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lunedì 3 dicembre 2018

Preferiti della Redrumia: Novembre 2018

17:20
Io, che sono nota (?!) come la blogger più incostante della blogosfera, mi stavo scordando che il mese è finito e che devo fare il post delle cose belle del mese di novembre.
Rimediamo subito.


La cosa più lampante del periodo è che mi sono avvicinata al minimalismo.
Mai e poi mai mi ridurrò ad essere una di quelle persone che possiedono 20 oggetti in tutto e dormono per terra, non sono proprio il tipo. Ma sto passando un periodo di austerity imposta, e imparare a rivalutare il desiderio che ho di comprare compulsivamente è importante e mi aiuta a non farmi pesare troppo il periodo di ristrettezze. Ho conosciuto i Minimalists, Joshua Fields Millburn e Ryan Nicodemus, attraverso il loro podcast. Non fatevi spaventare dal numero di episodi e dalla durata, prendeteli con calma e selezionate magari solo i temi che vi riguardano più da vicino. A me hanno aiutato molto, li trovo molto moderati ma convinti del loro stile di vita, è interessantissimo starli a sentire anche nel caso in cui si decida di non seguire le loro orme ma, come nel mio caso, imparare ad avere un rapporto più sano con gli oggetti e con le spese.
Dall'altro lato, invece, sconsiglio il loro documentario, che sta su Netflix e si chiama Minimalism.
Mi ha dato una sensazione di estremismo che invece in loro non incontro sentendoli parlare nel podcast. Peccato.

Restando in tema di visioni, per me è stato il mese di A Star is Born.
Sì, sono in ritardo.
Sì, ho pianto come un vitello.
Per tutta la visione nella mia testa sottolineavo le cose che non mi piacevano: mi è sembrato che la narrazione dell'amore fosse superficiale, con qualche scena romanticissima tanto per farci sognare un po', e che si vedesse poco e con scene abbozzate qua e là la salita al successo di Allie. Storcevo il naso e nel frattempo le emozioni crescevano, fino a che alla fine ho pianto anche le lacrime che non avevo.

Vorrei anche parlare di serie tv, ma sono a metà di tutto: ho iniziato The Good Place e l'ho trovato carinissimo e leggero. Ho iniziato anche The Exorcist, mi sta piacendo tanto ma ne parliamo quando ho finito la seconda stagione. Ultimo ma non per importanza, il mid season finale di This Is Us.
Non so cosa dire, sto incazzata come un'aquila. Due stagioni e mezza a parlarci di Jack e del buco nero della sua vita, della sua tragedia, del suo senso di colpa. Il tutto per mandare discorsi importanti in vacca con sto finale che mi ha solo inacidita.
La stagione in generale mi piace eh, ma vorrei più Toby e Katy, vorrei più Becca e Jack, ma forse si sono esaurite le cose da dire. Peccato.

Con grande dispiacere non ho letto niente. Mi sono data un po' al fumetto supereroistico (ho dato una chance agli X-Men) ma ho mollato la presa per evidente stupidità (mia, non dei fumetti) e alla fine ho letto solo New York di Will Eisner, che è magnifico.
Un racconto di una città attraverso storie più o meno brevi, che scalda il cuore e profuma di familiarità. Una meraviglia.

Dicembre si prospetta complicato, da molti punti di vista e non solo per il mio rapporto complicato col Natale.
Chissà, forse ci riprovo con gli X-Men...

giovedì 25 ottobre 2018

Preferiti della Redrumia: Ottobre 2018

11:24
Qua si lavora al post di Halloween, ma per non lasciare la blogosfera senza le mie indispensabili parole, anticipiamo di qualche giorno il post dei preferiti, giusto perché chiacchierare qui mi manca un po' e non mi va di aspettare la settimana prossima.



Signore e padrone del mese per me è stata Hill House, come penso per tutto il mondo. E a ragione, perché è uno di quei casi in cui possiamo usare una delle parole più odiate dei cinefili: Capolavoro con la maiuscola.
Ma di quella, appunto, parliamo per Halloween.

L'orrore però è stato comunque protagonista di ottobre (e, come sempre, del mio cuore) perché finalmente ho visto Hereditary.
Sì, ci ho messo troppo. Ma il momento è giunto e la paura più fredda e totalizzante ha preso anche me, e mi ha trascinato negli inferi nei quali evidentemente questo film è stato scritto. Quanta benedettissima paura può fare un film? Dovrei saperlo già, ma ogni volta mi sorprende come la prima. Come mi piace, come mi cago sotto.
Hereditary ha una scrittura che ha dell'incredibile, una regia ipnotica e attori benedetti dalla grazia di una qualche divinità cinematografica. C'è una scena, a mezz'ora dall'inizio. Lo sapete di che scena parlo, voi che avete visto il film. Oltre ad avere lasciato il pubblico con il bisogno di un paio di sedute di terapia per riprendersi, ci ha regalato una prova attoriale che non dimenticherò mai. Alex Wolff, classe millenovecentonovantasette, sta seduto in auto. Sguardo fisso davanti a sé, immobile, incapace di voltarsi per prendere coscienza di quello che è successo. Ma lo sa. Lo sappiamo anche noi, motivo della terapia di cui sopra.
I nostri cuori sono spezzati irrimediabilmente, le nostre menti ammaliate da una scena straordinaria e da un giovane attore che senza fare nulla fa tutto, le nostre anime votate ad una nuova, sfolgorante, divinità: Ari Aster.

Per i podcast è stato, finalmente, il mese di Serial.
Praticamente il più famoso della storia del mondo, e io ci arrivo solo ora.
Un true crime che racconta della morte di una giovane studentessa statunitense e del suo presunto assassino. Che forse assassino non è, o forse sì. Di certo sta scontando una pena che lo terrà per tutta la vita chiuso in un carcere, in uno Stato nel quale grazie al cielo non c'è la pena di morte.
I racconti sono completissimi, approfonditi, ma narrati con il tono di chi, a questa condanna, non crede molto. Immagino sia difficilissimo avere a che fare con giovani condannati senza cercare di vedere in loro almeno un barlume di innocenza, soprattutto quando sono cordiali e disponibili come Adnan Syed.
Un lavoro sopraffino e che immagino sia stato complicatissimo, poco ma sicuro. Il sito è completissimo, tutti i documenti di cui si parla sono a disposizione dello spettatore e chi si appassiona può continuare a 'giocare al detective', se lo desidera. Ma a me non ha lasciato niente, emotivamente, non mi ha coinvolto troppo la storia e non sono riuscita ad empatizzare con i suoi protagonisti. Serial è lungo, articolato, impegnativo.
Solo per veri appassionati di true crime.

Quest estate, poi, è arrivato il nuovo libro di Joyce Carol Oates.
Lei è una dea, lo sapete tutti bene, per me. Lei è il mio nome del cuore quando si parla di Nobel. Lei di solito sa entrarti sotto la pelle con l'inquietudine sporca delle cose brutte e cattive, e non ti lascia più.
Il collezionista di bambole è una raccolta di racconti, uno più cattivo dell'altro, uno più subdolo e viscido dell'altro.
Per quanto mi pesi il cuore ammetterlo, però, non ha fatto su di me lo stesso effetto miracoloso di altri lavori della mia amata, l'ho letto in una seduta che è stata sì bella angosciante ma altrettanto rapida nello scivolare via di dosso a lettura terminata.
Per me un'occasione sprecata.

Su cos'altro ho perso tempo questo mese?
Ah, sì, su un documentario in otto parti.
Su Youtube.
A proposito di Jake Paul.
La cosa divertente?
Non seguo Jake Paul.
Ma Shane Dawson, autore del documentario, sì. Ecco, quindi, come sprecare intorno alle 7 ore della propria vita davanti al pc. Con un documentario su Jake Paul. 
Non me ne capacito.

Vi saluto così, con un'ammissione di idiozia.
Ci sentiamo per Halloween.




lunedì 1 ottobre 2018

Preferiti della Redrumia: Settembre 2018

17:58
Io l'avevo detto che ci avrei preso gusto a fare il post dei preferiti come nella vera moda dell'Internet del 2012. Anche settembre però è stato infarcito di cose deliziose quindi mi fa piacere condividerle con i miei fan. (Scherzo, scusate, non vi ci chiamo più così.)


La prima: @accidentallywesanderson, l'account Instagram con cui fare bella figura con le ragazze hipsterelle con cui volete provarci. Foto dai toni del regista del cuore delle ragazze da borsa di tela, una più bella dell'altra, che non faranno altro che portare una ventata di serenità e bellezza nel vostro feed pieno solo di foto di emrata. Vi conosco.



Ho quasi vergogna a dirvi quale è stato il mio film del mese. Aprire un blog di cinema senza avere visto il Capolavoro Senza Tempo© di cui sto per parlarvi è un affronto che la categoria dei cinebloggers potrebbe non perdonarmi.
Ho visto solo ora Scott Pilgrim Vs The World ed è stato magnifico. 
Il mio immaginario gli gira intorno da quando l'ho guardato la prima volta. Eppure lo sapevo. Lo sapevo perché Edgar Wright è una delle persone grazie alle quali questo blog esiste. Quando sono una seriosa pigna nel sedere, Wright riprende il mio entusiasmo e lo rilancia tra le stelle, ridonandomi la gioia immensa che solo un certo tipo di cinema mi dà. Scott Pilgrim e i sette evil exes hanno preso il mio entusiasmo e gli hanno fatto fare il giro intero del mondo. Lo AMO. Ho riso fino ai dolori di pancia, mi sono anche un pochino emozionatina e ad un certo punto ero talmente esterrefatta da quello che vedevo da non riuscire manco più a ridere. È tutto talmente tanto da lasciare interdetti, rimbambiti, ma mai che stanchi. Non supera mai il confine che divide il tanto dal troppo, ed è un giocattolone magnifico di quelli per bambini intelligenti. 
Mi sono innamorata, ne vorrei altri mille.




Ho due serie tv in corso di cui parleremo alla fine ma sulle quali devo dire due cose veloci.

Brooklyn Nine-Nine fa un ridere, ma un ridere!
Mentre guardavo (stirando, da brava massaia quale sono diventata) il primo episodio temevo l'allarme idiozia. Io sono detestabile ma l'ironia proprio scemona mi dà fastidio.
Idiota è idiota.
Ma quanto mi diverte non lo so dire. Quanto li prende in giro sti cliché sulle solite serie nei commissariati, quanto non gliene frega niente di niente, solo di dire cagatone e fare un ridere incredibile. Lo adoro.

The Terror, invece, non fa ridere manco per niente. Fa paura, angoscia, sofferenza. Io convinta al mille per mille che non me ne sarebbe fregato niente della storia delle navi bloccate alla ricerca del passaggio a nord ovest, invece quando lo guardo mi sento l'aria mancarmi in gola. La situazione è talmente esasperante da far impazzire anche lo spettatore. E l'inquietudine trasmessa è di grande impatto e molto più intensa di quella di tanti film che sembrano provarci più forte ma riuscirci molto meno. Il freddo poi è il nemico numero uno della Redrumia, e a me The Terror fa sentire male al solo pensiero di quanto freddo avessero questi poveretti. Mi struggo per loro, sotto la mia copertina di pile il primo ottobre.

Infine, solo un accenno velocissimo ai libri perché voglio scrivere un post a parte sul tema: sto divorando come ciliegie i gialli della Rowling con lo pseudonimo di Robert Galbraith. Se ci penso e provo ad essere oggettiva non li trovo eccezionali ma per qualche ragione che ancora non ho messo bene a fuoco non li so mettere giù.
Io, quella che era stufa dei gialli.

Con l'ennesima contraddizione della Redrumia vi lascio al vostro lunedì sera, augurandovi che sia come il mio: camomilla, felpa, librottone da finire e pioggerellina autunnale.
Banalotto, ma che bello.


martedì 28 agosto 2018

Tutte le (poche) cose che sono riuscita a vedere e leggere in un mese di trasloco.

13:45
Un breve e forse inutile riassunto del mio mese di agosto:
Sto andando a convivere con Erre → mansarda da pulire a fondo, mobili da comprare e montare (perchè croste schifose abbiamo fatto tutto da soli pur di non dare un solo euro inutile al Signor Ikea), idraulici elettricisti padri collaboratori vicini di casa muratori trapani avvitatori polvere nidi di vespe e cadaveri in decomposizione avanzata di piccione da eliminare (triste e agghiacciante storia vera).
Hanno operato mia zia → giri su e giù per ospedali, km in auto e mancanza di ore di sonno.
Lavoro in gelateria, è agosto e ho una collega in ferie per un mese.
Risultato generale: blog chiuso per un mesetto, social dimenticati e una stanchezza profondissima che non riesco a scuotermi di dosso.

Qualcosina, però, sono riuscita a fare comunque, quindi giga post riassuntivo con le cose belle di questo mese!


Con i milioni di chilometri che ho macinato in questo mese, i podcast sono stati un'ottima compagnia, complice l'Iphone che mi ha prestato un'amica quando si è rotto il mio telefono.
Tre i miei preferiti del mese:

  • Morgana, in cui l'adorata Michela Murgia parla di donne. Ogni episodio una signora dalla vita notevole. Fino ad ora ha raccontato di Margaret Atwood, Tonia Harding e la nostra dea Frances McDormand, che a breve sarà proprio Dio in Good Omens e io Non. Vedo. L'Ora. Con ospiti a tema e la solita brillante intelligenza, la Murgia parla di queste moderne Morgane, e del modo in cui ci ricordano che per essere donne non c'è un solo modo. 
  • Ordinary Girls, che seguo praticamente solo per Elena Mariani. Non vi dico altro di lei, seguitela su Instagram e guardate le sue stories ogni giorno. Io lo so che sono tutti convinti che le donne facciano meno ridere degli uomini, è solo che non hanno mai visto le stories di Elena. Mi spacca. Scelte musicali sempre spettacolari.
  • Veleno, un podcast true crime prodotto da La Repubblica. Si racconta di un caso giudiziario che ha coinvolto qualche piccolo comune dell'Emilia Romagna alla fine degli anni '90, una storia tremenda di pedofilia e satanismo. Ammesso, però, che qualcosa sia successo davvero. Un racconto straziante, ma interessantissimo. 
Mi vergogno di ammettere che non ho visto film, con una sola eccezione. Mio fratello, con il ricatto del 'Dai Mari è l'ultima volta che vediamo un film insieme!' mi ha convinta a vedere La forma della voce. Sapete che non sono un'appassionata di Giappone, nè di anime e manga, ma lui lo è. L'ho trovato molto più gradevole rispetto a Your name, più emozionante e con una storia più convincente. Rimane però la mia perplessità sul mondo orientale in genere. Per qualche ragione, c'è sempre qualcosa di irritante che mi allontana, e che nel solo (banale, lo so) Studio Ghibli non trovo. Saranno le espressioni a cui non sono abituata, saranno atteggiamenti dei personaggi che non apprezzo e non riconosco come 'comuni', o sarà che ne so poco e niente, ma non fa per me.
Vorrei anche dirvi che ho visto I kill giants, che è arrivato su Netflix, ma mi sono addormentata a metà.


Non che a libri mi sia superata, comunque: due sole letture, anche se entrambe appassionanti.

  • Io e Mabel è il racconto di come addomesticare un'astore (con apostrofo perché è femmina) sia stata l'ancora di salvezza per l'autrice, Helen Macdonald, che si è trovata a gestire un lutto improvviso. Io sono di un'ignoranza spaventosa sul tema, e quando penso agli uccelli faccio fatica ad immaginarli come creature spaventose e crudelissime. Il libro della Macdonald non solo fa chiarezza, ma racconta questi animali come non avevo mai visto prima fare, con un amore grande che la segue fin da bambina e competenza vera, che non diventa mai spiegone noioso. Il legame complicato con Mabel la costringe ad uscire di casa, a concentrarsi, le dà una motivazione. E per lei è salvifico. Meno successo gli astori hanno avuto con T.H. White, l'autore del romanzo da cui è tratta La spada nella roccia. Il racconto di queste due vite scorre parallelo, e senza nemmeno accorgercene siamo affascinati da questi rapaci anche noi. 
  • Una stanza piena di gente, di Daniel Keyes, è un'altra storia vera. Quella di William Milligan, il primo caso negli Stati Uniti in cui una persona colpevole viene assolta grazie alla diagnosi di disturbo da personalità multiple. Milligan era 'spezzato' in 24 personalità, e la principale non era a conoscenza dei reati commessi. Il romanzo non ripercorre solo il caso giudiziario, che già di per sè è talmente intrigante da poter richiedere un libro a parte, ma in generale tutta la vita del protagonista, partendo dall'infanzia travagliata. Dalla metà in poi mi ha un po' persa, l'ho trovato troppo lungo e prolisso, ma la storia è interessantissima, soprattutto se le cose che succedono nella mente umana vi spaventano da matti.
In un mese così sfiancante la mia insonnia, con il consueto tempismo, è tornata a gamba tesa lasciandomi a fissare il soffitto. Unico sollievo arriva per me con l'ASMR, che anche quando non mi fa addormentare almeno mi rilassa molto. Scoperta grandiosa del mese è il canale ASMRSurge. Insonni, non ringraziatemi. Ve ne faccio dono perchè è quello che si fa con le ricchezze: le si condivide. Fa video mai banali (cosa rarissima nell'asmr) e diversi da chiunque altro, lo amo immensamente.

La vera passione del mese è stata, però, Saga, aka uno dei fumetti più belli della storia del mondo. Lui si merita un post a parte, ne riparliamo.

Stasera, poi, è il mio turno con la Notte Horror, che è la cosa preferita dell'internet estivo. 

Mi sa che di sta cosa dei preferiti ne facciamo una rubrica, come le youtuber nel 2012, perché qui siamo sempre al passo coi tempi.


domenica 21 gennaio 2018

Edward Hopper - i miei preferiti

15:07
Io non so niente di arte pittorica.
Conosco di fama i grandi nomi famosissimi e riconosco una manciata di quadri, ma mi fermo lì.
Quando ho visto per la prima volta un Hopper, però, mi si è agitato qualcosa nello stomaco e ho capito cosa provano le persone davanti ad un quadro che amano molto.
Ecco una carrellata delle mie opere preferite.

Finestre di notte

New York Movie

I nottambuli

Benzina

Tramonto sulla ferrovia

Sole di mattina

mercoledì 27 dicembre 2017

Il mio primo post di preferiti dell'anno!

14:42
Fare le liste mi piace un casino. Ne faccio tantissime dalla dubbia utilità, poi ogni tanto mi cimento in missioni impossibili come questa. Quando devo scegliere le mie cose preferite vado in crisi, mi dispiaccio per gli esclusi, piango un po' in posizione fetale.
Odio le scelte.
Per questo motivo, oggi, sfido il mio problema con le selezioni e faccio la lista delle mie cose preferitissime del 2017.
Se sopravvivo alla pressione della scelta ci vediamo l'anno prossimo!


MUSICA
Su Redrumia non parliamo mai di musica, ma siccome da un po' condivido sulla pagina facebook (che sono certa voi seguite) le mie canzoni preferite, butto giusto giù due righe anche qui.
A dispetto delle millecinquecento cose diversissime e bellissime ascoltate quest anno, la mia mente è sempre e solo andata a lui: Stromae.
Indovinate chi ha mollato la musica, almeno per un po'?
Ecco, appunto.
Se mancasse tantissimo anche a voi come a me, vi linko un'opera d'arte. Buona fortuna poi nel riprendere una vita normale.
La trovate qui.

PAROLE SCRITTE
Se il 2016 era stato per me l'anno dedicato a David Foster Wallace, quest anno un altro brillante signore ha fatto capolino nella mia vita: Philip Roth.
Se non lo avete mai letto, beati voi. Avete la freschezza dell'inizio e la bellezza della sorpresa. Non fate però come dicono tutti, non iniziate con le cose super portentose come Pastorale americana o La macchia umana.
Vi voglio incuriositi fino al midollo, vi voglio con gli occhi sbarrati e la risata costante: si inizia con Il lamento di Portnoy. Si inizia così, e non lo si molla mai più.
Il mio romanzo dell'anno, però, non è stato di Roth. Quest anno su consiglio di una sconosciuta ho comprato Shantaram, ed è stato un viaggio pazzesco nell'umanità più fragile e nel paese più intrigante del pianeta. Ho pensato a lungo che potesse essere lui il mio più amato, ma mentirei sapendo di mentire. Diciamo che si porta a casa la medaglia d'argento.
Il romanzo del 2017, nonché istantaneamente entrato tra le cose più amate di sempre non poteva che esserci Lui: L'Esorcista. 
Ne parlo un pochino più approfonditamente qui.
È un capolavoro punto e basta, e io ammetto che non me lo aspettavo nemmeno per sbaglio. Le parole di Blatty sono lame affilatissime ma guidate dalla mano più delicata possibile. Colpiscono profondamente ma sei talmente ammirato che nemmeno te ne accorgi e quando hai finito ti ritrovi in un angolino a leccarti le ferite.

CINEMA DELL'ORRORE
Quest anno l'ho trascurato. Mi sento come una mamma che compra un cucciolo di gatto e trascura il micione vecchio e grosso che ha da anni. Il genere horror, poi, è davvero stronzo come un vecchio gatto. A volte ti ferisce, a volte ci resti male, poi ogni tanto ti grazia con fusa inaspettate e tu ti senti la persona migliore del pianeta.
Le mie fusa personalizzate quest anno ci sono state eccome. Quasi percependo che io lo stavo ignorando, il cinema ha deciso che era l'anno buono per buttare fuori bombe dell'orrore incredibili.
La mia scelta, però, è la più banale. Il mio horror dell'anno è stato It. Per come è riuscito a farsi strada anche in un cuore inizialmente scettico come il mio, per come si è preso gioco di tutti gli haterz maledetti diventando il film di genere con l'incasso più altro di sempre, per come mi ha fatto un paurone. Per me It è stato magnifico.

CINEMA E BASTA
Che annata sto 2017. Mi gira la testa a dover fare una selezione. Ma voi ve lo ricordate com'ero quando ho aperto questo blog? No, la fantascienza mi fa schifo, no gli alieni che pena, no ma non me ne parlare di Blade Runner che non ne voglio sapè.
Fino a due secondi fa ero in crisi su cosa fosse la mia scelta, ed era tra Blade Runner 2049 e Star Wars: The Last Jedi. Giuro che mi viene da ridere per quanto mi sembra ancora assurdo che questi due possano essere i miei film dell'anno.
Ho scelto Blade Runner 2049 per un motivo: è stato un flop incredibile. La prova è che l'umanità è scema come tutto sommato già sospettavamo, e io invece punto i piedi per terra e lo scelgo come film dell'anno, perché è magnifico.
Forse esservelo perso al cinema è una punizione sufficinete per non averlo premiato quando potevate.

SERIE TV
Sono sempre stata complicata con le serie. Ne guardavo pochissime e le selezionavo come una pazza, non mi piaceva niente. Quest anno mi sono lanciata in certi binge watching a cui preferisco non ripensare. Mi sono ridotta ad un'ameba sul letto, con dolori di schiena lancinanti al solo tentativo di rialzarmi, con scatole di biscotti e una coperta disgustosamente piena di peli di gatto.
È stata un'annata seriale di emozioni enormi e pianti a dirotto, perché io sempre vado a cercare cosine easy e dallo scarso impegno emotivo.
In mezzo a donne maltrattate (e per un po' con la Atwood ho chiuso), la quarta stagione del mio immenso Sherlock e il ritorno dell'altra grande serie della mia vita, Sense8, per me il 2017 è stato l'anno della scoperta di Doctor Who. Ha cambiato il mio immaginario, le mie citazioni, le conversazioni con il mio ragazzo. L'ingresso del Dottore nella mia vita è stato impetuoso e travolgente, ha sbaragliato tutto il resto e mi ha trascinata con sè in un mondo fatto di alieni, viaggi nel tempo e avventure pericolose. Mai nella vita avrei creduto che tutto ciò mi avrebbe conquistata. E invece mi ha fregata. Maledetto Dottore, quanto ti amo.

COSE
Il 2017 è stato l'anno in cui Mari's Red Room è cambiato in aspetto, nome e contenuti. Non sono ancora arrivata al risultato che volevo, ma è un work in progress che mi sta piacendo molto. Ha seguito me e il mio cambiamento e per ora posso ritenermi soddisfatta.
Qualche mese prima, però, Per l'amor di Asgard ha visto la luce. È stata un'emozione incredibile e ancora adesso quando ci penso mi gira la testa perché mentre io sto qua dietro al pc a vivere la mia vita come prima, lui sta lì a farsi la sua vita autonoma in giro per l'internet.
Mi commuove sempre un po'.

In questo ultimo anno i miei gusti sono cambiati in maniera quasi irreale. Ho pianto ogni mia lacrima per la trilogia de Il pianeta delle scimmie, mi sono affezionata a dei robot, ho amato oltre ogni dire un film in cui una tizia comunica con degli alieni, ho guardato molti, ma molti, meno horror della mia media e ho anche letto meno. Però è stato un anno pieno di emozioni giganti e pianti importanti, ho guardato più serie tv di quante ne abbia viste in una vita intera.
Sono contenta di essere diventata un pochino meno snob e complicata e di avere lasciato che tante emozioni inaspettate mi colpissero e mi rendessero un pochino migliore.
Che per tutti il 2018 sia pieno di emozioni così!

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