Mi ero imposta di non parlare più volte dello stesso autore almeno per la prima ventina di post letterari. Mi rimangio tutto.
L'incubo di Hill House (che se siete amici di Stefanone King conoscerete come La casa degli invasati) è probabilmente il romanzo più famoso di quel meraviglioso donnino di Shirley Jackson.
Vi anticipo già che non è stato il mio preferito, il mio cuore va ancora a quello strabiliante Abbiamo sempre vissuto nel castello che mi ha agghiacciata per settimane.
In questo caso siamo a Hill House, cosa che non avrete affatto immaginato, e siamo con un bizzarro gruppo di 4 personaggi: il professor Montague, responsabile di aver convocato gli altri nella casa per i motivi più svariati, affinché insieme potessero scoprire qualcosa di più sui fenomeni paranormali per cui la casa è nota, Eleanor, la protagonista, Theodora, una maledetta e detestabile principessa sul pisello, piena solo di viscida ipocrisia, e Luke, il legittimo erede dell'abitazione.
Come suo solito la Jackson non scalpita dalla voglia di farti saltellare nel letto dalla paura. Ci arriva, ad inquietare e a farlo seriamente, ma lo vuole fare a modo suo e con i suoi tempi, tanto è vero che il romanzo stavolta è arrivato a piacermi in ritardo.
Ha un incipit bellissimo, di quelli che oggi fa solo Fred Vargas (perdonatemi, sono una fangirl della Vargas), ma la prima parte mi aveva conquistato ben poco. Quando però i personaggi sistemano le loro chiappe bizzarre in Hill House, ecco che cambia qualcosa. La magica scrittura di chi ha tanto talento riesce di colpo a ritirare su la mia opinione.
Iniziano i fenomeni paranormali, iniziano le manifestazioni, inizia l'incubo.
Prima, però, ci sono miriadi di parole tra i personaggi. Dialoghi che a me a prima vista erano sembrati bizzarri e che poi invece mi sono parsi perfettamente sensati (ambiente nuovo e lugubre, persone sconosciute a cui si vorrebbe tanto piacere..non solo ha perfettamente senso, è tutto facilmente comprensibile, soprattutto se come me assomigliate un po' alla stramba Eleanor) aiutano a delineare personalità e rapporti.
Quando poi il fantasma (se di questo si può parlare)(poi basta parentesi, giuro) si manifesta sono un po' dei dolorini, perché la signorina Jackson è tanto raffinata e non necessita di immagini di fortissimo impatto immediato per colpire, sta zitta e buona per metà del romanzo, poi subdola e silenziosa come solo lei sa essere ti sbatte in faccia il primo avvenimento importante e ti spiazza per sempre. Perché sono le sberle date di soppiatto a far più male.
Qui, dove con qui si intende sì L'incubo di Hill House ma anche tutta la sua produzione, il sangue e i buh dei fantasmi non servono. Con molta grazia siamo condotti nei baratri della mente umana, nei luoghi in cui siamo più vulnerabili, in quei punti in cui la pazzia si raggiunge con lo schiocco di due dita. E poi, da lì, siamo portati direttamente al dolorosissimo finale, che già da solo varrebbe la lettura.
In due notti (specie se come me avete l'insonnia tra gli amici di facebook) entrerete e uscirete da Hill House.
Ammesso che ne usciate vivi.
mercoledì 27 luglio 2016
Shirley Jackson
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Non solo cinema: L'incubo di Hill House
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Non solo cinema: L'incubo di Hill House
Reviewed by Mari.
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Ho a casa, a prendere polvere da anni nella libreria, sia questo sia "Abbiamo sempre vissuto nel castello".... Prima o poi dovrò convincermi a leggerli. Mi consigli quindi di iniziare dal secondo?
RispondiEliminaSe poi sei pronto a farti convincere che non esistano altri autori al di fuori della Jackson allora sì, direi prima il castello!:)
EliminaIo ci ho messo qualcosa in più di due notti, ma solo perché (pure io) in fondo da quella casa non volevo (potevo) uscire. E ho centellinato le pagine, le parole. Uno dei libri più belli letti negli ultimi anni: grazie per averlo rispolverato.
RispondiEliminaBel blog, ciao!
-M
Tra l'altro è anche brevino, una sofferenza! Grazie a te di essere passato:)
EliminaAbbiamo sempre vissuto nel castello non l'ho mai letto ma questo l'ho divorato pur conoscendone la storia (guardati Gli invasati, se non l'hai ancora fatto, è bellissimo) e mi ha messo tanta pena il personaggio di Eleanor.
RispondiEliminaSisi, mi manca, e conto di recuperare proprio nei prossimi giorni! Pena e tenerezza infinite, che voglia di abbracciarla!
EliminaNon conoscevo questa autrice. Grazie :)
RispondiEliminaÈ ingiustamente poco nota, ma mi stupisce che non la conosca tu!
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