The Office è finito, lunga vita a The Office
Tecnicamente è finito da 8 anni, The Office Us, ma per me è finito oggi, e questo è un tipo di tristezza a cui l'università della vita non ti prepara.
Abbiamo provato a centellinarlo, ci siamo anche fatti una pausa dopo che Michael se n'è andato, per provare a prolungare la visione, ma è giunto il giorno in cui abbiamo lasciato la Dunder Mifflin e devo scrivere un post per salutarla come si deve.
mi mancano già |
POST PIENO DI SPOILER
Per chi non sapesse di che cosa sto parlando: The Office è una (ormai mitologica) serie tv, di 9 stagioni, adattamento statunitense di una serie originale inglese di BBC. È un falso documentario sulla vita lavorativa, e non solo, dei dipendenti di un'azienda che rivende carta nella sede di Scranton, in Pennsylvania.
Ed è una meraviglia.
Premessina di fatti miei?
Ma chiaro.
Io sono una rompiscatole che non ama la comicità, in particolare quella basata sul cringe, e sono anche una che considera il black humor l'etichetta del cazzo dietro cui ci si nasconde per sentirsi liberi di dire quello che si vuole insultando gli altri. Aggiungo anche che detesto con tutta l'intensità di cui sono capace Ricky Gervais, che della serie è produttore. Così, per chiarire che sono sempre l'anima della festa.
Eppure, per qualche ragione inspiegabile, una serie che doveva essere l'unione di tutto quello che odio è diventata sgomitando una delle mie preferite di sempre. The Office ha tante di quelle cose sbagliate che non posso nemmeno iniziare ad elencarle. Ma è stata capace di infiltrarsi tra le maglie del mio guardarla con sospetto e si è presa una fetta di cuore larghissima. Mi mancherà un sacco.
Quando ho guardato per la prima volta Friends per intero ero nel target perfetto. Non l'ho visto da bambina in tv, ma da ventenne, quando quel gruppo di amici lì ce l'avevo anche io. Ho anche io amici che sono con me da almeno un decennio e identificarsi in quelle dinamiche era così semplice che Friends è stato a lungo una fetta enorme del mio modo di parlare. Vedevo praticamente la mia vita su schermo.
Ora che sono un po' cresciuta, è in The Office che trovo ritratta la mia quotidianità. (Di Friends prima o poi parliamo, forse). Magari non negli scherzi di Jim a Dwight, magari non nelle idee folli in cui Michael trascina i colleghi, magari non in Creed. Di sicuro però nelle coppie che nascono senza le grandi scene epocali dei film d'amore ma che nascono dall'amicizia, nei momenti in cui ci si sente fuori posto, negli attimi di piccola condivisione del proprio spazio e del proprio tempo con persone che non sempre si è scelto e che nostro malgrado diventano parte di quello che siamo.
The Office ha l'immenso pregio di fare il più dolce ritratto delle relazioni umane che ho mai visto in una sit com. Accanto a momenti esagerati e caotici ci sono scambi di sguardi che dicono tutto, piccoli gesti che non passano inosservati, pacche sulle spalle, abbracci e sorrisi. La Dunder Mifflin li ha uniti per caso e loro sono diventati una famiglia. In quanto tale si distruggono di dispetti, si odiano a tratti, fanno cose completamente crudeli uno verso l'altro, si maltrattano e se serve si picchiano anche. Poi in altri momenti, però, cantano insieme, si aiutano (possibilmente senza che il destinatario dell'aiuto lo sappia), si supportano, condividono piccole cose quotidiane che sono quelle che più di tutte ti vincolano l'uno all'altro. Per 7 stagioni sono stati tutti esasperati, imbarazzati, disturbati quotidianamente da quell'incredibile personaggio che risponde al nome di Michael Scott. Quando se n'è andato, però, è stato dolore vero. (Non parlo di me. No no. Io l'ho superata benissimo. Non mi ha affatto lasciato affranta in un mare di sofferenza ad accogliere la sua sostituzione con lo stracavolo di DeAngelo). Le persone più improbabili sono messe insieme per caso e le situazioni di ogni giorno le hanno rese amiche. Pam e Dwight? Senza dubbio l'amicizia migliore della serie. Oscar e Angela? Nati per essere amici. Stanley e Phyllis? Adorabili.
In mezzo a scene esilaranti di adulti che cercano di stare al passo con i più giovani (parlo del parkour? parlo del parkour.), di giovani inabili alla vita (una Erin che è un miracolo sia arrivata all'età adulta), di personaggi caricaturali ed estremi, con Michael come capitano di tutte e tre le squadre, ci sta la vita vera. Quello che ho capito di me è questo: mi conquistano completamente quelle serie in cui è la quotidianità che parla meglio dei suoi personaggi. Guardo tante cose, di tanti generi diversi, ma sono i momenti di intimità che viviamo ogni giorno senza rendercene conto che mi prendono e mi portano via il cuore. In tutte le serie che oggi considero le mie preferite di ogni tempo sono i piccoli momenti di condivisione della vita che alla fine conservo come ricordi preziosi. Il volersi bene ogni giorno, il conoscersi così a fondo che ogni piccola abitudine, ogni vizio, ogni tic, sono noti e detestati e quindi, insieme, amatissimi.
Ho proprio un punto debole, io, per le famiglie per scelta e non di sangue. Il sentirsi parte di qualcosa di più grande, essere un puntino che insieme ad altri puntini così uguali e così diversi formano un disegno sempre unico, sempre diverso. Gli inside jokes, gli sguardi complici, i ricordi. Sono proprio qualcosa che parla alla mia emotività.
E detto così sembra che The Office sia una sit com seria. Non lo è. The Office è oltre il concetto di demenziale. Non c'è un solo personaggio che sembri una persona normale. Eppure, non appena ci si affeziona a loro, e per quanto mi riguarda ci ho messo un po' di tempo, sono le persone più normali di questo mondo. Con le loro follie e i loro estremi. Sarà difficile accettare di non avere più del nuovo Kevin da vedere. Il mio compagno vivrà la fine di The Office come un lutto solo per il fatto di non avere più Dwight. E io, debole romantichina che so essere, sentirò la mancanza di Jim e Pam come fossero amici miei. Lo so che Jim è un personaggio molto discusso online, e giuro che la mia opinione non è falsata dal fatto che abbia la faccia di 💖John Krasinski💖. Lo so che all'inizio sembra un bulletto con Dwight (non che quest'ultimo non si prenda le sue rivincite quando vuole), e so anche che nell'ultima stagione fa per buona parte delle puntate il verme egoriferito, però ho proprio un debole per loro, la più adorabile coppia delle serie tv di sempre. Lui alza l'asticella dello standard della carineria troppo in alto per i comuni mortali.
Poi certo, nell'ultima stagione se ne fotte di mettere in completa difficoltà la moglie per InSeGuIrE I sUoI SoGnI, incurante di quelli di lei, e alla fine a cedere è lei per via dei sensi di colpa, questo lo riconosco. Riconosco anche che un video sia un po' poco per farsi perdonare. Però insomma, una stagione negativa su nove mi pare un buono standard.
Proseguo il mio voler fare la romantichella a tutti i costi perché The Office ha un modo splendido di ritrarre l'amore, sempre. Tutte le coppie che nascono (e che finiscono bene, ovviamente, questo non vale per Michael e Jan o Angela e Andy) hanno una cosa in comune: si divertono. Non importa mai di mostrare la chimica, l'affinità intellettuale, i dialoghi sui massimi sistemi. Jim e Pam, ma anche Michael e Holly, come anche Erin e Pete verso la fine, sono persone che insieme se la godono un sacco, ridono sempre, hanno lo stesso senso dell'umorismo. Angela stessa, la più rigida dell'ufficio, per stare con Dwight si lascia andare e finisce per sposarsi dentro al buco della sua stessa tomba ridendo come una matta. E questo è la cosa più simile alla mia vita reale che ho mai visto ritratta in tv.
Lo so che The Office ha costruito gran parte della sua ironia intorno ad un personaggio che è sempre sbagliato. Michael Scott non ha detto una cosa giusta in 7 stagioni in cui c'è stato. Tranne gli insulti a Toby, quelli erano sempre meritati. Eppure ha sempre cercato di correggersi, migliorarsi, farsi amare comunque.
E c'è riuscito, perché non si resiste al world's best boss.
E non si resiste alla Dunder Mifflin. Quello in The Office è un viaggio divertente come nessun altro, e che alla fine lascia col cuore pieno di cose belle.
Oggi per me è stata una giornata strana. Ho avuto una notizia molto bella, e una molto brutta, e nel mentre ho finito The Office. Forse non me lo sono goduto bene, questo finale.
Forse la ricomincio.