martedì 20 agosto 2013

Il labirinto del fauno

(2006, Guillermo del Toro)



CONTIENE UNO SPOILER GRANDE COME UNA CASA.

Essere appassionati di Cinema può essere molto, molto impegnativo.
Perchè ci sono in ballo i sentimenti: quelli di chi gira, di chi recita, ma soprattutto quelli di chi guarda. E certe volte un film può prenderti il cuore e semplicemente farlo a pezzi.
Poi, per carità, altri film sono una medicina per l'anima, alcuni possono essere dei simpatici passatempo e alcuni degli enigmi.

Ma Il labirinto del fauno è più di tutto ciò.

Spagna, 1944. La guerra civile è in dirittura d'arrivo, e la piccola Ofelia con la madre si sta trasferendo dal nuovo patrigno, il Capitano. Qui incontrerà il Fauno, che le rivelerà la sua vera identità: lei è in realtà una principessa di un regno sotterraneo, 'dove la bugia e il dolore non hanno significato'. Il suo vero padre la sta cercando da tempo, e lei dovrà superare tre prove per dimostrare di essere veramente la principessa.

Ricapitolando: ci sono una guerra, uno Stronzo di dimensioni intergalattiche e una bambina, che deve sopravvivere a tutto questo con l'aiuto di una madre che la vorrebbe già adulta e matura. Ad inizio film le dice che è 'un po' cresciuta per queste sciocchezze'.
E invece no, santo cielo, no. La sua mente è strabiliante, le permette di tutelarsi come la madre non può fare. Vede uno scarafaggione e non urla dallo schifo (come farei io), no, lei lo insegue, perchè ci vede una fata. [Però, Guilly, la prossima volta basta bestiacce, ok? Per favore.]
E da quella fata nasce un mondo. Un rospone che impedisce ad una pianta di fiorire, un mostro senza occhi, un regno intero che aspetta solo lei. È troppo facile aspettare dal cielo di diventare una principessa, e comunque William se lo sono già preso. Ofelia sa di essere una principessa e lo diventa. Chi se ne importa se lo diventa solo nella sua mente? È una principessa, punto.



Una principessa aiutata nel raggiungimento del suo scopo da un tizio che, insomma, non è che ispiri propriamente fiducia. Il Fauno. Prima di tutto lasciatemi dire che alla faccia se è fatto bene. Dal punto di vista esteriore, prima di tutto. Bello, bello, bello. Nel suo essere fauno, e lo sappiamo che notoriamente non son belli come gli elfi, per dire. E poi è pieno di carisma. Perchè fino alla fine non sappiamo bene che idea farci di lui. È buono? È cattivo? Ad ogni sua apparizione il suo atteggiamento cambia, lasciando sconcertati noi, figuriamoci Ofelia.


In giro ho letto di molti che hanno definito il film una 'favola nera'. Io non sono molto d'accordo, perchè Il labirinto del fauno non ha nulla del favolesco, trasuda realtà. La mente di un bambino può viaggiare fino all'altra parte del mondo, fino a dimensioni parallele, ma al primo cambio d'inquadratura la vita reale ricompare, spezzando il nostro sogno di vedere la piccola scappare dai 'veri' genitori. Al primo cambio d'inquadratura ecco gli spari, i cavalli, le torture nella dispensa, quella musica mentre il Capitano si rade. Sembra quasi impossibile concepire che la bambina possa aver sentito quello che sentivamo noi, le urla, le minacce, la paura.

Il finale, soprattutto, ci mostra come le favole per gli adulti non esistano. Non importa come e quanto lei abbia sognato, questo non l'ha aiutata a scappare realmente da quel campo, non l'ha aiutata sul serio a nascondersi. È morta comunque.
Però sorrideva, perchè fino all'ultimo istante la sua fantasia non l'ha lasciata, ha continuato a proteggerla dal dolore.

Avete presente gli occhi dei gatti? Quando c'è luce le pupille sono strette, a mò di protezione, ma di notte si ingrandiscono, come se il buio nascondesse qualcosa che solo a loro è concesso vedere. Gli occhi dei bambini sono sempre come quelli dei gatti di notte. Sempre spalancati sulle continue sorprese, sempre pronti a vedere qualcosa che a noi è nascosto. Con le pupille dilatate dalla curiosità, o dall'entusiasmo. La piccola Ivana Baquero ha conservato questo sguardo per tutto il film, in un modo talmente spontaneo e appassionato che quando recitava in scene più cupe era un dolore vederle perdere quello sguardo sul mondo.

D'altro canto, bisogna ammettere che anche la parte dello Stronzo a Sergi Lopez è venuta molto bene.
Non c'è buonismo, non c'è clemenza. Il mondo A VOLTE fa schifo e Del Toro ce l'ha mostrato.



Ma ci ha mostrato anche l'altro lato della medaglia. E cioè che l'amore sa fare grandi cose. Ti dà il coraggio di rimanere a lavorare dal nemico solo per aiutare tuo fratello, ti dà la forza di credere nei tuoi ideali nonostante tutto, ti lega ad una bambina che nemmeno conosci ma che proteggi fino al limite dell'impossibile, ti dà la follia che serve per sposare un uomo che non ami (e che è pure Stronzo) per dare a tua figlia una vita che pensi sia migliore, o quantomeno sicura.

Alla fine si capisce quanto Il labirinto del fauno sia un gran film d'Amore. E io non sarò mai abbastanza cresciuta da smettere di credere in queste 'sciocchezze'.


12 commenti:

  1. Uno dei film più commoventi e belli dal punto di vista immaginifico che mi sia mai capitato di vedere.

    RispondiElimina
  2. Complimenti, analisi accurata ed amorevole. Si percepisce proprio quanto ti abbia emozionato il film. Anche Omonero all'epoca si è quasi (e sottolineo quasi) fatto coinvolgere dalla "tenerezza" di fondo della storia...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille, Omonero! E se ti sei fatto coinvolgere tu, vuol dire che il film è proprio un gioiello!:D

      Elimina
  3. Mamma mia, hai fatto un'analisi davvero bella e completa! Complimentoni!
    Passando al film... davvero molto bello, una delle cose più belle che mi sia capitato di vedere negli ultimi anni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. *.* Grazie di cuore! Concordo, più che un semplice film è un'esperienza!

      Elimina
  4. ma quanta dolcezza di fondo in questa recensione, bella la rece e bellissimo il film. per me il miglior lavoro di del toro (pacific rim non l ho ancora visto). e poi...il cattivo piu cattivo della storia del cinema lo troviamo qui...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille! Pacific Rim manca anche a me, e sono abbastanza d'accordo sul cattivo, anche se Annie di Misery ogni tanto me la sogno di notte!

      Elimina
  5. Quando ho letto blog+cinema+horror mi son dovuta fiondare qua, che la vuoi una sporca beauty blogger tra i tuoi lettori?

    Complimenti, scrivi da dyo, mi sono commossa a suo tempo vedendo il film e mi sono commossa ora leggendo la tua analisi e non credo sia solo colpa della sindrome premestruale.
    Ciao, passerò il resto della giornata a leggerti e segnarmi film per il futuro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma che, scherzi? Sei più che benvenuta!:) Grazie davvero, che bel complimento!

      Elimina
  6. Le tue parole mi hanno emozionata. Sul serio. Non avresti potuto descriverlo meglio.
    Come dici tu, questo film mi ha preso il cuore e l'ha fatto a pezzi.
    Adesso lo DEVO rivedere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Norma! Grazie mille per il bel complimento, e se ti ho fatto venir voglia di rivedere il film allora ho raggiunto il mio obiettivo!:)

      Elimina

Disclaimer

La cameretta non rappresenta testata giornalistica in quanto viene aggiornata senza nessuna periodicità. La padrona di casa non è responsabile di quanto pubblicato dai lettori nei commenti ma si impegna a cancellare tutti i commenti che verranno ritenuti offensivi o lesivi dell'immagine di terzi. (spam e commenti di natura razzista o omofoba) Tutte le immagini presenti nel blog provengono dal Web, sono quindi considerate pubblico dominio, ma se una o più delle immagini fossero legate a diritti d'autore, contattatemi e provvederò a rimuoverle, anche se sono molto carine.

Twitter

Facebook