domenica 11 novembre 2018

Thornhill, Pat Smy

Trovato nella sezione ragazzi della bibliotechina del mio paese, Thornhill mi ha catturata dal primo istante, per la sua mole, la sua forma compatta e il suo nero onnipresente.


Il racconto è quello di due bambine, Ella e Mary, delle loro due vite parallele e del momento in cui queste due vite si incrociano.

La particolarità del tomone è prima di tutto la struttura. Non è un fumetto vero e proprio ma un romanzo illustrato nel vero senso del termine, in cui pagine di narrazione in forma di diario si alternano a pagine di sole illustrazioni.

La storia parla di bullismo feroce, orfanotrofi, adulti incompetenti e superficiali, cattiverie atroci e solitudine lacerante. Lo fa con dovizia di particolari, senza lasciare granchè all'immaginazione. Mary è vittima di un mondo cattivo che non sa integrare il diverso, e per questo ha smesso di parlare. Cerca rifugio in bamboline che crea da sè, che diventano le sue uniche amiche. Il ritorno nell'orfanotrofio di Thornhill della sua bulla, però, la fa ripiombare in uno stato di disperazione dal quale nessuno sembra davvero interessato a farla uscire.

La considerazione che mi ha fatto fare Thornhill, che comunque consiglio per intensità, fascino e particolarità della struttura, è: come classifichiamo qualcosa per bambini? 
Come si decide se qualcosa è adatto o meno?
Perché è chiaro che conoscendo il singolo esemplare di cucciolo d'uomo si può stabilire quanto e se sia pronto per letture più impegnative o se invece sia meglio coccolarlo ancora un po' con storie più gioiose, ma come si fa una classificazione generale?
Se da un lato mi viene da pensare che i bambini siano pronti a tutto, dall'altro mi viene da pensare che un po' di protezione sia non per forza dovuta ma naturale. Ce l'abbiamo scritta da qualche parte in quello che siamo in quanto animali, la tutela dei più piccoli. Giusto due minuti fa stavo guardando su Instagram un video di una leonessa incattivita come la morte con due leoni che si avvicinavano ai cuccioli, mi sa che fa proprio parte della natura.
Ora, lungi da me voler passare messaggi pedagogici o educativi per i quali non ho la competenza, ma mi interessa sapere cosa fareste voi. Non perché io abbia bambini a cui passarlo, ma perché io alla biblioteca l'ho già riportato, e lui sarà tornato nella piccola zona fumetti insieme al mio amato Lupo Alberto e a Mafalda. E sta lì, in attesa che qualche bambino se lo porti a casa e speri di trovarci un'avventura inquietante e cupa.
Che per carità, per esserci c'è, ed è anche interessantissima.
Mi chiedo solo, con sincera curiosità e nessuna vena polemica, quanto siamo pronti a raccontargliela.

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