martedì 21 novembre 2023

Redrumia33: ultime visioni

 Con un considerevole ritardo, è il caso di portare a conclusione la spooky season, facendovi un breve riassunto delle cose che ho visto nell'ultima settimana di ottobre e nella notte di Halloween. 
Cercherò di essere breve.




Con un po' di ritardo rispetto all'uscita in sala, ho finalmente visto il legacy sequel de L'Esorcista. Avrei voluto tante cose da lui perché come ormai sapete il film di Friedkin è l'amore della mia vita e sebbene la mia opinione non sia drasticamente negativa come quella della maggior parte delle persone purtroppo non ho visto quello che avrei voluto. Non c'è un aggiornamento sull'importante questione della fede che è centrale nel primo film, manca un approfondimento sulla genitorialità, altrettanto importante e che qui - sebbene ci sia - è marginale, e non si applica neppure troppo con cura il linguaggio del coming of age. Mi è dispiaciuto molto. Questo non cambia il fatto che appena ho sentito Tubular Bells e visto il volto di Chris McNeill ho frignato perché sono una debole di cuore.




Questo è un rewatch che ho fatto per mostrarlo a mio marito e che mi ha resa molto felice. Il film non è invecchiato di un secondo, non perde in potenza e intensità nonostante si conoscano vicende e finale, fa sempre la solita paura del demonio ed è pieno di fascino e di una splendida rappresentazione del femminile e delle relazioni di amicizia. Bello e basta, cosa gli vuoi dire?




It lives inside parla di due amiche, americane ma di origini indiane, che si sono allontanate crescendo ma che si sono riavvicinate quando una delle due è stata colpita da una terribile maledizione.
Per certi aspetti mi ha ricordato The hate you give, il romanzo poi diventato film in cui una ragazza nera assiste all'omicidio del suo migliore amico compiuto da un poliziotto e deve far convivere il desiderio di giustizia per il suo quartiere e la nuova vita che si è costruita nella privilegiata scuola a prevalenza bianca che frequenta. Qui abbiamo la stessa convivenza tra mondi diversi: la cultura indiana, che le famiglie delle ragazze tengono viva e presente nelle loro quotidianità, e quella americana, che nello specifico la protagonista Sam ha fatto propria. Del resto, negli Stati Uniti Sam è cresciuta e vive negli anni formativi, e fatica a trovare una vera identità combattuta tra due culture così differenti. A partire dal nomignolo che ha scelto, così americano ma che deriva da un nome indiano (Samidha), dalle persone che frequenta, dallo sport che pratica, per finire con la relazione conflittuale che ha con la madre, così dedita a tenere in piedi un rapporto con quello che ha lasciato indietro.
Io ho trovato questa parte del film così interessante, narrata in un modo così rispettoso verso Sam che non viene giudicata male solo perché pronta a proseguire una vita diversa da quella della madre, che quasi mi sono disinteressata alla parte soprannaturale.
È pur vero che la soluzione del caso sta proprio nel conflitto di Sam: abbracciare il passato per sopravvivere al presente. L'ho trovato molto carino e spero che sia visto soprattutto dai giovanissimi.




Questo lo dovete guardare anche solo per quanto è bello. Ci sono una luce, una fotografia e un uso del buio che sono splendidi e valgono da soli la visione. 
A primo impatto non mi aveva fatto impazzire: la storia è la solita rivisitazione de La lotteria di Jackson, con una piccola comunità che ha una tradizione macabra da portare avanti per il benessere dei propri abitanti. Mi sono però ritrovata a pensarci nei giorni successivi e ho dovuto riconoscere che l'ineluttabilità del male che questo film mette in scena è molto disperata e dolorosa. Parla della tragicità di non poter lasciare indietro le proprie radici, di come le porte del mondo siano chiuse per chi viene da certe realtà, di come non ci si possa lasciar andare alla speranza. È davvero un bel film (e dovevo immaginarlo, è pur sempre David Slade) e mi ha lasciato una grande amarezza per i giorni successivi. Lo riguarderò.




Tra le mie visioni dell'anno questa è indiscutibilmente la più spaventosa. Il quarto capitolo di una delle mie saghe preferite è degno del primo capitolo: angosciante, sinistro, indimenticabile.
Seguiamo tre persone, che gestiscono dei canali social sulle case infestate, che entrano a casa Carmicheal e che per la prima volta si trovano a convivere con un'infestazione reale, non come quelle farlocche che hanno vissuto fino a quel momento.
Si chiama Origins pur non essendo un prequel, ma da un certo punto di vista non è del tutto sbagliato: finita questa visione tutta la saga avrà un nuovo significato, perché si inseriscono qui nuovi elementi nella lore dell'hotel Abaddon che cambiano il modo in cui lo abbiamo visto fino a questo momento e che, se possibile, lo rendono ancora più terrificante.
Sono mezza crepata di paura ma questi sono i film per cui vivo.





È il momento di una confessione: non avevo mai visto Hocus Pocus. La notte di Halloween, dopo che Hell House ci ha quasi ammazzati, era il caso di alleggerire l'atmosfera, e abbiamo visto il primo e il secondo capitolo uno dietro l'altro. Come dico spesso, io ai film per famiglie non chiedo altro che di farmi divertire, non sono prodotti che sono in grado di giudicare davvero, e in questo caso a maggior ragione mi mancava anche l'elemento nostalgia. Questo per dire che ci siamo divertiti come i matti, a Mary Sanderson che vola sul Roomba siamo quasi soffocati e che forse in due non arriviamo alla maturità di un ragazzino di dieci anni. 
Però come distrazione da quel diavolo di film qua sopra hanno funzionato: la notte siamo comunque riusciti a dormire.




Allora io da voi ho bisogno di una cortesia: questo film di raro glorioso trash lo dovete vedere perché io citerò molto spesso i fascisti del formaggio e ho bisogno che mi accompagnate in questo viaggio.
Non ho mai visto niente di peggio, è stato magnifico. E questo è tutto quello che ho da dire.

2 commenti:

  1. Interessante rewatch, ed a proposito anch'io ho visto i due Hocus Pocus (per Halloween), il primo è decisamente migliore. Degli altri sono tutti da vedere, compreso il sequel dell'Esorcista, da cui sinceramente mi aspetto poco..

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    1. Hocus Pocus per halloween è perfetta tradizione! Secondo me l'Esorcista non è brutto come lo ritraggono ma ovviamente non può essere paragonato all'originale, ma in fondo è giusto così, ogni o ha la sua identità!

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