Cose di Febbraio
Mari.
11:27
Lo so, sto trattando questo povero posto malissimo. Lo mollo, poi lo riprendo, poi me lo scordo...
È solo che per il momento sto dando la precedenza ad altro. La seconda storia per ragazzi by me medesima è finita, sto ultimando le ultime cosine poi la lancerò al mondo, solo che questa volta il mondo non sarà Amazon, almeno non subito. Se andrà male la strada dell'editoria classica tornerò con la coda tra le gambe al grande gigante gentile.
Questo non significa che non abbia visto nè letto niente, questo mese, quindi qualcosina di cui parlare ce l'abbiamo lo stesso, anche se in forma ridotta.
Il post non si chiama Preferiti come al solito perché questo giro niente mi ha rubato il cuore.
Buona parte del mio mese di letture è stata rubata da Delitto e castigo.
Conoscevo Dosto solo da Le notti bianche che mi aveva emozionato come poche altre cose prima di lui, ma prima o poi dovevo fare il salto di qualità.
Penso sia chiaro a tutti che potendo scegliere il mio grande amore i classici russi non rientrerebbero tra le mie prime scelte, ma Delitto e castigo tocca argomenti che pizzicano la mia sensibilità e lo fa con le parolone grandi e magnifiche che rendono i classici quello che sono. Non diventerà mai uno dei miei libri preferiti, ma figuriamoci se mi metto a sindacare Dostoevskij.
Per riprendermi dall'impegno di una lettura così cicciona sono passata ad un horrorino.
Il libro si chiama Nel buio della mente, di Paul Tremblay.
Cosa cerca di fare, Tremblay? Ma certo! Di dare uno sguardo fresco e nuovo al tema della possessione demoniaca!
La storia è quella di una ragazza, Merry, che sta raccontando ad una giornalista la storia della propria famiglia. Quando Merry aveva 8 anni, infatti, sua sorella maggiore Marjorie ha iniziato ad avere qualche problema. Lo psichiatra non sembrava aiutarla, così il papà, non senza opposizioni della mamma, si è rivolto ad un prete. La famiglia però inizia ad avere grossi problemi economici, così per rimpolpare le casse decide di partecipare ad un reality show, The Possession, che seguirà tutta la procedura di esorcismo.
Partendo dal presupposto che a me è sembrato un libro senza infamia e senza lode, forse è il caso di argomentare un minimo.
Il punto di vista della sorellina minore è interessante, poteva offrire spunti nuovi e freschi, mentre si limita a farlo solo in parte, perché si ricade nel solito demone intrigato anche dall'altra femmina fragile di casa, che si palesa solo quando c'è lei, eccetera eccetera. Poteva anche non essere male la questione reality show, con i risvolti legati alla notorietà, al rendere pubblico qualcosa di così estremo, invece si accenna alla faccenda in un dialogo e basta, chiusa lì. Il difetto principale del libro è questo, per me: provare a portare in tavola qualcosa di nuovo e non farlo abbastanza.
Per il resto, poi, è tutta la solita solfa: corpo che non risponde al padrone e fa cose innaturali, parolacce, masturbazione, insulti alla chiesa, camere da letto gelate, dubbio se si tratti davvero di possessione o meno ma nel dubbio facciamo un esorcismo. Bla bla bla.
Detto ciò: a me ha fatto paura? Chiaro che sì, se ci sono posseduti in Redrumia ci facciamo la cacca addosso, fossero anche posseduti scadenti.
Alla fine è un libro utilissimo per staccare la spina, che sembra essere una cosa così ambita, e chi ama le possessioni 'canoniche' ci troverà tutti gli elementi del caso.
Facciamo una breve parentesi Oscar? Facciamola.
Sono contenta per tre cose tre: la Colman, Cuaròn alla fotografia e Spiderman.
Arrivederci e grazie, per il resto possiamo chiuderla qua, perché sebbene tutti sappiamo che il valore vero di un film non lo fanno i suoi premi e tutto quanto, gli Oscar sono e restano comunque per il grande pubblico il punto più alto della carriera di chi lavora in questo ambito, e che La Favorita sia andato a casa quasi a mani vuote per favorire i buoni messaggi e la meraviglia della vita mi fa incazzare.
Ma mai quanto i costumi e la scenografia a Black Panther.
Quello proprio è un abominio.
Io quest anno ero partita ben poco preparata, dirò la verità, ma voi avete dato così tanto spazio a Bohemian Rhapsody che avevo ragione io a essere poco preparata, perché è un film osceno, beati voi che vi divertite così poco. E se a farvi uscire esaltati dalla sala è la scena del Live Aid dell'85, cosa che potrei anche capire, basta aprire Youtube. Quello originale sta lì, gratis, ogni volta che volete. Ma sottoporsi alla visione di quella roba lì solo per essere contenta per una scena una è una tortura che nessuno di noi merita. E una canzone dei Queen io ce l'ho tatuata addosso, non è che non mi piacciano loro, è proprio il film che non va bene.
In compenso questo mese ho visto per la prima volta Ritorno al Futuro.
Basterà per compensare?
Ah, sì, e anche Marvelous Mrs Maisel.
Ma di lei parliamo a parte, che è una meraviglia e si merita un post tutto suo.