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sabato 5 dicembre 2015

#CiaoNetflix: Sense8

17:45
A parte rare eccezioni pertinenti con l'anima del blog, non parlo mai di serie tv. Un po' perché con quelle ho la bocca buona, sono una delle poche che ancora segue quel disastro che è diventato The Big Bang Theory.
Però sono una che sulle serie si emoziona tantissimo. Piango ancora al Not Penny's boat, alla proposta di matrimonio combinata tra Monica e Chandler, alla ironica e dolceamara ricomparsa di Sherlock, al ristorante. 

Con quelle premesse qui, poteva essere una buona idea guardare Sense8?
No. Ma io, come i calabroni, non lo sapevo e l'ho guardato lo stesso.
E ora, dopo una maratona di due giorni (siano lodati i lavori su turni), sono qui che mi lecco ferite autoinferte.


Non leggete le trame su Netflix che le ha scritte un ragazzotto sotto droghe leggere, ascoltate me: Sense8 parla di persone che, per motivi che al momento non ci interessano, si ritrovano ad essere estremamente collegate e a condividere tutto, pensieri ed emozioni.
È definita una serie di fantascienza, ma continuate ad ascoltare me quando vi dico che anche se la fantascienza vi fa schifino (come, ehm, a me) questa cosa qui la dovete guardare perché proprio siamo su un altro livello. 

Siamo dalle parti di quelle cose che, più o meno consciamente, fotogramma dopo fotogramma, ti entrano dentro e si prendono ogni aspetto della tua emotività. Alla fine del primo episodio sei già un Sensate pure tu: le loro emozioni sono le tue, le loro sensazioni le provi come loro, altrettanto intense. 
I Sensate sono otto persone comuni, ognuno con le sue gabole per la testa. Problemi familiari, economici, legali, sentimentali, professionali. C'è l'attore che non può vivere la sua storia d'amore (incantevole, mi hanno fatta sognare dal primo momento) per non rovinare la sua carriera, la ragazza trans in lotta con la famiglia. . . nessuno di loro è un personaggio assolutamente irreale. Sono persone comuni, tridimensionali, ogni loro azione, anche quelle più lontane da noi (penso al tedesco criminale), sono comprensibili e, in un certo senso, condivisibili.


Ci sono sentimenti già nati, di cui noi veniamo solo fatti partecipi, ed altri che nascono sotto i nostri occhi ed è quasi inevitabile che sia così. Incontri (beh, più o meno) una persona nella tua vita e per la prima volta senti che comprende davvero quello che senti. Ha totale accesso alla tua parte interiore, la sente propria, è il concetto massimo di apertura all'altro, noi ce lo possiamo solo sognare. Noi saremo sempre condizionati, il nostro esporci anche alla persona che amiamo non potrà mai avere questo livello di genuinità. Se Lito ed Hernando avessero avuto questa possibilità si sarebbero risparmiati una bella dose di dolore. È il mio cuore che è il tuo, il mio cervello che è il tuo.

Perché è un po' questo il senso che ho più amato di Sense8: è tutta questione di menti aperte. Sono aperte in maniera esponenziale le loro otto, di menti, connesse anche nei pensieri e nei momenti più intimi. Ma anche quelle di chi li circonda: Amanita e sua madre, comprendono e sono incuriosite da quello che succede a Nomi senza farsi troppe domande, Daniela è fin troppo aperta verso la coppia di amici, Rajan è aperto a comprendere il lato religioso della fidanzata pur non condividendolo, il collega di Will è costretto a lavorare con uno che limona da solo ma tranquillissimo, gliene frega meno di niente. E l'intelligenza convenzionalmente intesa, e la cultura, non hanno niente a che vedere con questo: il ragazzo di Nairobi, nullatenente e con una vissuta di stenti. è quanto di più aperto alle possibilità che il mondo gli ha dato.
Ed è quanto più si avvicini al mio intendere il viaggiare: in pochi episodi abbiamo attraversato il mondo restando nel nostro, proprio come i ragazzi coinvolti. Il tuo corpo è nella 'solita' Chicago, ma ti sei ritrovato a Nairobi, in Corea, a Berlino, in India. E tu, che con la tua mente sei dentro a persone che quell'ambiente così lontano e diverso lo vivono come proprio, cresci. Diventi come carta assorbente per le culture, le usanze, il modo di pensare. È incredibile, è il mondo che è un paese solo, è l'intera umanità rinchiusa in un solo cervello. 
È che siamo tutti uguali, che i miei bisogni sono i tuoi, che i miei dubbi sono i tuoi, che le mie crisi sono le tue. È che io posso essere in crisi sulla mia omosessualità, e tu sulla tua transessualità. Siamo lontani, lontanissimi, eppure così uguali. È che come amo io, ami tu. Ed è tutto quello che conta.


Un incredibile viaggio all'interno dell'umanità, che è una e un milione, che è poliedrica e colorata, ma che finisce per essere perfettamente identica: tutti che cantiamo le 4 Non Blondes, e godiamo del momento liberatorio che una canzone così bella ti regala.

lunedì 16 novembre 2015

American Horror Story Hotel (Ep. 6 - Room 33)

12:48
Lavoro in un bar, miei amati, non so se ve l'avevo detto. Stamattina entra un cliente di quelli abituali, che conosce la mia passione per un certo tipo di cinema, e se ne esce così: "È inutile guardare i film horror, basta aprire il giornale."
Eh, no, però. Non sono d'accordo. Non mi si può privare dell'unico orrore da cui so per certo di avere scampo.
Per questo su blog non voglio parlare di Parigi. Beirut, di nessuna città piangente. Non ho soluzione, non ho via d'uscita da quello. Voglio parlare solo di orrori da cui mi stacco con facilità estrema, anche se sulle prime mi viene paura al pensiero di dover andare a fare la pipì da sola e allora parlo apposta a voce alta con mio fratello così mi calmo. La paura vera non la so gestire. Guardo le persone che amo, ci parlo, le stringo, ringrazio di averle ancora qui con me. Poi tremo di nascosto al pensiero di perderle, perché vivo in un mondo in cui ogni giorno ho un po' più paura del giorno prima.
Mi dispiace soltanto per tutto il dolore.

E allora, siccome ho paura, e siccome mi dispiace, mi concedo un po' di quella fibrillazione che ti danno i brividi finti. E allora, American Horror Story.

Anche questa settimana le cose in questione invece che iniziare a sistemarsi e a diminuire di numero sono cresciute. Di nuovo. Mi pare di non riuscire nemmeno più a capire quante cose ci sono in ballo. Proviamo a fare ordine:


  • Liz Taylor: la scorsa settimana l'abbiamo vista venire al mondo, questa volta la vediamo innamorata, in modo assolutamente inaspettato. Di Tristan, sta povera scema. Ma è innamorata sul serio, perché gli ha regalato i suoi libri preferiti. Se anche voi siete feticisti della narrativa, sapete quanto arduo sia condividere. Deve amarlo davvero, sto modello belloccio che però non sia mai a chiamarlo gay. Lui è ETERO, va bene? Più lo dite forte più è vero. Insomma, si amano, ma Tristan è l'amante della Contessa, e in quanto tale verrà punito per il tradimento, dopo una scena francamente commovente in cui Liz si apre con lei, in una resa totale, ai sentimenti e alla sua dipendenza dalla Contessa. Mi si è spezzato il cuore, lo sapevo che volere così bene a O'Hare sarebbe stato nocivo. Gli voglio ancora più bene, nonostante la ben poco goduriosa visione delle sue coscette striminzite.
  • Holden e Mommy: non ti voglio più bene, Chloe. Ora, io non sono madre, però comprendo che ci possano essere delle preferenze. Non lo sopporto (sono la figlia non favorita, comprendetemi), ma lo comprendo. Ma non si può neanche guardare con quello sguardo gelido la propria bambina che sta vivendo un periodo così confuso. Famiglia a pezzi, padre che sta bene ma non benissimo, fratello scomparso o forse no...sta creatura non ha nessuno a cui appoggiarsi e mi fa una tenerezza infinita. 
  • Contessa e soldi: non è che mi sia molto chiaro a cosa le servano effettivamente, i soldi che intende spulciare al marito che è gay però ama le donne. Qua abbiamo un problema con la sessualità delle persone o se non altro c'è un concetto di apertura mentale tale da superare persino la mia, di cui mi sono sempre fatta vanto. Nessuno che abbia un'idea chiara su cosa ama o no. Nemmeno uno che dica beatamente di essere bisessuale per esempio, no no, tutti vanno con tutti e nessuno è gay. Avanti così. Non paghi di tutto ciò, le diamo un figlio. Ignorato fino ad oggi, nella camera 33 vive una piccola creatura mostruosa dal gradevolissimo nome dal sapore molto british - Bartoholomew. Mi aspetto grandi cose da te, piccolino.
  • Ramona, Donovan e Kathy Bates: Ramona inumana, talmente accecata dal dolore che potrebbe far fuori la qualunque pur di ferire la Contessa. Donovan e la sua mammina più clementi, ma non dubito che i bimbi moriranno comunque, Holden compreso immagino. Chi la tiene poi la Sevigny. 
Ignorata la Paulson, che non ho mica tanto capito alla fine della fiera a cosa serva. Non fraintendetemi, è bellissimabravissimaamatissima, ma devo inserirla di più nel contesto. Il caso dei dieci comandamenti è un attimino in stand by, cosa che comprendo perché se parli di millemila cose ogni volta devi fare 3 ore e 20 di episodio, io non c'ho tempo poi. 
Mi disturba un po' di più che siano stati messi in coda anche i bimbi vampiri, non vedo l'ora di vedere la strage!
Ditemi che anche voi, come Vincenzo, avete in mente piani e possibili risoluzioni, facciamo i complottisti insieme. 

venerdì 16 ottobre 2015

American Horror Story Hotel (Ep. 2 - Chutes and Ladders)

10:19
LO DICO ORA MA VALE PER TUTTA LA SERIE, CI SARANNO SPOILER CHE SE FOSSI IN VOI EVITEREI.


HABEMUS FINN WITTROCK!

Dandy è tornato, accolto da cori festanti e manifestazioni di amore mai terminato da parte della folla femminile che ancora lo ricorda come il personaggio bomba di Freak Show.

Torniamo al Cortez per il secondo episodio, che aspettavo con ansia dopo che il primo mi aveva colpito come un schiaffetto di quelli dati per ridicolizzare al suono di 'Pensavi sarei stato una merda, eh?'
È andata bene anche questa settimana, intanto per il ritorno in scena del sopracitato Wittrock, che nella scorsa stagione aveva vinto il premio di mio personaggio preferito, e che questa volta non sembra essere da meno. Modello strafatto e provocatorio che viene scelto dalla nostra amica Gaga per essere trasformato in vampiro. Ecco, con questo episodio si è chiarito che parliamo proprio di vampiri quelli veri, non delle macchiette che gli vogliono assomigliare, nè magari pazzi miliardari cannibali. No no, son proprio vampiri, ce lo hanno detto più o meno a chiare lettere e a noi sta bene così.  Spero che la sua 'evoluzione' non si concluda qui.

Restiamo su Gaga e parliamone con calma, visto che è così chiacchierata. Il suo ingresso nel cast, accolto da polemicone varie ed eventuali come il peggior festival di Sanremo, a me aveva lasciato piuttosto indifferente. Appurato che la musica che fa non rientra propriamente in quello che definirei il mio genere, lei come personaggio non mi è mai dispiaciuta. Provocatoria fino all'eccesso, ma non è che mi disturbasse come quella povera cretina di Miley Cyrus che davvero non la posso vedere.
Qui continua a fare quello che le riesce meglio.
È perfettamente statuaria (che sia alta 1 e 20 è un dettaglio, cercate di capire le mie scelte lessicali che ho il vocabolario di una 12enne), con la schiena tutta bloccata e il collo di traverso per sembrare più alta, incredibilmente scenica in tutto quello che fa, riesce quasi a sembrar bella. Il fatto che non cambi mai espressione in questo caso è tanto perfetto quanto lo era la faccia di quel bamboccione di Ben Affleck in Gone Girl. Parla poco e dice solo cose molto 'liriche' (di nuovo, considerate la pochezza di vocabolario) tipo 'Lo facciamo per la caccia.'.
Questo richiede il ruolo e a lei viene da dio, non sono sicura di voler sapere se le viene così bene perché ha capito esattamente cosa fare o se è perché abbaia anziché recitare, ma nemmeno mi interessa saperlo, per ora.
Poi immagino che siamo tutti d'accordo nel dire che è lei la moglie di quel sano di mente di March, giusto?


Detto ciò, come prosegue la vicenda?
Mah, è sempre tutto un gran bordello. La carne al fuoco non è tanta, è TANTISSIMA. Intanto abbiamo il nostro amico poliziotto che ora vive al Cortez, incrocia qualcosa di identico al figlio scomparso e lo segue disperato senza nemmeno riflettere sul fatto che dopo anni il figlio sarebbe se non altro dovuto essere un po' più alto. Ma io in effetti non ho idea di cosa una perdita del genere faccia alla testa di un uomo per cui non dirò altro.
Il vero colpo da gran bastardi è stato mostrare il giovane Holden (perdonatemi) alla sorella. Sarà che (maledetta Rowling ovunque tu sia) sono particolarmente sensibile al tema dei gemelli che perdono la propria metà, quando ho visto lo sguardo della bimba guardare il proprio riflesso non cresciuto nella piccola bara di vetro mi sono sentita morire. E chiaramente la madre non le crede. Ma vorrei bene vedere, non è stata lei a rincorrere un ricordo per il corridoio di un hotel.
Questa sottotrama mi intriga particolarmente, questa dei bambini rapiti e traformati in vampiri è interessante.

Sono ancora confusa sulla mia Bates, invece. E anche sulla Hypodermic Sally, che non ho capito cosa siano, quale delle due sia viva o meno (beh, no, spè, la Paulson è morta di certo), cosa ci facciano ancora lì e soprattutto, vista la recente rottura, che fine faranno fare a Matt Bomer. La cosa certa è che quelle due lì sono due bestione di bravura e le amo appassionatamente, quei denti frantumati mi hanno fatto venir voglia di nutrirmi solo a minestrina e smoothies per non rovinare quelli che mi porto in giro io.
E sì, continuo ad amare O'Hare. Ha una gestualità incredibile e ne vado pazza.


È presto per dirlo, dopo solo due episodi, e la mia cotta al momento mi impedisce di essere lucida, ma secondo me abbiamo di fronte una di quelle stagioni GROSSE.
Vi sta piacendo? Ne parliamo? Ci disperiamo insieme fino alla settimana prossima?



giovedì 8 ottobre 2015

American Horror Story: Hotel (Ep. 01 - Check In)

18:07

Grandissimo regalo di compleanno che la FX mi ha fatto quest'anno: il ritorno di AHS, proprio il giorno in cui compio il quarto di secolo.
Lacrime di gioia, commozione e grandi abbracci precedono la visione del primo episodio, che non poteva che chiamarsi Check In, data l'ambientazione.

(Ve lo ricordate vero che io con le serie tv ho parametri di giudizio completamente diversi rispetto ai film, vero? Che sono molto più magnanima, che con loro cerco solo intrattenimento puro e semplice? Tenetelo a mente lungo tutta la durata di questa ''''''rubrica''''')

Con che aspettative parto? GIGANTI.
Lo so che mi hanno spesso delusa e sconfortata, quelli di American Horror Story, ma se vuoi veramente bene a qualcuno gli perdoni anche gli errori, grazie allo splendore di quell'Asylum che ancora mi brilla nel cuore.

Sono al minuto 17 di visione e già avrei voluto fermarmi almeno 6 o 7 volte per fare un commento a caldo su quanto questo episodio mi sia piaciuto, mi trattengo il tanto che basta per concludere quest ora e darvi un giudizio complessivo, ma sappiate che farlo è dura.
Ci risentiamo a fine visione.

È colpo di fulmine amici blogger, non c'è speranza.

Intanto, di cosa si parla per questa stagione.
Siamo in un hotel, e fin qui era chiaro a tutti. L'hotel in questione si chiama Cortez, così possiamo dare un nome alle cose di cui parliamo. Al Cortez (che è bello bellissimo stupendo) succedono un sacco (e intendo proprio UN SACCO) di cose assurde. E dicendo assurde do per assodato che voi comprendiate orribili tremende sconvolgenti da incubo.
Tutto qui.
Ah no, c'è un detective che ci va a vivere dentro.

Com'è andato questo check in?
È andato BENE.
Dopo i primi minuti, che peccano di un minimo di eccesso di grandangolo di cui però a me in fondo importa poco più di niente, già volevo ballare la salsa e dedicarla alla mia coppia del cuore, Murphy e Falchuk. Si inizia con una rapida visione della città, moderna e rumorosa, che si conclude nel momento in cui due biondissime turiste varcano la soglia del Cortez, che niente ha che vedere con la città in cui si trova, nè con l'epoca in cui la serie è ambientata (i giorni nostri). Il Cortez è anacronistico, vintage, silenzioso. Ed è rosso. ROSSO. Mi sono sentita a casa, guardate l'immagine sopra e ditemi che non ci sta benissimo con il mio blog, siamo fatti per amarci io e AHS. Ti trascina in un'altra epoca, in un'altra dimensione, e io ci sto comodissima.

È sempre bellissimo, alla prima puntata di una stagione del nostro amatissimo telefilm, vedere cosa saranno stavolta i soliti volti noti. La Bates, paladina del mio cuore, è finita di nuovo a fare la mamma preoccupata per il figlio difficile, ma non sento il peso della ripetitività con la stagione precedente, per ora. Mi è dispiaciuto vedere la Sevigny relegata al ruolo di mogliettina del poliziotto, ma conto in una sua riscossa con le puntate, l'avevo amata alla follia in Asylum. Sarah Paulson CIAO, mi sta conquistando ogni stagione di più. Potrei ammettere o forse no che avevo a malapena riconosciuto Denis O'Hare, ma anche questo ci importa poco perché, insomma, LIZ TAYLOR. È già il mio preferito della stagione, non c'è guerra. Attendo la Roberts che nel frattempo sto adorando in Scream Queens, se volete poi facciamo due chiacchiere anche su quello. Diamo anche un caloroso benvenuto a Matt Boner che è un piacere per lo sguardo. Per quanto riguarda Gaga sono combattuta, mi aveva stuzzicato parecchio l'idea della sua presenza, e il suo personaggio ad ora mi piace, è il motivo per cui mi piace che mi urta un po'. È chiaro che abbiamo di fronte il personaggio che sarebbe stato di Jessica amoremio Lange, per cui Gaga non se l'è cavata male ma Jessica non si tocca e mi dispiace che non ci sia.


Per ora sono molto intrigata. Ci ho visto Shining, Saw, magari anche molta altra bella gente. La carne buttata al fuoco è parecchia, abbastanza da tenermi viva la voglia di proseguire, cosa che per me vale tantissimo perché abbandono serie tv come principale attività sportiva.
VI PREGO non deludetemi stavolta perché potrei soffrire come mai prima.

Ci aggiorniamo la prossima settimana, you dumb swedish meatball.
Non vedo l'ora.

lunedì 17 agosto 2015

Non solo horror: Veronica Mars il film

21:11
WARNING #1!
Il seguente post nase dalla mente di una quindicenne. Si prega pertanto di proseguire nella lettura non rompendo i cabbasisi con questioni di maturità e filosofia spicciola, si prega piuttosto di tenere conto della reale età dell'autrice.

WARNING #2!
SPOILERONISSIMI.

Ah, Veronica Mars.
La amavo, eh.
E la invidiavo per la strafighissima vita che faceva alla stessa età in cui io andavo in oratorio a giocare a briscola chiamata, in cui peraltro facevo schifo perché mi facevo sgamare OGNI VOLTA.
Lei no, investigava sulla vita dei compagni, su questioni di droga, di omicidi, di gente scomparsa, e a me che già allora ero casalinga disperata dentro e amavo Criminal Minds tutto ciò sembrava straordinariamente fighissimo.
E continuerò a ripetere fighissimo all'infinito, perché a 15 anni la mia limitata proprietà di linguaggio avrebbe descritto la questione solo così: FIGHISSIMA.


Anni dopo la fine della serie nasce questa campagna kickstarter in cui si chiedono centesimi per dare alla luce il film sulla mia adoratissima Veronica. Gli avrei dato anche i soldi che non avevo.
Ebbene, il film è nato, io l'ho visto, e mi è piaciuto.
Come se il non piacermi fosse una possibilità contemplabile.

Veronica ormai è cresciuta, ha lasciato Neptune, ha una relazione con il tenerissimo Fizz e sta per ottenere il lavoro che potrebbe essere la grande occasione della sua vita. Ma riceve una telefonata: Logan è indagato per l'omicidio della sua ragazza, una famosa cantante pop.
Può Veronica forse non correre in suo soccorso?

No CHE NON PUÒ. Lei deve correre per forza, perché è Logan e se entro la fine del film questi non si rimettono insieme io prendo baracca e burattini e butto tutto fuori dalla finestra.
ANNI ad attendere che sti due deficienti si rimettessero insieme, ANNI. Se non avete avuto una coppia fittizia del cuore non potete capire, ma non venite a fare i cinici con me perché lo SO che ce l'avete avuta e siete caldamente invitati a raccontarmi quale fosse nei commenti.

Non ce ne frega niente del bravo ragazzo che la ama tanto, mi dispiace. C'era il bellissimo stronzo schifoso che a noi piaceva di più, quindi se per favore Fizz ti vuoi levare che è entrato in scena Logan in divisa bianca, grazie, che tutte noi abbiamo da sventolarci.

Ormoni adolescenziali a parte, il film mi aveva fatto prendere un bello spavento.
Innanzitutto hanno cambiato alcuni doppiatori, cosa che francamente trovo di una gravità spaventosa perché qua si vanno a destabilizzare gli animi.
Una delle cose che amavo di più della serie, poi, era la scrittura brillante. Battute pronte, scambi rapidi, mai niente di banale.
Inizio del film, primo incontro di Veronica con gli amici di sempre: un trenino di banalità imbarazzante.
Ero già pronta a fingere di non averlo mai visto per non rovinare lo splendido ricordo che ne avevo. Volevo solo dimenticare quello scempio e reprimere le lacrime.
Tutto sommato invece ci siamo rialzati, i miei adoratissimi personaggi hanno ripreso la verve che tanto temevo avessero perso e i miei battiti sono tornati ad una velocità consona.


Ragazzi, è chiaro, parliamo di Veronica Mars, mica di Solaris (che io potrei non avere mai visto, potrei). Ma per una persona che come me ha tanto amato la serie è stato bellissimo immergersi di nuovo in quei volti familiari, in quelle dinamiche così confortevoli, in quell'aria fighissima che faceva sentire fighissima anche te solo guardandola, per osmosi (che se non sapevi nasconderti bene in briscola chiamata figuriamoci assumere identità nuove con la faccia di tolla che lei sfoderava così bene).
Una adorabile riunione di famiglia che ha il sapore dell'adolescenza e delle volte in cui Veronica Mars lo guardavo pranzando dopo la scuola.

E poi Veronica e Logan si rimettono insieme, che me ne frega a me del resto.

giovedì 14 agosto 2014

Twin Peaks - prima parte

11:42
Parlare di Twin Peaks quando si è una Mari è molto, molto difficile.
Mi spiego meglio.

Sono nata nel 90, quindi per ovvi motivi anagrafici mi sono persa la goduria di vederlo in tv, con episodi distanziati uno dall'altro, mi sono persa la frenesia di terminare un episodio con uno dei suoi tremendi cliffhanger e dover aspettare una settimana per vedere come va avanti, non ho assistito alle reazioni live del pubblico, non ho fatto ipotesi con amici-conoscenti-familiari su chi potesse aver ammazzato sta benedetta Laura Palmer.

Se io nomino Laura Palmer i miei amici pensano ai Bastille, che per quanto dal vivo siano bravini davvero insomma non è proprio la stessa cosa.

Non ho manco potuto cogliere i cambiamenti nel fare serie tv degli anni immediatamente successivi.

E poi, credete sia facile vedere un qualcosa così tanto amato da tutti? Che non ho mai sentito in quasi due anni di blogging la gente usare il termine 'capolavoro' all'unanimità a questa maniera?
E' una responsabilità.
Devi guardarlo tutto concentrata, non puoi perderti manco un battito di ciglia, uno starnuto, perché se poi è quello decisivo? Poi lo giudichi male, non lo capisci.

Ma soprattutto, E SE NON TI PIACE?

Devi rivalutare tutti i tuoi metodi di giudizio, perchè se tutti amano come folli un telefilm e a te fa schifo insomma c'è qualcosa da rivedere.

Quindi mi accingo alla visione di Twin Peaks con una pressione addosso che ve la raccomando.


Premo play, episodio 1.
Ammazza che colonna sonora, è il primo pensiero.
Ma chissà dove l'ho già sentita prima sta roba, è il secondo.
Non mi sono ancora data una risposta.
Comunque, la prima ora e mezza serve per metterci comodi, farci fare un giro del paes..
INVECE NO.
Cinque minuti, ma neanche, e Laura è già in polvere di garofalo, come si dice da queste parti.
Faccina angelica, pare anche essere tanto amata, sta Laura, e tu pensi subito, nel migliore dei clichè populisti, che se ne vanno sempre per primi i migliori.
Allora tutto il paese si muove, pianti e commozione, persino dal preside della scuola, tutti sconvolti per questa morte, eppure qualcosa puzza.
E mica per niente.
Già nella prima puntata l'immagine della vittima è completamente ribaltata. Ce la aspettavamo dolce, tenera reginetta del ballo e invece qua sbucano un sacco di soldi, riviste porno e cocaina.
Hai capito la Lauretta?
In pochi minuti poi succede che un'altra ragazza scompare (ma poi la ritrovano subito ed è viva, non fate neanche in tempo a preoccuparvi), salta fuori un amante di Laura che però due minuti dopo che è morta già si limona la migliore amica di lei (che ha la voce di Lorelai Gilmore e questo, ve lo garantisco, vi urterà) e l'episodio si conclude con un urlo di mamma Palmer.
E in tutto ciò arriva a Twin Peaks un agente dell'FBI a indagare sull'omicidio di Laura che altro non è che ORSON DI DESPERATE HOUSEWIVES.

Iniettatemi in vena l'episodio 2 tipo subito.


Episodio 2.
Pensate che tutta la carne messa al fuoco nell'episodio uno fosse sufficiente a farci 5 stagioni?
E invece stavolta il convento offre:

  • due giovini (di cui uno era il moroso ufficiale di Laura, salutiamo Bobby) che devono dei soldi a uno. 
  • quel qualcuno è il marito della tipa che il sopracitato Bobby si faceva, cornificando la 'povera' Laura
  • metà dei soldi da dare al tipo-marito della tipa- se li è portati nella tomba Laura, tiè.
  • Lo stesso tipo (che non si chiama Tipo ma Leo) dà da lavare alla moglie (amante di Bobby) una camicia sporca di sangue (!!!)
  • Corna come se non ci fosse un domani anche tra personaggi apparentemente-per ora-secondari
  • Vari limoni e amori nascenti
Capite perché non si può smettere di guardare?
Questa serie è malvagia.


Episodio 3.
Qui succede qualcosa di inusuale.
Da apparentemente tranquillo telefilm giallo, in cui la polizia indaga su uno o più omicidi, Twin Peaks si trasforma in una specie di trip allucinogeno.
Quindi accendi, pensi di vedere l'evoluzione delle indagini e invece vedi una ragazza detestabile che balla in mezzo ad una tavola calda con tutta l'aria di essersi sniffata anche l'incenso della chiesa di fronte, un agente dell'FBI che indaga tirando dei sassi contro una bottiglia, un papà balla (qua son tutti danzerini, un mondo pieno di gioia e di Alessandre Celentano) con la foto della figlia, una tipa piratesca esulta perchè le sue tende sono finalmente silenziose e lei e il marito per questo diventeranno ricchi (???) e Cooper fa un sogno assurdo con un nano che non sa parlare ma balla (ma toh) da cui intuisce chi è l'assassino di Laura.
Credete sia finita qui?
Ma no, vi pare?
Compaiono un uomo senza un braccio che recita una poesia e un altro capellone che insinua che ucciderà ancora.
MA CHI SIETE VOI.


Mi ripeto:
Capite?
Capite quanto è subdolo Twin Peaks?
Quando pensate di starci capendo qualcosa lui inserisce elementi nuovi (apparentemente) ad cazzum e vi fa anche incavolare perché cosa mi significa a me che tu hai capito chi è l'assassino?
Come hai fatto?
Da cosa l'hai capito?
Sono stati gli alieni?
E' stato Tyrion Lannister?



sabato 1 marzo 2014

Maripensiero: Sherlock

11:57
Mi dispiace, non ho resistito.
Dovevo parlare di Sherlock, prima o poi, perché ultimamente non parlerei d'altro. Ho una fissa senza precedenti. Mi sono innamorata.
CI SARANNO SPOILER. 

Tempo fa si sentiva un gran parlare di sto Sherlock e del suo compagno di merende Elementary, ma io, da appassionata della saga letteraria (in due mesi mi sono sparata tutti e dieci i libri, non leggevo altro) li ho sempre snobbati senza pietà. Con astio proprio.
E con Elementary è ancora così perché Watson DONNA CINESE NO.
La prossima volta mettiamo direttamente un opossum al posto di Sherlock Holmes allora.

La voce supersexy di Smaug (qui il post su Lo Hobbit), però, mi ha distolto dal mio snobismo, per lanciarmi senza cinture di sicurezza in quella che è diventata una delle mie serie preferite di sempre.

Quanto può essere difficile per un produttore, un regista e tutta la loro combriccola, girare qualcosa di dignitoso su un tema così sfruttato come Sherlock Holmes? Si è già detto e fatto tutto, eppure la BBC ha trovato la formula magica per giocare con Conan Doyle, attualizzandolo, ma senza idiozie esagerate. Si usa Google Maps, Sherlock ha lo smartphone sempre in mano, John non è uno scrittore ma un blogger, e per questo noi colleghi gli si vuole molto bene. Eppure i romanzi sono trattati con rispetto e considerazione, non vengono stravolti ma riadattati e, perdonatemi l'esagerazione, a volte migliorati.

E siccome non ne facevo da un po', diamo il bentornato ai miei elenchi puntati, ecco le cose che amo di Sherlock!

1 - Il modo in cui corrono i due omini. Uomini di testa più che d'azione che corrono in un modo buffissimo. Epico il momento in cui John, zoppo solo nella sua mente, dimentica il bastone e rincorre il taxi come se non ci fosse un domani.

2 - I fermo immagine. Però non so, si chiamano così? Sono splendidi.

3 - Mary, aka la moglie che ognuno vorrebbe avere. Non fa storie quando John esce con gli amici (l'amicO, ma insomma, ci siamo capiti), lo lascia divertire alla sua maniera. C'è chi guarda la partita con la birra e la pizza e chi rincorre criminali per Londra, va bene uguale. Ma anche Irene Adler, stagione 2, ma anche la signora Hudson, dolce, tenera e materna, quello di cui i due signori hanno decisamente bisogno. I personaggi femminili sono secondari, ma ben strutturati, interessanti, simpatici. Se cercate gnoccolone insipide avete decisamente sbagliato serie.


4 - Smart is the new sexy, l'ho letto su Facebook.

5 - B E N E D I C T  C U M B E R B A T C H . Il suo carisma incredibile, la sua voce, gli occhi, il suo essere davvero un bravo attore, che gioca tantissimo con gli sguardi, e quanto gli viene bene. Sorride due volte a puntata se va bene ma quando lo fa bisogna mettere in pausa per cogliere siffatto fascino. Porta un cappotto ridicolo, ma lo indossa con uno stile che levatevi tutti. Il colletto alzato che tutto è meno che tamarro. Parte sicuramente avvantaggiato dal fatto che interpreta un personaggio scritto divinamente e dal fatto di essere un figo non indifferente (ne parliamo, donne?). Non ho aggettivi per descrivere il pacchetto completo. Terrebbe tranquillamente in piedi la serie da solo, eppure non oscura gli altri. Che vi posso dire, è la mia celebrity crush del momento. Potrei parlare solo di lui in tutto il post.


6 - I casi e la loro risoluzione. Costanti strizzate d'occhio ai romanzi, ma con una loro personalità indipendente, intriganti, e con finali mai deludenti. Lanciatevi direttamente nella terza puntata della terza stagione che è un'esperienza irrinunciabile. Migliore da sola della maggior parte dei film che ho visto.

7 - Le location, una Londra elegantissima,un appartamento piccolo, incasinato, intimo, familiare, con parti umane nel frigorifero, occhi nei bicchieri, un costante esercizio al piccolo chimico.

8 - I cliffhanger. Usati in migliaia di episodi in migliaia di serie, ma qua i finali di stagione amici sono da arrabbiatura profonda. Ma quanto intrippano. Grazie a Dio io ho visto tutto di fila, se no credo avrei distrutto una parete alla fine della seconda.

9 - Quelle goffe, tenere, affettuosissime scene d'amicizia tra i due strampalati elementi, così diversi e complementari che è impossibile immaginarli separati, quanto sono dolci, anche nel costante gioco 'gay o no'. Come il momento incredibile, splendido, commovente e divertente del discorso di Sherlock da testimone al matrimonio di John, uno dei monologhi più belli che abbia sentito di recente. Il momento in cui Sherlock rivela il suo lato più umano, con quel poco di emotività che gli è concessa da un carattere troppo razionale, con l'eleganza e la compostezza che lo contraddistinguono puntata dopo puntata.
Una meraviglia di scena, certamente la mia preferita.
Sono romantica, che ci dobbiamo fare.


10 - Lat but not least, la sigla. Di per sè non è che sia proprio una canzone bellissimissima, ma quando compare nei momenti clou dell'episodio ogni volta mi strappa un sorriso incredibile, come rivedere un volto amico.


Guy Ritchie, fatti un piacere, fatti da parte, che qua ti hanno mangiato violentemente in testa. Sì, Robert, anche tu. Soprattutto tu.

mercoledì 6 novembre 2013

Dead set

18:27
(2008, creata da Charlie Brooker)


Mi rendo conto che questo è il sogno di molti.
Vedere i signori concorrenti del Grande Fratello combattere contro un'orda di zombie.
Ed eccovi servito il risultato, un lavoro incredibile, di quelli che gli inglesi sanno sfoderare quando sono di buonumore.

Kelly lavora dietro le quinte, è la classica ragazza che porta i caffè, sembra quasi un po' sfigatina all'inizio. Siamo alla serata dell'eliminazione, son tutti nervosi, un clima di quelli proprio adatti ad affrontare i morti viventi. Eppure questi ultimi, incuranti del clima, arrivano lo stesso e mangiano tutti.



Prima una dovuta spiegazione: Dead set non è un film, è una serie tv. Una serie tv mini, visto che è formata da 5 puntate di 20 minuti (il pacchetto comprende anche un primo episodio da 50, di minuti, per dovere di puntigliosità). Talmente mini che a guardarla tutta di fila è come guardarsi un capitolo de Il signore degli anelli, per dire. Quindi fatelo, organizzate una bella maratona di zombie e vedetevelo tutto di fila.
Io comunque eviterei le patatine, o qualsiasi altro cibo, fossi in voi.

Quindi, a combattere con i mangia cervelli abbiamo:
  • Kelly, apparentemente sfigatina come dicevo ma che si rivela, un po' esageratamente, la più cazzuta di tutti.
  • Riq, il suo ragazzo, cavaliere dalla sfavillante armatura che corre in cerca della sua principessa da salvare.
  • Pippa, la concorrente eliminata. Personalmente le ho voluto bene. La più parodistica se vogliamo, il suo atteggiamento svampito e il suo essere 'tonta' erano talmente esagerati da renderla una macchietta, carinissima.
  • Joplin, il rammollito antipatico.
  • Veronica e Marky, la coppietta da reality.
  • Space, quello che in una puntata viene definito nero, ma io di nero non c'ho visto niente.
  • Patrick, quel maledetto del produttore. E mi son trattenuta con gli epiteti.
  • Una drag queen apparentemente idiota e invece no e la sua amica che si chiama Angel ma che poi tanto Angel non si rivela.
Come vedete, uno schieramento non male.



Ma non è solo l'assortimento antropologico a rendere queste puntate così interessanti.
Ragazzi, in Inghilterra non esiste la fascia protetta, si vede, perché in 5 episodi si vede tanto di quel sangue, si godono tanti di quegli sbudellamenti, masticazioni, squartamenti che se un bambino li vedesse poi io farei controllare i suoi disegni alla psic, per dire.

E sapete come io ami le colonne sonore. Ecco. Arriva l'attacco zombie con chi? Con Mika. Fantastico.

Certo, poi ci sarebbe anche tutto un discorso profondo da fare, sulla metatelevisione, sulla metafora zombi-persone rimbambite che guardano il GF, sulla cattiveria umana che esce nei momenti di crisi e che anzichè portare alla solidarietà porta all'egoismo e alla voglia di salvare solo se stessi. . .
Tutto vero. Da un certo punto di vista è anche una serie molto seria (ahah, i soliti giochi di parole).


Tanto seria che arrivi a un punto in cui lo speri quasi, che finisca male. Almeno per qualcuno. Per Kelly, ad esempio, che un minuto prima frigna come Sansa e il minuto dopo combatte come Arya. Per quel bastardo malefico di Patrick. Non per Pippa, lei no, che era talmente idiota che si poteva solo guardarla con tenerezza infinita.

Arriviamo poi al finale. Abbastanza prevedibile, a onor del vero, ma reso molto bene. Tutta la calma post apocalittica, era quasi 'stonata', ma davvero molto bella.

Adesso, tutti a guardare Carabinieri, avanti.

giovedì 10 ottobre 2013

Maripensiero: American Horror Story

15:27
American Horror Story Coven è iniziato.
L'attesa è finita e noi anime lasciate in pena possiamo finalmente ricominciare a godere di quello che sembra essere il miracolo della coppia Murhphy-Falchuk.
La campagna pre-terza stagione è stata straordinaria, con alcuni tra i migliori trailer visti finora, e questo non ha aiutato gli impazienti. Se poi ci aggiungiamo l'ingresso nel cast di Kathy Bates, ciao. Ma ci siamo, rituffiamoci in una delle serie tv migliori di sempre.



Prima però, parliamo delle due stagioni che l'hanno preceduta.

Murder House



Nella prima stagione facciamo la conoscenza della famiglia Harmon: mamma Vivien, marito fedifrago maledetto Ben e figliola Violet, che si trasferiscono in una (straordinariamente bella) casa nuova, luogo di numerosi delitti e morti misteriose. Ne consegue che quando vi si trasferiscono loro, non è che la vita scorra proprio liscia come la seta.

Quindi, fantasmi come se piovessero. Gioia per gli occhi di una Mari che, come vi ho già raccontato millemila volte, ha una vera predilezione per il genere. Ma non sono i fantasmi il fulcro della vicenda, per quando siano belli rilevanti, presentissimi e angoscianti quanto basta. La vicenda ruota intorno ai conflitti umani, personali e interpersonali. Un matrimonio sull'orlo del fallimento, le colpe individuali e la responsabilità dell'altro, per di più con una figlia adolescente abbastanza grande da capire ma non ancora adulta in grado di capire DEL TUTTO. Ci sono quindi persone fragili, già provate dai propri sentimenti che poi si trovano pure la casa infestata. Un piacere.



Poi chiaramente la questione si evolve, perchè pare che questi fantasmi siano molto più 'interattivi' della norma, e se avete visto questa prima stagione sapete esattamente quanto interattivo può essere un fantasma soprattutto se indossa una tutina di lattice, per intenderci.
A questo punto la serie perde un pochino in atmosfera, è come se si fosse fatta l'abitudine ai fantasmi, e comunque la storia comincia a prendere una piega che rende gli ultimi episodi un po' inferiori ai primi, assolutamente incredibili. (Per capirci, è la storia dei gemelli quella che non ho mandato giù, ma immagino l'abbiate capito).

Complessivamente una serie da non perdere, ma aspettate di vedere la seconda.

Asylum



 La casa infestata degli Harmon lascia il posto a Briarcliff, manicomio criminale diretto da suor Jude. In un solo luogo troveremo assassini, pazzi, posseduti, omini verdi, preti ambiziosi, scienziati nazisti, giornaliste lesbiche. . .
Un'accozzaglia?
Ecco, qui sta il 'miracolo' di American Horror Story Coven. C'è una TONNELLATA di carne al fuoco, ma mai che venga un minimo di mal di testa, mai che qualcosa sia lasciato al caso, mai che qualcosa venga lasciato lì nel dimenticatoio. Torna tutto, tutto si sistema e vissero per semre felici e contenti. (See, vi piacerebbe!)



Quello che rende la seconda stagione una serie che sta proprio nella grazia di Dio (ragazzi, sto migliorando decisamente con i giochi di parole, sì!), però, non è l'accozzaglia, quanto piuttosto l'incredibile, straordinaria, e metteteci tutti gli aggettivi positivi che conoscete, caratterizzazione dei personaggi.
Ragazzi, ce ne fosse uno scritto male, uno. Manco per pietà, tutti una meraviglia. Interessantissimi, pieni di complicazioni, tutti analizzati fino in mondo, tutti messi alla prova dal luogo infernale in cui stanno, è fenomenale.
Tutto ciò è fenomenale.



Se poi ci mettiamo che sono tutti resi incredibilmente da un cast allucinante, capitanato dalla solita fantastica Jessica Large che regala un tocco di grazia a tutte e due le stagioni ma che nella seconda veramenente è illuminata dalla misericordia divina (restando sempre in tema).

E poi la colonna sonora (quella canzoncina in francese continuerà a rovinarmi il sonno), i continui risvolti della vicenda, l'interpretazione di Lily Rabe e quella di Joseph Fiennes. (Ahahahahaahahah, dai che scherzo, non fate quelle facce! Gli hanno appioppato il ruolo PERFETTO!)

Asylum è uno splendore. Una gioia per i nostri occhi stanchi.

Coven
 Vi faccio sapere.

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