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mercoledì 24 aprile 2019

Due figlie e altri animali feroci, Leo Ortolani

10:40
Due cose mi facevano desiderare ardentemente questo libro. Numero uno: sono molto affascinata dalle storie di adozione e quando il Dottore morirà e diventerò finalmente il Presidente del Mondo la prima cosa che farò sarà far adottare quasi chiunque. Numero due: esistono al mondo persone di un candore inspiegabile. Non sprovvedute, non ingenue, di certo non sceme. Solo, dotate di purezza e genuinità. Per qualche ragione, ho da sempre la sensazione che Leonardo Ortolani, detto Leo, sia una di queste persone. (E mi fa anche ridere fortissimo, ma quello è un altro discorso.)
Due figlie e altri animali feroci ne è la conferma.
Per leggerlo ho fatto una cosa da veri ricchi: ho comprato un libro nuovo in copia fisica. Non lo facevo da anni.
Era uscito per Sperling&Kupfer qualche anno fa, sparito dal catalogo e introvabile. Bao Publishing lo ha ripreso, rispolverato e ributtato fuori in una belle veste grande e cartonata, è uscito il 18 aprile se non sbaglio.
Santa Bao, prega per noi.


Leonardo e la moglie Caterina si sono lanciati in un percorso di adozione durato dieci anni. La chiamata è arrivata dalla Colombia, dove due sorelline di 3 e 4 anni erano pronte per mamma e papà: Johanna e Lucy Maria. Pregasi notare che Ortolani è parmense, quindi mio vicino di casa, quindi le bambine sono LA Johanna e LA Lucy e la cosa mi fa sorridere tanto. Il libro non è un racconto diretto della storia, ma è la raccolta delle mail che Leo mandava a familiari e amici dalla Colombia. Si tratta di un racconto intimo e sincero, di una cosa immensa come diventare genitori.
Ed è bellissimo.

Ci sono mille complicazioni legate all'adozione, e si vedono tutte. Non è un racconto che fa sembrare tutto in discesa, con la saccenza di chi "ce l'ha fatta" e ora sminuisce le difficoltà altrui. Tutt'altro. Le difficoltà si vedono e si leggono e non se ne fa mistero alcuno. Quello che passa, però, è il messaggio successivo: tieni duro, perché ne vale la pena.
Ortolani non si mette nemmeno nella posizione di dare consigli ai futuri genitori, ma ci mostra come si sguazza in un mare di novità senza che venga insegnato a nessuno come nuotare. E quello immagino sia spaventoso per tutti i genitori, non solo per quelli adottivi. Mentre quelli biologici però si portano a casa dall'ospedale un frugolino che non ha ancora capito di essere al mondo e finiscono per crescerci insieme giorno dopo giorno, quelli adottivi si trovano davanti umani in miniatura già composti. Hanno gusti, abitudini, un linguaggio, una vita prima di te. E tu devi sgomitare per entrarci dentro senza fare grossi danni.
Si percepisce, la delicatezza, in ogni lettera. Ma soprattutto si percepisce l'amore, che trasuda da ogni vezzeggiativo, da ogni lamentela, da ogni aneddoto. E soprattutto, il messaggio che sta nelle ultime lettere è un incanto: quando si adotta si fanno corsi, ci si prepara, si ascoltano i cosiddetti "teorici dell'adozione". Eppure ci sono cose che non si possono insegnare, e l'amore è la prima di queste. Sentirsi famiglia, un nucleo intero stretto che diventa rifugio contro tutto quello che sta fuori, e per creare una cosa così non ci sono teorici che reggano.
Il modo in cui Ortolani racconta il formarsi di questa fortezza è divertente (se avete mai letto qualcosa di suo lo sapete com'è, fa spaccare dal ridere, come dicono i critici seri), tenero e sincero.
Un regalo magnifico per chiunque stia per diventare genitore, biologico o meno, che non è mai troppo presto per iniziare a parlare di cacca.

giovedì 13 settembre 2018

Saga

13:44
Io mi rendo conto che arrivo sempre dopo la puzza.
Però se c'è una sola persona la mondo che non avesse letto Saga e, letto questo post, decidesse di iniziarlo, io saprò che qualcosa di buono al mondo l'avrò fatto con questo blog.



La Saga in questione è quella di un universo intero, funestato da una sanguinosa guerra. A combattersi sono un pianeta e la sua luna. I loro abitanti si detestano da generazioni.
Qualcuno, però, si è dimenticato di dirlo a Mako, lunare, e Alana, terrestre.
Sti due hanno l'ardire di innamorarsi.
E di procreare.
E, quindi, di scappare.

I grandi racconti del fantastico hanno una cosa in comune: la capacità di creare mondi indimenticabili. Basta mezza nota della colonna sonora per chiudere gli occhi e sentirsi nella Contea. Basta una saetta per pensare ad Hogwarts, tanto per citare le grandi banalità. Saga costruisce con una semplicità disarmante la storia intera di un universo, in cui convivono creature di mille razze e con caratteristiche diverse, con relazioni politiche e diplomatiche che regolano le leggi dell'universo.
Ha la forza di una storia costruita con tempi narrativi praticamente perfetti e con la passione di chi ha tanto da narrare, ha disegni moderni e coloratissimi ma che ci mettono una tavola sola per diventare potenti ed evocativi, e tirare fuori tutto il cuore del mondo. Ha una varietà di razze così diverse e intriganti, che devono convivere in poche pagine ma che non mancano mai di avere ognuna lo spazio che merita e che sono una più bella dell'altra.

Ma più di ogni altra cosa ha la voglia di pace, di rivolta di fronte a governi malvagi, di tolleranza tra i popoli, la voglia e il bisogno di salvezza per sè e per chi è più piccolo e per questa salvezza ancora non può combattere, ha un amore da tutelare come la più preziosa delle gemme, ha famiglie surrogate e reali che si sacrificano per gli altri, ha tutta la passione di chi per i propri cari smette di avere paura e inizia ad avere coraggio, ha piccoli gesti che parlano più di quelli plateali e ha una sequela di personaggi indimenticabili che sfileranno di fronte ai vostri occhi con le loro storie. Ognuno che porta su di sè a modo proprio le conseguenze di un conflitto non richiesto, ognuno che ha cicatrici che cerca di nascondere ma che diventano inevitabilmente la motivazione per ogni scelta, ognuno con una storia storta da raddrizzare. Sia i principali che i comprimari diventeranno volti amici e compagni di battaglia, la cui sorte diventerà cara come la pelle. Le loro vicende sono così reali e 'terrestri' che non riusciranno mai a sembrarci aliene. Nel bene e nel male.

Saga è un'avventura magnifica, dalla quale riemergere senza lasciare indietro nemmeno un pezzettino di cuore è impossibile.
L'immaginazione, però, ne esce ingigantita, ed è un regalo immenso.
Questo regalo qui, se non l'avete ancora ricevuto, fatevelo.
Sarà un viaggio indimenticabile.



mercoledì 10 gennaio 2018

Zerocalcare & Me: a love story

07:47
Ho visto Zerocalcare di persona una volta sola. Era al Festivaletteratura di Mantova, a cui tutti dovreste partecipare perché è un tripudio di gioie, intervistato dai ragazzini dell'associazione Blurandevù. I ragazzi sono stati carini, niente da obiettare, ma per tutto il tempo ho avuto la sensazione che di tutto quello che gli stava intorno non potesse fregargliene di meno.
Gli avrei messo in spalla una coperta e lo avrei portato via di lì, lo avrei lasciato in una camera d'albergo con il wifi e nessuno intorno.
Ovviamente queste sono solo impressioni di una persona che Zerocalcare lo ama molto, non vogliono essere una specie di biografia ufficiale. Però lo sentivo parlare e mi sembrava di avere davanti una persona tanto impacciata, tanto disinteressata al clamore e alla fama, che quella che prima era solo ammirazione verso un bravo autore è diventata Amore.


Non ricordo con precisione come ci siamo conosciuti, io e Lui.
Se vi state chiedendo se ci conosciamo davvero, ovviamente la risposta è NO. Ma come le ragazzine delle medie, io sono fidanzatissima con lui e lui mica lo sa. È un rapporto unidirezionale, ma l'amore è tale da coprire la metà mancante.
Ricordo solo che ho iniziato con il blog, come la stragrande maggioranza di noi. La prima volta che ho capito che c'era di più è stato per caso. Stavo leggendo una tesi di laurea sul G8 e sugli eventi della Diaz (per inciso, è la tesi di Irene Facheris, che lei ha messo gratuitamente sul suo sito, che trovate qui) e ci ho trovato una sua intervista.
L'uomo oltre i disegnetti.
Da quella volta lì l'uomo oltre ai disegnetti ho cercato di vederlo spesso. Nelle opinioni, nelle frecciatine incandescenti, nella delicatezza del tocco, nel cuore enorme, nelle tavole a pagina piena con solo una frase, sufficiente a far sanguinare i cuori.


Andando avanti col tempo le sue storie hanno smesso di farmi solo divertire per la sua bruciante autoironia, per i disegnetti buffi e i personaggi della cultura geek. Ben presto a tutto ciò, che comunque rimane, si è aggiunto un livello di profondità inaspettato. Non che questo mancasse nelle tavole del blog e nei primi libri, sia chiaro. Credo solo che da Dimentica il mio nome in avanti si sia fatto un salto di qualità inarrestabile, che ad ogni volume porta Zerocalcare a diventare sempre più la cosa migliore sia mai nata dal web italiano.
Se già la storia familiare era di una dolcezza e di una delicatezza rare, che anzichè cozzare si sposano alla perfezione con quei suoi disegni così grossi e nerissimi, con i due successivi, Kobane Calling e Macerie Prime per me si è toccato il capolavoro.

Questa mi ha colpito tantissimo ad un livello personalissimo, è stata dura da digerire

Secondo me sono invecchiata. Sono sempre stata lievemente anzianotta dentro, ma ultimamente i temi toccati da ZC mi toccano nel profondissimo, anche quando non vorrei.
Kobane Calling si apre al mondo esterno, esce dal guscio del nostro comfort e ci porta nel pieno della guerra. Senza voyeurismo (è troppo intelligente per quello), senza la lacrimevole vicenda dei bambini morti sotto le bombe, Michele Rech ha preso lo zainetto ed è andato in prima persona a vedere cosa stava succedendo nella città di Kobane, a conoscere il popolo curdo che stava combattendo contro l'ISIS. Ce lo racconta con il suo modo che ormai abbiamo imparato ad amare, comportandosi come farebbe chiunque di noi: a fronte di persone, ragazzi anche giovanissimi che ogni giorno abbracciano il fucile e proteggono la loro casa non si può far altro che sentirsi piccoli piccoli e anche un po' scemi. L'unico modo per smettere di essere piccoli piccoli e anche un po' scemi è informarsi, conoscere, capire. Non ci renderà al pari di chi rischia la propria vita in nome di una libertà perduta, ma ci ridà quella dignità che spesso, nella nostra comodità occidentale, perdiamo. Il reportage che esce dai suoi viaggi è il modo più bello che ci sia di onorare chi l'ISIS di cui blateriamo ogni giorno lo combatte davvero. Uscire indenni dalla lettura è impossibile.

Quel cuore in mezzo alla città è indimenticabile

Per me, però, Macerie Prime è stata una sassaiola in cui io ero l'unica vittima.
È riuscito a centrare con precisione da cecchino il modo in cui mi sento, oggi, più vicina ai 30 che ai 20. Quando mi sembra di snaturarmi perché cambiano i miei gusti e i miei ideali, quando mi arrampico nel mio castello di illusioni e mi ci barrico dentro autoprendendomi ostaggio, quando devo rivalutare quello che voglio, come lo voglio e perché lo voglio. Quando penso di avere la vita in mano e arriva la stangata che ti fa rimettere tutto quanto in circolo, quella sensazione lì che ti prende alla gola e ti fa temere che non ce la farai mai, lui la mette su carta come non ho mai visto fare a nessuno prima.
E forse è solo l'età, la confusione di chi sta diventando adulto e deve capire come si fa, la paura di dover fare passi grandi e di dover prendere decisioni ancora più grandi e, in questo casino che è la crescita, delinea i grandi punti fermi: gli ideali, la coerenza, e gli amici.
Il modo in cui si parla dell'amicizia, sempre nei suoi lavori ma in Macerie Prime un pochino di più, mi fa sempre, sempre pensare al mio gruppetto scalcagnato, che è più bello che mai adesso che mi manca tanto.


ZC sembra una cosa e poi è tutt'altro. I suoi lavori sono di una delicatezza portentosa che però travolge le emozioni come un fiume in piena, e siccome di solito c'è un armadillo enorme in mezzo alla stanza, fidatevi: non è così scontato.


martedì 28 novembre 2017

Guift Guide 2017 - A #BAOTIFUL Wishlist

14:05
Se leggete i fumetti leggete Bao.
Se il destinatario dei vostri regali non legge Bao è ora che qualcuno rimedi alla grave mancanza. So che ora tutte (ma proprio tutte) le case editrici hanno capito che i fumetti vendono e quindi hanno lanciato la propria collana di graphics, ma l'arrivo di Bao in Italia è stato ben antecedente alla puzza di dineros, e oggi il loro catalogo è da versarci su non dico tutte le nostre lacrime ma di sicuro tutti nostri soldi. I volumi sono belli, la scelta è variegatissima e sempre in evoluzione, l'attenzione ai nomi dall'estero è assoluta.
È chiaro che le case editrici che si occupano di fumetti sono numerose, ma Bao ha fatto il passo più lungo delle altre: è capitata a fagiolo nel periodo in cui il fumetto diventava popolare e smetteva di essere di nicchia e ha creato una collezione di titoli che accontentano chiunque. Dalle saghe dal sapore anni '80 ai romanzi illustrati, dai grandi famosissimi nomi ai fenomeni nati sul web, quelli di Bao hanno occhio e naso per gli affari. E poi hanno Zerocalcare, what else?
L'elenco che segue è composto di cose che ho letto ma soprattutto di cose che vorrei leggere, con grande sofferenza.


1) Residenza Arcadia
Seguo Cuello sui social tutti. Mi piace un sacco e dovrebbe piacere anche a voi. Qualcuno mi ha detto che Residenza Arcadia è tanto bello da sembrare un Pennac. Ora, Daniel (Cuello, non Pennac. Che casino), al tuo posto io sarei morta per il solo pensiero di un simile paragone, ma siccome non stento a credere a siffatta ipotesi, ti bramo ardentemente.

2) Paper Girls
Tempo fa ho visto un video della mia youtuber del cuore in cui parlava dei fumetti da leggere per riprendersi dal lutto della fine della stagione di Stranger Things. Tra i titoli, questo. Mi incuriosisce oltre ogni dire e presto lo farò mio.

3) Bone
Ho parlato talmente tanto di Bone che non escludo vi sanguini il naso a sentirlo nominare di nuovo. Ma non è colpa mia se Bone è bellissimo. Bao ha raccolto tutti gli stillati in un volumone da cui separarsi è impossibile, è una storia avventuroa cosparsa di una dolcezza irresistibile, di una comicità brillante e mai, mai, mai ignorantona, di personaggi indimenticabili e cattivi dall'eccelsa stupidità. Bone è un regalo magnifico da fare solo a qualcuno a cui volete davvero tanto tanto bene.

4) Macerie Prime
Ogni volta che esce un nuovo Zerocalcare è Festa Nazionale in Redrumia. Ogni volta che esce un nuovo Zerocalcare per tutti gli italiani si crea l'occasione splendida di regalare qualcosa di questo magistrale autore a qualcuno che ancora non lo conosca, facendo quindi non solo dono di un bel libro ma anche di una conoscenza che diventerà compagna a lungo. Sarà bellissimo. Mandate Zerocalcare nelle vite aride di chi ancora ne è privo.

5) Blueberry Girl
Questa cosa qui l'ha scritta il nome tutelare di questo blog, Neil Gaiman, in occasione della nascita della figlia di Tori Amos. Non ci sono neanche parole per dirlo.

6) Green Manor
Simile per estetica a quel Porto proibito che devo ancora leggere perché il mio moroso non mi presta più i suoi libri per buoni motivi, questo parla di omicidi e casi da risolvere. Lo voglio, chiaramente.

7) Strangers in Paradise
Dopo la sua incostante storia editoriale Bao se l'è presa e gli ha regalato completezza. Mi ispira in modo incredibile, i disegni mi lasciano combattuta su cosa ne penso ma non vedo l'ora di leggerlo. Si parte con un traingolo amoroso e si finisce con un semithriller su passati misteriosi.

8) Ti prego, rispondi
Dovrei detestarlo, viste le premesse e il titolo lacrimevole, eppure per qualche motivo ogni volta che lo vedo lo sfoglio, e mi ritrovo a desiderarlo. Probabilmente ci lascerò il cuore, ma non importa. L'emotività è sopravvalutata.

9) Lumberjanes
Lumberjanes è il nome del campo estivo dove stanno le cinque amiche protagoniste. Come ogni campo che si rispetti sono tormentate da mostri e creature misteriose, e devono cavarsela il giusto per tornare a casa sane e salve. I disegni mi piacciono moltissimo, è un progetto tutto al femminile che mi ispira moltissimo e che vorrei davvero leggere.

10) I segreti di Burden Hill
Amatissimo da Neil Amoremio Gaiman, questo fumetto parla di animali che comunicano con anime di animali e risolvono casi paranormali ed è illustrato da Sua Maestà Jill Thompson, che è la tizia che ha illustrato anche il Little Endless Storybook, quel libriccino con gli Eterni di Sandman ritratti bambini in una storia sul mio adorato cane Barnaba. Lo bramo ardentemente.

E con questo è tutto, fate un veloce saluto alle tredicesime che qua c'è roba da leggere in abbondanza.

giovedì 15 giugno 2017

Un giro in libreria #2: ET Einaudi e Graphic Novel

18:25
Sono tornata in libreria. Questa volta in Feltrinelli, perché nella mia città ci sono quasi solo librerie di grandi gruppi editoriali. Questo è perché Cremona attende in ansia che io apra il mio piccolo e intimo caffè letterario che venderà anche libri usati e farà la gioia vera di grandi e piccini.



A balzare subito all'occhio è inevitabilmente la promo Einaudi: compra due ET e ti regaliamo il telo mare de L'isola del tesoro (che, ammettiamolo, è proprio un gran bello).
È già stato fatto da blogger ben più rilevanti della sottoscritta, ma se non sapeste come barcamenarvi nel marasma dei tascabili Einaudi, ecco i miei due spicci, esclusi i classici:


  • per gli idealisti politici, attaccati alla sinistra vecchio stile, che tutti gli anni vanno a mangiare pane e salamella alla Festa dell'Unità: gli scritti di Augias e Berliguer sono ET. 
  • girl power: Chimamanda Ngozi Adichie, Margherita Hack, Concita De Gregorio, Michela Murgia, Alice Munro.
  • gialli: qua ci potrebbe essere da sbizzarrirsi, di giallisti ne è pieno l'universo. Un solo nome, però, spunta nell'arido cuore mio. FRED VARGAS.
  • da regalare all'amico hipster: David Foster Wallace. Ma proprio tutto, in pratici formati convenienza. Se Infinite Jest risulta un po' poco pratico da trasportare, allora ci si può buttare sulle Brevi interviste per uomini schifosi.
  • se vi serve un piantino liberatorio: tutto quello su cui potete mettere le mani di Kazuo Ishiguro. Ma non prendete sottogamba nemmeno il fattore lacrima di Philip Roth. 


Infine, le novità graphic (che sono novità almeno per me). Ribadisco quanto detto la volta scorsa: ora che tutti leggono i fumetti le case editrici si adeguano.
Della già citata collana di Mondadori, Oscar Ink, ha colpito la mia curiosità Monstress, fantasy ambientato in un mondo in cui la popolazione è divisa per razze, e che ha per protagonista una donna che sembra avere possessioni demoniache.
Sono inoltre sempre più tentata da Saga, che in ogni libreria in cui vado sta lì, a sfidarmi. Certo, in attesa di essere acquistati ci sono anche Paper Girls e Strangers in paradise, ma non è che ho i miliardi a disposizione. Alla fine il fil rouge di quello che mi attira è il mood anni 80, amici, mostri e fantasy. Niente che sia il mio genere del cuore, in realtà, eppure in forma di fumetto è questo che attira sempre la mia attenzione.
Per suscitare in voi le mie stesse voglie a proposito di questo maledetto calderone mangiadenaro che è l'editoria a fumetti, lascio qui questo video, che se devo soffrire io almeno soffrite con me:


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