Oltre ad aver apprezzato la scelta di dedicare a lei e al suo percorso un capitolo intero, ho trovato questo il sequel più simpatico della saga, che dedicando un po' di spazio ai colleghi della medium dona un po' di leggerezza in una storia in cui invece di leggero non c'è nulla.</div><div style="text-align: left;">Parla bene di violenza domestica, della condanna del diverso, di come a volte l'unico modo per superare il passato è riportarlo nel presente. </div><div style="text-align: left;">Molto carino, io faccio spesso l'errore di mettere questa saga in secondo piano e sbaglio, è tra le migliori degli anni recenti.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioJ__U30j91RB-962QHkYBpXP8QnTcjpJ3Ai2yyVLC5iFy-UcWb6xxcRMRbSgejPSa8DTpoo7k1PEyow1JyxRVlSmjYHAViTOvVzINDepHpDjfUdbJtCsr8OPiDmTGod0VqRNzDc19dRYlGTLYKnpGD95zQwmnXyuh8WLq4urRNckvsQ8oyOCONQkrY7U/s1600/i5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioJ__U30j91RB-962QHkYBpXP8QnTcjpJ3Ai2yyVLC5iFy-UcWb6xxcRMRbSgejPSa8DTpoo7k1PEyow1JyxRVlSmjYHAViTOvVzINDepHpDjfUdbJtCsr8OPiDmTGod0VqRNzDc19dRYlGTLYKnpGD95zQwmnXyuh8WLq4urRNckvsQ8oyOCONQkrY7U/s320/i5.jpg" width="256" /></a></div><br /> </div><div style="text-align: left;">L'ultimo capitolo, infatti, lo conferma. L'esordio alla regia di Patrick Wilson è un film che riprende la storia da dove l'avevamo lasciata col secondo capitolo. Josh e la moglie hanno divorziato e lui e il figlio Dalton si sono sottoposti ad un'intervento di rimozione della memoria di quanto accaduto loro. Se Dalton ha vissuto 9 anni senza che questo avesse su di lui alcuna conseguenza, Josh è ben più provato: è un uomo smarrito, allontanato dalla famiglia, incapace di adattarsi ad una vita nuova e a recuperare una relazione sana col primogenito. Quando qualcosa nella memoria di Dalton comincia a muoversi c'è bisogno che il padre ritorni in sé, per salvare il figlio, se stesso, e quello che resta del loro rapporto.</div><div style="text-align: left;">Il modo in cui la relazione tra il padre e il figlio adolescente è messa in discussione è molto buono, anche se a tutti gli effetti la saga salva sempre i padri dando la responsabilità delle loro colpe a fattori esterni. Se si accetta questo, ne esce un film commovente, che vede un uomo doversi ricostruire dopo il momento più basso della sua vita, e che, come la medium nel film precedente, per poterlo fare deve lasciar spazio al passato nel suo presente. Bisogna sempre ripercorrere i propri passi per chiudere tutto quello che è stato lasciato aperto e poter proseguire facendo della propria storia un mattone su cui costruire un presente, e Josh ha bisogno di rimettere in discussione il proprio ruolo come genitore per poter davvero diventare una persona diversa nella vita del figlio.</div><div style="text-align: left;">Una bella conclusione, molto coerente con i messaggi dati nei film precedenti e con il percorso dei suoi protagonisti, sono rimasta molto soddisfatta.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSDCPvHNUqcLK7cqXUbgZZTEP-ceA0XWW-ckpIZT60zleDJdFDza-1jTafymBV1nfPivnD2iQ1LLbrYXYfdHMB7ymtFzkRx5DzGlZVNeednpG_JePyPstVgbK8YFCFplco6oJa9J7sgwlcHr4Z9so4FNLJUUY_S5qWKtThOO8OelbRDSPTYJ572ji7lGw/s314/Shutterposter.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="314" data-original-width="220" height="314" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSDCPvHNUqcLK7cqXUbgZZTEP-ceA0XWW-ckpIZT60zleDJdFDza-1jTafymBV1nfPivnD2iQ1LLbrYXYfdHMB7ymtFzkRx5DzGlZVNeednpG_JePyPstVgbK8YFCFplco6oJa9J7sgwlcHr4Z9so4FNLJUUY_S5qWKtThOO8OelbRDSPTYJ572ji7lGw/s1600/Shutterposter.jpg" width="220" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Era qualche mese che mi volevo rivedere <i>Shutter</i>, uno dei film che mi fa più paura di sempre, quindi una sera in cui Riccardo era al lavoro me lo sono concessa. Lo ricordavo bene: fa parecchia paura. </div><div style="text-align: left;">Non ho molto da dire di nuovo, perché ne ho parlato spessissimo su ogni piattaforma, ma per me è un ottimo rappresentante del cinema orientale, con la caratteristica fantasma vendicativa; un racconto importante su cosa sia la colpa e su cosa ci rende complici della sofferenza altrui. Per me ha uno dei finali più spaventosi e significativi di sempre. <br />Per rivederlo aspetterò altri 4 o 5 anni, però, che vorrei evitare la prematura dipartita.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlatjjBThQpsUUETEMgU1nHLqNP2uIJMnQbMvMev3-sCeuatA4uJlVH2wFP7zH4e3Kdw5K4CwCjvtqRfRASldmCmc9NRiFNBA3yph604O9quzjES-m4NIq6Tvj-maz0i43z0EA_OlhI9vf8tyou_KmBRBxZ9qDfpJ71eWhlMLbDGZdS8HozBFwSl3Yua8/s952/noone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="536" data-original-width="952" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlatjjBThQpsUUETEMgU1nHLqNP2uIJMnQbMvMev3-sCeuatA4uJlVH2wFP7zH4e3Kdw5K4CwCjvtqRfRASldmCmc9NRiFNBA3yph604O9quzjES-m4NIq6Tvj-maz0i43z0EA_OlhI9vf8tyou_KmBRBxZ9qDfpJ71eWhlMLbDGZdS8HozBFwSl3Yua8/s320/noone.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Altra uscita piuttosto chiacchierata del periodo è <i>Nessuno vi salverà</i>, variazione dell'home invasion che vede gli alieni al posto dei noiosi invasori umani. È un film senza dialoghi, che gestisce a mio parere molto bene questa sua caratteristica che risulta sempre molto naturale e mai forzata, coerente con la situazione iniziale che il film ci racconta: la sua protagonista è una giovane donna rimasta sola, in cattivi rapporti col vicinato per via di qualcosa accaduto nel suo passato e che una notte riceve una visita indesiderata. Anche in questo caso per me il punto di forza è il finale: una riflessione su solitudine, colpa e disperazione, in cui il diverso può essere l'unica soluzione per sopravvivere. Non ho amato il creature design degli alieni che un po' troppo spesso mi ha fatto sorridere e il mistero su cosa la nostra protagonista abbia combinato non ha nulla di misterioso. Non che per me la prevedibilità sia necessariamente un difetto, ma lo segnalo per chi in effetti la consideri tale.</div><div style="text-align: left;">Una visione comunque interessante che, se vi va, trovate su Disney+.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-5998574619220241382023-09-19T10:57:00.005+02:002023-09-19T11:39:14.701+02:00Redrumia Summer Compilation 2023<div style="text-align: left;"> Non c'è niente che mi metta più amarezza della fine dell'estate, di solito. Non voglio sentire discorsi sul caldo e il sudore: noi rettili stiamo bene così, grazie tante. </div><div style="text-align: left;">Questa, però, è stata senza dubbio alcuno l'estate peggiore della mia vita e sebbene i prossimi mesi non si prospettino migliori sono contenta di essermela messa alle spalle. Poiché la Vita Vera ha preteso che io le dessi tempo e attenzioni, in questi mesi sono riuscita a leggere e guardare pochissimo. La verità è che quando le cose vanno malemale non è solo il tempo a mancare, ma anche e soprattutto la testa. Il tempo libero che ho avuto l'ho sprecato scrollando i social senza sosta perché lo scorrimento di video veloci e leggeri mi ha distratto più di quanto facessero in quel momento i film e i libri. Questa fruizione rapida e che non richiede niente è stata un rifugio, ma non le permetterò più di prendersi così tanto tempo perché, come penso possiate ben immaginare, è solo un modo di scappare, ed è una cosa che non voglio più concedermi, non così.</div><div style="text-align: left;">Nonostante questo, qualcosa sono riuscita a godermi, e ve ne parlo un po'.</div><div style="text-align: left;">Sarà lunga, mettete su il caffè.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8wkLp2wrKJUwbKNLzQrk5UjVCBEDQqNIz3pUWUXMhrtmOBj78kneyzQFbYLsMwqVP3gnu4Gr00Fq2x2bxcIln87kS-g2XsAQcSh1M3DoY86xV7oaALvvsMeFRb-gJaXRGs4n-1towCEHgUgozQlhI4jFi0ua8kEL0ra-2kAOa3dRS01yFW1I9oKIu3Ss/s5665/dakota-roos-u7ldh_tgH3s-unsplash.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3777" data-original-width="5665" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8wkLp2wrKJUwbKNLzQrk5UjVCBEDQqNIz3pUWUXMhrtmOBj78kneyzQFbYLsMwqVP3gnu4Gr00Fq2x2bxcIln87kS-g2XsAQcSh1M3DoY86xV7oaALvvsMeFRb-gJaXRGs4n-1towCEHgUgozQlhI4jFi0ua8kEL0ra-2kAOa3dRS01yFW1I9oKIu3Ss/s320/dakota-roos-u7ldh_tgH3s-unsplash.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di <a href="https://unsplash.com/it/@dakotaroosphotography?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Dakota Roos</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/u7ldh_tgH3s?utm_source=unsplash&utm_medium=referral&utm_content=creditCopyText">Unsplash</a></td></tr></tbody></table><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div><br /></div><b>CINEMA</b><div><b><br /></b></div><div>Questo è l'argomento che mi dà più dispiacere e quindi ce lo leviamo subito. Ho guardato così pochi film che mi sono sentita svuotata di ogni motivazione. Sono a mia discolpa uscite molte poche cose che mi interessassero davvero, e quelle poche che ho visto non mi hanno fatto strappare i capelli dalla gioia. Non ho neppure partecipato al fenomeno Barbenheimer, nel senso che non ho ancora visto nessuno dei due e sono interessata a recuperare solo <i>Barbie</i> a giorni.</div><div>Mi sono principalmente dedicata a riguardare pellicole già viste per un progetto di cui non comincio a parlare ora solo perché nei prossimi mesi vi ammorberò, ma mi ha fatto piacere perché riguardare cose già note è spesso di comfort e un bell'esercizio di analisi. Devo farlo più spesso, la fomo mi spinge sempre verso la ricerca di cose nuove quando invece anche prendersi del tempo per riguardare cose già note è molto gratificante.</div><div>Tra le pochissime prime visioni vi cito solo <i>L'esorcista del papa</i> - così odiato dal web ma così squisitamente autoironico che io mi sono divertita come una pazza - ma anche <i>The Blackening, </i>una horror comedy che parla di poc, molto meta e scanzonata ma che secondo me manca del mordente che avrei voluto avesse, e infine <i>The Borderlands, </i>un found footage inglese del 2013, così spaventoso e curato che mi ha confermato per l'ennesima volta che i ff sono proprio i film della vita mia. È ambientato in una piccola comunità, in cui due sacerdoti sono invitati dal Vaticano ad investigare perché all'interno della chiesa si sono verificate delle attività sospette. Quindi, ricapitolando: piccola comunità, film minimal con pochissimi ambienti e altrettanti personaggi, ambientazione religiosa. Ha tutti gli ingredienti necessari per diventare uno dei film del cuore della Redrumia e infatti sono certa che sarà uno di quelli che tornerò spesso a vedere.</div><div><br /></div><div>E, con mio sommo sgomento, mi tocca riconoscere che per il cinema è tutto qui.</div><div><br /></div><div><b>LIBRI</b></div><div><br /></div><div>Un pochino meglio è andata per quanto riguarda le letture. Involontario fil rouge è stato il lutto, e anche se ammetto che non è il periodo giusto per me per letture di questo tipo, ho trovato in questi mesi dei romanzi davvero eccezionali.</div><div>Il primo è <i>Appunti sulla tua scomparsa improvvisa, </i>di Alison Espach. È il racconto, in prima persona, di una sorella minore che sopravvive alla morte della maggiore. Non è solo una narrazione molto intensa sul lutto e su come si è costretti a sopravvivere, ma anche un racconto così lucido dell'infanzia che è per me stato sconvolgente scoprire che non si trattasse di un'autobiografia. Il modo in cui la protagonista, Sally, racconta alla memoria della sorella Kathy che cosa sia accaduto dopo la sua morte in un incidente stradale, non è pornografia del dolore. È un dolcissimo modo di raccontare <i>come </i>si rimane, come il mondo prosegue anche se una sua piccola parte si è cristallizzata nel tempo. Un romanzo molto doloroso ma onesto con il lettore, che non sfrutta facilonerie letterarie per infliggere sofferenza non necessaria. Mi è piaciuto tanto.</div><div>Sempre di lutto parla <i>How to sell a haunted house, </i>l'ultimo romanzo di Grady Hendrix, in cui due fratelli che si sono allontanati col tempo devono ritrovarsi dopo la morte accidentale di entrambi i genitori per gestire le questioni burocratiche e in particolare la vendita della loro casa. Parla di sorelle maggiori che per tutta la vita si sono sobbarcare il peso del loro ruolo e di come crescendo devono scontrarsi con chi la difficoltà del ruolo in questione non la comprenda. Hendrix parla sempre in qualche modo di prigionia, e anche questo non è da meno: la prigione familiare è quella da cui non ci si scrosta mai, e che lascia segni e cicatrici che durano per sempre. Qui, a restare indietro, non sono solo i segni, ma anche delle inquietantissime bambole di pezza da ventriloquo, che la mamma dei due fratelli ha cucito con passione per tutta la vita e che hanno uno spietato attaccamento alla vita.</div><div>Cito in velocità <i>Maeve, </i>il libro di Germano che sicuramente conoscete già e che io mi sono comprata a Vinci alla Festa dell'Unicorno. Si tratta di uno spin off di <i>Girlfriend from Hell, </i>il suo primo romanzo sulla Pandemia Gialla, e mi è piaciuto tanto quanto. Sono libri pieni di una disperazione cruda, che anche in questo caso non ha tempo di piangersi addosso: sono degli apocalittici privi di speranza ma non per questo privi di umanità. Le persone sono autentiche, l'empatia totale. </div><div>Forse il libro dell'estate però è stato per me <i>Sirene</i>, di Laura Pugno, che mi ha consigliato la mia amica Silvia (grazie!). È un testo breve ma spietato, completamente diverso da qualsiasi cosa io mi aspettassi. Siamo in un mondo in cui l'umanità è annientata da un cancro causato dal sole, e i pochi sopravvissuti ora allevano sirene, la cui prelibata carne viene sfruttata in ogni modo possibile. Pugno non ha paura di essere estrema: sesso e cibo si fondono in un ibrido in cui tutti i desideri della carne vengono soddisfatti da creature il cui livello di autocoscienza non è chiaro. In un mondo finito sono comunque gli uomini a farla da padroni, piegando la natura a proprio piacimento, plasmando la realtà in modo da trarne in ogni caso il maggior profitto possibile. La criminalità organizzata comanda quello che resta della società, il potere è corrotto, le donne sono merce di scambio e le sirene tutto quello di cui un uomo ha bisogno per sopravvivere. Un grande lavoro che, tra le altre cose, è profondamente antispecista. <i>Sirene </i>è un testo spietato, esplicito, crudissimo: per me un lavoro eccellente davvero. </div><div>Infine, un consiglio piccino piccino che arriva sempre da una mia amica. Martina, infatti, mi ha prestato <i>Quel che resta delle case, </i>un racconto di Emanuela Canepa uscito con la nuova casa editrice Tetra, che pubblica ogni mese quattro racconti in un formato piccino picciò, quadrati e a soli quattro euro. Questo parla di folklore, stregoneria, legami familiari, eredità, assenze, case affamate. Lo fa senza mai esplicitare nulla, solo il dispiacere della mancanza e la paura del nuovo. L'ho trovato molto affascinante e ne avrei voluto molto di più. Esplorerò meglio Canepa, nella speranza che decida di farlo diventare un romanzo intero.</div><div><br /></div><div><b>MIX</b></div><div><b><br /></b></div><div>Soli due podcast hanno caratterizzato la mia estate: <i>Tredici, </i>il racconto curato da Il Post sulle rivolte nelle carceri di marzo e aprile 2020 e <i>Dove nessuno guarda, </i>il lavoro di Pablo Trincia sulla vicenda di Elisa Claps. Sono entrambi lavori professionali la cui qualità non è in discussione, ma diciamo che tendo a preferire il tono più giornalistico e analitico del Post a quello di Trincia che a volte trovo un po' melò, soprattutto quando si parla di true crime. I due casi, però, sono ovviamente frustranti e dolorosi, e hanno in comune la totale assenza di empatia, il disinteresse per l'altro, la mancanza di cura e premura per gli esseri umani. E poichè siamo in un periodo storico in cui questa mancanza di premura ci pare legittimata da chi invece le persone dovrebbe proteggerle, ecco che ascolti del genere diventano più importanti che mai. </div><div>Quest'estate, poi, ci ha lasciato Michela Murgia. Poiché il suo uso delle parole mancherà molto, sto recuperando tutti gli episodi di <i>Buon vicinato, </i>la piccola rubrica che durante la pandemia ha tenuto sul suo canale Youtube insieme a Chiara Valerio. Valerio è la mia girl crush del momento, una mente che trovo strabiliante. Vederle fare, insieme, questo esercizio di argomentazione e pensiero è incredibilmente stimolante. Due menti brillanti che giocano con pensiero e parola, per me bellissimo e arricchente.</div><div>Infine, il recente viaggio in Irlanda. Ci siamo concessi di partire, io e Riccardo, nonostante il periodo non fosse ideale per allontanarsi da casa, perché dopo i due mesi precedenti io ero a tanto così da un esaurimento nervoso. Avevo bisogno di andare via, e questo viaggio, che in teoria è stato il nostro viaggio di nozze, era già stato rimandato dopo l'evento molto spiacevole di questa primavera. Ci siamo regalati due settimane in cui dedicarci solo a cercare di riempirci gli occhi di bellezza e leggerezza, ed è stato fondamentale. L'Irlanda si presta molto a viaggi anche piuttosto introspettivi, di quelli che si fanno quando c'è bisogno di prendere davvero contatto con quello che si affronterà una volta tornati a casa, e per me è stato davvero così. Abbiamo passeggiato tra abbazie abbandonate e immensi prati verdi, toccato l'oceano e rallentato i ritmi di una vita che non concede tregue. È stato salvifico, e l'Irlanda è così bella che si è presa un pezzetto del cuore. </div><div><br /></div><div>Ora si riparte con una delle parti belle della vita, quella in cui parlo di cinema dell'orrore su internet con degli sconosciuti. Sono tornata su Instragram, su TikTok, su Twitch. A breve tornerà anche Nuovi Incubi, e chissà che in questa stagione io non riesca ad essere più costante anche con il mio amato vecchio blog. Il resto, piano piano, si sistemerà.</div><div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-26701642142528180382023-08-16T14:22:00.001+02:002023-08-16T14:22:56.963+02:00Notte Horror 2023 - in ritardo: Darkman<div style="text-align: left;"> Avevo giurato a me stessa che, qualunque cosa fosse successa, il mio blog non lo avrei mollato. Poi è successo il 2023, l'anno che sento di poter definire il peggiore della mia vita - eppure di competizione ne ha avuta parecchia, eh - e le cose si sono un po' rimesse in un ordine diverso. Al lento e pacifico processo di scrivere dei post ho preferito l'immediatezza dei social, che mi hanno permesso di comunicare comunque quello che volevo ma richiedendomi meno tempo. L'introspezione che Redrumia mi richiede quest'anno non sarei stata in grado di gestirla.</div><div style="text-align: left;">Mi ero ripromessa che sarei stata in grado almeno di partecipare alla Notte Horror 2023, evento mitologico della blogosfera, ma sono riuscita a toppare pure quello, e il post arriva infatti con più di 12 ore di ritardo. Chiedo scusa ai colleghi, sono stata poco rispettosa.</div><div style="text-align: left;">Cerco di farmi perdonare chiacchierando di uno dei film dimenticati di Raimi, che sebbene sulla carta non sia un horror duro e puro, è pur sempre figlio del suo papà, e qualche elemento a noi caro ce l'ha lo stesso.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw5II6fUMAttDzeOjfAZrYsRGjhf8ptwndZqFYrrvlidVbCKCOm1dt8A-u2okEKFa19AtXnjhgHWTpEbNysKDHRrG4YTY12PFwXG1lvo8UVcGkIP-C3VghgJFPyEte0PpCh6z3E-PgvYGso0BIlvccwnntF3H1VSOwlPBgSwlC0V5k8LuXdIme_ZUGyt0/s2048/darkman.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw5II6fUMAttDzeOjfAZrYsRGjhf8ptwndZqFYrrvlidVbCKCOm1dt8A-u2okEKFa19AtXnjhgHWTpEbNysKDHRrG4YTY12PFwXG1lvo8UVcGkIP-C3VghgJFPyEte0PpCh6z3E-PgvYGso0BIlvccwnntF3H1VSOwlPBgSwlC0V5k8LuXdIme_ZUGyt0/s320/darkman.jpg" width="240" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><i>Darkman </i>è la tragica storia di Peyton Westlake, uno scienziato alla ricerca del segreto per restituire una pelle a chi l'abbia persa col fuoco che finisce invischiato in una brutta faccenda di mafia che gli porterà via il lavoro, l'amore e proprio la pelle, lasciandogli solo sete di vendetta.</div><div style="text-align: left;">Esce nel 1990 e questo lo colloca esattamente a metà tra le due saghe che hanno reso il regista il mito che è, <i>Evil Dead </i>e <i>Spiderman. </i>Non solo a metà temporalmente, però, perché è facile individuare nel primo capitolo di questa ulteriore saga tutti gli elementi che abbiamo imparato a conoscere negli altri lavori. È un film di supereroi che arriva molto prima del suo Uomo Ragno, e che uscendo insieme ai Batman di Tim Burton se ne porta appresso le tracce: è un film tragico, desolante, in cui allo sconforto di due vite distrutte non corrisponde alcuna catarsi. Allo stesso tempo è pur sempre un film del tizio di <i>Evil Dead 2, </i>e quindi è quasi barocco: elicotteri, danze davanti ai gatti, facce intinte nell'acido, nasi che si sciolgono, mitragliatrici nascoste nelle gambe di legno, Bruce Campbell. </div><div style="text-align: left;">Eppure, neppure la componente ironica - che qui è comunque centellinata rispetto agli standard a cui ci ha abituato - riesce a compensare la grande sofferenza di un film come <i>Darkman, </i>in cui nessuno ne esce vincitore e la crudeltà dei cattivi è qualcosa da cui non c'è scampo. Sceglie, Raimi, di unire il supereroe all'entieroe tipico del cinema del decennio precedente, regalando al mix una triste sorte, privandolo della sua identità e del suo futuro. </div><div style="text-align: left;">Dopo l'attacco al laboratorio in seguito al quale tutti lo credevano morto, Westlake finisce tra le mani di medici che pur di salvargli la vita gli distruggono proprio la cosa che per uno scienziato è più importante: la mente. Peyton, infatti, comincia ad avere allucinazioni e a perdere il controllo sulle proprie reazioni, è suscettibile e facilmente infiammabile. Il suo desiderio di vendetta lo porta a diventare un eroe brutale, incontrollabile. Si burla della mente delle sue vittime, assumendo il loro aspetto per creare un crudele gioco con la loro identità, lasciando emergere un lato dark dell'eroismo che forse solo Raimi ha fatto così esplicitamente. L'incidente non causa al protagonista solo la perdita del proprio aspetto, ma di tutto quello che lo identificava: la mente, il carattere, il lavoro. Privato di tutto può mostrare al mondo il vero aspetto dell'uomo qualunque, proprio come si identifica nel finale. </div><div style="text-align: left;">Un vero uomo invisibile, quello di Liam Neeson, che priva il mondo del suo aspetto per mostrare solo quello di cui è capace. Se nel caso dell'uomo invisibile originale, quello di Wells prima e di Whale dopo, la scelta di annullare il proprio aspetto è volontaria, in questo caso è una conseguenza che però porta allo stesso risultato: sporche bende a coprire il viso e una mente che non è più quella che era. Privando il protagonista dell'elemento della volontarietà, però, Raimi crea un mostro ancora più disperato, frutto dell'avidità e non dell'ambizione. Pur omaggiando così chiaramente i classici Universal cambia le carte in tavola, smettendo di attaccare la scienza che non è più la responsabile ma che al tempo stesso risolve le cose lasciando comunque dei danni. Darkman non diventa un supereroe che mette i propri simil - superpoteri al servizio della comunità, quello che ne viene tratto non è un felice insegnamento di straordinaria generosità: quello che vuole è solo un modo per piangere la vita perduta, eliminando uno ad uno quelli che gliel'hanno tolta. </div><div style="text-align: left;">Nei cinecomic di oggi questa è la perfetta origin story di un cattivo MCU. Raimi, invece, che è sempre stato più coraggioso, ne ha fatto il protagonista, che non ha eroi ufficiali con cui scontrarsi se non la realtà della nuova vita che gli è stata imposta. Ne ha fatto quello che ha potuto, il povero Westlake, e ha scelto la strada più generosa e difficile insieme: dare alla donna perduta la possibilità di un futuro normale, relegando se stesso ai margini, dove non c'è luce.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Un film che gioca con le etichette e i generi, che rimescola in tavola le carte della consuetudine e approccia in modo nuovo qualcosa che è vecchio come la storia del mondo. Raimi ci ha abituati ad un cinema in cui niente è una realtà consolidata e tutto è modificabile, aggiornabile, sempre nuovo.</div><div style="text-align: left;">Questa volta ce lo ha fatto capire in un modo più intenso, in un film che oggi è quasi sparito dal discorso pubblico perché ci siamo abituati a supereroi più vitaminici, colorati e pop. Questo, invece, con la sua oscurità e la sua malinconia, ce lo teniamo nascosto come si fa con le cose più preziose. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">A settembre andrò, se tutto va bene, in vacanza, e finalmente mi lascerò alle spalle questa estate da dimenticare. Dalla seconda metà del mese, però, torno ovunque: qui, twitch, instagram, tiktok e anche con Nuovi Incubi. Che sia un nuovo inizio per tutto!</div><div style="text-align: left;">A voi auguro una felice fine estate, bella lenta e malinconica come piace a noi!</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-14514092324828577902023-06-05T12:47:00.006+02:002023-06-05T12:47:53.306+02:00Primavera 2023: un riassunto<div style="text-align: left;"> Nel mio personale calcolo delle stagioni, la primavera finisce con il mese di maggio, affinché io possa far durare il più a lungo possibile la sola stagione che conti: l'estate.</div><div style="text-align: left;">Poiché per me ormai il cambio di stagione c'è già stato, mi pareva un buon momento per fare una carrellata delle cose più significative tra quelle viste, lette e ascoltate nei mesi passati.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2KC_-axMS4z8r5-kGqnpOMmyewZ3xAovafXgyzYBEwS1huUQYPsGpNndQaKWgz46KSwgHJQVh0ohbF90unC-NCY20a5Kx-JrzJEVGdQq9utLUr-SWoPXAkboiHO9zVzILHvIkK-7sz1M3omJ9YmlIWd3UUtbK46kNGd0lQoMB1xDdu6PR1t895_jb/s5184/allison-wopata-4qt6g8Aabcw-unsplash.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="5184" data-original-width="3456" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2KC_-axMS4z8r5-kGqnpOMmyewZ3xAovafXgyzYBEwS1huUQYPsGpNndQaKWgz46KSwgHJQVh0ohbF90unC-NCY20a5Kx-JrzJEVGdQq9utLUr-SWoPXAkboiHO9zVzILHvIkK-7sz1M3omJ9YmlIWd3UUtbK46kNGd0lQoMB1xDdu6PR1t895_jb/s320/allison-wopata-4qt6g8Aabcw-unsplash.jpg" width="213" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>Libri</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Sono stati mesi abbastanza soddisfacenti dal punto di vista delle letture, perché ho goduto di un po' più di tempo libero che mi ha permesso di concedermi lunghe ore in poltrona immersa nel mio primo amore. Non mi dilungherò sui libri del progetto Dark Ladies, che sono stati oggetto di dirette su instagram, tutte salvate sul profilo per chi desiderasse recuperarle, ma in questa sede mi fa piacere condividere che sono molto contenta di come sta procedendo l'anno con loro, le signorine della narrativa di genere, e che mi stanno dando grandi gratificazioni.</div><div style="text-align: left;">Sempre in tema di signorine e orrore, in questi mesi ho finalmente recuperato <i>Il mostruoso femminile</i>, quello di Jude Ellison Sady Doyle che ha un'infelice omonimia con quello di Barbara Creed. I due testi parlano di tematiche simili effettivamente, ma se quello di Creed è più accademico, quello di Sady Doyle affronte i temi in modo più immediato e semplice, rendendole alla portata di chiunque. Un ottimo modo per entrare nel tema del mostruoso femminile ed essere indirizzati verso le sue tematiche principali.</div><div style="text-align: left;">Prosegue inoltre la mia lettura del Ciclo di Avalon di Marion Zimmer Bradley. <i>Le nebbie di Avalon </i>è diventato il mio libro preferito, l'ho amato di una passione ardente. Il secondo capitolo è <i>La casa della foresta, </i>che continua il discorso al femminile che sta al centro della saga intera, ma che si sposta indietro nel tempo, ben prima di Camelot. Questa volta ci si concentra sulle sacerdotesse, e sulla storia che ha portato Avalon in essere, ma raccontata intorno ad una storia d'amore di cui purtroppo mi è importato troppo poco perché il coinvolgimento potesse essere lo stesso. Impazzisco per la scrittura dell'autrice e proseguirò comunque nella lettura, ma questo per me non ha toccato i picchi del suo predecessore.</div><div style="text-align: left;">Grandiosa scoperta è stata invece per me <i>Guida il tuo carro sulla ossa dei morti, </i>di Olga Tokarczuk. Un romanzo brillante e divertentissimo, la cui protagonista è forse il personaggio femminile migliore che ho mai letto su carta: un'anziana insegnante che rifiuta di andare in pensione, appassionata di astrologia e delitti, che traduce poesie con uno studente molto più giovane e nel tempo libero risolve i delitti che le stanno accadendo intorno. Un romanzo fortemente antispecista, se non proprio un manifesto intero di un movimento che vuole il bene di altri esseri viventi, un noir moderno e irresistibile, una scoperta felicissima. Non finirò mai di tesserne le lodi. </div><div style="text-align: left;">Mi sono poi sottoposta alla lettura di <i>V13, </i>l'ultimo libro di Carrére, il racconto del processo per gli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015. Quando Carrére scrive true crime, lo avevamo già sperimentato con <i>L'avversario</i>, è un maestro: sa su quali tasti premere per coinvolgere emotivamente il lettore senza usare mezzucci poco eleganti e scorretti, sa quali sono le cose su cui puntare l'attenzione per dare un resoconto completo e nel rispetto di quanto accaduto. In questo caso era ancora più difficile, perché non toccava solo storie personali ma anche la coscienza collettiva francese. Ha diviso il testo in tre parti: una dedicata alle vittime, una all'estremismo islamico, per comprendere come nasca il fenomeno del terrorismo e come siano nati, nello specifico, <i>questi</i> terroristi, e una sulla conclusione del processo. È breve, accessibile e completo. Per me, portentoso.</div><div style="text-align: left;">Ho appena ultimato la lettura più dilaniante degli ultimi mesi, <i>Appunti sulla tua scomparsa improvvisa, </i>di Alison Espach. È il racconto di Sally, che si rivolge alla sorella Kathy per raccontarle cosa è accaduto dopo la sua morte improvvisa, da adolescente. Sally ricostruisce il rapporto con la sorella con una lucidità disarmante, racconta dell'infanzia come se ne fosse appena uscita, ed esamina il lutto con tale introspezione, tale chiarezza, da essere ammirevole. Non mi avrebbe stupito se fosse stato autobiografico. Pare non lo sia, il che lo rende un lavoro letterario ancora migliore. </div><div style="text-align: left;">Infine insieme a Riccardo stiamo leggendo la saga di <i>Blackwater. </i>Leggiamo libri insieme nel senso che io li leggo a voce alta mentre lui guida, e questi libretti piccini e dall'estetica splendida si prestano alla perfezione per questo metodo di fruizione. Sono la storia di una cittadina che si rimette in piedi dopo una piena che ne ha alterato finanze ed equilibri, ma principalmente raccontano la storia di una famiglia, i Caskey, e delle loro diatribe: eredità, figli, potere. A metà tra <i>Dinasty </i>e<i> The Shape of Water, </i>ci stiamo divertendo come i matti.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>Film</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Anche cinematograficamente sono stati mesi gratificanti. La seconda stagione di Nuovi Incubi - che ci sta dando grandi soddisfazioni ma purtroppo sta volgendo al termine - parla del teen girl horror e quindi mi sono guardata un sacco di ragazze ricoperte di sangue, incazzate e violente, e mi sono divertita come una bambina. In generale, però, di tutti gli horror che ho guardato ho parlato in live o su Instagram, qua mi limiterò a fare una carrellata delle visioni non di genere che più mi hanno toccato nei mesi passati, con una promessa a me stessa: ritornare a scrivere anche post più di frequente su film singoli, come ho fatto per anni.</div><div style="text-align: left;">Prima di tutto ci sono stati i due documentari sulle montagne: se da un lato <i>Free Solo </i>si è rivelato una visione appassionante e coinvolgente, lo stesso non posso dire di <i>Sei tu, Micheal?</i> recentemente approdato su Disney+. Una storia di ego, denaro e potere, che nulla ha a che vedere effettivamente con la montagna. Il fatto di essere realizzato con tanti soldi però fa sì che ci siano riprese interessanti sulla scalata e sulle ricerche di un corpo dopo il Camp 4, il più alto momento di sosta prima della salita per il summit. Però non ha alcun valore se non mostrare quanto certe operazioni siano possibili solo grazie allo sfruttamento delle popolazioni locali, e questo è sempre importante tenerlo a mente.</div><div style="text-align: left;">Sono anche stati i mesi in cui ho visto i due <i>Assassini </i>con Kenneth Branagh, esattamente le cose che cerco quando desidero un film leggero e che si sono rivelati all'altezza delle aspettative. <i>Knives Out 2, Glass Onion, </i>invece, non solo le ha rispettate, le ha superate: goduriosissimo.</div><div style="text-align: left;">Mai avrei pensato, però, almeno prima di conoscere Riccardo, che i miei due film della primavera sarebbero stati uno <i>Spiderman </i>e un film su <i>Dungeon&Dragons.</i></div><div style="text-align: left;"><i>Honor Among Thieves </i>si è rivelato un gioiello di comicità e avventura, con un inaspettato Chris Pine e il desiderio evidente di far vivere allo spettatore un film dal profumo quasi vintage, da avventura di altri tempi. Ci siamo divertiti come i matti, all'arrivo del Paladino che cammina solo in linea retta eravamo con le lacrime agli occhi. Era da tempo che al cinema non mi sentivo così per un film che non fosse un horror.</div><div style="text-align: left;"><i>Across the Spiderverse </i>è invece un capolavoro fatto e finito. Un film potentissimo sulla lotta al sistema, sul sovvertire le regole, sul prendersi il proprio posto nel mondo con le unghie e i denti. Si prende il supereroe popolare per eccellenza, quello di quartiere, vicino alle persone, e gli si dà il volto di un ragazzino nero, alla base della società, lontano dai grossi e potenti Spiderman degli altri universi. Non gli si dà un'intelligenza fuori dalla norma, un potere diverso dagli altri, una caratteristica unica. Lo si lascia umano, solo questo, con la necessità di avere uno spazio per sé, il bisogno di rivendicarsi il proprio diritto di esistere. Lontano dai meccanismi che portano i grandissimi supereroi in essere, Miles vuole solo essere se stesso e fare quello che può per dare una mano. E solo così, esigendo lo spazio per essere, cresce, ispira e diventa modello. Per la prima volta un film sui giovanissimi fa anche un importante discorso sulla genitorialità, senza il cinismo tipico di narrazioni anni '80, per esempio, ma con grande affetto ed empatia. Unisce un personaggio femminile complesso e intrigante, una SpiderGwen che mi aspetto sia la vera protagonista del prossimo film. Un'animazione mai vista prima, un messaggio di certo non nuovo ma mai visto messo in scena così, con questa potenza, con questo coraggio, un film incredibile. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>I Critical Role</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Non guardo una serie tv da settimane intere, e tutto per colpa dei Critical Role. Per chi non li conoscesse, sono un gruppo di doppiatori, amici da una vita, che gioca a D&D in live su Twitch da tanti anni. Col tempo sono diventati così famosi che hanno una serie su Prime ispirata alla loro campagna, ma anche fumetti, manuali di gioco - addirittura è in arrivo un gdr tutto nuovo creato da loro, <i>Candela Obscura </i>- merch. Un fenomeno enorme di cui ovviamente io non ero a conoscenza. Poi, siccome abbiamo iniziato a giocare una campagna con i nostri amici, ho pensato che sarei diventata più brava guardando qualcuno con esperienza giocare, e Riccardo mi ha presentato loro. È stato amore a prima vista. Guardare gente che gioca di ruolo ha una caratteristica interessante. Quando guardo una serie molto a lungo finisce che non mi affeziono solo ai personaggi ma anche ai loro interpreti e al loro rapporto fuori dal set, perché penso sempre che quando si passa così tanto tempo insieme facendo una cosa così bella il legame diventi importante. Non amo i film di Harry Potter ma quando vedo le scene dell'ultimo giorno di lavoro del cast piango come un vitello. Guardare gente che gioca di ruolo unisce queste due caratteristiche, perché si unisce l'interesse per l'avventura - nello specifico noi dei CR stiamo guardando <i>Vox Machina</i> - a quello per i giocatori, che in questo caso sono amici da anni, sposati e fidanzati tra di loro, testimoni di nozze e madrine di figli nati proprio durante le campagne. </div><div style="text-align: left;">Nella mia, di campagna, mio marito è il master, e giochiamo con la mia migliore amica, il suo migliore amico e la nostra coppia del cuore, per cui è come essere a casa quando guardo loro.</div><div style="text-align: left;">In più, hanno un portentoso master che ha messo in piedi un'avventura piena di emozioni, e giocatori di rara simpatia. Adesso siamo arrivati ad un punto in cui ci si è liberati di un giocatore che appesantiva un po' l'atmosfera e gli altri sono diventati folli anarchici: si trasformano in mucche, danno fuoco alle case, ammazzano le vecchie. In questa casa sono diventati praticamente i protagonisti delle nostre vite.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>L'outernet</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Questa primavera per me è stata caratterizzata da un evento molto significativo e spiacevole, che mi ha sconquassata a modino e che al tempo stesso mi ha rimesso in discussione le priorità. Piano piano mi sto rimettendo in sesto anche se mi accorgo che ne porto addosso più conseguenze di quante avrei creduto, però mi è stato utile a capire di cosa avevo bisogno. </div><div style="text-align: left;">Con Riccardo ci siamo concessi una vacanza nella Tuscia, di cui avevamo un disperato bisogno e che ci ha permesso una parte d'Italia che sottovalutavamo e che si è invece rivelata di inaspettata bellezza. </div><div style="text-align: left;">In più sono riuscita a convincerlo ad andare a visitare l'ex manicomio di Mombello, pietra miliare dell'urbex lombardo. Ormai è un luogo troppo noto perché l'esperienza sia autentica: è stato completamente svuotato da chi non ha ancora capito che se vai a visitare un luogo abbandonato devi tenere le manacce a posto, ma ammetterò che i graffiti hanno contribuito ai brividi dell'esperienza paradossalmente. Io mi sono molto divertita, Riccardo un po' meno. </div><div style="text-align: left;">È stato per me anche molto significativo, questa primavera, aver potuto contribuire ad un saggio a sei mani, scritto insieme alle mie amiche Lucia e Ilaria, che è uscito sull'ultimo numero di Segnocinema, la mitologica rivista di settore. L'ho ripetuto mille volte sui social, ma mi emoziona molto ripensarci.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Ancora una volta, questa primavera ho avuto la prova del potere delle storie. Mi è successa una delle cose più difficili della mia vita, e ho come sempre cercato rifugio nelle parole e nelle immagini di chi crea delle storie per mettere meglio a fuoco la vita vera. Non saprei dire se mi ha aiutato a elaborare meglio, ma di sicuro mi ha aiutato a spostarmi per un po' dalla mia, di vita vera, che in quel momento non volevo frequentare, e in certi momenti è stato fondamentale. È fondamentale ridere di gusto al cinema mentre un tipo cammina su un grosso sasso senza scansarlo, è fondamentale piangere quando si legge di una sorella maggiore mancata, è fondamentale guardare delle giovani donne mettere insieme una squadra di supereroi disastrati per salvarne un altro. So per certo che la parte migliore di me è diventata tale perché l'hanno modellata le storie. </div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-64454909881350167362023-04-22T10:39:00.002+02:002023-04-22T10:39:31.608+02:00Evil Dead Rise<div style="text-align: left;"> È una delle storie che racconto qui sul blog più di frequente: <i>La casa</i> è il film che mi ha preso per mano e mi ha dimostrato che cosa potesse essere per me il cinema dell'orrore. Gli sono così tanto affezionata da così tanto tempo che è come se fosse un compagno di percorso. </div><div style="text-align: left;">Ogni evento legato alla sua saga, quindi, è da queste parti accolto con l'entusiasmo che mi ricorda ogni volta quanto sia bello avere una passione che fa battere il cuore. E quindi direi che torno a soffiare via le ragnatele da questo posto, sui cui scrivo sempre meno ma a cui non sono disposta a rinunciare, per parlare a testa e cuore caldi di <i>La casa - Il risveglio del male</i>, la quinta installazione in una saga che non accenna a perdere colpi.</div><div style="text-align: left;">Ci sarà una piccola parte con spoiler, opportunamente segnalata, perché c'è una storyline secondaria che mi ha infastidita e vorrei parlarne.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHDom0ma0eJYNFNMWgdc5rneedGRTWQIhw0LTrbhud8XmJ24JWGCNV4cPWfAwqiy4mUWwPGEyKuLN4bBiG7U55x7T7Dpsku2596cyU84J3IIObm1i9EMkNdBcm_Mvb4sR0m5qvgYPsusHTZ7wJHnDe2oE2aE7sbBSTQ08iDGmbHF_Hi7QF-3YUMgJy/s773/evildead.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="224" data-original-width="773" height="93" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHDom0ma0eJYNFNMWgdc5rneedGRTWQIhw0LTrbhud8XmJ24JWGCNV4cPWfAwqiy4mUWwPGEyKuLN4bBiG7U55x7T7Dpsku2596cyU84J3IIObm1i9EMkNdBcm_Mvb4sR0m5qvgYPsusHTZ7wJHnDe2oE2aE7sbBSTQ08iDGmbHF_Hi7QF-3YUMgJy/s320/evildead.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">La trama è quella di ogni <i>Evil Dead </i>che si rispetti: ci sono persone che trovano un libro che non avrebbero dovuto trovare e che ascoltano parole che non avrebbero dovuto ascoltare, e liberano il male nella casa in cui si trovano. </div><div style="text-align: left;"><i>Evil Dead Rise </i>però modifica la posta in gioco cambiando un elemento in questa struttura. La casa non è più un posto isolato in cui i protagonisti capitano per varie ragioni. Non siamo più nei boschi in fatiscenti cabine isolate, ma siamo <i>a casa. </i>Questo elemento porta la discussione su un livello completamente diverso, e per questa ragione il quinto film affronta temi mai toccati finora. La casa, e pertanto la famiglia, sono gli elementi originari del male e dei traumi. Non è neppure un caso che tutto questo avvenga poco prima che la casa venga distrutta per volere di proprietari poco interessati agli inquilini: la casa la stavano già perdendo prima che iniziasse tutto, e non ne avevano una nuova. Sono le pareti domestiche le iniziatrici della sofferenza, e il male è completamente interno, tanto è vero che quando il male assume volti esterni al nucleo familiare la questione si risolve in modo rapidissimo e indifferente ai fini dell'economia della storia. Quelli che contano, qui, sono i dolori interni, le sofferenze che con i nostri amati ci infliggiamo involontariamente. </div><div style="text-align: left;">Ancora più nello specifico: quelli che contano sono i traumi inflitti dalle <i>madri</i>, imperatrici supreme del mostruoso femminile. Sono i figli ad aprire il libro, è quello del figlio maggiore - adolescente chiuso h24 nella sua stanza, che non vediamo quasi mai interagire con la madre prima del fattaccio - il sangue che consente al libro di aprirsi, è la sua curiosità che fa sì che si ascoltino le infauste registrazioni. Sono loro i parassiti che le annullano l'identità e la rendono il <i>mostro. </i></div><div style="text-align: left;">Il padre li ha lasciati, e lei, la madre cool con i capelli colorati in casa che fa la tatuatrice, è vittima di un sistema che la vuole prima madre che individuo, e ne esce indemoniata. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Indemoniata, appunto, perché anche questo <i>Evil Dead </i>è, come i suoi precedenti, un film di possessione. Uno di quelli come non se ne vedevano da anni, forse da un decennio. È una possessione silenziosa e sbraitata insieme, in cui ci sono momenti più dimessi, in cui i demoni compaiono lenti e silenziosi alle spalle, ed altri sguaiati, con le quantità di sangue che vi aspettate da <i>La casa. </i>Il mix è micidiale: erano anni che un film non mi faceva così paura. Sono solo dispiaciuta di essermi rovinata alcuni momenti avendoli visti nel trailer: senza preparazione mi avrebbero annientata. </div><div style="text-align: left;">Ellie, la madre, aveva già prima dell'infelice incontro in ascensore un volto e un corpo molto spigolosi. L'immaginario della possessione che ci siamo costruiti con Reagan vedeva protagonista un corpo morbido, cucciolo. Quello di Ellie è stanco, provato, con le ossa sporgenti e le occhiaie, piegato sul tavolo di lavoro e incurvato dalle responsabilità. Prima del suo volto, quindi, è il suo corpo che vediamo piegato dall'invasore: il momento in cui compare sulla porta, in controluce, in una posa ancora umana ma già innaturale, è così spaventoso che me lo porterò appresso per un po'. La vediamo andare a compiere la più canonica mansione da madre, cucinare per nutrire i suoi figli, e ancora il volto non ci è mostrato del tutto: è umana, ancora per un po'. Quando poi la vediamo per intero, coperta da un makeup francamente eccezionale, una delle prime cose che fa è rivendicare la sua libertà: di nuovo il mostruoso si rivela liberatorio. Non solo per lei, però: la seconda ad essere posseduta è la più grande tra le figlie femmine, naturale erede di un ruolo che non ha mai chiesto. E la faccenda, per quanto riguarda lei, non è troppo diversa.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">La possessione è brutale, e <i>Evil Dead Rise </i>finisce per essere tra i film più spaventosi che ho visto di recente. Alterna momenti di paura purissima, come l'ormai troppo vista scena allo spioncino (non temete, il fatto di averla già vista non significa non faccia comunque una paura della madonna), ad altre più silenziose, in cui il demone si muove lento sullo sfondo, fuori fuoco. Ci si sofferma sempre per una frazione di secondo di troppo sul volto indemoniato, fino a che sembra che quegli occhi marci guardino dentro allo spettatore, con infiniti primissimi piani, perché non ci si possa scansare mai. Tutta l'attenzione è sul volto di Ellie, che ha tantissimo tempo in scena concentrato spesso tra il volto e le mani: di nuovo, i simboli della maternità se vogliamo. Il volto caro e familiare che smette di esserlo, e le mani che fino al momento prima hanno accarezzato diventano gli artigli che si aggrappano alle vasche da bagno, alle porte, agli angoli, e che se possono cercano di ammazzarti. </div><div style="text-align: left;">I figli, già provati da un primo abbandono da parte del padre, si aggrappano gli uni agli altri per mantenere una parvenza di famiglia, per stringere quello che rimane loro, chiusi tra le pareti familiari del solo luogo che conoscono come casa. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">È un film per appassionati, perché si prende il tempo, nella sua rinfrescante breve durata, di omaggiare in ogni modo che gli riesce tutto quello che ha condotto al momento in cui sarebbe arrivato in sala. Lo fa con accenni direttissimi e con altri solo accennati, ma è pieno di un grande affetto per tutto quello che lo ha portato in essere e a me non importa se per qualcuno possa sembrare fan service: io gli ho voluto molto bene. Ha riportato in sala quell'equilibrio perfetto che aveva il primo film: fare paura - tanta, non so se lo ribadirò mai abbastanza - e al tempo stesso creare alcune situazioni così estreme da far sorridere. Ci sono botte da orbi con attrezzi da cucina, arti strappati, lacerazioni, motoseghe: l'anima di <i>Evil Dead </i>è salva, o forse dovrei dire che continua ad essere dannata, e non gli si poteva rendere omaggio meglio di così.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b><span style="color: #990000;"><u>DA QUESTO MOMENTO SPOILER</u></span></b></div><div style="text-align: left;"><b><span style="color: #990000;"><u><br /></u></span></b></div><div style="text-align: left;">Un elemento che vale la pena prendere in considerazione, prima che io inizi a lamentarmi di quello che non ho amato, è la tanto famigerata <i>rape scene</i>, che fa sempre parlare di sé quando si parla della saga. Qui si sceglie di non inserirla, o almeno di non renderla visibile. Ellie finisce in ascensore, i cavi la prendono per gli arti e io ero certa si andasse in quella direzione, con i cavi al posto dei rami. La scena si interrompe prima, e sebbene io non sia una detrattrice delle scene in questione nei film precedenti sono contenta che qui si sia fatta questa scelta. Quello che si è visto è stato sufficiente e soddisfacente. </div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">In questo glorioso festival del sangue che è stato, però, un elemento della trama mi ha fatto storcere il naso. Parlo della storyline della zia. Ellie e i figli ricevono la visita inaspettata della zia Beth, l'effettiva protagonista, che in un momento precedente abbiamo scoperto essere incinta. La notizia della gravidanza non la rende felice, tanto è vero che la definisce "una cazzata" quando lo racconta alla sorella. Beth fa una vita sempre in tour, per via del suo lavoro da tecnica del suono, si allontana sistematicamente dalla sua famiglia e tende un po' a sparire. </div><div style="text-align: left;">Inizia la tragedia, e lei si vede costretta a prendersi cura dei nipoti. Questo, però, non avrebbe dovuto essere uno scenario alla <i>M3gan</i>. I nipoti lei non li deve adottare, deve solo salvare loro la vita, portarli vivi a mattina, e poi si vedrà. Se la storia fosse rimasta così sarebbe stato un film perfetto. Invece no, eccoci a dover inserire la bellezza e la straordinarietà della maternità, che si fa strada anche nei cuori più ostili, in aperto contrasto col lavoro di decostruzione fatto in precedenza con Ellie. </div><div style="text-align: left;">Beth finisce per fare la mammina, che protegge il suo feto dalla sorella che lo vuole far fuori - non in uno scenario alla <i>Inside </i>ma solo perché è matta in culo e vuole ammazzare tutti - e che prende la sua piccola e adorabile nipotina in quella che è stata evidentemente ritratta come una relazione madre - figlia. Inserire la sua gravidanza in che modo ha fatto del bene alla storia? Non ha aggiunto alcun valore alle circostanze iniziali del racconto, ha solo aggiunto un elemento in più. Non si conclude in modo platealmente reazionario come quello di <i>A Classic Horror Story</i>, ma alla fine a Beth il ruolo viene comunque imposto, e nel giro di una notte. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Questo è il solo elemento che non ho amato in un film adrenalinico, eccitante, sanguinolento, spaventosissimo. Tutto quello che amo nel cinema dell'orrore. Che immensa gioia poterlo vedere in sala.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-65103057487452841612023-03-27T12:39:00.001+02:002023-03-27T12:39:49.514+02:00Ho guardato un po' di serie tv<div style="text-align: left;"> In questi giorni in cui la sorte mi ha concesso un po' più tempo libero del consueto ho avuto la possibilità di recuperare molte più serie tv del solito. Preferisco sempre i film alla serialità, ma mi serve compagnia quando cucino, o quando sono troppo stanca per un film intero, quindi ho raccolto un po' di visioni di cui mi fa piacere parlare insieme.</div><div style="text-align: left;">Pronti? Temo sarà un post fiume.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih0c-y6SEof91Bhk_YyH16m_RZGDqJCvOrHqiLapNhfCQRu7Qb7DZ3uKcrhC8ikU0NHW9eq0_XiKFh3RcZs-vFFrEhDx5xWiwqGew2A2NN74eOdw7FA596FAdEumVMQD2HiQYxzL-6Mw5OtJO7FeHCfHQd05hPUxlREYGKFm62qaxzD2lxkA0hSJOM/s1920/FOX-The-Big-Bang-Theory.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1920" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih0c-y6SEof91Bhk_YyH16m_RZGDqJCvOrHqiLapNhfCQRu7Qb7DZ3uKcrhC8ikU0NHW9eq0_XiKFh3RcZs-vFFrEhDx5xWiwqGew2A2NN74eOdw7FA596FAdEumVMQD2HiQYxzL-6Mw5OtJO7FeHCfHQd05hPUxlREYGKFm62qaxzD2lxkA0hSJOM/s320/FOX-The-Big-Bang-Theory.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Lo scorso mese mi sono dedicata ad un rewatch di <b>The Big Bang Theory</b>, che avevo cominciato all'epoca della sua uscita e mai concluso. È uno di quei prodotti che le persone della mia Vita Vera© amano molto mentre la mia bolla del web detesta appassionatamente. Io, con una diplomazia che non mi appartiene, in questo caso mi colloco nel mezzo. Non mi diverte quanto diverte altri, mi fa decisamente ridere meno, principalmente perché ho passato metà del tempo incazzata. I quattro subumani di genere maschile che sono protagonisti sono ripugnanti, al limite della violenza nei confronti delle loro compagne, viscidi insicuri con tanto bisogno di buona terapia. Le ragazze, però, sono quelle che mi hanno fatto restare. Penny non si sottovaluta mai, se non quando le fanno notare la sua supposta inferiorità intellettiva, è deliziosamente autoironica e la sua crescita non la rende più simile ai suoi amici ma solo più sicura di sè. Certo, il suo finale è dolceamaro, visto che le accade qualcosa che non desiderava e viene fatto passare come segno di "maturazione", ma sono disposta ad accettarlo visto che nel momento finale viene riconosciuto il suo contributo significativo in anni di amicizia. Bernadette è priva di etica, concentrata sul lavoro e la carriera, che non ha paura di imporsi. Amy, la mia preferita, è molto significativa: ha un ruolo di rilievo nello STEM, e non dimentica di incoraggiare le giovani donne nel suo discorso finale, ma soprattutto è quella che più di tutte beneficia dell'amicizia femminile, che la tira fuori dal suo guscio imposto da anni vissuti con una madre complessa, che la rende libera di essere se stessa, che la accetta anche quando è difficile comprenderla. Amy brama amicizia femminile e quando la trova la sua vita ha un'impennata in positivo che la sua relazione sentimentale non le darà mai.</div><div style="text-align: left;">Sto con questo insinuando che TBBT sia una serie femminista? Assolutamente no, e ho anche il sospetto che alcune delle cose positive siano quasi involontarie. Amy Farrah Fowler, sono qui solo per te. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqaez3PVRaCCVBzj-kcLV80KwiqwNE2b9Ovw6sSYOWSZ-uZfKBzLi-MNmbkw83vi5LC2zqC4mCjOAnpvDjDd6URPscG6ya6hq_0Rbq6tSHMvQDof-Foix9th3JtoaZFe6_TRPOWiQZmBzJEW_7GPTnDe0Kn_WRFMwFfNw4hfLjbcqJcFZ7riQDUaum/s1500/EN-US_NextinFashion_S2_Main_Square_1x1_RGB_PRE.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqaez3PVRaCCVBzj-kcLV80KwiqwNE2b9Ovw6sSYOWSZ-uZfKBzLi-MNmbkw83vi5LC2zqC4mCjOAnpvDjDd6URPscG6ya6hq_0Rbq6tSHMvQDof-Foix9th3JtoaZFe6_TRPOWiQZmBzJEW_7GPTnDe0Kn_WRFMwFfNw4hfLjbcqJcFZ7riQDUaum/s320/EN-US_NextinFashion_S2_Main_Square_1x1_RGB_PRE.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Mi vesto come una diciassettenne che ascolta solo pop punk ma potete giurarci che <b>Next in Fashion </b>lo guardo appena esce. Ho capito col tempo che mi appassionano le persone che hanno grande talento e pertanto i reality talent mi divertono parecchio. Mi piace vedere gente che ha evidentemente una mente superiore e che dal nulla riesce a creare qualcosa, in questo caso vestiti. La seconda stagione ha cambiato la co-host, Gigi Hadid ha preso il posto di Alexa Chung e sebbene preferissi la prima devo dire che la modella non se l'è cavata male. I concorrenti erano magnifici, e ho parecchio faticato a trovare un preferito anche se la vittoria mi ha reso piuttosto soddisfatta. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4S5gZx8a42-ULt5rbfIEYMvOrlW0B6cfJQSTL122dtkWaLHSH5fEam77n0jBvPO_-shpd621R1Lpzwp7Q8-kCNvzC-vAxbC70LwMdWCWEGW8Q-obkI20mwuBANCiXdVU-LgB3tKvwXJ0TZQuBcmXnKJve5oA6h2-HrQ6ioaVd72V62JKKkRRbDLmz/s1280/the%20bear.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4S5gZx8a42-ULt5rbfIEYMvOrlW0B6cfJQSTL122dtkWaLHSH5fEam77n0jBvPO_-shpd621R1Lpzwp7Q8-kCNvzC-vAxbC70LwMdWCWEGW8Q-obkI20mwuBANCiXdVU-LgB3tKvwXJ0TZQuBcmXnKJve5oA6h2-HrQ6ioaVd72V62JKKkRRbDLmz/s320/the%20bear.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Ho finalmente recuperato la tanto chiacchierata <b>The Bear</b>, e ho capito perché ha fatto così tanto parlare di sé. Mai avrei pensato di finire così coinvolta dalle sorti di un piccolo e piuttosto marcio diner di Chicago, eppure l'effetto Jeremy White ha colpito anche me. Se l'effettiva sopravvivenza del locale è un punto di grande coinvolgimento, è agli umani che ci lavorano dentro che si rivolge tutto l'affetto di chi la serie l'ha messa in piedi. Sono persone che in modi differenti si trovano a dover affrontare un lutto importante e che non sanno come comunicarsi che tutti vogliono la stessa cosa. Ci sono menti forgiate dalla propria storia personale che sono così diverse da cozzare costantemente ma che devono imparare a convivere perché hanno un obiettivo in comune e lo stesso peso sul cuore. Ogni piccolo gesto, quindi, nella frenesia della vita della ristorazione, diventa fondamentale per passarsi messaggi. Un grembiule di un colore diverso, un colpo sparato per aria per spaventare, una rissa tra gang placata con dei panini, la ricetta perfetta per il donut migliore possibile. Non si comunica a parole, ci si siede vicini a fumare insieme per mandare in fumo i pensieri sgradevoli e si torna a comunicare lavorando insieme.</div><div style="text-align: left;">Un piccolo gioiello di cui non vedo l'ora di vedere il seguito.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8t14SSPzAUVCC8KyctKz2txijSKYBuKOF8XBd71_cV1yT8Qw-Yv8E60ZyTpE3OmNDaHDBvp90--Ckf32FBMRH7pqz97wGXHSz3rCZlbeFks1Z8V2FCtVCK-J245p1Ko9CWDeU9GsD_zcjyTIPXzaBjd6lzbEmZBdYCd75za0KMzwZfoZv7ROps8rV/s1200/obiwan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj8t14SSPzAUVCC8KyctKz2txijSKYBuKOF8XBd71_cV1yT8Qw-Yv8E60ZyTpE3OmNDaHDBvp90--Ckf32FBMRH7pqz97wGXHSz3rCZlbeFks1Z8V2FCtVCK-J245p1Ko9CWDeU9GsD_zcjyTIPXzaBjd6lzbEmZBdYCd75za0KMzwZfoZv7ROps8rV/s320/obiwan.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">L'ho guardata principalmente per l'amore della mia vita Ewan McGregor? Ovviamente.</div><div style="text-align: left;">So che tutti i grandi amanti di Star Wars hanno quasi detestato <b>Obi-Wan Kenobi</b>, però io no. Era forse una storia che avrebbe potuto essere un film? Credo di sì, con i giusti tagli avrebbe potuto essere una storia carina e accattivante. Hanno deciso di farne un prodotto seriale probabilmente ancora scottati dai fallimenti di cose come <i>Solo </i>(che a me aveva anche divertito, ma si sa che sono di bocca buona), e il risultato è molto diluito. Ho amato pazzamente la piccola Leia, cavallina imbizzarrita e senza paura, e ho amato Obi-Wan, per quel mio consueto debole per i personaggi tormentati, avrei solo voluto vederli più "concentrati". Però non credo affatto sia la delusione che tanti hanno descritto.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPPiC7J-srCi6H_aGWvSu12HFWksVOW7GOjSrmPG4UAk0xyNVxoBBHwFOh0yC-N5usTOux0JymxRltI_AYuSOko_9PR_4DUlZHLielgzlSGX1ipJtqydd4x_51pzBjpd68_z73OL8cnS9DIRfp063JRUU-FiCdqp8wXMQQ0FugV0yrOQ6SZCAvqIvi/s1200/dinner-club-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="1200" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPPiC7J-srCi6H_aGWvSu12HFWksVOW7GOjSrmPG4UAk0xyNVxoBBHwFOh0yC-N5usTOux0JymxRltI_AYuSOko_9PR_4DUlZHLielgzlSGX1ipJtqydd4x_51pzBjpd68_z73OL8cnS9DIRfp063JRUU-FiCdqp8wXMQQ0FugV0yrOQ6SZCAvqIvi/s320/dinner-club-2.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Tra le cose guardate come spegni-cervello c'è stata la seconda stagione di <b>Dinner Club</b>, la serie di Prime nella quale Cracco porta in giro per l'Italia alcune personalità dello spettacolo per conoscere le specialità locali per poi cucinarle insieme per gli altri partecipanti. Cracco mi sta simpatico come un attacco di cervicale, ma in ogni stagione ci sono persone che sia a me che al Moderatore piacciono, e quindi tutto sommato abbiamo tollerato il cuoco. Se nella prima stagione c'era il nostro venerato Mastandrea a portare sulle spalle il peso del programma intero, in questa Giallini e Zingaretti ci hanno dato discrete soddisfazioni. C'è da dire che la vera scoperta però è stata Sabrina Ferilli, presente in entrambe le stagioni. Con ogni probabilità abbiamo scoperto l'acqua calda, ma l'attrice è matta come un cavallo, sboccata e spontanea ed è diventata la nostra preferita. </div><div style="text-align: left;">A parte questo, lo sguardo divertito con cui il cuoco guarda e si rivolge ad alcune delle persone che incontrano sul loro percorso è di violenta superiorità (ha bene da fare il piacione, ma si vede eccome), ai limiti del perculo, e questo è imperdonabile. Che se ne vada affanculo nei suoi locali di lusso e non vada a disturbare la gente reale che fa il suo lavoro.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixSvSA6ork5PfSVfi2GwU749qJlvXZe5iaGddG3UUE7fRVT1Ltd0QJmVvEI6baGFx1oad2YxSkeYtM_un01RBslyAIGbuXwTzBUqq98j0CTh-fzBcbfpbiCSVl-n0Wfg1NIbZnv9IJHB0FEi2LPzxvT82A85aAvoiE-HzdieZy8mEqlFr8dphPt22R/s2560/lol.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1920" data-original-width="2560" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixSvSA6ork5PfSVfi2GwU749qJlvXZe5iaGddG3UUE7fRVT1Ltd0QJmVvEI6baGFx1oad2YxSkeYtM_un01RBslyAIGbuXwTzBUqq98j0CTh-fzBcbfpbiCSVl-n0Wfg1NIbZnv9IJHB0FEi2LPzxvT82A85aAvoiE-HzdieZy8mEqlFr8dphPt22R/s320/lol.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Avevamo guardato le prime stagioni di LOL perché i meme su Twitter erano sinceramente bellissimi. La prima stagione in effetti era stata piacevolissima, complici buoni nomi coinvolti e la - almeno parziale - spontaneità della prima volta. La seconda stagione aveva avuto dalla sua un cast pure migliore, e infatti non ci aveva deluso. Questa terza sinceramente fiacca, noiosa, di un cringe quasi senza precedenti. Sono riusciti a far sembrare piatta Marina Massironi e questo è ai limiti del penale. Un vero flop.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7F-QOpDtz8sXFQ5FKTVFC4Ww2LXjBzuuNXbSX3PNVKuIXNFk5Eh_vMxeOluMILS8U4u9hXtEMRjC_8bM9LOE3dFc4lA84PMe1OYNjLdp93rvI8DXX3IVlXR0fz91lkmKMRvifUPAhLHcULE6QkIZfP35LLY3glhSG0Wj9vE8rYE75a8nvk9V32AY7/s960/daisyjones.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="960" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7F-QOpDtz8sXFQ5FKTVFC4Ww2LXjBzuuNXbSX3PNVKuIXNFk5Eh_vMxeOluMILS8U4u9hXtEMRjC_8bM9LOE3dFc4lA84PMe1OYNjLdp93rvI8DXX3IVlXR0fz91lkmKMRvifUPAhLHcULE6QkIZfP35LLY3glhSG0Wj9vE8rYE75a8nvk9V32AY7/s320/daisyjones.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Avevo letto il romanzo di recente e non ho resistito al richiamo della serie tv che è appena arrivata su Prime. L'ho trovata un lavoro ottimo. Atmosfera, costumi, musica, interpreti: è tutto davvero bellissimo. Le canzoni scritte per la serie sono magnifiche, i concerti sono una meraviglia, il modo in cui si parla dei media e della loro influenza è importante. Sceglie persino di dedicare un po' più di attenzione ad un personaggio nero e queer che nel libro era trascurato. Si respira l'aria del tour musicale del tempo, si mette a fuoco la pericolosità di una vita vissuta sul filo del rasoio, si mostra la complessità delle relazioni e non si fa un ritratto edulcorato dell'amore, ma anzi si evidenzia come anche le storie più belle hanno momenti orrendi e difficili. Ci sono personaggi spezzati da vite complesse, da famiglie sbagliate, da amori malsani che fanno il male di tutti i coinvolti. Le sue tre protagoniste femminili sono così carismatiche che da oggi vorrei solo essere il cosplay di tutte e tre, con i loro capelli stupendi e i loro vestiti magnifici.</div><div style="text-align: left;">Eppure si arriva al finale, che decide deliberatamente di buttare tutto nel water e tirare lo sciacquone. In 9 episodi si è costruita la storia di Billy affinché capisse quale strada prendere, quale vita scegliere, quale persona essere, per poi, negli ultimi minuti, liberarsi di tutto quanto. Se quello che accade è perfettamente nelle corde del personaggio di Camila, è del tutto sbagliato per quello di Billy, che tossico era nel primo episodio e tossico si è rivelato fino alla fine, e di certo non faccio riferimento al suo abuso di sostanze stupefacenti. Che immenso peccato, che spreco di ottimo materiale, che brutto.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2xm1i5-7e2CzuNPv21dWFUnul23nB7P7ULcPxHQnjrm9JzOK-6zNgqrMcIt0sRxh49Rhf_R31zjkkqGsmxiUh7sRC-I4cnth9lj2jtNgmuaB61cvD-ouuCgLzR74hYzoBqr-PZxIKi-7f8Epi71O9G9P-No_6QAfBNpU_VcUgmBjcbx7avOD2otQ_/s1600/ver1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2xm1i5-7e2CzuNPv21dWFUnul23nB7P7ULcPxHQnjrm9JzOK-6zNgqrMcIt0sRxh49Rhf_R31zjkkqGsmxiUh7sRC-I4cnth9lj2jtNgmuaB61cvD-ouuCgLzR74hYzoBqr-PZxIKi-7f8Epi71O9G9P-No_6QAfBNpU_VcUgmBjcbx7avOD2otQ_/s320/ver1.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Mi sono consolata ricominciando la mia serie teen preferita: <b>Veronica Mars</b>. La storia della giovane investigatrice privata del liceo di Neptune ci aveva conquistato tutti, nei primi anni 2000, perché tutti volevamo essere lei: cool, sicura di sé, senza morale ma con un forte senso di giustizia che le fa aiutare chiunque, forte e bellissima. Veronica aveva conoscenza nei luoghi malfamati della città, amici tra i criminali locali e persone potenti in debito con lei. Eppure era l'outsider, quella esclusa e che il resto della scuola prendeva in giro, cosa che la rendeva ben più simile a noi comuni mortali.</div><div style="text-align: left;">In tutto questo appeal della sua protagonista, la storia funzionava, e oggi lo posso dire col distacco del tempo, perché si trattava di gialli ben costruiti, di mistery in cui non si temeva di mettere nulla in discussione. Le famiglie, l'autorità locale ma non solo, i ricchissimi 09ers, l'intero sistema giudiziario statunitense: tutto è potenzialmente sbagliato se ci si mette in mezzo una ragazzina che non ha nulla da perdere. Veronica, guardata con gli occhi di un'adulta (sob) è una pazza incosciente, incapace di imporsi limiti ragionevoli, incapace di comunicare realmente con chi la circonda se non vi è costretta, confusa ed emotivamente caotica: è un'adolescente come tutti gli altri, e per questo la amiamo tanto e l'abbiamo tanto amata quando avevamo la sua età. Era quello che eravamo, ma al tempo stesso molto più figa di quanto saremmo mai stati. Le voglio molto bene e sono felice sia arrivata su Prime, per tornare a Neptune a giocare alla detective insieme a lei.</div><div style="text-align: left;">Dalla comodità del mio divano, però, che io incosciente così non lo sono mai stata.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-20342137342869557292023-03-14T12:16:00.005+01:002023-03-14T12:16:59.468+01:00Gli anni '50: il decennio delle donne mostruose<div style="text-align: left;"> Abbiamo appurato in tante sedi diverse che l'arrivo dell'Altro - alieno, mostro, o comunista - significa per il cinema americano la distruzione della famiglia tradizionale. Mariti sostituiti da mostri mutaforma, figli scambiati in culla, esperimenti volti a rovinare la squisitezza della società. </div><div style="text-align: left;">Cosa succede, però, quando a essere mostri sono proprio le donne, che del focolare domestico sono state da sempre (ehm) considerate gli angeli? Quando crollano le fondamenta, cosa succede al resto della società?</div><div style="text-align: left;">Negli anni '50 ci sono stati un po' di film per raccontarcelo, e ne parliamo insieme.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqtNSiJT2esbO68zLNA-wVNlyJyfEMuNNavs189WWfc_WcuGUW9jaLZuDMB86Yzldf_FHji-AZvI9zVoEivWXgUZG2LDSHBj3JXTyCYUfUz8iBkKZfvVWLs7EUXS3DeMlaScVfU4HFMbEmOJ93-_nFDkiJWcC_E6_kvjWqEzMN1aL25jvx9tRa3F2Y/s1280/She-Creature-1956-2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="1280" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqtNSiJT2esbO68zLNA-wVNlyJyfEMuNNavs189WWfc_WcuGUW9jaLZuDMB86Yzldf_FHji-AZvI9zVoEivWXgUZG2LDSHBj3JXTyCYUfUz8iBkKZfvVWLs7EUXS3DeMlaScVfU4HFMbEmOJ93-_nFDkiJWcC_E6_kvjWqEzMN1aL25jvx9tRa3F2Y/s320/She-Creature-1956-2.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">L'ho accennato parlando degli anni '40 ma lo ripeto velocemente qui: nel dopoguerra le donne sono spaventose. Hanno imparato a portare sulle spalle la società intera mentre gli uomini erano in guerra, hanno preso posizioni lavorative che fino a quel momento non erano loro concesse e si sono allargate all'interno del mondo, prendendosi spazi che fino a prima del conflitto erano loro preclusi.</div><div style="text-align: left;">Non stupisce quindi che, una volta conclusa la guerra, si sia cercato di riportare la società su territori conosciuti. Negli anni '50, quindi, il cinema diventa a sua volta un continuo racconto di conflitti, solo che questa volta bisogna cercare nemici "universali". </div><div style="text-align: left;">Come possiamo peggiorare l'immagine di questi invasori, di queste creature spaventose che interrompono le nostre vite per trasformarle in qualcosa di sconosciuto? Le rendiamo femmine.</div><div style="text-align: left;">E allora arriva <i>The She - Creature</i>, <i>The Leech Woman </i>- che includiamo anche se tecnicamente è del '60 - <i>The Wasp Woman</i>, di Corman, e così via. Un insieme di femmine il cui aspetto diventa raccapricciante e i cui sentimenti solo votati alla violenza.</div><div style="text-align: left;">Sono, questi, quasi sempre film punitivi per le loro protagoniste: Marla e Mrs Starlin, le protagoniste di <i>The Leech Woman</i> e <i>The Wasp Woman</i> sono aspramente giudicate perché vanitose. In entrambi i film ci si rivolge a conoscenze altrui (scienziati o culture esotiche) affinché regalino il segreto dell'eterna giovinezza, e questo diventerà per loro fatale. La cura per il proprio aspetto è un elemento negativo, sia che nasca dalle protagoniste stesse, come è nel caso della donna-vespa, o sia imposto da uomini controllanti, come il marito della povera Marla, e pertanto le conseguenze saranno gravissime. Poco importa se siano donne di successo, come Mrs Starlin, fondatrice di una casa cosmetica di grande successo, o se siano a tutti gli effetti vittime di una relazione malsana, il desiderio di gioventù, reale o anche solo ricreata grazie a creme o rituali, non si confà ad una donna di famiglia per bene e pertanto le conseguenze sono da pagare prima di tutto con l'aspetto. Ecco che quindi donne bellissime diventano mostri disgustosi, ma soprattutto pericolosi.</div><div style="text-align: left;">L'aspetto mostruoso è anche la punizione per la protagonista di <i>The She-Creature</i>, Andrea, forse il più popolare dei tre, colpevole solo di non ricambiare un amore ossessionato. </div><div style="text-align: left;">La donna che si concentra sul proprio aspetto è pericolosa perché non spende se stessa per la famiglia, e infatti nessuna delle nostre tre protagoniste fa parte di un nucleo familiare classico e funzionante. La signorina Starlin è nubile, per quello che ci è dato capire, Marla è vittima di un matrimonio infelice che l'ha resa vittima di dipendenze e costante frustrazione, Andrea esiste solo in virtù del suo ipnotizzatore e naturalmente nulla a che vedere con una relazione classica. </div><div style="text-align: left;">In <i>The Leech Woman </i>ci si spinge addirittura a creare un personaggio femminile che sembra avere tutte le intenzioni di distruggere il solo legame che rimandi ad una tradizionale visione del mondo. </div><div style="text-align: left;">Tutte e tre finiscono per uccidere: le donne sono diventate a tutti gli effetti dei mostri, per colpa della scienza impazzita (siamo pur sempre dalle parti dell'horror fantascientifico degli anni '50) o di rituali e tradizioni di popoli lontani che gli occidentali volevano andare a prendersi e fare propri. </div><div style="text-align: left;">La tragedia è sola fine possibile, quindi, ed è colpa delle stupide femmine che altro non vogliono se non la pelle liscia. (Per chi passa di qua per la prima volta, sono sarcastica).</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Questi non sono film eccellenti: sono molto "semplici", privi di guizzi particolari o di grandi ambizioni, ma sono rappresentativi della solita vecchia storia, declinata in questo caso nel linguaggio conosciuto del cinema degli anni '50: le donne sono spaventose.</div><div style="text-align: left;">A loro è andata male, noi oggi non abbiamo bisogno che sia uno scienziato fuori controllo a renderci mostri: lo diventiamo da sole, e la paura la facciamo di proposito.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-28923211311414045142023-03-06T18:19:00.000+01:002023-03-06T18:19:23.171+01:00Rileggere Harry Potter a 32 anni<div style="text-align: left;">Non ho mai fatto mistero, sebbene ne parli pochissimo, della mia relazione con Harry Potter. Nonostante provi un profondo imbarazzo per la sua autrice, che si è rivelata una persona che speravamo tutti non fosse, sono molto legata ai romanzi. Non fraintendetemi, quindi, questo che prevedo sarà un post fiume non serve in alcun modo a difendere né Rowling né chiunque condivida i suoi miserabili pensieri e anche il suo atteggiamento da povera vittima della woke generation.</div><div style="text-align: left;">Ma torniamo alle cose belle. Letti per la prima volta da bambina, esattamente coetanea dei personaggi che mano a mano sono cresciuti con me, Hogwarts è stata casa quando tanto avevo bisogno di averne una. Ho con i libri quindi un rapporto molto intimo, mi legano a loro un profondo affetto e ricordi dolcissimi. Ne sono pure piuttosto gelosa.</div><div style="text-align: left;"></div><div style="text-align: left;">Erano anni, però, che non rimettevo piede nel mondo magico, e siccome ho preso questa abitudine di scrivere libri per bambini mi sembrava che rileggere la saga dal successo più straordinario di sempre potesse essere una buona idea. Lo è stata, nonostante tutto. </div><div style="text-align: left;">Ne parliamo insieme, vi va?</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgINfJj5MDYn8vf0YVWs7aW2Dx4xYSXEFtDhIBImx5Km9HrcaseohJQiXEofutXJXv7AegZh1y6uRJRezJHDFITHDQh9lxPWnKWxDF2D6NqFOZSCbw_9-ZLrIgru1MXBVXGrQvC2KdAo3AakA8GpzitCLRVwTnUBVBGB-1ebLakg4a1fB3uu4Hx2ssj/s4032/hp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3024" data-original-width="4032" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgINfJj5MDYn8vf0YVWs7aW2Dx4xYSXEFtDhIBImx5Km9HrcaseohJQiXEofutXJXv7AegZh1y6uRJRezJHDFITHDQh9lxPWnKWxDF2D6NqFOZSCbw_9-ZLrIgru1MXBVXGrQvC2KdAo3AakA8GpzitCLRVwTnUBVBGB-1ebLakg4a1fB3uu4Hx2ssj/s320/hp.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Non ho pretesa, in questa sede né altrove, di fare un'accurata indagine di mercato per comprendere e analizzare le ragioni per cui questa serie di libri sia diventata il fenomeno travolgente che è ancora oggi, non ne ho proprio le competenze e lo trovo anche un po' noioso. Il mio vuole essere solo, come di solito da queste parti, un post a sentimento, una chiacchierata insieme su qualcosa che tanto mi sta a cuore.</div><div style="text-align: left;">Certo, riletta con occhi più maturi la saga ha una serie di problematicità che oggi sono evidenti ma che da piccola non avevo mai colto. Una su tutte: una vera e propria ossessione per il peso dei personaggi, che è sì coerente con il periodo in cui è stato scritto, ma che oggi agli occhi del lettore stona parecchio. I personaggi grassi si dividono in due categorie: i cattivi, come Dudley che non ha altre caratteristiche fisiche che non siano il suo peso sempre crescente o la Umbridge, e i materni, come la signora Weasley, Hagrid e in un certo senso anche la Signora Grassa, che con il suo ruolo e la sua posizione in un certo senso "protegge" i Grifondoro. </div><div style="text-align: left;">A costo di sollevare delle ovvietà, è una saga completamente priva di rappresentazione, in cui tutti i personaggi sono bianchi, abili, etero - con l'eccezione di Silente, volendo, anche se questa è una cosa che non sta nei romanzi ma solo nelle dichiarazioni della sua autrice fatte pure, a mio parere, in modo furbetto e disonesto. Parlando ai giovanissimi, non sono problematicità da nulla: stiamo dicendo loro che se non rientrano in queste caratteristiche non sono i protagonisti, e che questa saga non parla a loro. Noi che siamo della generazione che con Harry Potter è diventata grande siamo vittime storiche dell'ossessione per la magrezza malsana che i primi anni 2000 ci vendevano come sola possibilità di essere accettabili, e la saga ha rinforzato quello che tutti gli altri ci dicevano. Sebbene nei romanzi successivi questo costante rimando al peso vada leggermente scemando, il danno ormai era fatto. Tutto il resto, invece rimane invariato, dal primo al settimo.</div><div style="text-align: left;">Eppure, e mi perdonerete per l'eccesso di miele, non ha perso la sua magia. Riletti oggi, i romanzi di Harry Potter si sono confermati tra le più straordinarie storie per ragazzi mai scritte, e proverò a spiegarvi, ma soprattutto a spiegarmi, il perché.</div><div style="text-align: left;">Quello che funzionava allora e funziona oggi è il potentissimo senso di appartenenza. La costruzione così dettagliata dell'universo magico porta a totale immedesimazione. Come dicevo, nel momento della mia vita in cui mi ci sono approcciata avevo bisogno di un luogo a cui appartenere, e Hogwarts me lo ha dato, perché lo diventa per i suoi studenti. Diventa casa, è accogliente e calda, è familiare e dolce, è un caldo abbraccio in cui rifugiarsi. Il modo in cui il castello da solo prende il posto della famiglia, fin da quando i suoi studenti sono poco più che bambini, è candido e radioso. Si sale su un treno che ti porta in un castello magnifico che per tanto tempo finirai per chiamare <i>casa</i>, e funziona perché all'interno del castello si ricreano esattamente le dinamiche familiari che hai da poco lasciato. Hai amici che diventano fraterni perché non hai scelta, insegnanti che non diventano mai vere e proprie figure genitoriali ma che almeno riportano l'aspetto autoritario in un luogo che altrimenti ne è completamente privo. Non ci sono educatori o figure alla pari che si occupino dei bambini quando le lezioni sono finite. Si fa affidamento sugli altri studenti, che vengono premiati con piccoli ruoli di autorità, come i Prefetti e i Capiscuola, ma tutto sommato non appena si sale sul treno viene richiesto agli studenti di diventare grandi nel modo più dolce possibile: appoggiandosi gli uni agli altri.</div><div style="text-align: left;">Questo è per me il vero, immenso, punto di forza: il valore dell'Altro. Lo so, lo so, conoscendo oggi la sua autrice è quasi ridicolo, ma sto cercando di separare opera e autore. </div><div style="text-align: left;">Harry Potter è speciale senza avere fatto nulla per esserlo. Non è il più intelligente ma neppure quello che lo è di meno. Non ha poteri particolari, doni che lo rendano diverso. Lo è in virtù di quello che qualcun altro ha fatto per lui (di nuovo, il valore dell'Altro), ha un potere che gli è stato donato senza alcun merito. E questo è magnifico, è rincuorante, è anti performativo. In un mondo che ci chiede costantemente di provare quanto siamo meritevoli delle cose che abbiamo, Harry ha tanto senza avere fatto niente, ma soprattutto è circondato di amore. E su questo ci torniamo.</div><div style="text-align: left;">Tornando sul discorso del tanto famigerato world building, invece, quello che mi ha dato la sensazione di essere l'elemento vincente è composto da due cose: familiarità e rispetto.</div><div style="text-align: left;">Quando parlo di familiarità intendo che fa riferimento costante alla vita che i lettori conoscono così bene. Hogwarts è una scuola, e pertanto ha regole, lezioni, compiti. Ha momenti di divertimento, di quelli che ti porti appresso per la vita intera, e altri rognosi da cui desideravamo scappare, come il professore che pensiamo ci detesti o la materia in cui facciamo schifo. Lo sport ha un ruolo fondamentale, al punto che non solo il Quidditch è stato creato dal nulla con un complesso sistema di regole, campionati e capacità richieste, ma ha anche un peso importante in termini di pagine spese per parlarne. A partire dai primi volumi, dalla lunghezza più contenuta, capitoli interi sono dedicati a partite, allenamenti, squadre. Alcuni eventi fondamentali succedono a bordo campo, durante le partite, in grandi occasioni come la Coppa del Mondo. La vita di un qualsiasi ragazzino - inglese ma non solo - è portata in scena in modo realistico, ma migliorato. La vita comune subisce il più bello degli upgrade: la magia.</div><div style="text-align: left;">E quindi gli elementi più tradizionali del mondo magico come lo conoscevamo già prima nella cultura popolare diventano parte dell'esperienza comune dei ragazzini, creando sulla carta la vita dei sogni. </div><div style="text-align: left;">In questo senso però non tratta come stupidi i suoi giovani lettori, e qui andiamo nella parte sul rispetto. Considera chi legge alla pari degli adulti e pertanto anche la costruzione del mondo magico adulto è reale: ci sono un Ministero, con tutti i problemi di elezione e successione, Tribunali, con annessi problemi di corruzione, banche, istituzioni burocratiche, prigioni. Col passare degli anni i lettori sono introdotti a tematiche più "mature", che però fin da <i>La pietra filosofale</i> sono pronti solo per essere esplorati. È tutto stato sempre lì, serviva solo il tempo di conoscerlo per bene. </div><div style="text-align: left;">Ovviamente a rendere il tutto molto buono è la "premeditazione", la costruzione a tavolino di un mondo complesso e completo ma alla portata di lettori di ogni età, che hanno la sensazione di leggere qualcosa che parli a loro ma che li faccia sentire grandi.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">A toccare il mio cuore, però, sono altri due elementi.</div><div style="text-align: left;">Come dicevo prima, l'Altro. Harry Potter da solo è un simbolo, nulla più. Fin dalla sua nascita, però, è stato graziato da un gruppo di persone che lo hanno amato a prescindere dal suo ruolo, e crescendo ha saputo costruirsene uno suo, di gruppo, che lo amasse altrettanto. Non c'è una sola circostanza in cui se la cavi da solo, in tutti i libri, a partire dai primi bisticci con Draco fino alla magnifica Battaglia di Hogwarts. Harry vive in una nuvola di amore, che lo protegge e lo incoraggia, che lo supporta e lo rimprovera quando necessario. Sono innumerevoli, nei romanzi, gli abbracci stretti, quelli che ti dai solo quando pensavi che non avresti mai più rivisto qualcuno, le mani intrecciate di nascosto per incoraggiarsi, le parole sussurrate alle orecchie per aiutarsi. È un mondo fatto di quell'intimità che hanno solo le persone che potrebbero perdersi da un momento con l'altro, e quello è proprio un amore diverso da qualsiasi altro. Poiché la perdita nei romanzi esiste, e anche frequente, quell'amore qua si fa sempre più forte. </div><div style="text-align: left;">Sì, il trope della famiglia per scelta è uno di quelli che tanto mi emozionano, e questa saga ne è la quintessenza. La sola famiglia tradizionale, i Weasley, non fa altro che aprirsi agli altri, allargando questo piccolo mondo in cui quel poco che c'è è di tutti, e in cui la profonda dignità della povertà impedisce di lamentarsene. Molly non è solo quella che cucina per tutti, è quella che ama tutti come se li avesse messi al mondo lei. È preoccupata per tutti allo stesso modo, è protettiva e accogliente, senza un istante di cedimento. Siamo su questa barca insieme e insieme remiamo per arrivare alla destinazione.</div><div style="text-align: left;">L'altro elemento, infine, è l'Ordine della Fenice. Anche questo non è un mistero per chi ha già letto questo blog, ma i ribelli mi straziano il cuore. Quelli che in pochi, barcamenandosi tra il nulla che possiedono, muoiono per un ideale. Quelli che hanno una missione più importante della vita stessa, ovvero liberare il mondo dall'oppressore. L'Ordine vecchio, decimato dai primi anni di Voldemort, che si ricostruisce e fa spazio ai nuovi membri, tutti insieme con la paura di perdersi ma con un nemico da combattere per liberare il popolo intero. Con i vecchi caduti nel cuore e le nuove generazioni da proteggere. I ribelli, come piccola pentola di fagioli che sobbollisce al di sotto del frastuono del male, che si fa spazio in un mondo in cui il cattivo si è preso le istituzioni e la libertà. E quindi le riunioni di nascosto, le parole d'ordine per accedere, un nascondiglio segreto, modi creativi per comunicare, tutti piccoli momenti che mi scaldano il cuore e mi fanno sempre credere che, comunque vada, un piccolo gruppo di ribelli da qualche parte sta combattendo per qualcosa di più importante del mondo intero. Mi piace pensare che avrei il coraggio di essere una di loro. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Harry Potter è stato costruito a tavolino per funzionare con chiunque, persino con i ragazzini dalla vita privilegiata, perché riconoscono aspetti che sono familiari anche a loro e hanno una bella avventura magica. È nei ragazzini a cui la vita ha riservato un po' di iella, però, che si prende uno spazio immenso nel cuore. Perché ti dice che quel tipo di amore lo puoi avere anche tu, anche se non sei niente di speciale ma solo perché esisti, perché quel tipo di famiglia lì lo puoi trovare anche tu, quando incontri qualcuno che ti assomiglia e gli lasci modo di scoprirti, perché ti racconta che casa non è un'abitazione, e se lo è non è una reggia lussuosa: è il luogo in cui senti che puoi dormire la notte sapendo che per un po' il male non ti può venire a prendere.</div><div style="text-align: left;">Per me, oggi, è ancora un po' quel luogo sicuro lì: in mezzo a mille tribolazioni, so sempre che alla fine "all was well", e ricomincio a respirare per un po'.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-50527428716823861552023-01-31T19:09:00.003+01:002023-01-31T19:09:40.317+01:00Le cose viste e lette a gennaio<div style="text-align: left;"> Anno nuovo, rubrica vecchia.</div><div style="text-align: left;">Mi piace sempre, però, raggruppare a fine mese, in un unico post, tutte le cose di cui ho fruito nel periodo, per raccontarle senza accollarmi troppo. </div><div style="text-align: left;">Quindi, con le nostre solite categorie, cominciamo!</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBp1avyoukgobwyziX1_-R6qkWoAJ0KqPQooA8AWOqKVciUYT9FQ7zySvx7jZMzHEKhwEkCfxmgl6STKLc67CNQQi1iacKLLXsY8k3Xg2zmZ8pzXPZ6ljxRit0_DrR0rv2DUgG-p5uPJhMMgKA65A8Jd9CmYBZ51mYt0MScVe2kBrGaVIIWtLSlaub/s5431/gennun.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3055" data-original-width="5431" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBp1avyoukgobwyziX1_-R6qkWoAJ0KqPQooA8AWOqKVciUYT9FQ7zySvx7jZMzHEKhwEkCfxmgl6STKLc67CNQQi1iacKLLXsY8k3Xg2zmZ8pzXPZ6ljxRit0_DrR0rv2DUgG-p5uPJhMMgKA65A8Jd9CmYBZ51mYt0MScVe2kBrGaVIIWtLSlaub/s320/gennun.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>Podcast</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Dopo un periodo di stanca, risollevato solo dall'ascolto di Carla, una ragazza del novecento, a cui ho dedicato <a href="http://www.redrumia.it/2022/12/carla-una-ragazza-del-novecento-il.html" target="_blank">un post intero</a>, finalmente ho trovato un po' di cose nuove da ascoltare.</div><div style="text-align: left;">Primo su tutti <b>Nella trappola della setta</b>, un podcast a cura di Giorgia De Carolis che affronta il tema delle sette e dei culti, e che nello specifico si sofferma sul caso Un Punto Macrobiotico, fondata negli anni '80 da Mario Pianesi. Il podcast, di soli 6 episodi, cerca di analizzare, anche grazie all'intervento di esperti, le dinamiche sociali e psicologiche che rendono alcune persone vittime di quelli che sono veri e propri crimini. Il lavoro di De Carolis è approfondito, parte da un'esperienza personale e finisce per ampliarsi, fino a chiedere un feedback anche ai diretti responsabili. A voi il piacere di scoprire che cosa hanno da dire. È molto doloroso, parla di persone che hanno buttato anni di vita, e compromesso in alcuni casi la propria salute, solo per aver riposto la propria fiducia nelle persone sbagliate. Interessante e molto ben curato.</div><div style="text-align: left;">Ho scoperto poi <b>Mystery Pot</b>, in cui una coppia di amiche si racconta fatti misteriosi. Da Nostradamus, ai Warren, fino ad Anneliese Michel. Le due ragazze sono simpatiche, hanno evidentemente un bel rapporto che rende piacevolissimo ascoltarle.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>Videogiochi</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Questo mese in live abbiamo giocato a due cosette. Il primo, folle e disperato, è <b>The Textorcist</b>, l'indimenticabile avventura dell'esorcista sconsacrato Ray Bibbia, che lavora in una Roma ormai completamente succube del potere del Vaticano. Ma poi, quel Vaticano lì, sarà ancora in piedi come lo conosciamo? Lo scoprirete affrontando demoni e posseduti, che combatterete digitando sulla tastiera le parole del rito dell'esorcismo. O siete dei portenti, o ci dovete giocare in due, perché mentre digitate dovete pure scappare. Non è facile. Ma quanto fa ridere.</div><div style="text-align: left;">Sapete invece cosa <i>non </i>fa ridere? <b>The Vanishing of Ethan Carter</b>, in cui nei panni dell'investigatore Paul Prospero dovrete scoprire che fine ha fatto il giovane Ethan che, come da titolo, è scomparso. </div><div style="text-align: left;">È un gioco bellissimo, non fraintendetemi, ma sto cominciando a chiedermi fino a che punto sono disposta a lasciare che le storie dell'orrore si prendano gioco di me e della mia - già di suo malconcia - emotività.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>Serie tv</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Mese intenso da questo punto di vista. Abbiamo recuperato <b>Lovecraft Country</b>, e mi si spezza il cuore nel dire che mi ha lasciata piuttosto tiepida. Più ero coinvolta dalle vicende personali dei personaggi, dalla componente, passatemelo, "reale", meno lo ero da quelle soprannaturali, e ad una serie che si intitola così non sono sicura di volerlo perdonare. L'ho trovata un pochino messa insieme con lo scotch, forse perché parte di un progetto più ampio che non potrà vedere la luce ora che è stata cancellata? Ma in un'epoca come questa, in cui cancellano più serie di quante ne producano perché il mercato sta messo come sta, è ancora perdonabile concepire una stagione di una serie che da sola non stia in piedi? Non ne sono sicura.</div><div style="text-align: left;">Il tutto, però, si è presto dimenticato, da queste parti, perché abbiamo proseguito il mese con <b>Yellowjackets</b>, di cui il web parla da mesi. E ne parla da mesi a ragione, ovviamente, perché sebbene tanti lamentino il già visto io l'ho trovata una bella ventata d'aria fresca, paradossalmente. Soprattutto per il modo in cui parla delle relazioni tra le amiche adolescenti, mostrando le zone grigie di un periodo della vita in cui tutto è bianco o nero. Mi piace vedere donne così diverse volersi bene ugualmente, nel modo complesso in cui si vive il <i>volersi bene. </i>L'ho trovata intensa e di strepitoso intrattenimento, e bramo la seconda stagione tanto quanto bramo il caffè dopo pranzo.</div><div style="text-align: left;">Infine, mi sono dedicata a <b>Ginny&Georgia</b>, uno dei prodotti più popolari di Netflix. Le protagoniste sono mamma e figlia, e, come in tutte le storie di questo tipo, i loro problemi nascono quando le due non capiscono che devono comunicare meglio. Georgia deve accettare che Ginny non sia più bambina e Ginny deve accettare - anima candida - che ci sono cose di cui al momento ha il privilegio di non doversi preoccupare. Il modo in cui parla della povertà è reale, in alcuni momenti così tanto che mi è mancato il fiato. Soprattutto, però, ho apprezzato il modo in cui parla di autolesionismo (potentissimo tw), che è uno dei temi principali soprattutto della seconda stagione. È una serie in cui due genitori bambini non sanno come essere adulti insieme alla loro figlia adolescente senza riversarle addosso responsabilità che non ha - terreno molto familiare alla Vostra - e che cercano gli strumenti per lasciarsi alle spalle un passato che decisamente alle spalle non ci vuole stare. È una storia che parla di quanto si è disposti a fare per il bene dell'altro, ma anche di che cosa significhi davvero, il bene dell'altro. Dove sta il confine tra giusto e sbagliato, ammesso che ce ne sia uno. Il tutto ovviamente trattato con grandissima leggerezza, perché è una serie comedy che non ha pretesa di trattato morale ma solo, mi è parso di capire, di far nascere un dialogo.</div><div style="text-align: left;">Infine, per la categoria true crime, ho visto <b>Vatican Girl</b>, la serie Netflix su Emanuela Orlandi. La vicenda la conosciamo quindi lo sapete già che dovete arrivarci con la voglia di strappare gli alberi a mani nude dalla terra secca. Per quanto riguarda la struttura della serie, invece, ho solo un piccolo appunto: si dedica davvero tanto tempo ad un personaggio a cui davvero io non avrei dedicato più di 5 minuti. La vicenda Orlandi è gigantesca e complessa, non c'è bisogno di far parlare i buffoni mascherati. (Non) parlano a sufficienza quelli col volto scoperto.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>Libri</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Come sempre mi accade, gennaio è il mese in cui leggo di più. Oltre al libro del mio progetto di lettura (i dettagli sono sul mio Instagram), ho concluso la seconda metà de <b>Le nebbie di Avalon</b>. L'immenso lavoro di Marion Zimmer Bradley è diventato il mio libro preferito. L'ascesa e la caduta di Camelot raccontate dal punto di vista delle sue donne è uno straordinario viaggio che non parla solo di storia, ma che usa le religioni come spunto per parlare di società, di cultura. L'antico culto di Avalon e la religione cristiana diventano le due lenti attraverso cui le nostre signore leggono il mondo, e decidono delle sorti di Britannia. Un mondo fatato in cui le battaglie sono sempre sullo sfondo, mentre il presente è deciso da chi la battaglia la governa da lontano: le donne. </div><div style="text-align: left;">Ho poi letto <b>Niente di vero</b>, di Veronica Raimo, che è un divertentissimo racconto familiare, una disamina della famiglia dell'autrice, che prendendosi molto poco sul serio ci racconta dei suoi. Perfetto per le persone della mia età, che cominciano a costruirsi una famiglia propria e hanno strumenti nuovi per analizzare quella di origine. Tanto vale che ci ridiamo su.</div><div style="text-align: left;">E siccome in questo periodo sto un po' così così ho deciso di concedermi una lettura che non facevo da anni: <b>Harry Potter</b>. Per un decennio della mia vita questi libri sono stati il mio conforto, il mio scudo contro il mondo, la mia casa. Sì, le storie hanno quel potere immenso qua. Li ho abbandonati per un po', perché la fame di parole nuove mi ha lasciato poco tempo. Quest'anno, però, l'ho cominciato con un po' di difficoltà, e ho pensato che fosse il momento buono per tornare un pochino nell'abbraccio caldo di chi mi ha consolato tante volte. Essere grandi è difficile, e io avevo voglia di tornare piccina ancora un po'. Al momento sono al quarto. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Dei <b>film </b>che vedo parlo sempre su instagram quindi vi rimando a quello se vi va di leggere che cosa ho guardato vi rimando a quello, il link è sempre qua di fianco.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>IRL</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Senza il minimo dubbio, la cosa più bella di gennaio è stata l'aver visto finalmente dal vivo <b>Notre Dame de Paris</b>. Dopo una quindicina d'anni passati a cantare con tutto il dolore che conosco che "la parola bella è nata insieme a lei" da sola nella mia cameretta, ho finalmente visto e soprattutto sentito le voci del cast originale cantarla con tutta la disperazione della storia più tragica della letteratura. La storia di Quasimodo mi appassiona in tutti i suoi formati, compreso quello edulcorato di casa Disney, perché non esiste descrizione più sincera del dolore, e dell'amore, e di quanto nonostante il primo valga sempre la pena del secondo. </div><div style="text-align: left;">Ho pianto come se fossi stata lì da sola, a cantare inni di passione e libertà. Di una bellezza che non ha senso raccontare.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-16061637826096629702022-12-30T15:32:00.002+01:002022-12-30T15:32:55.215+01:00Carla, una ragazza del novecento: il podcast<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmdSauPb3zVztUEVpl0bxsXUn7OPvyhdkJfsv0tNnao8adobJR8Ay4Sliky-NV8HEzgqHq6NWlm2lOUQc7i5y6npCQGAMvErDRfz0bUGSzRAOKlv0aWDBIOm2ov97aG5Qv7Nq6wySPe6cZSoxtQCgM_RXaJE7y8teCX0x7Lsc_s4uKbosapDc7eNA3/s2560/carla_ragazza_img_podcast-1-scaled.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2560" data-original-width="2560" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmdSauPb3zVztUEVpl0bxsXUn7OPvyhdkJfsv0tNnao8adobJR8Ay4Sliky-NV8HEzgqHq6NWlm2lOUQc7i5y6npCQGAMvErDRfz0bUGSzRAOKlv0aWDBIOm2ov97aG5Qv7Nq6wySPe6cZSoxtQCgM_RXaJE7y8teCX0x7Lsc_s4uKbosapDc7eNA3/s320/carla_ragazza_img_podcast-1-scaled.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p><br /></p><div style="text-align: left;">In tanti anni di blog non credo mi fosse mai capitato di dedicare un post intero ad un podcast, ma sono reduce dall'ascolto dell'ultimo episodio di <i>Carla, una ragazza del '900</i>, il prodotto di Sara Poma, e ho tanta voglia di parlarne. </div><div style="text-align: left;">Che questo mi sia di lezione, tra l'altro, perché ho giusto appena pubblicato il post sui preferiti dell'anno e subito dopo scoperto il miglior prodotto audio del periodo.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><i>Carla</i>, composto da - soli, sigh, 8 episodi, è il racconto di una vita. Carla è la nonna materna di Sara, la creatrice del podcast. Nel 1992 ha deciso di raccontare la sua vita in un testo, scritto a mano e corredato di fotografie. Anni dopo la nipote ha deciso di raccontare la storia che ha trovato nel quaderno, che è una storia ordinaria e, proprio per questo, straordinaria.</div><div style="text-align: left;">Viene da riflettere, ascoltando questo lavoro magnifico, che ruolo abbiamo nel mondo. In un pianeta abitato da miliardi di persone, in cui io spesso mi sento il carico dell'enormità dell'umanità, di fronte al quale mi sento piccola e invisibile, viene da riflettere sulla nostra presenza, sul nostro - eventuale - impatto, su cosa conta essere così piccoli in un mondo così grande. La storia di Carla è la storia di una donna qualunque, ammesso che tale concetto esista davvero, che esistano persone <i>qualunque. </i></div><div style="text-align: left;">Eppure ci arriva da qualcuno che Carla l'ha molto amata e di conseguenza la rende la sola storia degna di essere raccontata. Allora, forse, tenendo presente tutto questo amore, tutto assume un significato differente. I piccoli membri delle storie ordinarie diventano una rete intera, composta di esistenze congiunte che, insieme, formano l'umanità intera. E quindi, di <i>qualunque</i>, non c'è proprio nessuno.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Nel racconto di Carla incontriamo anche altre vite: quella del marito Felice e del fidanzato Beppe, della figlia Marisa, del genero, del padre, delle nipoti. Insieme, una piccola società, di quelle che, messe tutte insieme, sorreggono sulle spalle il peso del mondo. I due racconti, il manoscritto e il podcast, sono tutti basati sull'immenso amore che ha legato le persone coinvolte. Anzi, non sull'amore, sul <i>bene. </i>Carla, parlando degli uomini che hanno segnato la sua vita, non parla mai di innamoramento, se non in un breve passaggio sul marito che l'ha lasciata vedova troppo presto. Usa spessissimo l'espressione <i>voler bene. </i>Forse è una scelta dettata da differenze di espressione, ma in un momento storico (il mio da ascoltatrice) in cui siamo soliti gridare all'amore furioso, sguaiato, folle, questo modo più umile se vogliamo di riferirsi al sentimento che sorregge le sorti del mondo mi ha scaldato il cuore. In un momento in cui l'amore era un privilegio (per capire cosa intendo, Jennifer Guerra nel suo <i>Il capitale amoroso</i> ne parla approfonditamente), sapersi <i>voler bene </i>era un grande dono. E Carla, di bene, ne ha voluto tanto. Nel suo manoscritto non parla di vicende romanzesche, di amori selvaggi e tormentati, ma racconta la magnificenza dell'ordinarietà. Racconta di relazioni iniziate al bar di paese, di un marito conosciuto tramite amici comuni, di incontri casuali. Parla di relazioni in cui non ci si gridava parole di passione, ma in cui si vivevano situazioni comuni, quotidiane, spesso tribolate. </div><div style="text-align: left;">Anche nel parlare della figlia, quello che emerge non è una narrazione moderna della maternità, ma piuttosto una definizione concreta e dolorosa di cosa significhi volere il <i>bene </i>dell'altro. La sua Marisa è cresciuta con i nonni, perché il lavoro la teneva lontana da casa. Si sono tanto amate (<i>volute bene</i>) ma si sono vissute poco. E persino riferendosi ai suoi genitori, quello che emerge è senso di colpa, eterna riconoscenza, <i>bene. </i></div><div style="text-align: left;"><i><br /></i></div><div style="text-align: left;">Questo perché Carla ha vissuto in un momento in cui quelle come lei, cresciute e vissute senza una lira, non avevano il privilegio della scelta. Ha preso il primo lavoro disponibile, che nonostante condizioni che oggi riconosciamo essere di grave sfruttamento le piaceva molto, ma ha vissuto lontana dalla sua famiglia tutta la vita. È stata sottoposta a umiliazioni, orari indecenti, richieste scandalose da vicini di casa molesti. È stata una donna in un momento in cui esserlo era ancora di più difficile di quanto non lo sia oggi. Mai una volta, però, nel suo racconto, si respira un momento in cui si concede di lamentarsi. Riconosce grandi momenti di sconforto, racconta la difficoltà e i momenti complessi, con lo stesso tono molto consapevole di quando racconta che col coltello tra i denti li ha superati tutti quanti.</div><div style="text-align: left;">Nelle ultime righe, quando il suo racconto volge alla conclusione, Carla si fa quasi un plauso. È stato difficile, ma ha vinto tutto. È riuscita a condurre una vita dignitosa, ad essere persino, in qualche momento, felice. Ma soprattutto è fiera di sé, di essere, prima di tutto, una persona buona, capace di farsi rispettare quando necessario ma col cuore sempre aperto per gli altri, per la sua grande capacità di <i>volere bene. </i></div><div style="text-align: left;"><i><br /></i></div><div style="text-align: left;">Gli ultimi momenti dell'ultimo episodio sono condotti solo dalle parole di Sara, che ricorda cosa ne è stato di Carla dopo la stesura del diario, e come sono passati i suoi ultimi anni. Infine, ci lascia con quelli che sono stati gli ultimi momenti con questa nonna bella e buona e il dolcissimo amore con cui la ricorda mi hanno, insindacabilmente, convinta che in quel tipo di bene lì stia tutto il senso della nostra permanenza qui. </div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-30042726636783772872022-12-22T19:37:00.000+01:002022-12-22T19:37:07.805+01:002022: Un post sui preferiti<p> Se già abitualmente non sono una maestra nel fare bilanci, questo 2022 mi sta mettendo molto alla prova. Alcune cose sono state magnifiche, altre hanno messo molto alla prova il mio traballante equilibrio e sto per questo rassegnandomi all'idea che questo sia, semplicemente, il modo in cui va l'esistenza e che sia compito mio imparare a convivere con l'instabilità che ne consegue. Mi creerò gli strumenti adatti strada facendo, come immagino facciamo tutti quanti per stare a galla.</p><p>Siccome però siamo qui per parlare dei prodotti di cui fruiamo, bisogna riconoscere che da questo punto di vista siamo in un momento glorioso che ricorderemo con gioia. Andiamo quindi con il nostro solito elenco per punti per vedere che cosa ho amato di più.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY0-9-6a1hdUqPWk0bCtHSmr751Hw_cDEugOhy1brIuOwai_CsqDXm-V9EqmjPNVRLXUlL0IkMlZL-Ku9RR2dtlr8A0G5HujXwWk4SubaQH7DuSKzGXoxpk3w8gr1x5gkY8ym3QknyGnmB4Kd8t6lRuAfpsIJ3edv2Xpk8_UMv0iYihcJIPdKZDj7J/s5322/nye.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3553" data-original-width="5322" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgY0-9-6a1hdUqPWk0bCtHSmr751Hw_cDEugOhy1brIuOwai_CsqDXm-V9EqmjPNVRLXUlL0IkMlZL-Ku9RR2dtlr8A0G5HujXwWk4SubaQH7DuSKzGXoxpk3w8gr1x5gkY8ym3QknyGnmB4Kd8t6lRuAfpsIJ3edv2Xpk8_UMv0iYihcJIPdKZDj7J/s320/nye.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><b>PODCAST</b></p><p>A metà dell'anno, complice un trasferimento lavorativo, ho cominciato a macinare molto meno chilometri di quanti non ne facessi prima, e per questo ho di molto ridotto la quantità di podcast che riesco ad ascoltare. La mia rivelazione dell'anno, però, sono sicuramente quelli de <i>Il Post</i>, almeno quelli disponibili anche senza l'abbonamento. Ho ascoltato <b>La bomba</b>, <b>La fabbrica dei soldi </b>e, naturalmente, ascolto con religiosa fiducia <b>Indagini</b>. Sono naturalmente lavori professionali, curatissimi e dall'evidente impronta giornalistica, che però non mi dispiace nonostante sia una più da chiacchiere tra amici. Nello specifico, <b>Indagini</b> si distingue dal marasma di podcast true crime per il modo in cui si allontana da narrazioni morbose e irrispettose - e, lo sapete, lo dico da appassionata del genere - perché si concentra su due aspetti: come si sono svolte le, appunto, indagini, e come i media hanno gestito la narrazione. Davvero un lavoro ottimo, pulito nei modi e negli intenti. </p><p><b>LIBRI</b></p><p>Se parliamo di narrativa dell'orrore, due sono i titoli che a mesi di distanza mi porto ancora dentro. Il primo è <b>Civitas Dei</b>, di Vincenzo Disalvio, di cui vi ho già parlato abbondantemente in <a href="http://www.redrumia.it/2022/04/preferiti-di-aprile.html" target="_blank">questo post</a> e che continuo a consigliare. Un viaggio magnifico nel Sud più profondo e nell'italianità più autentica. Il secondo, invece, è <b>L'ospite</b>, forse l'opera più famosa di Sarah Waters. Un gotico molto classico, dal sapore che arriva dritto da altri tempi ma che appassiona con moderna freschezza. Una storia di donne non credute, di case e realtà che cadono a pezzi, di amori sbagliati e di responsabilità che nessuno ha davvero mai chiesto. </p><p>Se usciamo dal mio genere del cuore, ecco che invece l'anno se lo è preso <b>Almarina</b>, una storia di donne, di nuovo, che si trovano e capiscono passo dopo passo come fare a costruire una vita insieme. Una madre in potenza e una figlia da aiutare, in una realtà che sarebbe complicata anche per i più forti degli spiriti, ovvero quella del carcere minorile. Una prosa indimenticabile, il mio 2023 sarà tutto dedicato alla scoperta di tutto il resto che Valeria Parrella ha dato alla luce.</p><p><b>FUMETTI</b></p><p>A qualche anno dall'ultimo volume, che ci aveva piantati in asso con un finale da togliere il fiato, è tornato il mio fumetto preferito di ogni tempo: <b>Saga</b>. Arrivati al decimo volume, abbiamo resettato tutto e siamo come ripartiti, con tanti volti nuovi da conoscere ed imparare ad amare. Eppure, quel modo lì che aveva di raccontare un universo in subbuglio non lo ha perso, e ritrovare Hazel e tutti quelli che la amano è stato come tornare in un abbraccio familiare. I problemi sono nuovi, i mondi sono nuovi, e crescendo la bambina crescono le cose che le accadono, ma la spiccata sensibilità con cui ci vengono raccontati non è andata perduta. Non si sono scordati come sapevano farci ridere, come una frase soltanto era sufficiente a commuovere, come raccontare un universo in guerra porti per forza di cose con sé tanto dolore, che però non è mai gratuito. Una splendida conferma. Quanto mi eri mancato, Saga bello.</p><p><b>SERIE TV</b></p><div style="text-align: left;">Io con le serie tv non riesco a stare al passo con le uscite. Troppe, ovunque. E mi rendo altrettanto conto che le mie scelte tra i preferiti dell'anno siano molto banali ma converrete con me che queste sono proprio state delle serie della madonna: <b>The Sandman </b>e <b>The Midnight Club</b>. </div><div style="text-align: left;">La prima, un tentativo tanto ambizioso quanto ben riuscito, di adattare una delle opere a fumetti più grandi della storia del mondo, la seconda l'ennesima conferma che Mike Flanagan può disporre di me come più gli aggrada tanto ormai mi ha ridotta ad un guscio vuoto privato dell'anima e dei sentimenti.</div><div style="text-align: left;">Se invece parliamo di docuserie, Netflix quest'anno ha tirato fuori due cose secondo me parecchio interessanti, sullo stesso angosciante tema: <b>I crimini di Jimmy Savile </b>e <b>Jeffrey Epstein: Filthy Rich</b>, che parlano entrambe di due pedofili milionari. La prima è un ottimo lavoro di analisi della società che ha consentito al pedofilo in questione di restare una delle persone più celebri della nazione nonostante il suo reato fosse cosa nota, la seconda affronta lo stesso rema spostandosi dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. Savile lavorava da solo, mentre la storia di Epstein e del ributtante circo che teneva in piedi è ben nota. Non sono storie facili da guardare, e quando si parla di certe cose raccomando sempre la giusta cautela, ma trovo che Netflix racconti queste storie con il rispetto di chi è stato vittima ma senza risparmiare i giusti colpi a chi ha concesso a queste storie di durare nel tempo. Mi sono sembrati molto buoni.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>FILM</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Per ovvie ragioni in questa sede non parleremo dei miei horror dell'anno, non voglio certo rovinare l'episodio dedicato di Nuovi Incubi, ma a tutto il resto possiamo dedicarci, perché quest'anno ho avuto la fortuna di vedere molte più cose del mio solito.</div><div style="text-align: left;">Anche qui non stupirò nessuno dicendo che le cose più belle dell'anno le ha dirette il mio solo Signore Guillermo del Toro, che ha pensato di graziarci con non uno ma ben due nuovi film, molto diversi tra loro ma altrettanto <i>suoi. </i>Se <b>Nightmare Alley </b>ha segnato una momentanea uscita dal soprannaturale, <b>Pinocchio </b>è al 100% una creatura sua, magica. Sono film quasi antitetici: il primo parla della discesa negli inferi di una persona perduta, il secondo della bellezza della vita ordinaria, della straordinarietà della quotidianità. Stanton e Pinocchio erano entrambi alla ricerca di <i>altro da sè. </i>Una vita migliore, qualcosa che li rendesse diversi da quello che conoscevano. Eppure uno dei due ha conosciuto solo rovina, l'altro, che complice il cuore bambino si è aperto al mondo, la salvezza. Il primo punisce l'ambizione quando si alimenta dei fallimenti altrui, il secondo la coccola, perché la inserisce in una microsocietà fatta di amore e rispetto per l'altro, nonostante le tribolazioni. Due diverse esaltazioni della vita, nel modo sincero di chi ancora guarda al mondo con meraviglia. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Certo, quest'anno un altro grande signore è tornato al cinema: <b>Elvis </b>di Baz Lurhmann è esattamente quello che ci si aspettava fosse. Brillante, colorato, barocco, potente, vitaminico. Un'esaltazione di una carriera e un ritratto di fragilità. Il mondo dello spettacolo messo sotto i riflettori, la magia della finzione che si schianta contro la realtà. Vederlo al cinema è stato come andare al parco giochi, un tripudio.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Infine: quanto mi sono divertita con <b>Do revenge</b>? Madonna se ho ancora 16 anni, guarda.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>VIDEOGIOCHI</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Dei sei giochi che abbiamo giocato in live su Twitch quest'anno, uno solo si è preso il mio cuore e parlo ovviamente del magnifico <b>Martha is Dead</b>. Non so ancora nulla del mondo videoludico, quindi prendete come sempre quello che dico sul tema come un'opinione personale e non un'analisi. La storia però è stata un viaggio magnifico, nella campagna toscana durante la Seconda Guerra Mondiale. Non mi ci sarei staccata mai. Scoprire la causa della morte della gemella, i partigiani, le foto, la cura maniacale per i dettagli, la ricostruzione fedelissima e nostalgica delle case di campagna di una volta. Un'esperienza magnifica, se i videogiochi fossero tutti così non potrei fare altro nella vita.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>IRL</b></div><div style="text-align: left;"><b><br /></b></div><div style="text-align: left;">Potrei avere fatto a tutti una testa tanta con questa storia, ma quest'anno mi sono sposata il mio Moderatore. Adesso, quindi, una bella carrellata di foto, così, tanto per condividere nel mio decennale bloggettino una cosa così gigante che è successa nella vita della sua autrice.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyWs32fkrQinFLJOOcKE1HmIUMWoWCBpHQz8xFBks7Rz0Di3LZvCUSjgy2e-kJxq67yL8yHj67E03-6QPknouigoEAalaR-3ID62RZEdNzFehlRehZhpiQf2o4P2jPLfEOsM0MoWb_b2jL503EwowyOr_TFG8SLqo1r5Rk1ZW5DZ7mTEyuWZDw_Jtr/s5472/1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3648" data-original-width="5472" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyWs32fkrQinFLJOOcKE1HmIUMWoWCBpHQz8xFBks7Rz0Di3LZvCUSjgy2e-kJxq67yL8yHj67E03-6QPknouigoEAalaR-3ID62RZEdNzFehlRehZhpiQf2o4P2jPLfEOsM0MoWb_b2jL503EwowyOr_TFG8SLqo1r5Rk1ZW5DZ7mTEyuWZDw_Jtr/s320/1.JPG" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6U0TmYVF0moSn3UuKx24pSZaF-tOkJ1jlAYVLwHwoHs-2MSP1JKvsYNp-bRdD2t9jgxbkJeP7VecNLXe5NRr4oUrc8HPF9VsD-McqjaQXou9NuT4xxz59--mVhEN-zmn-1XVFvjr94Leu6Ab_p-p7Vg2qbGW7x8mLWJlsosvh4JKAwYe8rgJeI-lX/s6240/1a.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4160" data-original-width="6240" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6U0TmYVF0moSn3UuKx24pSZaF-tOkJ1jlAYVLwHwoHs-2MSP1JKvsYNp-bRdD2t9jgxbkJeP7VecNLXe5NRr4oUrc8HPF9VsD-McqjaQXou9NuT4xxz59--mVhEN-zmn-1XVFvjr94Leu6Ab_p-p7Vg2qbGW7x8mLWJlsosvh4JKAwYe8rgJeI-lX/s320/1a.JPG" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidrQouE069DKR8NML1TqeEfb3-sDu33RnHr6vSNx_lau2xSd5QIS5vbT-tExQg4AaWR626gCC7hmSrMr96r6LNzdQeqmsl60CLklwDSebdqHAkO3Wt3_OLNo4jlqnLC4J9umyJJilKHdvnQkCGLFj8k9edRO1RBeCu9lTgQeIKY2KARm_f-1nakD1r/s6240/1b.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4160" data-original-width="6240" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEidrQouE069DKR8NML1TqeEfb3-sDu33RnHr6vSNx_lau2xSd5QIS5vbT-tExQg4AaWR626gCC7hmSrMr96r6LNzdQeqmsl60CLklwDSebdqHAkO3Wt3_OLNo4jlqnLC4J9umyJJilKHdvnQkCGLFj8k9edRO1RBeCu9lTgQeIKY2KARm_f-1nakD1r/s320/1b.JPG" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH1yDEpk_UtOHTkEXYzV4zlrCTT39AbJSpF8UGcKK9VdJDkihXhVKnbELCl9TZXztPtuqmK8K3H6AFd_0_Qx32_9ivaV4ChYiSZlDZjmMIos8QSKWYVM8qeKrwvZLdBeZOf7RsH4UClLosV5ZOahyWB7HnEYYkJDled3B4x-aWguDhHbjQCRDAnjNz/s6240/1c.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4160" data-original-width="6240" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH1yDEpk_UtOHTkEXYzV4zlrCTT39AbJSpF8UGcKK9VdJDkihXhVKnbELCl9TZXztPtuqmK8K3H6AFd_0_Qx32_9ivaV4ChYiSZlDZjmMIos8QSKWYVM8qeKrwvZLdBeZOf7RsH4UClLosV5ZOahyWB7HnEYYkJDled3B4x-aWguDhHbjQCRDAnjNz/s320/1c.JPG" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Che bello avere uno spazio di condivisione. Grazie se in questo anno avete letto, guardato o ascoltato qualcosa di mio. Io, di vostro, ho letto, guardato e ascoltato tanto, ed è sempre una ricchezza.</div><div style="text-align: left;">Buone feste a tutti, in qualsiasi modo le celebriate, qualsiasi sia il vostro credo. Siate felici in ogni modo possibile.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-3544049447463573002022-12-13T17:35:00.001+01:002022-12-13T17:35:04.047+01:00Idee regalo per i vostri amici blogger a cui davvero non sapete mai cosa prendere<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh37S2zBN6kEYP6mD-JeQEklcDYiLIU_5_5wYJ2oZD7vyxGpwSbDnYYT4x6o_aXkgDiTS4EQzWN_fTxiCWjxCCvnY_eu_hGneuNzaLVBxEvPixI3S-RuywnLOHVWwVnoV0dSeKnKHjqif2anUTUMPJ7Op8siXZyyBEjr6Ioj5u7_9lumEHbgAiMXcVg/s3169/christmas.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3169" data-original-width="2460" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh37S2zBN6kEYP6mD-JeQEklcDYiLIU_5_5wYJ2oZD7vyxGpwSbDnYYT4x6o_aXkgDiTS4EQzWN_fTxiCWjxCCvnY_eu_hGneuNzaLVBxEvPixI3S-RuywnLOHVWwVnoV0dSeKnKHjqif2anUTUMPJ7Op8siXZyyBEjr6Ioj5u7_9lumEHbgAiMXcVg/s320/christmas.jpg" width="248" /></a></div><br /> <p></p><p><br /></p><p>Questo, amici miei della blogosfera, non è un post per voi. Questo è il post che invierete per <i>errore </i>ai vostri cari per farvi finalmente regalare qualcosa che desiderate e non il solito paio di calzini. </p><div style="text-align: left;">A meno che, ovviamente, non siano calzini cinematografici, come per esempio <a href="https://www.happysocks.com/it/collection/limited-edition/XDNY10-0200?section=right-now" target="_blank">questi</a> di Happy Socks per gli amanti Disney nelle vostre vite.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipnP4KL8Jfo1_x8jvVVj9dVJ0j2BBhH8RIxa6in_hv0dd1YRs5xPk9zTv2EIzXpwmgbar61js0MIo583T77VrrDY4Jz9lt4YnhDzt1TNECQZHEXBPSBYCCAuCsmnurVT88zraG7_vS65xQf4TRphV3MMg7PpfG-8V-ZQM7PQnf6bo2guhrQdzkGCpQ/s394/calze.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="394" data-original-width="360" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipnP4KL8Jfo1_x8jvVVj9dVJ0j2BBhH8RIxa6in_hv0dd1YRs5xPk9zTv2EIzXpwmgbar61js0MIo583T77VrrDY4Jz9lt4YnhDzt1TNECQZHEXBPSBYCCAuCsmnurVT88zraG7_vS65xQf4TRphV3MMg7PpfG-8V-ZQM7PQnf6bo2guhrQdzkGCpQ/s320/calze.webp" width="292" /></a></div><b><div><b><br /></b></div>ABEditore </b>si è fatto notare negli ultimi anni come l'editore da regalare per eccellenza. I loro libri sono delle piccole delizie per gli occhi, molto economici anche per fare solo un pensierino, e contengono raccolte di racconti da gustarsi come piccoli dolcetti. Per l'amic3 amante dell'orrore è pieno di piccole gemme, tutte contenute nella collana Ombre e Creature, che trovate a <a href="https://www.abeditore.com/categoria-prodotto/ombre-e-creature/" target="_blank">questo link</a>, ma la delizia che vi consiglio è invece la collana Piccole Guide Tascabili, che contiene quelle piccole dolcezze che vedete in foto. Li adoro, li vorrei stringere tutti tra le mani come se fossero piccoli gattini.<div><br /><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQZ2R8UGK06Tcy4gu67hX7aLnU75AEeNdLHY_H6z3vIRQsXPaTlK9yZJ98AWYO7FLE-6A7E6kE95mRB0-yyLY8JkXGT2CqSNJju8rsd1DZexX-QV7ZO3q-3orNjfYN8iGhxC3uIxPqQPG1V0DeeG2s2YhRegXStE1buB6Qt4cOZZ1I84XZ5SnYlwK2/s1500/abed.webp" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1091" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQZ2R8UGK06Tcy4gu67hX7aLnU75AEeNdLHY_H6z3vIRQsXPaTlK9yZJ98AWYO7FLE-6A7E6kE95mRB0-yyLY8JkXGT2CqSNJju8rsd1DZexX-QV7ZO3q-3orNjfYN8iGhxC3uIxPqQPG1V0DeeG2s2YhRegXStE1buB6Qt4cOZZ1I84XZ5SnYlwK2/s320/abed.webp" width="233" /></a></div><br /><div><br /><div style="text-align: left;">Sempre per l'ossessionat3 all'orrore delle vostre vite: <b>House of Psychotic Women </b>è uno dei libri culto sul tema. Quest'anno ha compiuto 10 anni, e per l'occasione ne è uscita una versione tutta nuova, espansa, piena di fotografie da guardare quando la lettura si fa troppo impegnativa. La trovate <a href="https://www.amazon.com/House-Psychotic-Women-Autobiographical-Exploitation/dp/1913051218" target="_blank">qui</a>. La desidero con la bramosia con cui desidero il caffè la mattina.</div></div></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPxfmbN1JWqgNFYaRi1OsqycrI5-eGYZV8pwwTJvW6RneeGYf-VrAg98_UwYeT6VbFnDGXBA8-MGnGnDBURasbkqlDlFT5XOTD1l40upTlnRC7v5PaJmvH8wF1JrDjQIlbfRHnwbmzccB3F9u6SDDTijeUCcbcIEflvwsG-e3OG7OtgBinf4C5Utjg/s697/HOPW-expanded_front-600x697.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="697" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPxfmbN1JWqgNFYaRi1OsqycrI5-eGYZV8pwwTJvW6RneeGYf-VrAg98_UwYeT6VbFnDGXBA8-MGnGnDBURasbkqlDlFT5XOTD1l40upTlnRC7v5PaJmvH8wF1JrDjQIlbfRHnwbmzccB3F9u6SDDTijeUCcbcIEflvwsG-e3OG7OtgBinf4C5Utjg/s320/HOPW-expanded_front-600x697.jpg" width="275" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><b>Makeup Revolution </b>è un brand di trucchi super low cost che negli ultimi anni ha sfornato alcune collezioni cinematografiche che sono una meraviglia, tra <i>Il Grinch, Shrek, Game of Thrones </i>e<i> Coraline, </i>c'è solo da preoccuparsi di non riempire troppo il carrello. Segnalo per esempio la palette della Fata Madrina di Shrek 2 che mi fa spaccare dal ridere, se siete in grado di usarla senza cantare <i>Cerco un eroe </i>in fondo non siamo anime poi così affini. Il link sta <a href="https://www.pinkpanda.it/prodotto/shrek-x-i-heart-revolution-mini-shadow-palette-need-a-hero-83_1732" target="_blank">qua.</a></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji5oXHBV6psQGiEON4TbwlIH_LpgCv3IdLPD_Vp5ScQvCcrfSzJ4ZAX5HdzyKUHcXRqmC8_V9_Aflnqac4-uZXTPWWcesupWPKwNVmWo2ZrNAv3ZTEwxKsP_lWobW5h2G1Z4Oge5FWNu7N5fV1FdKNxV6lp1uErFwkBHjq5eoIIKry1LNT5fwCdY2z/s1000/fata.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji5oXHBV6psQGiEON4TbwlIH_LpgCv3IdLPD_Vp5ScQvCcrfSzJ4ZAX5HdzyKUHcXRqmC8_V9_Aflnqac4-uZXTPWWcesupWPKwNVmWo2ZrNAv3ZTEwxKsP_lWobW5h2G1Z4Oge5FWNu7N5fV1FdKNxV6lp1uErFwkBHjq5eoIIKry1LNT5fwCdY2z/s320/fata.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Per l'amico scrittore, quello che vedete sempre crucciarsi perché ha una roba nel cassetto - o più verosimilmente nell'hard disk - che non riesce a concludere: <b>Fabula</b>. Un mazzo di carte che dovrebbero aiutare a portarsi a casa la missione. Esiste anche nella versione kids per i più piccoli. Il link <a href="https://www.terradeigiochi.it/saggistica/7024-fabula-mazzo-base-struttura-analogica-per-scrittori-9788894392722.html" target="_blank">qua.</a></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ8pqHYSEi36My-ZB0WiAiKojhZDHP91E9ENaB768dxTYxDOp31kdlvW6KLpX_vUv6k8r8zJB5vKmkjM3xuHSWWgk6VRXyYWErlFSbVwSRxyuQVwFaN7iANy1ntRhRdTd0sjHYpz1QIyTdFsuIxvHikfynQAg5Lqrmi6Q67ttiX8rT_5aNWdJfU_N3/s259/fabula-mazzo-base-struttura-analogica-per-scrittori.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="259" data-original-width="259" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ8pqHYSEi36My-ZB0WiAiKojhZDHP91E9ENaB768dxTYxDOp31kdlvW6KLpX_vUv6k8r8zJB5vKmkjM3xuHSWWgk6VRXyYWErlFSbVwSRxyuQVwFaN7iANy1ntRhRdTd0sjHYpz1QIyTdFsuIxvHikfynQAg5Lqrmi6Q67ttiX8rT_5aNWdJfU_N3/s1600/fabula-mazzo-base-struttura-analogica-per-scrittori.jpg" width="259" /></a></div><div><br /></div>Per il master delle vostre vite, a cui davvero non sapete come dire che si potrebbe fare un po' di meglio nella prossima campagna del vostro gioco di ruolo c'è un libro che può farlo per voi, dal titolo autoesplicativo. Lo trovate al <a href="https://www.terradeigiochi.it/saggistica/5853-come-scrivere-avventure-che-non-facciano-schifo-9788831334723.html" target="_blank">link.</a><div><br /></div><div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1Au6atCFZ-yFNLnW9uABXk8-QLKHT4MVaGA4jqRnMzX9mg5PQRBFg0KKPqrtYMXQXG7FBTefF2V2Y0Fr-sCmm7Ev7Y6k7s5V4e-OGKxR0NDOVSrMsUTZIqgXGP426dt59wfo-DsPKCzRSO1S_DIDAnTTZnKSGZv-0wIzS5x8_I2wTb1GdZwg9CZe6/s800/come-scrivere-avventure-che-non-facciano-schifo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1Au6atCFZ-yFNLnW9uABXk8-QLKHT4MVaGA4jqRnMzX9mg5PQRBFg0KKPqrtYMXQXG7FBTefF2V2Y0Fr-sCmm7Ev7Y6k7s5V4e-OGKxR0NDOVSrMsUTZIqgXGP426dt59wfo-DsPKCzRSO1S_DIDAnTTZnKSGZv-0wIzS5x8_I2wTb1GdZwg9CZe6/s320/come-scrivere-avventure-che-non-facciano-schifo.jpg" width="320" /></a></div><br /><div><br /></div><div>E a proposito di giochi di ruolo, a Modena Play ho la fatto la conoscenza di <i>Need Games </i>e dei loro giochi di una bellezza senza senso. Io e il Moderatore abbiamo comprato <b>Chtulhu Confidential</b>, un gumshoe one-2-one, a cui quindi si può giocare in due, un master e un giocatore. CC è un noir lovecraftiano, ambientato negli Stati Uniti degli anni '30. Qua vi consiglio gli altri due che i bravissimi ragazzi dello stand ci avevano fatto vedere a Modena e che ovviamente rimangono nel mondo dell'orrore. Il primo è <a href="https://www.needgames.it/giochi/achtung-cthulhu/#guerra-segreta" target="_blank">Achtung! Chtulhu</a>, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Se amate molto la persona a cui state per fare il regalo c'è <a href="https://www.needgames.it/giochi/achtung-cthulhu/#guerra-segreta" target="_blank">questa</a> edizione che contiene sia Guida del giocatore e Guida del Gamemaster. Il secondo, invece, è <a href="https://www.needgames.it/giochi/il-re-in-giallo/" target="_blank">Il re in giallo</a>, composto da 4 volumi giocabili separatamente oppure insieme per una campagna più lunga.</div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJdmdgRyRB4nO1IA2L9PnDDsXjG01O0g5hLYDfqiocor-K6JIcKusEQaiX3F2BLWt2wFSGkd1ymUce6EDFU2PFs2R1q3FPPPu3ddu99MUma9a7UfxR9rwa3b6uza6_0gtmJAyAo8UVXNSGmi2sRC3ZLTrdMFGxoYUILCWDCD5W0Ai5LMEwP36KfAUS/s600/rig-mockup-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="600" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJdmdgRyRB4nO1IA2L9PnDDsXjG01O0g5hLYDfqiocor-K6JIcKusEQaiX3F2BLWt2wFSGkd1ymUce6EDFU2PFs2R1q3FPPPu3ddu99MUma9a7UfxR9rwa3b6uza6_0gtmJAyAo8UVXNSGmi2sRC3ZLTrdMFGxoYUILCWDCD5W0Ai5LMEwP36KfAUS/s320/rig-mockup-1.jpg" width="320" /></a></div><br /><div>Io lo so che ormai i funko pop stanno stancando, che li hanno tutti, che sono banali. Dite quello che volete, non mi importa. Quello di Vincent Price con in braccio il gattino ce lo meritiamo tutti quanti. Ha anche le rughine intorno agli occhi e lo amo intensamente. Sta <a href="https://www.needgames.it/giochi/il-re-in-giallo/" target="_blank">qui</a>.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguTtLO1uksAneFsnlcnNcXl1gnQyNsBnbHblfFMTI6SoJnQwf2NaPtImOAseGqhj2DD-lzKdignWJLc0QAPI9bJWddV8y5buFsFuO-qD6zltTME_GMnGJrbni99D9N37Il4nTZ6KX-17_ZVS9__lt1eYy-feWMuf6M7rOg3gFmPd_Xc3pwFi57ptm_/s116/vincent.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="116" data-original-width="116" height="116" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguTtLO1uksAneFsnlcnNcXl1gnQyNsBnbHblfFMTI6SoJnQwf2NaPtImOAseGqhj2DD-lzKdignWJLc0QAPI9bJWddV8y5buFsFuO-qD6zltTME_GMnGJrbni99D9N37Il4nTZ6KX-17_ZVS9__lt1eYy-feWMuf6M7rOg3gFmPd_Xc3pwFi57ptm_/s1600/vincent.jpg" width="116" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">Per l'amica strega e amante della letteratura, il perfetto connubio: i tarocchi delle scrittrici. Un pensiero regalo troppo bello perché io non lo condivida. Sono al <a href="https://www.amazon.it/Literary-Witches-Oracle-70-Card-Guidebook/dp/1984824716/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=literary+tarots&qid=1670948733&sr=8-1" target="_blank">link.</a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQM6NI8i4uxgvYIt5e6juqePlEjLGq-0Hgw-CH4GDH_Rp9TltY5Rxr2lGt16Rg0n7ihqwqvjIIqvGhoh0eBpAwomGxwxMatuVv8pEZONEkH86yYGlScuXhs79k79Rl35LB8azI_KcPoCM1GygYrCfZa9AYpB50scAY-i5Gdme8xmsT10lz0e2yx3G0/s2560/trc.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2560" data-original-width="2560" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQM6NI8i4uxgvYIt5e6juqePlEjLGq-0Hgw-CH4GDH_Rp9TltY5Rxr2lGt16Rg0n7ihqwqvjIIqvGhoh0eBpAwomGxwxMatuVv8pEZONEkH86yYGlScuXhs79k79Rl35LB8azI_KcPoCM1GygYrCfZa9AYpB50scAY-i5Gdme8xmsT10lz0e2yx3G0/s320/trc.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">E con questo, amic3, spero di avervi dato qualche consiglio un po' simpatichello per non rovinare il Natale all3 vostr3 blogger del cuore. Nel dubbio, c'è solo un modo per non sbagliare: i buoni del Libraccio. Giuro, sono il solo modo per farci davvero felici.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div><br /></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-60743391334875952942022-12-05T12:26:00.001+01:002022-12-05T12:26:03.639+01:00Le cose preferite di ottobre e novembre<p> Il mese scorso ho saltato completamente il post sulle cose belle, quindi recuperiamo questa volta con una double feature, per unire tutto quanto di piacevole ho visto/sentito e amato in questo autunno.</p><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF_R8rpydMric7jAsIOhfXr6J77UfvKWjCdNzdltYw7EfeFpU1nZUcVNYtIBwOnvTeoHOOHBkzlDVbGWN7HelQ8_zAWenNYx9JKDad13ZxsEkgHLWWq9OmpwPjUZ4o7SXZ2zdKpWFd2bw08MU1rNPpG4SyulgaYgGetw6ElaVFruUX3ed5EbNdAHRi/s5311/freestocks-y_dCjaRWthY-unsplash.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3541" data-original-width="5311" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjF_R8rpydMric7jAsIOhfXr6J77UfvKWjCdNzdltYw7EfeFpU1nZUcVNYtIBwOnvTeoHOOHBkzlDVbGWN7HelQ8_zAWenNYx9JKDad13ZxsEkgHLWWq9OmpwPjUZ4o7SXZ2zdKpWFd2bw08MU1rNPpG4SyulgaYgGetw6ElaVFruUX3ed5EbNdAHRi/s320/freestocks-y_dCjaRWthY-unsplash.jpg" width="320" /></a></div><br /><p><br /></p><div style="text-align: left;">Salterò a piè pari la sezione <b>podcast</b>, principalmente perché non ho fatto nessuna nuova scoperta. Non solo, sono pure un po' in carenza di materiale. Ascolto i soliti noti, ma sono un po' in una fase di calma piatta. Se avete cose interessanti da segnalarmi, seguirò volentieri i vostri consigli. Tranne il podcast su Federico Aldrovandi di cui sta parlando il mondo intero, quello non lo ascolto perché già la vita è dolorosa così. È forse giunto per me il momento di darmi agli audiolibri? Non mi sento di escludere questa possibilità. </div><div style="text-align: left;">Approfitto però della sezione podcast per affrontare il tema del mio, di podcast, che è ovviamente Nuovi Incubi. Io e Lucia siamo state in questi giorni sepolte d'amore, perché sono giorni di Spotify Wrapped e tanta gente ha il nostro piccolo prodotto tra i preferiti, ed è una gioia immensa. Lo diciamo nel prossimo episodio ma lo volevo dire anche in questo spazio: grazie di ascoltarci, di apprezzarci, di condividerci. È una gratificazione stupefacente.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Per quanto riguarda invece le <b>letture</b>, in questi due mesi mi sono lanciata in una maratona R.L.Stine. Sul mio instagram è salvata una diretta in cui insieme alla mia amica Martina parlo di uno dei miei libri, <i>Una storia vera successa altrove.</i> In quella circostanza avevo parlato di una grande ambizione, ovvero creare una mia collana di horror per ragazzi, una sorta di <i>Piccoli brividi </i>all'italiana. E come farlo, senza studiare prima il re delle narrazioni dell'orrore per i più piccoli? Quindi sono partita ovviamente con i <i>Piccoli brividi </i>più famosi, per finire infine alla saga di <i>Fear Street, </i>di cui per ora ho letto i primi due capitoli, <i>The new girl </i>e <i>The surprise party. </i></div><div style="text-align: left;">Sarò sincera, e sono pure disposta ad ammettere di non avere compreso qualcosa: leggere Stine da adulta non è stato piacevole come lo desideravo. Le narrazioni per ragazzi che funzionano (e attenzione, non sto di sicuro parlando delle mie in un eccesso di autocelebrazione, è un discorso generale) sono buone anche per gli adulti, ne è un clamoroso esempio il nostrano Davide Morosinotto, le cui avventure per i giovani sono letture travolgenti e divertentissime. I libri di Stine invece sono piccole macchinette costruite con un preciso meccanismo sempre identico, fatte per funzionare. E funzionano, ovviamente, il suo successo parla per lui. Però io non vi ho trovato alcun cuore, e se non lo mettiamo neppure in quello che facciamo per i piccoli, allora l'arte che senso ha? Mi spiego nel dettaglio. Tutti i <i>Piccoli brividi</i> hanno una struttura identica: capitoli brevi costruiti solo sui dialoghi, tutti che si concludono con un cliffhanger (problema che tendo ad avere anche io quando scrivo), con una risoluzione felice e sporadicamente un'ultima frase ad effetto tanto perché forse poi così felice non lo era. </div><div style="text-align: left;"><i>Fear Street </i>è identica nella struttura, ha solo temi da adolescenti come le cotte, le prime relazioni, i primi limoni, e poco altro, almeno per i volumi che ho letto io. </div><div style="text-align: left;">Qualche mese fa io di Stine avevo seguito la Masterclass. Tutte queste caratteristiche lui non solo le riconosce, ma le rivendica come qualcosa di ricercato. Non c'è niente di male nello scrivere libri che siano piccole ricette costruite a modino per funzionare, e dalle mie vendite è decisamente qualcosa che io non so fare e lo accetto, però da lettrice cerco altro. Comprerò ugualmente ai miei figli tutti i volumi possibili? Ovviamente. Da lettrice, però, speravo in qualcosa di diverso. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Per quanto riguarda le letture da persona, invece, a novembre ho fatto la conoscenza, finalmente, di Valeria Parrella. Ho letto il suo <i>Almarina, </i>e mi ha fulminata. È la storia di due donne le cui vite si incontrano in un momento in cui entrambe hanno bisogno di qualcosa di salvifico. Elisabetta è un'insegnante di matematica presso un istituto di detenzione minorile, recentemente rimasta vedova. Almarina è una sua studentessa, finita lì perché la vita e la società fanno schifo. Il romanzo è il loro incontro, la nascita di un affetto immotivato e potente. E, per restare sempre a parlare di me, la prosa di Parrella è esattamente quello che vorrei fosse la mia. È potente il modo in cui parla di ambienti e cuori, di solitudine e di rapporti nuovi, del modo in cui ci si guarda senza ancora conoscersi e di come gli sguardi diventano sempre più familiari, sempre più casa. Mi sono immediatamente procurata altro di suo, ho la sensazione che Parrella e io passeremo tanto tempo insieme.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">A ottobre, poi, ho letto parecchi <b>fumetti</b>, e naturalmente la cosa più bella è stata la nuova uscita di Zerocalcare, <i>No sleep till Shengal. </i>Ormai Michele Rech e il confederalismo democratico viaggiano insieme, e il lavoro che fa per raccontare agli occidentali di che cosa si tratta è sempre puntale e molto emozionante. Questa volta è andato in Iraq a conoscere la comunità ezida. Si allontana quindi dal popolo curdo per conoscere come questo modello di "stato" (passatemi il virgolettato) si applichi anche in zone e comunità differenti. Il modo in cui ogni volta prende l'accetta e distrugge tutte le convinzioni - e le convenzioni - occidentali è maestoso. Reportage a fumetti come questo e <i>Kobane Calling</i> sono diversi dalle storie in cui racconta le nostre generazioni attraverso storie ben più familiari, ma la sua personalità, i suoi ideali, il modo in cui osserva il mondo sono sempre quelli, e lo rendono il più bravo sulla piazza. Io riconosco di non essere un'esperta del mondo comics e riconosco anche che siamo in un periodo magnifico in cui gli autori italiani eccellenti sono tantissimi ed è un piacere scoprirli, però questo ragazzo qua ha un modo di parlare di noi che, per ora, non ho trovato in nessun altro. Gli voglio bene come se lo conoscessi.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Per quanto riguarda il tema <b>serie tv</b>, ho già ampiamente parlato in più sedi di quella che è stata indubbiamente la mia preferita dei due mesi, ovvero <i>The Midnight Club. </i>In realtà poi c'è stata anche la chiacchierata <i>Cabinet of Curiosities, </i>curata ovviamente da Guillermo del Toro. Per me è stato un progetto riuscitissimo, ben equilibrato e con episodi notevolissimi, con quello di Jennifer Kent che spicca sugli altri in maniera notevole e che avrei voluto diventasse un film intero. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Dei <b>film </b>visti ad ottobre ho ampiamente parlato in tutti i post sui film visti per il mio compleanno, ma indiscutibilmente il mio preferito è stato quella gemma di <i>Deadstream, </i>di cui ho già ampiamente parlato ovunque ma che voglio elogiare anche in questa sede: è il film più divertente degli ultimi anni, che omaggia i giganti rendendo l'esperienza spassosissima. Non voglio nemmeno descriverlo a chi non lo avesse ancora visto, dirò soltanto che è un film su una casa infestata. Fa così ridere da doverlo mettere in pausa. E poi, alla fine, quando ci si è scompisciati, si va a fare la pipì da soli e ci si accorge che, porca miseria, fa anche una bella paura. Decisamente nella mia top dell'anno. </div><div style="text-align: left;">A novembre, invece, il mio cuore è stato rapito da due visioni fatte una in fila all'altra che mi hanno proprio coccolata: <i>The Curse of Bridge Hollow </i>e <i>Wendell&Wild.</i></div><div style="text-align: left;">Il primo è un delizioso horror per ragazzi, e la prova di quanto dicevo su a proposito dei racconti per i più giovani. Bridge Hollow è una cittadina con una maledizione, e la nuova famiglia che vi si trasferisce deve farci i conti. Protagonisti sono la figlia della famiglia e il suo oppressivo padre, che è tanto simpatico quanto ostacolo alla crescita individuale della figlia, che per tutta la vita non ha fatto altro che compiacere il papà. Lei aperta e ottimista, lui cinico e scettico. Insieme, devono spezzare la maledizione e salvare le sorti della città, che rischia di trasformare la notte di Halloween in un incubo eterno. È davvero una delizia, una di quelle cose coccoline, fatte di buoni sentimenti (ma buoni davvero, però, e quindi a volte scomodi) e di bei personaggi. Piacevolissimo.</div><div style="text-align: left;">Il secondo è il ritorno - inspiegabilmente in sordina - di Henry Selick, prodotto e sceneggiato da Jordan Peele (anche voce di Wild). Parla di una ragazzina rimasta orfana e diventata mezza criminale che torna nella propria città natale per frequentare un prestigioso istituto scolastico che ha proprio un programma per aiutare "quelle come lei" e che finirà per scoprire la verità su quello che nasconde la cittadina insieme ai due demoni che danno il titolo al film e che lei finisce per evocare per errore. </div><div style="text-align: left;">Di nuovo, a costo di essere ripetitiva: viva il cinema per i giovani che diverte così. I demoni sono stupendi, affascinanti stupidoni, la protagonista è il sogno di ogni adolescente che guardi il film. Ribelle, nasconde la sua sofferenza dietro i piercing e le cinture con le borchie, è incurante del sistema e delle regole. In più, fa un ritratto stupendo dei giovani, cosa che ormai sapete essere una mia fissa: le altre ragazze della scuola non la trattano come un'outsider come sarebbe stato se questo fosse stato un film degli anni '90, ma anzi la amano da subito, la coinvolgono, le ronzano sempre intorno. Bellino davvero.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Insomma, due mesi di comfort, in cui mi sono chiusa in cose che sapevo mi avrebbero accarezzato il cuore e consolato un po' dal freddo autunnale. Vediamo cosa ci riserverà il periodo delle feste.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-72470602086494551452022-11-21T12:25:00.001+01:002022-11-21T12:25:06.723+01:00Gli anni '50: Teenage Dirtbags<div style="text-align: left;"> Poichè vi ricordo che il caos è il solo agente che guida questo posto, ho deciso che la nostra rubrica era pronta per passare al decennio successivo, gli anni '50. </div><div style="text-align: left;">La rubrica ha altresì deciso da sé che questa volta non ci sarebbe stato alcun post introduttivo: partiamo parlando direttamente dei film, perché da questo decennio in poi credo che il post introduttivo sarebbe stato un mero elenco di cose da vedere e fare che poi, come ci insegna la storia, non sarei stata in grado di portare avanti. </div><div style="text-align: left;">Quindi, accompagnata solo dal desiderio di vedere alieni e mostri giganti, mi addentro nel decennio più repubblicano del cinema di genere.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFYJufiVIQV_1QqVUY_Ijx3ppf3TRFWl879ubKTXZsEufqr4IyxGxIZ3uULIof5bz72XAsW_SarPwQOQT1gP6ZtzcJfe-Qim1lgK6FHR25-punBQpDiUmMlf4mZzumEFKk6Mko2D-TX2ma5-AIxQ0MS7ccJyfbi1vrblF1Xhur43rH41MrgjkYoRVw/s512/TeenWolf2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="512" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFYJufiVIQV_1QqVUY_Ijx3ppf3TRFWl879ubKTXZsEufqr4IyxGxIZ3uULIof5bz72XAsW_SarPwQOQT1gP6ZtzcJfe-Qim1lgK6FHR25-punBQpDiUmMlf4mZzumEFKk6Mko2D-TX2ma5-AIxQ0MS7ccJyfbi1vrblF1Xhur43rH41MrgjkYoRVw/s320/TeenWolf2.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Gli anni '50, che oggi ricordiamo come un decennio glorioso soprattutto per il sci-fi, si portano appresso le conseguenze del decennio precedente e dell'enorme circostanza storica che lo ha caratterizzato. In questo caso specifico non mi riferisco alle paure e alle conseguenze psicologiche del conflitto, che spero avremo modo di approfondire nei prossimi post della rubrica, ma ad un aspetto più semplice: bisognava riportare la gente in sala. Nello specifico, era importante portarci i giovani.</div><div style="text-align: left;">I giovani, nel cinema dell'orrore, sono un motore fenomenale - cosa che nei decenni non è cambiata, ed è una gioia - e portare loro in sala era il successo che si desiderava. Cosa era piaciuto ai giovani nei decenni precedenti? I mostri Universal, quelli proprio se li erano goduti un sacco. E allora rifacciamoli, ma proprio diretti a loro. Anzi, meglio ancora, rendiamo <i>adolescenti </i>i mostri classici. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Questa sarebbe la premessa perfetta per una serie di deliziose horror comedy che parlano di crescita e scoperta del proprio corpo, ed esplorazione del mondo e del senso di mostruoso, e invece gli anni '50 non avevano cazzi per nessuno e hanno deciso che se questo dovevano fare, dovevano farlo seriamente. </div><div style="text-align: left;">Il numero di film con la parola <i>teenager </i>nel titolo è notevole, e unisce ottimi film e lavori di minor valore, ma quelli che ci limitiamo a vedere in questa sede sono quelli che compongono il trio che ha visto la luce nel 1957 per AIP. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><span style="color: #990000;">DA QUESTO MOMENTO PARLO DEI FILM MA ANCHE DEI LORO FINALI, OCCHIO AGLI SPOILER!</span></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Si aprono le danze con un film che mi ha tirato tutta una serie di colpi bassi emotivi che dire che mi hanno colto di sorpresa è un eufemismo. Parlo ovviamente di <i>I was a teenage werewolf, </i>di Gene Fowler Jr., forse il più rappresentativo dei tre del decennio in cui è stato partorito. Il film si trova comodamente in inglese su Youtube, e sotto i video si trovano commenti di persone che hanno avuto il piacere di vederlo in sala, al momento dell'uscita, e quasi tutti lo ricordano come un film che li ha sconvolti dalla paura. Il che è interessante, e non è certo la prima volta che vediamo una dinamica del genere: quello che a loro ha tanto spaventato, a noi commuove. È stato così fin dai tempi di Lon Chaney. Ricordano incubi ricorrenti e mani davanti agli occhi, mentre riguardarlo oggi è una visione tragica e molto emozionante. Nel suo <i>Danse Macabre </i>Stephen King ricorda che insieme ai timori di cui parlavo su, ce n'era uno prevalente tra i genitori: gli Adolescenti Terribili. I teppisti, quelli che si azzuffano con la sigaretta dietro l'orecchio e la motoretta rumorosa. E allora Tony è il perfetto ritratto di quello che la società tanto temeva. È una testa calda, è fumantino, rissoso. Il padre di Arlene, la sua fidanzata, non gliene fa certo segreto: non lo apprezzano proprio. E quindi Tony è colpito da ogni lato: si sente non apprezzato, percepisce il mondo degli adulti come ostile e quello dei giovani come una guerra in cui viene costantemente bombardato. Persino le persone che lo amano genuinamente, come il suo buon padre e Arlene, gli chiedono di essere meno se stesso, di adeguarsi a chi non lo capisce. E allora lui, con tutta quella rabbia che sta maturando sotto la pelle, è la cavia perfetta per chi quella rabbia è convinto di saperla indirizzare. Ovviamente c'è lo scienziato cattivo, perché come dicevo questo è proprio un film del suo decennio, e lo scienziato cattivo come al solito dispone delle persone che lo circondano dispone delle persone che lo circondano nel modo in cui crede perché il suo ego gli suggerisce essere il modo giusto. La giustificazione è sempre la stessa: il bene dell'umanità, il bene più grande. Quale sia, ovviamente, è stabilito dallo scienziato stesso. In tutti e tre i film che vedremo, però, c'è la scena in cui il <i>teenage monster </i>supplica per la liberazione. </div><div style="text-align: left;">La mostruosità, che nella stagione in corso di Nuovi Incubi stiamo analizzando come liberatoria, è qui una maledizione. Non solo per chi ne è colpito direttamente, ovvero i tre adolescenti che vengono resi mostruosi dalla scienza, ma anche per chi li circonda, ovviamente. Sono tutti film tragici, seppur in modo diverso. In questo <i>Werevolf </i>è il migliore perché Tony è un personaggio disperato, solo anche quando è circondato di persone. Interpretato magnificamente da Michael Landon, ha lo sguardo triste, confuso. Anche quando è arrabbiato e tira pugni alla gente come se gli uscissero in autonomia dalle mani, lo fa con la forza della disperazione, ed è proprio da prendersi il cuore e cavarselo con le mani dal petto. Soprattutto perché, e questo è elemento comune a tutti e tre i film, il solo modo per liberarlo è togliergli la vita. E i giovani, alla fine, ne escono sconfitti.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">In <i>Blood of Dracula, </i>di Herbert L. Strock, è sempre il temperamento fumantino ad essere punito. Questa volta, però, ci concentriamo sulle ragazze, il che me lo rende particolarmente caro. Il film è molto simile al precedente: c'è una protagonista tutta nervi - una donna poi, grande aggravante - che incontra una scienziata, donna pure lei, che vuole sfruttare questo lato del suo carattere per un esperimento, che renderà Nancy peggiore ma l'umanità, a suo dire, migliore. Nancy, che qui diventa vampira e non lupa mannara, ha dei motivi per essere incazzata col mondo: sua madre è mancata da poche settimane e il padre, che si è già risposato con una signora che sembra non gradirla, la spedisce in un collegio mascherato da prestigiosa istituzione scolastica. Quando l'insegnante di chimica comprende che il suo temperamento potrebbe portare a qualcosa che potrebbe esserle utile, la sottopone ad una seduta di ipnosi che la trasforma. Anche in questo caso, quindi, a giocare con le vite degli adolescenti sono le persone a loro vicine che dovrebbero aiutarle. Se a trasformare Tony era stato lo psichiatra a cui si era rivolto proprio per placare il suo animo inquieto, qui è l'insegnante. Non un'insegnante a caso, però. Miss Branding sta combattendo con il mondo scientifico perché il fatto di essere donna la penalizza. I suoi articoli vengono rifiutati prima ancora di venire letti, perché riportano il suo nome e pertanto non sono degni di essere presi sul serio. Il mondo, poi, è impegnato con lo spauracchio radiattivo, che qui è presenza ben più costante che nelle due altre uscite, e nessuno ha tempo da dedicare all'hobby della signorina col camice bianco. E lei allora, bramosa di riconoscimento, vuole fare il colpo del secolo, e rovina la più fragile delle ragazze che la circondano. Di nuovo, per lei finirà male. Ad onore del vero, in questi film pure per la scienza finisce male: le creature si rivoltano sempre contro i propri creatori. Non prima, però, di aver supplicato libertà. E noi distrutti proprio sul divano che ci ammazziamo di dolore.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Diverso il discorso di <i>I was a teenage Frankenstein, </i>invece, che dell'adolescenza non frutta il temperamento ma il fisico, anticipando di qualche decennio parte - e solo parte ovviamente - di quello che Jordan Peele ci avrebbe poi raccontato, meglio, con <i>Get Out. La strage di Frankenstein </i>è il titolo in italiano, che per una volta, se lo si legge in un certo modo, potrebbe essere migliore di quello originale, che, uscito in double feature con la storia di Nancy, ricalcava il titolo dell'opera di maggior successo. Ovviamente non è il dottor Frankenstein ad essere adolescente, ma la sua Creatura. La storia la potrete facilmente immaginare: uomo di scienza dalle grandi ambizioni e dall'ancora più grande ego scava tombe e sfrutta i corpi di giovani defunti per creare una giovane creatura, che sfrutterà la giovane età delle sue membra per guarire più velocemente e adattarsi meglio alla composizione di tetris che è il proprio nuovo corpo. Onestamente, tra i tre lo considero il minore, perché facendo un ragionamento sul corpo e non sullo spirito mi emoziona di meno e per essere proprio antipatica mi interessa anche meno. Fa però un discorso interessante sull'identità, che possiamo applicare ad ogni versione di questa storia volendo ma che qui è particolarmente interessante perché la Creatura, oltre a non avere nome come di consueto, qui non ha il volto. La ricerca di una faccia, prima cosa di noi che mostriamo al mondo, è parte dell'evoluzione del rapporto tra il dottore e la Creatura, ma sarei ingiusta se non specificassi che è in fondo la sola cosa che mi ha coinvolto.</div><div style="text-align: left;">Ah, no, ne ho un'altra: questo Frankenstein smaltisce gli avanzi dei corpi che usa attraverso un sistema innovativo. Tiene un coccodrillo sotto il laboratorio e gli lancia i pasti. Soluzione molto poco etica ma se non altro abbastanza sostenibile.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Provo molto interesse per chi parla male o con saccenteria dei giovani, forse perché nella testa ho ancora 16 anni e me li sento affini o forse perché è cretinetto farlo, e questi film per me rendono loro, visti oggi, giustizia. I teenager non sono mai stati il problema, sono stati sfruttati da adulti incapaci di gestirli, di ascoltarli. Lo sono diventati quando hanno chiesto una voce e non è stata loro concessa. Forse all'epoca hanno davvero traumatizzato una generazione, questi film.</div><div style="text-align: left;">A traumatizzare, oggi, è che non abbiamo ancora imparato a trattare i giovani come quello che sono: persone che stanno imparando che cosa sia il mondo e come fare per renderlo migliore. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8536161533453588539.post-38514343480763697782022-11-02T16:33:00.004+01:002022-11-02T16:33:54.872+01:00Redrumia32: la notte di Halloween<div style="text-align: left;"> Come previsto i film in effetti non sono stati 31. Ma va bene così, perché ho avuto un mese molto soddisfacente dal punto di vista delle visioni, e soprattutto perché la causa del rallentamento è dovuta a quattro prodotti seriali che ho tanto aspettato e a cui ho dedicato ben più che volentieri il mio tempo. Oltre alla serie nuova di Flanagan, infatti, ottobre mi ha portato la nuova stagione di <i>Unsolved Mysteries, </i>la prima di <i>Dragula: Titans </i>e il <i>Guillermo del Toro's Cabinet of Curiosities. </i></div><div style="text-align: left;">Non ho avuto un horror al giorno ma ho avuto tante coccole audiovisive comunque.</div><div style="text-align: left;">Il mio regalo di compleanno, però, si conclude sempre con una maratona per Halloween, che dura da quando iniziamo a cenare a quando ci regge il corpo, e quest'anno ci ha retto per tre film.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQJC2EF5fuUrYL8jODSQbuAY16tCf9u6IoQHfhnNAR2pPzp5n8cofdqvpktrunfT2mt_bT5KRLTYM57Bo4WBPgndq4r3m1vbwDgfp5ECq1pn9nf81dRIGwh_lCc60wLPGmEjM3jae9LAIMndvC4XVSLp-fE8gzZqSzdu5-HhecvvlsetO61UGQ9YZu/s1080/r323.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQJC2EF5fuUrYL8jODSQbuAY16tCf9u6IoQHfhnNAR2pPzp5n8cofdqvpktrunfT2mt_bT5KRLTYM57Bo4WBPgndq4r3m1vbwDgfp5ECq1pn9nf81dRIGwh_lCc60wLPGmEjM3jae9LAIMndvC4XVSLp-fE8gzZqSzdu5-HhecvvlsetO61UGQ9YZu/s320/r323.png" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTLmeZqUOHXSl_kvE8GBwCjjHPZvYHn9XG8oqZgmMV_pFVrb_AW4M-FWVbfMjA2cOtIJoSYKV17L3vF7hdq56pdxXNdmj3Dx0KGLQ0nXfItUcjGHDwd1NmlWJLBVFco7Gs63mC6O8V_Kj4UxZZ56MNRGaq3zdDVF50QHAKmqhwIuf6wIxxkaMsE2mo/s989/Terrifier-2-DVD-Packshot-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="989" data-original-width="700" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTLmeZqUOHXSl_kvE8GBwCjjHPZvYHn9XG8oqZgmMV_pFVrb_AW4M-FWVbfMjA2cOtIJoSYKV17L3vF7hdq56pdxXNdmj3Dx0KGLQ0nXfItUcjGHDwd1NmlWJLBVFco7Gs63mC6O8V_Kj4UxZZ56MNRGaq3zdDVF50QHAKmqhwIuf6wIxxkaMsE2mo/s320/Terrifier-2-DVD-Packshot-2.jpg" width="226" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Siamo partiti con il film più chiacchierato dell'anno perché dura come un dispiacere e avevo il terrore di addormentarmi. Poi mi sono ricordata che dormire con Art è impossibile, ma almeno ci siamo tenuti la delizia per prima. <i>Terrifier 2 </i>vede il ritorno del nostro pagliaccio preferito - con buona pace di Pennywise che tanto un clown non è - più crudele e violento che mai. </div><div style="text-align: left;">Non che la trama nelle vicende di Art abbia alcuna importanza, ma visto che un pochino qui ce n'è tanto vale raccontarla: Sienna è la sorella maggiore del giovane Jonathan, che ha tutte le intenzioni di vestirsi dall'assassino Art per Halloween. Quando però Art comincia a comparire in sogno anche a lei, comprende che forse quella del fratello è un'ossessione che potrebbe avere delle fondamenta nella storia della loro famiglia. Art, nel frattempo, sta un fiore e ammazza la gente che circonda i due fratelli, con la sofisticatezza che lo contraddistingue.</div><div style="text-align: left;">La fama del film lo precede, e ne abbiamo parlato anche nella live della scorsa settimana (<a href="https://www.youtube.com/watch?v=mJpLG_o_CrA" target="_blank">qui</a> se voleste recuperarla): twitter è pieno di testimonianze di gente che ha perso i sensi o ha vomitato. <i>Terrifier, </i>questo bisogna riconoscerglielo, potrebbe non essere per tutti: è la fiera del cattivo gusto, della violenza bruciante e ingiustificata, è il classico film che ci fa passare tutti quanti per dei deviati.</div><div style="text-align: left;">E tutto sommato va bene così.</div><div style="text-align: left;">Il due cerca di rattoppare in qualche modo la totale assenza di una storia del primo capitolo, introducendo qualche dinamica familiare ben nota ma comunque molto gradevole, cerca di collocare Art in una dimensione sovrannaturale ma al tempo stesso lo tiene ancorato al piano terreno legandolo in qualche modo alla famiglia di Sienna. Lei, altra gradevole aggiunta, è un'ottima final girl. Ha quel particolare e preciso senso materno che appartiene solo alle sorelle maggiori, che non le rende madri ma quasi, è carica di rabbia e di un dolore che nessuno le fa sfogare. È quella che dovrebbe essere seria, responsabile, che si prende cura di sé da sola. Appena può, quindi, diventa una bestia. Sienna è incazzata, dolorante, ma ha un fratellino minore da portare a casa se possibile tutto intero ed è pronta a tutto. La amo. Il suo look di Halloween è una favola, vorrei essere lei.</div><div style="text-align: left;">Ciò detto, mai come in questo slasher il protagonista è il killer. Art è silenzioso come i villain più spaventosi, sarcastico come quei due che invece parlavano un casino, ma più brutale di tutti loro messi insieme. Lo scopo degli altri era uccidere, qui è torturare. Art uccide per <i>fare male, </i>e non solo Leone lo sa ma per lui è molto importante mostrarcelo bene affinché noi non lo si dimentichi mai. Per cui sì, è molto più forte di altri suoi simili. Nella live abbiamo parlato di come la stessa Bloody Disgusting ammetta candidamente che per distribuirlo non avevano due lire, e puntuale come un orologio svizzero è arrivata la dinamica che di gente in sala ne ha portata a tonnellate, usando il consueto mezzo della "gente svenuta in sala". Me ne lamento? Assolutamente no, perché <i>Terrifier 2 </i>è un baraccone divertentissimo, e se lo hanno visto in tanti io ne sono felicissima. È un proliferare di momenti poetic cinema (se non sapete di che parlo rimando all'ascolto di Nuovi Incubi, il podcast di cui sono cohost), e secondo me un piccolo Art che si prova gli occhiali da sole con i girasolini secondo me in questo anno difficile ce lo meritavamo tutti quanti. È un eccesso, un fumettone, un giocattolo. È un tipo di cinema che non fatico a credere possa respingere qualcuno, non per colpa della sua violenza ma proprio della sua sfacciataggine. Si prende gioco di ogni anima che respira e lo fa senza pietà alcuna, e non tutti hanno voglia di questo quando guardano un film, neppure se dell'orrore. </div><div style="text-align: left;">Annebbiato dalla sua violenza, però, c'è un altro elemento che secondo me è importante dire: <i>Terrifier 2 </i>fa paura. Art non è solo, di sicuro avrete visto qualche foto in giro, e quella cosa che lo accompagna fa una paura incredibile. Un character design splendido, ma che infamata.</div><div style="text-align: left;">Ha anche una durata inspiegabile, e ogni articolo che leggerete sul tema sarà concorde nel dire che avrebbe necessitato di parecchi tagli.</div><div style="text-align: left;">Io mi sono annoiata?</div><div style="text-align: left;">Neanche per un istante.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ_DPx8SnUiQo7JNYjxwS6qgifCM67TfOnZX5VNx3aqwSFMTWWjKIe-li3QR0hYWp-C7PQdIODeiduYrKTQwFKtDrs3uVkgjfqVTiFnrdRpdfuAru-yqU7RH-nGzqlwvNu4Ufsb8iDxThg9u2ux-cwUlP4xtgo7T6-pELcrqSdzTmALF5lVbe7mJJI/s432/Dashcam.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="432" data-original-width="306" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJ_DPx8SnUiQo7JNYjxwS6qgifCM67TfOnZX5VNx3aqwSFMTWWjKIe-li3QR0hYWp-C7PQdIODeiduYrKTQwFKtDrs3uVkgjfqVTiFnrdRpdfuAru-yqU7RH-nGzqlwvNu4Ufsb8iDxThg9u2ux-cwUlP4xtgo7T6-pELcrqSdzTmALF5lVbe7mJJI/s320/Dashcam.jpg" width="227" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Eh, questa è difficile.</div><div style="text-align: left;">Questo film lo abbiamo tutti atteso come la pioggia d'estate, perché il suo regista, Rob Savage, ci ha dannato l'anima con il suo primo lavoro, quell'<i>Host </i>che ci ha tolto un po' di notti di sonno. </div><div style="text-align: left;">Questa volta ha voluto girare un found footage in cui una protagonista antivax porta il caos in piena pandemia nella vita di un ex compagno di band, gli ruba la macchina , prende su una sconosciuta e va tutto molto male. </div><div style="text-align: left;"><i>Dashcam </i>è caotico, frastornato e frastornante, intenso e complicato da tollerare, perché è proprio quel genere di found footage in cui non si capisce niente e viene mal di mare. Non sono tutti così, naturalmente, e questo film non aiuta la mia causa <i>not all found footage. </i></div><div style="text-align: left;">Tutto sommato, però, questo importa poco. È caotico perché lo è la sua protagonista, una re Mida al contrario che tutto quello che tocca lo trasforma in merda. È caotico perché parla di sovvertire le regole nel modo più sbagliato possibile e di come si finisce per pagarne le conseguenze, e quindi avrei potuto ampiamente tollerarlo. Anzi, stando ai miei gusti, avrei dovuto adorarlo. C'è tutto quello che potrebbe servire a renderlo un buon film: c'è l'atmosfera, ci sono i momenti di genuino terrore che ormai sappiamo Savage sa bene come gestire, c'è la frenesia della situazione tragica.</div><div style="text-align: left;">Però poi c'è la cazzo di Annie Hardy per davvero e tutto quello che di buono stavamo costruendo lo buttiamo sotto un ponte e seppellito nel fango. Io mica la conoscevo, lei, è stato letterboxd che come al solito mi ha spiegato le cose. Nel film interpreta se stessa, e per quanto Savage cerchi di pararsi il culo - perché è questo che fa - in interviste come <a href="https://collider.com/dashcam-director-rob-savage-interview-annie-hardy/" target="_blank">questa</a> - questa decisione non va bene, perché la voce ha un cazzo di valore e Savage l'ha buttato via. Mi spiego meglio. La protagonista è l'attrice stessa, che nella vita vera fa davvero uno show in livestreaming dalla sua auto, in cui canta e improvvisa. È anche un'antivaccinista, un'antiscientifica persona priva di qualsiasi contatto con la realtà, una razzista con una visione nauseabonda del mondo e della società. Il suo account twitter parla per lei, in modo cristallino. Vi invito, in ogni caso, a non andarlo a vedere. Non vedo perché autoinfliggersi questa roba. Ma dicevamo: il valore della voce.</div><div style="text-align: left;">In un momento come questo, l'ennesimo replicarsi delle pagine più infelici della storia, la voce è sola cosa che abbiamo, come comuni cittadini. Poi accade che ci siano persone che per ragioni diverse abbiano una voce un po' più forte, che risuona di più. E quando si ha un potere così, perché di potere si tratta, si ha il dovere di usarlo bene, perché è dai cazzo di tempi di Spiderman che dal potere derivano le responsabilità. Allora quando si ha una voce che risuona forte bisogna usarla con coscienza, e spesso usarla con coscienza significa passare il microfono a qualcun altro. </div><div style="text-align: left;">Se passi, di proposito, il tuo microfono a questo genere di persone, con qualunque intento tu dica a te stesso quando ti guardi nello specchio per giustificarti, allora sei complice.</div><div style="text-align: left;">E mi dispiace, ma Savage è complice.</div><div style="text-align: left;">Dica quello che gli pare. </div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN37jKwzfdr3SnDNOt78fZFOyh602KUzRR31Qj3DB1GaNUcLoagWaFE6aW5Fs8wCAXXf2veyzl2LLQl7TSgsIsiokPxBDEkNza-r9RQZ2D_-qE78ExM-dwNNcAGuUxlij5FUNT3w9SYI9Am8gz3gwe5PfQ4DeaOvMykqEUmpA0ylL-kxX19ffTOvdY/s3000/bodies%20bodies%20bodies.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="2025" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgN37jKwzfdr3SnDNOt78fZFOyh602KUzRR31Qj3DB1GaNUcLoagWaFE6aW5Fs8wCAXXf2veyzl2LLQl7TSgsIsiokPxBDEkNza-r9RQZ2D_-qE78ExM-dwNNcAGuUxlij5FUNT3w9SYI9Am8gz3gwe5PfQ4DeaOvMykqEUmpA0ylL-kxX19ffTOvdY/s320/bodies%20bodies%20bodies.jpg" width="216" /></a></div><br /><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Dopo quella roba di cui sopra mi meritavo gli adolescenti scemi. E allora è arrivato <i>Bodies Bodies Bodies. </i>E sono pure arrabbiata un po' con questo però. Giuro di solito mi piace tutto.</div><div style="text-align: left;">In effetti, per essere chiara, a me tutto sommato è piaciuto. Sovverte alcune delle regole più importanti dello slasher, creandone uno in cui manca l'elemento fondamentale: l'assassino. Anche in film in cui del killer non si conosca l'identità, come in <i>Scream, </i>qualcuno con il coltello in mano c'è. Qui il punto del film è riassunto nelle regole del gioco a cui i protagonisti stanno giocando quando ci scappa il primo morto: qualcuno muore e c'è tutto buio e non si sa chi è stato. L'ho trovato godurioso, divertente, con un finale che ho adorato e che ha rimesso in sesto tutto quanto accaduto fino a quel momento in modo creativo e spiritosissimo. È un ottimo discorso sulla paranoia, sulla fiducia tra le persone coinvolte, sui trascorsi personali che si mettono in mezzo e offuscano la capacità di giudizio. </div><div style="text-align: left;">PERÒ.</div><div style="text-align: left;">Io sono stanca di questa narrazione degli adolescenti. Sì, l'ho colto l'intento parodistico e sì, forse me la prendo perché sono sotto sotto una di loro (ma magari fossi stata così cool), e ancora sì, forse sono una di quelle pesantone woke paladine del politicamente corretto che non scherzano su niente. Sono stanca della droga sempre coinvolta come se i giovani non facessero altro, pure con un tono lievemente giudicante che, per piacere, ha smesso di avere senso nel '97. Sono stanca dei giovani come frivoli stupidini che adesso si riempiono la bocca delle parole del linguaggio woke ma che in fondo manco sanno dove stanno di casa. Solo Sophie sembra avere un minimo di grip sulla realtà, sul loro essere privilegiatissimi e viziati e sul concetto di doppio standard, ma è cacciata in mezzo ad un ritratto davvero ingiusto. Me la prendo troppo io?</div><div style="text-align: left;">Possibile. Mi dispiace solo un po'.</div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;">Mi piange il cuore che sia finito ottobre. Naturalmente la Spooky Season qui dura tutto l'anno, è solo un po' più bello quando è Halloween per tutti.</div>Mari.http://www.blogger.com/profile/00414926507503288221noreply@blogger.com4