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martedì 15 marzo 2022

The Marvelous Mrs Maisel - stagione 4

14:54

 Questa settimana avrei avuto mille cose da fare, lavatrici da stendere e lenzuola da sistemare, ma soprattutto live da preparare e podcast per cui studiare, ma venerdì scorso sono uscite le due puntate finali di una delle migliori serie degli ultimi anni e non avrei potuto rimandare oltre.


Sapete cosa fanno le persone serie? Guardano un prodotto, ne leggono in giro, studiano, si informano, si prendono il tempo di prepararsi per bene per giungere al momento di parlarne preparati e con le opinioni ben formate. E poi ci sono io, che ho chiuso Prime da 5 minuti e sono già qua con Blogger aperto per salutare Midge, per la penultima volta.

La serie avrà ancora una stagione, e poi ci toccherà salutarla per sempre.




In questa quarta volta in cui ci incontriamo, Midge e Susy devono convivere con il fatto che Shy Baldwin le ha piantate in aeroporto, e che il tour europeo in cui le aveva coinvolte è saltato. Convivono con l'evento come possono, leccandosi le ferite e ripartendo da quello che possono. Midge diventa comica fissa in uno strip club e Susy cerca di far crescere il proprio lavoro come manager cercando nuovi talenti.


Questa stagione, quindi, trae le sue fondamenta da un elemento che nella serie non è mai mancato ma che qui la fa da padrone: il fallimento. Midge ha sbagliato, ha rischiato di fare outing ad una persona omosessuale che non aveva alcuna intenzione di rivelare i fatti propri al mondo, ha tradito un amico, ha fatto un errore che le sta facendo perdere tutto. 

Con la coda tra le gambe, ferita ed umiliata, torna al suo quartiere. Deve affrontare il momento in cui dovrà confrontarsi con la sua famiglia, che non avendo mai creduto nelle sue reali possibilità di carriera rischia di trovare in questo episodio una conferma dei propri timori, deve leggere articoli che la ridicolizzano, che speculano su quanto accaduto, e finisce per conservarli, come a ricordo perpetuo, deve adeguarsi ad un lavoro che potenzialmente rovinerebbe la sua immagine. 

Non solo: sbaglia a continuare ad esporre la sua famiglia, sbaglia a dare a Lenny Bruce quello che lui non vuole, sbaglia a fidarsi di Sophie Lennon. È una donna di straordinario talento, ma non ne azzecca una, ed è un ritratto che desideravo vedere da tempo. Stimola la creatività come per me nessun altra serie ha fatto prima, ma non lesina mai nel mostrare cosa succede quando si investe in un lavoro del genere: si sbaglia, e ogni sbaglio è pagato caramente.


Susy, dal canto suo, in queste circostanze eccelle. Non si concede mai un momento di sconforto perché così chiaro è il suo obiettivo che nulla è un vero fallimento, solo un intoppo lungo la strada da sistemare. Susy è magnetica, non solo perché il suo carattere totalmente incurante delle opinioni del prossimo la rende una manager francamente perfetta, ma anche e soprattutto perché non si smarrisce mai. Non perde di vista il suo obiettivo, perché sa quello che le serve, e quello che le serve è tenere la calma, anche nella frenesia che la circonda costantemente. Forse fa errori di valutazione, forse deve correre alla ricerca di modi per tirare se stessa e i suoi clienti dai casini, ma vederla crescere così radicalmente in questa stagione è così rinfrescante che la mette davvero al centro della scena. Sempre da sola, senza chiedere nulla a nessuno. Quando si appoggia ad altri è solo per terzi o per circostanze che riguardano più persone, mai per se stessa o per la sua carriera. A quello ci pensa da sola.

Midge è il fascino, è la donna che spesso se la cava perché il suo essere bellissima (pretty privilege?) le concede tempo e spazio, ma è solo lavorando con Susy che ottiene i risultati. Quello che rende Midge il personaggio irresistibile che è, però, naturalmente non è il bel faccino: è il suo costante rivendicarsi. Vuole esibirsi in uno strip club, perché in quel momento, dopo la batosta che ha preso, ha bisogno di uno spazio di libertà assoluta, in cui non sentirsi giudicata, in cui esprimersi come la persona sboccata che è, e fa quello che le riesce meglio: lo trasforma in un regno femminile. Non accetta più che la sua voce venga zittita, non vuole scendere a compromessi, non accetta che a lei non vengano concesse cose che agli uomini vengono concesse continuamente.

Midge però non è esente da giudizi: aveva sbagliato con Shy, sbaglia in questa stagione con Susy dando per scontata una sessualità che non la riguarda, sbaglia quando è incredula perché la figlia di un senatore lavora allo strip club. Puntualmente, però, incontra persone che la rimettono al proprio posto, che se ne fregano delle sue buone intenzioni e la riprendono quando si comporta male. E lei a questo punto si scusa, si rimette in discussione, si prende in giro. Si intrufola in un matrimonio a cui è stata invitata con scopi poco puliti solo per scusarsi, e sfrutta l'occasione per fare il minimo che può per rimediare. 


L'errore che ha commesso con Shy ha dato un nuovo corso alla sua vita e alla sua carriera, e la sola cosa che Midge aveva da portare con sé in questo nuovo percorso era la sua personalità: l'ha usata per rendere il club un luogo accessibile per le signore, l'ha usata per aiutare Joel quando ne ha avuto bisogno, per supportare la sua famiglia in difficoltà, per continuare a costruirsi la strada che è certa la stia aspettando.

E vedere una donna così, che si muove per i corridoi degli edifici con le sue scarpe scomode e la voce troppo alta, che impartisce ordini senza aver paura che le venga risposto di no, che qualcuno la sostituisca, che qualcuno si prenda gioco di lei: Miriam Maisel crede in se stessa sempre di più, è consapevole del proprio talento sfacciato, del proprio potere, della propria influenza. Sono felice di vederla sullo schermo, perché mi insegna quello che dovrei essere. 

Proprio io, che non credo in me stessa nemmeno quando faccio la lavatrice perché metti caso che ho sbagliato il lavaggio e ho fatto un bordello, che mi lancio in mille progetti aspettandomi sempre che sfracellino al suolo in un paio di mesi, guardo lei e imparo, e osservo ammirata cosa si ottiene quando la determinazione è la sola cosa che si ha. Ma soprattutto, la vedo sfruttare le sue fragilità e renderle arte. Midge usa la sua complicata e caotica vita per trarne i suoi spettacoli migliori. E lo so che è il più banale dei concetti relativi all'arte e alla sua composizione, usare i dolori e le tragedie per farne qualcosa di buono, ma è vederlo applicato alla commedia che mi fa così sognare. I suoi spettacoli in questa stagione sono più amari, più cinici, e per questo, forse per la prima volta nella serie, il suo pubblico è sempre femminile, anche fuori dallo strip club. Si esibisce per le donne, e nel farlo sa che non possiamo ridere e basta, perché ci sono troppe cose che non vanno. E allora ridiamone pure, intanto che ci asciughiamo quel paio di lacrime che ci ha fatto versare. 

Non può che essere così, perché per quanto sia detestabile rimarcarlo, Midge non è solo una comica, è una comica donna, negli anni '60, in cui ci si aspettava che mollasse il lavoro per correre al capezzale dell'ex suocero, in cui avere dei bambini era una limitazione, in cui andare a letto con un uomo sposato rendeva te la cattiva, in cui puoi pure fare i tuoi spettacolini sul palco, ma se per favore non dici fuck è meglio. Non si può concepire che facesse solo ironia, doveva essere dolceamara e funziona sempre in maniera strepitosa. 


Ognuna delle donne di questa stagione è forzata ad affrontare elementi di difficoltà dovuti al proprio genere: Susy deve chiedere alla sorella di prostituirsi, Mei deve capire come gestire una gravidanza e gli studi di medicina, Rose e Imogene devono vivere in un mondo in cui la solidarietà femminile non è contemplata e devono combattere con la loro concorrenza, la giornalista che parla male di Midge è costretta a cavalcare il successo dato dal distruggere un'altra donna, perché era così che si campava in un mondo di maschi. 


In questo periodo in cui la mia emotività è traballante, Mrs Maisel è stata la consueta boccata d'aria fresca, che mostra in un modo brillante e genuinamente divertente che se sei una donna non avrai mai niente di semplice. Che avrai bisogno di lavorare il doppio, che alcune circostanze ti richiederanno di avere bisogno di un supporto maschile, che ci viene richiesto un equilibrio che agli uomini non è necessario, nonostante quello che le dice Lenny Bruce sul finale. 

Però mostra anche che quella determinazione lì ti salva la vita, che avere il coraggio di essere sempre indiscriminatamente se stesse, senza paura di essere troppo, di prendersi troppo spazio, di dare fastidio, è il solo modo di sopravvivere, di essere corrette verso noi stesse, di diventare quello che si desidera. 

Ed è esattamente il messaggio di cui avevo un gran bisogno. 

lunedì 18 marzo 2019

The Marvelous Mrs Maisel, finalmente!

11:13
Quando internet entra in fissa con una cosa bisogna ascoltarlo. A volte si tratterà di una sola pazzesca, ma altre sarà Midge Maisel, e allora ogni sola precedente sarà valsa la pena.
Perché sì, The Marvelous Mrs Maisel è davvero l'adorabile delizia che si dice essere e perché adesso fino a fine anno siamo a bocca asciutta e per consolarmi voglio parlarne un po'.


Se ancora non lo avete visto cercate di non saperne niente, ve lo chiedo per favore.
Vi dico solo che Miriam (Midge) Maisel è una squisita donnina anni '50, tutta sorrisi e abiti magnifici, che viene improvvisamente lasciata dall'amore della sua vita, il marito Joel. Si ubriaca, va in un club, prende in mano un microfono e parla, parla, parla.
E di parlare non smette più.

Quando ho finito il primo episodio ho spento la tele e mi sono messa a scrivere. Rimandavo da giorni delle modifiche grosse ad un lavoro che credevo finito e invece bam! Venute fuori le parole come acqua fresca. Ho trovato talmente tanto ispiratrice la serie, in ogni episodio, che non contengo le cose che voglio fare. Midge ha sì un talento naturale per la stand up comedy, ma ci lavora anche su. Prende appunti, studia, ascolta, a volte fallisce e spesso trionfa. Si fa ispirare dal mondo che la circonda e prende tutto quello che può per assimilarlo e trasformarlo in un momento di arte. E vederglielo fare, con la sua freschezza e il suo sguardo tagliente, non può che ispirare voglia di fare altrettanto.

Tutto, in Mrs Maisel, è delizioso. L'ambiente, i costumi (i costumi, i costumi, i costumi!), i personaggi, le loro interazioni, la ricostruzione degli anni '50 e dell'elite newyorkese. I coniugi Palladino ci avevano regalato la prima ventata di aria fresca quasi vent'anni fa, con l'esordio delle Gilmore Girls e del loro Una mamma per amica, e sono tornati con un ventennio di esperienza in più sulle spalle. Mrs Maisel è Una mamma per amica fatto meglio. E sia chiaro, io Una mamma per amica l'ho adorato (ma gli ultimi 4 episodi non esistono e non sono mai esistiti). Questa volta, pur con alcuni difetti soprattutto nella seconda stagione, è come se avessero dato una marcia in più a quella che era già la loro formula vincente: dialoghi brillanti, relazioni speciali, personaggi che rasentano la macchietta senza mai perdere di credibilità, trattamento nuovo di temi già visti.

I personaggi sono, come lo erano nella serie degli anni Duemila, il centro e il cuore di tutto e hanno nel corso di due stagioni uno sviluppo che è interessantissimo e credibile e profondo. Nessuno viene stravolto, ma tutti cambiano e crescono. Ad ogni comprimario è dato un tempo in scena sufficiente a farci affezionare, ad Abe più che a chiunque altro.
Joel nei primi episodi è una specie di Nino Sarratore per il quale non si possono che desiderare dolori e sofferenze. Eppure pian piano si mostra quello che è: un padre affettuoso, un uomo fragile che ha sbagliato e ne sta pagando tutte le conseguenze, un uomo spaventato dal talento e dall'indipendenza della moglie ma che non può che riconoscerne il talento e che quindi diventa spalla e supporto, un ottimo imprenditore. Ha fatto una scelta che ha stravolto la sua vita, e questo lo ha cambiato molto, lo ha fatto crescere. Alla fine ho provato una tenerezza per lui che mi ha stretto il cuore, proprio io che nei primi episodi urlavo contro di lui alla tele.
Susy è un personaggio pazzesco. Volevano mostrarcela piccola, sporca, povera e antipatica. Non le ci è voluto molto per schiudersi e diventare una perla: appassionata, determinata, piena di risorse. Ha riconosciuto un talento ed è riuscita a tirarne fuori non una ma due carriere. Non ha paura di niente e nessuno, forse perché la vita le ha già giocato contro tutte le sue carte peggiori, ha una voce e sa come farla ascoltare. Non ci sono ostacoli, per Susy Myerson, e se ci sono lei prende la rincorsa e salta sopra a tutti quanti. E soprattutto vuole bene davvero, anche quando è scorbutica e silenziosa e aggressiva. Vuole bene e combatte per i destinatari del suo affetto.

Ma soprattutto combatte per Midge, il gioiello della serie.
La perfetta casalinga anni '50: prima fan e supporter del marito, lo aiuta e consiglia, lo segue nel suo sogno anche se lui è una pippa e non si fa mai trovare struccata. Si prende le misure tutti i giorni, ha la piega impeccabile, conosce ogni segreto del make up. Ha un visino incantevole e un armadio pieno di vestiti dal taglio sartoriale.
Allo stesso tempo è sboccatissima, logorroica, spavalda, brillante, spesso inopportuna e fuori luogo, acuta osservatrice. Cerca di farsi spazio in un mondo maschile in cui argomenti legati alle donne non si possono nemmeno toccare, figuriamoci se detti dalle donne stesse.
Che poi, lo sappiamo che le donne non fanno ridere, no?
No, infatti.
Non fanno ridere, non sono credibili, non possono cavarsela senza un uomo. Quelle belle, poi, non sia mai. Quelle sono solo trofei per i maritini orgogliosi. C'è una scena in cui Midge e Susy stanno protestando perché un uomo viene meno ad un accordo. Urlano, scalpitano, si fanno valere. Niente da fare, quello non cede. Deve intervenire un uomo per aiutarle. La serie ritrae benissimo alcune di queste dinamiche per le quali non siamo considerate in grado di badare a noi stesse. Viene proprio presa per matta, perché vuole e può cavarsela da sola. Midge non solo divorzia, ma rifiuta categoricamente di riprovare a conquistare il suo uomo, e questo per l'epoca è scandaloso. Cosa potrà mai fare una donna da sola?
Lei non solo trova un lavoro, ma si costruisce una carriera parallela a quel lavoro. Non solo, la serie è stata anche criticata (da qualche casalinga frustrata su Twitter, probabilmente), perché Miriam rappresenta un pessimo esempio di madre. Verissimo, questa ha due figli che sono seminati in giro per New York e che lei vede una volta ogni tanto quando capita per casa se loro sono svegli. E va benissimo così, finalmente! Una donna che non vive solo per la prole. La risposta dell'attrice è stata semplice e perfetta. Anche Walter White e Don Draper erano genitori terrificanti. Nessuno che se ne sia mai lamentato, però.

La seconda stagione ha avuto alcuni momenti di piccolo eccesso che avrei preferito venissero evitati per lasciare spazio ad altro (la scena del pittore?), e a volte si è percepito un piccolo 'Midge ottiene sempre tutto perché è bellissima' che è stato fastidioso perché il punto del suo personaggio è essere molto, molto di più che un bel faccino e che quindi hanno stonato, ma niente di esageratamente inopportuno.

Date un po' del vostro tempo a Midge Maisel e alla squinternata banda di ebrei che è la sua famiglia. Non è solo una serie adorabile, è anche il ritratto di quello che tutte noi potremmo essere se ci lasciassimo un po' andare, se smettessimo di avere paura dello sguardo degli altri e ci lanciassimo nel vuoto.
Qualcuna finirà su un palco a fare stand up, qualcuna esporrà i propri disegni, qualcuna scriverà e qualcuna canterà. Male o bene non importa.
Basta trovare il coraggio di buttarsi.

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