Il 2024 in trimestri: episodio 3
Mari.
10:55
Sebbene non possa nascondere la gioia per l'inizio di ottobre e per l'arrivo della Halloween Challenge di Nuovi Incubi (vi spiego in fondo) io rimango e rimarrò per sempre un rettile che ama l'estate e il caldo torrido e la sua fine è per me sempre un momento malinconico. Per restare ancora un po' attaccata alla stagione appena finita, quindi, vi racconto le cose di cui ho fruito e che mi hanno tenuta compagnia negli scorsi tre mesi.
Letture
Continua il mio anno di letture a rilento, ma non sono mancate le sorprese piacevolissime. La prima è senza dubbio la splendida biografia di Shirley Jackson a opera di Ruth Franklin, A rather haunted life. È un testo imperdibile e non solo per chi ami molto Jackson: ripercorre un importante momento storico americano e lo fa dal punto di vista del mondo accademico e intellettuale. La vita di Jackson e di quel bidone dell'umido di suo marito è stata vissuta all'insegna dell'arte e delle compagnie arricchenti e stimolanti. Non manca per questo di sottolinearne le difficoltà e le sofferenze, ma è un bel testo per comprendere non solo come siano nati alcuni tra i testi più straordinari della letteratura dell'orrore di ogni tempo ma anche come siano stati accolti, come siano stati venduti, come li abbia considerati l'opinione pubblica ma anche quella del mondo editoriale. In un'autrice come lei, che ha così spesso parlato di domesticità e casa, sbirciare dietro le tende è un modo per avvicinarsi ancora di più alla sua opera e secondo me Franklin ha fatto un lavoro gigante. È sì una biografia ricca e intensa ma al tempo stesso è molto fruibile e scorre con l'agilità di un romanzo avvincente. Un bell'omaggio a un'autrice così grande che pareva impossibile tenerla tutta tra le pagine di un libro solo.
In questo anno pieno di autrici al femminile ho recuperato anche l'altro romanzo di Lara Williams, che avevo già apprezzato nel suo La crociera, che si intitola Le divoratrici e che continua a parlare di donne e di identità: in questo caso seguiamo Roberta, anima solitaria, che cerca connessioni per creare se stessa. Lo fa insieme a un gruppo di donne che trovando forza nel gruppo cerca modi per cancellare aspettative e buone maniere attese: si mangiano rifiuti, ci si ingozza sporcandosi fino al mento e divorando a piene mani, si beve troppo e ci si droga, per cancellare quello che tutti vogliono da noi, una supposta compostezza che dovrebbe renderci femminili e a modo. Roberta deve trovare la quadra per inserirsi in un mondo in cui vuole essere convenzionale e al tempo stesso non esserlo per niente, e in questo mi ci sono molto riconosciuta. È un bel romanzo e quello di Lara Williams è un nome da tenere sotto controllo, mi parla molto più di tante altre contemporanee considerate la voce della loro generazione. E se pensate che sia una frecciatina a Sally Rooney avete ragione.
Un'ultima menzione va a un altro ritorno, quello di Julia Armfield. Dopo avere letto il suo Mantide mi sono buttata in Le nostre mogli negli abissi e l'ho molto amato. È sì la storia di un amore che sta cambiando, ma è anche la storia di una passione che si prende tutto quello che siamo, che ci cambia e ci condiziona. Parla di una tragedia misteriosa, di un ambiente difficile come quello marino che dà la vita e la toglie insieme. Armfield esplora l'animo umano con compassione e tenerezza, senza lasciarne fuori gli aspetti complessi ma abbracciandoli, quasi a rivendicarli. Le sue protagoniste sono imperfette e fanno cose sbagliate o incomprensibili, ma nei loro confronti c'è sempre uno sguardo pieno di orgoglio: si risale dal fondale che ci ha tenuto prigioniere, oppure no, ma il viaggio ne vale sempre la pena.
Serialità
Non mi dilungherò anche qui, ma i miei mesi estivi sono stati segnati dalla fine della visione di Buffy, entrata nell'olimpo delle mie serie preferite di ogni tempo. Dopo qualche settimana sento molto la mancanza di questi personaggi che ho così tanto amato e ne parlerei per ore, ma mi limiterò a linkare qui la lunga diretta in cui ne ho parlato, incredibilmente riuscendo a non piangere.
Ora invece sono alle prese con quella delizia che si chiama Evil e che mi sta piacendo ancora di più di quanto avevo previsto, ma ne riparliamo a visione finita!
Videogiochi
Ho fatto, amici miei, un tragico errore: ho iniziato a giocare a The Sims. Pensavo che sarebbe stato un simpatico passatempo, un gioco da ragazzine con cui dilettarmi a costruire le case più belle del cinema dell'orrore. E invece, naturalmente, mi sbagliavo. I miei amici mi avevano messo in guardia, ma io come una santommasa qualunque dovevo andare a sbatterci la testa e alla fine è saltato fuori che sto gioco del demonio non solo causa dipendenza ma è anche difficile. Io le vedevo le ragazzine su tiktok costruire delle case gloriose con la semplicità con cui si cuoce un piatto di pasta, ma ho dimenticato di inserire una variabile nell'equazione che mi ha portato a installare il gioco: le ragazzine sono dei geni. Sono brillanti e creative e furbe. Io sono una patata che si innervosisce se il mouse si muove un pochino. Non siamo fatti per stare insieme, io e The Sims, ma io sono come il famoso detto sul calabrone e volo lo stesso. Ragione per cui non ho finito nessun altro gioco negli scorsi tre mesi.
Visioni estive
Sono stati pochi gli horror che ho visto nell'estate, perché di solito ne vedo 31 di fila per il mese di ottobre e ho concesso un po' di tregua al mio povero marito che altrimenti finisce sempre per passare le serate a vedere i miei filmacci. Metteteci la fine di Buffy e l'inizio di Evil e le visioni hanno scarseggiato. Siamo però riusciti a inserirci la visione di alcuni degli horror più riusciti dell'anno: Longlegs, a cui ho dedicato questo post, Alien Romulus e Trap. Il primo è già uno dei miei preferiti di ogni tempo ma devo ammettere che anche gli altri due sono stati piacevolissimi. Romulus ci ha confermato che quando Alvarez prende in mano una saga lo fa con immenso amore e rispetto, e questo film è non solo molto coerente con tutto quello che è arrivato prima, ma anche pieno di cuore e modernissimo. Gli ho voluto molto bene. Stesso dicasi per Trap, perché quando Shyamalan si diverte davvero si vede e infatti ha avuto il successo meritato. Lo prendo spesso in giro, Shyamalanone, ma è un bravone. Infatti presa dall'entusiasmo per l'ultimo lavoro mi sono rivista The Village che mi è piaciuto più di quanto ricordassi. Funziona ancora alla perfezione e lavora bene anche quando si conosce la fine.
La Challenge di Nuovi Incubi
Poiché io e la mia cohost Lucia pensiamo sempre ad Halloween, ci siamo chieste quest'estate come celebrare il nostro santo natale insieme agli ascoltatori del nostro podcast. Abbiamo quindi rubato l'idea di un bellissimo podcast americano, Nightmare on Film Street (che peraltro vi consiglio di ascoltare, è adorabile!) e abbiamo creato la nostra versione della Halloween Challenge. In cosa consiste? Abbiamo selezionato trentuno categorie, una per ogni giorno di ottobre, per guidare le vostre scelte per le visioni del mese. Poi ne parliamo insieme: sui blog, sui social, per messaggio, come ci va! Se volete partecipare anche voi vi lascio qui sotto le grafiche, così le potete usare sui vostri post e se ci taggate le vediamo tutte e facciamo la nostra personalissima "splendida festa di morte".
Grazie se vorrete giocare con noi e, come sempre, grazie di ascoltarci, di condividerci con le vostre amiche, di fare parte di questo gruppo di appassionate. Ci divertiamo sempre tanto e farlo tutte insieme è ancora più bello.