Non solo cinema: La tetralogia di Bartimeus
Mari.
13:42
Oggi è un giorno cupo.
La vita intorno a me sembra scorrere normale, con il viavai di esistenze che mi circondano. Eppure oggi è un po' più triste, per me. Perchè oggi, giovedì 4 maggio, è il giorno in cui ho finito di leggere la saga di Bartimeus.
Questo incanto di saga per ragazzi (anche se lo sappiamo che i target a noi non interessano), uscito dalle ugualmente incantate mani di Jonathan Stroud, è formata da quattro volumi che parlano di magia. Io quando un libro parla di magia perdo la ragione.
In questo caso la magia è trattata in un modo bizzarro. I maghi, nel mondo di Stroud, non sono portatori di poteri magici, ma traggono la loro posizione privilegiata dall'essere in grado di governare i demoni. Demoni come Bartimeus, re indiscusso della saga.
Il primo volume, L'anello di Salomone, è un volume a sè stante, separato dai seguenti che formano una trilogia a parte. Tra l'altro è stato scritto dopo la trilogia, quindi non capisco perchè Salani l'abbia messo prima, in quell'edizione di cui vedete la copertina sopra, ma ce ne faremo una ragione. In questo primo volume siamo a Gerusalemme, nel regno di re Salomone, cosa che sono certa il titolo nasconde bene. Salomone, affamato di potere e ricchezze, manda maghi suoi sottoposti in giro per il mondo a trovargli tesori con poteri magici. Uno di questi pensa che sia una buona idea mandare Bartimeus. Nello stesso momento, una regina di un regno vicino a quello di Salomone manda una delle sue guardie ad uccidere il Re.
Chiariamo per l'ennesima volta una cosa: se si parla di medioriente io non ho difese, amo appassionatamente. Questo libro, quindi, che parla di magia a Gerusalemme (una delle città che smanio dalla voglia di vedere), sembrava fatto su misura per me. La città è quasi un personaggio a sè, insieme al deserto.
È qui che si fa la conoscenza per la prima volta di Bartimeus, un jinn di quarto livello.
Qualora la magia, i libri per ragazzi, e i libri orientali o londinesi non facessero per voi, lasciate che sia Bartimeus a trascinarvi in questo mondo pazzesco. Fondamentalmente è un cazzone. Non ha alcun rispetto per l'autorità, è furbo e dissacrante, con una visione distorta di sè e con un'ironia costante. Si perde la testa per lui dalla prima convocazione. È brillante, comunicativo, e anche piuttosto forte. È convintissimo che il mondo sia ancora in piedi solo grazie alla sua fondamentale presenza e dice di avere lavorato per i grandi. Ma tutti tutti i grandi. Sarà lui, oggi, a mancarmi più di tutto il resto, dopo 1600 pagine di costante Bartimeusitudine smettere sarà difficilissimo.
Questo personaggio, che già nel primo volume è perfetto, cresce a dismisura quando si inizia la trilogia. Questo perché il nostro demone preferito trova un padrone: Nathaniel.
A questo nome risponde un ragazzino, apprendista mago. È la definizione di apprendista che gli sta stretta: Nathaniel è curioso, un Hermione Granger al maschile pieno di cervello e voglia di imparare. Il suo maestro gli insegna le basi e lui già evoca demoni di nascosto nella cameretta. Ormai, però, dovremmo sapere che i cervelli brillanti sono anche inquieti. Il ragazzino, infatti, preso dalle sue (ottime) intenzioni, finisce per non combinarne una giusta e per creare una serie di eventi enormi che spesso sfuggiranno al suo controllo.
L'unione di questi due è felicissima. Se mi sarei aspettata un'amicizia di quelle alla Red e Toby, però, ecco che Stroud stravolge le aspettative: Bartimeus e Nathaniel si detestano per buona parte del tempo. Bisticciano, si insultano, si mettono vicendevolmente nei casini e se si salvano l'un l'altro è perché un vincolo importante come la vita li lega l'uno all'altro, decisamente contro la loro volontà.
Insieme, però, sono un fuoco d'artificio.
Come se questo non fosse sufficiente a farmi amare la saga, ecco che arriva lo sfondo: una Londra in rivolta, in cui i comuni (i babbani, insomma) non accettano la supremazia dei maghi e cercano una riscossa. Ci sono furti, atti vandalici, Finiamo in guerra in America, a Praga, nell'Altro Mondo. Il governo, formato da maghi, è in crisi e nessuno sembra avere la minima idea di come risolvere il problema.
Questa meraviglia di libro, però, non ha solo la storia ad essere bella. I libri hanno uno stile particolarissimo: si alterna la prima persona con cui Bartimeus racconta la sua versione della storia e la terza, con cui seguiamo Nathaniel. Come se ciò non bastasse, ecco le note, con cui il demone si rivolge direttamente al lettore. Delle perle esilaranti.
È stato un viaggio divertentissimo, pieno di valori buoni insegnati senza alcuna banalità, in cui il bene e il male si mescolano, esattamente come nella vita reale.
Un regalo incredibile se avete ragazzini a cui volete molto molto bene.
La vita intorno a me sembra scorrere normale, con il viavai di esistenze che mi circondano. Eppure oggi è un po' più triste, per me. Perchè oggi, giovedì 4 maggio, è il giorno in cui ho finito di leggere la saga di Bartimeus.
Questo incanto di saga per ragazzi (anche se lo sappiamo che i target a noi non interessano), uscito dalle ugualmente incantate mani di Jonathan Stroud, è formata da quattro volumi che parlano di magia. Io quando un libro parla di magia perdo la ragione.
In questo caso la magia è trattata in un modo bizzarro. I maghi, nel mondo di Stroud, non sono portatori di poteri magici, ma traggono la loro posizione privilegiata dall'essere in grado di governare i demoni. Demoni come Bartimeus, re indiscusso della saga.
Il primo volume, L'anello di Salomone, è un volume a sè stante, separato dai seguenti che formano una trilogia a parte. Tra l'altro è stato scritto dopo la trilogia, quindi non capisco perchè Salani l'abbia messo prima, in quell'edizione di cui vedete la copertina sopra, ma ce ne faremo una ragione. In questo primo volume siamo a Gerusalemme, nel regno di re Salomone, cosa che sono certa il titolo nasconde bene. Salomone, affamato di potere e ricchezze, manda maghi suoi sottoposti in giro per il mondo a trovargli tesori con poteri magici. Uno di questi pensa che sia una buona idea mandare Bartimeus. Nello stesso momento, una regina di un regno vicino a quello di Salomone manda una delle sue guardie ad uccidere il Re.
Chiariamo per l'ennesima volta una cosa: se si parla di medioriente io non ho difese, amo appassionatamente. Questo libro, quindi, che parla di magia a Gerusalemme (una delle città che smanio dalla voglia di vedere), sembrava fatto su misura per me. La città è quasi un personaggio a sè, insieme al deserto.
È qui che si fa la conoscenza per la prima volta di Bartimeus, un jinn di quarto livello.
Qualora la magia, i libri per ragazzi, e i libri orientali o londinesi non facessero per voi, lasciate che sia Bartimeus a trascinarvi in questo mondo pazzesco. Fondamentalmente è un cazzone. Non ha alcun rispetto per l'autorità, è furbo e dissacrante, con una visione distorta di sè e con un'ironia costante. Si perde la testa per lui dalla prima convocazione. È brillante, comunicativo, e anche piuttosto forte. È convintissimo che il mondo sia ancora in piedi solo grazie alla sua fondamentale presenza e dice di avere lavorato per i grandi. Ma tutti tutti i grandi. Sarà lui, oggi, a mancarmi più di tutto il resto, dopo 1600 pagine di costante Bartimeusitudine smettere sarà difficilissimo.
Questo personaggio, che già nel primo volume è perfetto, cresce a dismisura quando si inizia la trilogia. Questo perché il nostro demone preferito trova un padrone: Nathaniel.
A questo nome risponde un ragazzino, apprendista mago. È la definizione di apprendista che gli sta stretta: Nathaniel è curioso, un Hermione Granger al maschile pieno di cervello e voglia di imparare. Il suo maestro gli insegna le basi e lui già evoca demoni di nascosto nella cameretta. Ormai, però, dovremmo sapere che i cervelli brillanti sono anche inquieti. Il ragazzino, infatti, preso dalle sue (ottime) intenzioni, finisce per non combinarne una giusta e per creare una serie di eventi enormi che spesso sfuggiranno al suo controllo.
L'unione di questi due è felicissima. Se mi sarei aspettata un'amicizia di quelle alla Red e Toby, però, ecco che Stroud stravolge le aspettative: Bartimeus e Nathaniel si detestano per buona parte del tempo. Bisticciano, si insultano, si mettono vicendevolmente nei casini e se si salvano l'un l'altro è perché un vincolo importante come la vita li lega l'uno all'altro, decisamente contro la loro volontà.
Insieme, però, sono un fuoco d'artificio.
Come se questo non fosse sufficiente a farmi amare la saga, ecco che arriva lo sfondo: una Londra in rivolta, in cui i comuni (i babbani, insomma) non accettano la supremazia dei maghi e cercano una riscossa. Ci sono furti, atti vandalici, Finiamo in guerra in America, a Praga, nell'Altro Mondo. Il governo, formato da maghi, è in crisi e nessuno sembra avere la minima idea di come risolvere il problema.
Questa meraviglia di libro, però, non ha solo la storia ad essere bella. I libri hanno uno stile particolarissimo: si alterna la prima persona con cui Bartimeus racconta la sua versione della storia e la terza, con cui seguiamo Nathaniel. Come se ciò non bastasse, ecco le note, con cui il demone si rivolge direttamente al lettore. Delle perle esilaranti.
È stato un viaggio divertentissimo, pieno di valori buoni insegnati senza alcuna banalità, in cui il bene e il male si mescolano, esattamente come nella vita reale.
Un regalo incredibile se avete ragazzini a cui volete molto molto bene.