giovedì 19 settembre 2019

Di Euphoria e deliri vari sull'adolescenza

Ogni tanto HBO si ricorda che deve tenere testa ai due giganti Netflix e Prime Video quindi si impegna e tira fuori le bombe che smuovono il web. Quest anno in più doveva farsi perdonare di quell'involontario orrore che è stata l'ultima stagione di GoT e quindi ha tirato fuori dal cilindro Euphoria, ormai considerato dal'internet che conta il miglior teen drama di sempre.
Io ho delle cose da dire, e spero davvero non vengano prese come le opinioni di una che vuole fare la bastian contraria a tutti i costi, giuro che non è così.


Quella di Euphoria è la storia di un gruppo di adolescenti alle prese con droga, sesso, relazioni malate e famiglie complesse. La protagonista è Rue, che conosciamo appena uscita da una rehab. Con l'inizio del nuovo anno conoscerà Jules, che la motiverà a diventare la miglior versione possibile di se stessa.

Partiamo dalle cose oggettivamente vere: è una bella serie, con colori, fotografia, alcune interpretazioni e colonna sonora che sono spettacolari. Zendaya è una piccola perla che dobbiamo custodire gelosamente e i temi trattati sono di fondamentale importanza. Revenge porn, body positivity, droga, violenza (sessuale e non), molestie, aborti, disforia di genere...è importante che se ne parli sempre ma forse un pochino di più che se ne parli in una serie rivolta ad un pubblico teen. Non siamo ancora pronti a smettere di parlarne e temo che non lo saremo ancora per un po', quindi benvenga. Parliamone fino a che ce ne sarà bisogno e io sarò qui a sottolinearne l'importanza.

Però ho dei però e ne vorrei parlare un pochino, e per farlo temo finiremo in SPOILER.

La mia prima considerazione è soggettiva, quindi non vuole per forza essere una critica alla serie ma ai miei gusti: io sarei anche un pochino piena di quella rappresentazione qua dei giovani. Esistono i giovani tossicodipendenti, esistono i giovani violenti e squilibrati e disagiati. Ci sono quindi va bene che se ne parli. Capisco anche (e so per certo) che certe situazioni si attirano a vicenda, quindi è facile che il tossico esca con quello che ha la famiglia problematica che a sua volta esca con quella inquieta e così via. Lo capisco, mi sta bene.
Ma se in tutta la serie tv non c'è un personaggio che sia uno che faccia un chilo io mi faccio due domande. Il solo personaggio senza drama è Lexi, che infatti è ritratta come un secondario poco interessante a fronte dei grandi problemoni degli altri. Perdonatemi questo tono sarcastico, non so bene come esprimere quello che vorrei. Mi sembra scritto in modo pigro, ecco.
La cosa che mi dispiace di più è questa: le riflessioni che fa spesso Rue, che è la narratrice, le ho riconosciuti come mie. Sono un linguaggio universale che riflette dubbi e fragilità di chiunque abbia avuto 17 anni. Anche di quegli adolescenti che fanno vite più apparentemente banali. L'intensità di pensiero e dei sentimenti sono i medesimi. Solo, è più facile raccontarli se sono associati a vite piene di drammi. Una famiglia disfunzionale o dei problemi con la droga sono senz'altro difficili da raccontare, ma portano con sè molti più eventi, e il fluire della vicenda è più facile. Mi sbaglio io? Mi sembra solo che infilandoci tutte queste cose (e sono davvero tantissime, non c'è un'anima che abbia una vita senza tanti problemi immensi) se ne perda un po' il senso.
Prendiamo Cassie ad esempio. Cassie la conosciamo come vittima di revenge porn. Problema 1. Oltre alle voci e alla fama arriva il futuro da pattinatrice troncato. Problema 2, solo accennato. Poi la madre alcolizzata. Problema 3. Il padre si allontana dalla famiglia e diventa tossicodipendente. Mi sento di classificarli come problemi separati, 4 e 5. Infine, la gravidanza indesiderata e l'aborto. Problema 6. Considero questo insieme di problemi realistico? Sì, assolutamente, ci sono situazioni degradate dove è la norma. Lo considero pigro dal punto di vista narrativo? Sì. Potevamo scegliere uno dei problemi e approfondirlo come avrebbe meritato. Ma come, direte, se hai detto che è realistico perché togliere qualcosa? Perché la vita vera non dura 8 episodi da un'ora. Se hai questo tempo cerca di far passare al meglio che puoi un messaggio, persino il veterinario del mio cane dice che chi fa troppe cose le fa tutte male. Così si finisce che l'aborto è una scena in cui piangi un po' e in una successiva in cui rispondi a qualche domanda. Magari fosse così nella vita reale. Le cose sono un po' più complicate.
Mi è sembrato che ogni episodio fosse un elenco ordinato di tutti i problemi che rendono i personaggi quello che sono e non è il mio modo preferito di scrivere una serie tv. 
Ciò detto, se esiste una serie tv che ritrae giovani meno estremi ma in grado di esprimere con efficacia problemi e dolori dell'età, vi chiedo di farmelo sapere, la guarderei con estremo piacere. Nel dubbio continuo The Office.

Un'altra cosa che proprio non ho amato è stato il modo in cui ci viene raccontato il rapporto tra Rue e Jules. Le due si conoscono, diventano amiche da subito. Poi quasi improvvisamente il rapporto diventa intensissimo, e infine qualcosa di più che amicizia. Il mio problema con questa cosa è semplice: viene più raccontata che mostrata. Le scene tra le due sono poche e fatte prevalentemente di sguardi e silenzi e notti passate insieme a dormire e se un paio di occhiate intime bastassero a far nascere un amore folle i non vedenti non avrebbero alcuna chance di trovare l'amore. Non ho empatizzato, non mi sono emozionata, non ho provato nulla. Le scene tra le ragazze sono spesso flashback o ricordi, sono raramente 'dirette' e si è assistito troppo poco allo sviluppo di questo rapporto per poterne veramente godere a pieno. Un gran peccato, soprattutto perché Jules è il personaggio che ho trovato scritto meglio. Una giovane ragazza trans che a causa del suo trascorso difficile ora ha comportamenti masochisti ed estremi. Non c'è bisogno di grandi dialoghi sulla faccenda disforia, che avrebbero potuto finire per essere ridondanti e già sentiti, bastano poche immagini a cogliere il suo disagio e il suo dolore, e il suo bisogno di sfogarli. Non capisco perché per lei siano riusciti così bene mentre con altri no. 
Nate, altro grande esempio. Questo ha una famiglia che definire problematica è fargli un complimento, una relazione sentimentale malsana e una tendenza alla minaccia che sfocia nella violenza vera e propria. Eppure, non si va mai a fondo con lui. Non si scava più di tanto, si accumulano informazioni su informazioni che restano lì, come un elenco della spesa da spuntare. Sessualità confusa? Check. Daddy issues? Check. Bisogno di violenza? Svariati check. Fragilità? Al primo posto. 

Infine, ma non per importanza, il ritratto della sessualità che viene fatto in Euphoria è desolante. Ci sono adulti che fanno sesso violento con ragazzini e ragazzine fuori dalle mura domestiche, del sesso con la moglie non abbiamo informazioni, la purezza del talamo nuziale è intatta. C'è del sesso interrotto, violento, cattivo, doloroso. Si usa come sfogo, come ricatto, come punizione. Spesso c'è solo un grande squallore e soprattutto porta un casino di guai: foto, video, insicurezze, gravidanze indesiderate.
In una serie destinata ad un pubblico giovane questo non può essere l'unico esempio mostrato. Non c'è mai sentimento, mai divertimento, mai nulla di piacevole. Non va mica bene così, lo facevano negli slasher degli anni '80 e a loro perdoniamo ogni cosa, ma da una serie fresca e giovane mi aspetto altro.

Per me un gran peccato.
Guarderò comunque la prossima stagione sperando mi dia qualcosa che qua non ho avuto, e probabilmente se l'avessi vista a 17 anni me ne sarei innamorata. 
Oggi, però, chiedo qualcosa di più.


2 commenti:

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