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mercoledì 9 febbraio 2022

La storia del cinema dell'orrore, un'introduzione

12:43

 Penso che anche i sassi abbiano vagamente intuito che io di questa cosa che mi piace il cinema dell'orrore vorrei farne una specie di lavoro. Un secondo lavoro, un lavoretto, una minuscola occupazione. 

Le novità dell'ultimo anno, twitch e il podcast (che però, lo ricordo sempre, non è stata un'idea mia ma di Lucia, ed è giusto che i meriti vadano a chi di dovere), ne sono la prova più concreta. 


mi dispiace temo userò foto di Parigi per sempre


Quello di cui non avete prova concreta e che quindi vado a raccontarvi è questo: soffro di una spietata e autolesionista forma di sindrome dell'impostore, che ammetto di combattere discretamente perché alle fine le cose le faccio lo stesso, ma che me le fa fare con una vocina costante nella testa che mi fa dire che tanto non so un cazzo e sono una clamorosa frode. 

Il modo che conosco fin da quando sono piccina per convivere con questa cosa è uno solo: leggere, studiare, informarmi più che posso. Allo stesso tempo però sono una vergognosa procrastinatrice, e il blog è proprio nato tanti anni fa per aiutarmi a fare le cose al meglio che posso. Non c'è sempre riuscito, ma io e il mio bloggettino del resto stiamo crescendo insieme, e anche lui ha fatto quello che ha potuto.

È anche vero che l'accesso che ho oggi a saggi, testi, connessione internet e film non ce l'avevo fino a qualche tempo fa, e oggi voglio essere riconoscente per questo privilegio e sfruttarlo per migliorarmi come posso. 


Insomma, questa intro per presentare anche qua in modo ufficiale il progetto di quest'anno: studiare la storia del cinema dell'orrore in modo serio ed ordinato, non nel caos che ho orgogliosamente portato avanti finora. Partiamo dall'inizio e procediamo per decenni, due mesi per decennio. Se riesco a tenere il ritmo che mi sono imposta arriviamo a circa metà dell'anno prossimo. Il piano è che dopo questa prima carrellata ne facciamo anche una seconda, però per aree geografiche, con lo scopo di uscire dalla mia occidentalissima comfort zone. Oppure un mega focus tutto sull'Italia? Non lo so, ho sempre più idee che tempo per realizzarle, ci penseremo a tempo debito.

Questo programma si tradurrà in post tematici qui sul blog, che saranno sia generici che focus più specifici sulle personalità più rilevanti, e tutti i post finiranno archiviati in una pagina dedicata solo a loro che troverete nell'header. Non determinerò in anticipo né quanti post dedicare ad ogni decennio - troppe variabili - né la frequenza con cui usciranno, perché faccio un lavoro infelice che non mi permette di fare piani a lungo termine (capito perché me ne voglio creare un altro?), ma come sempre sarà tutto opportunamente condiviso su ogni spazio del web.

L'ho specificato un milione di volte su ogni social possibile ma ci tengo a farlo anche qua: lo scopo non è nella maniera più assoluta quello di insegnare qualcosa, figuriamoci, ma solo ed esclusivamente di condividere il mio percorso di "studio", dargli un senso e un ordine, e soprattutto parlare insieme di quanto cavolo sono sempre stati belli i cinemelli dell'orrore.


Eviterò il post "accademico" sulla nascita del cinema, i Lumière e compagnia danzante, perché ok che voglio studiare per bene però vi risparmierò il supplizio di vedere me che vi racconto di treni che escono dalla stazione e di Thomas Edison, e in più di gente come Griffith su questo blog non parliamo. Partiamo venerdì (o sabato? dipende dal lavoro) con Méliès e poi fino a fine marzo ci dedichiamo al cinema muto. Alla fine di ogni mese facciamo una live su twitch per parlare insieme di come sta andando. Sarà divertente, spero. 

Parlare di questo periodo ha anche un grande lusso: è tutto di pubblico dominio e quindi è tutto sul tubo rosso. Per ogni post cercherò di fare una playlist con i film di cui chiacchieriamo, così sono belli ordinati anche loro, almeno fino a quando sarà possibile.


Ci sono tanti modi, se vorrete, di supportare questo progetto ma anche tutti gli altri, presenti e futuri, e si riassumono più o meno in tutti i disegnetti colorati che avete alla vostra destra se state leggendo questo post: iscriversi al canale twitch, ascoltare il podcast, seguire le live in differita su youtube, condividere se qualcosa vi piace, votare, spammare. Vi ringrazierò sempre e metterò una buona parola per voi con il nostro signore Cthulhu.


Grazie se vorrete fare questo viaggetto con me!

martedì 16 marzo 2021

Un'altra novità?

17:21

 Lasciate che apra questo post con i soliti fatti miei, questa volta un po' più miei del solito.

Ho iniziato questo anno con tutta una serie di buone prospettive ma soprattutto con un passo importante: io e Erre stiamo comprando casa insieme. 

Lo stesso giorno in cui la banca ci ha comunicato che le nostre pratiche erano messe bene e che avevamo fatto uno step in più verso l'obiettivo mi arriva una seconda telefonata, che mi comunica una brutta diagnosi per mio papà. Da quel giorno lì, poi, anche con la casa le cose sono andate male, abbiamo avuto diversi problemi di natura burocratica e le cose non stanno filando liscio come sembrava stessero andando.

Ah, poi, sì, una pandemia mondiale. E io sono lombarda. 

Nel momento in cui scrivo la situazione è questa: sembra che abbiamo preso la malattia di mio papà in tempo e forse (sottolineo, evidenzio, marchio FORSE) stiamo facendo passi avanti con la casa. Per quanto riguarda la pandemia, invece, le cassiere sono completamente escluse dal dialogo sui vaccini. La sinceramente vostra cosa fa? La cassiera.


L'insieme di queste cose simpatiche come i miei gatti quando si arrampicano sulle gambe nude mi sta facendo questo effetto: ho sempre mal di testa, mi alleno come una maledetta per sfogarmi poi non cammino per giorni, dormo peggio del solito ma soprattutto non metto a tacere la testa.

Quando la testa non tace inizia a pensare, progettare, muoversi come un criceto impazzito per rimandare il più possibile i pensieri utili. Pensare a come risolvere il problema di una perizia sbagliata? Ma quando mai. 

Pensare a novità per il blog o per i miei libri che mi ruberanno ancora più tempo e per le quali mi sentirò sempre inadeguata? Sempre pronta.

E quindi eccoci qua.


Caspar Camille Rubin on Unsplash


Ho questa idea che mi balla in testa da un po' e che pian piano è diventata una conversazione più seria e adesso se la metto sul blog vuol dire che ci devo davvero iniziare a lavorare su.

L'idea è questa: voglio aprire un canale su Twitch per fare live a cadenza settimanale a tema cinema, preferibilmente dell'orrore. Twitch, per chi non la conoscesse ancora, è una piattaforma che permette di fare video in diretta, usata in gran parte dalla community del gaming. Ha però una fetta di persone che la usano solo per fare due chiacchiere, e questa è la fetta in cui mi vorrei inserire. Anche perché è proprio meglio per tutti se non metto online me stessa mentre gioco, sono imbarazzante. 

L'idea di farlo da sola, però, non fa per me. Quello che vorrei fare è ospitare ogni settimana un blogger diverso, fargli scegliere un film e fare due chiacchiere insieme per un'oretta. 

Le live sono temporanee, non sono come video Youtube. Chi è nuovo sulla piattaforma mantiene online le sue dirette per 14 giorni, agli utenti vipppps è concesso un tempo più lungo. Non ho le idee chiare su cosa farei con queste live per non perderle, o se le lascerò andare nell'oblio dell'Internet, non ci ho ancora pensato.


Ma quindi, se non ho ancora deciso nulla, perché scriverci già un post sul blog? 

Per invitarvi.

Alcuni generosissimi amici blogger mi hanno già dato la loro disponibilità (grazie, ragazzi!), ma ho contattato solo quelli che partecipano alle varie giornate celebrative della blogosfera. Non ho ancora iniziato a segnare una vera e propria programmazione, voglio solo guardarmi intorno e capire quante persone effettivamente sarebbero interessate a partecipare. Si tratta di metterci la faccia, un film a scelta, la voglia di farci su due chiacchiere con la sottoscritta. Due settimane dopo la faccenda è sparita dall'internet!


Direte voi, che siete più bravi di me: ha senso pensare a questa cosa con (SE TUTTO VA BENE) un trasloco imminente e di conseguenza internet che per un po' sarà più inagibile di un cantiere?

Ma certamente no, solo che quando la testa parla così non la so far tacere fino a che non faccio quello che dice lei, e quindi eccoci qua. 

L'invito è aperto a chiunque: blogger, ex blogger, futuri blogger. Gente che scrive solo sui social, gente che ha webzine, gente a cui piacciono i cinemacci brutti e che si diverte a parlarne.  


Può anche essere un'occasione interessante per far conoscere al web la vera star di casa: Augusto Sirius Daolio, il mio cane.





domenica 7 febbraio 2021

Una new entry in casa Redrumia

17:32

 Da 9 anni quella che era la cameretta rossa e che adesso è diventata la Repubblica di Redrumia è stata dominio esclusivo della sinceramente vostra. 

Quando però si incontrano persone con cose interessanti da dire la condivisione di uno spazio è sempre un beneficio. Il mio bloggettino, quindi, oggi si apre ad una mano in più.

La mia amica Martina avrà una rubrica tutta sua, in cui parlerà di libri e di tutto quello che le passerà per la testa. Però siccome io sono di parte e il mio giudizio su di lei è di parte perché le vb, lascio che sia direttamente lei a presentarsi!


Foto di NeONBRAND su Unsplash


Mesdames et Messieurs; è giunto, per me, il momento di presentarmi. Mai compito fu più arduo…

Proviamoci.

Mi chiamo Martina, ho – quasi – 24 anni e sono un’amica di Marika. Da oggi, divento una sua “collaboratrice” qui sul blog, sperando di non far dei danni, come mio solito. In un futuro, chissà, diventerò anche la sua editor e correttrice di bozze – Mari, tu che dici?

(Sì, lo sai che lo diventerai! M.)

Al momento, lavoro a tempo pieno come impiegata commerciale e – in sincro – sto cercando, a fatica, di laurearmi. Tempo libero ne ho poco e, di solito, lo impiego a leggere libri, stilare liste di libri che vorrei leggere, studiare in autonomia il mondo dell’editoria… In realtà, oltre a ciò, tento di mantenere una vita sociale – poca, al momento – e una vita sentimentale (Ale, mi stai leggendo? Sei in un articolo!). Sogno ad occhi aperti (ma anche chiusi) di potermi tuffare – di pancia – nel torbido mondo dell’editoria.

Ho grandi progetti che, spero, non rimarranno solamente tali. Marika mi sta aiutando a muovere i primi passi. Per questo motivo, mi dà l’enorme possibilità di avere una mia rubrica all’interno del suo sito – Martina Malcontenta. Chissà a cosa ci saremo ispirate… Ma dal magico mondo di Harry Potter, non potevamo ricavare un nome più sobrio per la mia rubrica? Decisamente no, e per diversi motivi. Un po’ perché, tutto sommato, suona anche bene. Un po’ perché sono veramente malcontenta; o meglio, lo ero. Quando ero piccolina, facevo lo stesso verso di lamento di Mirtilla… Non poteva calzare meglio di così. Un’altra possibilità era La Martina Strillante, probabilmente perché – in particolare quando rido – lo faccio in modo molto silenzioso, mantenendo come obiettivo principale quello di non attirare l’attenzione.

Non ho idee ben precise su come gestirò questa mia rubrica. Ho solo una certezza, che mi acceca come i fanali delle macchine che mi vengono incontro alle sei del pomeriggio in una giornata d’inverno dopo otto ore di fila al computer: bene, anche se meno. Con questo, intendo dire che non cercherò di affollare il mio spazio con ogni minima cosa che mi passa per la testa, in modo da pubblicare spasmodicamente e, magari, pure male. Lavorerò ad articoli carini – cerco di volare basso, considerando che non sono una master blogger – e pensati bene, a costo di pubblicarne uno in meno.

Completato questo sproloquio, di seguito i primi aggettivi che mi vengono in mente, se devo parlare di me: un po’ petulante, spesso felice, molto sensibile, a volte rumorosa. Mi sembra giusto ricordarne un ultimo: nata pigra. Lo giuro, solo in ambito sportivo…

Allora, cominciamo questa Rubrica Malcontenta!

P.S. potete chiamarmi Marti.






martedì 9 giugno 2020

Mi son fatta un sito!

08:58
Tre anni fa ho scritto un libro per bambini. Mi era venuta l'idea nel dormiveglia e la mattina dopo avevo la trama abbastanza chiara in testa. Quando l'ho finito, faticando non poco, ho capito che volevo fare quella roba lì: scrivere. 
Non è che non ci fossero tutti i sintomi prima: sono stata la classica bambina che aveva sempre un libro in mano, che era brava a scuola e nei temi, che andava tutti i giorni in biblioteca. Uniamoci che col tempo sono diventata estremamente introversa e con un numero di amici che sta a malapena sulle dita di una mano ed ecco lo stereotipo perfetto. 

Foto di Green Chameleon su Unsplash

Quando scrivo una storia mi fa schifo. Farlo mi rende nervosa, è difficile, mi fa fumare il cervello. Però alla fine regala un senso a tutto il resto, e non c'è niente che valga di più.
Paradossalmente, ai libri ho sempre dedicato pochissimo tempo. Lavoro tante ore e lontanino da casa, ho una famiglia, una casa, un blog (che trascuro sempre), e il tempo per scrivere è sempre poco. Quando ce l'ho poi lo perdo in cagate perché scrivere è difficile. E soprattutto perdo tempo perché non mi prendo sul serio. Penso sempre di stare perdendo tempo e finisce che non concludo nulla.

Io però quella cosa qua delle storie voglio continuare a farla, e voglio continuare a farla sempre, anche se Salani non mi noterà mai e anche se le leggeranno in tre. Se voglio continuare a farla devo prendermi sul serio, e per cominciare mi sono fatta un sito. 
Sì, tutta questa pappardella era per dire solo che mi sono fatta un sito 'ufficiale'.
Lo trovate qui, se voleste farci un giro ne sarei onorata. 
(Sì, la copertina del libro nuovo è provvisorissima)
Pure questa è stata una faticaccia, pure per il sito ho fatto un paio di piantini, però adesso è lì, con il mio nome gigante sopra che sa un po' di ego smisurato e con i miei libri in bella vista.

In futuro ci saranno altre novità, contenuti che siano in esclusiva per il sito, libri in formato cartaceo, newsletter...ma per il momento c'è lui, e va già bene così.

venerdì 24 aprile 2020

Memorie dal lockdown

11:16
Io sono della provincia di Cremona, una delle più massacrate dalla situazione attuale, ma nonostante questo sono una di quelle che in questa quarantena è molto fortunata. Ho continuato a lavorare (va beh se questo sia una fortuna o meno ne parliamo in un'altra sede dai), ho il mio compagno vicino, non sto soffrendo troppo la vita casa-lavoro-casa. Il covid-19 ha colpito anche la mia famiglia, si sono ammalate la mia mamma e mia zia, ma anche in questo caso la fortuna ci ha baciati, hanno preso il coronavirus in una forma piuttosto lieve che si è risolta con una ventina di giorni d'ospedale e solo un brutto spavento.
Sono stanca da morire, un bel po' spossata dal carico di cose che ho dovuto gestire in questo periodo e un po' insoddisfatta sul lavoro, ma sono fortunata e devo ricordarmelo spesso per non cadere nell'autocommiserazione. Questo significa che oggi, nonostante tutto, posso sedermi qui a chiacchierare di tutte le cose di cui ho fruito in questo periodo in modo tutto sommato sereno.
E quindi, un giga post carrellata delle cose che mi stanno tenendo compagnia mentre il mondo si è preso un attimo di pausa.

Photo by Sandie Clarke on Unsplash


LIBRI

Da quando ho scritto di Una donna non ho più parlato di libri se non un pochino su Instagram, ma marzo e aprile sono stati due mesi gloriosi, con l'eccezione della mia detestata Sally Rooney.
Ho letto L'isola di Arturo, per esempio, perché uno dei miei buoni propositi è quello di colmare la mia imbarazzante lacuna sugli autori italiani. Perché poi la Morante (e anche tutte le altre donne, btw) non si studi a scuola è un mistero. Quello che ho letto è un romanzo di formazione tra i più commoventi che io abbia mai letto, e la più straordinaria rappresentazione di un ragazzino che io abbia mai letto. E l'ha scritta una donna adulta. Che meraviglia, ho pianto tanto. Dovrebbe diventare un metro di giudizio.
In lacrime della Mari L'isola di Arturo si prende 4 goccioline su 5.

L'occhio del regista è una raccolta di interviste curate da Lauren Tirard, edita in Italia da minimumfax. Non so bene che aspettative avessi, ma non mi ha lasciato nulla. Ci sono nomi interessanti, è sempre bello sentire quello che certi personaggi hanno da dire ma non so se per come fossero strutturate le interviste o se per come siano state poi editate, ma è passato un mese soltanto da quando l'ho letto e ho rimosso tutto, non mi è rimasto niente. Peccato.

Aprile è iniziato con L'uomo invisibile, uno dei mille classicissimi che ancora mi mancava. Adoro leggere Wells perché scrive in un modo che non appesantisce mai pur parlando di fatti agghiaccianti, come in questo caso ma soprattutto come ne L'isola del dottor Moreau, che è il mio preferito per ora. Ritrae le piccole comunità in un modo esemplare, attualissimo anche decenni dopo, e tiene incollati alle righe. Non ha perso un briciolo di fascino.

Sempre per il mio recupero sugli italiani, sto recuperando Starnone, perché avevo letto da qualche parte che sarebbe piaciuto molto a chi ama la ♡Ferrante♡ e non potevo esimermi. Le voci dicono sia pure sua moglie, ma non è questo il punto. Lacci è il suo secondo libro che leggo, dopo Confidenza, e mi è piaciuto altrettanto. Li trovo ritratti onestissimi dell'umanità, anche nei suoi momenti meno brillanti. Non è gratificante, leggere Starnone, anzi: un'immagine così cinica delle relazioni non la vedevo da tanto. Sembra non avere stima alcuna dei rapporti umani, ritrae uomini spregevoli e donne fragilissime, come i due protagonisti di questo romanzo. Sono così umani, e tangibili, che li si prenderebbe a schiaffi. La povera moglie del protagonista di questa storia si è ancorata così ferocemente ad una vita di infelicità che leggerla è stato quasi doloroso, e lui si è lasciato vincolare in una storia senza senso incolpando lei della sua fragilità quando quello piccolo era sempre stato lui. Che romanzo doloroso, mamma mia. Bellissimo, eh, ma 5 goccioline su 5.

Non è che lo faccia apposta, io, a voler piangere, solo che son fatta così, piango sempre, e infatti anche leggendo Considera l'aragosta di David Foster Wallace è andata così. Si tratta di un reportage su una sagra dell'aragosta che si tiene ogni anno nel Maine. Fa parte di un'intera raccolta di saggi che prende il nome proprio da questo. Gli altri non li ho ancora recuperati, ma basti sapere che le mani magiche dell'uomo che fu DFW riescono a commuovermi parlando di aragoste e, qui ve lo posso dire, di solito sono ben pochi gli animali che mi ripugnano di più.

Infine, Introduction to japanese horror films, di Colette Balmain. L'ho letto perché sto preparando una serie di Horrornomicon sul J-horror, che è una delle cose di cui finora sapevo meno al mondo. Ero talmente concentrata sull'Occidente che avevo trascurato l'Oriente e adesso le mie giornate sono fatte di fantasmi e violenza e non c'è niente di cui possa lamentarmi. Il saggio della Balmain è super interessante, strutturato come piace a me: approfondimenti storici e sociali che permettono di parlare dei film di cui parla e dei movimenti in cui sono inseriti offrendo un importante contesto. Per me è stato vitale. (E l'Horrornomicon non uscirà questo mese, ho troppe cose da vedere, leggere, studiare, sognare la notte.)

In questo momento, invece, a farmi compagnia è il mio primo DeLillo. L'ho detto che avevo tante lacune, e infatti non avevo mai letto niente di suo. Sto leggendo Underworld e per il momento posso solo dire che sono rapita. Mi sta piacendo tantissimo, e la prova è che sono stata in grado di leggere una cinquantina di pagine su una partita di football e riesco difficilmente a pensare a qualcosa di cui abitualmente mi importi meno.

FILM

La cosa principale è che grazie a Parasite ho scoperto Bong Joo-Ho. Lo so, cado dal pero. A mia discolpa nessuno si era mai premurato di dirmi la cosa più importante di tutte: questo è un compagno. Ma se l'avessi saputo prima, signora mia...! Ha girato un film ambientato su un treno con Chris Evans che è un bellissimo film sulla lotta di classe, intenso, appassionato, coinvolgente, grottesco. Il mio cuore è con Snowpiercer e con lui rimarrà sempre. Che filmone. E poi ho visto anche The Host, uno strepitoso monster movie dai forti richiami ecologisti, che insieme agli altri pone BJH in un chiaro insieme di ideali che non solo condivido ma sento particolarmente vicini, e che gli dà modo di creare alcuni dei rapporti famigliari più particolari io abbia mai visto sullo schermo. Ho solo da imparare, sia su di lui che da lui, e non vedo l'ora di farlo. Una meraviglia.

 A marzo credevo avrei parlato di demoniaci qui sul blog, e quindi mi sono sparata una serie di cose dalla qualità altalenante, tra cui l'aberrante Here comes the devil, con Eric Bana, che dimenticherò molto presto. Poi è successo che ho preso il coraggio a due mani e mi sono guardata Possession. Per la prima volta. E quindi tutto il resto è stato allontanato, perché Possession travalica i generi e le critiche, ponendosi al di sopra di tutto il resto. Una delle cose più grandi che io abbia mai visto, e che finirò di aver compreso solo dopo averlo visto altre mille volte. Ogni volta troverò qualcosa di nuovo e sarà sempre più bello buttarcisi dentro e finire persa nei meandri della mente di Zulawski.

Piccola chicca del periodo, l'italiano L'anticristo, di De Martino. Un modo intelligentissimo di sfruttare la cosa che mi inquieta più di tutte: la religione cattolica. L'estetica del cattolicesimo, la fede cieca dei disperati, che non hanno distinzione di classe, i riti, le tradizioni: mi ha inquietato nel profondo, un gran bel film.

Ho visto Coco per la prima volta e non ho versato nemmeno una lacrima, e come avete letto questo per me è stranissimo. Sarà che non amo l'animazione, boh.
Per me esiste solo Shrek.

Ultime chicche:
Rocketman. I miei mi hanno fatto venire su a pane, Nomadi ed Elton John. Ci sono canzoni che sono parte della colonna sonora della mia vita e vedere questo film le ha fatte riemergere tutti. Sono settimane che ascolto I guess that's why they call it the blues. Non lo faccio nemmeno, l'impetoso paragone con quella buffonata di Bohemian Rhapsody (il film, ovviamente), questo è bellissimo, mi sono tanto emozionata e ho pianto tanto. A parte le banalità, non solo è meglio interpretato, ma è estremamente più emozionante, la narrazione ha una struttura molto più sensata e un'identità ben precisa. E Taron Egerton è magnifico. Un solo esempio poi torno ad ascoltare la mia canzone: mentre scrive Your song (non ve lo posso spiegare quanto mi ha emozionato, non posso) ad un certo punto dice la parola best. (I know it's not much, but it's the best I can do). Ora, che Egerton abbia fatto un lavoro enorme sulla voce è chiaro, ma il modo in cui dice best in quella singola frase in quella singola scena mi ha fatto scordare che stavo guardando un film, l'ho riascoltata mille volte. Proprio la parola, non solo tutta la scena.

Ah, sì, ho visto Il nido!
Finalmente.
Mi è piaciuto tanto e ci speravo. Atmosfera, sentimenti, c'è tutto quello che mi interessa. Una piacevolissima storia gotica, inquietante il giusto, con un bel finale. Sì, richiama tante altre cose, ma se questa è una delle vostre lamentele è chiaro che non seguite il Nostro Signore Neil Gaiman, e se non seguite Neil Gaiman non possiamo essere amici. Dice ad ogni occasione che le storie ormai sono già state scritte tutte. Quello che conta è sentirle sempre da una voce nuova, e quella di Roberto De Feo a me è piaciuta.

L'altra sera, poi, per concludere questa carrellata, mi sono vista All cheerleaders lie, il ritorno di Lucky McKee. Sono in ritardo mostruoso, lo so, ma ne è valsa la pena, perché è bellissimo. Un divertente teen horror con risvolti più profondi e interessanti di quello che sembra, violento quanto basta e cattivello quando serve. Un gruppo di cheerleader vittima di maschi deficienti che torna dalla morte e li fa fuori tutti, ma riuscite ad immaginare qualcosa di più godurioso da vedere?
Ecco, appunto.
Al di là delle sciocchezze, è anche più intenso di così: le ragazze tornano ma sono giovani e non tutte 'pronte' ad affrontare la cosa orrenda che gli è capitata prima di morire, quindi non sempre i maschi muoiono per i motivi giusti. Sono giovani, inesperte, superficiali. I maschi rappresentati sono invece vigliacchi, violenti o stupidi.Nessuno di loro ha una guida che sia una e quando l'inevitabile succede, sono volatili senza zucchero.
Interessante ma soprattutto divertentissimo. Sta su Netflix, non lasciatelo scadere senza averlo visto.

In realtà avrei ancora un milione di cose di cui parlare, tra cui un sacco di podcast nuovi che sto scoprendo da quando lavoro un po' più lontano da casa rispetto a prima. A quelli mi sa che riserverò un post a parte o questa carrellata diventerà lunga da qua al primo maggio.
Spero stiate tutti bene, che siate in salute e non troppo sofferenti per la situazione.

martedì 13 agosto 2019

Usare i social per l'informazione

10:30
Questa cosa dell'uscire fuori tema non diventerà un'abitudine, lo giuro. Solo che siamo in tempi brutti come la fame, e se posso anche solo condividere una volta ogni tanto qualcosa di utile, cerco di farlo in quello spazietto qua, che trascuro così tanto.


Questo post non sarà altro che un elenco di persone, link, app e chi più ne ha più ne metta, che uso quotidianamente per informarmi e crescere. Non solo sulla politica e l'attualità, ma sul complesso di cose che mi interessano. Vivo incollata al cellulare, non ne vado fiera ma è così, e cerco almeno di trarne qualcosa di utile.

Partiamo quindi da Instagram, dove seguo un bel po' di donne interessanti e competenti, che rendono l'informazione rapida e alla portata di tutti.

  • @grand_erre: Rachele collabora col sito Bossy, di cui vi ho parlato spesso, e tiene sul suo profilo delle mini rassegne stampa, in cui con la velocità delle stories instagram (e della igtv) parla delle ultime notizie. Molto schierata, ovviamente, ma rapida e chiarissima. 
  • @martine.ce: Martina si occupa di cooperazione internazionale. Se vi interessa conoscere (per davvero) la questione migranti e tutte le sue implicazioni, compresi degli interessantissimi approfondimenti su ogni singolo stato e la sua storia, è la persona da seguire. Nelle sue storie in evidenza ci sono Sudan, Iran, Libia, Arabia Saudita, Algeria, e tanto, tanto altro. Da scoprire.
  • @imenjane: Imen si occupa di economia. Ha seguito (e continua a seguire) da vicino la questione Brexit, tiene una rassegna stampa quasi quotidiana e rende un argomento a me così ostico come l'economia alla portata di tutti.
  • @belledifaccia: un bellissimo progetto che si occupa di body positivity e grassofobia in un modo sensato. Lo so che sembra scontato, ma non lo è.
  • @sofiabronzato: è un medico nutrizionista. Non una nutrizionista e basta, proprio un medico. Quotidianamente dà informazioni importantissime sul cibo, su come bilanciarlo in modo equilibrato e su come avere con l'alimentazione un rapporto sano. Dà esempi di pasti bilanciati senza propinare diete assolute, parla di salute con la competenza che solo un medico può avere. In più pubblica un sacco di ricette, punto in più.
  • @carotilla: Camilla Mendini ha anche un canale Youtube, dove si occupa tra le altre cose di moda sostenibile (ha anche lanciato un proprio brand, Amorilla) e ambiente. Propone soluzioni, brand, esempi. La seguo sempre con grande piacere anche se per la maggior parte la moda sostenibile è, con mio enorme rammarico, fuori dal mio budget.
Youtube è pieno di porcheria, siamo tutti d'accordo. Più cresco, poi, meno trovo contenuti che incontrino il mio interesse, ma ci sono le dovute eccezioni.

  • Breaking Italy: sarà anche banale ma Alessandro Masala è il mio preferito. Bravo, competente, interessante da seguire. Da recuperare ad ogni costo l'episodio del suo podcast in cui intervista Michele Boldrin. Meglio di ogni episodio di talk show che potrete mai vedere in tv.
  • Cucina Botanica: sto cercando di ridurre il consumo di carne. Lei è l'unica vegana al mondo che vale la pena seguire.
Podcast, di cui forse vi ho già parlato ma non si sa mai:
  • LaMoka: due ragazzi che ogni domenica commentano l'attualità. Sì, mi piace sentire anche le stesse notizie da voci diverse, e poi loro sono simpaticissimi.
  • I due podcast del Post: Konrad, che esce dopo le plenarie del Parlamento Europeo, e il Weekly Post, che ogni settimana approfondisce una delle notizie più importanti. Il Post è il mio luogo preferito del web, adesso anche da ascoltare.
  • Con una matita è un prodotto nuovo, per ora ha un solo episodio, che però è strepitoso. Se continuano così possono fare delle cose eccezionali.
Le newsletter sono spesso fastidiose e invadenti. Alcune, però, sono perle.
  • Ghinea fa parte del bellissimo progetto Inutile, una rivista culturale del web. Oltre al nome che invidio moltissimo, si occupa di femminismo in modo serio. Profonda, intelligente e di grande intrattenimento, è tra le mie cose preferite al mondo.
  • Medium è una gigantesca piattaforma del web in cui milioni di persone scrivono milioni cose. Può confondere e far passare la voglia. Ecco, quando ci si iscrive però si selezionano gli argomenti desiderati e questo sito dei sogni ti invia gli articoli che potrebbero interessarti per mail. La tecnologia è una cosa meravigliosa.
L'unica app che vi aggiungo in postilla a questo infinito post che spero possa essere utile a qualcuno è Feedly, gratuita. Ve la scaricate e inserite tutte le riviste (virtuali o fisiche) che vi interessano: Internazionale, il Post, Open, ma anche i grandi portali di cinema per esempio (IndieWire per dirne uno), o siti singoli (io seguo quello di Civati per dire), o grandi e note piattaforme tipo Minima e Moralia, il New Yorker, Gli Stati Generali. Tutto quello che volete racchiuso in una sola app che consultate come se fosse il sito di un singolo giornale. Sta tutto lì. Comodo da morire. Chiaramente la gratuità degli articoli dipende dalle politiche del singolo sito, ma è tutto magnificamente ordinato e in un posto solo. Un sogno.


Sì, lo so, sono invecchiata. Meno di due anni fa il telefono lo usavo solo per Snapchat e Telegram, quasi. Oggi sono il tormento dei vecchi che dicono che i giovani stanno sempre al telefono.
Ci sto più di una quindicenne.


lunedì 27 maggio 2019

Un post fuori tema

19:27
Niente cinema, né libri, né serie tv, oggi.
Ci sono solo tante cose che mi affollano la mente dopo questo weekend di elezioni e questo è l'unico spazio in cui mi sento di poter parlare liberamente. Mi sento me stessa solo qui (e su twitter, ma è diverso). A me sono andate malissimo (ma non inaspettate) le Europee, e anche le comunali. Diciamo che negli ultimi anni, tra Brexit, l'attuale governo, Donald Trump, e altre delizie, ne abbiamo avute abbastanza, e io sono un po' satura.


Io sono stata razzista, omofoba, intollerante verso il diverso. Fino a qualche anno fa se una persona nera o, peggio ancora, rom mi passava vicino stringevo la borsa un po' più forte a me. Ricordo una conversazione con un'amica (ricordo anche dove eravamo) nella quale mi professavo poco ''moderna'' perché io quei gay lì non li capivo mica. Era tutto irrazionale, se mi chiedevano il perché delle mie idee non lo sapevo argomentare, era così e basta.

Perché dire queste cose di me, delle quali, peraltro, potrebbe fregarvene il giusto, cioè nulla?
Perché io spesso me lo dimentico. Io, fiera come sono dei miei ideali, a volte mi scordo che non sono sempre stata la persona che sono ora. Mica mi elogio, per carità, sono la prima hater di me stessa, ma la sola cosa che amo di me sono i miei ideali, e fino a qualche tempo fa non avevo manco quelli.
E invece oggi più che mai è importante che io mi ricordi da dove arrivo. Perché la persona che sono oggi vorrebbe uscire di casa e mettere le mani in faccia a chi entra in cabina elettorale e danneggia il paese con una croce nel posto sbagliato. Perché l'odio che suscita in me il nostro ministro dell'interno a volte è quasi spaventoso. Non posso ascoltare le sue interviste, tanta è la repulsione che mi suscita, è quasi fisica. Perché se una persona mi dice che vota lega o movimento 5 stelle - minuscoli volontari - o la Meloni (la Meloni raga, la Meloni) o Silvio Berlusconi (anno del Signore duemiladiciannove) ai miei occhi quella persona perde valore. Ho fatto eccezioni molto sporadiche per persone alle quali voglio molto bene, ma ho dovuto smettere di parlare con queste persone di temi per me fondamentali per non rovinare rapporti importanti.
(Non il mio compagno, però. Non potrei, oggi, stare con qualcuno che non la pensa come me, non potrei mai.)
Devo ricordarmi che io sono arrivata dove sono con un percorso, che mi ha cambiato le idee e i desideri, e che come l'ho fatto io lo possono fare molti. Non lo faranno se li mando in ospedale perché li investo con la macchina, però, questo è poco ma sicuro.

Io oggi ho avuto bisogno di sedermi e mettere alcune cose per iscritto per calmare quello che penso, perché io non sono e non voglio essere come loro. Io quell'odio qua non lo voglio. Più loro scalpitano gridando e incitando a quella stessa rabbia qui, quella che viene dalla pancia, più io mi voglio calmare. Proprio adesso, forse, che dovrei essere più incazzata, io devo darmi una calmata. Il gigantesco Gipi, su twitter, è stato per me un esempio fondamentale. Lui viene criticato, spessissimo, perché si espone molto. All'ennesimo ''Ma perché gli rispondi? Non dargli attenzioni!" ricevuto da qualche fan nei commenti, Gipi ha risposto di avere il difetto di considerare tutti persone, anche quelli diversi da lui.
E io ci devo provare, a essere migliore non solo di loro, ma anche di me stessa, di quella che ero e di quella che sono adesso, che vorrebbe uscire a dare fuoco alle bandierine di forza nuova e che vorrebbe appendere a testa in giù i gentiluomini di casapound.
Io oggi parteciperò a più manifestazioni, leggerò più libri e più giornali, starò più attenta, farò sentire la mia piccola voce ogni volta che ne sentirò la necessità, cercherò di portare avanti i miei valori nella mia vita di tutti i giorni e cercherò di essere ogni giorno migliore del precedente.

Oggi sono furiosa, con questo Paese che non riconosco e che sento così lontano da me. Sono sbalordita di fronte a persone a cui non manca nulla ma che riescono a covare così tanto rancore verso il prossimo e che ogni domenica sono in prima fila in chiesa a cantare le canzoncine dei Gen Rosso. Chissà se se lo ricordano, poi, che quel Gesù lì che pregano tanto era di pelle scura. Io ora sono atea, ma sono andata a catechismo fino a vent'anni. Se non mi ricordo male le cose che diceva il loro Gesù erano altre, ma può essere pure che mi ricordi male io. Sono imbufalita con chi sfrutta le donne e la loro immagine per della miserabile propaganda utile solo a guardare la pagliuzza negli occhi degli altri e ad evitare accuratamente la trave del proprio, di occhio. Sono amareggiata dalle persone che non hanno nemmeno provato, a farsi una propria idea, e che si sono fermate a quello che ha detto il vicino, il cugino, la cognata. Sono allibita di fronte alla giustificazione e alla valorizzazione della mediocrità, della mancanza di competenza, di fronte alla critica a chi studia e si prepara. Sarò furiosa anche la prossima volta che sentirò un cafone intimare a due adolescenti di origini magrebine di tornare a casa loro se in coda alla mia cassa ci mettono due minuti di più a pagare (true story), e di sicuro non guarderò al nuovo sindaco del mio paese con un sorriso di incoraggiamento.
E non garantisco nemmeno che risponderei di me se incontrassi per la strada quel ministro lì che ha sempre il rosario in mano, e sinceramente nemmeno se beccassi il suo inetto smm.
Oggi devo impormi di essere migliore.
Perché l'ondata di merda l'abbiamo seppellita una volta e lo faremo di nuovo.
Nel frattempo, (r)esistiamo.

martedì 7 maggio 2019

Un post di podcast

13:41
Ultimamente ho poche ore per vivere. Lavoro, poche ore ma pur sempre spese a guadagnarmi la pagnotta, scrivo libri per ragazzi, do ripetizioni, ho un blog (questo, per chi fosse confuso), guardo film, leggo libri, devo fare un minimo di movimento perché sono ciccia, ho una casa da tenere abitabile, eccetera eccetera.
Mica solo io, eh, tutti.
Proprio perché il tempo è maledetto e ci frega tutti, io faccio un post sui podcast. Per me, in queste giornate folli, sono diventati vitali: li uso per informarmi, per studiare, per comprendere, per conoscere cose nuove e approfondire cose vecchie, per tenermi compagnia, per divertirmi, per imparare. Sono perfetti per me perché mi permettono di continuare a fare cose utili mentre faccio quello che mi piace, ovvero informarmi, studiare, comprendere, e tutti gli altri. Mentre guido, mentre faccio i mestieri, quando esco a fare due passi. Per me hanno quasi completamente sostituito la musica.
Li amo appassionatamente, se non si fosse capito.
Quindi, oggi, condivido con voi quelli che amo di più, divisi tutti ordinatini per argomento e con le letterine ad indicare se si parla in inglese (E) o in italiano (I).



I classici


  • Lore. (E) Credo che Lore e il suo host siano la storia del mondo dei podcast. Ne parliamo comunque per non dare nulla per scontato: si tratta di brevi episodi (non fatevi spaventare dal numero, si divorano come ciliegine!) in cui il narratore racconta leggende, storie del folklore, miti, vicende storiche...è inquietante e divertente, un passatempo golosissimo. Ha una newsletter a cui iscriversi se si desiderano approfondimenti sull'argomento di ogni episodio, che si chiama The Epitaph, e di recente ne è stata tratta una serie tv che però la sottoscritta ancora non ha visto, sempre per quella questione del tempo di cui sopra.
  • Welcome to Night Vale. (E) Una finta trasmissione radio che racconta gli strani eventi che accadono nella cittadina di Night Vale. Per qualcuno è trash, per me goduriosissima.
  • Serial (E). La storia del true crime in forma podcast, Serial ha tre stagioni e in ognuna si racconta di un caso controverso degli Stati Uniti. Solo per veri appassionati del genere, cosa che per esempio io non sono, perché alla lunga l'ascolto è pesante. Consiglio cautela anche a chi non si sente sicurissimo con la lingua perché spesso ci sono parti al telefono o di interrogatori che risultano poco chiare, e se si ascolta mentre si guida non è che si può star lì col ditino a fare avanti e indietro. 
Parlare di cinema

  • Ricciotto. (I) Querty è un raccoglitore di podcast tutti italiani che valgono la pena di essere scoperti. Con Ricciotto parlano di cinema, ogni episodio sviscera un film quasi sempre tra le nuove uscite, e i ragazzi sono sempre piacevoli, anche quando non si è d'accordo con loro. Una bella chiacchierata che ha il sapore di una serata tra amici, e siccome io di amici cinefili non ne ho ascolto loro e commento a voce alta come se fossimo insieme.
  • You must remember this. (E) Ah, questo magnifico. Un racconto ad episodi del primo secolo di Hollywood: dive, scandali, curiosità, passioni, relazioni ritratti. Una meraviglia interessantissima, perché il cinema non sono solo i film (paradossalmente) ma un gigantesco carrozzone fatto di persone, e questo podcast cerca di raccontarcele tutte. Raccomando il ciclo di episodi sulla morte di Sharon Tate in previsione del nuovo Tarantino.
  • The rants macabre. (E) Un podcast dei ragazzi di Fangoria sui cinemacci dell'orrore. Gli episodi sono lunghi e non parlano di un solo film per volta, ma affrontano generi, autori, correnti...Anche in questo caso, non sono sempre d'accordo con quello che si dice, ma è molto piacevole da seguire e i titoli affrontati sono tantissimi.
  • Switchblade Sisters. (E) Questo è uno dei miei preferiti. Donne che parlano di cinema di quello che si crede sia da uomini: thriller, horror, fantascienza...La host ospita ogni settimana una donna del settore (attrici, sceneggiatrici, registe, ma non solo) e le chiede di portare un film che sia per lei di ispirazione. Imperdibile l'episodio in cui Barbara Crampton parla di Raw. Sulla stessa linea (donne che parlano di orrore e ospiti d'eccezione) c'è anche She kills che anzichè chiacchierare di singoli film affronta alcuni temi caldi del cinema e delle donne al cinema. Nel dubbio, la Crampton è pure lì.
  • Kiss the goat. (E) Sempre cinema di paura. Anche in questo caso ogni episodio è dedicato ad un solo film per volta, e ci si prende tutto il tempo (gli episodi durano un'oretta) per approfondire e discuterne a fondo.
  • Horror vanguard. (E) Segnalazione solo veloce per questo, che parla ancora di orrore ma che non ho ancora ascoltato. Se lo conoscete e consigliate fatemi sapere!
  • The retro cinema podcast. (E) Niente orrore stavolta, ma anni '80. Quindi insomma, un pochino di orrore sta anche qua, in questa bella carrellata di film cult di una generazione.
Chissà, magari il mio podcast sull'orrore prima o poi lo faccio pure io, invito voi altri blogger, parliamo di sangue...viaggio troppo con la fantasia, vè?

Informarsi

  • Weekly post. (I) Io non leggo quotidiani, mi informo con un'app che si chiama Feedly e soprattutto con Il Post, per il quale provo adorazione e fede simil religiosa. La mia home del browser è Il Post. Sempre sia lodato. Hanno due podcast per il momento: uno è Konrad, che esce una volta al mese dopo le plenarie al Parlamento Europeo, e l'altro è il Weekly. Una volta alla settimana selezionano una notizia e la approfondiscono con l'aiuto dei membri della redazione più adatti per ogni singolo settore. Ovviamente si parla di politica, economia, attualità, e lo si fa con lo stile che contraddistingue la testata: semplicità ed immediatezza. Li amo pazzamente e trovo facciano un lavoro perfetto, almeno per quello che cerco io quando cerco informazione.
  • Breaking Italy. (I) Alessandro Masala commenta le notizie della giornata su Youtube da molti anni e io lo seguo con enorme piacere perché condividiamo molti ideali, perché lo trovo ragionevole e intelligente. Ora i suoi contenuti si trovano anche come podcast e preferisco fruirne così. In più, di recente ha affiancato ai suoi video un prodotto in forma esclusivamente di podcast, con ospiti e interviste, che non ho avuto ancora modo di ascoltare.
  • La Moka. (I) Scoperta recente, LaMoka è l'ennesimo commento alle notizie del momento. A me piacciono, che devo fare. I due host sono molto simpatici, un'ora scorre via velocissima.
  • Quasidì. (I) Pur nutrendo una discreta antipatia per una delle due host, il lavoro che fanno con Quasidì mi piace tanto: due ragazze che parlano di attivismo, femminismo, ambiente, e tanto altro, con dati e informazioni importanti. A volte un pochino meccaniche, forse leggono? Ma davvero vuol dire cercare a tutti i costi un difetto in quello che è un bel progetto, fresco e giovane. Piacevolissimo.
Varie ed eventuali

  • Morgana. (I) Abbiamo già parlato del podcast della Murgia, alla quale mando tutto il mio amore virtuale. Ogni episodio è il racconto di una donna fuori dagli schemi (quali schemi, dite? ne avrei in mente un paio), della sua vita e della sua carriera. Vivienne Westwood, Cher, Moana, Shirley Temple, Santa Caterina...la selezione è davvero interessante. 
  • Ordinary girls. (I) Anche di lui abbiamo già parlato. Lui non è un podcast ma un vero e proprio programma radiofonico, con le canzoni e tutto il resto, da far ascoltare a chi del femminismo non conosca nemmeno i concetti base e abbia bisogno di una mano divertente (Elena Mariani ti amo nessuno mi fa ridere come te su instagram).
  • Esordienti. (I) UN podcast per chi vuole diventare scrittore, semplicemente. Matteo B. Bianchi è un'autorità del settore e si vede. Di suo segnalo anche Copertina dove invece dà consigli di lettura. Entrambi i suoi podcast, insieme a quello della Murgia e a quello di cui vi parlo dopo, escono dalla storielibere.fm. Da tenere d'occhio, ha prodotti interessantissimi.
  • Tizzoni d'inferno. (I) Chi in Italia può parlare di fumetti? Tito Faraci, dite? Appunto.
  • Ad alta voce. (I) Il programma di Rai Radio 3 in cui si leggono audiolibri. Semplice e bellissimo.
  • Veleno. (I) Dolorosissimo ma straordinariamente ben fatto podcast true crime tutto italiano su uno dei casi di cronaca più sconvolgenti del Nord Italia. Ne è appena uscito il libro.
  • Il gorilla ce l'ha piccolo. (I) Le cose sugli animali mi mettono di buonumore. Vincenzo Venuto è un biologo con il dono della narrazione, che ci ha regalato, sempre grazie a storielibere, qualche episodio sulla riproduzione animale. Divertentissimo, durato solo troppo poco per i miei gusti. Signor Vincenzo Venuto ci pensi perché guardi che lei è proprio bravo.
  • The minimalist podcast. (E) Il podcast dei due fondatori del minimalismo che ogni tanto mi costringo ad ascoltare prima di riempire il carrello di Asos di cose che so che non mi servono. 
La mia carrellatona finisce qua. Sono aperta ad ogni consiglio perché il mondo dei podcast è in costante espansione e io li voglio ascoltare tutti quanti!
Il mio prossimo ascolto saranno gli interventi di Alessandro Barbero al Festival della Mente, e poi ancora #100cosebelle e Soli.
Mi sa che ci riaggiorniamo tra un po'.

lunedì 29 aprile 2019

Maripensiero: La stand up comedy al femminile su Netflix

12:24
Sono anni che dico su questo blog che non amo le cose che fanno ridere. Mi dispiace di essere così, non sono nemmeno una persona simpatica. Solo che le persone che a tutti i costi vogliono strappare la risata a me strappano la carezza di compassione e quindi ho evitato la stand up comedy per anni.
Poi ho capito che sbagliavo approccio.
Sono gli uomini che non mi fanno ridere. Quasi mai.
Cioè, il mio moroso mi fa spaccare dalle risate. Ad un amico bastava aprire bocca per farmi piangere dal ridere. Ma quando si mettono davanti ad un microfono è difficile che mi divertano. Tenetemi lontano quel Kevin Hart lì e le sue faccette, poi, o qualcuno si farà del male. Ci ho provato anche con i grandissimi famosissimi, Luis CK e Ricky Gervais. Nulla, mollati a metà.
Insomma, ho aperto Netflix e iniziato a guardare tutte le comedy al femminile che ci sono sulla piattaforma.
Non mi sono mai divertita così tanto.


Certo, nella prima che ho visto non c'era proprio niente da ridere. Ho iniziato con Hannah Gadsby e il suo magnifico Nanette, che dopo una prima parte deliziosamente autoironica è diventato un racconto durissimo e difficile e alla fine ero un ammasso di lacrime. Però ne è valsa la pena, perché è uno spettacolo da imparare tutto a memoria e imprimersi sulla pelle. Magnifico.
Poi, ovviamente, Ellen.
Ellen DeGeneres è la regina dell'internet, lo sappiamo tutti quanti. Ma mettetela davanti ad un microfono e puf, altro che regina. Ritornata alla stand up dopo anni di assenza con uno speciale, Relatable, mi ha fatto capire subito chi comanda, e chi comanda è lei. Date un'ora del vostro tempo alla Nostra Signora DeGeneres perché sì, lei è indiscutibile.

A questo punto nella mia vita è arrivata Midge Maisel, che è sì un personaggio di fantasia ma che soprattutto è una grande ispiratrice di creatività e grazie a lei ho ricominciato a guardare le comedian dopo una bella pausa.
Sono partita dalla più famosa, forse: Amy Schumer. Ora, leggo in giro che è detestatissima. Non mi ci metto neanche a discutere sulla faccenda, forse è un mostro e io non lo so, ma a me fa ridere da matti. Che ci devo fare, forse in fondo sono una sempliciotta. Ci sono due suoi spettacoli su Netflix, Growing e il Leather Special. Consiglio il secondo con tutto il cuore, mi ha divertita da matti. Consigliata se non vi infastidisce il parlare sboccato di sesso.

Alle madri in gravidanza invece farei vedere i due spettacoli di Ali Wong. Non è la mia preferita, ha uno stile più aggressivo che non sempre mi fa ridere, ma ho visto donne incinte piangere dalle risate con lei, non so se siano gli ormoni oppure qualcosa che io da non madre non posso ancora capire.

Tig Notaro, invece, merita che la vedano tutti, sempre. Perché Tig scherza sul cancro e con scherza intendo che lo fa pesantemente e lei lo può fare perché il cancro ce l'ha avuto. Bisogna mettersi zitti in un angolino a ridere e poi farsi rimproverare perché si è riso e poi ridere ancora. Tig è naturalissima, un suo spettacolo somiglia ad una chiacchierata tra amici al bar. Non fa faccette, versi, smorfie, non è di quelle consapevoli della propria simpatia che fanno un po' le star. Sembra appena uscita dalla partitella di pallone all'oratorio. La sua semplicità e la sua intelligenza bastano e avanzano a creare spettacoli indimenticabili. Prima, però, bisogna guardare il documentario. Sta su Netflix anche lui, ovviamente, si chiama Tig. Secondo me è importante guardarlo perché pare che la signora qui abbia fatto la storia della stand up comedy nel momento più tragico della sua esistenza e quando la si guarda in faccia sembra che quasi non l'abbia mica capita, la grandezza di quello che ha fatto. Per me il black humor è spazzatura quasi sempre. I battutisti di sta cippa dovrebbero sedersi in un angolino e imparare da Tig come si scherza sulle cose serie. Perché si può, ma bisogna essere intelligenti e forse il problema è tutto qui.

In questo periodo mi sono vista Anjelah Johnson, Aditi Mittal, Jen Kirkman, Katherine Ryan, Sarah Silverman. Tutte ugualmente interessanti, ai miei occhi, e il motivo è semplice. Sono, per citare lo spettacolo di Ellen, relatable. Forse il punto di tutta la questione 'non mi piacciono i maschi che fanno comedy' è tutto qui: non ho quasi niente in cui rispecchiarmi. Con queste signore, che parlano sì di sesso e corteggiamento e relazioni ma anche di diversità (molte sono immigrate, o lesbiche, o ebree, tutte in qualche modo minoranze), di difficoltà e di sessismo, ho molto in comune. E ne rido con loro. Ne rido perché prendo tutto sul serio e capisco quando chi sta davanti a me fa altrettanto, anche se in uno spettacolo di stand up comedy.

Per ultima mi sono tenuta la mia preferita: Iliza Shlesinger.
Iliza è la classica bionda magnifica californiana. Quella che gli uomini vedono da lontano nei bar. Poi apre bocca. Tempo due secondi mi lascia boccheggiante sul divano. Questa è proprio una cosa irrazionale: nessuna delle sopra citate mi ha fatto ridere quanto lei. Eppure fa spettacoli più leggeri (con qualche puntina di femminismo perché sì), parla delle sacrosante differenze tra uomini e donne, di come siamo realmente e di come ci mostriamo agli uomini perché crediamo di piacere di più.
Nella vita reale tollero poco i versetti. Come li fa lei mi fanno piangere dal ridere. Nel senso che proprio mando indietro e li riascolto. Di Iliza mi fa ridere anche solo il modo in cui si muove, e mi diverte talmente tanto che se anche a volte esce qualche frase con cui non sono d'accordissimo mi sta bene così. Mi fa solo troppo ridere. Consiglio di guardare i suoi spettacoli in ordine e di lasciarsi per ultimo Elder Millennial perché è uno di quelli che alla fine lasciano con le guance doloranti. Uomini e donne sono diversi. Non è sbagliato riderne. Dovrebbero avere ugual rispetto e opportunità, ma quello è un altro discorso. Lo sapete quanto ci tengo. Il punto però è che ridere di queste diversità non è sbagliato. Ma, e torno a ripetermi, bisogna saperlo fare. Iliza in questo è una maestra.

Se qualche omuncolo è ancora convinto che le donne non facciano ridere, per l'amor di dio, va bene così.
Teniamoci stretto questo tesoro.

mercoledì 3 aprile 2019

Cose di Marzo

14:27
Mi stavo scordando!
Confermandomi la professionalissima blogger che sono, arrivo ad aprile iniziato per raccontarvi le cose belle di marzo.


Il fil rouge del mio mese è stato il femminismo.
Sia chiaro, io sono femminista ogni giorno di ogni mese che passa, ma in particolare a marzo ho avuto visioni e letture orientate verso un tema piuttosto che un altro.

Per esempio, è stato il mese in cui ho scoperto Alice Munro.
Lo so che tutti i lettori veri e seri la conoscono da sempre, soprattutto per i suoi racconti. Io la conoscevo solo di fama, e solo a marzo ho letto per la prima volta qualcosa di suo. Ho cominciato proprio dai racconti, da Chi ti credi di essere? che è un insieme di racconti con la stessa protagonista, che a spizzichi e bocconi finiscono per raccontarne la vita intera in una sorta di formato ibrido tra il racconto e il romanzo.
Rose è prima bambina, poi adolescente e infine donna, e noi attraversiamo ogni fase con lei, vedendola crescere e affrontare problemi diversi per ogni età, e la vediamo attraverso il racconto onesto e privo di fronzoli della sua scrittrice, che esplora difficoltà e problemi di una vita comune, che in quanto tale sentiamo vicinissima. Un racconto di donna completo e sincero, che non addolcisce né indurisce quello che significa essere una donna alla ricerca di sé e della propria indipendenza oggi, ieri e sempre.

Al cinema è stato il mese di Captain Marvel, che non mi ha detto niente né lasciato niente, ma che ha avuto ovviamente un ruolo nel ricordare alla maschilistissima community geek che non solo le donne esistono, ma che vogliono essere protagoniste. Anche di film mediocri con poco da aggiungere alla mitologia MCU. La sola cosa che mi ha urtato di questo film è che lo sappiamo tutti che Brie Larson è molto, molto più brava di così. Mi è sembrata sottotono e mi dispiace molto.

La grande novità del mio mese, però, è stata la stand up comedy, il che è già una barzelletta così perché io ho sto blog da mille anni e da mille anni dico che non mi piace la roba che fa ridere. Invece, complici la nostalgia per Mrs Maisel e Ellen Nostra Signora DeGeneres, mi sono messa a guardare le comedian su Netflix. E da lì, la rivelazione: non è che non mi piace la comedy, è che non mi piace quasi mai quando a farla sono gli uomini. Ne parleremo in un post a parte, perché me le sto sciroppando tutte quante come una pazza.

Per quanto riguarda le serie tv, a marzo è stata la volta di The Umbrella Academy. Anche di quella parleremo in un post a parte perché voglio leggere il fumetto prima di scriverne, ma voglio dire solo una cosa. Se avete visto la serie, venite qui. Abbracciamoci. Lo so. Klaus manca a me.

Infine, già che si parla di femminismo: potrebbe essere interessante un post su tutti gli account a tema che seguo sui social? Esula un pochino dagli argomenti principali del blog, ma insomma, io chiedo.


sabato 17 febbraio 2018

Indiscrete domande cinematografiche

17:27
Qualche giorno fa Giulia aka La collezionista di biglietti mi ha taggato in uno di quei tag che circolano sul webbe e che a me piacciono sempre assai. Grazie, Giuly!
Potevo quindi non ammorbarvi con 25 risposte sui gusti miei?
Potevo, ma vi è andata male.


1) Il personaggio cinematografico che vorresti essere.
Questa domanda esce ad ogni tag di ogni tipo, ma ogni volta non ho la risposta. Una roba che mi tortura.

2) Genere che ami e genere che odi.
Amo con tutto il cuore di cui dispongo ogni cosa che rientra nel fantastico. Mi sono anche lasciata abbindolare dalla fantascienza, da tanto che il mio amore è in espansione. Mi trovo meno a mio agio invece con le commedie in generale e in particolare con quelle romantiche. Non fanno per me, con le dovute eccezioni.

3) Preferisci i film in lingua originale o doppiati?
Dipende. Se sono in inglese li preferisco in lingua originale, ma siccome dalle mie parti l'offerta in sala è quasi solo in italiano mi divido tra le due opzioni. Potessi scegliere, però, solo in originale.

4) L'ultimo film che hai comprato?
Non compro film! Evito l'accumulazione, quindi zero dvd (ne posseggo letteralmente 5) e meno libri in copia fisica possibile.

5) Sei mai andato al cinema da solo?
Non mi è mai capitato. Abito in campagna, il cinema più vicino è a 30 km e andarci è sempre un qualcosa che faccio accompagnata.

6) Cosa ne pensi dei Blu-Ray?
Che non acquistando film non considero nemmeno loro! Ben venga, però, la miglior qualità possibile.

7) Che rapporto hai col 3D?
Nessuno, lo evitavo volentieri quando era una moda e l'ho dimenticato facilmente ora che non lo è più. Trovo che non abbia portato migliorie nell'esperienza in sala, quindi per quanto mi riguarda va bene così, a mai più risentirci.

8) Cosa rende un film uno dei tuoi preferiti?
Il cuore, solo lui. Tanto per ora di tecnica non so moltissimo, cerco di imparare e interessarmi ma non è necessariamente la cosa che valuto di più. Trova l'equilibrio giusto per scombussolarmi le viscere senza scadere nel miele che non mi appartiene e sono tua tua tua.

9) Preferisci vedere i film da solo o in compagnia?
In compagnia selezionatissima, sono una rompimaroni che lo so solo io.
E poi quasi nessuno dei miei amici vuole vedere i film che voglio vedere io.

10) Ultimo film visto (al cinema oppure no):
The Shape of Water 💓💓💓💓💓💓💓💓 Sono passati giorni, ancora non me lo sciaquo via. Vi prego, date i vostri soldi a GDT, che è la mente più bella del mondo.

11) Un film che fa riflettere
In un modo o nell'altro se sono bei film fanno riflettere tutti quanti. Qualche giorno ci spariamo un listone tematico.

12) Un film che fa ridere
A me pochi, perché faccio schifo, ma sul finale dei Blues Brothers credo di essermi dovuta tenere la pancia perchè mi stavo facendo venire i crampi dal ridere. Banale? Forse, ma ci sarà un perché. Perché fa spaccare. Di recente, invece, Smetto quando voglio. 

13) Un film che fa piangere.
Nel senso bello del termine vedi risposta 10. Nel senso di pianto brutto e isterico, Manchester by the sea. Lo stavo guardando in casa e mia madre è dovuta venirmi a chiedere cosa stesse succedendo. Usate con me l'arma del senso di colpa se volete annientarmi una volta per tutte.

14) Un film orribile
La parola orribile si definisce da sola, bruttina bruttina. Ultimamente ho affinato i miei gusti al punto da vedere difficilmente cose che finiscono per farmi proprio schifo. Sono spesso delusa, ma di recente non ho visto cose oscene, In generale, però, evito e malsopporto i film che si prendono troppo sul serio (spesso nell'horror) e quelli che fanno i furbetti.

15) Un film che non hai visto perché ti sei addormentato:
Ma un milione! Ho la sveglia ogni giorno alle 4 e mezza, mi addormento senza preavviso nel bel mezzo di qualunque cosa. Un esempio su un milione: Monuments Men. Addormentata in tempo record e risvegliata dal riaccendersi delle luci in sala.

16) Un film che non hai visto perché stavi facendo le 'cosacce':
Non scherziamo. I film e le cosacce sono cose serissime da tenere ben distanti. Giù le mani e occhi sullo schermo. Al massimo si mette in pausa.

17) Il film più lungo che hai visto:
Via col vento mi sa!

18) Un film che ti ha deluso
Giusto gli unici due di questa stagione di Oscar: Lady Bird e Call me by your name.

19) Un film che sai a memoria:
Dirty Dancing!

20) Un film che hai visto al cinema perché ti hanno trascinato:
Ogni cinecomic insieme al moroso, ma memorabile la visione di 50 sfumature di nero con le colleghe, in cui l'attrattiva maggiore era la mia collega cubana dal tono di voce incompatibile con la sala cinematografica e con un po' troppe domande sul sesso da fare.
I ragazzi seduti di fianco a me hanno smesso di commentare le auto per spaccarsi dalle risate.

21) Il film più bello tratto da un libro.
Io lo so che starò qui ore a torturarmi su questa domanda.
Di getto devo dire la saga de Il signore degli anelli. Un lavoro magistrale, insuperato.

22) Il film più datato che hai visto:
Freaks?

23) Miglior colonna sonora:
Only lovers left alive, Pride and Prejudice, Hair, e se come canzone singola ne trovate una più eccezionale di I see fire di Ed Sheeran per non ricordo più quale Lo Hobbit fate un fischio.

24) Miglior saga:
Star Wars
Sottolineo per la millesima volta che non avrei mai creduto potesse arrivare un giorno in cui io avrei dato questa risposta eppure eccoci qua, penso ancora a C3PO.

25) Miglior remake:
Aiuuuto.
La cosa?
Banale anche questa?

Io con queste cose vado nel pallone perché mi conosco e so che una volta pubblicato il post mi verranno in mente mille altre risposte migliori di queste.
Pubblico, va là, o finisco per passare il pomeriggio davanti allo schermo del pc, pensando a cosa mi sto dimenticando.
 Per quanto mi riguarda, come sempre, siete tutti taggati principalmente perchè sono curiosa come una scimmia e voglio sapere le risposte di tutti!

sabato 27 gennaio 2018

Vivian Maier

15:05
Tra le milioni di cose di cui non so nulla c'è la fotografia.
Non conosco fotografi famosi, non so fare foto decenti (come sapete se mi seguite su instagram, cosa che dovreste davvero fare), non ho nemmeno una macchina fotografica, e va bene così.
Qualche tempo fa, però, tutto l'internet milanese è andato alla mostra di Vivian Maier a Milano, appunto, e io l'ho conosciuta così.
Sciagura a me per essermi persa la mostra a Genova quando avrei potuto e voluto tantissimo andare, perché è nato un amore.
Di seguito, come sempre, le mie foto preferite.

Questa è Vivian, amante e pioniera dei selfie

💔



Se sentite un rumore è il mio cuore, questa foto lo riempie e lui si gonfia fino ad esplodere


Quando avrò una casa tutta mia questa sarà stampata enorme, incorniciata e appesa sopra al mio letto. La amo.


Adoro tutto di questa: posa, sedia dondolante, sigaro, camicia...

Gli anziani mi mandano in pappa il cervello, che ci posso fare






domenica 21 gennaio 2018

Edward Hopper - i miei preferiti

15:07
Io non so niente di arte pittorica.
Conosco di fama i grandi nomi famosissimi e riconosco una manciata di quadri, ma mi fermo lì.
Quando ho visto per la prima volta un Hopper, però, mi si è agitato qualcosa nello stomaco e ho capito cosa provano le persone davanti ad un quadro che amano molto.
Ecco una carrellata delle mie opere preferite.

Finestre di notte

New York Movie

I nottambuli

Benzina

Tramonto sulla ferrovia

Sole di mattina

mercoledì 27 dicembre 2017

Il mio primo post di preferiti dell'anno!

14:42
Fare le liste mi piace un casino. Ne faccio tantissime dalla dubbia utilità, poi ogni tanto mi cimento in missioni impossibili come questa. Quando devo scegliere le mie cose preferite vado in crisi, mi dispiaccio per gli esclusi, piango un po' in posizione fetale.
Odio le scelte.
Per questo motivo, oggi, sfido il mio problema con le selezioni e faccio la lista delle mie cose preferitissime del 2017.
Se sopravvivo alla pressione della scelta ci vediamo l'anno prossimo!


MUSICA
Su Redrumia non parliamo mai di musica, ma siccome da un po' condivido sulla pagina facebook (che sono certa voi seguite) le mie canzoni preferite, butto giusto giù due righe anche qui.
A dispetto delle millecinquecento cose diversissime e bellissime ascoltate quest anno, la mia mente è sempre e solo andata a lui: Stromae.
Indovinate chi ha mollato la musica, almeno per un po'?
Ecco, appunto.
Se mancasse tantissimo anche a voi come a me, vi linko un'opera d'arte. Buona fortuna poi nel riprendere una vita normale.
La trovate qui.

PAROLE SCRITTE
Se il 2016 era stato per me l'anno dedicato a David Foster Wallace, quest anno un altro brillante signore ha fatto capolino nella mia vita: Philip Roth.
Se non lo avete mai letto, beati voi. Avete la freschezza dell'inizio e la bellezza della sorpresa. Non fate però come dicono tutti, non iniziate con le cose super portentose come Pastorale americana o La macchia umana.
Vi voglio incuriositi fino al midollo, vi voglio con gli occhi sbarrati e la risata costante: si inizia con Il lamento di Portnoy. Si inizia così, e non lo si molla mai più.
Il mio romanzo dell'anno, però, non è stato di Roth. Quest anno su consiglio di una sconosciuta ho comprato Shantaram, ed è stato un viaggio pazzesco nell'umanità più fragile e nel paese più intrigante del pianeta. Ho pensato a lungo che potesse essere lui il mio più amato, ma mentirei sapendo di mentire. Diciamo che si porta a casa la medaglia d'argento.
Il romanzo del 2017, nonché istantaneamente entrato tra le cose più amate di sempre non poteva che esserci Lui: L'Esorcista. 
Ne parlo un pochino più approfonditamente qui.
È un capolavoro punto e basta, e io ammetto che non me lo aspettavo nemmeno per sbaglio. Le parole di Blatty sono lame affilatissime ma guidate dalla mano più delicata possibile. Colpiscono profondamente ma sei talmente ammirato che nemmeno te ne accorgi e quando hai finito ti ritrovi in un angolino a leccarti le ferite.

CINEMA DELL'ORRORE
Quest anno l'ho trascurato. Mi sento come una mamma che compra un cucciolo di gatto e trascura il micione vecchio e grosso che ha da anni. Il genere horror, poi, è davvero stronzo come un vecchio gatto. A volte ti ferisce, a volte ci resti male, poi ogni tanto ti grazia con fusa inaspettate e tu ti senti la persona migliore del pianeta.
Le mie fusa personalizzate quest anno ci sono state eccome. Quasi percependo che io lo stavo ignorando, il cinema ha deciso che era l'anno buono per buttare fuori bombe dell'orrore incredibili.
La mia scelta, però, è la più banale. Il mio horror dell'anno è stato It. Per come è riuscito a farsi strada anche in un cuore inizialmente scettico come il mio, per come si è preso gioco di tutti gli haterz maledetti diventando il film di genere con l'incasso più altro di sempre, per come mi ha fatto un paurone. Per me It è stato magnifico.

CINEMA E BASTA
Che annata sto 2017. Mi gira la testa a dover fare una selezione. Ma voi ve lo ricordate com'ero quando ho aperto questo blog? No, la fantascienza mi fa schifo, no gli alieni che pena, no ma non me ne parlare di Blade Runner che non ne voglio sapè.
Fino a due secondi fa ero in crisi su cosa fosse la mia scelta, ed era tra Blade Runner 2049 e Star Wars: The Last Jedi. Giuro che mi viene da ridere per quanto mi sembra ancora assurdo che questi due possano essere i miei film dell'anno.
Ho scelto Blade Runner 2049 per un motivo: è stato un flop incredibile. La prova è che l'umanità è scema come tutto sommato già sospettavamo, e io invece punto i piedi per terra e lo scelgo come film dell'anno, perché è magnifico.
Forse esservelo perso al cinema è una punizione sufficinete per non averlo premiato quando potevate.

SERIE TV
Sono sempre stata complicata con le serie. Ne guardavo pochissime e le selezionavo come una pazza, non mi piaceva niente. Quest anno mi sono lanciata in certi binge watching a cui preferisco non ripensare. Mi sono ridotta ad un'ameba sul letto, con dolori di schiena lancinanti al solo tentativo di rialzarmi, con scatole di biscotti e una coperta disgustosamente piena di peli di gatto.
È stata un'annata seriale di emozioni enormi e pianti a dirotto, perché io sempre vado a cercare cosine easy e dallo scarso impegno emotivo.
In mezzo a donne maltrattate (e per un po' con la Atwood ho chiuso), la quarta stagione del mio immenso Sherlock e il ritorno dell'altra grande serie della mia vita, Sense8, per me il 2017 è stato l'anno della scoperta di Doctor Who. Ha cambiato il mio immaginario, le mie citazioni, le conversazioni con il mio ragazzo. L'ingresso del Dottore nella mia vita è stato impetuoso e travolgente, ha sbaragliato tutto il resto e mi ha trascinata con sè in un mondo fatto di alieni, viaggi nel tempo e avventure pericolose. Mai nella vita avrei creduto che tutto ciò mi avrebbe conquistata. E invece mi ha fregata. Maledetto Dottore, quanto ti amo.

COSE
Il 2017 è stato l'anno in cui Mari's Red Room è cambiato in aspetto, nome e contenuti. Non sono ancora arrivata al risultato che volevo, ma è un work in progress che mi sta piacendo molto. Ha seguito me e il mio cambiamento e per ora posso ritenermi soddisfatta.
Qualche mese prima, però, Per l'amor di Asgard ha visto la luce. È stata un'emozione incredibile e ancora adesso quando ci penso mi gira la testa perché mentre io sto qua dietro al pc a vivere la mia vita come prima, lui sta lì a farsi la sua vita autonoma in giro per l'internet.
Mi commuove sempre un po'.

In questo ultimo anno i miei gusti sono cambiati in maniera quasi irreale. Ho pianto ogni mia lacrima per la trilogia de Il pianeta delle scimmie, mi sono affezionata a dei robot, ho amato oltre ogni dire un film in cui una tizia comunica con degli alieni, ho guardato molti, ma molti, meno horror della mia media e ho anche letto meno. Però è stato un anno pieno di emozioni giganti e pianti importanti, ho guardato più serie tv di quante ne abbia viste in una vita intera.
Sono contenta di essere diventata un pochino meno snob e complicata e di avere lasciato che tante emozioni inaspettate mi colpissero e mi rendessero un pochino migliore.
Che per tutti il 2018 sia pieno di emozioni così!

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