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sabato 10 luglio 2021

Black Widow

09:53
Ormai questo è un blog in cui il Marvel Cinematic Universe viene affrontato solo quando parla delle sue donne. La cosa mi dispiace? Nemmeno un po'. Tanti cari saluti agli arroganti uomini di ferro, da queste parti preferiamo le assassine esperte. Stamattina, quindi, Black Widow.
Spoiler: da quello che ho letto in giro mi sa che è piaciuto solo a me.





Perché l'MCU abbia aspettato tanto a dedicare un film a Natasha è per me un mistero. Perché questo film abbia avuto la sfiga di arrivare a noi in un momento in cui l'universo cinematografico si sta espandendo e sta lasciando indietro gli Avengers originari è ancora più misterioso. Ancora un po' di più se poi si pensa che Black Widow è ambientato subito dopo Civil War. Abbiamo dovuto tollerare Thor 3 prima di questo. BLACK PANTHER. E la povera Natasha, che per tutti i film si è fatta un culo a fette sottili, ha dovuto aspettare anni.

La sua è una origin story dalla struttura molto interessante: la vediamo bambina, fuggire con la sua famiglia dalla vita normale che sembrava stessero vivendo senza alcun preavviso, e la riprendiamo ormai adulta, quando deve fare i conti con la sua storia e tutto quello che le è accaduto. Che cosa sia stato lo dobbiamo ricostruire noi, la regista non perde tempo a mostrarcelo e fa bene: proprio perché ormai conosciamo Natasha da diversi film, conosciamo quello che la sua storia le ha fatto, abbiamo visto le conseguenze del suo addestramento, sappiamo di cosa è capace. Non è difficile capire COME sia diventata la donna che è. Vedere momenti di addestramento che al cinema abbiamo visto e rivisto e rivisto ancora non solo non avrebbe aggiunto nulla al film ma lo avrebbe penalizzato ancora di più dal punto di vista della durata, che già così per me si soffre un po'. Rientra negli standard nell'MCU, ma personalmente avrei comunque rinunciato a qualche minuto. 

Anche così, però, con le sue due ore e un quarto, l'ho molto amato. L'ho trovato un film dall'azione eccezionale, come forse nel suo universo cinematografico non avevo mai visto, e di sicuro non in un film su un singolo eroe. Mi correggeranno i veri esperti dell'azione, ambito in cui sono molto lacunosa, ma ho avuto la sensazione che queste scene di combattimento (che sono numerosissime, è un film in cui ci si picchia durissimo senza tregua) fossero di livello superiore: ho notato una cura impressionante per i dettagli, un inserire movimenti e mosse inedite, riprese con cura e mostrate in ogni più piccolo aspetto, con grande attenzione al ritmo e a non perdere mai il senso "globale" di quello che si stava facendo. Senza entrare in spoiler cito per chi ha visto il film il primo momento in cui Scarlett Johansson e Florence Pugh fanno a botte la prima volta: una scena divertentissima, violenta, cattiva, chiusa in uno spazio molto contenuto. Bellissima. 
Infine, l'inevitabile "battaglia finale MCU", la chiusa classica di tutti i loro film fin dalla notte dei tempi: quella di Black Widow è impressionante, gigantesca, anch'essa chiusa in uno spazio limitato (dai richiami quasi fantascientifici), e visivamente eccellente. La cura per le cose più piccole, dal modo in cui qualcuno cade a quello in cui si ci attacca agli oggetti in volo, è stata per me una gioia per gli occhi. Mi ha entusiasmato davvero, e per me che solitamente all'azione non sto particolarmente attenta è stata una sorpresa. 

Soprattutto, è finalmente un film interamente al femminile. Ci sono pochi uomini e irrilevanti, qua a tenere in piedi la faccenda sono le signore, le Vedove. Sono le donne le vittime e al tempo stesso le macchine da guerra, sono le donne a salvare le loro sorelle, a proteggersi da sole e insieme, sono le donne le sole protagoniste. (Consiglio di leggere la "simpatica" recensione di Fumettologica, perché ovviamente questa cosa doveva stare sullo stomaco a qualcuno, un film senza uomini è inaccettabile.)
Gli uomini sono irrilevanti, dannosi o peggio, macchiettistici. Addirittura c'è un uomo che serve solo a portare cose alla protagonista! Incredibile. 
Il cattivo, poi, è l'emblema di quello che i maschietti odiano vedere al cinema. Dreykov è un uomo piccolo, dall'ego fragilissimo, la rappresentazione su schermo del luogo comune dell'uomo microdotato con il suv. Nasconde la sua inutilità dietro un esercito creato senza avere nessuna capacità, si convince di essere rilevante e di avere potere perché non può concepire di essere un uomo comune, ambisce alla conquista del mondo perché non può, in realtà, avere nulla. Usa tecniche manipolatorie per avere quello che non può raggiungere in altro modo, ha strumenti e tecnologia, soldi e possibilità, ma null'altro, e quindi riempie questo vuoto convincendosi di essere quello che non è. Vederlo ridimensionato (è pur sempre un film MCU, lo sappiamo come va a finire) è stata una delle scene più goduriose che ho visto al cinema di recente. 
Le due protagoniste, che già sapevamo essere ancora più brave che belle (e considerato quanto sono belle, è tutto un dire), confermano qui la loro fama, ma non posso non menzionare il fatto che la giovane Yelena è interpretata da NELLIE PICCOLINAMIA DI HILL HOUSE. 

Ora, avrete capito che sono uscita dalla sala entusiasta (ma io in fondo quando mai non lo sono), e questo è sufficiente come recensione, ma siccome mi fa piacere parlare anche di altro, segnalo che da qui in poi il post conterrà SPOILER

Il film parla fondamentalmente di tratta delle schiave. Dreykov da decenni raccoglie le bambine abbandonate e le trasforma nelle sue Vedove, facendo loro un tremendo lavaggio del cervello per annientarne la personalità e i pensieri. Persone la cui vita e i cui ricordi sono stati completamente annullati, per le quali ogni possibilità di una vita normale è stata cancellata. Persone che smettono di essere tali per diventare macchine, strumenti nelle mani di un omuncolo così pieno di sé da convincersi di starle salvando da una vita squallida. Questa manipolazione è così radicata che una volta liberate la prima cosa che le Vedove si chiedono è "Cosa facciamo adesso?". Persone che non hanno mai avuto la possibilità di decidere per se stesse, donne incapaci di concepire la libertà perché non l'hanno mai conosciuta. Vederle liberarsi, alla fine, è stato un momento emozionantissimo, che la regista si è giocata con una gran classe, senza mai scadere nel didascalico, nella faciloneria. Questa non è una storia di donne fragili (che non sarebbero comunque giudicabili, confido che chi legge questo blog ormai mi conosca), ma di donne che con le unghie e i denti, aiutandosi, si riprendono il proprio spazio in un mondo che le ha fino a quel momento cancellate. Vedere la figlia di Dreykov, la principale delle sue vittime, aprire gli occhi e chiedere solo "Lui è morto?" è stato un momento molto forte, e immaginare la sua vita da quel momento in avanti è struggente. Black Widow, con il personaggio di Antonia, parla anche di etica, di scelte, di quello che succede quando si ha uno scopo e si è pronti a tutto pur di raggiungerlo, pur consci che si dovrà vivere per sempre con la consapevolezza di quello che si è fatto, e lo fa senza giudicare, solo mostrando quello che è stato. Natasha ha convissuto per anni con il pensiero di avere ucciso una bambina, e con la consapevolezza che fosse per lei la sola cosa da fare. Una riflessione che non viene mai troppo approfondita, che viene vissuta come forse appare nella mente di Vedova Nera: un episodio del passato che fa parte di lei, che la rende la persona che è. 

Un film molto forte, con scene d'azioni entusiasmanti e che al tempo stesso parla di donne come forse ancora il MCU non era riuscito a fare. Un vero, vero peccato che di questa splendida Natasha si sia iniziato a parlare così tardi, quando ormai il MCU l'ha salutata. Io, di quelle botte da orbi qui, non ne ho ancora avuto abbastanza.

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