martedì 31 gennaio 2023

Le cose viste e lette a gennaio

 Anno nuovo, rubrica vecchia.
Mi piace sempre, però, raggruppare a fine mese, in un unico post, tutte le cose di cui ho fruito nel periodo, per raccontarle senza accollarmi troppo. 
Quindi, con le nostre solite categorie, cominciamo!



Podcast

Dopo un periodo di stanca, risollevato solo dall'ascolto di Carla, una ragazza del novecento, a cui ho dedicato un post intero, finalmente ho trovato un po' di cose nuove da ascoltare.
Primo su tutti Nella trappola della setta, un podcast a cura di Giorgia De Carolis che affronta il tema delle sette e dei culti, e che nello specifico si sofferma sul caso Un Punto Macrobiotico, fondata negli anni '80 da Mario Pianesi. Il podcast, di soli 6 episodi, cerca di analizzare, anche grazie all'intervento di esperti, le dinamiche sociali e psicologiche che rendono alcune persone vittime di quelli che sono veri e propri crimini. Il lavoro di De Carolis è approfondito, parte da un'esperienza personale e finisce per ampliarsi, fino a chiedere un feedback anche ai diretti responsabili. A voi il piacere di scoprire che cosa hanno da dire. È molto doloroso, parla di persone che hanno buttato anni di vita, e compromesso in alcuni casi la propria salute, solo per aver riposto la propria fiducia nelle persone sbagliate. Interessante e molto ben curato.
Ho scoperto poi Mystery Pot, in cui una coppia di amiche si racconta fatti misteriosi. Da Nostradamus, ai Warren, fino ad Anneliese Michel. Le due ragazze sono simpatiche, hanno evidentemente un bel rapporto che rende piacevolissimo ascoltarle.

Videogiochi

Questo mese in live abbiamo giocato a due cosette. Il primo, folle e disperato, è The Textorcist, l'indimenticabile avventura dell'esorcista sconsacrato Ray Bibbia, che lavora in una Roma ormai completamente succube del potere del Vaticano. Ma poi, quel Vaticano lì, sarà ancora in piedi come lo conosciamo? Lo scoprirete affrontando demoni e posseduti, che combatterete digitando sulla tastiera le parole del rito dell'esorcismo. O siete dei portenti, o ci dovete giocare in due, perché mentre digitate dovete pure scappare. Non è facile. Ma quanto fa ridere.
Sapete invece cosa non fa ridere? The Vanishing of Ethan Carter, in cui nei panni dell'investigatore Paul Prospero dovrete scoprire che fine ha fatto il giovane Ethan che, come da titolo, è scomparso. 
È un gioco bellissimo, non fraintendetemi, ma sto cominciando a chiedermi fino a che punto sono disposta a lasciare che le storie dell'orrore si prendano gioco di me e della mia - già di suo malconcia - emotività.

Serie tv

Mese intenso da questo punto di vista. Abbiamo recuperato Lovecraft Country, e mi si spezza il cuore nel dire che mi ha lasciata piuttosto tiepida. Più ero coinvolta dalle vicende personali dei personaggi, dalla componente, passatemelo, "reale", meno lo ero da quelle soprannaturali, e ad una serie che si intitola così non sono sicura di volerlo perdonare. L'ho trovata un pochino messa insieme con lo scotch, forse perché parte di un progetto più ampio che non potrà vedere la luce ora che è stata cancellata? Ma in un'epoca come questa, in cui cancellano più serie di quante ne producano perché il mercato sta messo come sta, è ancora perdonabile concepire una stagione di una serie che da sola non stia in piedi? Non ne sono sicura.
Il tutto, però, si è presto dimenticato, da queste parti, perché abbiamo proseguito il mese con Yellowjackets, di cui il web parla da mesi. E ne parla da mesi a ragione, ovviamente, perché sebbene tanti lamentino il già visto io l'ho trovata una bella ventata d'aria fresca, paradossalmente. Soprattutto per il modo in cui parla delle relazioni tra le amiche adolescenti, mostrando le zone grigie di un periodo della vita in cui tutto è bianco o nero. Mi piace vedere donne così diverse volersi bene ugualmente, nel modo complesso in cui si vive il volersi bene. L'ho trovata intensa e di strepitoso intrattenimento, e bramo la seconda stagione tanto quanto bramo il caffè dopo pranzo.
Infine, mi sono dedicata a Ginny&Georgia, uno dei prodotti più popolari di Netflix. Le protagoniste sono mamma e figlia, e, come in tutte le storie di questo tipo, i loro problemi nascono quando le due non capiscono che devono comunicare meglio. Georgia deve accettare che Ginny non sia più bambina e Ginny deve accettare - anima candida -  che ci sono cose di cui al momento ha il privilegio di non doversi preoccupare. Il modo in cui parla della povertà è reale, in alcuni momenti così tanto che mi è mancato il fiato. Soprattutto, però, ho apprezzato il modo in cui parla di autolesionismo (potentissimo tw), che è uno dei temi principali soprattutto della seconda stagione. È una serie in cui due genitori bambini non sanno come essere adulti insieme alla loro figlia adolescente senza riversarle addosso responsabilità che non ha - terreno molto familiare alla Vostra - e che cercano gli strumenti per lasciarsi alle spalle un passato che decisamente alle spalle non ci vuole stare. È una storia che parla di quanto si è disposti a fare per il bene dell'altro, ma anche di che cosa significhi davvero, il bene dell'altro. Dove sta il confine tra giusto e sbagliato, ammesso che ce ne sia uno. Il tutto ovviamente trattato con grandissima leggerezza, perché è una serie comedy che non ha pretesa di trattato morale ma solo, mi è parso di capire, di far nascere un dialogo.
Infine, per la categoria true crime, ho visto Vatican Girl, la serie Netflix su Emanuela Orlandi. La vicenda la conosciamo quindi lo sapete già che dovete arrivarci con la voglia di strappare gli alberi a mani nude dalla terra secca. Per quanto riguarda la struttura della serie, invece, ho solo un piccolo appunto: si dedica davvero tanto tempo ad un personaggio a cui davvero io non avrei dedicato più di 5 minuti. La vicenda Orlandi è gigantesca e complessa, non c'è bisogno di far parlare i buffoni mascherati. (Non) parlano a sufficienza quelli col volto scoperto.

Libri

Come sempre mi accade, gennaio è il mese in cui leggo di più. Oltre al libro del mio progetto di lettura (i dettagli sono sul mio Instagram), ho concluso la seconda metà de Le nebbie di Avalon. L'immenso lavoro di Marion Zimmer Bradley è diventato il mio libro preferito. L'ascesa e la caduta di Camelot raccontate dal punto di vista delle sue donne è uno straordinario viaggio che non parla solo di storia, ma che usa le religioni come spunto per parlare di società, di cultura. L'antico culto di Avalon e la religione cristiana diventano le due lenti attraverso cui le nostre signore leggono il mondo, e decidono delle sorti di Britannia. Un mondo fatato in cui le battaglie sono sempre sullo sfondo, mentre il presente è deciso da chi la battaglia la governa da lontano: le donne. 
Ho poi letto Niente di vero, di Veronica Raimo, che è un divertentissimo racconto familiare, una disamina della famiglia dell'autrice, che prendendosi molto poco sul serio ci racconta dei suoi. Perfetto per le persone della mia età, che cominciano a costruirsi una famiglia propria e hanno strumenti nuovi per analizzare quella di origine. Tanto vale che ci ridiamo su.
E siccome in questo periodo sto un po' così così ho deciso di concedermi una lettura che non facevo da anni: Harry Potter. Per un decennio della mia vita questi libri sono stati il mio conforto, il mio scudo contro il mondo, la mia casa. Sì, le storie hanno quel potere immenso qua. Li ho abbandonati per un po', perché la fame di parole nuove mi ha lasciato poco tempo. Quest'anno, però, l'ho cominciato con un po' di difficoltà, e ho pensato che fosse il momento buono per tornare un pochino nell'abbraccio caldo di chi mi ha consolato tante volte. Essere grandi è difficile, e io avevo voglia di tornare piccina ancora un po'. Al momento sono al quarto. 

Dei film che vedo parlo sempre su instagram quindi vi rimando a quello se vi va di leggere che cosa ho guardato vi rimando a quello, il link è sempre qua di fianco.

IRL

Senza il minimo dubbio, la cosa più bella di gennaio è stata l'aver visto finalmente dal vivo Notre Dame de Paris. Dopo una quindicina d'anni passati a cantare con tutto il dolore che conosco che "la parola bella è nata insieme a lei" da sola nella mia cameretta, ho finalmente visto e soprattutto sentito le voci del cast originale cantarla con tutta la disperazione della storia più tragica della letteratura. La storia di Quasimodo mi appassiona in tutti i suoi formati, compreso quello edulcorato di casa Disney, perché non esiste descrizione più sincera del dolore, e dell'amore, e di quanto nonostante il primo valga sempre la pena del secondo. 
Ho pianto come se fossi stata lì da sola, a cantare inni di passione e libertà. Di una bellezza che non ha senso raccontare.



6 commenti:

  1. Notre Dame de Paris è una bellezza vera. L'avevo visto qualche anno fa a Genova, col ritorno del cast originale, e non hai idea delle lacrime. Lovecraft Country, invece, aveva lasciato fredda anche me, tant'è che non l'avevo nemmeno finita, visto il poco tempo a disposizione e l'abbondanza di roba interessante che esce ogni giorno.

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    1. Anche io ho avuto la fortuna di vederlo col cast originale e credevo mi sarei prosciugata😭 Lovecraft Country è andata così, peccato. Ci sono tante altre cose belle da vedere!

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  2. Le nebbie di Avalon è qualcosa che cambia profondamente - poi l'autrice ha sbarellato ma quella è un'altra storia...

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    1. Me ne ha parlato una ragazza su Instagram, io non ne sapevo nulla. Il confine autore - opera è sempre un casino su cui non so prendere posizione, ma questo è davvero un libro unico. E pertanto mi gira ancora di più la uallera per la sua autrice

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  3. Di Lovecraft Country spiace solo che sia finita, perché mi era piaciuta.
    The Vanishing of Ethan Carter bel gioco, peccato non sia riuscito a collegarmi in diretta, il venerdì prima c'era la partita e poi l'orario strano della scorsa, cercherò d'esserci stasera se giocherai ;)

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    1. Sono contenta che ti sia piaciuta, a me ha lasciato un pochino tiepida!

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