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lunedì 11 settembre 2017

Vampires! - I ripescati

13:47
Abbiamo concluso la prima parte della rassegna, quella dedicata a Dracula. Prima di proseguire con tutti gli altri succhiasangue, però, mi pareva giusto dare una ripassata a quei film che sono già stati recensiti sul blog e che hanno voglia di tornare ad essere chiacchierati.



ONLY LOVERS LEFT ALIVE - Jim Jarmush



Ai tempi della visione mi aveva folgorato. Lento, tormentato, con una colonna sonora da peli rizzati sul collo, Only lovers left alive è uno dei miei film preferiti, perché sono ancora l'emo maledetta che ero a 15 anni.
I vampiri del film di Jarmush (che dopo Paterson si è confermato una delle mie persone preferite al mondo) sono artisti, amanti dell'arte e del bello, e si procurano il sangue in modo tutto sommato etico. Adam, però, il vampiro di Hiddleston, non riesce a convivere serenamente con la sua condizione, valuta il suicidio, e richiama a sè Eve, una Swinton allarmata. La coppia Swinton - Hiddleston è una di quelle che non si scordano, lei perfetta ovunque la metti e lui di una bellezza di quelle che mi cavano il fiato, in questo film soprattutto.
Intorno a loro, un mondo in cui gli umani sono ormai tutti contaminati e dal sangue imbevibile, una parente pericolosamente vivace e Christopher Marlowe. Sì, quel Marlowe lì. È tutto strepitoso.
Quindi, ascoltate me: se il fatto che Only lovers sia un film splendido non vi convince a vederlo (e dovrebbe, è davvero un incanto, in cui il tormento della condizione di vampiro viene assaporato in ogni doloroso istante), lasciate che con una immagine vi convinca di quanto sia il film di cui avete senz'altro bisogno:

Non ringraziatemi.

LASCIAMI ENTRARE - Tomas Alfredson



Altro giro, altro preferito.
Let the right one in, visto la prima volta quasi per caso, mi ha scavato una buca nel cuore e lì è rimasto da allora. Devo essere particolarmente sensibile ai vampiri colmi di senso di colpa, altrimenti non si spiega.
In questo caso la vampira è Eli, una ragazzina che vive in Svezia con suo padre e che fa amicizia con Oskar, un vicino di casa della sua età. Suo padre la aiuta a procurarsi di che sopravvivere, ma la condizione in cui vivono li sta mettendo a dura prova entrambi. Oltretutto, gli omicidi che lui commette per nutrire lei non passano inosservati, e la faccenda di complica.
Non che Oskar sia messo meglio, comunque. Tormentato dai bulli a scuola, sogna di ucciderli per avere vendetta. Ecco che allora, nel glaciale clima nordico, il calore arriva solo dalla nascita di qusto rapporto, così profondo e genuino da annebbiare il resto.
Eli è una vampira piuttosto convenzionale, non tollera la luce, può volare e ovviamente non entra nelle stanze se non è invitata a farlo. Quando Oskar la sfida e lei soffre terribilmente io ho sofferto con lei. Il coinvolgimento è totale, l'affetto tra i ragazzini è tale che anche noi ne restiamo coinvolti in un modo che prosegue dopo la fine della visione, quando si riaccendono le luci e si torna alla normalità.
Purtroppo non ho letto il romanzo da cui è tratto nè ho visto il remake americano, ma vorrei davvero che in mezzo a vampiri mostruosi, ad assetati assassini senza scrupoli, trovaste il tempo per calmare le acque con questo gioiello.
Il cuore ne uscirà appagato.

30 GIORNI DI BUIO - David Slade



La mia reazione a caldo sul film di Slade era stata non dico entusiasta ma quasi soddisfatta.
I 30 giorni di buio del titolo sono quelli che colpiscono il Circolo Polare e che vengono intelligentemente sfruttate dai vampiri per andare a fare le scorte per l'inverno. La cittadina colpita è Barrow, in Alaska. I cittadini sono quasi tutti andati via, e i pochi che restano (tra cui lo sceriffo Josh Hartnett e sua moglie Melissa George) devono sopravvivere all'attacco dei succhiasangue.
Dimenticate la finezza dei vampiri dei due film sopra: qua le creature sono macchine da guerra, mostri assetati di sangue e con nessun rimasuglio di umanità. Tra le due tipologie, quindi, quella che mi piace di meno.
La soddisfazione iniziale è andata lentamente scemando nel corso del tempo, facendo finire il film nel Dimenticatoio dei Film Mediocri. C'è dell'azione, dei vampiri sanguinari che magari a qualcuno possono soddisfare, ma col tempo mi ha lasciato molto poco.
Adatto magari ad una serata cazzona con pizza e birra, che vengono sempre completate come si deve dalle botte da orbi. C'è però poco altro.

CRONOS - Guillermo Del Toro




Il primo incontro di Sua Maestà GDT con i vampiri ha prodotto un film particolarissimo. Non che la cosa sia sorprendente, ma come di consueto Del Toro ha deciso che a lui i vampiri comuni non interessavano granchè e quindi ne ha creati di nuovi. Ciò che porta alla necessità di assumere sangue, in Cronos, è un antico dispositivo in grado di dare a chi lo utilizzi la vita eterna. Siccome i regali non si fanno mai per niente, però, ecco che le lievi cointroindicazioni del dispositivo emergono: vita eterna ok, ma da vampiri. Jesus, un antiquario che ha trovato il dispositivo per caso, ne fa uso e ne trae istantaneo beneficio. Dispositivi di questo genere, però, restano al sicuro per molto poco tempo, e infatti Jesus viene presto cercato da qualcuno di interessato alla vita eterna.
Qui del vampiro canonico manca tutto, se non la sete di sangue e l'intolleranza alla luce. Questi elementi che ci sono, però, ci vengono raccontati in scene indimenticabili, buttati lì come un accenno e invece tatuati nella mente.
GDT fa così, senza gridare si impone al mondo con questo primo film, finendo inevitabilmente, come merita un talento sfacciato come il suo, nel panorama dei Grandi.
E il tutto con una blatta d'oro che ti rende immortale.
A voi l'onore di riuscire a replicare.

THE HAMILTONS - The Butcher Brothers



Se dopo avere visto 30 giorni di buio ancora non avete sonno e vi va ancora qualcosa di sanguinario, ecco che i Butcher Brothers vi servono The Hamiltons. 
Gruppo di fratelli alquanto bislacchi si rivela ancora più bislacco di quanto già non ci sembrasse ad una prima visione. Quasi quasi il fatto che siano vampiri è il meno.
Indifferenza totale verso questo film, che dopo la visione è finito inesorabile nell'oblio.

A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT - Ana Lily Amirpour



Ho aperto la carrellata di film già presenti nel catalogo gentilmente offerto dalla casa con due incanti. In modo diverso, il film di Jarmush e quello svedese mi avevano sciolta, volando alti alti nell'Olimpo delle Belle Visioni. Non ci finiscono tutti i bei film, badate bene, solo quelli belli belli in modo assurdo.
Accanto a loro sta questo piccolino qui, un film iraniano in bianco e nero, che è passato quasi inosservato tranne che agli occhi attenti dei grandi appassionati.
È stata una visione inaspettata, quasi casuale, ma preziosissima. La Amirpour è delicata ma decisa, come la sua vampira, coperta da un enorme chador che assume tutt'altro significato.
Indimenticabile.

Tutto sommato negli anni scorsi ero caduta sul morbido. Mi sono lanciata quasi sempre in visioni confortanti, che per qualche motivo sapevo mi sarebbero piaciute e sono di rado uscita dalla comfort zone.
Che vita facile.
Poi è arrivato Nosferatu, e la facilità è scappata dalla finestra.

martedì 10 novembre 2015

Only lovers left alive

16:32
OCCHIO PERCHÈ VI DICO COME FINISCE

È Hiddleston mania, signori.
Prevedibilmente.
Dopo Crimson Peak la crush era inevitabile, perdonatemi. E poi lo so che i calori ce li avete tutte quante, per cui non guardatemi con quell'aria lì di giudizio che vi vedo.

Dopo avere visto anche Only lovers left alive, l'ultimo film di Jarmush, del 2013, ho capito con certezza l'arma con cui il buon Tom ci ha fregate tutte quante: gli occhi. No, non solo perché sono tanto belli, grazie tante. Perché li sa usare, il maledetto, e li sa usare in un modo che non lascia scampo ad anima viva. Il modo in cui guarda le donne di cui è innamorato rappresenta in pieno quello sguardo che tutte noi desideriamo ci sia rivolto. Che poi sti occhi siano anche incorniciati da uno dei più bei visi dell'industria cinematografica moderna è solo un punto in più, ma non è quello centrale. O quest uomo è davvero molto innamorato anche nella vita reale (e allora, chiunque tu sia, o donna fortunata, a te vanno i miei più sinceri complimenti), oppure è un attore grandioso. La seconda la dò per certa.


Questa volta il suo sguardo è rivolto a Eve, una sempre divina Tilda Swinton. Sono due vampiri, sposati, che vivono a distanza. Si riuniscono a causa della fragilità di lui, che lo porta ad avere desideri suicidi. Si unirà a loro Ava, sorella di Eve, che porterà notevole scompiglio.

Mi tocca ripetermi, mi ci costringete: date ad un film horror (definizione un pochino vaga per questa volta, ma passatemela, dai) una storia d'amore e vi scompiglierà le viscere come nessuna commedia romantica sa fare. Anche quando è estenuantemente lenta come questa.

Raghi, guardare Only lovers left alive è difficile, perché si prende tutta la tua concentrazione per due ore e se solo lo guardi un po' più alla buona ti rompi le palle e buonanotte al secchio. Ma se ti annoi rischi di perderti una bellezza incredibile. Una fotografia così cupa, luoghi così belli (ho una passione per i paesi arabi e tutti i miei amici leggeranno questa frase e ricorderanno quanto gli rompo i cosiddetti perché voglio andare a Istanbul), sguardi così coinvolti, corpi che non possono stare separati.
Non so il motivo per cui i due vivessero separati ad inizio pellicola, ma quando si rivedono è una botta di intensità non indifferente. Dal momento in cui lei si precipita a Detroit per correre in soccorso di Adam i loro corpi non sono quasi mai completamente separati. Gambe accavallate, corpi intrecciati, mani cercate. È incantevole starli a guardare, è poetico vedere lei sempre alla ricerca della voce di lui, anche solo per farsi raccontare storie che già si conoscono a memoria. Così come è gratificante vedere lui cambiare espressione dal momento in cui lei varca la soglia, vederlo rinascere solo perché lei gli gira intorno.



Sono due personaggi pieni di carisma (lo so che è una parola che uso sempre, scusatemi, non ho un vocabolario particolarmente vasto), eppure opposti: Adam affranto, ha perso ogni speranza, ogni fonte di gioia, niente lo appaga abbastanza da fargli desiderare di vivere ancora, almeno fino a che non torna lei. Eve, invece, affettuosa e dolcissima, riesce ancora, dopo secoli, a godere delle piccole cose, di una partita a scacchi, di un ballo insieme a lui, di un libro. È forte il contrasto con lui, che invece non riesce più a trarre soddisfazione nemmeno dalla musica.Mentre lei poi si tiene al passo con i tempi, quasi fosse affascinata da quello che gli uomini possono creare (ha uno smartphone, i suoi vestiti sono alla moda - espressione che odio - rispetta le tradizioni di Paesi diversi dal suo . . .), lui è ostile. Ha la possibilità economica di comprarsi a sua volta un telefono con cui la comunicazione con l'amata sarebbe più semplice, invece ricorre a bizzarri sistemi immagino di sua creazione pur di non riconoscere che anche gli zombie (noi umani) possono fare qualcosa di buono. L'unico zombie accettato è Ian, il che mi fa un po' arrabbiare, perché è troppo comodo che l'unico che ti piaccia sia quello che fa tutto quello che vuoi senza troppe domande rognose, caro il mio Tom. Vive costantemente nel passato, nemmeno si compra uno stetoscopio nuovo, eppure parlare di persone o eventi che non ci sono più sembra gli costi fatica. Come se niente del nostro tempo possa prendere il posto di quello che abbiamo perso, come se per l'umanità non ci fosse più speranza. Eppure, quando alla fine sono costretti ad uccidere dei giovani per nutrirsi, ritorna a fare i grandi discorsi colti di cui è capace. Come se volesse innalzarsi, o purificare l'atto che sta per compiere. Chissà se questo ha un senso o sono le follie di una che non ha capito il film.

Io, nell'umanità, ancora ci credo. Fino a che ci saranno le canzoni di Leonard Cohen, fino a che gireranno film così intensi, fino a quando giovani ricercatori lavoreranno sottopagati solo per portare avanti un ideale, io ho fiducia. Il talento e i valori mi fanno credere nell'uomo, talmente tanto da farmi passare quasi sotto gamba i 100000 che dovevano essere a Bologna nei sogni di Salvini. Ci credo davvero, eppure il film di Jarmush mi è piaciuto un sacco.

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