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sabato 22 luglio 2017

Villaggio Globale: Fantozzi

13:57
Quando muore qualcuno di famoso il popolo dell'Internet si anima con rinnovata energia. Di quelli che si sentono in dovere di screditare in qualche modo il defunto non voglio neanche parlare, quella è gente che si merita le blatte tra i denti. Mi colpisce sempre molto, invece, come nel mondo del cinema le morti che colpiscono di più sono quelle legate alle sensazioni più forti: le risate e la paura.
Della seconda parleremo in settembre, quando ricorderemo Romero, ma oggi parliamo delle risate, argomento per me ben più ostico, e lo faremo parlando di Fantozzi.



Credo, senza vanto alcuno, di essere una delle poche persone che non avevano mai visto alcun film di Fantozzi. Ho scelto comunque di partecipare all'iniziativa con gli altri blogger (i dettagli sugli altri post sono in fondo) perché ho visto persone perdere l'infanzia con la scomparsa di Paolo Villaggio, e quando l'impatto di uno sconosciuto è così forte nella vita di qualcuno, allora io cerco di comprenderlo, perché qualcosa di speciale ci deve essere.

[Sì, nel caso in cui ve lo steste chiedendo, è un buon momento per riascoltare i Linkin Park, ora che non c'è più Chester. Io ho 26 anni, i LP sono stati un mio grande amore, omaggiateli. Meteora è ancora un album intensissimo.]

Un mio enorme difetto è la totale scarsità di simpatia. Non sono solare, non mi spacco dalle risate tranne in casi eccezionali (ma in quelli proprio mi soffoco, il mio amico Alessandro è in grado di farmi proprio piangere dalle risate, come anche StephanieGlitter su Instagram), e non mi piacciono i comici. Ho poche eccezioni che amo appassionatamente, ma a me la gente che vuole far ridere proprio non piace.
Perché Fantozzi, allora? Perché Paolo Villaggio?
Perché a me, devo dirlo, Fantozzi non ha fatto ridere proprio per niente. Non è che le scene non ci siano, non è che la comicità sia sempre scoreggiona, anzi, ma mentre il film cercava di strapparmi un sorriso io ero lì quasi sull'orlo delle lacrime per Mariangela derisa, per esempio.
Oh, a me Ugo che entra a portarsela via, che le sistema il cappotto e le mente su Cheeta ha fatto soffrire. Ok le testate, ok i voli in terra, ok la goffaggine. Mentre tutto ciò accadeva, però, io ero intenerita dalla moglie, e allora non avevo voglia di ridere.
(Ok, alla signora anziana caricata in spalla e rapita ho riso molto, quello sì).
In generale, però, ho avuto la sensazione che oggi botta alla testa, che ogni racchettata sulle caviglie, non fossero altro che distrazioni per i superficiali. Uno sguardo in più e, davvero, non c'è un cazzo da ridere. Soprattutto se si pensa che sono passati decenni, e non è cambiato nulla.
Ah, Ugo, che bene ti ho voluto con questo film, quanto ti avrei abbracciato!

Visto? Non rido manco con Fantozzi, sono un caso perso.
Magari a loro è andata meglio:


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