Session 9, Brad Anderson
Mari.
20:50
Titolo originale: Session 9
Anno: 2001
Durata: 100 min
Trailer:
Alzi la mano chi ha guardato il trailer e non ha cantato WHOOOOOOOOOOOAREYOUUU UHUH UHUH.
Il motivo principale per vedersi
Session 9 è chiaramente il
superyeah Caruso.
Il secondo motivo
per vederlo è che è un filmone.
Si parte già con
delle ottime premesse. Gli ospedali psichiatrici saranno anche stati
usati fin troppo, ma il loro dovere lo fanno ancora, sono una tra i
miei ambienti preferiti, hanno sempre qualcosa di affascinante.
Questo, in particolare, è proprio bello. In secondo luogo, mi
piacciono assai i film in cui tutto quanto ruota intorno a pochi
attori. In questo caso, abbiamo solo 5 personaggi. I già citati Phil
e Gordon, insieme ai colleghi Phil, Hank e Mike.
Di questi 5, non ce
n'è stato uno che non mi sia piaciuto.
Ma la forza del
film non sta solo nei nostri 5 eroi.
La cosa che rende
Session 9 un Signor Film è che non mostra nulla. Si potrebbe
tranquillamente dire che non succede niente. Eppure la noia non passa
neanche per l'anticamera del cervello. Ma soprattutto, fa paura.
Senza far vedere niente, e senza rivelare troppo.
C'è questa
atmosfera strana, sai che qualcosa non va come dovrebbe, che non te
la stanno raccontando giusta, ma non riesci mai bene ad afferrare
cosa sia.
Qui è tutto
minimal: pochi soldi, pochi attori, pochi luoghi, zero effetti
speciali.
Eppure la
sceneggiatura non crolla mai, perchè è minimal pure lei. Mai
sguaiata, mai eccessiva. E finalmente si vede un film dove non
necessariamente i personaggi sono tutti amici. Oh, lè, sdoganiamola
sta cosa. Che tante volte la sfiga ti piglia anche quando sei con
qualcuno che ti sta sulle balle.
Su due linee
narrative parallele troviamo quindi la vicenda dei 5 operai e quella
di Mary, una bambina paziente dell'ospedale, la cui storia ci viene
narrata attraverso le registrazioni delle sue sedute psichiatriche.
Mattonna, se è interessante.
Il tutto condito
con non pochi riferimenti al mio sommo amore Shining.
Mi si conquista con
poco.