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mercoledì 12 dicembre 2012

3 mesi di MRR: Shining

10:52
Titolo originale: The Shining
Anno: 1980
Durata: 115 min.
Trailer:




Tre mesi fa giusti giusti aprivo la mia cameretta rossa.
Che si chiama così perchè, e di sicuro non c'è bisogno che io lo spieghi ma lo voglio fare comunque, il mio film preferito è Shining.
Solo che 'redrum' mi pareva banale, quindi facciamo diventare un omicidio una camera rossa che è più allegra.

Detto ciò, trovo assolutamente inutile farne una recensione vera e propria perchè su internet ce ne sono millemilamilioni e io non voglio essere la millemilamilionesima+1.

Ma non posso fare a meno di parlarne, è fisiologico.
Mi limiterò ad un ordinatissimo elenco dei motivi per cui questo film ha spodestato tutti i precedenti amori del mio cuore ed ha impedito a qualsiasi altro film di farsi amare alla stessa maniera.

  1. L'inizio. Le inquadrature così rilassate e rilassanti accompagnate da una musica così inquietante che ti buttano subito dentro all'atmosfera del film. E, detto tra noi, tutte quelle inquadrature superfighe di cui Cameron si fa vanto per il suo Avatar, non sono niente rispetto a queste. Che voglio sottolineare sono del 1980. Semplicissime, in realtà, niente di eccezzzziunale, ma io le amo.
  2. Quel CICCINO bellissimo di un Danny Lloyd. E se ancora non l'avete visto, guardatevi il documentario sul making of girato da Vivian Kubrick perchè c'è un'intervista al piccoletto che vi farà sorridere come ebeti dalla tenerezza.
  3. La dispensa. Una cosa del genere è il sogno di qualsiasi persona soffra di golosità congenita aggravata, tipo me,
  4. L'inquietudine. Che è molto peggio della paura. E che non se ne va mai, dall'inizio alla fine, se ne sta lì come la nuvola di Fantozzi sopra la tua testa mentre guardi. Che nasce da cose apparentemente stupide, come una macchina da scrivere, un triciclo, una porta. Capito, Oren Peli?
  5. Shelley Duvall. Tutti che parlano di quanto Nicholson sia straordinario eccetera eccetera. Ed è vero, è pazzesco. Indescrivibile e magistrale. Ma io credo che un grande principale varrebbe la metà se non fosse accompagnato da una buona spalla. Tipo Fiorello e Baldini, no? Singolarmente bravi, insieme perfetti. E che vadano a zappare l'orto i Razzie Awards. O chi li assegna.
  6. Le gemelle, perchè sono 30 anni che ogni volta che in un film si vedono due gemelle per mano non si può che pensare a quelle di Shining.
  7. Il momento in cui ho CAPITO. E ci ho messo un po'.
  8. Il labirinto di siepi, perchè ho sempre desiderato provare uno e non ne ho mai trovati. Ce ne saranno in Italia?
  9. Il sangue a fiotti dagli ascensori, Tony che parla nel ditino, mr Halloran, la camera 237, il gatto delle nevi, la giovanegnocca/vecchiamostra che in confronto quella di American Horror Story è un angioletto, i capelli di Mr Grady, redrum, la distorsione temporale, il finale...

Il succo è che non ho ancora trovato qualcosa che non mi piaccia in Shining.

Si potrebbero fare lunghe e profonde analisi sul tempo, lo spazio, l'uso del rosso, la luccicanza, la relazione col libro..ma perchè? A che scopo?

Shining basta guardarlo.




venerdì 14 settembre 2012

Cimitero vivente, Mary Lambert

12:34

Titolo originale: Pet sematary

Anno: 1989

Durata: 102 minuti

Quando un film è tratto da un libro diventa difficile giudicarlo obiettivamente e separatamente.

Io infatti non ne sono in grado, soprattutto quando parliamo di Stephen King, mio scrittore preferito da sempre. Proviamo comunque, e vediamo come va.

Pet Sematary è un film strano. Anche in questo caso, come spesso accade, l'inizio è un classico: una famiglia si trasferisce in una nuova casa. In questo caso parliamo della famiglia Creed, mamma e papà adorabili con due figlioletti adorabili e un gatto dal nome adorabile. (Churchill, in onore dell'adorabile Winston.) Fin qui, niente di nuovo.
La casa, accidentalmente, sorge vicino a un cimitero degli animali, che a sua volta sorge vicino a un antico cimitero indiano, che secondo la leggenda nasconde un segreto. Sarà la famiglia Creed, a causa di una tragedia familiare, a scoprire questo segreto, pagandone anche le conseguenze.



Sarò sincera, a me questo film è sembrato stopposo. Non è riuscito a colpirmi, non mi ha coinvolta emotivamente. Anche quando avviene la tragedia, mi ha lasciato indifferente. Ecco, credo che la definizione giusta sia 'freddo'. A livello estetico è asettico, troppo pulito. Ovviamente, il coinvolgimento emotivo è soggettivo, e forse sono io il mostro insensibile.

Quasi tutto il film si svolge nei dintorni di questa casa, che pur essendo molto isolata, immersa nel nulla, non riesce a essere inquietante. Pervade un senso di tranquillità che non c'entra nulla. Forse volevano ottenere un contrasto per aumentare l'angoscia successivamente, ma non ha funzionato.
 
 

In certi momenti poi ho trovato che il film fosse appesantito da elementi di cui si poteva tranquillamente fare a meno: il fantasma del ragazzo morto in ospedale, per esempio, o il ruolo di Zelda, la sorella morta della mamma. In un libro è diverso, puoi aggiungere tanti elementi e svilupparli nella maniera che preferisci, ma quando hai a disposizione solo un'ora e mezza rischi di 'inciccionire' il film senza dargli spessore reale. Per esempio, era necessario inserire una RISSA al funerale di un bambino? Non si poteva proprio evitare, siora Lambert?
 
Nel cast non troviamo nomi celebri, il che è spesso un punto a favore, ma ovviamente ci sono le eccezioni. Tipo questo film. La sola cosa che ho apprezzato è stata l'idea di far recitare ad un uomo la parte di Zelda. Di sicuro il trucco usato su di lui funziona, qualche salto sul letto me l'ha fatto fare, è davvero brutto! (O brutta? Beh, il senso è chiaro.) Per contrasto, il personaggio di Gage, il figlio minore della coppia, era interpretato da Miko Hughes, uno dei bambini più belli che io abbia mai visto con delle guance che te le raccomando.
 
 

C'è qualche momento di tensione, ma l'azione successiva è sempre facilmente prevedibile quindi la visione è a tratti noiosa. Oltretutto, il personaggio di Rachel Creed (Denise Crosby), meglio nota come la mamma, è proprio antipatica.
 
Lodevole l'interpretazione di Churchill.

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