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mercoledì 6 febbraio 2019

Stagione degli Oscar: La Favorita

15:32
Uscite le nomination io l'avevo detto: tifo matto e disperatissimo per Lanthimos e nient'altro che Lanthimos. Amore, coriandoli, e trombette squillanti per Lanthimos.
Però poi mi sono accorta che non avevo scritto niente del film, quindi eccoci qua, rimediamo.



Alla regina Anna non importa più niente di niente delle questioni pratiche che il suo ruolo comporta. Non è più giovanissima, non sta una favola, ha altro per la testa. Delle sue mansioni si occupa Sarah, la sua più fidata consigliera. Erano una macchina rodata e perfettamente funzionante, ma un giorno la cugina di Sarah, Abigail, entra a far parte della corte e scombussola tutto quanto.

Lanthimos ci ha trollati tutti.
L'ultima volta che ci ha chiamato al cinema è stato per Il sacrificio del cervo sacro, siamo usciti dalla sala tutti quanti scombussolati e con un discreto bisogno di terapia. Ci si aspettava qualcosa del genere, quanto meno.
E invece no, abbiamo preso una strada diversa, indispettendo un numero considerevole dei cinefili che seguo.
Io sarò sempliciotta, ma a me questo taglio nuovo è piaciuto tanto.

Parlare del potere a Lanthimos è sempre piaciuto tanto e lo ha sempre fatto bene, con modi e toni che rendevano il suo cinema poco fruibile. Erre, che è sempre il mio metro di giudizio 'esterno', quando ripensa al Cervo Sacro mi si impalla ancora. Si ferma letteralmente, socchiude gli occhi e cerca da qualche parte nella sua testa delle spiegazioni che non avrà. Mica perché servano dei master ricercatissimi che solo Noi Veri Autentici Cinefili abbiamo, ma solo perché non tutti amano dover uscire dalla sala e fare ore a riflettere su quello che hanno visto.
Questa volta non ci sono metafore nè troppo grottesco che a qualcuno può risultare indigesto, qui si parla di potere e lo si fa forte e chiaro, usandolo nella sua forma più famosa, se vogliamo: la nobiltà.
E questa regina è favolosa. Io devo cospargermi il capo di cenere perché Olivia Colman prima di Broadchurch mica la conoscevo. Se già nella serie aveva dato prova di essere brava, ma brava per davvero, qua proprio esce dagli argini e gli distrugge, inondando tutto. Un personaggio così desolante, insieme allo straordinario potere che ha possiede lutti atroci, solitudine, disturbi, una bocca sempre sporca di cibo. Debolissima, una cucciolona fragile che si lascia abbindolare dal primo sorriso che la illude di darle affetto. E la Colman è indescrivibile.

Una donna così non può passare inosservata, è la più ghiotta delle occasioni, nella scalata al potere. Un paio di occhi belli che si prendono cura di lei e niente, senno perso del tutto, guerra e stato in mano a chiunque, e per Anna solo amore e pace dei sensi, niente di quelle storie rognose di politica e strategia. è quando gli occhi belli diventano quattro che la faccenda si fa interessante. Bastava l'arrivo di una damina di corte dal passato complicato e dallo sguardo sveglio a spodestare Sarah dal suo trono. E allora il semplice film in costume si trasforma in una storia di competizione e ruolo. Di potere, quindi.

Tra loro due, che si venderebbero pure la famiglia pur di ottenere il prestigio del ruolo di preferita, ci sta lei, la regina, che alla fine voleva solo qualcuno che le volesse bene. Umiliata, presa in giro, distrutta anche fisicamente da un male che forse fisico non è (inizia il film in piedi ma si riduce in carrozzina), ma pur sempre la regina.
Quel finale lì lascia poco all'immaginazione: dite e fate quel che volete, ma io sono la regina e voi non siete un cazzo.
Conterà poco, per il suo povero cuore ferito, ma io una rinascita ce l'ho vista.

Per me Lanthimos ha vinto e stravinto, e se quello che serviva per farlo amare anche al grande pubblico era un film più convenzionale non solo non ci vedo nulla di male, ma anzi ben venga.
Per farsi amare al mille percento, poi, ci ha regalato Mark Gatiss con parruccone inglese, e tanto basta perché il film vinca ogni statuetta possibile.

venerdì 1 febbraio 2019

Preferiti della Redrumia: Gennaio 2019

08:54
L'anno è iniziato solo da un mese e io già portato a casa il buon proposito che era il numero uno del 2019: cambiare lavoro.
Sono ovviamente scombussolata agitata nervosa inquieta e tanti altri aggettivi senza nemmeno la virgola in mezzo, però mi sono tolta un grosso e invadente zaino dalle spalle.
In mezzo a tutti questi sconquassamenti ci ha pensato la finzione a distrarmi dal mio essere scombussolata agitata nervosa e inquieta, perché è stato un mese di cose bellissime che mi hanno riempito di meraviglia.


I primissimi giorni dell'anno sono stata a vedere Suspiria.
Se l'anno prosegue così, signori, io sono a posto. Guadagnino ha preso il film di Argento, lo ha guardato bene bene, poi lo ha appoggiato da parte per fare una cosa tutta sua, e gli è riuscita benissimo. Non si tratta solo della straordinaria ricostruzione degli anni '70, nè di attrici che avevano una gran voglia di levarsi la brutta fama di dosso (per me, Dakota Johnson, sei assolta da tutti i tuoi peccati), si parla di un'aria densa e pesante come minestrone, di immagini incise negli occhi, di una regia maestosa e di almeno un paio di sequenze che è difficile non sognarsi la notte. E poi io sto film lo avrei voluto candidato ai costumi, per le tute e i vestitoni, per l'abito di scena dello spettacolo, per il modo in cui erano vestite tutte quante alla tavolata a cena. Ma no, candidiamo sempre e solo i film in costume.

Ovviamente altri film del mese non possono che essere Glass e La favorita. 
Se Glass mi è piaciuto con qualche piccola riserva, La favorita è proprio da volarci via.
Io l'avevo detto (su Instagram, mi seguite vero? ci resto male se no) che tifavo per Lanthimos prima ancora di vederlo. Poi l'ho visto ed è uno di quei film grandi grandi che quando arrivano fanno vergognare tutti gli altri. Tre donne portentose davvero, ma la Colman viene da un altro pianeta. Non vedo l'ora di vederla nella terza stagione di The Crown, la stiamo aspettando da troppo.

Se al cinema sono stata molto fortunata è con la narrativa che questo mese ho proprio sbancato, ho infilato una lettura bellissima dopo l'altra, come una quaterna secca al lotto.
Ho iniziato il 2019 con il nuovo saggio di Harari. Io ho un problema con la saggistica, perché sebbene sia abbastanza curiosa e interessata a tante cose, se non incontro una scrittura bella dinamica e che sia soprattutto all'altezza di ognuno (principalmente perché sono ignorante come uno zoccolo) la mollo, la faccio vincere a tavolino e torno al favoloso mondo della fiction. Invece Harari, che è intelligente per davvero, prende il lettore per mano e lo accompagna attraverso le sue conoscenze, leggero e spontaneo come chi la cultura la possiede davvero e non deve farne sfoggio. 21 lezioni per il 21esimo secolo è bello e tocca tantissimi abiti, dal lavoro alla politica, dalla religione al senso del vivere, il tutto con uno sguardo a lunghissimo raggio sul futuro pur cercando di tenere i piedi per terra, vicino a noi. Splendido Harari.
Di The hate you give abbiamo parlato un post tutto per lui, mentre ho ritenuto di non avere niente da aggiungere su Il deserto dei tartari. 
Il modo in cui scriveva Buzzati è fuori concorso. Non riesco a capacitarmi di come possa averlo ignorato fino all'anno scorso. Ha una prosa che non ho mai ritrovato in nessuno. Parlasse anche di idiozie senza senso, io sarei ai suoi piedi, a venerare il suo uso delle parole e persino delle singole lettere.
Ho chiuso gennaio con Pennac, poi. Io faccio così: dopo che leggo qualcuno di immenso mi viene la crisi del lettore. Chi ha il coraggio di venire dopo Buzzati scusa? Come si fa?
La mia soluzione al blocco è sempre Malaussène. Stavolta, quindi, toccava a La Prosivendola, che mi ha fatto meno ridere de La fata carabina, ma che ha certe uscite che mi hanno preso il cuore e lo hanno sbriciolato fine fine.
Ogni tanto, nel corso della mia vita, mi sono chiesta quanto tempo ho perso stando dietro ai libri. Ma chi me lo fa fare, ma cosa ci sarà di così speciale, ma cosa perso le giornate a leggere, cosa mi piace così tanto. Quando riprendo persone come Buzzati e Pennac, me lo ricordo. E mi maledico per essermelo dimenticata.

Questo mese, infine, ho ripreso a scrivere. Avevo messo da parte il Libro Per Ragazzi Numero 2 By Me perchè sono una cazzona incostante, e perché troppe volte mi sono lasciata convincere che in Italia non si vive scrivendo i libri.
Sono certa sia assurdamente difficile, leggo da troppo tempo per non conoscere nessuna dinamica editoriale, ma devo concedermi di provarci, o non me lo perdonerò mai. Sono quindi all'oscuro di novità musicali e/o cosine varie a cui mi dedico di solito: sto tutto il giorno con la mano ingrigita dalla matita e per farlo di solito ho bisogno di silenzio tombale e di una tazza di latte caldo col nesquik.

Febbraio lo sto iniziando con il nuovo Spiderman.
Mi pare che quest anno non sia male.

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