Carrie, lo sguardo di Satana, Brian DePalma
Mari.
10:49
Titolo originale: Carrie
Anno: 1976
Durata: 106 min.
Trailer:
Quando si dice sguardo che uccide.
Il primo post dell'anno nuovo non poteva che essere un film supercult, un immancabile.
Carrie è una liceale piena di
problemi. Primo tra tutti la madre, una fanatica religiosa.
Come se non fosse sufficiente, è vittima del bullismo dei compagni
di scuola. In mezzo a questa vita felice ci sta anche il fatto che è
dotata di poteri telecinetici.
Come mi ha inquietata questo film,
pochi altri. Quasi nessuno.
E come mi è piaciuta Sissi Spacek
nella parte di Carrie, poche altre attrici.
Il film inizia col mostrare le scene di
violenza della madre e di bullismo da parte dei compagni. Carrie
affronta questa situazioni da vittima, a testa china, senza reagire,
coperta dai capelli e dalle lentiggini. Ed è bravissima la Spacek,
sul serio, per tutta la prima parte del film è stremita (trad. dal
dialetto cremonese: spaventata, intimorita), talmente succube dei
suoi problemi che vorresti scuoterla per dirle di reagire. Fino a
quando lei reagisce e tu vorresti dirle: 'Ecco, magari non così
tanto.'
Il film è quindi diviso in due parti,
'Carrie succube' e 'Carrie era meglio non prenderla in giro'.
In entrambi i momenti l'attrice è
stata talmente intensa e credibile che solo i suoi occhi spalancati
mi hanno fatto paura. Questo è un altro punto di forza della
pellicola. Non ci sono azzardi e cose palesemente assurde, niente
formule magiche, niente strane gesticolazioni. Lei spalanca gli
occhi, li tiene sgranatissimi, e succede il finimondo.
Ma una cosa volutamente esageratissima
c'era ed era Margareth White, meglio nota come la mamma pazza.
Interpretata magistralmente da una grandiosa Piper Laurie, la signora
White è una fanatica religiosa, ma di quelle che fanno più paura
loro che non quel vecchio burlone di Satana che ci sta dietro.
Talmente fanatica che picchia la figlia che poraccia le sono appena
venute le sue cose e sta malissimo e sta scema pensa che adesso sia
peccatrice. Il vero peccato qui è il mal di pancia. Talmente
fanatica che rinchiude la figlia in uno sgabuzzino a pregare e si
tira i capelli dalla disperazione quando questa si prepara al ballo
della scuola. Talmente fanatica che vede come rosso un vestito rosa
chiaro.
Oltre a due attrici che da sole
porterebbero il film ad un livello superiore, ci sono anche
un'attenzione ai dettagli che lo rende perfetto (l''Ultima cena'
dietro al tavolo dell'ultima cena, una meraviglia), dialoghi mai esagerati, ma con
certe uscite della madre che fanno scompisciare e che sottolineano
l'aspetto parodistico del personaggio ('I brufoli sono il modo del
Signore per mantenerti casta'), la faccia di tolla del giovane Travolta che
non si smentisce mai, i capelli di Tommy Ross che gli manca solo il
ciuffo rosso per essere Mirko di Kiss me Licia, quel Gesù (e va
bene, è San Sebastiano. Ma fa paura comunque) nello sgabuzzino che
fa una paura maledetta, le inquadrature rosse..
Poi, menzione speciale alla musica
perchè non poteva essere più azzeccata. Se già il film di suo in
quanto a inquietudine ne mette a pacchi, la musica dà un contributo
pazzesco.
Altra menzione speciale, e qui devo
fare un pochino di spoiler, perchè se no non posso dire nulla.
Il momento dell'incoronazione di Carrie
e Tommy come re e reginetta del ballo è stato magnifico. Ha
un'impronta favolesca fortissima e volutissima. Sembra per un momento
di essere in una di quelle commedie americane in cui la protagonista
all'inizio è bruttina e poi le togli gli occhiali e BAM! È la più
bella della scuola.
Si ha l'impressione che quel momento
sia l'apice. Come sulle montagne russe, fai tutta la salita, arrivi
al punto più alto e poi inizia una vorticosa discesa. Carrie è
così. Arrivi a quel punto, ma non sei felice, perchè sai cosa ti
aspetta dopo, sai che inizia la discesa, e che farà paura.
Ma nonostante si sia preparati al peggio, il film ha una sorta di potere magico. Arrivi a quel punto, dove senti quasi la bellezza del momento, di Carrie sul palco a ringraziare tutti quanti, del sogno che si realizza, nonostante fosse talmente lontano dalla realtà da non essere nemmeno formulato, e senti la speranza forte che il secchio non cada. Lo sai cosa succederà, ma non riesci a non fremere sulla sedia. E questo è Cinema. Conosci perfettamente la fine, ma ogni volta sei talmente dentro la storia che non puoi guardarla in modo distaccato.
Quando poi arriva la vendetta, il Momento del film, tutta la pacatezza che caratterizza la prima parte del film brucia insieme alla palestra. Pochi istanti, poche scene, e tutta l'angoscia e l'orrore vengono a galla, in un crescendo che culmina nella poesia della scena finale, con Sam che torna a portare i fiori sulla casa accompagnata da un classico dello spavento facile che a me ha fatto tenere gli occhi sgranati due ore di fila, collirio time.
E comunque, una statuetta di San
Sebastiano, o chiunque sia quello, in casa mia non ci entrerà mai.