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domenica 20 gennaio 2013

30 giorni di buio, David Slade

13:55

Titolo originale: 30 days of night

Anno: 2007

Durata: 113 minuti.

Trailer:
 
 
 
Ieri sera sono andata a vedere Frankweenie. Ma non mi sento di pubblicarne una recensione oggi, perchè ci sono moltissimi blogger più bravi di me che stanno dicendo la loro in questi giorni. Io mi farò sentire più avanti, magari:) Quello che volevo dire è che Tim è tornato. Finalmente. Mi eri mancato, man. 
 
Oggi, quindi, mi dedico a 30 giorni di buio.

Due motivi per vedere il film: Sam Raimi & Robert Tabert, i siori produttori. Facciamo tre, che Josh Hartnett l'è 'n bel veder.

Barrow (Alaska), la città più a nord degli Stati Uniti. La popolazione si prepara ad affrontare l'ultimo giorno di luce, perchè dal giorno dopo il sole non sorgerà per un mese. Quale momento migliore per un esercito di vampiri per fare scorte per l'inverno?

Ebbene, oggi fanno la loro comparsa nella cameretta rossa i vampiri. Niente figure di un romanticismo maledetto, niente sberluccichii (percarità) ma solo spietate, affamate e macchiate macchine da guerra. Come si suppone dovrebbe essere uno che di natura ammazza la gente.
 
Ammetto di non avere una grande cultura su di loro, perchè devo riconoscere (mea culpa, deplorevolissima) che questo è il primo film horror che vedo con protagonisti i succhiasangue. Quindi, niente paragoni.

Parto ringraziando Italia 2 per aver inventato Bloody Sunday che mi dà la possibilità di recuperare quei filmetti per cui non vale la pena sprecare la mia connessione.

(Stasera, per dovere di cronaca, è il turno del primo capitolo della saga di Saw)

Carina la location, sul serio. Si sono risparmiati di inventarsi cagate allucinanti su come tenere i vampiri lontani dalla luce, il Circolo Polare Artico si presta bene. E poi il sangue spicca bene sul bianco della neve. Il fatto che ci fosse sempre buio, poi, dava un'altro aspetto interessante: non c'era mai una pausa. Non arrivava il giorno a salvarti, no, eri sempre in pericolo.

Il rischio quando si affrontano certi argomenti topici è di cascare nel ridicolo, nel già visto o nello squallido. Qua per fortuna non succede. I vampiri sono piuttosto sensati, non fanno troppo orrore, né sono belli, sono solo uomini dalla lontana discendenza cinese, con occhi neri e i denti da squalo. Niente canini lucidi, ma denti da squalo. Che ha senso, perchè se ti morde uno squalo non è che sei contento. Il risultato è lo stesso, solo che alla fine non ti vengono le pinne, ecco. E sono sempre sporchi di sangue, il che è altrettanto sensato. Gli attacchi erano esattamente come io li immaginavo: cattivi, veloci, e soprattutto numerosi. E i vampiri non se ne stavano lì a giocare col cibo come Scar, no no. Ti prendono e ti ammazzano, chiaramente, son lì per quello.

Rimangono pochi sopravvissuti, che fortunatamente non son tutti cretini. Hartnett è lo sceriffo (si può fare qualcosa per il termine 'sceriffo'? Perchè a me ricorda solo quelli col sigaro e il cappello. Hartnett è uno sbarbatello, non può essere uno sceriffo.), sposato ma in crisi con Stella (Melissa George), che ha un fratello di 15 anni, una nonna, e degli amici, dei compaesani, da salvare. I personaggi non sono molto approfonditi, ma in fondo non me lo aspettavo molto. Tutto quanto gira intorno alla royal couple (anche perchè gli altri muoiono come i 10 piccoli indiani).
 
Sul finale ho due opinioni. La Mari femmina dice: 'Oooh, che uomo! Il principe azzurro coraggioso, senzamacchiaesenzapaura, che romantico, uomini così non esistono più!'. La Mari appassionata di horror dice 'Che finale rammollito.'

Insomma, un film carino. Chiaramente non è un capolavoro, ma si fa guardare. Ha degli elementi interessanti (una fotografia bellissima, sembra quasi un bianco e nero in cui spicca solo il rosso sangue, vampiri ben resi e non banali, una colonna sonora su cui dovrò indagare perchè mi è piaciuta tantissimo. .), e hanno limitato al minimo sindacale le cavolate, cosa che apprezzo sempre particolarmente.

Denti sani, gengive protette.
 
 
 
(Vi rimando all'esilarante pagina di Nonciclopedia.)
(Ancora senza foto, mi sto a innervosì)




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