Non solo cinema: Breve storia di (quasi) tutto
Mari.
19:42
Mai letto saggi in vita mia, fino ad ora. Sono sempre stata tra quelle spaventate all'idea di leggere polpettoni infiniti, e i romanzi continuano ad essere quello che cerco più volentieri.
Però è arrivato Bill Bryson, e qualcosa è cambiato.
Breve storia di (quasi) tutto è quello che promette: un lungo racconto sulla nascita delle scienze come le conosciamo oggi.
Spoiler: fa tanto ridere.
Partiamo dai miei precedenti: io sono un'umanista, mi pare quasi ovvio. Alle superiori ogni parvenza di scienze mi dava la nausea, ho sempre fatto francamente schifo in ogni materia scientifica e oggi non so niente. NIENTE NIENTE. Esco con una compagnia di persone decisamente più intelligenti di me che ogni tanto si perdono in interessantissime discussioni di natura fisica, o chimica, o medica, e sono certa siano divertentissime. Io mi limito al sorrisino da bionda a cui si è bucata la gomma della macchina e attendo che si ritorni a parlare di scemenze, quelle che mi vengono meglio.
Adesso, però, posso raccontare loro di quel ricercatore che si beveva tutti i beveroni e infatti l'hanno trovato secco sul tavolo della cucina perché chissà cosa si era preparato.
E sapete perché?
Perché il testo di Bill Bryson è così.
Con un linguaggio a prova della bionda di cui sopra, ripercorre la storia dell'umanità e delle nostre conoscenze, riuscendo, ai miei occhi in maniera miracolosa, a non essere mai noioso. E badate che il libro è lungo venticinquemila pagine, il rischio c'era.
(Parlo per iperbole, ormai ci siete abituati, vero?)
La sua ironia è sottile e inaspettata, spunta tra una spiegazione e un racconto, con una battuta fulminea o con un aneddoto incredibile, ed intrattiene con la piacevolezza di poche cose che ho letto di recente.
Quanto avrei voluto leggerlo al liceo! È brillante, spiritoso, scorre come acqua fresca, e fa onestamente tanto tanto ridere, ma proprio di gusto.
Io non credo che qualche mia compagna di classe del liceo legga il mio blog, ma riesco ad immaginare i loro volti di fronte a me che rido di gusto quando si parla di fisica. Esterrefatti.
Lo sarebbe anche il professor Barbieri, il portatore originario dell'epiteto 'nano malefico' prima che Berlusconi entrasse nella mia vita da cittadina votante.
Breve storia di (quasi) tutto è il saggio da leggere se odiate i saggi, se non vi piacciono i polpettoni ma avete comunque uno sguardo curioso sul mondo.
Ah, e dice la verità su Einstein. acciocchè vi sia possibile umiliare pesantemente quelli che su facebook mettono foto improbabili con citazioni che il vecchio E. non ha mai fatto.
Però è arrivato Bill Bryson, e qualcosa è cambiato.
Breve storia di (quasi) tutto è quello che promette: un lungo racconto sulla nascita delle scienze come le conosciamo oggi.
Spoiler: fa tanto ridere.
Partiamo dai miei precedenti: io sono un'umanista, mi pare quasi ovvio. Alle superiori ogni parvenza di scienze mi dava la nausea, ho sempre fatto francamente schifo in ogni materia scientifica e oggi non so niente. NIENTE NIENTE. Esco con una compagnia di persone decisamente più intelligenti di me che ogni tanto si perdono in interessantissime discussioni di natura fisica, o chimica, o medica, e sono certa siano divertentissime. Io mi limito al sorrisino da bionda a cui si è bucata la gomma della macchina e attendo che si ritorni a parlare di scemenze, quelle che mi vengono meglio.
Adesso, però, posso raccontare loro di quel ricercatore che si beveva tutti i beveroni e infatti l'hanno trovato secco sul tavolo della cucina perché chissà cosa si era preparato.
E sapete perché?
Perché il testo di Bill Bryson è così.
Con un linguaggio a prova della bionda di cui sopra, ripercorre la storia dell'umanità e delle nostre conoscenze, riuscendo, ai miei occhi in maniera miracolosa, a non essere mai noioso. E badate che il libro è lungo venticinquemila pagine, il rischio c'era.
(Parlo per iperbole, ormai ci siete abituati, vero?)
La sua ironia è sottile e inaspettata, spunta tra una spiegazione e un racconto, con una battuta fulminea o con un aneddoto incredibile, ed intrattiene con la piacevolezza di poche cose che ho letto di recente.
Quanto avrei voluto leggerlo al liceo! È brillante, spiritoso, scorre come acqua fresca, e fa onestamente tanto tanto ridere, ma proprio di gusto.
Io non credo che qualche mia compagna di classe del liceo legga il mio blog, ma riesco ad immaginare i loro volti di fronte a me che rido di gusto quando si parla di fisica. Esterrefatti.
Lo sarebbe anche il professor Barbieri, il portatore originario dell'epiteto 'nano malefico' prima che Berlusconi entrasse nella mia vita da cittadina votante.
Breve storia di (quasi) tutto è il saggio da leggere se odiate i saggi, se non vi piacciono i polpettoni ma avete comunque uno sguardo curioso sul mondo.
Ah, e dice la verità su Einstein. acciocchè vi sia possibile umiliare pesantemente quelli che su facebook mettono foto improbabili con citazioni che il vecchio E. non ha mai fatto.