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sabato 1 marzo 2014

Maripensiero: Sherlock

11:57
Mi dispiace, non ho resistito.
Dovevo parlare di Sherlock, prima o poi, perché ultimamente non parlerei d'altro. Ho una fissa senza precedenti. Mi sono innamorata.
CI SARANNO SPOILER. 

Tempo fa si sentiva un gran parlare di sto Sherlock e del suo compagno di merende Elementary, ma io, da appassionata della saga letteraria (in due mesi mi sono sparata tutti e dieci i libri, non leggevo altro) li ho sempre snobbati senza pietà. Con astio proprio.
E con Elementary è ancora così perché Watson DONNA CINESE NO.
La prossima volta mettiamo direttamente un opossum al posto di Sherlock Holmes allora.

La voce supersexy di Smaug (qui il post su Lo Hobbit), però, mi ha distolto dal mio snobismo, per lanciarmi senza cinture di sicurezza in quella che è diventata una delle mie serie preferite di sempre.

Quanto può essere difficile per un produttore, un regista e tutta la loro combriccola, girare qualcosa di dignitoso su un tema così sfruttato come Sherlock Holmes? Si è già detto e fatto tutto, eppure la BBC ha trovato la formula magica per giocare con Conan Doyle, attualizzandolo, ma senza idiozie esagerate. Si usa Google Maps, Sherlock ha lo smartphone sempre in mano, John non è uno scrittore ma un blogger, e per questo noi colleghi gli si vuole molto bene. Eppure i romanzi sono trattati con rispetto e considerazione, non vengono stravolti ma riadattati e, perdonatemi l'esagerazione, a volte migliorati.

E siccome non ne facevo da un po', diamo il bentornato ai miei elenchi puntati, ecco le cose che amo di Sherlock!

1 - Il modo in cui corrono i due omini. Uomini di testa più che d'azione che corrono in un modo buffissimo. Epico il momento in cui John, zoppo solo nella sua mente, dimentica il bastone e rincorre il taxi come se non ci fosse un domani.

2 - I fermo immagine. Però non so, si chiamano così? Sono splendidi.

3 - Mary, aka la moglie che ognuno vorrebbe avere. Non fa storie quando John esce con gli amici (l'amicO, ma insomma, ci siamo capiti), lo lascia divertire alla sua maniera. C'è chi guarda la partita con la birra e la pizza e chi rincorre criminali per Londra, va bene uguale. Ma anche Irene Adler, stagione 2, ma anche la signora Hudson, dolce, tenera e materna, quello di cui i due signori hanno decisamente bisogno. I personaggi femminili sono secondari, ma ben strutturati, interessanti, simpatici. Se cercate gnoccolone insipide avete decisamente sbagliato serie.


4 - Smart is the new sexy, l'ho letto su Facebook.

5 - B E N E D I C T  C U M B E R B A T C H . Il suo carisma incredibile, la sua voce, gli occhi, il suo essere davvero un bravo attore, che gioca tantissimo con gli sguardi, e quanto gli viene bene. Sorride due volte a puntata se va bene ma quando lo fa bisogna mettere in pausa per cogliere siffatto fascino. Porta un cappotto ridicolo, ma lo indossa con uno stile che levatevi tutti. Il colletto alzato che tutto è meno che tamarro. Parte sicuramente avvantaggiato dal fatto che interpreta un personaggio scritto divinamente e dal fatto di essere un figo non indifferente (ne parliamo, donne?). Non ho aggettivi per descrivere il pacchetto completo. Terrebbe tranquillamente in piedi la serie da solo, eppure non oscura gli altri. Che vi posso dire, è la mia celebrity crush del momento. Potrei parlare solo di lui in tutto il post.


6 - I casi e la loro risoluzione. Costanti strizzate d'occhio ai romanzi, ma con una loro personalità indipendente, intriganti, e con finali mai deludenti. Lanciatevi direttamente nella terza puntata della terza stagione che è un'esperienza irrinunciabile. Migliore da sola della maggior parte dei film che ho visto.

7 - Le location, una Londra elegantissima,un appartamento piccolo, incasinato, intimo, familiare, con parti umane nel frigorifero, occhi nei bicchieri, un costante esercizio al piccolo chimico.

8 - I cliffhanger. Usati in migliaia di episodi in migliaia di serie, ma qua i finali di stagione amici sono da arrabbiatura profonda. Ma quanto intrippano. Grazie a Dio io ho visto tutto di fila, se no credo avrei distrutto una parete alla fine della seconda.

9 - Quelle goffe, tenere, affettuosissime scene d'amicizia tra i due strampalati elementi, così diversi e complementari che è impossibile immaginarli separati, quanto sono dolci, anche nel costante gioco 'gay o no'. Come il momento incredibile, splendido, commovente e divertente del discorso di Sherlock da testimone al matrimonio di John, uno dei monologhi più belli che abbia sentito di recente. Il momento in cui Sherlock rivela il suo lato più umano, con quel poco di emotività che gli è concessa da un carattere troppo razionale, con l'eleganza e la compostezza che lo contraddistinguono puntata dopo puntata.
Una meraviglia di scena, certamente la mia preferita.
Sono romantica, che ci dobbiamo fare.


10 - Lat but not least, la sigla. Di per sè non è che sia proprio una canzone bellissimissima, ma quando compare nei momenti clou dell'episodio ogni volta mi strappa un sorriso incredibile, come rivedere un volto amico.


Guy Ritchie, fatti un piacere, fatti da parte, che qua ti hanno mangiato violentemente in testa. Sì, Robert, anche tu. Soprattutto tu.

domenica 15 dicembre 2013

Non solo horror: Lo Hobbit, La desolazione di Smaug

12:50
(2013, Peter Jackson)


Guardate l'anteprima del video. Quello lì non è sputato ad Orlando Bloom?
Invece no, è Luke Evans.
Alias Bard, quello che se avete letto il libro sapete poi cosa fa, non un personaggino da nulla, ecco.
Ma almeno potevano sceglierlo che non sembrasse Legolas dopo il parrucchiere, tutto qui.

Bilbo, i nani e Gandalf sono ancora in viaggio per la riconquista della Montagna Solitaria, e nel mentre gli succedono un sacco di cose.
Cose che non vi racconto perchè se no vi dico tutto.



La mia teoria sui libri di Tolkien è che siano incredibili (un po' lunghini) e intensi trattati sull'amicizia, sviscerata in tutte le sue forme. Che poi ci abbia creato intorno un MONDO può anche passare in secondo piano. Ma il modo in cui lui è riuscito a trasmettere l'affetto è caldo.
La prima, enorme, pecca dei film di Jackson (ma parlo solo dei due Hobbit, non del Signore degli anelli) è quella di essere film freddi. Epici, con scenari mozzafiato, azione quasi costante, ma emotivamente quasi vuoti.
Ci sono 13 ometti, con le carattestistiche più sparate, che insieme ne vivono di OGNI, e che soprattutto percorrono un percorso così ostico per lo stesso, importantissimo motivo. Eppure ad ogni inquadratura sembravano messi lì, accozzati insieme senza motivo apparente.
Eppure chi ha letto il libro sa che i nani sono ormai una famiglia, alcuni di loro anche in senso letterale. E non mi è piaciuto che Jackson abbia trascurato la componente emotiva.

Certo, quando Kili non può proseguire il viaggio qualcuno si ferma con lui, ma voglio dire, quello è il minimo.



Altra grande cosa BRUTTA è Sauron. Oh vacco che brutto. No no no, perché? Che bisogno c'era? Era più che sufficiente l'immagine di lui che avevamo già, grazie.
Il passo falso te lo perdono, però adesso basta, vero? Archiviamo la parentesi CGI e facciamo finta che non sia mai esistita. Appoggia il pc, Peter, con calma, appoggialo lì.
Così come brutta era l'Evangeline Lily che non c'azzeccava niente, l'hanno scritta male, con lo spessore di un foglio di carta, brava nelle scene d'azione quanto potrei esserlo io (che sono una pippa), e anche abbastanza antipatica. E sì, lo so che lei non è davvero brutta, era per dire.
Restando nel capitolo 'elfi che non voleva nessuno' credo che Jackson inserisca in ogni film un personaggio della trilogia precedente (Gandalf escluso, chiaramente) per creare una sorta di fil rouge. Lo credo, perché se non fosse così allora non capirei la presenza di Legolas.

A parte ciò, il film conferma lo spettacolo visivo che aveva caratterizzato il primo episodio della trilogia. Se lo dovete guardare a casa non guardatelo neanche. Tutti i film sono studiati per la visione in sala, ok, ma questo secondo me visto in qualsiasi posto che non sia un cinema perde tipo metà del suo valore. Tolkien aveva ideato un mondo splendido, ma tantissimo merito va al Peterone che l'ha reso così bene. Brao, brao.
Menzione speciale alla scena di Bombur nella botte perché ho riso fino alle lacrime e non riuscivo a smettere.
Il risveglio di Smaug è esattamente come lo volevo, e Luca Ward è Luca Ward e basta, il risveglio delle ovaie di tutte le donne del mondo, una voce che ce l'ha lui e basta.
Del mio amore per il personaggio di Bilbo avevo già parlato qui, e confermo anche che Richard Armitage, noto ai più come Thorin Scudodiquercia è carismatico come il Mago Otelma.
Balin tutta la vita.



Detto ciò, io vorrei che tutti voi vi prendeste un mese della vostra vita per leggere Tolkien. Perché scrittori come lui non ne esistono. Non ne sono mai esistiti altri così.
I gossip recenti dicono che anche un certo Dio ha creato un universo intero, una volta.
Non per fare confronti, ma quello di Tolkien mi piace un po' di più.


PS: Sentite Ed Sheeran che canzone ha tirato fuori. Uno splendore.


mercoledì 26 dicembre 2012

Maripensiero: Bilbo Baggins

11:27




Ci sono personaggi che, molto semplicemente, ti entrano nel cuore. Gli si vuole bene, come a quell'anziano vicino di casa a cui alla lunga ci si affeziona, come un conoscente, di quelli con un carattere talmente bello che provare affetto nei suoi confronti è la cosa più facile del mondo.

Uno di questi è Bilbo Baggins.

Tutto nasce con la lettura del 'Signore degli anelli'. Nelle prime righe, Bilbo è descritto come ricco, bizzarro, pieno di inesauribile e sorprendente vitalità, generoso, un gentilhobbit un po' eccentrico. E già leggendo le prime pagine, si ha come la sensazione di conoscerlo di persona, entra nella testa l'immagine di questo vecchietto adorabile. Di quei vecchietti coi contropifferi, se avete presente il genere.

Quando si legge un libro come 'Il signore degli anelli' è come entrare in una dimensione alternativa. Si spalancano le porte della Terra di Mezzo, ci si entra letteralmente, c'è un'atmosfera che aleggia nell'aria. Hobbiville diventa nel mio immaginario un posto bucolico (presente, prati in fiore, casettine adorabili con i listelli di legno, animali al pascolo, abiti semplici, cesti di frutta, i ruscelli...), e i film sono riusciti a rendere quest'atmosfera in modo perfetto, con mio grande sollievo.

Questo ha contribuito tantissimo a formare questa mia immagine di Bilbo, perchè in un luogo del genere non può che vivere almeno un personaggio del genere. Il classico (e diciamocelo, un po' stereotipato) signore di una certa età che ha vissuto grandi avventure nel suo passato, che però sono misteriose, e che poi ritorna a casa, e racconta milioni di aneddoti ai giovani, e condivide le ricchezze che ha portato a casa da questa avventura.

Dietro all'immagine del nonno adorabile c'è molto di più, però. Leggi il libro e lo percepisci chiaramente. È quest'avventura di cui si parla e che però non è mai troppa. Non è che te la menano alla lunga, non te la fanno venire a noia. Giusto il minimo indispensabile per farti venire la voglia di leggere 'Lo Hobbit'.

E qui passiamo al giovane Bilbo.                       

Uno se ne sta beatamente a casa sua, a farsi i suoi con tutta la pace e la tranquillità che il luogo bucolico di cui sopra permettono. Ti piombano in casa certi signori, di cui uno palesemente sproporzionato, che oltre a farti fuori la dispensa (e già ti girano alquanto, perchè non è che si sente parlare di rimborsi per la cena) ti coinvolgono in una questione di cui francamente non te ne importa una cippa di nulla, perchè tu stai a Hobbiville, e della casa dei nani che te ne frega.

Però ti si muove qualcosa dentro. C'è questo signore molto alto che insiste che tu possiedi delle qualità. Magari non ti sei nemmeno mai posto il problema, ma questo tizio crede che tu sia importante per la loro 'missione'. Tu, che fino a mezzoretta prima ti preoccupavi del centrino della mamma. A quanto pare vali più di quello che credi, e ti lasci convincere. Parti con loro.

Alla fine dai, è il sogno di tutti. Che uno sconosciuto arrivi e ti faccia notare che sei SPECIALE. Bilbo parte e dimostra che Gandalf ci aveva visto lungo. Che poi dico, poteva fidarsi da subito. È uno stregone quello, se non lo sa lui chi è speciale o meno.

Sta di fatto che il viaggio inizia, e Thorin non si fida. Comprensibile, sei altro un metro. E anche un po' sfigatino. Il principe dei nani ha una missione che per lui conta come la sua vita, e la persona che lo aiuta gli trascina nel gruppo un hobbit. Fa un po' rabbia.

Lo stesso hobbit che poi lo accusa di avere i parassiti, intrattiene una conversazione sull'igiene alimentare con degli orchi, li rallenta, poi si perde, poi gioca agli indovinelli con un elemento poco raccomandabile..

Ne fa di ogni.

Ma nel complesso ha salvato la vita di tutti quanti, almeno due volte. Con il suo fare goffo, non troppo furbo. E tu lo vorresti abbracciare, in tronco.

Perchè diciamocelo, i veri eroi sono quelli, no? Quelli su cui non scommetteresti un portachiavi, ma che alla fine della storia ti conquistano. È troppo facile essere un figo in partenza. Prendete Thorin. Scudo di quercia un cavolo! Vuole fare il temerario e sfidare l'orcone bianco, ben conscio del fatto che quello è grande 5 volte lui. Lo sguardo fiero e tutto il resto. E poi si fa salvare dal piccoletto. Almeno alla fine l'ha ammesso.


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