lunedì 18 marzo 2019

The Marvelous Mrs Maisel, finalmente!

Quando internet entra in fissa con una cosa bisogna ascoltarlo. A volte si tratterà di una sola pazzesca, ma altre sarà Midge Maisel, e allora ogni sola precedente sarà valsa la pena.
Perché sì, The Marvelous Mrs Maisel è davvero l'adorabile delizia che si dice essere e perché adesso fino a fine anno siamo a bocca asciutta e per consolarmi voglio parlarne un po'.


Se ancora non lo avete visto cercate di non saperne niente, ve lo chiedo per favore.
Vi dico solo che Miriam (Midge) Maisel è una squisita donnina anni '50, tutta sorrisi e abiti magnifici, che viene improvvisamente lasciata dall'amore della sua vita, il marito Joel. Si ubriaca, va in un club, prende in mano un microfono e parla, parla, parla.
E di parlare non smette più.

Quando ho finito il primo episodio ho spento la tele e mi sono messa a scrivere. Rimandavo da giorni delle modifiche grosse ad un lavoro che credevo finito e invece bam! Venute fuori le parole come acqua fresca. Ho trovato talmente tanto ispiratrice la serie, in ogni episodio, che non contengo le cose che voglio fare. Midge ha sì un talento naturale per la stand up comedy, ma ci lavora anche su. Prende appunti, studia, ascolta, a volte fallisce e spesso trionfa. Si fa ispirare dal mondo che la circonda e prende tutto quello che può per assimilarlo e trasformarlo in un momento di arte. E vederglielo fare, con la sua freschezza e il suo sguardo tagliente, non può che ispirare voglia di fare altrettanto.

Tutto, in Mrs Maisel, è delizioso. L'ambiente, i costumi (i costumi, i costumi, i costumi!), i personaggi, le loro interazioni, la ricostruzione degli anni '50 e dell'elite newyorkese. I coniugi Palladino ci avevano regalato la prima ventata di aria fresca quasi vent'anni fa, con l'esordio delle Gilmore Girls e del loro Una mamma per amica, e sono tornati con un ventennio di esperienza in più sulle spalle. Mrs Maisel è Una mamma per amica fatto meglio. E sia chiaro, io Una mamma per amica l'ho adorato (ma gli ultimi 4 episodi non esistono e non sono mai esistiti). Questa volta, pur con alcuni difetti soprattutto nella seconda stagione, è come se avessero dato una marcia in più a quella che era già la loro formula vincente: dialoghi brillanti, relazioni speciali, personaggi che rasentano la macchietta senza mai perdere di credibilità, trattamento nuovo di temi già visti.

I personaggi sono, come lo erano nella serie degli anni Duemila, il centro e il cuore di tutto e hanno nel corso di due stagioni uno sviluppo che è interessantissimo e credibile e profondo. Nessuno viene stravolto, ma tutti cambiano e crescono. Ad ogni comprimario è dato un tempo in scena sufficiente a farci affezionare, ad Abe più che a chiunque altro.
Joel nei primi episodi è una specie di Nino Sarratore per il quale non si possono che desiderare dolori e sofferenze. Eppure pian piano si mostra quello che è: un padre affettuoso, un uomo fragile che ha sbagliato e ne sta pagando tutte le conseguenze, un uomo spaventato dal talento e dall'indipendenza della moglie ma che non può che riconoscerne il talento e che quindi diventa spalla e supporto, un ottimo imprenditore. Ha fatto una scelta che ha stravolto la sua vita, e questo lo ha cambiato molto, lo ha fatto crescere. Alla fine ho provato una tenerezza per lui che mi ha stretto il cuore, proprio io che nei primi episodi urlavo contro di lui alla tele.
Susy è un personaggio pazzesco. Volevano mostrarcela piccola, sporca, povera e antipatica. Non le ci è voluto molto per schiudersi e diventare una perla: appassionata, determinata, piena di risorse. Ha riconosciuto un talento ed è riuscita a tirarne fuori non una ma due carriere. Non ha paura di niente e nessuno, forse perché la vita le ha già giocato contro tutte le sue carte peggiori, ha una voce e sa come farla ascoltare. Non ci sono ostacoli, per Susy Myerson, e se ci sono lei prende la rincorsa e salta sopra a tutti quanti. E soprattutto vuole bene davvero, anche quando è scorbutica e silenziosa e aggressiva. Vuole bene e combatte per i destinatari del suo affetto.

Ma soprattutto combatte per Midge, il gioiello della serie.
La perfetta casalinga anni '50: prima fan e supporter del marito, lo aiuta e consiglia, lo segue nel suo sogno anche se lui è una pippa e non si fa mai trovare struccata. Si prende le misure tutti i giorni, ha la piega impeccabile, conosce ogni segreto del make up. Ha un visino incantevole e un armadio pieno di vestiti dal taglio sartoriale.
Allo stesso tempo è sboccatissima, logorroica, spavalda, brillante, spesso inopportuna e fuori luogo, acuta osservatrice. Cerca di farsi spazio in un mondo maschile in cui argomenti legati alle donne non si possono nemmeno toccare, figuriamoci se detti dalle donne stesse.
Che poi, lo sappiamo che le donne non fanno ridere, no?
No, infatti.
Non fanno ridere, non sono credibili, non possono cavarsela senza un uomo. Quelle belle, poi, non sia mai. Quelle sono solo trofei per i maritini orgogliosi. C'è una scena in cui Midge e Susy stanno protestando perché un uomo viene meno ad un accordo. Urlano, scalpitano, si fanno valere. Niente da fare, quello non cede. Deve intervenire un uomo per aiutarle. La serie ritrae benissimo alcune di queste dinamiche per le quali non siamo considerate in grado di badare a noi stesse. Viene proprio presa per matta, perché vuole e può cavarsela da sola. Midge non solo divorzia, ma rifiuta categoricamente di riprovare a conquistare il suo uomo, e questo per l'epoca è scandaloso. Cosa potrà mai fare una donna da sola?
Lei non solo trova un lavoro, ma si costruisce una carriera parallela a quel lavoro. Non solo, la serie è stata anche criticata (da qualche casalinga frustrata su Twitter, probabilmente), perché Miriam rappresenta un pessimo esempio di madre. Verissimo, questa ha due figli che sono seminati in giro per New York e che lei vede una volta ogni tanto quando capita per casa se loro sono svegli. E va benissimo così, finalmente! Una donna che non vive solo per la prole. La risposta dell'attrice è stata semplice e perfetta. Anche Walter White e Don Draper erano genitori terrificanti. Nessuno che se ne sia mai lamentato, però.

La seconda stagione ha avuto alcuni momenti di piccolo eccesso che avrei preferito venissero evitati per lasciare spazio ad altro (la scena del pittore?), e a volte si è percepito un piccolo 'Midge ottiene sempre tutto perché è bellissima' che è stato fastidioso perché il punto del suo personaggio è essere molto, molto di più che un bel faccino e che quindi hanno stonato, ma niente di esageratamente inopportuno.

Date un po' del vostro tempo a Midge Maisel e alla squinternata banda di ebrei che è la sua famiglia. Non è solo una serie adorabile, è anche il ritratto di quello che tutte noi potremmo essere se ci lasciassimo un po' andare, se smettessimo di avere paura dello sguardo degli altri e ci lanciassimo nel vuoto.
Qualcuna finirà su un palco a fare stand up, qualcuna esporrà i propri disegni, qualcuna scriverà e qualcuna canterà. Male o bene non importa.
Basta trovare il coraggio di buttarsi.

4 commenti:

  1. Come sai ho adorato Midge (e Susy, e Abe -soprattutto Abe- e alla fine a sorpresa pure Joel) e ne hai scritto in modo davvero adorabile. Tornerei a vederla se ne avessi il tempo per quanto fa stare meglio!
    Anche la scena del pittore, che un po' fuori tema è, la ricordo per quanto bene era scritta. Guardavo lo schermo sorridendo e pensando alla perfezione fatta in poche righe. Sarà un'attesa lunghissima fino alla prossima stagione.
    (non sapevo della risposta di Rachel alla domanda sulla maternità del suo personaggio: geniale pure quella!)

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    1. Io di Joel ormai innamorata perché è scritto così bene!
      E ora, attendiamo fino ad Hannukkah!

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  2. Non ho visto, non ho letto, poi ti farò sapere ;)

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