lunedì 17 gennaio 2022

GenNoir: Niagara

 Prima di tutto, sento che c'è una questione seriiissssima che voglio indirizzare subito.

Lo so che nel linguaggio del cinefilo dell'internet il mese del noir è novembre, che ha il suo hashtag (#noirvember, ovviamente), che è tutto organizzato e già ben noto, e non volevo fare la bastianella contraria come al solito, solo che mi sono mossa troppo tardi e quindi il noirvember della Redrumia è a gennaio.

Questioni fondamentali, massimi sistemi, lo so. Però andava detto.


Ciò levato dai piedi, ciao! Bentornati alla breve rubrica in cui esploro i film che del Toro ha dichiarato essergli di ispirazione per Nightmare Alley. In questo post tutti i dettagli dell'iniziativa.


Oggi parliamo di Niagara.







Il film


Uscito nel 1953 e diretto da Henry Hathaway, ha la particolarità di non essere in bianco e nero, ma di essere girato in un (magnifico, se posso dire) Technicolor, uno degli ultimi film girati in quel formato. Non è il primo film di Marilyn Monroe, ma di sicuro è tra quelli che ha contribuito a lanciarla nell'Olimpo.


Parla di due coppie che si conoscono in vacanza sulle cascate del Niagara. La prima, quella composta da Polly e Ray, è felice e si gode una tarda luna di miele. La seconda, composta da Rose e George, invece, è molto meno lieta: lei è libera e disinibita, lui più anziano, geloso e con qualche problema nella gestione della rabbia. Le vacanze diventano movimentate quando Polly scopre che Rose ha un amante. Quello che non scopre, almeno non subito, è che ha anche tutte le intenzioni di liberarsi del marito. 


Al momento in cui scrivo si trova gratuitamente su Dailymotion, in inglese e senza sottotitoli, lo trovate a questo link.


Cosa ne ha detto del Toro


"One of the most beautiful movies to look at. The color is astounding. A very important part of the genesis of the legend of Marilyn Monroe. It plays with desire, gender roles, an incredibly strange and intertwined psychosexual story. Vertigo and this could be a great double program."


Traduzione farlocca di Medesima:

Uno dei film più belli da vedere. I colori sono sbalorditivi. Una parte molto importante delle origini della leggenda di Marilyn Monroe. Gioca con il desiderio, i ruoli di genere, è una storia psico-sessuale molto strana e intricata. Insieme a Vertigo farebbe un bella doppia programmazione."


I miei due spicci


Avrei potuto fermarmi alla citazione del Sommo e avrei concluso le mie opinioni a riguardo, ma cavarmela così era troppo facile, e quindi eccoci qua.

Come del Toro ha sottolineato e come ho accennato più su, i colori di questo film sono bellissimi. Un lieve tono pastellato che contribuisce a costruire questo immaginario degli anni '50 come di un paradiso del colore. Il vestito rosa con cui Monroe esce dalla sua cabina e Polly e Ray la vedono per la prima volta buca lo schermo. Le auto, i colori delle cascate (e il loro frastuono perfetto, aggiungerei), sono insieme al resto elementi che aggiungono fascino ad una storia molto intrigante.


Il trope del partner che vuole uccidere l'altro è ormai ben noto, ma in questo caso specifico ha tantissimi punti di interesse.

Rose, il personaggio di Marilyn, è una donna libera di carattere, ma soffocata. Il marito è succube della stessa bellezza della moglie, che lo indebolisce, lo divora. George non fa altro che soffocare la moglie, giudicare i suoi abiti, la sua attitudine aperta agli altri. Poi sì, le corna gliele mette davvero, ma non avrà giudizi da me: George la umilia, si lascia andare a sfoghi di rabbia a causa dei quali finisce pure per farsi male ma che non lo aiutano a ridimensionarsi, parla male di lei con le altre donne, che in quanto più dimesse e pudiche sono indubbiamente meglio di lei. Lo dice apertamente a Ray, parlando di Polly: "Tu sì che ti sei preso una gran donna."

E Polly, onestamente, è proprio un tesoro: si spende per gli altri, sacrificando tempo per sè e la sua famiglia, non giudica Rose quanto mi sarei aspettata facesse e la difende dal marito violento senza paura. Il marito Ray, dal canto suo, è il classico marito che non le crede quando le cose si fanno difficili, la accusa di vedere cose che non ci sono, la fa, indovinate un po', passare per pazza.

Rose, però, non è un personaggio buono. Oltre ovviamente all'insignificante dettaglio del voler far fuori il marito, è anche interessante che scelga di non sporcarsi le mani, ma piuttosto manipoli l'amante a farlo. E per tutto il film è lei la manipolatoria, e non il marito violento. È lei che fa credere ai vicini di stanza che il marito è instabile (lo è, ma non nel modo in cui lo ritrae lei), lei che fa la parte della vedova disperata, lei che quando sviene lascia aperte mille possibilità. E funziona molto bene proprio con il volto della più amata d'America.


Siamo al secondo noir in pochi giorni e mi pare che i maschi non ci stiano facendo una signora figura, ma potrei pure essere io che ho uno sguardo con un lieve bias. 


Il mistery è accattivante il giusto, anche se non sono sicura che lo accosterei a Vertigo. Eppure del Toro lo fa e io mi fido ciecamente del suo giudizio: ho sicuramente "perso" qualcosa io. Sento però che avrei rinunciato ad alcuni elementi della storia, come la coppia di amici che arriva più avanti e a cui vengono dedicati pochi minuti ma che avrei voluto vedere rivolti ad altro. Ma che non passi come una critica rovinafilm, anzi: ho trovato Niagara un film di grande atmosfera (che non credo sia stata penalizzata dall'uso del colore, anzi), con un uso della musica molto piacevole, e un finale che è riuscito a lasciarmi sull'orlo della sedia. 


Sono contenta di uscire dalla mia comfort zone così, mi sto divertendo. 

Con mogli che ammazzano mariti e barche che cadono dalle cascate del Niagara, ok, ma a ciascuno il suo immagino.

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