The woman in black, James Watkins
Mari.
13:51
Titolo originale: The woman in black
Anno: 2012
Durata: 95 minuti
Trailer:
Prima di tutto chiariamo una cosa. Io
con Harry Potter ci sono cresciuta. Ho letto il primo che avevo la
stessa età dei protagonisti, sono venuta su con un libro all'anno, è
stato la mia più grande passione per anni. E parlo dei libri prima
di tutto, i film sono solo una conseguenza.
Detto ciò, sono perfettamente
consapevole del fatto che Daniel Radcliffe sia un attore mediocre, e
qui si conferma tale.
In questo caso, interpreta Arthur
Weasley Kipps, un aspirante avvocato che viene spedito a risolvere
alcune questioni legali legate ad una casa rimasta vuota che
necessita di essere venduta. Pare che la casa in questione sia stata
dimora di un ragazzino poi morto affogato. Il resto immaginatelo voi.
La prima cosa che devo fare è
togliermi un sassolino fastidiosissimo dalla scarpa.
Arthur sta partendo e saluta suo
figlio. Gli dice: 'Hai gli stessi occhi di tua madre.'
NO. ENNE O. Mi ribello, mi oppongo, mi
divincolo. No. Harry Potter non dice a suo figlio che ha gli occhi di
sua madre, no.
Oh, lè.
Diciamo prima le cose positive.
Tutti gli ambienti son belli. La casa
di Kipps, il villaggio, per arrivare alla palude, la stazione e,
soprattutto, la casa della donna in nero.
Una meraviglia. Ricorda il castello di
Casper, o meglio ancora, il video della canzone Ghost di Michael
Jackson. Spettacolo.
Passiamo alle cose negative. Prima di
dirle, però, vi voglio comunicare che questo film è l'horror
inglese che ha avuto più successo negli ultimi 20 anni (c'è una
fonte per questa affermazione, solo che non la ricordo). E ci
lamentiamo se le cose di qualità sono poche.
Comunque.
La trama in sé puzza di già visto. E
questo sarebbe un difetto perdonabile, se il tutto fosse ben reso,
cosa che chiaramente non accade. In ogni caso la vicenda in sé non è
male.
Gli attori sono stati insipidi tutto il
tempo. Ed è una cosa tremenda, perchè se almeno fossero stati
pessimissimi almeno mi avrebbero fatto ridere. Invece niente. Nemmeno
il dolore dei genitori che perdono i loro figli è riuscito a
coinvolgermi, ed è tutto dire.
I film di fantasmi, poi, si presterebbero benissimo a fare una paura dannata. E, ormai lo saprete, io mi spavento con NIENTE. Ma qui, orez. Il vuoto.
Mi spiego meglio: nell'ultimo post
avevo scritto che il non visto fa più paura del mostrare troppo. E
lo confermo. Ma c'è una differenza sottile tra il 'non mostrare
quello che succede' e il 'non far succedere nulla'. Qui succede poco
e niente, e tutto quello che succede ti viene comunque preannunciato
chiaramente.
Esempio: Arthur davanti ad una
finestra, ci resta per talmente tanto che sai che apparirà qualcosa,
e ovviamente appare. Come faccio a spaventarmi se mi avvisi 10 minuti
prima?
E poi, sta finestra. Ci sta sempre. Ci
passa delle ore, intorno a quella fnestra. Da dentro, da fuori, di
traverso. Ma cosa guardi? Cosa pensi di vedere che sei immerso in una
palude nel nulla?
Complessivamente, la visione di The
woman in black è
tranquillamente evitabile. Non è spazzatura, non è buono, è solo
abbastanza inutile. È tutto così così.
Quello che più dispiace è che Eden Lake, l'opera prima del buon James, è un semicapolavoro, un filmone bastardissimo e quasi perfetto. Diciamo che è uscito leggermente di carreggiata dai.
Attendiamo tue nuove, Watky. Fai il bravo.