giovedì 20 gennaio 2022

GenNoir: Rapina a mano armata

 Presente, no, come si chiama questo blog? Redrumia, Redrum...insomma, Shining, no?

Ecco, di quale regista non parliamo praticamente mai, qui su? Proprio lui, quello che il Redrum lo ha portato sullo schermo e elevato a leggenda: un tale Stanley Kubrick.

Il motivo è molto semplice: io del cinema continuo ad avere soggezione, figuriamoci di un certo tipo di cinema, figuriamoci del suo tipo di cinema. 

Quindi va beh, oggi per dovere di completezza due chiacchiere sul suo Rapina a mano armata le facciamo, ma non fateci l'abitudine, non credo ricapiterà presto.




Il film


A.D. 1956. Kubrick aveva già diretto un paio di cose andate maluccio, ma il fortuito incontro con un produttore che aveva grande fiducia nelle sue capacità (James B. Harris) ha portato alla nascita di Rapina a mano armata, tratto da un romanzo in italiano omonimo di Lionel White.

Johnny è un ex criminale che ha voglia di sistemarsi e diventare un bravo ragazzo per regalare la vita dei suoi sogni alla fidanzata, Fay. Per questo però servono soldi, e il modo più veloce per ottenere soldi è fare, ovviamente, un'ultima rapina, prima di lasciarsi la vita criminale alle spalle. Raccoglie un gruppo di persone e organizza insieme a loro un piano precisissimo per portarsi a casa una bella somma. 

Come potesse essere una buona idea era chiaro solo a Johnny.


Al momento in cui scrivo si trova a noleggio su AppleTV+.


Cosa ne ha detto del Toro


"One of Stanley Kubrick's masterpieces. Occasionally in noir, you have a scene where money, which has become an icon, loses all meaning. The mother of all those neolistic sentiments is The Killing. Sterling Hayden is perfect as a guy that's tough as nails, is completely hardcore, hardboiled, all the way to the end. The final line he has in the movie is fantastic."


Traduzione farlocca di medesima:


Uno dei capolavori di Stanley Kubrick. Di tanto in tanto nel noir, c'è una scena in cui i soldi, che erano diventati icona, perdono ogni significato. La madre di tutti questi sentimenti idealisti ma realisti allo stesso tempo (come cavolo posso tradurre altrimenti neolistic?) è Rapina a mano armata. Sterling Hayden (Johnny) è perfetto per interpretare un tizio durissimo, hardcore (questo lo lascio dai), tutto d'un pezzp, fino alla fine. L'ultima battuta che ha nel film è fantastica.


I miei due spicci


Sento di volermi togliere subito il principale dei sassolini dalle scarpe: a me frega meno di zero dei film sulle rapine. Non esiste un solo heist movie che mi abbia mai appassionato, per quanto mi riguarda possono anche rapinare il mondo intero e io sarei comunque sul divano di casa mia con le patatine probabilmente a guardare un film di fantasmi. Questo non è in alcuna maniera un giudizio oggettivo o un desiderio di polemizzare, semplicemente non è un genere che mi trovo a cercare. 

Quindi mi sono tolta piuttosto presto il pensiero di dover guardare un heist movie di Kubrick perché sapevo che, tutto sommato, avrei avuto molto poco da dire a riguardo. 


Dall'altro lato, però, nonostante le mie infinite lacune e nonostante anche le menate mentali, credo di saper riconoscere un bel film quando ne vedo uno. Specialmente quando ne vedo uno che è così lontano dai miei piaceri personali. E lo so che nella vostra testa adesso risuona un luminoso grazie al cazzo, perché è pur sempre Kubrick, eccetera, però sentite a me: io mi addormento sempre. Anche con i film che amo di più al mondo, perché soffro di una discreta insonnia che mi rende sonnolenta durante il giorno, e spesso devo vedere i film a rate per vederli tutti. The Killing è riuscito nella miracolosa impresa di tenermi sveglia per tutta la sua durata (che non è eccessiva, eh, è che davvero dormo sempre), nonostante sia un noir degli anni '50 a tema rapina. Era la ricetta perfetta per regalarmi un pisolo. Invece la storia di Johnny e dei suoi compari è interessante perché parla di umani imperfetti, che fanno errori perché accecati dal desiderio, di matrimoni infelici e di relazioni senza futuro. 

Usa la rapina per parlare, sebbene solo per qualche personaggio, di tutto il resto della vita che le gira intorno, e della desolazione dell'umanità. In quella battuta finale che cita del Toro c'è tutta la rassegnazione ad una vita mediocre, che forse nemmeno la perfetta riuscita della rapina avrebbe mai effettivamente risolto.


Il senso di questa serie di post non è naturalmente quello di fare una classifica, figuriamoci, ma dopo 4 film comincia a venir naturale fare dei confronti. Al momento quello che sto imparando su me stessa e il noir è che mi piacciono le storie che sguazzano nel torbido della mente umana, in cui i lati peggiori dell'essere si rivelano, svelati da avidità e desiderio di potere. 

Anche Rapina a mano armata tocca questi punti, anche se forse in maniera meno sfacciata rispetto, per esempio, a È tardi per piangere, in cui direttamente si sparava alla gente per una borsa di soldi. 

Forse glielo preferisco, È tardi per piangere, ma ho quasi paura di dirlo a voce alta su internet. 

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