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venerdì 21 ottobre 2022

Redrumia32 - parte 2

11:34
 Continua ottobre e con esso il mio regalo di compleanno: un horror al giorno. 
Tra parvenza di vita sociale e serate impegnate in live non sempre il progetto riesce nel suo intento ma io sono già molto felice così e anche i film non saranno proprio 31 mi riterrò ugualmente molto fortunata.






Io ammetterò che questo non lo volevo vedere. Accetto che spesso il cinema mi faccia del male, ma ho dei limiti anche io e ci sono visioni che francamente mi mettono troppo alla prova. Era stato così per L'uomo invisibile del 2020 ma anche per il grande classico Gaslight. Quindi una storia di una donna convinta di essere in pericolo e che non viene creduta da nessuno si avvicinava troppo pericolosamente al territorio per cui sento di avere delle remore.
Parlando con le amiche ho cambiato idea, e ci ho provato. La storia è quella di Julia, che si trasferisce in Romania per il lavoro del marito e che dal primo istante sente che nel condominio di fronte qualcuno la osserva con insistenza. Poi forse la segue anche fuori casa. Poi forse le può fare del male. E, lo avrete indovinato facilmente, nessuno la prende sul serio. È solo stressata, è lontana da casa, si sente sola, il marito è lontano tutto il giorno...è tutto a posto.
Eccetto che forse di a posto non c'è proprio nulla.
È chiaro che Watcher è un ottimo film, le opinioni sono quasi tutte concordi e c'è una ragione: è teso, crudele, fa sincera paura ed è girato da brividi. Maika Monroe è una forza della natura, si tiene tutto il film sulle spalle da sola e lo fa con classe.
Però. E siccome il però riguarda il finale occhio agli spoiler.
A me sto finale non ha soddisfatto a sufficienza. Non l'ho trovato sufficientemente catartico, e dio sa se ne avevamo bisogno dopo una visione così sofferta. Julia è psicologicamente seviziata per tutta la durata del film, col cazzo che mi posso accontentare di qualche colpo di pistola. Avrei voluto qualche momento in più, in cui il marito, che è a tutti gli effetti un complice della violenza che la moglie ha subito, ne pagasse a sua volta le conseguenze. Avrei voluto vedere lui patire e lei partire. Avrei voluto vedergli addosso una scarica di colpi, ma mi sarei accontentata delle botte. Questo per tutto il film l'ha ridicolizzata, sminuita, annientata, abbandonata. E finisce con uno sguardo. Monroe in quello sguardo l' ha tutto l'odio del mondo, lo avrei voluto vedere sfogato, tutto qui. 




Ho riguardato lo splendido nuovo film di Jordan Peele per preparare l'episodio di Nuovi Incubi che gli abbiamo dedicato e che potete ascoltare qui e confermo che ha scalato la mia personale classifica dei film del suo regista. Ne approfitto per scusarmi per la prima parte del mio audio dell'episodio. Avevo sbagliato microfono con cui registrare. Da metà si riprende ma tutto sommato poco importa: le cose intelligenti di solito le dice Lucia.




Vi ho visto che lo avete odiato tutti. Vi ho letto sconsigliarne la visione.
Avete spezzato il cuore mio e quello di questo bel faccino qui sopra. Io ho adorato Halloween Ends. 
La trama per quei due che ancora non l'hanno visto. Sono passati 4 anni dalla fine degli eventi del secondo film della trilogia, e Laurie deve convivere con l'ennesima cosa che Michael le ha tolto: la figlia Karen. Ora vive con la nipote, Allison,  e sta scrivendo la sua autobiografia, per esorcizzare una volta per tutte la presenza che le ha rovinato la vita. Ma sappiamo bene che Michael non se ne va mai per davvero.

Questa di David Gordon Green, per me, è stata una trilogia piena di scelte molto intelligenti. Abbiamo visto prima una final girl tormentata dal trauma, e quindi abbiamo visto cosa accade dopo il The End, quando il film finisce e la sopravvissuta deve continuare a convivere con la tragedia che le è accaduta. Poi abbiamo visto gli effetti della tragedia sulla comunità intera, che dopo il dramma si deve ricostruire e deve imparare a convivere con il proprio passato, e ora vediamo le conseguenze dell'incubi sui fragili. Ora finalmente vediamo l'eredità del male. In un momento storico in cui l'orrore è spesso riportato su un piano razionale, realistico, Michael non può vivere per sempre. Come può proseguire la sua legacy? Con un incubo nuovo. E siccome stiamo mettendo il tutto su un piano di realtà, che cosa crea un Michael? Da dove nasce il male? Se in Corey - uno stupendo Rohan Campbell - non riconoscete qualcuno della vita vera è perché non conoscete la brutalità della vita nelle piccole comunità, in cui tutti credono di conoscerti e credono di poter usare questa supposta conoscenza per annientarti. Haddonfield qui ha un volto nuovo: se nel film precedente l'abbiamo vista unita per superare insieme un dramma, qui la vediamo per come è davvero. Costantemente alla ricerca di qualcuno da incolpare per la propria violenza. Qualcuno su cui sfogarla. Questa Haddonfield è fatta di persone che hanno bisogno del proprio Michael, e che quando non lo trovano se lo creano. Conoscono solo violenza e solo quella sanno perpetrare. La cosa che viene rimproverata con asprezza a Corey, infatti, è quella di essere sopravvissuto ad una cosa orrenda, di avere recuperato una parvenza di esistenza, di avere continuato a vivere. Lui, che non se lo merita. La vita nella piccola comunità è fatta prima di tutto di giudizio, di persone che credono di poterti dire come si fa a stare al mondo e soprattutto come dovresti starci tu, alla luce di quello che, mi ripeto, credono di sapere di te.
Ho parlato spesso di quanto amo l'orrore delle piccole comunità perché sono il mio mondo, quello in cui vivo e che conosco. Nessuno, però, a mio modestissimo parere, le aveva mai ritratte con questa sincerità. Haddonfield senza Michael non esiste, perché ne ha bisogno. Serve qualcuno su cui sfogare la propria brutalità sentendosi legittimati. Ricorda nulla? Avete mai letto i commenti su facebook sotto le notizie di cronaca? Le persone bramano qualcuno che sbaglia perché così possono farlo a loro volta, con la copertura morale del "ma l*i se lo merita". 
In questo senso, allora, Halloween Ends porta avanti benissimo la legacy della saga originale, perché è un film che parla del Male, quello che non ha scopo altro se non alimentarsi di se stesso, bearsi della propria esistenza. E, per me, è un film bellissimo.
E poi scusate ma se quella camminata lenta di Laurie, sul finale, in mezzo a quella stessa comunità che l'ha più volte tradita, non vi emoziona siete senza cuore e io non vi voglio bene.





Continuiamo a parlare di cattiveria.
Cecilia è una lifestyle influencer. Lancia messaggi di speranza e il suo tema principale è la salute mentale. Non è un medico e lo riconosce, ma cerca di aiutare e far sentire i suoi follower amati ed ascoltati. Un giorno, mentre fa la spesa, incontra la sua migliore amica d'infanzia, Emma, che si sta per sposare. Proprio quel weekend, infatti, c'è il suo addio al nubilato, e quale occasione migliore per le due per ritrovarsi e festeggiare insieme? Cecilia accetta l'invito senza sapere che alla stessa festa è invitata anche Alex, la ragazzina che ai tempi della scuola la bullizzava. Non sarà un weekend piacevole.
Appena conclusa la visione mi ritenevo insoddisfatta. Prima di tutto le scene di bullismo sono per me un disagio esattamente come dicevo parlando di Watcher. Ho la fortuna di non averlo mai subito nei modi raccontati nei film, ma provate a immaginare di crescere poveri in canna in una piccola comunità (vedi quanto detto su Haddonfield) e capirete perché non amo vederle. In questo film ce ne sono parecchie, anche di bullismo tra adulti, quindi mi sento di segnalarlo come una sorta di content warning. 
Nei giorni successivi, però, mi sono ritrovata a pensarci molto spesso. Sissy è un cazzo di film crudele. 
Non dura molto ma porca miseria non concede un solo istante di tregua. Arrivati alla villa in cui si tiene la festa comincia un susseguirsi di crudeltà che partono ai danni di Cecilia e che finiscono in una tragedia folle e insensata, senza un attimo di pace, senza un attimo di respiro. L'ho visto definito in giro come un film che vuole discutere della falsità dei media, dell'ipocrisia dei social network, ma non sono completamente d'accordo. È ovviamente uno dei temi che fa parte del tutto, ma è prima di tutto un'analisi sulla violenza. Sui danni a lungo termine, sul solito discorso che è uno dei miei preferiti: la violenza genera violenza. La cattiveria distrugge, cancella, rovina. Rovina menti perfettamente sane, distrugge persone che avrebbero potuto essere altro e invece si rivelano gusci fragilissimi in attesa di esplodere, di nuovo. Non cambia, però, chi la mette in atto. Il confine tra vittima e carnefice è qui completamente annullato, perché nessuno è nessuno dei due. Sono tutti incastrati in meccanismi così radicati nella mente di chi li mette in atto che il mondo non è più bianco o nero. È un film che decide di non fare la morale. Ad un certo punto il film ci racconta cosa sia successo tra Cecilia e Alex e dal quel momento in poi scardina ogni nostra certezza, senza mai parteggiare per nessuno e senza mai fare delle semplificazioni. Non è giudicante, racconta solo cosa succede a fare gli stronzi con la persona sbagliata. E lo fa utilizzando in parte i social media, perché siamo nel 2022 e sono parte della quotidianità delle persone, ma non l'ho mai interpretato come una critica agli stessi.




Io questo l'ho scelto perché dopo 20 giorni di solo horror iniziavo a sentirmi in colpa per il povero moderatore. Questo è descritto ovunque come un ultra violenti epic fantasy, che coinvolge magia nera e animazione dallo squisito gusto retrò.
Parla di fiori magici che hanno un potere immenso e di tutte le persone che hanno cercato di utilizzarli per scopi personali.
Non voglio dilungarmi perché ho la sensazione di avere un po' mancato il punto io, con questo, ma non è, come direbbero gli anglofoni, la mia tazza di tè. Forse non ho capito nulla io? Conoscendomi, è molto probabile. Oggi, però, rimpiango solo di non aver scelto altro, ieri sera.  




Ho riguardato questo cosino adorabile per dedicargli una live, quindi ho proceduto a discuterne per un'ora. Qui quello che ho detto:




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