venerdì 29 ottobre 2021

Halloween 2021, i consigli di casa Redrumia

18:04

Quando sei una di quelle persone che guarda horror tutto l'anno indiscriminatamente, Halloween è occasione per sconfinate emozioni. Un pochino siamo entusiasti di vedere finalmente che la nostra Cosa Preferita Al Mondo protagonista del mondo e del marketing mirato, un pochino rosichiamo perché vogliono tutti giocare con il nostro giocattolino, un pochino ce la tiriamo perché vengono a chiederci consigli su cosa vedere. 

E anche se non ce li chiedesse nessuno, noi ve li daremmo comunque, perché in fondo è pur sempre la festa più importante dell'anno e questa è la nostra versione del cantare il Carol of the bells in piazza bevendo il vin brulè.

Quindi, eccomi qui con i miei, in ordine rigorosamente casuale ma almeno divisi per le piattaforme a cui la Vostra da i suoi (pochi) soldi.




NETFLIX


Il catalogo Netflix dell'orrore è francamente dimenticabile, e se non fosse per il legame tra la piattaforma e l'uomo della mia vita Mike TiAmoPerSempre Flanagan sarei tentata di cancellare l'abbonamento. 

Non è tutto da buttare, però. Non manca qualche Grande Classico, come il Suspiria di Argento, Non aprite quella porta, buona parte (forse tutta?) la saga di Chucky, Lo Squalo...a me per Halloween piace anche rivedere i famosonioni quindi qui ho un po' tra cui scegliere. 


Dando per scontato che abbiate visto le nuove uscite più chiacchierate dell'anno di loro produzione (A classic horror story e la trilogia di Fear Street), ecco le cose che consiglio io:

  • His House. Credo sia ancora il mio film dell'anno (tra le mie visioni, non tra le uscite), anche se la battaglia con Titane è durissima. Una storia di fantasmi, di immigrazione, di tragedie personali e universali, e, per essere sincera, il film che mi ha fatto più paura degli ultimi anni. Scritto con il giusto equilibrio tra la delicatezza e la durezza dei temi trattati, è un film magnifico.
  • The Host. Un meraviglioso, e dolorosissimo monster movie. La prova provata, in caso ce ne servisse una, che Bong Joon-ho può fare con il cinema tutto quello che gli pare e qualsiasi cosa farà sarà una poetica ma lucidissima analisi di quello che sono le persone e i legami familiari. Lo so che sono molto ripetitiva, ma ormai ho capito che sono queste le storie che mi attraggono.
  • The Neon Demon. Così tanto chiacchierato alla sua uscita e così presto finito nel dimenticatoio, non fatevi imbrogliare dalla velocità con cui l'internet oggi passa da un film all'altro. The Neon Demon è BELLISSIMO. Così abbagliantemente bello che vi ritroverete a cercare la sua immagine negli altri film che vedrete. 
Netflix ha dalla sua parte il fatto di avere nel catalogo cose molto molto note, che era inutile segnalare come mie scelte ma che ha senso almeno citare: Il caso Enfield (non fidatevi delle persone a cui non è piaciuto Il caso Enfield, non vogliono il vostro bene), le cose più anni 90 a cui vi viene da pensare, Urban Legend e Final Destination, quella commovente delizia che è The Final Girls.


PRIME

Prime invece si difende bene. Ha però due difetti che mi sento di sollevare in virtù della vena polemica che mi accompagna da sempre. In primo luogo questa cosa di inserire delle cose a pagamento mica la mando giù. Cioè lo capisco pure, ha un senso, ma puoi non inserirmeli nell'interfaccia insieme agli altri? L'app e l'accesso da browser di Prime non sono esattamente user friendly, e ogni volta li devi separare maualmente, puntualmente DOPO avere visto che c'è a pagamento PROPRIO quel film che volevi vedere tu. Però senti Prime, così anche no.
Seconda polemica: le cose solo in italiano sono una forma di violenza a cui non ritengo corretto dover essere sottoposta. Ma perché? Che schifo ti faceva la scelta? Non la mando giù. 
Nonostante questo, tre titoli da consigliare li troviamo comunque.

  • Autopsy. Fidatevi di una "recensione" breve ma sincera: questo da una paura della miseria.
  • La notte ha divorato il mondo. Questo è uno zombie movie interessante, perché ripercorrendo elementi noti del genere ne introduce un paio di nuovi parecchio interessanti: parla di solitudine, e della ricerca di un'umanità anche laddove se ne sia persa traccia, e parla anche di come si possa preservare la propria salute mentale in situazioni di emergenza. Il protagonista è un musicista e, rinchiuso in casa dopo l'apocalisse z cosa fa? Suona. Cerca modi di mantenere la propria identità. Mi è piaciuto.
  • Patto di sangue. Un divertentissimo e cattivello slasher del 2009, con alcune protagoniste che sono state simbolo dei primi anni 00 e un delizioso cameo di Carrie Fisher.
Anche Prime ha tutta la sua bella serie di classici e classici moderni, come 28 giorni dopo, Halloween, Drag me to hell...ma soprattutto c'è Martyrs, che fossi in voi riguarderei perché presto arriva l'episodio di Nuovi Incubi a tema.


DISNEY+


Una volta sarebbe suonato strano proporre contenuti adatti ad Halloween su una piattaforma Disney, ma siccome nel frattempo si sono acquistati tutto quello che il mercato aveva da vendere, eccoci qua a elencare cose da vedere la sera del 31.

  • The Rocky Horror Picture Show. Lo so, non è la più originale delle scelte, ma non importa. Non è davvero Halloween senza si lui, dai. Almeno come sottofondo musicale mentre cucinate. Ci vuole.
  • Jennifer's body, aka il film più rivalutato degli ultimi 20 anni. Se ancora non siete diventati team Jennifer, è il momento, e sta lì su D+ bello comodo.
  • Il cigno nero. Anni fa in un post avevo detto che questo è un film dell'orrore e almeno in 5 mi avevano scritto per dirmi che non era vero. Io siccome non sono una persona che porta rancore ve lo ripropongo, così che possiate rivederlo per venirmi a dire, dopo, che avevo ragione io.

E poi va beh, tutti i classici per famiglie ci sono, da Hocus Pocus a The Nightmare Before Christmas, conoscete la faccenda.


CHILI


Ho recentemente scoperto che anche Chili ha la sua sezione di film gratuiti da guardare con la pubblicità. Finalmente! 
Da lui segnalerei:

  • Shutter, l'originale asiatico. Uno dei film che mi ha sconvolto dal terrore più di tutti nella mia vita. Alla fine ero atterrita. Diciamo che è un'esperienza.
  • The Woman, che se non ve lo ricordate è quel film che vi lancia una mattonella in faccia e se ne sbatte le palle se vi siete fatti male.
  • The Gerber Syndrome. Found footage a tema zombie tutto italiano che non rivedo da anni ma che ricordo con grande piacere.
C'è anche una vasta selezione di Argento, e diversi dei film a tema squaloni giganteschi e indegni che insomma non sono roba da prendere sul serio ma per l'Halloween alcoolico sono la cosa ideale. Ci sono anche la saga di Puppet Master e Cannibal Holocaust, che lo so che è un film che amano anche i sassi ma io con lui sono arrabbiata e non lo consiglio a nessuno.


RAIPLAY


Mi dimentico troppo spesso, quando devo scegliere che film vedere, della presenza di Raiplay, che invece poverina è una piattaforma che non va sottovalutata. È pure gratis.

  • Demoni 1 e 2. Davvero, sono qui, che vi aspettano. Lo so che li volete rivedere.
  • The ward. Io distinguo le persone in due categorie: quelle a cui questo film piace e quelle a cui invece no. Vi lascio immaginare a quale delle due appartengo io.
  • La cosa da un altro mondo. Lo vedete che non me lo dovete sottovalutare, Raiplay?

Ci sono anche qui diversi Argento e parte della saga di Saw se fa per voi.


Personalmente credo mi butterò in una maratonina di tutti quei film Netflix usciti questo mese e che ancora non ho avuto tempo di recuperare. 



Buon Halloween a tutti!

martedì 19 ottobre 2021

Nuovi Incubi episodio 01: Alta Tensione

12:08
Allora, ci siamo.
Dopo un primo episodio in cui ci siamo presentate e vi abbiamo fatto conoscere le delicatezze di cui siamo capaci, oggi io e Lucia siamo finalmente dentro le vostre cuffie per parlarvi di un film criticatissimo. 
Alta Tensione, classe 2003, figliolo di Alexandre Aja, non ha solo aperto le porte internazionali alla New French Extremity, ma si è anche fatto una fama di film con il peggior plot twist degli ultimi anni. E in più, poverino, al cospetto dei film giganti che arrivano dopo, oggi passa pure quasi inosservato.







In un'ora e mezza, io e Lucia lo difendiamo come due mamme orse farebbero con i loro cucciolini. Poi va beh, parliamo anche di horror queer, rappresentazione e riappropriazione della mostruosità. 

Potete ascoltarci qui.
















sabato 16 ottobre 2021

Redrumia31, settimana 2

11:53
Questa cosa che ottobre sia già a metà non la sto prendendo proprio benissimo se devo essere sincera, e soprattutto non sto vivendo bene che siamo a ottobre e faccia il freddo dei primi di dicembre.
Siccome questo però è un blog di cinema e non di previsioni del meteo, ricapitoliamo le visioni della settimana. 





La casa in fondo al lago

Con poca rabbia e poca frustrazione sono costretta ad ammettere che questo film me lo ero persa in sala. E porco cane se questo era un film che andava visto proprio lì. Un'ora e mezza di apnea, di terrore incondizionato, di angoscia, tutta vissuta sott'acqua. Dai suoi registi non mi aspettavo nulla di meno, figuriamoci, però è davvero sconvolgente e si basa su un'idea tanto semplice quanto assolutamente intrigante: una casa infestata sul fondo di un lago. Una di quelle cose folli in cui mi lancerei senza nemmeno pensarci. Ma come una casa infestata in fondo al lago, ma che razza di figata senza senso è? Mi dispiace non poter dare una recensione di quelle da basco in testa e sigaretta in bocca ma a me queste cose fanno perdere il senno, è un'idea bellissima. 
E il film fa una paura che ancora di più mi fa soffrire il fatto di non averla subita al cinema.

Superhost

Una delle novità di Shudder, è la storia di due travel vlogger che stanno organizzando l'ennesimo viaggio da registrare. Stanno perdendo follower e visualizzazioni, e di conseguenza il loro guadagno, e sperano con questa opportunità di tornare a recuperare il loro smalto. La loro host è una di quelle persone eccessive e socialmente inadeguate (come la capisco) che potrebbero sfruttare per recuperare il loro successo. Ovviamente, le cose non si metteranno a loro favore.
Personalmente l'ho trovato carino, ben realizzate le scene che alternano vita reale e vlog, anche se non sono impazzita per il suo finale. Vado un momento in zona spoiler: Rebecca è davanti allo schermo del pc e osserva l'ultimo video caricato dalla coppia, la richiesta di aiuto. Di fianco compaiono decine di commenti indignati che scambiano il video per uno dei clickbait che la coppia già in passato aveva usato. Non capisco se vuole essere una sorta di critica verso il sistema-web, se vuole essere un perculo, uno dei classici "NoN è La ViTA VeRa" o qualcosa del genere, o se sperava di essere solo un finale un po' cattivello. L'ho trovato solo un po' poco efficace.
Nel complesso però è carino, c'è una comparsata di Santa Barbara Crampton, una bella rappresentazione anche grafica della vita sul web e una villain efficace.

Non aprite quella porta

Il classico della settimana.
Questa martellata sui denti tra poco compie 50 anni e ci fosse una visione in cui perde un briciolo della potenza sporchissima che ha. La prima volta che compare sullo schermo Leatherface è una di quelle scene che anche se hai tatuate nelle retine ti lascia senza fiato sul divano. Come si possa realizzare un film del genere è per me il vero Mistero della Fede, quella incondizionata che provo nei confronti di certi registi che sono il Messia di questo piccolo posto sul web.


Chi è sepolto in quella casa?

Sempre su Shudder sta anche questa comedy grottesca e divertente, che parla di uno scrittore con un milione e mezzo di traumi alle spalle: il Vietnam, l'unico figlio scomparso nel nulla, un divorzio e in ultimo una zia suicida. Giuro che non sembra ma è una comedy davvero. Si trasferisce nella casa della zia per ultimare un romanzo che gli sta causando qualche problema col suo editore e la casa finisce per essere infestata. 
Senza alcuna pretesa è un film che intrattiene parecchio, buffo, ma che non tralascia la possibilità di trattare anche temi ben più seri.

Us - Noi

Per la live di questa settimana mi sono rivista il film di Jordan Peele. Tutte le opinioni mie, e della mia ospite Federica, le trovate qui:





Horror Noire

Per preparare la live mi sono rivista anche questo gioiello di un documentario, che ripercorre la storia del cinema dell'orrore americano da un punto di vista afro americano. Si intervistano critici, attori, registi, che attraversano tutta la storia del genere con il filtro della propria storia e della propria rappresentazione. C'è un sacco da imparare, un modo nuovo per me di guardare al cinema e un sacco di persone note che è sempre una delizia sentir parlare. Per chi fosse interessato ad approfondire, poi, il documentario è tratto da un saggio con lo stesso titolo, che spazia ancora di più. Bellissimo davvero.




Questa settimana sono stata brava e breve, per i miei standard. Non abituatevi troppo a questa sintesi, che la prossima settimana esce Halloween Kills e sono pronta al trattato sociologico.


venerdì 8 ottobre 2021

Redrumia31: settimana 1

10:39

 Ieri è stato il mio compleanno, giornata che di solito vivo con la serenità del gattino che attraversa la strada e vede sopraggiungere due fari gialli. Per rischiarare la cupezza della giornata io chiedo un solo regalo alla persona che ha aperto un mutuo con me: per un mese intero voglio scegliere io i film. Perché convivere è bellissimo, è l'inizio di una famiglia, il solidificarsi di una relazione, il mangiare insieme la pizza sul divano quando non si ha voglia di cucinare, ma è anche il dover scendere a compromessi sulle visioni da fare. Lo scorso anno questo sconsiderato ha accettato di farmi questo regalo (trovate qui i post a riguardo) e ora ogni ottobre della sua vita sarà contrassegnato da 31 giorni di solo orrore.


Una volta alla settimana verrò qui a raccontarvi a quali torture l'ho sottoposto.




Escape Room


Non è la prima volta che mi succede e ancora mi sorprendo di quanto idiota io riesca ad essere senza manco impegnarmici troppo. Ho sbagliato film. In questi giorni è uscito al cinema Escape Room 2 e io bella come il sole ho messo su quello che credevo essere il primo film. Era lì su Prime, comodo., parlava di giovani amici in una situazione di pericolo..

Ebbene, amici, di Escape Room ce ne sono due. Volevo vedere quello del 2019, mi sono guardata quello del 2017. Abbiate pietà di voi stessi: risparmiatevelo. Io sono la persona più di bocca buona dell'universo, mi piace tutto, amo i teen horror anche più demenziali, sono sempre contenta. Però ogni tanto tocca anche a me ammettere che qualcosa non funziona, e porco cane questo film è proprio bruttarello, poverino. Non funzionano gli attori, non funzionano le scene di morte e soprattutto non funziona la scrittura. 

Capita, ma è un peccato.


L'invasione degli Ultracorpi


Il classico della settimana, nulla da aggiungere. 


Titane


Andare al cinema a vedere un body horror vincitore a Cannes era un'esperienza che non ero certa avrei mai fatto nella mia vita. E invece la Francia ha deciso di lasciare spazio ai mostri, e io sono entrata in sala con alcune tra le aspettative più alte degli ultimi anni. Non ne è stata delusa nessuna.

Ducournau dirige un film che ha un perfetto equilibrio tra godurioso divertimento e lacerante dolore, che mette in scena due personaggi così intensi, così potenti che me li porterò dentro per sempre. Un film romantico, che parla d'amore in un modo così viscerale, e che lo fa con poche parole e tantissimi sguardi, tantissimi balli, tantissimo corpo. Ci si tocca, in Titane, per tutto il tempo. Il corpo è protagonista: balla, viene nascosto, viene modificato, rotto, sistemato, aiutato. C'è un corpo che invecchia e tradisce, uno che esplode per uscire e tradisce ugualmente. C'è un gioco costante con i ruoli di genere, ci sono i maschilissimi pompieri, grandi grossi e virili, e ci sono le donne succinte che ballano sulle auto. C'è una delle migliori rappresentazioni della gravidanza che ho visto sullo schermo in tempi recenti. Il corpo della madre che cambia, e fa cose sconosciute, e non si contiene, e secerne sostanze nuove, e la rende vulnerabile e fortissima al tempo stesso. 

Può sorprendere, che Titane abbia vinto un premio così profumato, poi lo si guarda e non poteva che andare così. Lunga vita alle donne dell'orrore.


Altered - Paura dallo spazio profondo


Questo è interessante. Un piccolo film di alieni che non conoscevo e ho trovato su Prime per caso e che si è rivelato una visione particolarissima.

Un gruppo di amici è sopravvissuto ad un'esperienza traumatica che li porta, 15 anni dopo, a cercare ancora vendetta. Uno di loro è morto durante un rapimento alieno e ogni notte alcuni di loro continuano a cercare una traccia di quello che è accaduto.


Altered è davvero un piccolo film anomalo, che usa gli alieni per parlare di elaborazione del lutto e del trauma, di come ognuno cerchi di sopravvivere con il bagaglio che si porta sulle spalle e di come rivangare quello che è stato non sia mai davvero una buona idea. Lo fa parlando di 4 amici molto diversi tra loro, che ormai sembrano legati solo da quello che è capitato loro. Si vogliono bene, ma sono troppo diversi, e vogliono cose diverse dalla vendetta che cercano. Sono arrabbiati, tristi, compromessi. Si ritrovano in una casa isolata con un alieno che non ha alcuna intenzione di farsi ammazzare, e il loro non essere più in sintonia complica la situazione. Mi piace che non si perda in spiegoni o in dialoghi forzati, qua c'è un alieno da fare fuori e ci sono intestini da cavare, forza e coraggio.  

Bel finale.


Truth or dare


Questo proprio mi fa rabbia perché aveva tutte le caratteristiche per rientrare nei miei gusti e invece è scritto male e mi fa solo incazzare.

La storia è quella di un gruppo di amici che va in Messico per lo Spring Break, finisce a giocare a obbligo o verità con uno sconosciuto e finisce invischiata in una maledizione legata al gioco. Poteva essere o no divertentissimo? Poteva, cavolo. Tardo adolescenti ubriachi e morti malissimo? Ci sto, dove devo firmare?

Invece no, mi devono far restare male. Le regole del gioco (e della maledizione di conseguenza) vengono modificate un po' a sentimento e questo è il grosso del problema. Scrittura debole? Mi dispiace, ma volendo la accetto. Prendere proprio in giro lo spettatore con modifiche strutturali in corso d'opera però no, raga, dai. Me lo volete dare per favore un teen horror stupidone ma dignitoso? Posso avere adolescenti infilzati sulle stecche da biliardo senza restarci male poco dopo? Ma cosa deve fare una ragazza per essere contenta? Io vado a rivedere So cosa hai fatto, lui sì che si merita il nostro tempo.


VHS 94


L'ultimo capitolo della saga antologica di Bloody Disgusting è arrivato in questi giorni su Shudder e, nonostante io non sia una fan di prim'ordine degli antologici, questo mi è piaciuto. Belli i corti (Hail Raatma su tutti), bello l'episodio cornice. Non si toccano i picchi di paura atroce che per qualche motivo avevo toccato con l'episodio Safe Heaven del secondo capitolo della saga, però è di grandissimo intrattenimento. 


The Shallows


Su Netflix sta quello che riassumerei come "il film di squali con Blake Lively".

Io l'ho trovato bellone e non me lo aspettavo. Estetica da videoclip, con i suoi colori belli saturi e il look da hit estiva, storia ormai arcinota ma che evidentemente da un punto di vista narrativo continua a funzionare, The Shallows è un film onestissimo, breve, con un ritmo perfetto e sorretto completamente dalla sua protagonista. Certo, in un giorno complicato come il mio compleanno, in cui il mio rapporto malsano con il mio aspetto emerge ancora più prepotentemente forse scegliere un film in cui c'è Blake Lively in costume per un'ora e venticinque forse non è stata un'idea brillante, ecco. Però il film è bello.


Ieri però, per consolarmi dall'angoscia del compleanno, mi è arrivato un Funkino del Fauno di del Toro, e adesso sta lì sulla mia libreria a dirmi che sono la principessa di un regno perduto, non posso essere più triste.



martedì 5 ottobre 2021

Nasce Nuovi Incubi!

15:58

 Quest'anno la Redrumia è un pentolone di novità, me ne rendo conto. 

La mia amica Martina che diventa parte del team (torna, eh, stava scrivendo la tesi perché lei è giovane!), le live su Twitch, i video su instagram...il mio piccolo bloggettino diventa grande e diventa un Redrumiaverse intero. Il lato più bello della faccenda è che sto conoscendo sempre più persone che condividono quella lieve ossessione qua per i cinemacci, e che sto avendo modo, grazie alle live, di parlare finalmente anche a voce con persone che conoscevo già. Se guarderete le vecchie live su Youtube scoprirete perché ci tenevo così tanto a farle con la blogosfera: è fatta di gente così interessante e così diversa che ogni volta è una scoperta (o una conferma). 


Ora però bisogna fare due considerazioni: siamo in una pandemia e io sono una millennial. Una millennial in pandemia. Basta guardarsi intorno un minimo su internet per rendersi conto che i millennial in pandemia finiscono tutti per fare la stessa cosa: i podcast. 

E quindi, nel pieno di una micidiale FOMO eccomi qua a dare la mia parte: mamma, ho un podcast!





Si chiama Nuovi Incubi e parlerà (con sgomento di chiunque, immagino) di cinema dell'orrore. Nello specifico, siccome gli incubi sono quelli nuovi, di cinema dell'orrore del ventunesimo secolo. Ancora di più nello specifico, di cinema dell'orrore del ventunesimo secolo in un'ottica femminile e femminista. 


Non sarò sola, ovviamente, perché da sola sto in piedi per miracolo. L'idea che ha fatto nascere Nuovi Incubi è da attribuirsi a Lucia Patrizi, creatrice de Ilgiornodeglizombi e Genitore 1 di Paura & Delirio. Io sono quella che si è attaccata all'idea scodinzolando. 


E scodinzolo anche oggi, perché finalmente il primo episodio è online! 

Un primo episodio più breve, per scaldarci e farvi conoscere noi stesse e il progetto. Potete ascoltarlo qui.


Potete trovare Nuovi Incubi in tutti i posti in cui si ascoltano i podcast: Spotify, Castbox, Apple Podcast. Ve lo linko anche qua di fianco. 


Sarà un viaggio divertentissimo e pieno di sangue. 



lunedì 4 ottobre 2021

Le live di settembre

17:58
Come dicevo?
Che avrei fatto un post per ogni live?
Ormai avrete capito che non sono molto brava a fare quello che mi riprometto. 
Tutte insieme, quindi, ecco qui le ultime live del canale Twitch! 
Per supportare questo progyettyno della Vostra ci sono i link qua di fianco, per iscrivervi al canale Twitch o a quello Youtube.


Vi ricordo come sempre che per partecipare basta scrivermi un messaggio in uno qualsiasi dei mille social su cui perdo le mie ore ogni giorno. Vi ricordo anche che questa settimana la live non ci sarà perché è il compleanno della Vostra amichevole blogger di quartiere, che per l'occasione si regalerà un giovedì sera in cui si addormenterà sul divano alle 21.45.


La spina del diavolo con Cinefatti



Hot Fuzz con Davide Mana




Il giro di vite e i suoi adattamenti con Horror Arte&Cultura




lunedì 27 settembre 2021

Midnight Mass

16:59

 Avevo scritto su Instagram (il link per seguirmi se vi va è qui di fianco!) che mi sarei presa qualche giorno per scrivere della nuova serie di Mike Flanagan sul blog. Il punto è che l'ho finita ieri sera, e stamattina mentre passavo sulla cassa del supermercato i prodotti ignorando chiunque li avesse comprati non ho saputo pensare ad altro. Nemmeno mentre guidavo stamattina prima dell'alba con gli occhi ancora incrostati di sonno, e nemmeno al ritorno, mentre mi mangiavo un tramezzino in auto. 

Voglio parlarne subito, e sapevo sarebbe stato così, inutile fingermi la persona rilassata che non sono.





La vicenda è ambientata nella piccola Crockett Island, abitanti 127. Riley vi fa ritorno dopo un periodo passato in carcere e lì ritrova la sua famiglia e la sua ex fidanzatina del liceo, Erin, ormai donna adulta e in visibile stato di gravidanza. La piccola comunità è toccata da un evento: lo storico sacerdote Monsignor Pruitt si è malato durante un viaggio spirituale e al suo posto la curia ha mandato il giovane padre Paul, carismatico, capace di prediche che rendono le sue messe esperienze nuove. Nel corso della storia faremo la conoscenza di vari abitanti dell'isola: Beverly, la perpetua, Leeza, la giovane con una disabilità motoria causata da un brutto "incidente", lo sceriffo Hassan, unico membro musulmano della comunità, Joe, l'ubriacone del villaggio, Sarah, il medico, e le loro famiglie. È una serie corale come se ne sono viste poche, perché nessuno è secondario. Ogni personaggio è guardato con sguardo così approfondito che in due episodi li sentiamo vicini come se li conoscessimo da sempre.


Quando crei qualcosa come The Haunting e poi decidi di interromperla perché hai altri progetti, la gente come me non la prende benissimo. Ripongo in Mike Flanagan la fiducia più cieca, però The Haunting of Hill House è diventata così importante per me che non ero pronta a lasciarla andare per avere qualcosa di nuovo. Bly Manor era già un modo per allontanarsene, ma manteneva lo stesso calore, la stessa impostazione. Arrivando con queste premesse alla visione di Midnight Mass sono rimasta per forza di cose quasi delusa dai primi due episodi. Il calore, la familiarità, l'immediatezza di Hill House qui non c'erano. Prometto che il post non sarà un confronto tra le due, portate pazienza con me, sto ancora riordinando i pensieri. 

Laddove mi era stato sufficiente vedere i Crane per 5 minuti per cadere inesorabilmente innamorata di tutti quanti, qua la costruzione è più lenta. In una serie che dura solo (S O L O) sette episodi, prendersene due belli pieni per introdurci e farci sentire a casa sull'isoletta sono un bel lusso che il regista si è preso. A visione terminata non posso dire che siano pesati nell'economia della storia, perché da un certo punto in poi il coinvolgimento emotivo tramortisce quasi e il fluire della vicenda non arranca mai. Ovviamente, e come sempre, aveva ragione Flanagan. Servivano due episodi così, misurati e composti, perché poi Midnight Mass diventa impegnativa, e quando lui decide di metterci il carico da mille lo fa senza paura di far male a chi vi assiste.


Spero non passi il messaggio che la serie è impegnativa nel senso di respingente, noiosa, pesante. Non è così. Ha del miracoloso, per restare in tema, il modo in cui F. sia in grado di costruire qualcosa di così difficile in un universo narrativo nel quale riesce ad inserirci immediatamente come membri attivi, e di conseguenza molto partecipi di quello a cui assistiamo. Non siamo solo fruitori del mondo che ha creato, ne siamo completamente immersi. Non fare una binge di Midnight Mass è pure meglio: si sentono gli odori del mare, del pesce appena pescato e dell'incenso anche quando la tv è spenta. Segue lo spettatore per tutta la sua durata, perché è tanto immersiva l'esperienza che non ci si stacca dalla Crock Pot solo perché è finito un episodio. 

E lo è così tanto, in maniera così prepotente rispetto a tutte le altre serie tv mai scritte, perché nessuno parla delle persone come lo sa fare Mike Flanagan. Questa non è una serie sugli eventi, che pure ci sono e sono parecchio intriganti (e messi in scena come Cristo comanda, per restare in tema, è la serie della maturità di F e si vede), è una serie sulle persone. Su come gli eventi toccano le persone, su come una piccola comunità si muove, respira, vive. Su come crescere lontani dal resto del mondo renda tutti uniti attraverso un filo invisibile. Riley e Erin non si vedono da anni, perché hanno entrambi per un po' lasciato l'isola. Quando si ritrovano, è tutto come prima. Romanticamente potrebbe essere anche solo perché si sono sempre amati, oppure il fatto che nessuno, a parte loro stessi, può comprendere cosa significhi lasciare un posto come quello, che diventa parte della tua identità, e poi tornarvi, diversi ma sempre uguali.


Facciamo una parentesina di cavoli miei come al solito? Ma facciamola.

Io sono atea da tanti anni, ma ho frequentato l'ambiente della parrocchia del mio paese a lungo. Non l'ho solo frequentato, sono stata un membro attivo della parrocchia, ho fatto catechismo anche DOPO la Cresima, ho mangiato pizze a casa di preti, ho cantato in cori e pulito teatri luridi dopo spettacoli del Grest. La cultura cattolica fa parte del mio vissuto, con l'aggravante che oggi è una delle cose che mi spaventa di più al mondo. L'estetica cristiana è spaventosa, la Bibbia presa alla lettera un macabro libro dell'orrore, le croci mi inquietano, la fede mi allarma. Però una cosa è vera, e va riconosciuta: per chi ce l'ha davvero, la fede è una lente sul mondo che può dare consolazione vera, e io per quella cosa qua provo sincera invidia. Midnight Mass fa il più importante racconto della fede che ho mai visto in tv, quello più sincero. 

Tutti i personaggi hanno un rapporto con la Chiesa: chi, come Riley, ha un rapporto finito; chi come Erin, ha una relazione che sta ricominciando; chi, come Bev, ne ha fatto il solo senso della vita o chi, come Hassan, è riuscito a mantenere un rapporto sano con la propria spiritualità. La Chiesa, nella persona di Monsignor Pruitt prima e di padre Paul poi, è il centro di ogni dinamica relazionale, è la routine, è Casa. In mezzo alle situazione disperate che tutti si trovano ad affrontare, economiche, psicologiche, di salute fisica, la piccola chiesetta di Saint Patrick sta lì, ad accogliere. A dare speranza. A ricordarci che se ci comportiamo bene ci aspetterà la felicità eterna, che non dobbiamo avere paura di nulla perché le nostre spalle sono sempre coperte da un essere superiore e che ci ama e ci protegge sempre, e che se anche la paura ce l'abbiamo dobbiamo abbracciarla, accoglierla, perché ci sono date solo difficoltà che siamo in grado di affrontare e che pertanto ne usciremo sempre vincitori. Erin aveva bisogno di questo, quando è tornata, di calore e senso di appartenenza. Per un periodo, poi, quando perde che le aveva dato calore da dentro di sè, smette di frequentarla. Bev, donna atroce e spaventosa, è ritratta in realtà come una persona profondamente sola, che ha cercato nella Chiesa e in Dio i soli compagni di una vita disperata che lei maschera come perfettamente realizzata. Si sente eletta, benedetta, illuminata da una luce divina che la rende migliore degli altri, quando in realtà è una miserabile, una donna che non ha saputo costruire nulla per se stessa e che nel ruolo che si è costruita e imposta ci si è infilata dentro, al sicuro da tutto il resto del mondo. Si è ritagliata uno spazio in cui sentirsi sicura, migliore, per legittimare se stessa nel suo sentirsi superiore a chiunque altro.

Non è un caso che loro due siano tra le poche che la Chiesa continuavano a frequentarla anche nei momenti di minor affluenza. Loro e Leeza, ma di lei parliamo poi. Il resto della popolazione torna a sedere tra i banchi di S.Patrick quando avviene un miracolo. Neppure questo stupisce: se la Chiesa può questo, allora tutti sentono di avere diritto a qualcosa di buono. Il luogo sacro ritorna luogo di speranza, di preghiera. Perché siamo tutti così, ci sentiamo tutti legittimati a chiedere qualcosa in cambio delle belle persone che siamo. Flanagan lo sa, ma non ci giudica. Ci mette in mostra, ci racconta, ma sempre senza uno sguardo giudicante. Perché lo sa che siamo stati tutti imbrogliati da secoli di propaganda cattolica, in cui il bene esisteva solo in quanto frutto di ricompensa certa, in cui ci veniva fatto credere di essere Amati da Lui, e che questo ci rendesse speciali e, quindi, intoccabili. Non è un caso neppure che uno dei personaggi, nel tentativo di ferire Bev, le dica che Dio ama lei tanto quanto ama gli ubriaconi e gli assassini. Perché tanta e tale è stata l'influenza dell'uomo in quello che stava nelle Scritture che pure il più basilare concetto cristiano, l'uguaglianza tra le persone, l'amore verso il prossimo, è oggi una lontana utopia, e Bev questo aspetto lo incarna alla perfezione. È crudele verso gli uomini e gli animali (non mi stancherò mai di gridare il tw per quanto riguarda la violenza sugli animali, occhio che fa malissimo), è razzista, misogina, invadente, snervante. Riesce ad essere al tempo stesso un perfetto riassunto di tutto quello che la Chiesa non vuole e anche quello che la Chiesa, in effetti, è. E la si detesta, sia chiaro, la stronza mangia particole (cit. la mia amica Silvia). La si detesta perché siamo umani funzionanti ed empatici, ma Flanagan riesce comunque a regalarle quella patina di atroce solitudine, di tristezza, di dolore, che riescono ad emergere anche nella seconda metà della serie, in cui si palesa in modo ancora più prepotente come la persona squilibrata che è. E soprattutto nel suo infelice finale, dove si vede quanto niente con lei funzioni, quanto niente ormai potrebbe cambiarla più, neppure il peggiore degli scenari possibili. Lei, da tutto quello che accade, non ha imparato niente. Vuota era, e vuota è rimasta, riempita solo dell'aria gonfia che è la religione.

Alla fine di tutto la serie parla di disperazione. Ogni personaggio ha sensi di colpa, dolori passati e presenti, vuoti, fragilità. E tutti si riversano lì, nel luogo in cui avvengono i miracoli, perché se c'è spazio di redenzione per gli altri allora ci deve essere anche per me. Riley ha pagato il suo conto con la società ma è ben lontano dal saldare quello verso se stesso, ed in mano all'interpretazione di Zach Gilford (che amo da quando era Matt di Friday Night Lights) ci regala un personaggio con gli occhi spenti, incupiti da quello che ha fatto e da quello che gli capita nella serie. Con lui, una Kate Siegel che ha finalmente il ruolo da protagonista che merita. Qui è una Erin eccezionale: intensa, con gli occhi giganti spalancati prima di tutto dentro se stessa, perché capace di analisi e conoscenza di sè invidiabili. I due si parlano, discutono di massimi sistemi sul divano di casa, scardinando le proprie certezze sulla vita e il suo senso, sulla morte e il suo significato. Ci sarebbero trattati interi da scrivere, sui dialoghi e sui monologhi di questa serie magistrale. Perché è una serie in cui si parla tantissimo, in cui non si fa altro che discutere delle cose. Si parla, si litiga, si chiarisce, si predica, in cui prova a parlare anche chi non è abituato a farlo, come il padre di Riley. Parla Leeza, quando si sente nella posizione migliore per farlo, nella scena più atroce della serie, il confronto con l'uomo che l'ha resa paralizzata dalla vita in giù, Joe Collie. Lei parla, parla, parla, vomita addosso all'uomo tutto l'odio e il rancore che non era riuscita a elaborare prima, in una capacità di autoanalisi sconvolgente, lasciando il pover'uomo in condizioni pietose. Ho provato così tanto dolore, per Joe Collie, in questa serie, che ho dovuto interrompere un paio di volte la visione, per andare a prendere una boccata d'aria fresca e ricordarmi che era solo finzione. Il ruolo è interpretato da Robert Longstreet, e meritava una menzione perché mi ha cavato il cuore. Un uomo incapace di mettere in parole i suoi pensieri, che può solo piangere disperatamente mentre una ragazzina gli vomita addosso tutto l'odio di cui è capace, che soffre ancora di più quando viene perdonato. Un uomo senza gli strumenti emotivi per perdonarsi da solo, incapace di fare altro se non scusarsi ripetutamente, soffocato, inascoltato. Un uomo che inizia a parlare solo quando trova un altro disperato come se stesso, un altro annientato dalle proprie scelte, un altro che deve convivere con le conseguenze delle proprie decisioni. Personaggi come Joe Collie parlano alla mia storia personale e non posso prescindere da questa consapevolezza quando mi rendo conto che sono quelli per cui soffro di più. F., però, li ritrae in maniera così complessa, così autentica, che è impossibile non trovare qualcosa di sé e del proprio trascorso in uomini come lui, con i quali il mondo ha fallito, verso i quali la società è colpevole. 


Midnight Mass finisce nell'unico modo possibile, e non era scontato. Poteva avere un finale più tradizionale, poteva riavvicinarsi a certi aspetti dell'horror più canonico, poteva farci sognare con una dolce storia d'amore, poteva dare redenzione. Sceglie di non farlo, di toglierci le certezze da sotto i piedi, di privarci del sollievo. Sceglie di parlare di sacrificio, che non è più nel senso cattolico ma solo genuino amore per chi si intende salvare, parla di chi sceglie di restare insieme fino alla fine, in un ultimo momento di comunione spirituale. Nel mezzo, tra quell'inizio modesto e il suo finale in fiamme, la serie riesce a fare uno straordinario ritratto dell'umanità, delle sue fragilità, dei suoi meccanismi di protezione. Parla di adolescenti in modo affettuoso, di scienza e religione, di appartenenza, di perdita, di razzismo, parla di relazioni lunghe anni fatte di piccoli momenti di candore, parla di convivere con quello che si è, di quanto accettare quello che la vita ci pone di fronte sia un concetto sopravvalutato, di quanto siamo sempre parte di qualcosa di più grande.

Se dare a questa frase un significato religioso, o cosmico, o pessimista, sta a noi. 

Disclaimer

La cameretta non rappresenta testata giornalistica in quanto viene aggiornata senza nessuna periodicità. La padrona di casa non è responsabile di quanto pubblicato dai lettori nei commenti ma si impegna a cancellare tutti i commenti che verranno ritenuti offensivi o lesivi dell'immagine di terzi. (spam e commenti di natura razzista o omofoba) Tutte le immagini presenti nel blog provengono dal Web, sono quindi considerate pubblico dominio, ma se una o più delle immagini fossero legate a diritti d'autore, contattatemi e provvederò a rimuoverle, anche se sono molto carine.

Twitter

Facebook