giovedì 22 dicembre 2016

Non solo cinema: Guida galattica per gli autostoppisti

21:13
Che a me viene sempre da chiamare Guida galattica per l'autostoppista. Al singolare.

Ce la ricordiamo la Mari di una volta? Ostile alla fantascienza tutta, 'che non mi si parli di robot e astronavi che vi lancio fuori dalla finestra'. E sì, horror e fantascienza sono due lati dello stesso genere, quello del Fantastico, e sono tanto legati e si vogliono tanto bene, ma a me ne piace solo uno. Così è la faccenda.
O meglio, così era la faccenda, dato che in una settimana si è parlato prima di Star Wars e ora, immancabilmente, di Douglas Adams.
Non lo so cosa sia successo e non voglio parlarne, prima o poi mi rivolgerò ad un professionista così che risolva quel groviglio di orrori che è il mio cervello.


La Guida galattica è una trilogia in cinque parti, che ha questa premessa: la Terra è andata distutta, e con essa l'umanità intera. Con un'eccezione però: il terrestre Arthur Dent è sopravvissuto al disastro, salvandosi insieme a Ford Prefect, il suo amico alieno. Non che Arthur fosse a conoscenza della sua natura extraterrestre, comunque. Insieme elemosineranno un passaggio ad un'astronave di passaggio, e da quel momento inizierà per loro una sequela di avventure in giro per l'universo.

Partiamo da alcuni sacrosanti presupposti:
1. Douglas Adams era un fenomeno, questo è indiscutibile e la sua capacità immaginifica era straordinaria. Chissà cosa avrebbe creato con un po' più di tempo a disposizione.
2. A me il nonsense piace molto. Mi diverte da matti.

Con queste premesse crederete che la Guida galattica sia diventata uno dei miei libri preferiti.
Ehhhhh. No.
Siamo di fronte a 800 e qualcosa pagine (se si legge la trilogia in cinque parti per intero) di puro nonsense. Quasi non c'è altro. Sì, ci scappano l'avventura, lo spazio, i robot (Marvin <3, ti ho amato appassionatamente), i topi. Ma fondamentalmente è un distillato di fortissima e ferocissima ironia britannica.
Insomma, fa spaccare dal ridere. Ma proprio di quelle belle risate a voce alta!
Però per me ad un certo punto è stato troppo. Ok, io sono quella che non ama la comicità, è mille volte più facile farmi piangere che ridere, eccetera eccetera, ma guardate che 800 pagine di solo ed esclusivo humor, battute, frecciate, trovate folli, si sono susseguiti quasi spintonandosi per uscire per tutto il tempo, ed alla lunga questo mi ha reso la lettura un po' impegnativa. Ho anche considerato che fosse colpa mia: io leggo quasi sempre più di un libro per volta e alternare questo uragano di follia a qualcosa di più convenzionale forse me lo avrebbe reso più digeribile. Adesso sono in iperglicemia, sono riempita di zucchero da qui all'eternità, mi tocca una tragedia greca per ribilanciare.

Io lo regalerei tantissimo a qualcuno di molto giovane: l'inventiva di Adams nel creare marchingegni spaziali è esilarante (c'è il Motore ad Improbabilità Infinita, la macchina Nutrimatica, il Vortice di Prospettiva Totale...) e ispiratore, la vicenda è appassionante e si presta benissimo alla fandom più selvaggia, la scrittura è leggera e scattante. Sarebbe perfetto per un ragazzino di 15 anni e tanta passione da sfogare. Io, purtroppo, ne sono stata colpita solo in parte, e sono arrivata a finirlo per senso del dovere. Di Adams comunque cercherò di leggere altro perchè un cervello così va valorizzato il più possibile.

C'è anche da dire questo, in difesa del romanzo: io e la fantascienza ci guardiamo ancora male e a distanza, non fa niente se mi è piaciuto molto Star Wars. Forse se tutto questo delirio colorato e arzigogolato fosse stato impiantato in una storia più affine ai miei complicatissimi gusti l'avrei amato alla follia, chi lo sa. Forse un horror idiota così mi avrebbe perso un filino di pathos, ma magari gli avrei voluto bene comunque.
Mi sa che ho solo fatto il passo più lungo della gamba.

Qui il link per acquistarlo su Amazon

lunedì 19 dicembre 2016

Cold Prey

14:53
IO HO FREDDO.
L'inverno mi fa schifo, soffro le temperature in un modo esagerato che mi causa dolore fisico e umore di merda da qui a maggio inoltrato, e per di più vivo in Pianura Padana, sia essa eternamente maledetta. Voglio 40 gradi all'ombra sempre.
Non sono disposta a vivere in questa pestilenza da sola.
Voglio vedere qualcuno che stia peggio di me, e che abbia più freddo.
Quindi, Cold Prey.


Siamo in Norvegia, fa un freddo porco, e un gruppo di giovani irresponsabili vuole andare a fare snowboard come fanno tutte le persone coooool. Uno, in un momento di celodurismo sullo snow cade e si rompe una gamba. Gli amici lo portano in un hotel lì vicino, che sembra abbandonato e quindi SENZA RISCALDAMENTO, sperando di chiamare i soccorsi.
Non è abbandonato come sembra, ma almeno si sono accesi il fuoco.

Inizio a prendere il film poco sul serio a nemmeno venti minuti dall'inizio. Amico si rompe una gamba. Ci sono due coppie e uno single, quale sarà il ferito? Non ve lo dico nemmeno. Cade, urla, viene raggiunto dagli amici, e con grandissima fortuna di tutti una di loro ha interessanti skills mediche. Pensa un po' che culo. La frattura è, insospettabilmente, scomposta, quindi va rimessa a posto prima che si faccia ancora più brutta. E qui, con un fremito dato dalla tensione, attendevo con ansia che LA frase venisse pronunciata.
'Questo ti farà male.'
Non sono stata delusa.
In virtù di ciò, ho iniziato a trattare il film con la leggerezza che chiaramente meritava, fino al momento in cui ho assistito ad ossa tenute insieme con l'attack, e allora sono state risate per tutti. O meglio, io skills mediche non ne ho alcuna, sia chiaro, quindi potrei benissimo sbagliarmi. Le ossa tenute insieme con la supercolla però mi hanno quantomeno...intrigata.

Parliamo ovviamente di cose alle quali si potrebbe anche passare sopra, se il resto fosse un film eccezionale. Ma, come prevedibile, non lo è. Non è uno di quei famigerati FDC che lasciano solo dolore al loro passaggio, è peggio, È uno di quegli slasher molto molto convenzionali, con la sola caratteristica di essere europeo e non americano. Essere simile a mille altri può non essere un problema, se ci fosse altro da offrire: un guizzo di genialità, prove attoriali incredibili o scrittura da Oscar. Qua non ci sono, ci si limita a riportare su pellicola la solita brodaglia: gruppo di amici in vacanza, casa/hotel abbandonato, telefoni che non prendono e gente che cerca di farli fuori. Poi si arriva alla final girl e allo scontro.
I ruoli dei ragazzi sono ben noti (la bella, la sveglia, il simpaticone...) e quasi caricaturali (il limone durissimo e selvaggio, queste bizzarre strategie mediche, sono un po' troppo dai), la situazione di isolamento e paura purtroppo mi è arrivata poco e niente, nemmeno il solito bel sangue-su-neve c'è stato. Confidavo allora nel villain: non sono tutti Wolf creek, ma insomma si poteva fare meglio. Questo sembra uno scimmiottamento del mio intoccabile Myers: omone gigante che non spiccica parola manco per piacere, di cui non si comprendono le motivazioni (ci hanno provato sul finale ma se non ci avessero provato sarebbe stato meglio per tutti), ma che di sicuro vuole solo far fuori la gente.
Io di Michael Myers però avevo un paurone, questo qua mi ha lasciato calma da morire.
E per lasciare calma me...

venerdì 16 dicembre 2016

Non solo horror: Star Wars - Una nuova speranza

14:53
Sottotitolo: un post di incoraggiamento per fidanzate rassegnate

Un breve recap per chi passa di qui per la prima volta: Riccardo è l'anima pia che ha buon cuore di sopportarmi. Dalle mie parti lo chiamiamo moroso. I film piacciono parecchio anche a lui, ma una cosa regna incontrastata nel suo giovane cuore: Star Wars. Se voglio che lui mi accompagni a vedere le cose che piacciono a me, io devo andare a vedere quelle che piacciono a lui, e quindi giovedì ero in sala a vedere Rogue One. 
Magari di quello diciamo due parole dopo, ma il succo è che anche stavolta, come era stato per Episodio VII, esco dalla sala promettendomi (e promettendogli) di vedere Una nuova speranza. 
Perché farlo, vi chiederete non a torto, se la fantascienza e il fantasy non sono affatto i tuoi generi? Perchè Star Wars ha, ai miei occhi, un potere pazzesco: la sua popolarità è trasversale e imprevedibile, in sala si trovano persone di ogni età (ed è tenerissimo vedere papà o nonni che portano i bambini nel proprio mondo, mi fa una tenerezza incredibile e lo trovo di una bellezza rara), di ogni genere, di ogni tipo. Dal classico nerd pieno di stereotipi al direttore di banca, dal muratore alla organizzatrice di eventi. Uomini e donne indifferentemente di qualsiasi età. L'amore che una saga del genere può suscitare è universale, è un costruttore di immaginari e fantasia, e se anche il film mi dovesse fare pena e compassione, questo potere supererebbe il concetto di gusto personale, per finire a fare la Storia.
E quindi eccoci qua.


L'universo è diviso tra l'Impero, forza del Male che ha il controllo, e i Ribelli, il cui ruolo è facilmente intuibile. Su questo sfondo si muove Luke Skywalker, un giovane rimasto solo al mondo che un giorno, trovando un messaggio da parte di una donna in pericolo, parirà per salvarla insieme ad Obi Wan Kenobi, un vecchio Jedi.

In queste poche e fraintendibili righe ho riassunto un film che è una perfetta macchina per soldi. Non vedetela come una frase negativa, non vuole esserlo, anzi. Tutto in Star Wars funziona alla perfezione per colpire drittissimo e lasciare folle di fan adoranti. Dalle prime scene, infatti, l'empatia è quasi totalizzante. Prima, però, il colpo di furbizia: i droidi. I due robottini (non fustigatemi, dai, son robot) che ci vengono presentati dalle prime scene e che ci accompagneranno per tutta la saga si rivelano (a grandissima sorpresa per me) due personaggi splendidi, ironici e leggeri, che sgrassano un po' un'atmosfera che altrimenti sarebbe risultata troppo seriosa. Quindi, partiamo già intrattenuti da questi due omini e finiamo per essere nostro malgrado più coinvolti di quanto ci piacerebbe ammettere. Questa ironia, però, non si limita ai due droidi: tutto il film ha momenti di leggerezza, soprattutto con l'arrivo di Han Solo e Chewbecca. Non solo così ti tieni incastonati i bambini, ma anche conquisti quelle come me, che non amano sparatorie spaziali nè spade laser.
Accanto alle risate, poi, arriva l'epicità, elemento necessario per fissare ben bene il film nelle giovani menti. La colonna sonora, iconica, quasi mitologica, è presentissima, le scene silenziose sono davvero poche. Oltretutto, si usa abbondantemente quell'escamotage (che io amo, eh, non vedetelo come una critica) del riproporre in giro per il film, con toni e volumi sempre diversi e adeguati alla situazione, il brano principale, scatenando furiosamente i feels.
Poi, ovviamente, entrano in gioco quelle dinamiche che a me colpiscono meno ma di cui riconosco senza dubbio alcuno il valore: l'azione, le sparatorie, gli inseguimenti, i voli, i combattimenti. A me dicono poco, non sono la cosa che mi spinge ad amare o meno un film. Però la capisco benissimo, e la testimonio ogni giorno quando ne parlo con Riccardo, la sensazione per cui quando sei piccolo tutto appare magico, e incredibile, e appassionante. Lo capisco che un bambino (ma anche un adulto) messo di fronte a Guerre Stellari abbia uno sguardo talmente stupito, curioso, desideroso divedere sempre più e, lentamente, inesorabilmente, innamorato.
Poi cresci, diventi un professionista, un padre di famiglia, generi luminosi eredi. E trent'anni dopo, esce un nuovo Star Wars, tu ritorni il bambino che eri. Guardi il tuo, di bambino, e desideri passare a lui quella passione grande che ti porti dietro da una vita. E allora lo porti in sala, a guardare le solite spade laser e i soliti ipovedenti stormtrooper, e speri che si innamori come te.
E fai piangere come una fontana la povera Mari, che finisce per fare chilometrici post sul suo blog.


Come vi dicevo, due brevi parole su Rogue One, con un'anticipazione.
Ho dormito 3/4 del tempo, quindi del film non credo di poter dire alcunchè, ma con mia somma fortuna ho potuto assistere al momento in cui Darth Vader ha fatto la sua ricomparsa, con la voce originale. L'espressione di Riccardo è stata IMPAGABILE.
È per questo che Star Wars è, a prescindere dai gusti soggettivi, un capolavoro: quello che ha fatto, e che continua a fare, alla mente di chi ci è cresciuto è insostituibile. L'emozione è reale, l'entusiasmo è dilagante e contagioso, i sentimenti in gioco sono gli stessi di quando si avevano 6 anni, è una passione che non conosce raffreddamento.
È il Cinema nel suo punto più alto.




Un paio di link:
Il post de i400calci, che riunendo diverse voci mostra quanto è vero quello che ho detto. Ognuno parla del proprio rapporto personale con il film e la saga in generale, e sono tutti racconti pieni di tenerezza e amore sconfinato.
Il link al DVD della Sacra Trilogia.



mercoledì 14 dicembre 2016

Non solo cinema: Barcamenarsi nel marasma Stephen King

18:09
Entrate in una libreria, preferibilmente in una grande catena a caso. Dritti a muso altro verso la sezione Horror. Davanti a voi solo due cose: Twilight e Stephen King.
Questo è sbagliato sia per la povera narrativa dell'orrore che per il mica tanto povero SK, che secondo me ne ha anche un po' piene le tasche di sentirsi limitato ad un genere.
Siamo vicini a Natale, e se la mia Guida ai regali non fosse sufficiente, ecco un altro spunto. Il vostro amico/amore/genitore/collega vuole iniziare con King ma voi non ne sapete niente? Ecco come uscire indenni dalla sezione horror della vostra libreria.

Una rara foto di SK mentre fa il cosplay di Leo Ortolani

La prima regola per non toppare il regalo è conoscere un minimo il destinatario. Sembrerà banale, ma guardate che non è così. Questo post è pieno di miei suggerimenti basati su quelli che sono i miei gusti, e come tale va preso. Altro disclaimer necessario è che non ho letto tutta la produzione del signore in questione per un semplice motivo: ho solo 26 anni e il fetecchione è la penna più veloce del west.
I link in rosso sono quelli che, come al solito, vi rimandano alla pagina Amazon.

Un primo, grande, dilemma: è vera la diceria sul fatto che dopo l'incidente King si sia dimenticato quello che sapeva fare?
IMHO, sì.
Quindi via libera a tutto ciò scritto prima del 99 e un po' più cautela con quello venuto dopo.

Prima grande distinzione da fare: romanzi o raccolte di racconti?
Tenendo sempre bene presente il gusto del destinatario del libro, il mio consiglio è sempre uno: racconti >>>>>>> tutto il resto.
Se diamo per scontato che SK sia molto bravo e basta, dobbiamo anche ricordare che è umano e che qua non siamo (più) fangirl: ha pregi e difetti, in alcune cose è più bravo che in altre, e per me i suoi racconti sono quasi perfetti.
La mia preferita è tra le più famose. Banale? Siamo d'accordo, ma se una cosa diventa così popolare un motivo ci sarà. Signori, c'è da leggere Scheletri. I racconti contenuti sono tanti e generalmente brevi, e fanno l'ovvio effetto ciliegia, ne inizi uno e ne vorresti leggere altri quindici. Manipolare con cautela: è contenuto qui un racconto che ad oggi è il mio preferitissimo ma che ai tempi mi ha tenuta ben sveglia la notte: La Nonna. Perché SK non fa paura sempre, ma nemmeno lo vuole. Ogni tanto, però, lo vuole, e allora sono volatili senza zucchero per tutti.
Le raccolte di racconti di King si distinguono in due 'sottocategorie': le raccolte con quattro/cinque storie più lunghe, quasi delle novelle, che non prediligo, e quelle brevi, le cui raccolte contano centordici storie per volta e che ci lasciano sazi e soddisfatti. A questa seconda categoria appartiene anche Tutto è fatidico, non da sottovalutare. Un nome su tutti per la categoria 'novelle': Stagioni diverse. Ma occhio ai cuori deboli: è quella di Stand by me.
La cosa molto carina delle raccolte di racconti è che presentano sempre qualche riga per raccontare la nascita del racconto, e King è sempre adorabile quando parla di sè.

Prima di passare ai romanzi è il caso che vi procuriate dei popcorn, temo che faremo notte.

Il mio preferito: Dolores Claiborne. Paradossalmente, ha uno stile che non c'entra niente col King a cui siamo abituati, ma a me ha intrattenuto come pochi altri libri in vita mia. In prima persona, Dolores racconta, in un lunghissimo interrogatorio con la polizia, fatti ed eventi della sua vita, che culminano con la morte della donna di cui lei era la colf. Divertente all'inizio, importante poi. Parla di rimorsi, tragedie e amicizia. Va bene regalato a chiunque, salvo magari la vecchia zia bigotta a cui non piacciono le parolacce. Ma a lei evitate proprio di regalare SK, ecco. Un centrino può andare.

Mettiamo invece che ci sia il vostro cuginetto dodicenne che si diverte come un matto a guardare i film horror di nascosto dalla mamma. A lui va regalato It, non si discute. Qualcuno dovrà iniziare il giovane ai capolavori della letteratura, e quel qualcuno volete essere voi. È lunghissimo ma ha il solito linguaggio molto colloquiale che lo rende agibile a tutti. Tu ci metti impegno perché gli dedichi molto tempo, ma lui alla fine ti ripaga, perché è indimenticabile. Pensate al vostro cuginetto sotto le coperte, con la torcia perché la mamma vuole la luce spenta alle 10 (clichè? concedetemelo), a farsela sotto con un volumone gigantesco, ma incapace di smettere. Come parla di bambini lui, pochi altri. E ok che per mezzo romanzo i protagonisti sono adulti e vaccinati, ma quell'infanzia lì, e soprattutto quell'incubo lì, se li sono portati dentro. E così farà il vostro cuginetto, amandovi appassionatamente per il grande dono che gli avrete fatto.

Nelle vostre conoscenze, poi, si staglierà indefessa la figura del cinico, quello che King non va bene perchè l'horror è caccapupù per i deviati eccetera eccetera. Costoro meritano dolore e sofferenza. Pet sematary dovrà scendere su di loro per rimettergli l'anima a posto. Ne riparliamo, miscredenti.

Cose preziose è uno dei romanzi più controversi: o lo si ama o lo si odia. Io, che sono appassionata delle storie ambientate in piccole comunità, ho finito per adorarlo. In generale, le piccole cittadine del Maine sono una costante del Re, e se abitate in paesini alienanti come la sottoscritta (3500 anime a voler arrotondare un po') e volete fare un po' di autoironia paragonando i vostri compaesani a personaggi da fiction, a voi serviti: La tempesta del secoloColorado Kid (non amatissimo, ma io a tratti l'avevo trovato interessante), il più recente Joyland, perché comunità più chiuse dei luna park non me ne vengono in mente.

Sono molto affezionata anche a La bambina che amava Tom Gordon, per motivi a me del tutto sconosciuti, dato che è un romanzo in cui succede poco e niente. Ma alla bambina del titolo ho voluto un gran bene, quindi consiglio anche lui.

Per un purista dell'horror nudo e crudo, invece, ci vogliono i vampiri. SK tira in ballo di tutto: fantasmi, alberghi infestati, persone con poteri sovrannaturali, automobili con una coscienza, il Diavolo in persona. Ma niente, niente, funziona come i suoi vampiri. Le notti di Salem è quasi una lettera d'amore per Dracula, e come tutte le lettere d'amore, funziona benissimo.
In ultima istanza, all'horrormaniaco va regalato Danse macabre, che vuole essere un saggio sull'horror ma che alla fine si rivela il racconto di una vita narrato attraverso la storia di una grande passione: quella per il cinema horror, appunto. SK ne sa a pacchi, ha visto quasi ogni cosa possibile e ne parla con amore e competenza.

E la serie de La Torre Nera?

Quello che sto per dire è forte e pregno di provocazione: non mi è piaciuta. È una saga fantasy in millemila volumi, di cui a me ne è piaciuto solo uno (il secondo, La chiamata dei tre), tanto da costringermi a mollarla all'inizio del quarto volume. YOLO. Da regalarsi solo agli amanti del fantasy o ai fan sfegatatissimi in attesa smaniosa di quella che non ho ancora capito se sarà una serie tv, un film, o entrambi.
[NB: le prime foto del set però sono bellissime, e se tutti sono rimasti affascinati da Idris Elba, io ho lasciato il cuore su Matthew McConaughey. CIAO.]

Il vero potere di SK, per me, aldilà della bellezza delle sue storie, è quello di essere così incredibilmente popolare. Il mondo è pieno di persone che non leggono o che leggono troppo poco, ma che hanno sempre l'ultimo King in casa. E se avvicini anche solo una persona alla lettura, per me hai vinto. Se aiuti l'editoria di tutto il mondo a fare ancora qualche soldino a me va bene sempre, anche se ultimamente ti sei dimenticato di come facevi battere il cuore alle persone, dalla paura o dall'emozione.
God save the King.




lunedì 12 dicembre 2016

Found

12:13
Mi ero svegliata di buonumore. Il lunedì qui è giorno di horror ed ero determinata a buttarmi di nuovo sotto il treno dei survival, perché al momento non guarderei altro. Poi il mio sito di streaming preferito mi ha buttato fuori sto Found, della cui esistenza io ero totalmente ignara. Leggo l'accenno di trama, mi ispira, ed eccoci qua, con buona pace del mio survival.

Found si apre con un ragazzino, Marty, che frugando tra le cose del fratello maggiore trova una testa umana, e finisce così per scoprire che questo è un serial killer. 
Una cosina leggera per iniziare la settimana in freschezza.

Lo sapete perché è GIUSTO che i siti di streaming chiudano? Perché sono fetenti. Perché tu vuoi tensione e magari farti un po' la cacca sotto, ma vuoi mantenere integra la tua già traballante emotività. Non necessariamente vuoi iniziare la settimana con la morte nel cuore porco il giuda ballerino. E invece no, lui ti spta fuori titoli inesplorati e decide che se i subbatori hanno sofferto tu devi unirti al club soffritori. Mannaggial'oca.

Perché fa così male, sto Found?
Il protagonista è un ragazzino pieno di lentiggini (motivo per cui capirete che empatizzo molto), vessato dai bulli (continuo ad empatizzare), con una famiglia apparentemente tradizionale e infine un fratello omicida. È appassionato di film horror e graphic novel (empatia top level) e ha un solo amico, David. 


Piano piano che il film prosegue, però, anche quella famiglia apparentemente tradizionale diventa fonte di disagio. Ci sono segreti, cose non dette sia gigantesche che più piccole, ma soprattutto ci sono occhi ciechi. Sotto allo strato carino con mamma e figlio minore che prendono in giro il litigio babbo vs figlio maggiore c'è, per fare solo un esempio, un odio razziale sconfinato e involontario ispiratore. E allora, quando questo si palesa, diventa tutto più chiaro. Mai giustificabile nè comprensibile, ma si tira quel sospiro di sollievo da 'AAAAAhhhh ecccooooo'.
Mi rendo conto che agli occhi di chi non abbia visto il film io sembri parlare in italiacano, ma posso garantire che ha un senso. 
Vediamo se riesco a parlare anche per chi sia ancora libero dal dolorone di sto film:
Marty ama moltissimo suo fratello. La passione per l'horror l'ha presa da lui, lo emula e guarda con ammirazione. Spulciando proprio tra le cose di Steve (il fratellone), trova una videocassetta, che sembra davvero essere stata di ispirazione per i suoi crimini. Ed era troppo facile così, vedere un film che è bruttissimo e violentissimo e malatissimo e pensare che la sola visione ti renda uguale al protagonista. Io e un gruppetto di persone che bazzicano per la blogosfera dovremmo essere tutti rinchiusi nella stessa cella. Invece no, Found va oltre, ribalta l'apparente semplicità e ti ricorda che tu hai delle radici, e che queste devono per forza averti lasciato qualcosa, nessuno ne è indenne. 
E allora la violenza dilaga, si trasmette come un virus tanto che persino la creatura più innocente ad un certo punto esplode rischiando di superare un grosso limite. Nessuno ne è indenne. 
Marty, quindi, ad inizio film è una persona, e alla fine è tutt'altro. Chissà che cosa resterà di lui, dopo quel devastante finale. Lo aspettavamo, detto in tutta onestà, non è stato un sorpresone. Ma ciò non toglie che sia stato straziante e dolorosissimo.

In tutto ciò non ci è risparmiato il lago di sangue. Certo, prevedibile anche questo in un film che parla di un serial killer, ma la carta splatter è stata a mio parere giocata benissimo. Troppo facile mostrare Steve che uccide. Qua la scena più impegnativa è indiretta, metacinematografica: c'è di mezzo una VHS che non voglio vedere mai più mai più mai più. Era da un sacco che non vedevo scene così toste e ci sto mettendo un po' a digerirle. Certo, fossero state inserite in un film discetamente di merda forse adesso le avrei già mandate giù, ma qui, buttate lì quasi da avvertimento, sono state tostissime. 
E le lacrime di quel povero Marty, colpevole solo di essere nato nella famiglia sbagliata e di non essere ancora interessato alle tette, sono state un macigno. 
Mi sento un po' sporca, un po' scossa, un po' triste. 
Io, che per mio fratello mi sono privata di tutto, che ho difeso lui sopra ogni altra cosa e persino al di sopra della mia stessa dignità, io che sono la maggiore, e che quindi quando sento Steve implorare Marty di non piangere mi sento cadere il cuore, non sono pronta a rivedere sto film in tempi brevi. 
Sentire Marty dire che quello non era Steve, non poteva essere Steve, è stato devastante. Mio fratello non può fare queste cose, mio fratello è l'unico che mi ascolta, è l'unico che capisce, è l'unico che mi difende. 


Oggi pomeriggio con un sorriso sgargiante andrò a vendere i pasticcini per Santa Lucia con quel film qua sul groppone. Pensatemi.

sabato 10 dicembre 2016

Maripensiero: Gift Guide 2016

14:10
Un giorno capirò come funziona facebook, e quel giorno capirò come mai le persone che mettono il like alle pagine vedono solo alcuni contenuti. Quel giorno non è oggi, chiaramente. Giorni fa ho attivato il programma affiliazione di Amazon, e questo post è ovviamente una scusa per ribadirlo anche qui,visto che su fb è stato visto da più o meno solo me e una mia amica, sperando che la cosa non arrechi fastidio nè danni fisici ad alcuno.

MOMENTO SPIEGONE PER CHI FOSSE NATO SU NAMEK
Da un paio di settimane in fondo ai post trovate dei link. Se parlo di un film il link rimanda alla pagina Amazon da cui acquistare il dvd o il bluray del film in questione, se parlo di libri idem. Io ci guadagno una piccola percentuale e voi non spendete niente in più. Sì, si fa per guadagnare qualcosina e sì, conto di diventare ricca entro la fine dell'anno. Anche alcuni dei link che troverete qui saranno link affiliati e più ne approfittate più il mio proposito di ricchezza e lusso si realizzerà.

Per non fare un post con il solo scopo di dirvi una cosa che con molta probabilità nemmeno vi interessa, ecco il modo per arricchirlo con un briciolo di contenuto. Tra poco è Natale e a me la cosa fa venire voglia di morire, MA voglio i regali. Li volete anche voi. E se quindi io sbavo su questa serie di cose, voi dovete sbavare con me. Mi sono allargata come mio solito, però, perché non di solo Amazon è fatto il web.
Prometto che non ci saranno magliette con scritto I'd rather be reading nè tazze con scritto Netflix&Chill. Qua ci sono solo cose che piacerebbero un sacco a me. Praticamente una wishlist.

Se avete amici che fanno finta di essere autori di successo

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Questo splendore è scritto da Jeff Vandermeer, che tutto l'universo letterario conosce per la trilogia dell'Area X che a quanto pare è piaciuta a tutti tranne che a me. Coloratissimo e pieno di spunti interessanti, racconta come si racconta una storia. Ed è bellissimo.

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Se invece il vostro amico fosse un hipster di cacca come me e scrivesse i propri libri a mano e a matita (ehm), qui una serie di matite incoraggianti. Oh, son bellissime.

Per chi è più bravo ad avere a che fare con persone scritte in un libro che con quelle reali

Mai regalare un libro ad un lettore se non lo si conosce benissimo. Siamo creature snob e dai gusti generamente altisonanti, rischiate di rovinare anni di rapporti felici. Il mio (non richiesto) consiglio è di lanciarsi su edizioni particolari di libri che si sa già l'interessato ama. Quelle illustrate, imho, sono la cosa migliore mai creata.

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Bur ha tirato fuori dal cappello magico questa collana bellissima di classici illustrati. Sono una roba incredibile, e se io vi ho linkato qui solo quelli che per ovvi motivi mi attraggono di più, sappiate che esistono, tra gli altri, anche Peter Pan, Moby Dick, La Divina Commedia, Jane Eyre. Nemmeno 15 euro l'uno.

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Lo so che lo aspettavate. A me spacca il cuore perché è uscito da più di due mesi e ancora non l'ho potuto prendere. Se avete qualcuno che ama i libri di HP molto più di quanto ami i film, questo è una coccola. I disegni sono incantevoli, molto più rappresentativi di quanto i film siano mai stati. Io col primo volume faccio questo: quando sono di cattivo umore (spoiler: sempre), mi faccio un tè con i frutti rossi, o una tisana per dormire, mi siedo sul letto con lo scaldasonno accesso, metto una candela (sì, come le biutiblogger, mi piacciono le yankee candle, ok?) e sfoglio Harry. Ti rimette in pace con l'universo.


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Se siete a conoscenza dell'amore verso un autore o un tema in particolare, ecco che Newton Compton (che da tempo è quella col trattamento più furbo verso i classici, ma col catalogo narrativa più tremendo della storia ever) ci viene incontro con i suoi Mammut, 10 euro di parole. Io qui ho messo Lovecraft, ma c'è davvero di tutto. I miei preferiti: la letteratura dell'800, tutto Sherlock Holmes, i grandi romanzi gotici, la serie di Piccole Donne, l'ombnibus di Jane Austen, I tre moschettieri + Vent'anni dopo, e ovviamente la raccolta di grandi romanzi horror. Ma ce n'è davvero per tutti i gusti.


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E se l'amicone legge in digitale? Innanzitutto l'amicone fa bene. Poi vi offre una praticissima idea regalo: la custodia per il suo lettore ebook. Quella della foto è adorabile, ma il web pullula di siti che personalizzano le cose.


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Qualche veloce consiglio se si parla di fumetti. Sclavi is back, back again, con una storia che si chiama Dopo un lungo silenzio. Per gli amanti di DD. Quindi immagino per tutti, ché tutti si ama Dylan, giusto?

Un ultima coccola per chi ama NEIL GAIMAN. Se nella vostra vita ci sono persone che non amano NG, quelle sono persone da debellare. Lo shop con i suoi gadget si chiama NeverWear, e ditemi che il nome non è una chicca bellissima.

Se il cinema non è una passione solo vostra ma anche, fortunelli, di qualcuno che vi sta intorno

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Questo costa una sassata. Ma se siete disposti a spendere qualcosina in più per qualcuno che se lo merita molto e che magari ci scappa pure che ami Del Toro, è un regalo da piangerci. A me è stato regalato per il compleanno (e sì, me lo sono meritata), e questa può fare da review: è un gigavolumone, che sta bene anche come libro da coffee table e quindi vale anche come doppio regalo, pieno di foto, racconti, aneddoti, disegni, del regista del fantastico che mi ha rubato il cuore. Si parla della sua splendida casa-museo, dei numerosissimi quaderni che tiene da anni, dei suoi film. Ci sono anche moltissimi interventi di personalità di insignificante rilevanza, come Cameron, NEIL GAIMAN! NEIL GAIMAN!, e chiaramente di Ron Perlman, senza il quale il libro in sè non sarebbe stato nemmeno immaginabile. Bellissimo e basta. Costa comunque una sassata, vi ho avvisati.

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 Questo negozietto Etsy vende script di film e serie cult, autografati. Qualcuno crede che quegli autografi siano reali? Spero bene di no, ma se come me il destinatario del vostro regalo ama le scartoffie, questo pensiero può essere davvero carino. E con una 15ina di € ci fate bella figura.

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Io non amo i dvd. Non li colleziono, ne ho giusto 4 o 5 dei film che contano di più. Non so quanto oggi abbia senso acquistare o regalare dvd semplici, ma ci sono alcuni pacchetti da collezionista che secondo me sono ottimi da regalare. Sono la classica cosa che uno non si comprerebbe mai perché costa ma che, se regalata...
Quella della foto è di Blade Runner ha poster, bluray, maglietta e cartoline. Ma è solo un esempio ovviamente. Il web ne pullula.

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Altra collana carina da morire: Big Ideas Simply Explained. Sono libroni, quindi anche questi validi come coffee table books, che parlano in modo efficacissimo e colorato di mille argomenti e hanno un prezzo ridicolo, siamo anche qui sotto i 20 sacchi. Questo è per ovvi motivi quello che desidero di più, ma non scherzano nemmeno quello sulla letteratura o quello su Sherlock Holmes. Per i più letterati tra noi c'è pure Shakespeare.

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Per motivi a me del tutto inesplicabili la maglietta cinematografica che trovo più bella di tutte è quella de Lo squalo. Non è nemmeno il mio film preferito, ma la maglietta la bramo ardentemente. Se poi conoscete qualcuno che lo ami anche più di me, a voi il link. Come (quasi) ogni cosa che consiglio io, è poveryproof.

www.emp-online.it/
Emp è il paradiso del geek e della fangirl media. (Dio solo sa quando ho iniziato a parlare così.) Ci sono cose di ogni tipo su tutte le serie e i film cult. Un po' meno poveryproof, ma se riuscite a uscire da lì senza trovare nulla significa che non avete speranza. In questo caso l'unico regalo che potete fare sono i biscotti, e io li trovo il regalo migliore della lista.

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Leo Ortolani che recensisce film. Non serve altro.
Se invece il vostro amico cinefilo ma ignorante non conoscesse il papà di Rat-Man ma voi voleste (a ragione) farglielo conoscere a tutti costi, si può optare per le sue storie dai vaghiiissimi richiami cinematografici: Venerdì 12, AllenStar Rats, Il signore dei ratti e persino The walking rats.
Alert: fanno spaccare dal ridere.

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Quelli di BAO secondo me sono bravissimi, hanno un catalogo che migliora di giorno in giorno. Mannaggialapupazza però se i loro sono volumi costosi, quindi fateci attenzione. Il sequel del film del 99 è uscito in graphic novel, e le review che ho letto finora sono positivissime. Regalone.

Ultimo ma ASSOLUTAMENTE non per importanza è questo luogo fatato del web: il Wes Anderson Shop, Direi che dal nome è chiaro di che cosa stiamo parlando, ma ve lo riassumo. Diviso per film, il sito è PIENO RASO di gadget a tema Anderson. Prego, sono qui per voi.


Se non amate le feste, come la sottoscritta, garantisco che il modo migliore per uscirne più o meno indenni è pensare solo agli altri, distogliendo l'attenzione dal nostro malcontento. Sorriso ipocritissimo, regalo incartato come Pinterest comanda, e passa la paura. Anche ingozzarsi di pandoro comunque aiuta. (Qui tutti #teampandoro vero?)
Sopravviveremo anche quest anno, amici miei!
Buone feste a tutti quanti:*

giovedì 8 dicembre 2016

Non solo cinema: Stardust

13:27
In questo post qui post palesavo per la prima volta su questi schermi il mio amore folle e sconsiderato nei confronti dei capelli peggio gestiti della letteratura contemporanea: quelli appartenenti a Neil Gaiman.
Abbiamo parlato di Sandman, il fumetto che più di ogni altro si avvicina alla definizione di opera d'arte. Oggi parliamo di Stardust, quel globo di tenerezza da cui è stato tratto un film di cui noi non parliamo.


Di solito non riporto mai citazioni, perché mi piace che la lettura sia un'esperienza priva di influenze, ma vi riporto l'inizio di Stardust perchè secondo me è bello da morire e anche fortemente indicativo di cosa ci aspetta nelle pagine successive:

C'era una volta un giovane che desiderava ardentemente soddisfare le proprie brame. E fin qui, per quel che riguarda l'inizio del racconto, non v'è nulla di nuovo (poichè ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). Ma strano era il giovane e strani i fatti che lo videro protagonista, tanto che egli stesso non seppe mai come andarono veramente le cose.

Vi stupisce? Che parli di ragazzi che però sono strambi e che racconti storie che però sono strambe? Non è esattamente quello che cerchiamo quando apriamo un libro di Neil Gaiman?
Ma soprattutto, Neil Gaiman è diventata anche nel vostro linguaggio una parola sola? Nilgheiman?

Lo strano giovane si chiama Tristran, è figlio di un umano e di una creatura fatata, e cerca una stella. Questo perché la fetentona di cui ha avuto la sventura di innamorarsi l'ha sfidato: 'Portami la stella che è appena caduta, e io ti sposo.'
Non si scherza con i figli delle fate.

Lo sentite? Ascoltate bene? Il profumo di tenerezza. L'aleggiare della magia?
Nilgheiman sa esattamente cosa scrivere (e come scriverlo), per mandare in bamba il mio cuore.
La scena da cui la ricerca della stella ha inizio ha inizio più o meno così: lo sfigatello garzone di bottega che prega la ragazza più bella del villaggio di poterla accompagnare a casa. Elemosina un bacio, gli viene negato. Osa addirittura proposte matrimoniali, negate anch'esse. Si lancia in una serie di sdolcinate promesse, di quelle fatte da un cuore che ha perso la lucidità ('Ti porto le proboscidi degli elefanti!'), ma nemmeno quelle scalfiscono il cuore di pietra della giovane. In quel momento, però, una stella ha l'ardire di cadere. E lei, che si crede furbissima: 'Portami quella stella e sarò tua moglie!'

L'avete sentita, la dolcezza? Non pretendo certo che un riassuntino da piccolo blog provinciale renda l'atmosfera reale di Stardust, ma spero di avervi reso l'idea di come mi sia trovata durante la lettura. Riassumerei la situazione con: avevo il sorriso da ebete.
Nilgheiman ha il cuore genuino e purissimo di un infante e la capacità spettacolare di lasciarlo scorrere tra le parole con una naturalezza tale da lasciar immaginare il momento in cui simile tenerezza sia uscita dalle sue mani. Lo immagino veloce, quasi compulsivo, isolato dal cattivo mondo reale che non può influire quando si scrive la Bellezza.
Non voglio farvi credere che Stardust sia un capolavoro della letteratura, ma è una favola. Sia nel senso letterale che in quello metaforico. Sono più o meno sicura che non funzioni esattamente così la stesura di un romanzo, ma non ho alcuna intenzione di scalfire la mia immagine di Lui al lavoro.

In mezzo alla semplicità dei buoni sentimenti favolistici che Nostro Signore Neil mette per iscritto ci sono mille avventure, bizzarri (ma và?) compagni di viaggio, locande in cui si rischia di morire avvelentati ma soprattutto UNICORNI.
E con questo ho detto tutto quello che serve per convincervi, immagino.
Ci sono gli unicorni.


Stardust va acquistato. Se vi accontentate di una versione solo testo, il link è qua, in digitale sono meno di 5 € e saranno quelli meglio spesi della vostra vita:  http://amzn.to/2gsAznE
Se invece volete andare oltre e comprare un libro PAZZESCO, qua c'è quello illustrato in inglese che desidero con tutta l'intensità che ho in corpo. E ne ho tanta:
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