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venerdì 12 gennaio 2018

Star Wars: Cronaca di una maratona

07:21
Farò un veloce recap per chi capita da queste parti per caso.
Intanto: ciao!
Mi chiamo Mari, e per anni, letteralmente, ho preso in giro il mio povero fidanzato Erre per la sua passione viscerale per la saga di Star Wars. 
Questo fino a poche settimane fa, quando ho visto Gli ultimi Jedi e tutti i miei più sacri ideali (niente fantascienza, niente alieni, astronavi neanche a parlarne) si sono sciolti nei litri di lacrime che ho versato.
È nato un amore.



Erre è uno di quelli che con sta roba ci è letteralmente cresciuto, l'ho sentito recitare a memoria buona parte dei film e ho preso discrete gomitate nelle costole ogni volta che doveva dirmi: «Attenta a questa cosa, che poi torna!», oppure «Guarda questi due, tienili a mente!».
Io, invece, conoscevo la storia abbastanza bene grazie ai suoi riassuntoni appassionati, ma la mia competenza finiva lì.
Il primo gennaio, quindi, questa coppia insolita si è accasciata sul divano, assumento una forma semiliquida, e ha acceso La minaccia fantasma.
Non riesco a ricordare cosa è successo tra un film e l'altro, perché non c'è stato altro. La testa e il cuore sono finiti completamente nello spazio e ci sono rimasti, perché ad oggi ogni tanto ripenso a C3PO e sorrido tra me e me.
Siamo tutti concordi, credo, nel dire che Episodio I è un filmettino mediocre. Noi ci lamentiamo tanto di questa nuova trilogia ma pensate a quelli che dopo la fine magistrale della Sacra Trilogia si sono trovati questa roba.
Son traumi.
Oggi, però, e soprattutto con il filtro dell'amore grande che stavo provando, la visione è calata liscia come l'olio. Un po' perché ho (ri)visto la nascita di C3PO che, se non l'aveste capito, è la mia cosina preferita al mondo, brutto scemone logorroico tontissimo patatone. Un po' perché Ewan McGregor è sempre uno dei miei preferiti e lo guardo sempre volentieri. Un po' perché, ehm, abbiamo mandato avanti la gara di sgusci. Insomma, è stato un riscaldamento per quello che ci aspettava, e con il senno di poi vedere il piccolo Anakin è stato bellissimo e commovente.
L'attacco dei cloni segna quella che, a mio parere nemmeno troppo umile, è la vera disgrazia della trilogia nuova: la scelta di Hayden Christensen come Anakin Skywalker. La storia di uno dei più grandi e affascinanti villain della storia del cinema ridotta ad una macchietta soapoperistica per colpa della scelta di casting più infelice che si ricordi. Ma come gli sarà venuto in mente? Ma non ci sarà stato un povero cristo lievemente migliore? Christensen, che farà sicuramente piacere alle 13enni ormonali, è piatto come l'encefalogramma di uno stormtrooper. Non ha un grammo di fascino neanche a chiedergli di fingerlo, non funziona da nessun punto di vista se non, forse, il fatto di essere portatore di geni assolutamente interessanti che, mescolati a quelli della Portman, avrebbero dato vita ai due fratelli Skywalker più belli mai visti.
Su Jar Jar non esprimerò pubbliche opinioni per evitare nuovi litigi con il mio moroso che lo odia, dico solo che prendersela con uno perché è goffo mi pare ingiusto e anche un'offesa che io e la mia goffaggine potremmo prendere sul personale. È come dare a Vittorio Emanuele III tutta la colpa della Seconda Guerra Mondiale. Avrà anche dato un contributo fondamentale, ma i nemici da fare fuori erano altri, scusate tanto.
#freeJarJar
Durante La vendetta dei Sith ho pianto, bisogna dirlo. La resa definitiva di Anakin al Lato Oscuro è stata dolorosissima, il finale mi ha lasciata in pezzi e il solo pensiero che Obi Wan abbia dovuto vivere tutta la vita con dei sensi di colpa stratosferici mi ha lasciata in una valle di dolore e sofferenza. Ewan McGregor è bravissimo e anche se questa trilogia non è perfetta (e chi lo è?) mi ha preso il cuore e me lo ha lanciato lontanissimo tra le galassie in modo che io non potessi recuperarlo mai più. La prima volta che ho visto la miniLeia, poi, mi sono emozionatona. Sapete ormai che la Principessa è il mio personaggio del cuore, vederla piccina e vederla presa da chi poteva amarla tanto mi ha scaldato il cuore e reso tanto contenta.

INTERMEZZO ROGUE ONE

Ci siamo buttati nell'ordine cronologico non per una bizzarra forma di masochismo, ma solo perché volevo tanto rivedere Rogue One, perché al cinema mi potrei (o non potrei) essere addormentata.
Ho fatto male a volerlo rivedere, perché sto film è di una brutalità senza fine.
Di tutti e sei, però, è quello che più ricalca la cosa che mi ha fatto così tanto innamorare de Gli ultimi Jedi. È un film di sacrifici e di ideali potentissimi che infondono coraggio. Un gruppetto bizzarro di persone contro il Male Assoluto, rischiando la cosa più preziosa di tutte, per il bene degli altri.
Ma quanto posso avere pianto.
E lo sapevo che sarebbe finita così, perché avevo già visto Episodio IV, lo sapevo perché ho chiaro in testa lo sguardo di Erre dopo averlo visto la prima volta, eppure sono rimasta fregata. E il Cinema fa anche questo, gioca con i nostri sentimenti e le nostre illusioni, ci fa ogni volta sperare che finisca in modo diverso e poi ci riduce in polpette.
Sentimentalismi a parte, Rogue One è un film splendido, un vero film di guerra in cui non si fanno sconti a nessuno, senza buonismi nè pillole addolcite. Si combatte, si muore, si uccide. Un cast illuminato dalla luce divina, una storia bellissima e dolorosa e scene d'azione indimenticabili.

Guardare la Sacra Trilogia è stato bellissimo.
Lancio un messaggio di speranza alle persone che, come me, temevano la palla di pietra di tre e dico tre film su combattimenti con le spade laser e le astronavi. Mettetevi il cuore in pace perché ci sono.
MA, prima di ciò c'è un divertimento fortissimo. Si ride come dei dannati e davvero non mi capacito di come si possa criticare la leggerezza dei film nuovi quando in quelli vecchi c'è la coppia del secolo. No, non parlo di Han Solo e Chewbecca, perdonatemi. Parlo di R2-D2 e C3PO, ovviamente. Ogni momento di loro insieme è stato una gioia, ho riso come una pazza. C3PO a pezzi in spalla a Chewbecca che continua a parlare è una meraviglia, R2-D2 preso a calci è pazzesco e insieme sono la più spumeggiante delle coppie.
Deve esserci qualcosa in particolare che mi fa tanto ridere nella comunicazione unilaterale. Han che parla con Chewbecca e quello che fa solo versi, R2-D2 che risponde all'altro pollo solo con i suoi rumorini...non so che dire, mi spacco dalle risate. Mi basta poco, pare.
Del momento dell'allenamento di Luke con Yoda non so che dire. Anche lì, potrei aver riso più del previsto. È così che mi ha fregata, mi sa. Mi ha fatto un ridere che lo so solo io, poi appena mi sono distratta un momento TAC! Lacrime a cascata.
Yoda è stato incredibile. Per quanto sia shockante vederlo così concio dopo averlo visto nella Trilogia Nuova, io lo adoro. Una specie di Furby con i minivestitininini da Jedi, non ce la potevo fare.
Ho osato per una volta dire una cosa del genere a Erre. Mi ha squadrata come se fossi una squilibrata e mi ha sibilato: «Scherzi? Yoda è FORTISSIMO!»
Aveva ragione, ovviamente, e ho imparato a non sottovalutarlo più pur mantenendo un infinito amore per i minivestitininini da Jedi che sono una robina bellissima.

E poi, insieme al resto, c'è Lei: Leia.
Mi ha colpita dal primo istante.
Qualche tempo fa ho sentito una persona gioire perché essendo Doctor Who finalmente una donna, le bambine quando ci giocano possono anche fare il Dottore e non più solo la companion di turno.
Leia c'è sempre stata, ad ispirare le bambine di tutto il mondo. Presa schiava per il suo corpo, sottovalutata, ignorata, sfruttata, ha sputato in testa a tutti diventando la regina indiscussa della saga. È potente, senza paura, inarrestabile. Ma anche più saggia di tutti, materna, affettuosa, coraggiosa. È un incanto vedere un personaggio femminile così.
È anche importantissimo vederla in un contesto così ritenuto maschile come la fantascienza. Lei non solo c'è, ma comanda, e rimette tutti al proprio posto.

L'aggravarsi della situazione reso evidente dal deperimento del pelo di Chewbecca

Io, invece, sono stata rimessa a posto dal finale della trilogia.
Era l'unica parte che non conoscevo, perché Erre non me l'aveva mai raccontata.
Non me lo aspettavo, non lo sapevo, non potevo immaginare.
Potevo arrivarci dal titolo dell'episodio, invece no. Sono stata ignara fino all'ultimo momento, non ho mai saputo cosa avesse abbattuto l'Impero e adesso che lo so non penso ad altro e non mi riprendo più.
È stato un viaggio tra le stelle magnifico, di quelli che ti costringono a ricordarti dove sei quando alzi lo schermo dopo i titoli di coda.
Ma io sulla Terra non ci resto a lungo.
Non vedo l'ora di tornare.

venerdì 15 dicembre 2017

Star Wars - Episodio VIII: Gli ultimi Jedi

14:04
Questo post avrà più premesse che opinioni, accettiamolo com'è e vediamo cosa ne esce.
Premessa 1: non sono (o non ero?) una fan della saga, ho visto solo qualche episodio e sono fidanzata con un appassionato di quelli feroci che prima di ogni visione mi fa i riassuntoni educativi.
Premessa 2: mi sono rotta le palle dei cinefili, quelli che si arrabbiano se gli tocchi il film dell'infanzia, quelli che devono litigare su chi ha torto e chi ha ragione, di chi non vede oltre il proprio naso e soprattutto di chi rompe i coglioni agli altri.
Dico questo perché Gli ultimi Jedi mi è piaciuto da impazzire e non voglio frantumazioni di maroni con critiche che, siamo sinceri, se il film si chiamasse Pistollettate Galattiche non esisterebbero.
Mi è piaciuto più di tutti gli altri che ho visto.
Sì, anche di Una nuova speranza.



Saltiamo senza vergogna la parte in cui di solito parlo della trama per passare alla premessa numero 3. Ognuno di noi ha temi sensibili, che ci colpiscono un po' più forte. Uno dei miei, da sempre, è la rivolta. I ribelli che si oppongono ad un sistema malsano e cattivo, gli eroi che si sacrificano per ragioni più grandi, le sommosse, le rivoluzioni nascoste, i gruppi smaciullati di persone che non perdono la speranza, gli ideali immortali.
Non so argomentare, è solo un tema che mi colpisce dritto al cuore. Credo di dover dare la colpa ad Harry Potter e l'Ordine della Fenice, in cui un altro vecchio gruppo è dovuto tornare a combattere contro un male che si credeva sconfitto. Che bello che è, L'Ordine della Fenice. I grandi che combattono insieme ai giovani, che commozione.
Potrei fermarmi qui e capirete da voi il motivo per cui Star Wars mi è entrato nel cuore. Questi Ribelli sono un sogno per me. Questo ottavo episodio ha fatto l'inimmaginabile: mi ha fatta innamorare di una saga di scienza.
The last Jedi prende questo mio sentimento di amore grande per i rivoltosi e lo espande all'infinito.
Chissenefrega allora di quella scena lì con Leia che mi ha fatto anche un pochino ridere, chissenefrega dei Porg (astenersi battutine, ho amato pure quelli, patatinininini amorininini bellinininini), chissenefrega se in questa saga maledetta tutti trattano male il mio adorato C3PO. The last Jedi è la storia bellissima di un ideale che non muore mai, di una speranza che non accenna ad affievolirsi nemmeno quando l'odore di cacca arriva dritto in faccia, di una fiammella che arde nei cuori e li eleva da umani ad eroici. È una storia di bambini che guardano le stelle e sognano, un giorno, di combattere insieme a chi adesso si sta sacrificando per il bene dell'universo intero.
Io, che prima di qualche anno fa ripugnavo la fantascienza, mi sono commossa per un'astronave in fiamme. Mi è saltato un battito durante quell'altra scena di silenzio profondo. Perché se accetti i difetti e lasci che la guerra stellare ti prenda, sei finito. Esci dal cinema e sei un Ribelle. E il giorno dopo, al lavoro, mentre prepari un cappuccino e cuoci una brioches (parlo in seconda singolare come il Dottor Manhattan), ti accorgi che la testa è ancora tra le stelle.

Ho creduto di avere il cuore in pezzi alla dedica per Carrie Fisher. Non vi dico neanche come mi sono sentita quando ho visto sua figlia. Io, fino a qualche anno fa così scettica, l'ho vista la magia che fa Star Wars, ed è anche in questo. Se non bastasse il solito, meraviglioso, evento per cui generazioni diverse finiscono insieme al cinema con la stessa passione negli occhi, come se non fosse sufficiente vedere bambini e bambini sognare insieme allo zio, alla nonna, al cugino grande, è chiaro quanto non sia solo una saga. È una famiglia enorme, composta non solo da chi nelle guerre stellari ci è finito sul set, ma anche da tutti quelli che le vivono come fossero proprie, da ogni persona che ha dedicato un disegno alla Principessa di tutti quando si è spenta, dalle ragazzine che guardano sempre lei, il Generale Organa, e vedono una forza e una resistenza più dure della roccia, da quelle come me, che ieri sbuffavano al solo sentire la Marcia Imperiale e oggi, invece, piangono come bambine.

E poi, chiaro, ci sono le bombe, i cannoni, i pianeti, le creature, le esplosioni, le strategie, gli Adam TiAmoSempreMolto Driver, i robottini e i robottoni, le navi bellissime e gigantesche e quelle piccole e arrugginite.
Ma più di tutto c'è un ideale straordinario, più forte della sconfitta, più intenso della speranza. È quella fiammella qui che conduce ai momenti finali del film, quegli ultimi due minuti che hanno acceso un cuore arido come il mio di una nuova speranza.
Chi l'avrebbe mai potuto pensare?
Mi sono innamorata.

venerdì 16 dicembre 2016

Non solo horror: Star Wars - Una nuova speranza

14:53
Sottotitolo: un post di incoraggiamento per fidanzate rassegnate

Un breve recap per chi passa di qui per la prima volta: Riccardo è l'anima pia che ha buon cuore di sopportarmi. Dalle mie parti lo chiamiamo moroso. I film piacciono parecchio anche a lui, ma una cosa regna incontrastata nel suo giovane cuore: Star Wars. Se voglio che lui mi accompagni a vedere le cose che piacciono a me, io devo andare a vedere quelle che piacciono a lui, e quindi giovedì ero in sala a vedere Rogue One. 
Magari di quello diciamo due parole dopo, ma il succo è che anche stavolta, come era stato per Episodio VII, esco dalla sala promettendomi (e promettendogli) di vedere Una nuova speranza. 
Perché farlo, vi chiederete non a torto, se la fantascienza e il fantasy non sono affatto i tuoi generi? Perchè Star Wars ha, ai miei occhi, un potere pazzesco: la sua popolarità è trasversale e imprevedibile, in sala si trovano persone di ogni età (ed è tenerissimo vedere papà o nonni che portano i bambini nel proprio mondo, mi fa una tenerezza incredibile e lo trovo di una bellezza rara), di ogni genere, di ogni tipo. Dal classico nerd pieno di stereotipi al direttore di banca, dal muratore alla organizzatrice di eventi. Uomini e donne indifferentemente di qualsiasi età. L'amore che una saga del genere può suscitare è universale, è un costruttore di immaginari e fantasia, e se anche il film mi dovesse fare pena e compassione, questo potere supererebbe il concetto di gusto personale, per finire a fare la Storia.
E quindi eccoci qua.


L'universo è diviso tra l'Impero, forza del Male che ha il controllo, e i Ribelli, il cui ruolo è facilmente intuibile. Su questo sfondo si muove Luke Skywalker, un giovane rimasto solo al mondo che un giorno, trovando un messaggio da parte di una donna in pericolo, parirà per salvarla insieme ad Obi Wan Kenobi, un vecchio Jedi.

In queste poche e fraintendibili righe ho riassunto un film che è una perfetta macchina per soldi. Non vedetela come una frase negativa, non vuole esserlo, anzi. Tutto in Star Wars funziona alla perfezione per colpire drittissimo e lasciare folle di fan adoranti. Dalle prime scene, infatti, l'empatia è quasi totalizzante. Prima, però, il colpo di furbizia: i droidi. I due robottini (non fustigatemi, dai, son robot) che ci vengono presentati dalle prime scene e che ci accompagneranno per tutta la saga si rivelano (a grandissima sorpresa per me) due personaggi splendidi, ironici e leggeri, che sgrassano un po' un'atmosfera che altrimenti sarebbe risultata troppo seriosa. Quindi, partiamo già intrattenuti da questi due omini e finiamo per essere nostro malgrado più coinvolti di quanto ci piacerebbe ammettere. Questa ironia, però, non si limita ai due droidi: tutto il film ha momenti di leggerezza, soprattutto con l'arrivo di Han Solo e Chewbecca. Non solo così ti tieni incastonati i bambini, ma anche conquisti quelle come me, che non amano sparatorie spaziali nè spade laser.
Accanto alle risate, poi, arriva l'epicità, elemento necessario per fissare ben bene il film nelle giovani menti. La colonna sonora, iconica, quasi mitologica, è presentissima, le scene silenziose sono davvero poche. Oltretutto, si usa abbondantemente quell'escamotage (che io amo, eh, non vedetelo come una critica) del riproporre in giro per il film, con toni e volumi sempre diversi e adeguati alla situazione, il brano principale, scatenando furiosamente i feels.
Poi, ovviamente, entrano in gioco quelle dinamiche che a me colpiscono meno ma di cui riconosco senza dubbio alcuno il valore: l'azione, le sparatorie, gli inseguimenti, i voli, i combattimenti. A me dicono poco, non sono la cosa che mi spinge ad amare o meno un film. Però la capisco benissimo, e la testimonio ogni giorno quando ne parlo con Riccardo, la sensazione per cui quando sei piccolo tutto appare magico, e incredibile, e appassionante. Lo capisco che un bambino (ma anche un adulto) messo di fronte a Guerre Stellari abbia uno sguardo talmente stupito, curioso, desideroso divedere sempre più e, lentamente, inesorabilmente, innamorato.
Poi cresci, diventi un professionista, un padre di famiglia, generi luminosi eredi. E trent'anni dopo, esce un nuovo Star Wars, tu ritorni il bambino che eri. Guardi il tuo, di bambino, e desideri passare a lui quella passione grande che ti porti dietro da una vita. E allora lo porti in sala, a guardare le solite spade laser e i soliti ipovedenti stormtrooper, e speri che si innamori come te.
E fai piangere come una fontana la povera Mari, che finisce per fare chilometrici post sul suo blog.


Come vi dicevo, due brevi parole su Rogue One, con un'anticipazione.
Ho dormito 3/4 del tempo, quindi del film non credo di poter dire alcunchè, ma con mia somma fortuna ho potuto assistere al momento in cui Darth Vader ha fatto la sua ricomparsa, con la voce originale. L'espressione di Riccardo è stata IMPAGABILE.
È per questo che Star Wars è, a prescindere dai gusti soggettivi, un capolavoro: quello che ha fatto, e che continua a fare, alla mente di chi ci è cresciuto è insostituibile. L'emozione è reale, l'entusiasmo è dilagante e contagioso, i sentimenti in gioco sono gli stessi di quando si avevano 6 anni, è una passione che non conosce raffreddamento.
È il Cinema nel suo punto più alto.




Un paio di link:
Il post de i400calci, che riunendo diverse voci mostra quanto è vero quello che ho detto. Ognuno parla del proprio rapporto personale con il film e la saga in generale, e sono tutti racconti pieni di tenerezza e amore sconfinato.
Il link al DVD della Sacra Trilogia.



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