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venerdì 28 gennaio 2022

GenNoir: Le prime fiere delle illusioni

10:24

 Ci siamo, finalmente!

Dopo un'attesa che sembrava infinita, il nuovo film di Guillermo del Toro è uscito anche in Italia. Il mio piano è di andare a vederlo nel weekend, appena il lavoro mi concederà il minimo indispensabile di tregua.


Per concludere il nostro microviaggio nel noir, quindi, bisognava arrivare preparati alla storia di Stanton, e quindi mi sono letta il libro e vista il suo primo adattamento, quello del 1947.

Ne parliamo insieme.




Quello di Edmund Goulding è un adattamento piuttosto fedele. Film e libro parlano di Stanton Carlisle, che lavora in un circo itinerante. Conosce e frequenta Zeena, che insieme al marito ubriacone Pete ha un numero da indovina. Pete e Zeena hanno un metodo per far funzionare il loro numero che prevede una comunicazione in codice, e che ha permesso loro, ai tempi d'oro, di guadagnarsi fama e ammirazione. Stan decide di fare suo il loro metodo, e dopo essersi sposato con la giovane Molly parte alla ricerca di fortuna, imbrogliando la società per bene con i suoi trucchi da mentalista. Conoscere Lilith Ritter sarà l'inizio della sua fine.


Io con i libri ho bisogno del colpo di fulmine, perché la vita è troppo breve e i libri da leggere troppi. Se non mi conquisti entro le prime pagine ti lascio senza pietà. Il libro di Gresham il colpo di fulmine non me l'ha dato, eppure sono rimasta vincolata a lui perché me lo ero portata appresso per fare un tampone, e l'attesa si è rivelata più lunga del previsto. Io e Stanton, quindi, siamo rimasti insieme un bel po', e ho avuto modo di lasciargli più tempo del consueto per provare a conquistarmi.

Non so se ho davvero imparato a dare più chance ai libri, dopo questa lezione, ma di sicuro ho fatto bene a non mollarlo, perché una volta che la mia testa è entrata in quella di questo omuncolo, non ho più avuto scampo.


Il romanzo, per me, è ottimo. Ha una costruzione che definirei rilassata, si prende il tempo di introdurre personaggi che all'apparenza sono secondari e di accompagnare il lettore con molta calma alla conoscenza di Stan. Nello specifico, tutta la prima parte del libro è dedicata a Molly, la futura moglie, una bambina mai cresciuta, vissuta finché ha potuto all'ombra di un padre importante e protettore, che non l'ha mai davvero preparata al mondo. Morto il genitore, Molly è rimasta al circo ed è finita in sposa ad una personalità altrettanto soverchiante: Stanton è un po' l'entieroe classico del noir: nato povero, con una posizione lavorativa e sociale che non lo soddisfa, intelligente e ambizioso al limite dell'eccesso, ma allo stesso giudicante e snob con chi si trova in una posizione leggermente inferiore alla sua. 

Non esiste solidarietà tra ultimi, nel mondo di Stanton, ma solo desiderio individuale di successo. Abbiamo visto in diversi film che nel noir tutto quello che conta è il successo individuale, la voglia di farcela nonostante tutto, il desiderio di superare gli altri, e Stanton incarna queste cose alla perfezione. In una delle prime scene lo vediamo giudicare severamente il mangiabestie del circo, chiedendosi come possa un uomo ridursi così. Tyrone Power è una scelta perfetta per questo personaggio, ha uno sguardo costantemente superiore nei confronti di tutte le persone con cui si approccia: con gli ubriaconi del circo, con Zeena, che aveva una possibilità ma non l'ha più sfruttata, con la debole mogliettina, con i ricchi che inganna. Lui è migliore di tutti, è superiore a questa piccola umanità senza ambizioni e desideri di gloria.


Il romanzo cambia quasi tono, quando diventa la storia di Stan. Se l'autore guarda quasi con tenerezza a Molly e alla sua infelice storia, assistiamo all'evoluzione di Stan con uno sguardo ben più distaccato. I compagni veri il suo lo chiamerebbero tradimento di classe, per il modo sfacciato con cui abbandona la vita che lo ha cresciuto, quella del circo, alla ricerca di qualcosa di più. La sua avidità lo acceca, e quindi, naturalmente, lo rende fragile. All'incontro con Lilith nulla lo distingue da quei ricconi che ha passato anni ad imbrogliare. 


Da questo momento spoiler


Film e libro sono così vecchi che il rischio spoiler è davvero limitato, ma non so se e quanto l'adattamento dell'amoremio sia simile, quindi un alert era dovuto.


Ormai lo abbiamo visto succedere una decina di volte: l'ambizione, nel noir, viene spesso punita, e la storia di Gresham non è da meno. Stan finisce per farsi fregare, perché il mondo offrirà sempre persone più brillanti o più disoneste di noi. Persa la moglie, persa Lilith, persi i soldi e tutte le possibilità, Stan finisce sul lastrico, alcolizzato e disperato, esattamente come il Pete che ha accidentalmente ucciso all'inizio della storia. Torna alla vita del circo, dove per quelli come lui c'è un solo posto disponibile: quello del mangiabestie. 


Nightmare Alley, pur non avendo pistole, tradimenti, poliziotti e locande coi juke box, incarna alla perfezione quel poco che ho capito sul noir e, se possibile, lo rende più vicino ai miei gusti. Il racconto di Stan, di come la sua determinazione gli si rivolti contro e diventi la sua rovina, è molto umano e doloroso. Il romanzo si apre e si chiude sul racconto di come nasce un mangiabestie, di quale punto basso dell'umanità si arrivi a sfiorare perché un padrone più ricco di te possa prendere la tua dignità per farne quello che gli serve. Non si giustifica mai Stan, il suo essere un detestabile arrivista incurante degli altri, ma si racconta di come la vita sia imprevedibile e di come il giudizio affrettato verso gli altri non sia mai una buona idea. Quando la crescita personale (quella economica, almeno, Stan di sicuro non crede di aver bisogno di maturare) arriva solo attraverso lo sfruttamento degli altri, la sopraffazione, il giudizio e il sentimento di superiorità, la conclusione non può che essere il fallimento. 


Nel complesso ho amato più il romanzo del film, perché questa è una storia che ha avuto bisogno dell'approfondimento che per forza di cose le pagine garantiscono in più rispetto al film, ma trovo che Goulding abbia fatto un ottimo lavoro nel rendere giustizia al racconto di personaggi così interessanti.


Gli Stanton Carlisle hanno vita breve, in questo tipo di storie. 

Sono molto curiosa di sapere il taglio che del Toro ha dato alla sua vicenda, perché lui è solito parlare di un'umanità ben più felice di questa. Non fraintendetemi, parla di cattivi crudelissimi e di circostanze storiche tremende, ma i suoi protagonisti sono sempre i buoni. Ritrae con sentimento genuino la parte migliore dell'umanità perché ha un cuore grande davvero pieno di buoni sentimenti, e sarà interesante vedere come porterà sullo schermo la personalità di Stan, la rassegnazione di Zeena, la fragilità di Molly, la crudeltà di Lilith. Il suo modo di parlare delle persone è sempre rotondo, e non è certamente da lui classificare le circostanze della vita in una dicotomia semplicistica di bene e male. Confido sarà stato in grado di mostrare tutti gli aspetti in cui questa storia è tragica. Ho fiducia in lui più che in qualsiasi altro regista del mondo. 

Ne riparliamo questo weekend. 


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