mercoledì 24 agosto 2022

Redrumia summer compilation

 Io lo so che questa pausa non l'avevo annunciata, ma nemmeno sapevo che avrei preso una pausa dal blog. Sono semplicemente stata inglobata da un'estate caotica e con molte più ore di lavoro di quante avrei desiderato farne. Quindi adesso mi ricompongo, tolgo le ragnatele da questo posto e parliamo di tutte le cose (che sono poche per i motivi di cui sopra) che ho fatto, guardato e ascoltato in questa frenetica estate.


il solo mare che ho visto quest'anno e se sentite vibrazioni nella Forza sono io che bestemmio per questo

PODCAST

Quest'estate sono stata una di quelle persone che ha fatto calare gli ascolti dei podcast, e me ne vergogno molto perché io non mollo mai l'abitudine di avere persone che parlano nelle mie orecchie h24. 
Avevo parecchie playlist da creare e ho finito per ascoltare molta più musica del mio solito.
Oltre ai nuovi episodi dei miei grandi classici, quindi, ho solo due podcast nuovo che ho ascoltato e che voglio segnalare.
Il primo è Così si fa l'Italia, un percorso che attraversa la storia del nostro Paese dal referendum del '46 fino alla storia più recente. Secondo me è fondamentale ascoltarlo proprio oggi, alle porte delle elezioni, perché quello che siamo arriva da quello che abbiamo vissuto. Poi un giorno la scuola imparerà quanto è fondamentale insegnare la storia recente, ma fino a quel momento abbiamo i podcast. Sempre siano lodati.
È un esclusiva Spotify a cura di Lorenzo Pregliasco e Lorenzo Baravalle.
Il secondo podcast è La bomba, a cura del Post. Per questo ci vuole un trigger warning grande come l'Internet intero: parla di abusi su minori nel mondo della Chiesa Cattolica. È rispettosissimo delle vittime e dà loro voce direttamente e sebbene sia la cosa giusta da fare è anche giusto dire che è difficile da ascoltare e se per qualche ragione la cosa vi turba prestate attenzione. Il punto del podcast non è solo parlare del problema, ma piuttosto capire come sia possibile che in Italia questa faccenda non sia lo scandalo che dovrebbe. Perché tutti sappiamo eppure non cambia nulla? Perché questa verità è costantemente sotto gli occhi di tutti eppure nessuno tutela i bambini? Se penso a tutti gli anni in cui ho trascorso letteralmente tutte le mie giornate in oratorio mi viene la pelle d'oca. Sono solo stata molto fortunata. Ed è ora che si faccia qualcosa perché quelle come me siano la norma e non le fortunate.

LIBRI

Presente che tutte le persone del mondo in estate leggono di più, tutte le rubriche sulle riviste e sui social di consigli di lettura, le liste e le classifiche?
Non la vostra amica qui presente, nossignore. Lei ha letto pochissimo e pure male.
Ho letto un Lansdale e un Atwood che non mi hanno colpita particolarmente nonostante gli autori, un romanzetto d'amore (One true loves) per uscire dal blocco del lettore, che ho sì divorato in poco tempo ma che altrettanto poco mi ha lasciato. Io lo so che con le storie rosa finisco sempre così, non lo so proprio perché sporadicamente torno qui quando so benissimo che per il blocco del lettore la mia soluzione è sempre la saga di Malaussène, non lo so proprio. Mi sono fatta infinocchiare perché parlava della perdita dell'amato che è una delle cose su cui proprio io mi lascio andare ai pianti peggiori (sì, è ovvio che è tutta colpa di Moulin Rouge!), e invece non mi ha nemmeno fatto piangere.
Sto però leggendo adesso L'ospite di Sarah Waters, un gotico che avevo iniziato un milione di anni fa e poi abbandonato quando il mio primo lettore ebook aveva abbandonato me. Al momento sono molto coinvolta, vi faccio sapere.

FILM

Ho smesso di guardare i film come intrattenimento più o meno quando ho aperto il blog, perché mi prendono troppo perché io possa usarli come diversivo e sebbene mi manchi un pochino la sensazione di "staccare il cervello", sono sempre così intrigata che a questa, di sensazione, non rinuncerei mai. Questo però significa che quando sono molto presa e con la testa altrove finisce che di film ne vedo ben pochi.
Quelli di quest'estate li trovate riassunti su instagram, qua mi limito a esprimere di nuovo tutto l'amore possibile per Nope, il nuovo magnifico film di Jordan Peele, che ancora oggi a distanza dalla visione occupa i miei pensieri. Non lo saprei dire se la considero la sua cosa migliore, perché questo ad ogni film che fa pare voglia schiaffeggiarci con il suo talento. Però questo modo che ha avuto di associare l'esistenza intera all'essere visti mi ha proprio toccato dentro, e continuo a pensare a quanto io stessa viva la mia vita con il pensiero fisso sullo sguardo altrui: lo rifuggo costantemente, eppure cerco di essere in ogni istante pronta alla sua analisi spietata, non ne sono mai libera anche se scappo costantemente. E poi mi accorgo di essere sempre più attenta al mio, di sguardo, sul mondo dell'intrattenimento ma anche sul mondo reale, e mi spaventa un po' non averci mai prestato così tanta attenzione prima.
Bravo, bravo, immenso, Jordan Peele.

SERIE TV

Ci ho pensato a lungo, sul fatto di scrivere o meno un post su quella che è indiscutibilmente la mia serie dell'anno, The Sandman. Ci sono milioni di cose su cui posso accettare di essere banale o di riportare l'attenzione sulle cose di cui già parlano tutti, ma l'impatto di Neil Gaiman sulla mia vita è stato così forte che di parlare di lui ho paura. 
Provo a farlo molto brevemente, per convincere almeno una persona che ancora non l'abbia fatto a vedere la serie. Il fumetto è un mastodontico capolavoro punto e basta. Non solo storia del fumetto, ma storia delle narrazioni tutte. L'epopea di Morfeo e dei suoi fratelli è lo standard che applico a tutte le altre cose di cui fruisco, il punto di riferimento per stabilire se qualcosa sia o meno nelle mie corde, perché le mie corde in Sandman cominciano e da Sandman si estendono. 
Mi interessava principalmente che la serie fosse fedele all'atmosfera, perché non sono (più, sigh, lo sono stata e non ne sono fiera) una di quelle che usa la fedeltà all'opera originale come metro di giudizio. 
Volevo che la serie fosse oscura e magica, misteriosa e grigia, bella per gli occhi e calda per il cuore.
Lo è.
E del resto se l'è adattata da solo, Neil Gaiman, e non c'erano dubbi: era roba sua e roba sua è rimasta, e la roba sua è magnifica.
Parla di cosa significhi essere, di cosa ci determina per quello che siamo, del ruolo che scegliamo di continuare a rivestire nel mondo o da cui proviamo ad allontanarci, per diventare quello che sentiamo esserci più autenticamente vicino. E lo fa parlando di personaggi imprigionati in un ruolo da cui dipendono le sorti del mondo, e così facendo ci ricorda che noi siamo nulla, che da noi non dipende nulla se non quello che decidiamo di lasciare di noi nel mondo. E che quindi tanto vale esserlo come lo vogliamo.
È poesia, Sandman, e la serie lo sa e ce lo ricorda benissimo.
Non vedo l'ora di vedere i prossimi volumi sullo schermo.
Se non arriviamo a Vite Brevi ve lo buco, sto Netflix.

The Sandman a parte, sono in preda a un furioso rewatch di Modern Family, perché sono agitatissima in questi giorni e mi serve il mio comfort, che di solito sono MF, Brooklyn99, The Office. Friends se proprio mi serve un amarcord. Quest'estate mi andavano i ricconi incapaci di parlare delle proprie emozioni e costantemente riportati sulla terra dalle persone che gli vivono intorno. 
Se Gloria non è il vostro personaggio preferito non siamo più amici.

Nelle mie maratone trash da ora di pranzo invece mi sono vista la terza stagione di The Home Edit, perché le case sono sempre una grande passione della vostra, Uncoupled, che mi ha fatto schifo e infatti ho visto che è di Darren Star e ho capito perché mi ha fatto schifo, e infine Uno di noi sta mentendo, ennesima serie thriller con adolescenti vivi e uno morto. Sono tutte uguali, da Pretty Little Liars in poi, e onestamente a me sta bene così. Questa è meno trash di quanto l'avrei voluta, ma fa una cosa buona: mostra una relazione tossica dal punto di vista della ragazza che la sta vivendo. Nelle prime scene è magnifica, una storia d'amore da videoclip. Poi qualcosa comincia a puzzare di anomalo. Poi è sempre più palese, e infine il fidanzato d'oro non è d'oro proprio per niente, e quello che sembrava romantico è solo manipolatorio. Mi piace che cose così siano sempre più nelle serie per i giovani. Poi naturalmente parliamo di un prodotto figlio di Pretty Little Liars. Sono tutte uguali, ma in fondo va bene così, è quello che cerco quando metto su una cosa di questo tipo.

TRUE CRIME

La vostra amichevole Leosini della mutua anche in questa estate non si è trattenuta dal guardare prodotti in cui si parla di omicidi. Buona parte della cena del mio addio al nubilato è stata una sequela di teorie sui casi di cronaca italiana più famosi, che vi riassumerei con: Franzoni innocente, Stasi colpevole come Caino, opinioni contrastanti sulla famiglia Misseri. 
Quest'estate ho guardato Ho ucciso mio padre, miniserie di Netflix su un ragazzo di 17 anni che ha ammazzato il padre. La serie non ha particolari guizzi creativi, come non lo ha quasi nessuno dei prodotti di questo tipo, ma è agghiacciante. Parla di come la società sia sempre colpevole in casi come questo: il protagonista è un giovane completamente abbandonato dal mondo, con una storia shockante alle spalle che non rivelo perché è interessante vederla svelarsi sullo schermo ma che è la prova provata che la violenza genera violenza, che le situazioni di disagio profondo sono sempre colpa di un mondo che si gira dall'altra parte e non osserva il prossimo.
Le situazioni di profondo disagio, sia esso economico, sociale, o entrambe, sono dimenticate da dio, e le persone che le vivono sono invisibili. E quando accade loro quello che accade a questo ragazzo, non può finire bene. Il documentario si chiude su una nota dolce, perché il giovane ha avuto l'immensa fortuna di trovare qualcuno che conosceva bene l'invisibilità degli ultimi e che lo ha aiutato. Giusto per dirci, ancora una volta, che la società nel suo complesso fa schifo, è una mostruosità aberrante, ma che se ancora come specie non ci siamo estinti è per la bontà del singolo. Motivo per cui se quel singolo non siamo noi è bene ricordarci che facciamo schifo tanto quanto il resto.
Una storia devastante di abbandono e violenza, ma che è importante raccontare.

IRL

Quest'estate c'è stata una cosa che mai avrei creduto di poter dire: la mia prima presentazione di un libro! Una deliziosa bibliotecaria della mia zona ha letto Una storia vera successa altrove e le è piaciuto, quindi ha pensato di invitarmi in biblio da lei per parlarne un po'. La mia amica Martina (la Martina Malcontenta che trovate nell'header) mi ha fatto da moderatrice, così che io potessi sentirmi un pochino più a mio agio e alla fine è stata un'esperienza buffa! Non sono solita parlare delle cose che faccio perché ho sempre molta vergogna, però avevo intorno la mia decennale rete di supporto e le cose sono andate bene. Così bene che nel frattempo ho finito il libro numero 4! Così, presa dall'entusiasmo del momento. Appena Martina ha finito di editarlo ne riparliamo.
Quest'estate, poi, ho visto Paolo Nutini dal vivo, che può sembrare solo una notizia di un concerto come un altro, ma se lo ascoltate sapete che sto tossico demmerda da 7 anni che era sparito nel nulla. Pensavamo fosse morto, c'erano account twitter dedicati agli avvistamenti perché davvero non si sapeva che fine avesse fatto.  E invece, dal nulla, boom, tour in Italia. È stato un sogno, lui è di una bravura che fa piangere. E ha fatto Iron Sky, quindi siamo a posto.
Tutto il resto della mia estate è stato concentrato in frenetici preparativi per il matrimonio. Abbiamo deciso di fare tante cose in casa, perché sono una maledetta control freak che vuole fare tutto da sola quindi sono tre mesi che spendo ogni secondo del mio tempo libero a ritagliare con la taglierina, fare grafiche su canva, plastificare cartoncini, bucare fogli, stampare cartelli, creare playlist su Spotify. Senza tutto il tempo speso su Etsy, le camminate sulle scarpe nuove per spaccarle, la pianificazione della vacanza che faremo la settimana dopo in attesa della luna di miele e le ore passate a fissare due rossetti perché non so decidere un cazzo mai.
Sono davvero first world problems, vero?

Ci risentiamo a settembre, quando ripartirà tutto: le live, il podcast, il progetto sulla storia (anche se ridimensionato). È ora di riprendere in mano l'agenda.

4 commenti:

  1. Consolati. Io vivo al mare e ci sono andata due volte. Quest'anno credo di avere toccato il record personale. Cerca di riposarti almeno ora e caricati come una molla in vista del marriage... noi siamo sempre qui ad aspettarti!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non voglio immaginare come sia vivere al mare in estate, sepolti dai turisti🙈
      Tanti abbracci, e grazie!

      Elimina
  2. Film e serie con due titoli davvero interessanti, almeno il secondo penso di riuscirci entro l'anno. Se posso, permettimi una domanda, ma Twitch?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fammi sapere poi cosa recuperi! Con Twitch ripartiamo appena torniamo dalle vacanze, a metà settembre riparto con la programmazione di prima! Grazie di avermelo chiesto🤗

      Elimina

Disclaimer

La cameretta non rappresenta testata giornalistica in quanto viene aggiornata senza nessuna periodicità. La padrona di casa non è responsabile di quanto pubblicato dai lettori nei commenti ma si impegna a cancellare tutti i commenti che verranno ritenuti offensivi o lesivi dell'immagine di terzi. (spam e commenti di natura razzista o omofoba) Tutte le immagini presenti nel blog provengono dal Web, sono quindi considerate pubblico dominio, ma se una o più delle immagini fossero legate a diritti d'autore, contattatemi e provvederò a rimuoverle, anche se sono molto carine.

Twitter

Facebook