Il cinema muto: la situazione italiana
Se siete su questo blog è molto probabile che prima o poi nel corso della vostra vita vi siate ritrovati a googlare qualcosa del tipo: horror italiano, cinema italiano dell'orrore, italian horror.
E Google, convinto di stare facendo per bene il suo lavoro, vi ricondurrà ad articoli, saggi, post, che parlano di due cose: il giallo all'italiana e Dario Argento. È altrettanto possibile che vi si dica che il primo film horror italiano è I vampiri, di Riccardo Freda.
Questo, di post, esiste perché non sono più disposta ad accettare una così spudorata mancanza di rispetto verso il mio uomo Dante, autore della più sconvolgente opera dell'orrore del suo tempo, e di tanti tempi dopo il suo. E pure verso tutte le altre truculente opere classiche che abbiamo adattato per il cinema.
Andiamo con ordine e vediamo insieme come nasce il cinema dell'orrore italiano.
Costume&Società
Siamo tutti sul pezzo su quello che è successo in Francia quando il cinema è nato. In Italia ci siamo mossi subito per adeguarci ai tempi. Con cosa cominciamo? Qualche documentario, perché non sia mai che passiamo per i fratelli scemi dei mangiabaguette. Qua abbiamo la cultura da diffondere.
Quello che però è davvero stato interessante per me è stato scoprire che il cinema in Italia è nato come fenomeno itinerante, al pari di fiere e spettacoli circensi. Oggi passiamo da un estremo all'altro, basta guardare cosa c'è in sala questa settimana: o i Me contro Te (contro i quali non ho assolutamente nulla anzi sono felice che portino i bimbi in sala) o uno smaronamento (sarà anche bellissimo, ma concedetemi la perdita di pazienza) che parla di? Mafia, esatto.
Una volta, invece, all'inizio di questo viaggio lunghissimo, il cinema era la più popolare delle attrazioni, e con popolare non intendo famosa ma proprio del popolo. Amatissimo nelle zone rurali, dove concedeva svago alla faticosa vita di lavoro, diventa di tale successo da portare anche qui da noi alla nascita di sale di proiezione fisse. E ok, ne siamo tutti felici, ma pur sempre italiani, e da una cosa bella ne abbiamo fatto un po' di casini, che vado ora ad elencarvi in ordine rigorosamente casuale:
- abbiamo intuito che sarebbe presto diventato un'industria, quel cinemello qui, e ne abbiamo affidati i finanziamenti ad una classe aristocratica, parassitaria, completamente scollegata dalla realtà e incapace di comprendere il mezzo. Il risultato? Si fanno soldi, ma resta sempre un'industria precaria.
- ci siamo spaventati perché siamo i più buoni dell'universo e questo nuovo mezzo poteva mettere a dura prova la nostra nota incorruttibilità. La morale era a rischio! Già nel 1913 arrivano le prime leggi ufficiali, ma la Lega per la moralità nasce nel 1902 (non gli hanno manco dato il tempo di emettere i primi vagiti, a sto neonato mezzo, e già gli tranciavano le gambe). Naturalmente ogni mezzo per controllare i contenuti è di natura politica e non morale, ma questo lo sappiamo oggi.
- abbiamo permesso che l'influenza vaticana arrivasse anche qui, e per questo i film religiosi non si contano.
- abbiamo coinvolto i letterati, perché in fondo abbiamo continuato a considerare il cinema un'arte troppo bassa per i nostri scopi educativi, e abbiamo cercato fin dall'inizio di darle un tono più elevato. Siamo pur sempre la patria dell'opera perdio, comportiamoci come si deve.
Le fonti di questo post:
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* Rondolino G., Tomasi D., Manuale di storia del cinema, UTET Università, 2014
* Venturini, Simone, Horror Italiano, Donzelli Editore, 2014