giovedì 13 gennaio 2022

I film dell'isolamento - parte 1

11:40

 Alla fine è successo, e data la situazione è un miracolo sia successo solo ora: mi sono presa il Covid.


Sto abbastanza bene, ho i sintomi di un'influenza un po' più rognosa della norma, ma sono ovviamente confinata in casa. Sì, nella settimana di uscita di Scream. La sto comunque prendendo bene.

(Lo so che le cose vanno messe in prospettiva e tutto quanto, e infatti se mi posso permettere di rosicare perché stasera non posso essere al cinema è perché sto bene e ho preso questa cosa in una forma leggera, ma per favore vi vaccinate? Grazie.)


Presente quindi tutti i buoni propositi da anno nuovo? Mi ero detta che avrei fatto il veganuary, che avrei ripreso ad allenarmi, che avrei studiato un po' e guardato tutti i noir possibili. Rimandato tutto. Così imparo a continuare questa follia collettiva dei buoni propositi per l'anno nuovo.


selfie


Ora, la situazione è questa: quando sono a casa di riposo dal lavoro e non ho impegni riesco a vedere anche 3/4 film al giorno. Il mal di testa che mi si mangia mi ha forzato finora a fermarmi a due, a volte manco quelli. In più, niente Kindle, ho avuto gli occhi un po' stanchi che ho sottoposto a più schermi di quanti fossero pronti a fare. Quindi, qualche visione l'ho fatta, ma meno di quante avrei voluto.
Parliamone insieme.


Kandisha

Ho cominciato con l'ultimo film che mi mancava della coppia Baustillo - Maury, perché era bello comodo su Shudder. 
Aisha Kandisha è una creatura del folklore marocchino, dalle sembianze femminili ma con piedi caprini, che se evocata aiuta le donne a liberarsi di uomini indesiderati. Lo so che così sembra una favola, invece è davvero un film dell'orrore. Viene evocata da Amélie, una giovane che ha a che fare con un ex violento, ma purtroppo evocare un jinn ha spesso conseguenze indesiderate.
Sono ormai catturatissima dal fascino del folklore del mondo arabo, troppo spesso ignorato dal cinema occidentale. Kandisha ha un'aspetto magnifico se amate l'estetica arabeggiante, con occhi truccatissimi e vestiti gloriosi, e noi stessi, insieme ad Amélie, ne sentiamo il bisogno. L'ex fidanzato era un violento, incapace di tollerare la rottura, stupratore. Ed era giovanissimo. Un ritratto spaventoso di come la cultura dello stupro parta presto, di come sia parte del modo in cui le ragazze sono viste già così presto. 
In più, i due registi scelgono di ritrarre non i borghesi di Parigi, come abbiamo visto spesso fare a loro e ai loro colleghi della New French Extremity, ma ragazze di periferia, che si fanno le cannette insieme e si nascondono a fare i graffiti, con i tratti mediterranei e le famiglie straniere. Sono la classica famiglia di amici che si crea nei quartieri periferici, quando la famiglia ufficiale manca o è piena di caos. In più, sono sinceramente tra i più teneri e simpatici adolescenti che ho visto sullo schermo ultimamente. Si prendono in giro, si prendono le patatine al bar, si vogliono bene. 
Ovviamente non mi ha sorpreso nemmeno un po', ma Kandisha è un bellissimo film, con la messa in scena di classe che ormai contraddistingue i suoi due registi e un focus sulle leggende marocchine che spero di avere modo e tempo di approfondire. E se, a questo proposito, aveste film o documentari a riguardo da consigliarmi, ho qualche giorno ancora da sfruttare.


Lake Mungo

Ho notato che è arrivato su Shudder pure lui, che ricordavo come uno dei miei found footage preferiti ma che non rivedevo da qualche anno, e ne ho approfittato. Non è stata una buona idea, perché Lake Mungo fa paura, e io per qualche giorno l'isolamento me lo sono fatta da sola, in una camera da letto in cui ancora non abbiamo installato un'illuminazione degna di questo nome.
Parla di Alice, una sedicenne che muore annegata in un lago durante una vacanza di famiglia, e di tutte le cose anomale che accadono alla sua famiglia dopo la sua scomparsa.
La storia è molto dolorosa, e lo è in un modo intimo e delicato, perché racconta di lutto senza mai utilizzare i consueti modi della disperazione. La famiglia di Alice viene intervistata e conserva un'ammirabile compostezza, che non è certo l'unico o il migliore modo di gestire un lutto, ma che permette che il film non cada mai in facilonerie drammatiche. Fa molta paura perché parla di fantasmi, reali o creati da menti bisognose che siano, e lo fa con grande efficacia e ottime scene di paura classica.
È anche una storia di segreti, di lati di noi che non siamo pronti a mostrare agli altri, di cosa rende una persona quello che è, se conti di più il ricordo che si ha di qualcuno o la ricostruzione di una realtà passata.
E poi va beh, c'è quella scena del cellulare. E io solo con la luce della abat jour. 


Kill List

Mi dispiace se sarò Shudder-maniaca, in questo post, ma per una volta che potevo guardare solo horror mi sono incollata alla piattaforma per giorni di fila. Insomma, con l'inizio dell'anno nuovo Shudder ha aggiunto la categoria folk-horror e ovviamente Kill List era lì che mi aspettava.
Parla di due ex soldato riconvertiti a sicari che accettanno un nuovo incarico, che si rivela essere molto più complicato dei precedenti. Jay e Gal sono due persone molto diverse, e soprattutto che si sono costruiti vite molto diverse. Jay è vincolato in un matrimonio complesso, che risente della complessità della vita "comune", in cui i soldi, quando mancano, diventano motore di frustrazioni, dolore, urla. Gal è più leggero, ha la sua nuova fidanzata sex bomb fiammante da esibire come trofeo nelle cene con gli amici e pochi pensieri per la testa. 
La prima metà del film è soffocante. Jay e Shel, la moglie, si vogliono evidentemente ancora bene ma l'affetto ha ben poco a che vedere con il pane che devi portare sulla tavola per dare da mangiare a tuo figlio. Laddove Jay si lascia trascinare da traumi passati, Shel è più concreta, e infatti è lei a spingere il marito (anche con una giusta dose di botte), a riprendere l'attività. Qua c'è da pagare le bollette, avanti, su il culo dal divano.
Posto che di folk horror si tratta, si andrà a parare in una certa direzione, che pur essendo sempre divertente e interessante da vedere, secondo me è leggermente meno interessante della prima parte, molto appassionata. Però va beh, mica vengo davvero qua a criticare Ben Wheatley, dai.


32 Malasana Street

Sono un po' combattuta su questo.
Parla di una famiglia che a metà degli anni 70 si trasferisce da una fattoria in un villaggio in un appartamento nel cuore di Madrid, perché a tutti i suoi membri vengano date nuove opportunità. Ci sono mamma Candela, papà Manolo, e i tre figli: Amparo, Pepe e Rafael. Il nuovo appartamento, però, riserverà loro una triste accoglienza, a partire dalla misteriosa sparizione del piccolo Rafael.
Dunque, questo è un film strepitosamente bello, se l'estetica della periferia spagnola degli anni 70 vi piace. A me piace tanto, e quindi gli abiti, l'arredo, le acconciature, l'architettura, la luce, li ho trovati magnifici.
Di fatto è un racconto molto canonico di case infestate, piuttosto senza infamia e senza lode. Quello che io vorrei su questo film è uno scambio di opinioni con le persone che appartengono alla comunità trans. Non entrerò nei dettagli oltre per evitare spoiler su un film che è piuttosto recente, però penso che il suo finale si presti ad una chiacchierata che sono sicura di non avere le competenze corrette per fare.


Silent Night Deadly Night

Trovato questo classicone su Tubi quasi per caso, rivederlo oggi mi ha aperto diverse riflessioni che anni fa avevo ignorato.

Il piccolo Billy assiste al brutale omicidio dei suoi genitori da parte di un uomo vestito da Babbo Natale e la cosa gli causerà una naturale fobia verso tutto ciò che è natalizio. Fobia che verrà naturalmente curata a suon di sculacciate dalla madre superiora dell'orfanotrofio in cui è finito, e che lo farà esplodere in una follia omicida una volta assunto in un negozio di giocattoli.
In Silent Night Deadly Night abbiamo: malattie mentali non curate ma anzi peggiorate, il problema dei bambini abbandonati a se stessi in istituti religiosi vecchi e bigotti, la frustrazione sessuale, l'omicidio canonico dello slasher che stavolta diventa ancora più esplicitamente punitivo. 
Billy è, e resta per sempre, prima di tutto vittima: di quello che gli è successo, del suo trauma, delle suore che lo hanno sottomesso, dell'ignoranza che gli è stata imposta, soprattutto riguardo alla naturalezza della sessualità, delle persone che per tutto il film non hanno cercato di fare altro che sopraffarlo, fermarlo, inchiodarlo, dell'incapacità di chi lo circondava di occuparsi dell'enormità di quello che gli era successo.
È un film cattivo, in cui nessuno ne esce vincitore, in cui il "problema Billy" non solo non viene risolto ma trascina altri problemi a valanga, in un ritratto tristemente molto fedele, per quanto pur sempre inserito in un film dell'orrore, di quello che accade quando non ci si prende cura degli ultimi. Non è mai, mai, mai, il problema di un singolo, ma di una società intera, e quando impareremo a muoverci di conseguenza sarà sempre troppo tardi.


Heathers

Problemi della società, dicevamo?
Heathers è una spietata horror comedy, in cui Veronica, la protagonista, si ritrova per la prima volta, attraverso la sua nuova relazione con JD, a guardare dall'esterno l'orrore che sono le sue amiche, le Heathers, le ragazze più popolari della scuola. 
È complesso, oggi, parlare di questo film, che è profondamente radicato nel suo tempo e che si porta appresso inevitabilmente cose che oggi faremmo diverse. Eppure, scavalcate le battute grassofobiche e l'omofobia imbarazzante, una volta arrivati al finale del film la sostanza non lo allontana troppo da noi. 
E ci arriva nell'89, 10 anni prima di Columbine. JD è un personaggio tragico, Veronica il filo conduttore che non potrebbe ricucire mondi lontani neppure con tutto l'impegno del mondo, gli adulti i consueti inconsistenti che hanno perso il contatto con la complessità di essere giovani. 
Un film iconico, divertente, che trova l'equilibrio giusto per essere sia leggero e scanzonato che serio e potente quando serve.
E Winona Ryder non si è mai più vestita bene così.


Poi è successo l'inevitabile: si è preso il Covid pure il mio compagno. Ho dovuto quindi mollare i miei giorni di solo orrore per riaprirmi al vero segreto di una relazione lunga come la nostra: il CoMpRoMeSsO. E quindi, le visioni di ieri.


Eternals

È arrivato su Disney+ ieri, e lo abbiamo recuperato subito visto che ce lo eravamo persi al cinema. 
Ora, io non l'ho trovato brutto. So che è stato piuttosto detestato dalla comunità degli appassionati, io mi discosto dall'odio. Però ecco, è noiosello. Dura come ormai ogni roba della Marvel più di due ore, ha un milione di personaggi che per forza di cose non riesce ad approfondire in alcun modo (sì, nonostante la durata), ed è un peccato perché di qualcuno di loro avrei voluto vedere molto di più, e ho trovato poco appassionante la vicenda, che chiunque abbia mai visto anche un solo paio di episodi di Doctor Who ha già incontrato. L'alieno che arriva sulla terra e se ne innamora perché in fondo gli umani fanno anche cose buone è un concetto che ormai conosciamo, e nonostante io non cerchi l'originalità ad ogni costo mi piace notare quando a narrazioni ormai conosciute si dia un twist nuovo. Qui non è così.
La sola cosa che ho detestato è stato il finale, una faciloneria romantichella che mi sarei volentieri risparmiata. Ma allora ridatemi le battaglie dei finali MCU, che durano come una pausa pranzo ma almeno sono più oneste.


Encanto

Io non amo l'animazione, ma da quando abbiamo Disney+ inevitabilmente ne guardo un pochino di più. Encanto parla di una famiglia che in seguito ad un tragico evento ha ricevuto un miracolo, e da allora ogni membro della famiglia ha un dono, una sorta di superpotere, grazie al quale la famiglia ha aiutato e supportato tutto il proprio villaggio. Solo la piccola Mirabel non ha ricevuto un dono, ma sarà proprio lei a dover aiutare la famiglia quando il miracolo si rivelerà in pericolo.

Ora, non fraintendetemi, è molto carino. Colori e disegni magnifici, le canzoni molto molto belline (ma sono di Lin Manuel Miranda, non mi aspettavo nulla di diverso), alcuni personaggi davvero divertenti e Mirabel, se lo guardate in lingua originale, è Stephanie Beatriz, che è Rosa di Brooklyn99, quindi fa molto ridere.

Però, tanto quanto non mi aveva emozionato Coco, temo che nemmeno questo, nella sua narrazione della famiglia felice e ricongiunta, tocchi la mia sensibilità. Sono sicura che sia splendido per i bambini, perché alcuni momenti sono davvero deliziosi, e che il rapporto nonna - nipotina sappia toccare in chi le ha corde molto dolci, però c'è qualcosa in questo ritratto familiare che non fa per me. 
Forse sono solo inacidita.



Infine, la sola serie tv che sono riuscita a vedere, la prima stagione della serie MTV di Scream.
Avrei tantissimo voluto vederla prima di So cosa hai fatto, però, e forse l'avrei apprezzata ancora di più.
In questo caso siamo in una piccola cittadina che vive nel ricordo di un vecchio evento traumatico: il serial killer Brandon James, ossessionato dal suo amore per la giovane Daisy, ha ucciso chiunque si fosse messo tra di loro, finendo ucciso dalla polizia. 
Anni dopo, la cittadina è di nuovo scossa da una serie di omicidi, e Emma e i suoi amici sono nel mirino del killer, e dovranno salvarsi da soli.

Lungi da me dire che non sia carina, anzi. Me la sono mangiata in due giorni proprio perché io ai giovani adolescenti cazzoni mi affeziono in un secondo. Questi, nello specifico, son proprio pagliaccissimi e pure tutti con una discreta lista di piccoli/medio crimini alle spalle per i quali non verrebbero mai puniti in ogni caso perché sono gli splendenti figli della società bene, ovviamente. Però sono davvero degli adorabili idioti (con l'eccezione di quelli che riprendono le proprie fidanzate inconsapevoli mentre fanno sesso, naturalmente), con dei trascorsi da rimettere in discussione, con le proprie vite da tenere in equilibrio, con se stessi ancora da scoprire.
Bisogna proteggere Bi-Curios&Virgin ad ogni costo, sono troppo preziosi per questo mondo.



Insomma, poteva andarmi meglio (potevo essere al cinema a vedere Scream, per esempio), ma poteva andarmi pure peggio.
E poi sto bene (quasi, non vi consiglio la combo covid+cervicale), e la cosa importante è quella.

martedì 11 gennaio 2022

Nuovi Incubi: Scream

11:08

 Benvenuti alla Scream Week! 





Ovvero la settimana in cui tutta la community dell'orrore online è in visibilio per l'uscita del film evento dell'anno, il quinto capitolo della saga che ci ha cresciuti tutti.

Noi di Nuovi Incubi non potevamo tirarci indietro, perché quella nei confronti di Scream non è passione, è fede religiosa. Come ogni fede religiosa che si rispetti, quindi, abbiamo fatto una sorta di celebrazione eucaristica, un episodio speciale in cui vomitiamo nell'internet tutto l'amore possibile verso l'ultimo, immenso regalo che Wes Craven ci ha fatto prima di salutarci.


Più di ogni altro, questo ascoltatelo, che ci teniamo tanto, che Wes se lo merita, che vi motiviamo, qualora ne aveste le possibilità, ad andare al cinema, a supportare l'uscita di Scream, a festeggiare insieme quanto è bello il cinema dell'orrore e quanto era bellissimo quello di Wes Craven.

Poi c'è anche un'idea di marketing interessante, nell'episodio, supportateci che vi facciamo le magliette bellissime che coglieranno solo gli appassionati e vi faranno fare bella figura nei circoletti cinefili del vostro centro sociale di fiducia.


Ci potete ascoltare qui.

martedì 28 dicembre 2021

Nuovi Incubi: la top 20 del 2021

15:21

È giunto il momento del primo episodio speciale di Nuovi Incubi, lo annuncio con l'entusiasmo della scolaretta che va al suo primo concerto.




Nell'anno più complesso per le uscite, in cui abbiamo visto cose addirittura del 2019, cose spostate, rimandate, mal distribuite, noi abbiamo deciso di fare proprio una classifica.


Combattendo con il bene che vogliamo ai film che abbiamo lasciato fuori e spostando posizioni fino al momento in cui abbiamo premuto play, ci siamo lanciate nell'episodio più lungo della breve storia di Nuovi Incubi.

Però è divertente. Lo so che non dovrei dirlo io, ma è divertente davvero. Almeno nella prima metà, perché se ormai un pochino ci conoscete sapete che la top10 è fatta di dolore e atrocità.


L'episodio nuovo sta qui. Vi faccio uno spoiler: Halloween Kills è b e l l i s s i m o. 

Grazie sempre di ascoltarci! 

mercoledì 22 dicembre 2021

2021: una specie di bilancio

19:11

 Se mai nella mia vita ho avuto quello che si è soliti definire "un anno di merda", quello è stato il 2021.

Non starò qui a fare un elenco frignone delle cose orrende che mi sono successe, per non continuare ad autoalimentare questa negatività e questa autocommiserazione che già mi porto a spasso abitualmente, però è stato impegnativo.

Ne sono uscita piena di botte come se avessi perso un incontro di boxe, con le ossa doloranti e un numero preoccupante di emicranie, un po' sperduta emotivamente e con ancora più ansia del solito, ma ne sono uscita.

Oggi va molto meglio, ma per tornare a sentirmi come mi sentivo prima temo servirà un po' di pazienza.




In mezzo al rumoroso caos che mi scorreva intorno, sono rimaste al mio fianco le mie certezze: i film dell'orrore e i libri. Le storie mi aiutano da sempre a gestire la vita, a conoscermi meglio, a farmi coraggio. E questo è stato un signor anno, sia per le letture che per le visioni. 


Ho letto meno libri di quanti avrei desiderato, ma ne ho letti di splendidi. Ho recuperato in sessioni da una seduta soltanto quasi tutto quello che mi mancava della mia adorata Elena Ferrante, che è sempre la mia penna italiana preferita insieme a Dino Buzzati.

Tra le letture più significative del 2021, però, metterei Piranesi, l'attesissimo e commovente nuovo libro di Susanna Clarke, che mi ha tirato fuori cose che non sapevo nemmeno di dover rielaborare. In piì, questo è stato l'anno in cui per mesi mi sono trascinata nella lettura de Il secondo sesso, la bibbia del femminismo moderno di Simone de Beauvoir. È stata un'esperienza impegnativa, perché non è solo un saggio sulle donne, è un trattato di filosofia. È magnifico, che ve lo dico a fare, e richiede tutta l'attenzione possibile. Però se la merita tutta. 


Più che per la narrativa, però, questo per me è stato l'anno in cui ho finalmente iniziato a studiare il cinema dell'orrore come si deve. Più di tutto, però, è stato l'anno in cui ho dato un indirizzo specifico a quello che sto facendo, con il blog e su internet in generale. Voglio parlare di cinema dell'orrore, sì, ma voglio continuare a farlo in ottica strettamente femminista. È quello che mi appassiona nella vita reale e quello che spero di riuscire con il tempo a portare sempre meglio qui. Di conseguenza, i saggi che ho letto più volentieri durante l'anno si sono concentrati in questa direzione. C'è stato il Re, il caposaldo, Men, women and chaisaws, di Carol J. Clover, c'è stato Women, monstrosity and horror film, di Erin Harrington, il saggio che ha sviluppato il concetto di gynaehorror, c'è stato Rape revenge films: a critical study di Alexandra Heller - Nicholas, per elaborare meglio la mia opinione su un sottogenere che mi mette molto in difficoltà. Ci sono riuscita? Assolutamente no. Ci lavorerò su nel 2022. 

Testo interessantissimo è stato anche Women make horror, una raccolta di saggi di varie accademiche curata da Alison Pierce, che ripercorre la storia del genere parlando di tutte le donne che ne hanno fatto parte e che sono finite inevitabilmente dimenticate, perché si sa che la storia non la scriviamo ancora noi. Spesso dimenticate per colpa di quella malefica primadonna che era Roger Corman, va anche detto.



Cinematograficamente mi permetterete di dire che per l'orrore è stato un ottimo anno. Mi permetterete anche di dire che personalmente li trovo ottimi anni praticamente tutti. Se avete ascoltato fino alla fine l'episodio di Nuovi Incubi su Frontiers, però, saprete che per la prossima puntata c'è in serbo una piccola sorpresa, e di cinema dell'orrore ne parleremo in quella sede. Quella sede, per inciso, la potete trovare qui.

Per motivi che capirete ascoltando il prossimo episodio, però, di un horror posso parlare: His house. Un prodotto Netflix che ho guardato giusto il primo giorno dell'anno e che potevo immaginare avrebbe segnato in un modo o nell'altro come sarebbe stato questo anno. His house parla di una famiglia di immigrati che arriva in un'Inghilterra solo all'apparenza accogliente. Il loro arrivo sarà segnato da giudizi, osservazioni, raccomandazioni di "fare i bravi". Un vero, terrificante film dell'orrore, che racconta del trattamento inumano che alcune persone sono costrette a subire e che tutte le altre persone non solo accettano, ma considerano proprio giusto. Viene loro assegnata un'abitazione, che il marito accetta di buon grado e che la moglie invece fatica a riconoscere come casa. Nella suddetta casa sembrano non essere soli. 

Una visione dolorosa, intensa, ma soprattutto una delle visioni più spaventose dell'anno intero. Un bellissimo, bellissimo film.


Per quanto riguarda il non orrore, invece, sappiamo bene che quest'anno c'è un solo possibile vincitore, tra le cose che ho visto: Promising young woman

Un male che non ci si crede, un finale che non dimenticherò mai, una delle migliori interpretazioni dell'anno e senza alcun dubbio una delle migliori rese sulle schermo di sempre di cosa sia la cultura dello stupro. Un film incredibile. Le lacrime più sentite che il cinema mi ha dato di recente.



Passiamo alle serie tv, che tanto sarò breve: Mike Flanagan ha fatto il suo capolavoro con Midnight Mass e al cospetto della sua immensità tutto il resto appare opaco. C'è un post intero, qui sul blog, su di lei, in cui provo a renderle giustizia. Però nessuna parola vale tanto, perché di Flanagan si può anche parlare, ma il suo segreto sono le emozioni reali che fa provare a chi guarda, e quelle si provano solo accendendo Netflix e andando a finire nella Crock Pot. 

Per ragioni di sensibilità, trascorsi e semplicemente affetto il mio amore verso Hill House rimane insuperato, ma questo non toglie assolutamente nulla allo straordinario valore della serie nuova, che è, per fare più alla svelta, un Capolavoro e basta.



Ho ascoltato tanti podcast, guardato reality show di dubbio gusto e mi sono appassionata al mondo drag grazie a quella bomba strepitosa che è Dragula, una sorta di drag race di rupauliana memoria ma a tema horror. Ha tre valori portanti: glamour, horror e filth. Le queen partecipanti sono persone dal talento fuori dalla norma, degne di lavorare nel mondo dell'intrattenimento e del cinema, che creano con le mani delle cose che io manco creo con la mente. Abiti, make up, scenografie, performance, capelli, prop di scena. Io di fronte a certo talento resto senza parole. Guardate Dragula per favore che ne parliamo? Mi mancano già tutt*, è uno show strepitoso.


Infine, le cose che ho creato io, più o meno. 

Quest'anno, come sempre mi accade quando sto nella merda, mi sono lanciata in cose che lasciavo sobbollire nella mente da un po', perché tanto sta già andando tutto male, cosa può peggiorare? 

E quindi quest'anno ho finalmente aperto il canale twitch. Il blog è la mia casa, il posto del mondo in cui mi sento che sono sempre la Mari autentica che aspiro ad essere nella vita reale, però sentivo il desiderio di provare qualcosa di nuovo. Twitch mi ha dato modo di conoscere in un modo nuovo persone che da tempo seguo e leggo con affetto. Grazie a tutte le persone che accettando di partecipare mi hanno dato modo di lanciarmi in un progetto nuovo, mi hanno dato coraggio, offerto conversazioni sempre diverse e interessanti, fatto riguardare film che amiamo e regalato belle serate. Con alcune di queste persone fare una live insieme è stato un modo per avvicinarci ancora di più, ed essere amici sinceri a distanza. Grazie alle persone che hanno accettato di partecipare alle mie serate ho maturato il coraggio di cominciare a fare live da sola, e sta lentamente diventando appassionante. Mi seguono in tre, ma mi accorgo che continuo comunque, evidentemente mi sta piacendo davvero. Mi mette ansia, ma mi piace davvero.


Nel futuro di Twitch prevedo di proseguire con le live Avvocato d'ufficio, in cui difendiamo i film che la critica bene considera brutti, di proseguire con quella a inizio mese con le uscire dell'orrore e di introdurre, dalla prossima settimana, quella in cui parliamo insieme delle novità. Gli ospiti per ovvie ragioni si diraderanno, ma spero qualcuno abbia ancora voglia di parlare di cinema con me:) 

Se foste tra questi, basta scrivermi.

Se invece voleste supportare quello che faccio su Twitch, vi basta iscrivervi al mio canale! Dai che con 50 iscritti divento affiliata e appago il mio piccolo ego!


Non di solo Twitch però si è composta la mia seconda metà dell'anno, però. La spooky season 2021 ha portato un'altra grossa novità: Nuovi Incubi!

Lucia Patrizi ha ideato il nostro piccoletto, un podcast sul cinema dell'orrore degli ultimi 20 anni narrato dal nostro punto di vista, quello femminile. Siamo partite da poco, parliamo di un argomento che interessa a relativamente pochi, ci mettiamo pure il fatto che siamo due persone, come dire, politicamente non timide, facciamo episodi lunghissimi e per ora parliamo pure di cinemelli francesi che abbiamo visto in venti. Eppure le soddisfazioni ci sono, sono più del previsto (almeno da me, che soffro di una viscerale sindrome dell'impostore), ed è una piccola gioia costante.

Sapere che qualcuno ascolta me e la mia amica fare quello che ci piace, ovvero parlare di film dell'orrore, è sinceramente emozionante. Grazie se ci ascoltate, se ci condividete, se ci date feedback, se ci suggerite agli amici. È tutto molto, molto bello.

Soprattutto la sigla dai, l'avete sentita la nostra sigla? Super cool.



Per l'anno nuovo conto di finire le due rubriche mai concluse qui sul blog, l'Hitchbook e I 200 di Rue Morgue, e finite loro di intraprendere un micro percorso su tutta la storia del genere su cui ho immense lacune. 


La voglia c'è, l'entusiasmo va su e giù ma in linea di massima sta lì. L'energia, lo stato emotivo, la concentrazione sono molto compromessi, devo ammetterlo. L'anno passato mi ha messo alla prova più di quanto sembrava stesse facendo mentre lo vivevo, e adesso che siamo agli sgoccioli tutto quello che è successo mi è ripiombato sulle spalle e sono esausta. 

Ma sono anche una di quelle che crede che il primo dell'anno e il primo settembre abbiano un qualche significato esoterico che farà andare tutto meglio, e confido che anche questa volta sarà così.


Lo auguro a voi che leggete, a voi colleghi blogger, a voi passeggeri dell'internet, che in questo anno scalcagnato mi avete tenuto compagnia. 


Che le vostre feste, se le celebrate, siano felici, che scampiate tutti Omicron e le sue infinite varianti, che i vostri pandori siano i più buoni del quartiere e che siate sereni sempre.


martedì 14 dicembre 2021

Nuovi Incubi: Frontiers

11:00

 



Ci siamo.

Questa è la volta che ci sbattono in galera.

Questa settimana nel nuovo episodio di Nuovi Incubi io e Lucia parliamo di un film che tira fuori il nostro lato più sereno, che ci permette di parlare di temi leggeri e spensierati: Frontiers, l'esordio alla regia di Xavier Gens.


Ormai siamo agli sgoccioli, la New French Extremity sta toccando i suoi picchi più alti di violenza, critica sociale e rabbia furiosa, i tre elementi che ci fanno dire senza alcun timore che un film è un capolavoro. E infatti non vi dovete fidare delle critiche al film che leggete su Letterboxd, dove è detestatissimo: Frontiers è una visione potentissima. 


Potete ascoltarci mentre lo elogiamo qui.


E come sempre, grazie di ascoltarci e condividerci, siamo un podcast ancora piccolino ma la soddisfazione è immensa. Se ci sbattono al fresco sappiamo di avere qualcuno che ci ascolta e può perorare la nostra causa.

mercoledì 1 dicembre 2021

Due horror ambientati in collegi femminili

18:14
Quando facevo arrabbiare la mamma (cosa che accadeva di rado, devo ammettere, sono la coscienziosa sorella maggiore) la cosa che mi ripeteva più spesso era Guarda che ti mando in collegio.
Se non fosse che poi, per motivi che non dipendevano dalla sua volontà, in collegio ci sono finita davvero, per un anno e mezzo, e da allora la minaccia è scomparsa nel nulla. Dopo la mia esperienza questo fascino verso questo genere di ambienti mi è rimasto, come se rivivere dall'esterno esperienze del passato mi aiutasse a metterle meglio a fuoco. Ora, nel collegio in cui sono stata io non è morto nessuno, che io sappia, non c'erano fantasmi, e nemmeno preti pedofili, però c'era Suor Colomba, nome di battesimo Jolanda, che è stata la persona che mi ha inflitto quel lieve trauma che per me è stata la prima visione de L'Esorcista. 
Sono stati lei e mio padre a lasciarmi questa ossessione per l'orrore, ma ho come la sensazione che per lei sia stato involontario. Temo anche che la Colly oggi non sarebbe poi troppo fiera di me, se sapesse che persona sono diventata. Meglio non pensarci. 

Negli ultimi giorni, insomma, mi sono vista due film ambientati in collegi femminili, e ho pensato di parlarne un po', perché in modi diversi sono state due visioni che hanno lasciato il segno.


il mio collegio non era proprio proprio così, ecco



Darlin'




Ma vi ricordate quando è uscito The Woman, nel 2011? Alla fine del film eravamo così incazzate ma così empowered che avremmo distrutto il mondo a mani nude. Il problema era che lo avevamo visto troppo in poche. Ecco, la Woman stessa del titolo, Pollyanna McIntosh, non aveva ancora finito di massacrare i maschi, e ha deciso che il terzo film della sua saga se lo sarebbe fatta per conto suo. Qui McIntosh recita, scrive e dirige. 
Questa volta il focus è su Darlin', la ragazzetta che già conosciamo dal film precedente. La cosa non vi faccia allontanare dal film se non avete visto i primi due, è una pellicola perfettamente autonoma, e i richiami al film precedente sono comunque ben comprensibili. Io non ho ancora visto Offspring, il primo, per esempio.
Insomma, Darlin'. La donna che è con lei (la Woman, appunto, di McIntosh) la accompagna in ospedale per motivi che all'inizio non ci sono chiari. Lo staff si trova di fronte un caso mai visto prima: la ragazza è in uno stato animalesco, sporca, non verbale, molto aggressiva. Le premure di un infermiere, Tony, la renderanno lentamente più gestibile, al punto che si decide di affidarla alle cure di un orfanotrofio a gestione religiosa. 
Il vescovo prende Darlin' come una sorta di missione personale, il cui punto sia dimostrare i miracoli di cui la sua struttura, grazie alla fede e all'amore dell'altissimo, è capace. La donna, però, non smette di cercarla.

Io mi aspettavo qualcosa di molto forte, crudo, doloroso. Non fraintendetemi, lo è, in parte, per motivi di cui parleremo in zona spoiler. Eppure questo è proprio un film girato da una donna, e mi perdonerete se questa ultimamente è la mia ossessione. Il femminismo è diventato la mia lente per leggere il mondo e il cinema viene di conseguenza. Dico che si nota la mano femminile perché in mezzo a storie molto intime e strazianti (è pur sempre un orfanotrofio), il film è una potentissima storia di rivalsa, che ha saputo trovare un equilibrio perfetto tra momenti molto duri e altri che pur mantenendo l'importanza dei temi sono sinceramente divertenti. La donna incontra un gruppo di gentili signorine, matte come dei cavalli imbizzarriti (detto nella miglior accezione possibile), pronte a darle la loro sorellanza nonostante questa sia così lontana da loro. Questa strampalata famiglia di donne dimenticate dalla società perbene, che vivono ai bordi della strada, è dolcissima e potente. La conoscono da 3 minuti, lei non ha rivolto loro una mezza parola se non i suoi grugniti, e loro non l'hanno solo accolta, ma l'hanno resa una di loro, e hanno sposato la sua battaglia. Sul finale del film, vederle entrare tutte insieme, spettinate, scomposte e armate, in chiesa, è un momento da applausi a scena aperta. Sono delle matte totali, e le si ama da ammattirsi con loro. 
Nello stesso momento, anche Darlin' impara cosa significhi creare dei legami con delle sorelle, e lo fa nel modo adatto alla sua età, che è un modo più viscerale. Basta ascoltare la stessa musica insieme, ballare sulla stessa canzone senza chiedersi dove una abbia preso le sigarette e dove l'altra abbia lasciato la sottana, basta stringersi la mano per un po', e il legame è già bello che formato.

Da qui in poi spoiler.

In mezzo a queste storie di affetto femminile, McIntosh ci piazza lì come una bomba la pedofilia tutta clericale. Il vescovo è un miserabile verme che abusa delle anime fragili di cui dovrebbe prendersi cura e fa la sola fine possibile: viene impalato sul suo sacrissimo altare. Io di scene goduriose al cinema ne ho viste tante, ma ben poche così. E si gode così tanto non solo perché la pedofilia è uno di quei reati così prepotentemente contronatura che biologicamente ci ispira le peggiori vendette, ma per il modo in cui viene raccontata. L'uomo in aria di santità non solo molesta le ragazzine, ma le ricatta, se le tiene vicine, le manipola con la loro stessa fede. E le aggredisce psicologicamente, come naturalmente finisce a fare con la nostra protagonista quando scopre che è incinta. Darlin' è distrutta da questa gravidanza, è un ritratto estremo della paura che si prova davanti al più immenso dei cambiamenti. Per lei il bambino è il diavolo in persona, che sta dentro la sua pancia pronto a distruggerla. Finalmente capace di parlare, implora di essere liberata, e quando nessuno la ascolta prova a pensarci da sé, convinta anche dalla reazione del vescovo di avere qualcosa di profondamente sbagliato addosso, e di esserselo procurata da sola. 
Darlin' ha sofferto per due vite intere, ma nel momento di dolore più intenso è in grado di prendere la sua creatura e affidarla all'unica persona, a parte Tony, che si sia mai presa cura di lei, la donna. 
Non solo un finale perfetto, ma un film potente, bellissimo, indimenticabile. 


Seance





Questo, di collegio, è una scuola prestigiosissima per giovani bitch viziate e promettenti che giocano ad evocare fantasmi e finiscono malissimo. La Edelvine è una scuola di quelle per cui l'apparenza è tutto, ma in cui le persone iniziano a morire in modi che non fanno proprio benissimo alla pubblicità. Ed è anche infestata, perché non vorrai mica farti mancare la presenza soprannaturale.
Camille è la nuova arrivata. Come ci si aspetta in questi casi, le mean girls della scuola cercano di farle capire subito chi comanda, ma Camille non è disposta a sottostare ai piccoli giochi di potere dell'Accademia. Entra nella loro cerchia, in qualche modo, ed è molto interessata alla storia di Kerrie, la ragazza recentemente morta suicida di cui lei ha preso il posto. 

Non fatevi ingannare dal mio tono ironico: Seance è bellissimo. 
Quella che parte come una storia di dinamiche studentesche, gruppetti e simpatie, diventa presto una storia misteriosa e accattivante, che in più momenti mi ha ricordato (sì, lo sto per dire davvero eh!) l'indimenticato Picnic ad Hanging Rock. Non solo per la forte componente estetica che contraddistingue, seppur in modi diversi, i due lavori, ma per l'aria di minaccia imminente che si respira lungo tutta la pellicola. 
Le promesse della Edelvine sono delle malefiche stronze a cui si vuole un gran bene, perché sono coraggiose e atroci, attrici nate, lontane dai vincoli del mondo esterno (per tutto il film c'è una sola telefonata ai parenti) e allo stesso tempo chiuse in una delle più sigillate delle micro società. Sono brutali e allo stesso tempo solidali l'una con l'altra, si detestano e si vogliono un gran bene. E nel frattempo, cadono come mosche. 
La storia inverte rotta sul finale in un modo che forse avevamo visto arrivare ma che non per questo è meno succoso. Seance è una storia d'amore e vendetta, di fantasmi nel senso di presenze soprannaturali ma anche nel senso di vicende del passato che non vogliamo lasciar andare. 
Una gran bella visione, inaspettata e per questo ancora più gradita.




Al momento in cui scrivo Darlin' si trova su Prime, con l'iscrizione al canale di Midnight Factory, mentre Seance non c'è sulle piattaforme italiane. Però vale la pena della ricerca tra i torrenti, se posso permettermi. Oppure è su Shudder.



Forse alla Colly farei vedere entrambi. Si arrabbierebbe un sacco, temo.

martedì 30 novembre 2021

Nuovi Incubi: Inside

11:10

 



Scalpitavo nell'attesa di parlare di questo film dal momento in cui abbiamo deciso che la prima stagione di Nuovi Incubi sarebbe stata sulla New French Extremity. 

À l'Intérieur è un film potente, e non parlo dei livelli di violenza. In mezzo ad alcune delle scene più forti che vi capiterà di vedere sullo schermo ci sono due straordinarie rappresentazioni femminili. La donna e Sarah sono personaggi di grandissimo impatto, e due splendidi e intimi ritratti della maternità.

Il film è indubbiamente un capolavoro, e noi ce l'abbiamo messa tutta per rendergli giustizia.

Potete ascoltarci qua: https://open.spotify.com/show/4r6iwFgmVkZTrYb83MLUAI

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