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lunedì 30 settembre 2024

Il 2024 in trimestri: episodio 3

10:55

 


Sebbene non possa nascondere la gioia per l'inizio di ottobre e per l'arrivo della Halloween Challenge di Nuovi Incubi (vi spiego in fondo) io rimango e rimarrò per sempre un rettile che ama l'estate e il caldo torrido e la sua fine è per me sempre un momento malinconico. Per restare ancora un po' attaccata alla stagione appena finita, quindi, vi racconto le cose di cui ho fruito e che mi hanno tenuta compagnia negli scorsi tre mesi. 

Letture
Continua il mio anno di letture a rilento, ma non sono mancate le sorprese piacevolissime. La prima è senza dubbio la splendida biografia di Shirley Jackson a opera di Ruth Franklin, A rather haunted life. È un testo imperdibile e non solo per chi ami molto Jackson: ripercorre un importante momento storico americano e lo fa dal punto di vista del mondo accademico e intellettuale. La vita di Jackson e di quel bidone dell'umido di suo marito è stata vissuta all'insegna dell'arte e delle compagnie arricchenti e stimolanti. Non manca per questo di sottolinearne le difficoltà e le sofferenze, ma è un bel testo per comprendere non solo come siano nati alcuni tra i testi più straordinari della letteratura dell'orrore di ogni tempo ma anche come siano stati accolti, come siano stati venduti, come li abbia considerati l'opinione pubblica ma anche quella del mondo editoriale. In un'autrice come lei, che ha così spesso parlato di domesticità e casa, sbirciare dietro le tende è un modo per avvicinarsi ancora di più alla sua opera e secondo me Franklin ha fatto un lavoro gigante. È sì una biografia ricca e intensa ma al tempo stesso è molto fruibile e scorre con l'agilità di un romanzo avvincente. Un bell'omaggio a un'autrice così grande che pareva impossibile tenerla tutta tra le pagine di un libro solo.
In questo anno pieno di autrici al femminile ho recuperato anche l'altro romanzo di Lara Williams, che avevo già apprezzato nel suo La crociera, che si intitola Le divoratrici e che continua a parlare di donne e di identità: in questo caso seguiamo Roberta, anima solitaria, che cerca connessioni per creare se stessa. Lo fa insieme a un gruppo di donne che trovando forza nel gruppo cerca modi per cancellare aspettative e buone maniere attese: si mangiano rifiuti, ci si ingozza sporcandosi fino al mento e divorando a piene mani, si beve troppo e ci si droga, per cancellare quello che tutti vogliono da noi, una supposta compostezza che dovrebbe renderci femminili e a modo. Roberta deve trovare la quadra per inserirsi in un mondo in cui vuole essere convenzionale e al tempo stesso non esserlo per niente, e in questo mi ci sono molto riconosciuta. È un bel romanzo e quello di Lara Williams è un nome da tenere sotto controllo, mi parla molto più di tante altre contemporanee considerate la voce della loro generazione. E se pensate che sia una frecciatina a Sally Rooney avete ragione.
Un'ultima menzione va a un altro ritorno, quello di Julia Armfield. Dopo avere letto il suo Mantide mi sono buttata in Le nostre mogli negli abissi e l'ho molto amato. È sì la storia di un amore che sta cambiando, ma è anche la storia di una passione che si prende tutto quello che siamo, che ci cambia e ci condiziona. Parla di una tragedia misteriosa, di un ambiente difficile come quello marino che dà la vita e la toglie insieme. Armfield esplora l'animo umano con compassione e tenerezza, senza lasciarne fuori gli aspetti complessi ma abbracciandoli, quasi a rivendicarli. Le sue protagoniste sono imperfette e fanno cose sbagliate o incomprensibili, ma nei loro confronti c'è sempre uno sguardo pieno di orgoglio: si risale dal fondale che ci ha tenuto prigioniere, oppure no, ma il viaggio ne vale sempre la pena.

Serialità
Non mi dilungherò anche qui, ma i miei mesi estivi sono stati segnati dalla fine della visione di Buffy, entrata nell'olimpo delle mie serie preferite di ogni tempo. Dopo qualche settimana sento molto la mancanza di questi personaggi che ho così tanto amato e ne parlerei per ore, ma mi limiterò a linkare qui la lunga diretta in cui ne ho parlato, incredibilmente riuscendo a non piangere.



Ora invece sono alle prese con quella delizia che si chiama Evil e che mi sta piacendo ancora di più di quanto avevo previsto, ma ne riparliamo a visione finita!

Videogiochi
Ho fatto, amici miei, un tragico errore: ho iniziato a giocare a The Sims. Pensavo che sarebbe stato un simpatico passatempo, un gioco da ragazzine con cui dilettarmi a costruire le case più belle del cinema dell'orrore. E invece, naturalmente, mi sbagliavo. I miei amici mi avevano messo in guardia, ma io come una santommasa qualunque dovevo andare a sbatterci la testa e alla fine è saltato fuori che sto gioco del demonio non solo causa dipendenza ma è anche difficile. Io le vedevo le ragazzine su tiktok costruire delle case gloriose con la semplicità con cui si cuoce un piatto di pasta, ma ho dimenticato di inserire una variabile nell'equazione che mi ha portato a installare il gioco: le ragazzine sono dei geni. Sono brillanti e creative e furbe. Io sono una patata che si innervosisce se il mouse si muove un pochino. Non siamo fatti per stare insieme, io e The Sims, ma io sono come il famoso detto sul calabrone e volo lo stesso. Ragione per cui non ho finito nessun altro gioco negli scorsi tre mesi.

Visioni estive
Sono stati pochi gli horror che ho visto nell'estate, perché di solito ne vedo 31 di fila per il mese di ottobre e ho concesso un po' di tregua al mio povero marito che altrimenti finisce sempre per passare le serate a vedere i miei filmacci. Metteteci la fine di Buffy e l'inizio di Evil e le visioni hanno scarseggiato. Siamo però riusciti a inserirci la visione di alcuni degli horror più riusciti dell'anno: Longlegs, a cui ho dedicato questo post, Alien Romulus e Trap. Il primo è già uno dei miei preferiti di ogni tempo ma devo ammettere che anche gli altri due sono stati piacevolissimi. Romulus ci ha confermato che quando Alvarez prende in mano una saga lo fa con immenso amore e rispetto, e questo film è non solo molto coerente con tutto quello che è arrivato prima, ma anche pieno di cuore e modernissimo. Gli ho voluto molto bene. Stesso dicasi per Trap, perché quando Shyamalan si diverte davvero si vede e infatti ha avuto il successo meritato. Lo prendo spesso in giro, Shyamalanone, ma è un bravone. Infatti presa dall'entusiasmo per l'ultimo lavoro mi sono rivista The Village che mi è piaciuto più di quanto ricordassi. Funziona ancora alla perfezione e lavora bene anche quando si conosce la fine. 

La Challenge di Nuovi Incubi
Poiché io e la mia cohost Lucia pensiamo sempre ad Halloween, ci siamo chieste quest'estate come celebrare il nostro santo natale insieme agli ascoltatori del nostro podcast. Abbiamo quindi rubato l'idea di un bellissimo podcast americano, Nightmare on Film Street (che peraltro vi consiglio di ascoltare, è adorabile!) e abbiamo creato la nostra versione della Halloween Challenge. In cosa consiste? Abbiamo selezionato trentuno categorie, una per ogni giorno di ottobre, per guidare le vostre scelte per le visioni del mese. Poi ne parliamo insieme: sui blog, sui social, per messaggio, come ci va! Se volete partecipare anche voi vi lascio qui sotto le grafiche, così le potete usare sui vostri post e se ci taggate le vediamo tutte e facciamo la nostra personalissima "splendida festa di morte".
Grazie se vorrete giocare con noi e, come sempre, grazie di ascoltarci, di condividerci con le vostre amiche, di fare parte di questo gruppo di appassionate. Ci divertiamo sempre tanto e farlo tutte insieme è ancora più bello. 




 

mercoledì 26 giugno 2024

2024 in trimestri: episodio 2

16:27
 Sono passati tre mesi dall'ultima volta in cui sono passata di qui, ma questo periodico appuntamento in cui raccontare le cose di cui ho fruito mi piace sempre e mi aiuta a tenere il punto sulle cose.
Prendete qualcosa da mangiare, perché sarà lunga!


Foto di Zoltan Tasi su Unsplash


Horror dell'anno
È già dalla fine dello scorso anno che si respira un'atmosfera ottima, nella horror community. Le uscite del 2024, infatti, erano già in partenza molto stimolanti e mano a mano che riesco a metterci su le mani ne trovo conferma: mi spingo a dire che è l'annata migliore dal 2018.
In questo secondo trimestre ho visto un po' delle uscite più interessanti e ancora nulla mi ha delusa. I due episodi monastici, Immaculate e The First Omen sono stati sorprendenti. Ero piuttosto scettica su entrambi per ragioni diverse e invece mi hanno scombussolata. Sono i migliori horror religiosi degli ultimi anni, con il secondo che ha scavalcato ogni aspettativa e si è rivelato un film sinceramente spaventoso e molto pessimista, e il primo che ha praticamente messo in croce le mie certezze e si è piazzato immediatamente come una delle visioni migliori del decennio: è spudorato, eccessivo, potente. L'ho amato con passione ardente.
È anche vero che il 2024 ci sta graziando con uscite sorprendenti come l'adorato Late Night with the Devil, coraggioso, spaventoso e coinvolgente, ma anche il delizioso Abigail, conferma - non necessaria ma certo gradita - che quelle dei Radio Silence sono voci interessanti e talentuose.
L'indie non è stato certo da meno, perché con l'angosciante Stopmotion - importante analisi della relazione tra identità e lavoro creativo - si è dimostrato fetta significativa del discorso sull'horror contemporaneo. Sono molto entusiasta di come sta procedendo questo 2024, ci aspettano mesi gloriosi.

Horror non dell'anno
In un weekend di pioggia ho finalmente recuperato Shirley, ispirato alla vita della divina Jackson, e me ne sono innamorata. È un film che parla di passione: per l'arte, per la scrittura, per il corpo, per una coinquilina. Nel suo essere così pacato riesce a comunicare la tempesta dei sentimenti e il tormento dell'anima. È un film incredibile in cui, come suo solito, Elizabeth Moss risplende.

Non horror dell'anno
Se è vero che nel cinema di genere stiamo assistendo a un momento davvero eccellente, lo è altrettanto che anche il cinema tutto è in una fase che lascia incantati.
Ho recuperato in questi tre mesi alcuni film di una bellezza così grande da lasciarmi come una bambina che scopre le giostre per la prima volta. È il caso di film delicati ma con la potenza di un'ariete come La zona d'interesse e Estranei, che visti a poca distanza uno dall'altro mi hanno ricordato che anche il cinema è un'arma da manipolarsi con cautela. Ammetto che tra i due è il secondo ad avermi conquistata, però: ha un modo così raffinato di parlare di dolore e dei luoghi dell'anima in cui ci rifugiamo per farlo tacere un po' che forse non lo avevo mai visto prima. Certo, poi arriva il finale e di sicuro io non l'ho accolto come una principessa per bene, perché quando piango così tanto poi divento un'ameba paglierina, ma non c'è istante in cui non ne sia valsa la pena. 
Ben più adrenalinici, ma non per questo meno commoventi, due dei film più belli non dell'anno, ma della vita: Furiosa e Civil War. Il film di Miller mi è piaciuto ancora più di Fury Road, perché questa storia di vendetta che non si premura di rassicurare nessuno con un percorso di crescita e maturazione ma che è solo guidata da rancore e risentimento mi ha fatto sognare. In un mondo di film che ci dicono che il male aiuta a crescere e migliorare, ho trovato molto più conforto nella rabbia di Furiosa, che vuole solo sfogare un immenso dolore senza che qualcuno le faccia la paternale per questo. L'ho amato da impazzire. Meno testosteronico, come dice la mia amica Ilaria, ma non per questo meno bello, il nuovo film di Garland, che parla di guerra e mondo alla deriva raccontando la necessità della testimonianza. L'ho trovato unico, mi ha incantata.

Videogiochi
Ho giocato molto in questi tre mesi e tutti i giochi, in un modo o nell'altro, ne sono valsi la pena.
Il più godurioso è stato sicuramente Have a nice death, in cui si interpreta una piccola Morte in pieno burnout lavorativo, che deve affrontare stagisti, sindacalisti e lavativi, armata solo di un'ascia e qualche caffè. Lo amo tantissimo e mi diverte come una m a t t a.
Il più dolce è stato Gone Home, in cui si cercano tracce della propria famiglia che non è a casa e si ripercorre attraverso i loro ricordi l'anno che si è passato lontane. È ambientato negli anni 90 e le band pop punk femministe non sono solo la colonna sonora ma anche parte dell'ambiente in cui uno dei personaggi si muove e cresce, sviluppando una sensibilità femminista che è stato incantevole trovare sullo schermo. Bellissimo.
Il più serio invece A Plague Tale, che ho giocato insieme a Erre per manifesta incapacità ma che ci è piaciuto tanto: ambientazione medievale, epidemia, alchemia e topini arrabbiatissimi ci hanno accompagnato nel percorso che abbiamo fatto insieme ai due fratellini protagonisti e ai loro amici trovati in viaggio. Ha qualche sequenza un po' frenetica che da sola non avrei mai superato ma l'atmosfera è molto intrigante e la vicenda appassionante. E poi si prendono a sassate gli inquisitori. Davvero bello.

Serie Tv
Sebbene come tutti sia finita nella fissa Baby Reindeer, non è stata lei la mia serie del trimestre. Bella lo è, e moltissimo, ma purtroppo casa Redrumia è finita in una fissa ben maggiore: Buffy.
Non l'avevo mai vista per intero e abbiamo deciso di approfittarne ora che è su Disney+, e sebbene immaginavo mi sarebbe piaciuta per via della mia ossessione per i teen horror, mai avrei pensato di finire sotto un treno di tale portata. Non parlerei che di Buffy, non penso che a Buffy, le mie giornate ruotano intorno al momento in cui vedere il prossimo episodio di Buffy. Ne riparliamo appena la finisco perché tutta questa ossessione dovrà finire in un post.

Letture
Ho letto molto meno dei miei standard in questo trimestre, ma non sono mancate letture molto significative. Due sono state parte del mio progetto Dark Ladies: su instagram, infatti, dedico una diretta al mese ad un romanzo di genere scritto da una donna e le DL di aprile e maggio sono state pazzesche. Mantide, di Julia Armfield, è una raccolta di racconti che esplora l'esperienza femminile da diversi punti di vista, e nello specifico approfondisce i cambiamenti del corpo e i diversi momenti dell'amore. L'ho trovata uno specchio sincero sul mondo femminile, che non ha paura di esplorarne anche gli aspetti meno gradevoli e che si presta secondo me come testo da regalare alle giovani donne che ancora si muovono nel mondo frastornate dai suoi mille cambiamenti. L'altro è La luce del sole, ultimo romanzo di Octavia Butler, in questo testo alle prese con una giovane vampira che in seguito ad una grave amnesia deve ricostruire la propria storia e riscoprire le proprie origini. Non ha solo una lore dei vampiri splendida, diversa da tutte quelle che avete letto finora, ma - come il caso precedente - parla di scoperta di sè, di esplorazione del mondo, di come fare a imporsi su chi crede di sapere meglio di noi che cosa sia il nostro bene. Un romanzo splendido.
Ultimo ma non per importanza La crociera, di Lara Williams, che a sua volta parla di identità: quella che comincia a mancare quando si finisce a lavorare su una nave da crociera. Gli abiti sono brandizzati e tutti uguali, il lavoro da svolgere è deciso da altri, il tempo da dedicare alle attività è deciso da altri, fino a che della propria individualità non rimane niente. È la storia di una donna che ha un cos' grande bisogno di scappare che non riesce a fermarsi neppure quando la fuga è quella da se stessa. Davvero un lavoro bellissimo.

IRL
Sebbene le complicazioni dei mesi scorsi non siano certo finite, ho anche cose positive di cui parlare. 
Da marzo non lavoro più: in seguito a circostanze molto complesse nella vita privata e lavorativa ho accolto la proposta di Erre di prendermi qualche mese di pausa. È un privilegio immenso di cui non sarò mai grata a sufficienza. Sto approfittando di questa pausa per vivere la vita dei miei sogni: mi occupo di cinema tutto il giorno, sui social, in live streaming e scrivendo cose che spero vedano presto la luce. Ho scoperto che scrivere saggistica mi appassiona più di scrivere narrativa, cosa che avevo sempre pensato sarebbe stata la mia sola passione, e a questa nuova scoperta sto dedicando tutto il mio tempo. Sto studiando, scrivendo e studiando ancora, e non conosco gratificazione più grande. È un sogno e un privilegio.
Nel marasma di una quotidianità che non mi ha permesso di allontanarmi da casa a lungo siamo comunque riusciti a ritagliarci due giorni toscani a cui penso con grande affetto: un'oasi di pace nel caos. 
Nuovi Incubi prosegue con una stagione che ci ha portato crescita, soddisfazione e soprattutto riflessione: episodi complessi come quelli su Flanagan e la sua opera sono stati fondamentali per me in un momento in cui avevo bisogno di riflettere sulla mia storia e il mio presente. Sono molto grata anche di questo.
La mia vita continua a ballare su assi instabili agitate da venti di tempesta, ma sempre più spesso mi sembra di vedere piccoli sprazzi di luce tra le nuvole e riuscire a riconoscerli è il progresso più grande che potessi fare.

Buona estate a tutti!

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