Visualizzazione post con etichetta noir movies. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta noir movies. Mostra tutti i post

mercoledì 26 gennaio 2022

GenNoir: Detour

13:33

 Per una volta nella mia vita sono stata previdente, e sono così orgogliosa di questo piccolo successo che devo condividerlo.

Di tutti i noir previsti nella mia preparazione per Nightmare Alley ce n'era uno più breve degli altri, quello di cui parliamo oggi. Me lo ero tenuto nel caso avessi avuto una giornata con dei contrattempi, e siccome alla fine quella giornata è arrivata ed è oggi, sono così contenta di essermi tenuta il film che anche se si tratta di una cazzatina volevo condividerla con voi.

Oggi, quindi, nel poco tempo che ho, parliamo di Detour. 




Il film


Diretto da Edgar G. Ulmer nel 1945, il film si è fatto una gran fama per la sua natura da b movie: girato in meno di una settimana e con un budget ridotto, soprattutto in relazione al suo buon successo di botteghino.

Parla di un pianista, Al, la cui fidanzata cantante lo ha lasciato per andare a Los Angeles in cerca di fama. Non ha una lira, il nostro, quindi per raggiungerla deve affidarsi all'incerto e pericoloso uso dell'autostop. Come prevedibile, finisce in un mare di casini. Gli offre un passaggio Charles, che però muore in auto per quello che sembra un infarto, lasciando il nostro Al con una scelta da fare: rivolgersi alla polizia, rischiando di essere accusato di omicidio oppure tenersi auto e identità del defunto e raggiungere l'amata? Al sceglie la seconda ipotesi, ma l'incontro con Vera, altra autostoppista, complicherà i suoi piani.


Al momento in cui scrivo si trova gratuitamente su Youtube, anche in italiano, a questo link.


Cosa ne ha detto del Toro


"Edgar G. Ulmer was basically a really speedy, economical B-picture type of director. There is a scene with Tom Neal where he unwittingly uses a phone cord as a manslaughter weapon. That is echoed in a scene with Lilith and Stan [in Nightmare Alley]; it's a small quote. The main thing about it is how unsparing it is.


Traduzione farlocca di medesima:

Edgar G. Ulmer era sostanzialmente un tipo di regista veloce, economico, da B movies. C'è una scena in cui Tom Neal (Al) usa senza volere il cavo del telefono come arma per un omicidio. Rimando a questo in una scena in Nightmare Alley con Lilith e Stan, è una piccola citazione. La cosa più importante del film è quanto non si risparmi.


I miei due spicci


I due personaggi principali di questo film, Al e Vera, sono la cosa che lo rende indimenticabile. Un fallito e rassegnato uomo che crede che tutte le sfortune della sua vita siano da attribuirsi ad un fato avverso e mai alle sue decisioni sbagliate, lasciato da una donna che per una volta pensa a se stessa e alla propria carriera e non al desiderio di matrimonio del proprio fidanzato, che combina un disastro dopo l'altro e passa tutta la breve durata del film (pochi minuti sopra l'ora) a lamentarsi di quanto il mondo sia ingiusto e il suo destino proprio triste.

L'altra è una donna di polso e violenza, che usa le unghie come armi per difendersi da uomini poco raccomandabili e che ha la lucidità di saper sfruttare a suo vantaggio non solo una situazione complessa ma anche un uomo complessato. Tutto il film è un confronto costante tra la testa di lui, troppo presa a farsi problemi inesistenti per essere in grado di occuparsi di quelli reali, e quella di lei, impegnata a prendere la situazione di lui e rigirarla come un calzino per il proprio profitto.


Posso ammettere? Capisco che sia un crime, che continua a parlare di persone in difficoltà, della ricerca di una vita migliore,  di crimini, omicidi e furti di identità, che come ci insegna il maestro Dwight Schrute non è uno scherzo, ma questo film è divertentissimo.

Al è davvero un meme vivente. Incazzato, deluso, col cuore infranto, prende una decisione sbagliata dopo l'altra con una frequenza che davvero è un po' preoccupante, e da guardare è un gioiello. Poi arriva lei, Vera, e ormai il film è iniziato da mezz'oretta e ci avviciniamo alla fine, e per i successivi 30 minuti lo riempie di schiaffetti morali, umiliazioni, inganni. 

Non finirà bene, perché pur sempre di cinema noir parliamo e ormai sappiamo che le facilonerie per fare soldi non finiscono bene, ma quanto è godurioso?

Senza alcun dubbio quello che riguarderei più volentieri della carrellata.

 

lunedì 24 gennaio 2022

GenNoir: Golfo del Messico

16:47

Com'è che dicevo?

Un post al giorno fino al 27? 

Ecco, lo dico a beneficio di chi stia passando di qua per la prima volta: mi contraddico spesso. Così tanto spesso che la "promessa" di un post al giorno l'ho fatta meno di una settimana fa e già l'ho infranta.

Ieri, però, era il mio ultimo giorno di isolamento (sono negativa, amici!) e ho voluto godermelo letteralmente lanciata sul divano con la ferma intenzione di non fare nulla.

Quelle, di promesse, in cui non devo fare nulla, sono bravissima a mantenerle.


Ma oggi torniamo a noi, che è lunedì e bisogna tutti lavorare: parliamo di Golfo del Messico.





Il film


Uscito nel 1950 con il titolo originale The Breaking Point, è diretto da Michael Curtiz, signore che potreste forse avere già sentito nominare per un certo Casablanca.

Secondo adattamento del romanzo di Hemingway (potreste avere già sentito nominare anche lui) Avere e non avere, parla di Harry Morgan, pescatore che se la passa piuttosto male. La sua attività non funziona, è pieno di debiti, e ha moglie e due figlie piccole da mantenere. È un uomo onesto, Morgan, ma quando una ghiotta occasione di fare un po' di soldi gli si presenta, è difficile non accettare. Ormai in questa rubrica lo abbiamo imparato fin troppo bene: soldi facili = è un casino.


Cosa ne ha detto del Toro


"John Garfield brings a grittiness and reality to the part. He’s a man torn between what he should or should not do and what he has and what he could have. Which are essential conflicts in noir. And they are very much acted on in Nightmare Alley. It’s directed by the great Michael Curtiz, but is based on an Ernest Hemmingway novel To Have and Have Not."


Traduzione farlocca di medesima:

John Garfield (Harry) regala coraggio e realtà alla parte. È un uomo combattuto tra quello che dovrebbe e quello che non dovrebbe fare, e tra quello che ha e quello che potrebbe avere, che sono elementi di conflittualità essenziali nel noir, e che sono elaborati anche in Nightmare Alley. È diretto dal grande Michael Curtiz, ma tratto dal romanzo di Ernest Hemingway Avere o non avere.


I miei due spicci


Parecchio doloroso, questo, che era un sentimento che finora non avevo incontrato nelle visioni di questa carrellata.

Abbiamo incrociato spesso personaggi problematici o che si portano appresso difficoltà anche notevoli, ma questo spaccato di vita reale è stato molto più intenso di quanto visto finora.

Harry ha una vita complessa, ma non tragica. 

Ha un matrimonio felice, lui e la moglie Lucy sono spesso ritratti in momenti di tenerezza, ha due figlie che sono un ritratto adorabile e caciarone dell'infanzia, quello che gli manca sono i soldi. Come sa chi ha conosciuto circostanze del genere, non c'è amore che tenga, se manca il pane in tavola. 

Lucy non è certamente una moglie esigente: vuole dare il minimo indispensabile alle sue bambine, senza chiedere nulla per se stessa, vuole che il marito resti fuori dai casini. Eppure Harry campa con questa sorta di orgoglio spaccato, si vede fallito, pur non accettando aiuti dalla moglie, e cade nella più antica delle trappole: persona con più soldi di te che capisce come stai messo e ti offre una facile scappatoia, a patto di potersi tenere la giusta percentuale.


Dal momento in cui entra in queste dinamiche pericolose e illegali, anche Harry si trasforma: da tenero padre di famiglia diventa uomo disposto a combattere, ad usare le armi, a buttare la gente in mare, pur di proteggersi e proteggere il proprio futuro. Come abbiamo già visto succedere nei giorni scorsi, la possibilità di mettere mano sul denaro, ma anche il desiderio di fregare gli altri, di risparmiare qualcosa, di imbrogliare, tirano fuori da tutti i personaggi del film il peggio, rendendolo, di nuovo, un film in cui ci si spara per soldi. È interessante che una dinamica praticamente identica sia stata, in queste poche visioni, sviscerata in maniera sempre diversa, con dettagli che arricchiscono la questione di punti di vista e di personaggi completamente diversi.


Quello che distingue Harry dagli altri uomini assetati di denaro che abbiamo visto finora è che la sua non diventa mai avidità. Questo è un uomo che deve dare da mangiare alla sua famiglia, e se il prezzo da pagare è sparare ad un criminale, beh, non ci si fanno troppi problemi. 

Il punto è che in una guerra tra poveri non se ne esce mai vincitori, e infatti come ho detto il film è parecchio doloroso. Non solo perché Harry stesso pagherà le conseguenze delle sue scelte e della sopraffazione di chi si arricchisce alle spalle dei poveretti, ma anche altri personaggi, che non ho nominato per non spoilerare troppo, finiranno vittime di queste dinamiche marce. 


Sebbene non sia la prima volta che mi appassioni a un film di questa carrellata, questa forse è la prima volta in cui mi sono emozionata così. 

sabato 22 gennaio 2022

GenNoir: Perfido inganno

11:15
Se la mia quarantena dura ancora a lungo potrei quasi abituarmici, al ritmo di un post al giorno, come si faceva nei bei tempi d'oro del cineblogging. 
No, scherzo, non vi sottoporrei mai ad un simile supplizio, ma ammetto che la faccenda del noir è interessante e non sono sicura che me lo aspettassi. 

Oggi continuiamo nel periodo "registi sconosciuti che affronto con leggerezza" parlando di Perfido Inganno, diretto nientepopodimeno che dal signor Robert Wise.






Il film 

Uscito con il titolo originale di Born to kill, il film è del 1947 ed è il primo noir del suo regista.
Parla di una donna di nome Helen, neo divorziata, che conosce, tornando a casa dalla sorella Georgia, Sam, affascinante e misterioso ex pugile. Tra i due scatta una scintilla che non porterà a buone cose, per nessuno.

La storia di questo film è davvero affascinante. Ha fatto poco e niente al box office, anche a causa di alcuni scandali personali del cast, eppure si è fatto una fama di film particolarmente duro, violento, oscuro. Ha avuto la sua consueta dose di critiche, boicottamenti vari, casi giudiziari, non si è fatto mancare niente. 
Oggi abbiamo un grande pubblico abituato al peggio portabile sullo schermo, è interessante vedere quanto siamo cambiati noi e l'opinione pubblica. 

Al momento in cui scrivo si trova gratuitamente su Youtube, a questo link.

Cosa ne ha detto del Toro

“A movie that is not that celebrated but I think is fantastic is Robert Wise’s Born to Kill. The film has a couple of the most astounding and violent murders for the period or any period. Lawrence Tierney is one of those characters that can inhabit absolute ruthlessness. And Claire Trevor plays his equal. I told Bradley Cooper and Cate Blanchett to watch them and watch them interact for how the characters needed to be in equal footing when they met. These two characters in Born to Kill are two beasts absolutely unleashed by the presence of each other. What is also fascinating about this movie is Claire Trevor plays a woman in good standing in society. This is what makes it interesting.”


Traduzione farlocca di medesima:

Un film poco celebrato ma che credo sia fantastico è Perfido Inganno di Robert Wise. Ha due dei più incredibili omicidi del periodo, ma anche di ogni tempo. Laurence Tierney (Sam) è uno di quei personaggi pieni di assoluta spietatezza. E Claire Trevor (Helen) gli è pari. Ho detto a Bradley Cooper e Cate Blanchett di guardarli e di vederli interagire per capire che i due erano in condizioni di parità quando si sono incontrati. I due personaggi di Perfido Inganno sono due bestie che si scatenano alla presenza una dell'altra. Quello che è affascinante del film è anche il fatto che Claire Trevor interpreta una donna che ha una buona posizione nella società. Questo è quello che la rende interessante.



I miei due spicci


Onestamente non faccio fatica a capire perché questo film abbia fatto così tanto parlare di sé. Parla di due delle persone più ripugnanti mai messe sullo schermo, che non solo non hanno alcuna vergogna di sé ma che anzi rivendicano il loro essere orrendi con l'orgoglio che hanno solo i mostri.

Il film si apre con Helen, fresca di divorzio, che torna a casa la sera e incontra il cagnolino della vicina libero la strada. La cosa la insospettisce e quindi, preso in braccio il poverino, lo riporta a casa. La porta è aperta, lei entra e si trova davanti due cadaveri, morti evidentemente per mano di qualcuno. La stronza decide che la cosa migliore da fare è non farsi coinvolgere. Posa il cagnetto e se ne va, lasciando i due defunti al loro tristo destino. 

Non paga di ciò, più avanti nel film giustifica la sua decisione con tutta la pacatezza del mondo, dicendo alla sorella che non aveva alcuna intenzione di farsi coinvolgere nel caso, con la tranquillità di chi rivela alla propria sorella di avere cambiato parrucchiera. 

Helen è spietata, ha lo sguardo vuoto di chi non ha alcun riguardo per il mondo, per nulla che non siano i propri interessi. Come ormai abbiamo capito guardando un paio di noir, i suoi interessi sono solo economici.

Incontrare Sam, ancora più marcio di lei, non farà altro che alimentare questa mostruosità, e la relazione tra i due si rivela un mix bollente. È Sam che ha ucciso la vicina di Helen, per gelosia, ed è sempre Sam che sposa Georgia, la sorella di Helen, per sistemarsi in una vita di agiatezze. 

Lo stare vicino ad Helen, però, coltiva la sua sporcizia. La loro relazione, perché poi naturalmente finiranno insieme, ci mancherebbe altro, crea un vortice di morti e disperazione, in un crescendo di violenza da cui nessuno uscirà illeso. 


A me è piaciuto moltissimo, questo ritratto violento e duro dell'umanità peggiore, in cui prendersi gioco degli ingenui è legittimato e in cui il male dell'umanità non resta mai impunito. Sia chiaro, non è un film che gioca a fare la morale, pur ritraendo i mostri per quello che sono, ma che si limita a mostrare come non si può giocare col fuoco senza, prima o poi, restare scottati. La chimica tra Tierney e Trevor è scintillante e insieme ritraggono la pericolosità dell'ambizione ad ogni costo.


Forse finora il mio preferito. 

lunedì 17 gennaio 2022

GenNoir: Niagara

18:43

 Prima di tutto, sento che c'è una questione seriiissssima che voglio indirizzare subito.

Lo so che nel linguaggio del cinefilo dell'internet il mese del noir è novembre, che ha il suo hashtag (#noirvember, ovviamente), che è tutto organizzato e già ben noto, e non volevo fare la bastianella contraria come al solito, solo che mi sono mossa troppo tardi e quindi il noirvember della Redrumia è a gennaio.

Questioni fondamentali, massimi sistemi, lo so. Però andava detto.


Ciò levato dai piedi, ciao! Bentornati alla breve rubrica in cui esploro i film che del Toro ha dichiarato essergli di ispirazione per Nightmare Alley. In questo post tutti i dettagli dell'iniziativa.


Oggi parliamo di Niagara.







Il film


Uscito nel 1953 e diretto da Henry Hathaway, ha la particolarità di non essere in bianco e nero, ma di essere girato in un (magnifico, se posso dire) Technicolor, uno degli ultimi film girati in quel formato. Non è il primo film di Marilyn Monroe, ma di sicuro è tra quelli che ha contribuito a lanciarla nell'Olimpo.


Parla di due coppie che si conoscono in vacanza sulle cascate del Niagara. La prima, quella composta da Polly e Ray, è felice e si gode una tarda luna di miele. La seconda, composta da Rose e George, invece, è molto meno lieta: lei è libera e disinibita, lui più anziano, geloso e con qualche problema nella gestione della rabbia. Le vacanze diventano movimentate quando Polly scopre che Rose ha un amante. Quello che non scopre, almeno non subito, è che ha anche tutte le intenzioni di liberarsi del marito. 


Al momento in cui scrivo si trova gratuitamente su Dailymotion, in inglese e senza sottotitoli, lo trovate a questo link.


Cosa ne ha detto del Toro


"One of the most beautiful movies to look at. The color is astounding. A very important part of the genesis of the legend of Marilyn Monroe. It plays with desire, gender roles, an incredibly strange and intertwined psychosexual story. Vertigo and this could be a great double program."


Traduzione farlocca di Medesima:

Uno dei film più belli da vedere. I colori sono sbalorditivi. Una parte molto importante delle origini della leggenda di Marilyn Monroe. Gioca con il desiderio, i ruoli di genere, è una storia psico-sessuale molto strana e intricata. Insieme a Vertigo farebbe un bella doppia programmazione."


I miei due spicci


Avrei potuto fermarmi alla citazione del Sommo e avrei concluso le mie opinioni a riguardo, ma cavarmela così era troppo facile, e quindi eccoci qua.

Come del Toro ha sottolineato e come ho accennato più su, i colori di questo film sono bellissimi. Un lieve tono pastellato che contribuisce a costruire questo immaginario degli anni '50 come di un paradiso del colore. Il vestito rosa con cui Monroe esce dalla sua cabina e Polly e Ray la vedono per la prima volta buca lo schermo. Le auto, i colori delle cascate (e il loro frastuono perfetto, aggiungerei), sono insieme al resto elementi che aggiungono fascino ad una storia molto intrigante.


Il trope del partner che vuole uccidere l'altro è ormai ben noto, ma in questo caso specifico ha tantissimi punti di interesse.

Rose, il personaggio di Marilyn, è una donna libera di carattere, ma soffocata. Il marito è succube della stessa bellezza della moglie, che lo indebolisce, lo divora. George non fa altro che soffocare la moglie, giudicare i suoi abiti, la sua attitudine aperta agli altri. Poi sì, le corna gliele mette davvero, ma non avrà giudizi da me: George la umilia, si lascia andare a sfoghi di rabbia a causa dei quali finisce pure per farsi male ma che non lo aiutano a ridimensionarsi, parla male di lei con le altre donne, che in quanto più dimesse e pudiche sono indubbiamente meglio di lei. Lo dice apertamente a Ray, parlando di Polly: "Tu sì che ti sei preso una gran donna."

E Polly, onestamente, è proprio un tesoro: si spende per gli altri, sacrificando tempo per sè e la sua famiglia, non giudica Rose quanto mi sarei aspettata facesse e la difende dal marito violento senza paura. Il marito Ray, dal canto suo, è il classico marito che non le crede quando le cose si fanno difficili, la accusa di vedere cose che non ci sono, la fa, indovinate un po', passare per pazza.

Rose, però, non è un personaggio buono. Oltre ovviamente all'insignificante dettaglio del voler far fuori il marito, è anche interessante che scelga di non sporcarsi le mani, ma piuttosto manipoli l'amante a farlo. E per tutto il film è lei la manipolatoria, e non il marito violento. È lei che fa credere ai vicini di stanza che il marito è instabile (lo è, ma non nel modo in cui lo ritrae lei), lei che fa la parte della vedova disperata, lei che quando sviene lascia aperte mille possibilità. E funziona molto bene proprio con il volto della più amata d'America.


Siamo al secondo noir in pochi giorni e mi pare che i maschi non ci stiano facendo una signora figura, ma potrei pure essere io che ho uno sguardo con un lieve bias. 


Il mistery è accattivante il giusto, anche se non sono sicura che lo accosterei a Vertigo. Eppure del Toro lo fa e io mi fido ciecamente del suo giudizio: ho sicuramente "perso" qualcosa io. Sento però che avrei rinunciato ad alcuni elementi della storia, come la coppia di amici che arriva più avanti e a cui vengono dedicati pochi minuti ma che avrei voluto vedere rivolti ad altro. Ma che non passi come una critica rovinafilm, anzi: ho trovato Niagara un film di grande atmosfera (che non credo sia stata penalizzata dall'uso del colore, anzi), con un uso della musica molto piacevole, e un finale che è riuscito a lasciarmi sull'orlo della sedia. 


Sono contenta di uscire dalla mia comfort zone così, mi sto divertendo. 

Con mogli che ammazzano mariti e barche che cadono dalle cascate del Niagara, ok, ma a ciascuno il suo immagino.

Disclaimer

La cameretta non rappresenta testata giornalistica in quanto viene aggiornata senza nessuna periodicità. La padrona di casa non è responsabile di quanto pubblicato dai lettori nei commenti ma si impegna a cancellare tutti i commenti che verranno ritenuti offensivi o lesivi dell'immagine di terzi. (spam e commenti di natura razzista o omofoba) Tutte le immagini presenti nel blog provengono dal Web, sono quindi considerate pubblico dominio, ma se una o più delle immagini fossero legate a diritti d'autore, contattatemi e provvederò a rimuoverle, anche se sono molto carine.

Twitter

Facebook