martedì 3 gennaio 2017

I am the pretty thing that lives in the house

13:39
Quanto tempo poteva passare prima che io guardassi un film horror sui fantasmi firmato da Netflix, dotato tra le altre cose di un titolo incantevole e di una locandina altrettanto bella?
Poco, infatti.



Lily è una giovane infermiera che viene assunta per badare ad un'anziana signora, che da giovane faceva la scrittrice di romanzi horror di scarsa qualità. Nella casa della signora succedono cose strane, ma discrete: non sbattono le porte e nessuno viene posseduto (con mio discreto sollievo). Solo che ci sono dei passi, della strana muffa sulle pareti, degli strani atteggiamenti della padrona di casa, che si ostina a chiamarla Polly..vuoi vedere che Polly esiste davvero?
Eh.

All'inizio del mio rapporto con Netflix amavo tutto quello che usciva dalle loro manine. Vuoi perchè ho iniziato con i loro splendidi documentari, vuoi perchè la prima serie di cui ho goduto è stata Sense8, le mie aspettative erano alle stelle, complici anche le recensioni entusiaste del web.
Sono rimasta delusa? NO, NO, NO.
I am the pretty thing that lives in the house è una storia semplice ma intensa, divisa su due epoche storiche (alla cui datazione risaliamo solo attraverso i dettagli) che sono, ognuna a modo suo, intriganti e visivamente bellissime. Perchè se la trama non è niente di sconvolgente sono le immagini a farla da padrone. Tutto è bianco, spoglio, minimale e lentissimo, i colori sono pochissimi e tenui, persino i movimenti sembrano appena accennati. E quando si parla di fantasmi è facile farsi prendere dalla frenesia e fare tutto veloce e pauroso. Qua le scene di spaventi sono generalmente un po' telefonate e convenzionali, eppure sono sinistre e goticheggianti. Sono accenni, frecciatine, strizzate d'occhio, fatti con una lentezza che può sembrare frustrante. (A me, però, è piaciuta tanto.)
Questo per noi spettatori, chiaramente, perchè la povera Lily se la fa sotto dalla paura e l'attrice (Ruth Wilson, a me sconosciuta) è stata BRAVISSIMA nel rendere questa paura. Secondo me poi la paura è la sensazione più difficile da rendere perchè in un attimo si sembra macchiette, lei invece è stata spontanea e credibilissima, tanto da passare paura per induzione a chi la guarda. Non c'era bisogno di vedere il fantasma (bellissimo madonna che bellissimo) per esserne spaventati: Lily ci trasmetteva da sè una paura incredibile.
In generale il film se la tira un bel po', ma a me quelli che se la tirano con ottimi motivi piacciono, fanno una gran simpatia.
E allora tiratela pure, cosa carina che stai nella casa, perchè sei bello assai, e ne hai tutte le ragioni del mondo.

sabato 31 dicembre 2016

Cari figli che non so se avrò mai

17:30
Questo post è un'ipotetica lettera a Voi. Se mai lo troverete, sarà perchè questo blog, con cui mi diletto, sarà stato lasciato online, affinchè voi possiate prendervi gioco di vostra madre.
Spero siate bellissimi e in salute, ma soprattutto spero di non aver dovuto litigare troppo con vostro padre per i vostri nomi, che oggi, allo scadere del 2016, sono belli che decisi.
Spero siate indipendenti nelle opinioni e nel pensiero, anche dai vostri genitori. Vorrei che sviluppaste passioni intense e durature, che vi accompagnino nel corso della Vita. Spero, più di ogni altra cosa, che queste passioni abbiamo a che fare con l'arte. Che sia pittorica, o che siano i libri a rubarvi l'anima, o ancora che il Cinema sia la vostra terapia, o che la musica sia vostra amica, spero che abbiate modo di farvi arricchire dalle creazioni della mente umana.
Vi sarà utile tutte le volte che crederete di avere perso la fiducia nelle persone, e anche in quelle occasioni in cui sentirete che la vostra emotività si è indurita un po'.

Noel, il bambino che vorrei.

Il mio sogno è di generare un giorno luminosi eredi che ameranno quello che amo io, con la stessa inensità con cui lo faccio io, ma quando sogno troppo forte mi devo forzare di ricordare che i figli sono esseri umani interi e separati e che sviluppano una loro identità. Se così non fosse, oggi starei leggendo Harmony ascoltando i Pooh, come vostra nonna.
Però continuo a sognare, e mi immagino spessissimo a leggere per voi.
Sì, ma leggere cosa?
Harry Potter, che domande. Sarete seppelliti di letture di Harry, dal primo giorno della vostra vita, questo è insindacabile. Ma poichè di non solo Harry è fatta la narrativa per ragazzi, penso spesso a quale Roald Dahl vi leggerei per primo, e inevitabilmente finisco per pensare a Gli Sporcelli. Matilda seguirà a ruota. Dahl sarà fonte di gioie infinite, con tutte le sue idee magiche, i suoi adulti cattivi e i suoi salvatori. Sarà sempre divertente, e voglio che sappiate che leggere è sì arricchente e importante e cosruttivo, ma che prima di tutto è bello. Voglio che capiate subito che è importante parlare bene, sia per fare bella figura ed essere corretti, ma anche perchè con le parole si può giocare, ed è sempre un gioco buffissimo. Sarete quindi sottoposti, fin da piccolissimi, a due signori che con le parole si sono fatti grasse risate: Roberto Piumini e Gianni Rodari. 
Voglio che crediate che la magia sta nella bellezza, e quindi, ovviamente, Neil Gaiman. 
Voglio sperare che amiate i classici per ragazzi tanto quanto li ho amati io, ma soprattutto spero che amerete i romanzi d'avventura più di quanto abbia fatto io da ragazzina: vi voglio selvaggi e intraprendenti, con curiosità sconfinata verso il mondo, reale o di fantasia che sia. E allora per Natale sotto l'albero avrete un Lo Hobbit, una Storia Infinita o un Harold Fry, che in teoria è un libro per adulti ma in pratica a noi della teoria frega poco.
Prima o poi, infine, sarà il momento di iniziare a leggere i fumetti, bambini miei. E allora, sempre incartato come un regalo,prima o poi riceverete quel volumone bellissimo di Bone, che è dolce, avventuroso, pieno di sentimenti buonissimi e cattivi stupidissimi.

Certo, la televisione non sarà sempre spenta, anzi: molto probabilmente sarete voi a dover dire a vostra madre di smettere di guardare film. Sarebbe bellissimo, però, se voi vi sedeste con me, accettando che non sarà grazie a vostra madre se conoscerete i cartoni Disney, che molto semplicemente non ama troppo. Sulla nostra tele scorreranno i film Ghibli a ripetizione, come un mantra, perchè voglio che vi appassionate al disegno alla svelta, così poi divetate bravi come la zia Elena. Ma anche Paranorman e Monster House o Coraline. E anche Dragon Trainer, per un motivo: quel drago lì è un micione e voi dovete capire alla svelta che gatti>>>>>>>cani. Per non mettere pressioni all'attuale fidanzato di mamma devo dire che non so se guarderete tanti film di supereroi, ma una cosa è certa: farete prestissimo la conoscenza di Hellboy, e se da lui imparerete le parolacce io non avrò niente in contrario. Poichè desidero anche che sappiate da subito che prendersi sul serio non è cosa buona, poi, i Guardiani della galassia saranno vostri amici da subito.
Per canticchiare con mamma sarete presto avviati all'apprendimento di fondamentali brani da The Nightmare Before Christmas.
E poi saranno le commedie: La storia fantastica e di nuovo quella Infinita, per dirne due, ma anche gli amatissimi Sfortunati eventi. E l'avventura: Guerre stellari e il primo Pirati dei Caraibi Super8.
E l'horror?
Arriva, arriva. Gremlins, per cominciare.

Nei miei sogni sarete perfetti e intelligentissimi, con gusti ancora migliori dei miei. Sappiate però concedervi sempre il piacere per il brutto, per le cose che non dovreste amare e che invece amate lo stesso, e strafogatevi di patatine nel mentre. Non c'è niente di più appagante. E le vostre passioni non fossero compatibili con le mie, andrà bene comunque. Sapervi svegli la notte presi dall'entusiasmo per qualcosa che amate (a patto che non sia la droca. Non drogatevi bambini) sarà sufficiente a rendermi felice. Sapere che avrete sempre un motivo di gioia, di emozione sincera, di entusiasmo contagioso, sarà di incredibile aiuto per quelle volte in cui la vita sarà meno gioiosa. Lasciatevi andare e amate con forza ma sinceramente, senza imporvi cose che non vi vanno nè privandovi di ciò che vi fa palpitare il cuore.
Perchè sì, è vero che un film o un libro, o una canzone addirittura, fanno stare meglio le persone. È per quello che continuiamo a farne. Ne abbiamo bisogno.

A chi è giunto fino alla fine di questo chilometrico post auguro un nuovo anno che scorra liscio come l'olio, senza scivoloni nè ostacoli a fare lo sgambetto. Qualora ci fossero comunque, auguro a tutti di avere un gruppo di sostegno simile a quello che è stato Internet quando è morta Carrie Fisher e siamo rimasti tutti senza Principessa. Compatto e potentissimo.

giovedì 29 dicembre 2016

Best Scenes Ever

14:55
Quando la blogosfera chiama, MRR risponde.
Questa chiamata alle armi chiedeva di parlare delle nostre scene preferite.
È stata dura, ci sono stati pianti, separazioni dolorose e risentimenti. Presto ci saranno pentimenti. Queste però sono le scene che mi trovo più spesso a riguardare, in ordine rigorosamente casuale.



1) Sweet Transvestite - The Rocky Horror Picture Show




In questa scena TUTTO È PERFETTO.
L'arrivo maestoso di Tim, il suo trucco, l'espressione da babba della Sarandon, la canzone (pazzesca) e la voce di Curry sono un mix mortale. Una bomba, il mio personalissimo culto, con l'uscita di scena più esemplare di sempre, da applausi a piene mani, di quelli con le mani a coppa che fanno un gran macello.

2) Protezione di Hogwarts - Harry Potter e i Doni della Morte parte II



La mia scena della vita della saga intera è quella che ha luogo nella Stamberga Strillante, nel terzo volume, il momento in cui Sirius e Remus si rivedono. Nei film, però, la protezione della scuola vince su tutti gli altri momenti: migliaia di ragazzini bloccati in un castello, fino a quel momento il luogo più sicuro sulla Terra, e stanno per ricevere un attacco tremendo. La guerra arriva e i pochi adulti presenti fanno quanto è in loro potere per proteggere i loro ragazzi e quella straordinaria scuola che è molto più che un semplice castello. La musica, i ragazzi agitati e in fuga, i quadri anche, la McGranitt in piena forma, la discesa in campo delle statue (al cinema è stata straordinaria da vedere), e infine tutti lì, nel cortile, genitori, professori e alunni più grandi, bacchette al cielo a fare quanto è in loro potere per proteggere la casa loro e nostra. I dissennatori che si allontanano, quasi a dare un momento di tregua, e la magia che diventa visibile, diventando scudo reale contro il male. Da pelle d'oca lunga ore.

3) Le gemelle - Shining



Scegliere un solo momento di Shining è quasi ridicolo. Ma se penso al momento che più mi ha messo alla prova direi che poche scene battono le gemelle. L'inseguimento del triciclo, il respiro di Danny che cresce agitato, le bambine fatte a pezzi...a me dà sempre, sempre, sempre i brividi.

4) Finale - Requiem for a dream

Pochi film mi hanno turbata quanto quella Opera d'Arte che è Requiem for a dream. Splendido, eh, c'è poco da dire. Quel finale lì me lo ricordo ancora come una delle cose più forti a cui abbia mai costretto i miei occhi. E vi chiederete 'E allora perchè la metti qui?' Eh, perchè è favolosa.

5) Inizio - Halloween, La notte delle streghe


Io non so niente di tecnica, ne abbiamo parlato spesso. Se John Carpenter sia oggettivamente bravo, quindi, è un giudizio che lascio a voi. A patto, però, che diate il vostro giudizio dopo avere visto l'inizio di Halloween. Quella salita lì sulle scale me la ricorderò per sempre.

6) L'uomo pallido - Il labirinto del fauno


Se dovessi scegliere una scena, una sola, uscita dalle mani di GDT, non potrebbe essere altro che questa. I colori, Ophelia che non ha paura di niente e quando vede gli occhi sul vassoio se li scruta senza fare una piega e ovviamente la creatura: pallida, immobile, terrificante. È una summa di tutto ciò che dobbiamo conoscere di Del Toro.

7) Il funerale di Royal - I Tenenbaum



Secondo me ho qualcosa che non va tanto bene nella testa, perchè in sta lista ci sono scene che mi hanno fatto piangere come un'asina.

8) The show must go on - Moulin Rouge


Non permetto a nessuno di toccarmi questa canzone. È la canzone della mia vita, la colonna sonora di un'esistenza intera. Se sento una cover, cambio, non sono capace di sentirle e basta. Tranne questa. Vedi sopra, a me piacciono le cose che fanno piangere, e dio solo sa quanto piango ogni volta che vedo un teatro intero, Satin compresa, cercare di farsi forza di fronte all'imminente scomparsa della sua stella più luminosa cantando la canzone più bella che sia mai stata incisa.

9) Finale - Rosemary's Baby



Ditemi che esiste un horror con un finale più disturbante di questo e avrete mia eterna riconsocenza,

10) La scena del treno - La città incantata


Prendete tutto quello che di bello lo Studio Ghibli può fare e concentratelo in una scena: il risultato è la scena del treno de La città incantata.

So che di qui a dieci minuti mi verranno in mente almeno altre trenta scene. Prevedo molti edit in questo post.
Qui gli altri partecipanti:

Bollalmanacco

Director's Cult

SOLARIS

Non c'è paragone

A fish-flavoured apple

Pietro Saba World

lunedì 26 dicembre 2016

Gli Invasati

09:21
Eoni fa, quando da queste parti si parlava del libro della Jackson da cui questo film è tratto, Erica del Bollalmanacco mi aveva detto di guardare il film. Se mi da un consiglio lei, io mi fido, e quindi mi sono armata del mio scarsissimo coraggio e sono tornata ad Hill House.



La trama è arcinota ma la ripeto per chi non si è ancora fatto il grande favore di leggere un libro di Shirley Jackson: Hill House è una casa maledetta (ormai nella mia mente LA casa maledetta). Forse infestata, ma di sicuro portatrice di grandi sventure e tragedie. Il dottor Markway è interessato a scoprirne una volta per tutte la vera natura e decide di partire e alloggiare nella casa per studiarne in prima persona i fenomeni. Non partirà solo, con lui ci saranno Luke, l'erede della villa, e due donne: Theo e Eleanor, la nostra protagonista.

Mi sento di dire, senza timore di essere contraddetta, che Gli invasati è un piccolo miracolo. Fa una cosa che credevo quasi impossibile: è quanto di più fedele al romanzo potessi immaginare. Non parlo della trama, che per forza di cose ha tralasciato alcune piccole parti che però trovo trascurabili, parlo di sensazioni. Se la Jackson con la sua mano fatata non aveva bisogno di un linguaggio forte e caciarone per fare una paura incredibile, qui Wise non ha bisogno di mostrare alcunchè. Qua si mostra il minimo indispensabile, non si usano facili stratagemmi per spaventare. Hill House non ti vuole far prendere uno spavento, ti vuole far morire di paura. E ce la fa.

I personaggi mi sono sembrati resi benissimo, Eleanor ha uno sguardo sbarrato e perso che ha fatto quasi più tenerezza che nel libro. Il viso dell'attrice è quasi infantile e fragilissimo, una scelta di cast perfetta per un personaggio che già nel romanzo mi aveva colpito al cuore. Theo, d'altro canto, non è da meno, e se la detestavo di là, figuriamoci qui che posso darle un volto.
La casa è, ovviamente, di uno splendore tetro, e vederla in bianco e nero è angosciante il giusto. Ovvero tantissimo. 
Il fatto che fantasmi e case infestate siano i miei preferiti da sempre forse influisce sul mio entusiasmo, sono disposta a riconoscerlo, ma vi dico questo: che leggiate il romanzo o guardiate il film poco importa, provate ad uscire indenni dalla scena della mano e poi tornate a dirmi che non vi ha fatto paura.
Buona fortuna.

sabato 24 dicembre 2016

#CiaoNetflix: Sense8 Christmas Special

17:03
Vedere Sense8 è stata una delle esperienze più intense dei tempi recenti. Io non sono una grande amante di serie tv, ne guardo poche e di solito più son trash più le amo.
Poi è arrivato Netflix, creatore di piccoli miracoli, e mi ha regalato la più totalizzante, potente, emozionante delle visioni recenti. Staccarmene è stato difficilissimo.
Per questo ho accolto l'arrivo di uno speciale di Natale con qualche perplessità: avrei resistito ad averne solo una dose?
Spoiler: NO.
Ridatemi Sense8, che a fattanza qua sto peggio di Will.


Nell'episodio natalizio non succede un granchè, lo possiamo dire?
Riprendiamo in mano i nostri Sensate esattamente da dove li avevamo lasciati: una in prigione (la mia preferita, Sun ti amo), uno a confrontarsi con l'outing, una a nascondersi, eccetera. Nello speciale li vediamo semplicemente proseguire con le loro esistenze, lontane ma vicinissime, e con gli eventi che abbiamo seguito nel corso della prima, incantevole, stagione.

La sensazione di familiarità è intoccata, con mio gigantesco sollievo. L'episodio si apre con una bellissima scena, come al solito contornata da una colonna sonora per fet ta, in cui riprendiamo in mano il concetto di Sensate, ci viene ricordato come funziona il legame dei ragazzi, e di nuovo noi finiamo incastrati in un fluire libero e agile di sensazioni, odori, sentimenti. Se Wolfgang nuota, ci stiamo bagnando tutti.

Con movimenti morbidi come quelli del tedesco in acqua passiamo ad una scena che ha del meraviglioso. Vi racconto una cosa: io per Lito ed Hernando ho un affetto smisurato. Sono, molto semplicemente, quella che ai miei occhi è la coppia perfetta: oltre ad essere entrambi di una bellezza imbarazzante (Hernando soprattutto, parliamone), i due attori sembrano avere una chimica incredibile. L'attrazione è fortissima e divertita, la coppia si lascia andare a giochi continui, maliziosi e non, ed è un incanto starli a guardare. Poi arrivano i momenti difficili, sia nella stagione che nell'episodio, e li vedi diventare un tutt'uno, uno scudo di testuggine contro il mondo, loro e quella croce e delizia della loro amica Dani. Hanno un'ammirazione sconfinata l'uno per l'altro (ricordate la conversazione al museo tra Nomi e Lito? O quella all'incontro di wrestling? Io commossa all'inverosimile) Sono la coppia più bella rappresentata sullo schermo in tempi recenti, quasi non riesco a descriverli.

Per tutto l'episodio si alternano momenti più intensi, con Lana Wachowski che si diverte a prendersi gioco dell'empatia di chi guarda, a momenti più leggeri e scanzonati, utilissimi in uno speciale di due ore ad alleggerire la tensione. La tenerissima Kala e la sua ingenuità sono un toccasana. La scena del compleanno è di un bello da brividi, la battaglia con le palle di neve è dolcissima.
Poi, ovviamente, le batoste: Will col padre, Lito e la madre, Sun e il figliondrocchia del fratello. Ed ogni volta che uno di loro è in difficoltà, ecco la protezione degli altri, i suggerimenti all'orecchio, la consolazione, la forza, le botte da orbi. E vederli insieme da sempre senso di potere assoluto.

Anche stavolta, Sense8 conferma quello che era stato il suo pregio incredibile nella stagione uno: guardare la serie riuscendo a mantenere una distanza da quello che si vede è letteralmene impossibile. Le persone ritratte entrano nel cuore, diventano cari amici (e vi garantisco che se ne sente moltissimo la mancanza). Lo scambio tra Sun e Van Damme, che si rivedono dopo che lei gli ha salvato la vita, è semplicissimo ma scalda il cuore, perchè ci coinvolge ad un punto altissimo, perchè beneficiamo anche noi della totale apertura mentale dei Sensate, siamo anche noi all'interno di quel legame potentissimo che li unisce, lontani ma vicinissimi.
E questa dovrebbe essere 'solo' una serie tv.

giovedì 22 dicembre 2016

Non solo cinema: Guida galattica per gli autostoppisti

21:13
Che a me viene sempre da chiamare Guida galattica per l'autostoppista. Al singolare.

Ce la ricordiamo la Mari di una volta? Ostile alla fantascienza tutta, 'che non mi si parli di robot e astronavi che vi lancio fuori dalla finestra'. E sì, horror e fantascienza sono due lati dello stesso genere, quello del Fantastico, e sono tanto legati e si vogliono tanto bene, ma a me ne piace solo uno. Così è la faccenda.
O meglio, così era la faccenda, dato che in una settimana si è parlato prima di Star Wars e ora, immancabilmente, di Douglas Adams.
Non lo so cosa sia successo e non voglio parlarne, prima o poi mi rivolgerò ad un professionista così che risolva quel groviglio di orrori che è il mio cervello.


La Guida galattica è una trilogia in cinque parti, che ha questa premessa: la Terra è andata distutta, e con essa l'umanità intera. Con un'eccezione però: il terrestre Arthur Dent è sopravvissuto al disastro, salvandosi insieme a Ford Prefect, il suo amico alieno. Non che Arthur fosse a conoscenza della sua natura extraterrestre, comunque. Insieme elemosineranno un passaggio ad un'astronave di passaggio, e da quel momento inizierà per loro una sequela di avventure in giro per l'universo.

Partiamo da alcuni sacrosanti presupposti:
1. Douglas Adams era un fenomeno, questo è indiscutibile e la sua capacità immaginifica era straordinaria. Chissà cosa avrebbe creato con un po' più di tempo a disposizione.
2. A me il nonsense piace molto. Mi diverte da matti.

Con queste premesse crederete che la Guida galattica sia diventata uno dei miei libri preferiti.
Ehhhhh. No.
Siamo di fronte a 800 e qualcosa pagine (se si legge la trilogia in cinque parti per intero) di puro nonsense. Quasi non c'è altro. Sì, ci scappano l'avventura, lo spazio, i robot (Marvin <3, ti ho amato appassionatamente), i topi. Ma fondamentalmente è un distillato di fortissima e ferocissima ironia britannica.
Insomma, fa spaccare dal ridere. Ma proprio di quelle belle risate a voce alta!
Però per me ad un certo punto è stato troppo. Ok, io sono quella che non ama la comicità, è mille volte più facile farmi piangere che ridere, eccetera eccetera, ma guardate che 800 pagine di solo ed esclusivo humor, battute, frecciate, trovate folli, si sono susseguiti quasi spintonandosi per uscire per tutto il tempo, ed alla lunga questo mi ha reso la lettura un po' impegnativa. Ho anche considerato che fosse colpa mia: io leggo quasi sempre più di un libro per volta e alternare questo uragano di follia a qualcosa di più convenzionale forse me lo avrebbe reso più digeribile. Adesso sono in iperglicemia, sono riempita di zucchero da qui all'eternità, mi tocca una tragedia greca per ribilanciare.

Io lo regalerei tantissimo a qualcuno di molto giovane: l'inventiva di Adams nel creare marchingegni spaziali è esilarante (c'è il Motore ad Improbabilità Infinita, la macchina Nutrimatica, il Vortice di Prospettiva Totale...) e ispiratore, la vicenda è appassionante e si presta benissimo alla fandom più selvaggia, la scrittura è leggera e scattante. Sarebbe perfetto per un ragazzino di 15 anni e tanta passione da sfogare. Io, purtroppo, ne sono stata colpita solo in parte, e sono arrivata a finirlo per senso del dovere. Di Adams comunque cercherò di leggere altro perchè un cervello così va valorizzato il più possibile.

C'è anche da dire questo, in difesa del romanzo: io e la fantascienza ci guardiamo ancora male e a distanza, non fa niente se mi è piaciuto molto Star Wars. Forse se tutto questo delirio colorato e arzigogolato fosse stato impiantato in una storia più affine ai miei complicatissimi gusti l'avrei amato alla follia, chi lo sa. Forse un horror idiota così mi avrebbe perso un filino di pathos, ma magari gli avrei voluto bene comunque.
Mi sa che ho solo fatto il passo più lungo della gamba.

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lunedì 19 dicembre 2016

Cold Prey

14:53
IO HO FREDDO.
L'inverno mi fa schifo, soffro le temperature in un modo esagerato che mi causa dolore fisico e umore di merda da qui a maggio inoltrato, e per di più vivo in Pianura Padana, sia essa eternamente maledetta. Voglio 40 gradi all'ombra sempre.
Non sono disposta a vivere in questa pestilenza da sola.
Voglio vedere qualcuno che stia peggio di me, e che abbia più freddo.
Quindi, Cold Prey.


Siamo in Norvegia, fa un freddo porco, e un gruppo di giovani irresponsabili vuole andare a fare snowboard come fanno tutte le persone coooool. Uno, in un momento di celodurismo sullo snow cade e si rompe una gamba. Gli amici lo portano in un hotel lì vicino, che sembra abbandonato e quindi SENZA RISCALDAMENTO, sperando di chiamare i soccorsi.
Non è abbandonato come sembra, ma almeno si sono accesi il fuoco.

Inizio a prendere il film poco sul serio a nemmeno venti minuti dall'inizio. Amico si rompe una gamba. Ci sono due coppie e uno single, quale sarà il ferito? Non ve lo dico nemmeno. Cade, urla, viene raggiunto dagli amici, e con grandissima fortuna di tutti una di loro ha interessanti skills mediche. Pensa un po' che culo. La frattura è, insospettabilmente, scomposta, quindi va rimessa a posto prima che si faccia ancora più brutta. E qui, con un fremito dato dalla tensione, attendevo con ansia che LA frase venisse pronunciata.
'Questo ti farà male.'
Non sono stata delusa.
In virtù di ciò, ho iniziato a trattare il film con la leggerezza che chiaramente meritava, fino al momento in cui ho assistito ad ossa tenute insieme con l'attack, e allora sono state risate per tutti. O meglio, io skills mediche non ne ho alcuna, sia chiaro, quindi potrei benissimo sbagliarmi. Le ossa tenute insieme con la supercolla però mi hanno quantomeno...intrigata.

Parliamo ovviamente di cose alle quali si potrebbe anche passare sopra, se il resto fosse un film eccezionale. Ma, come prevedibile, non lo è. Non è uno di quei famigerati FDC che lasciano solo dolore al loro passaggio, è peggio, È uno di quegli slasher molto molto convenzionali, con la sola caratteristica di essere europeo e non americano. Essere simile a mille altri può non essere un problema, se ci fosse altro da offrire: un guizzo di genialità, prove attoriali incredibili o scrittura da Oscar. Qua non ci sono, ci si limita a riportare su pellicola la solita brodaglia: gruppo di amici in vacanza, casa/hotel abbandonato, telefoni che non prendono e gente che cerca di farli fuori. Poi si arriva alla final girl e allo scontro.
I ruoli dei ragazzi sono ben noti (la bella, la sveglia, il simpaticone...) e quasi caricaturali (il limone durissimo e selvaggio, queste bizzarre strategie mediche, sono un po' troppo dai), la situazione di isolamento e paura purtroppo mi è arrivata poco e niente, nemmeno il solito bel sangue-su-neve c'è stato. Confidavo allora nel villain: non sono tutti Wolf creek, ma insomma si poteva fare meglio. Questo sembra uno scimmiottamento del mio intoccabile Myers: omone gigante che non spiccica parola manco per piacere, di cui non si comprendono le motivazioni (ci hanno provato sul finale ma se non ci avessero provato sarebbe stato meglio per tutti), ma che di sicuro vuole solo far fuori la gente.
Io di Michael Myers però avevo un paurone, questo qua mi ha lasciato calma da morire.
E per lasciare calma me...

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