giovedì 6 aprile 2017

Neil Gaiman

Con cos'altro avrei potuto ricominciare?

DISCLAIMER: POST INFINITO

Un giorno ero in auto con Riccardo. Sfoglia alcune foto sul cellulare, ne passa una, simile a questa, se non proprio lei:

(è ancora la mia immagine preferita di Morfeo)
Mi colpisce molto, chiedo chi sia. Mi viene raccontato di Morfeo, del fumetto di cui è protagonista, mi viene consigliato, sempre per quel principio che vuole che Riccardo sappia esattamente cosa mi piacerebbe. Me lo procuro, quindi. Finisce così. Oggi leggo molti più fumetti di un tempo, ma niente, niente, si avvicina a Sandman.
Capisco durante la lettura di avere incontrato uno di quei cervelli che mi parla. Ognuno di noi incontra in certi artisti quelli che parlano direttamente al nostro cuore, che sembrano avere un linguaggio fatto su misura per le nostre necessità. Chissà perché, forse per affinità di sensibilità, per temi comuni, per passioni condivise. Per me queste persone sono due: Neil Gaiman, chiaramente, e Guillermo Del Toro, come vi dicevo qui.
Inizia quindi un percorso monotematico, che si prende un ramo del mio tempo e mi porta a non voler far altro che scoprire ogni cosa possibile sul signore in questione.
Se decidete di entrare in questo singolare mondo, e portarvici è quello che spero di fare con questo post, preparatevi a vedere il vostro, di mondo, cambiare. Lo vedrete riempirsi di tenerezza, e colore, e magia. E di arte, in tutte le sue forme.
Non voglio, quindi, solo parlarvi di come io vedo e amo Gaiman, ma voglio accompagnarvi attraverso una carrellata di cose che ha detto o scritto, per cercare di farvelo amare anche solo la metà di quanto lo ami io. Fare una selezione è stato difficilissimo, perchè NG è l'uomo più prolifico del mondo. King scrive tanto, ma ho l'impressione che Gaiman lo batta. Non solo libri per adulti e ragazzi, fumetti, raccolte di racconti, saggi e sceneggiature. No, lui scrive anche per i libri degli altri: compri un libro fotografico? Introduzione di Neil Gaiman. Libro su Guillermo Del Toro? Brano di Neil Gaiman. Libri sulla scrittura creativa? Indovinate saggio breve di chi.
Pensate di potergli sfuggire, ma non è così.
È Ovunque.

Capite? Non lo fermerete mai. (dal suo Tumblr)

Intanto, le presentazioni.
Neil Gaiman è lui:


Ora, io ho scelto una foto che gli rende particolare giustizia, ma sappiate che ha anche i capelli del creativo folle e incontrollato, scappato dritto dritto da Montmatre. Me lo immagino sempre così, circondato di fogli volanti pieni di annotazioni e con le penne infilate dietro le orecchie, che poi è il modo in cui immagino tutti gli artisti.

La caratteristica principale di NG è quella di conoscere molto bene le regole. Le studia, le approfondisce, le fa proprie. Poi le prende, le appallottola e le lancia lontano. Le ribalta, creandone di nuove, imponendosi di non avere confini, di non farsi vincolare in concetti che non servono a niente se non a ribadire se stessi. Non esistono etichette, generi, target prefissati.
Un esempio?
Neverwhere si apre con un prologo, come un impressionante numero di libri. Ma dove sta scritto che deve essere solo così? NG di prologhi ne fa due.


Per qualche motivo la cosa mi ha fatto ridere fino alle lacrime.
Sempre Neverwhere è fonte di un'altra riflessione. C'è una scena, che adoro, in cui il protagonista deve essere accompagnato ad una destinazione. Si arriva quindi alla metropolitana, convenzionalmente mezzo che ti conduce alla destinazione. Per NG no. La metro è la destinazione. E se sembra una cosa di poco conto, per me è invece la capacità di vedere al di là delle cose, di saltare l'ostacolo delle cose che abbiamo sempre saputo per crearne di nuove.
Cosa sono le stelle? Corpi celesti? E chi dice che non siano ragazze scontrosette invece, come in quel candore di libro che è Stardust? Voi direte: beh? è solo uno scrittore di fantasy! Che c'è di speciale?
C'è che non è vero, che non possiamo vincolare una creatività così ad un genere. Lui riscrive il mondo, gli dà una luce nuova. Apre la mente come solo gli Artisti sanno fare.

Non è un caso che i due grandi amori artistici della mia vita siano proprio Guillermo Del Toro e Neil Gaiman, perché i due hanno una gran cosa in comune. Insieme a loro mi viene da pensare anche a Miyazaki, per esempio. Parlo della capacità che hanno in quanto creatori di fantastico di rendere migliore il mondo reale. La magia del creare qualcosa che non esiste sta nell'essere in grado di renderla non solo un'evasione dal quotidiano ma anche un'ispirazione, una motivazione, un esempio, che non serva solo a gestire la vita reale ma anche, e soprattutto, a renderla migliore. Questa è una cosa che ha detto la signora JK Rowling, che di fantastico un paio di cosine le sa. L'intervistatrice, o chi per essa, parla delle lettere di Hogwarts, e dice che tutti ci siamo illusi di riceverla. Forse era uno scambio su Twitter. Veniva sottolineato proprio il fatto che tutti l'avessimo effettivamente ricevuta, ma solo nella fantasia. Rowling ha dato una risposta splendida:
«Certo che è stato solo nella fantasia, ma questo non significa che non sia vero.»
Se nel caso di Harry Potter il fenomeno è di ben altra scala, con NG questo fenomeno si verifica in ogni romanzo. Io sono stata a vivere in un cimitero con quel personaggio indimenticabile di Nobody Owens, sono stata oltre Wall e nella Londra sotterranea. Sono stata nel mondo dei sogni e all'inferno. La salita e la discesa tra i mondi in cui questo uomo bambino mi ha condotto sono state talmente dolci da non avermi mai fatto sbattere le chiappe per terra. Il suo modo di prenderti per mano è accompagnato da parole di una tenerezza che non ho incontrato in altri. A volte lo leggo e sorrido, e basta. Perché è in grado, con le stesse parole con cui noi comunichiamo per comprare un etto di prosciutto, di emanare vapori di candore infiniti, come se la sua anima non conoscesse le brutture del mondo.

Per farvi un esempio di quello che intendo, quello che segue è l'inizio di Stardust. Sorridete?
Anche io.

C'era una volta un giovane che desiderava ardentemente soddisfare le proprie brame. E fin qui, per quel che riguarda l'inizio del racconto, non v'è nulla di nuovo (poiché ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). Ma strano era il giovane e strani i fatti che lo videro protagonista, tanto che egli stesso non seppe mai come andarono veramente le cose.

Leggendo questo articolo del Guardian, trasposizione di un discorso di Nostro Signore, si capisce quello che lui con i suoi libri cerca di raccontarci: un infinito e spassionato amore verso la letteratura, verso quello che le storie ci regalano quando sono raccontate come meritano.

È facile con persone del calibro di Gaiman confondere il creatore con la persona. Tale stupefacente genuinità non può stare in un'anima sporca. Un esempio anche di questo? Ce l'ho:

risposta diventata virale non a caso
E se non vi bastasse, vi dirò anche questo: la grandezza di un uomo si vede anche dal modo in cui parla degli altri. Neil Gaiman è una fangirl. Lo nasconde bene, vuole fare il duro, ma quando parla di quelli che ama lo fa con un tale affetto e con una stima talmente forte da trasparire da ogni parola. Non vi linkerò ogni video presente sul tubo in cui Neil parla bene di qualcuno, vi lascio il suo ricordo di Terry Pratchett, con cui ha scritto quella delizia di Buona Apocalisse a tutti! 



Ma come? Un post intero sul suo autore e neanche un accenno ad American Gods, uno dei romanzi migliori scritti negli ultimi decenni?
No. Il primo maggio esce la serie e io sono in ritiro spirituale.
L'avete visto il trailer? Parliamone, abbracciamoci, rileggiamolo, amiamoci. Facciamo un gruppo di lettura? Uno di sostegno?
Piangiamo.

Per concludere, vi lascio a Lui. Le sue parole, in un quarto d'ora, annulleranno ogni mia virgola scritta qui, o forse ne daranno solo conferma, in quel modo speciale e nasale che ha Lui di dire le cose.



7 commenti:

  1. Aspettiamo tutti la serie su "American Gods" in tanto mi sono goduto questo tuo post fiume ripieno di passione per il grande Neil ;-) Cheers

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  2. Ho cose da leggere di lui da secoli,nella pila virtuale e cartacea.
    Credo di avere anche proprio American Gods.
    Lui ha un viso che comunica le cose che dici,e mi piace molto le cose che dice :)
    Ed ha una voce bellissima!(l'accento brit mi manda head over heels).
    Ce la devo fare,quest'anno.Neil sembra davvero roba per me.
    (P.S.che sfiga col primo libro!con l'editore che fallisce!E che divertente l'aneddoto del man with the clipboard.Il discorso del video finale è meraviglioso!!!!)

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    Risposte
    1. Mamma mia la parte sul "Make good art"(sui 12' circa) mi ha fatto piangere!!!
      E la parte quando ammette di aver mentito per avere i lavori hahahaha
      Mentre lo ascoltavo ho fatto un giro su Pinterest ed ho trovato questa <3

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    2. È un discorso che secondo me rappresenta fedelmente quello che lui comunica con l'arte che produce, lo amo molto! Si, quando parla dei suoi temi del cuore è intenso e commovente! DEVI iniziare Meli, american gods è il suo capolavoro, ma se ti piacciono i fumetti devi iniziare da Sandman! <3

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    3. Eh è che ho visto che è una serie,sono 10 volumozzi!
      Il tema mi intriga,però.
      Magari vedo se li trovo in digitale ;)

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