I am the pretty thing that lives in the house
Mari.
13:39
Quanto tempo poteva passare prima che io guardassi un film horror sui fantasmi firmato da Netflix, dotato tra le altre cose di un titolo incantevole e di una locandina altrettanto bella?
Poco, infatti.
Lily è una giovane infermiera che viene assunta per badare ad un'anziana signora, che da giovane faceva la scrittrice di romanzi horror di scarsa qualità. Nella casa della signora succedono cose strane, ma discrete: non sbattono le porte e nessuno viene posseduto (con mio discreto sollievo). Solo che ci sono dei passi, della strana muffa sulle pareti, degli strani atteggiamenti della padrona di casa, che si ostina a chiamarla Polly..vuoi vedere che Polly esiste davvero?
Eh.
All'inizio del mio rapporto con Netflix amavo tutto quello che usciva dalle loro manine. Vuoi perchè ho iniziato con i loro splendidi documentari, vuoi perchè la prima serie di cui ho goduto è stata Sense8, le mie aspettative erano alle stelle, complici anche le recensioni entusiaste del web.
Sono rimasta delusa? NO, NO, NO.
I am the pretty thing that lives in the house è una storia semplice ma intensa, divisa su due epoche storiche (alla cui datazione risaliamo solo attraverso i dettagli) che sono, ognuna a modo suo, intriganti e visivamente bellissime. Perchè se la trama non è niente di sconvolgente sono le immagini a farla da padrone. Tutto è bianco, spoglio, minimale e lentissimo, i colori sono pochissimi e tenui, persino i movimenti sembrano appena accennati. E quando si parla di fantasmi è facile farsi prendere dalla frenesia e fare tutto veloce e pauroso. Qua le scene di spaventi sono generalmente un po' telefonate e convenzionali, eppure sono sinistre e goticheggianti. Sono accenni, frecciatine, strizzate d'occhio, fatti con una lentezza che può sembrare frustrante. (A me, però, è piaciuta tanto.)
Questo per noi spettatori, chiaramente, perchè la povera Lily se la fa sotto dalla paura e l'attrice (Ruth Wilson, a me sconosciuta) è stata BRAVISSIMA nel rendere questa paura. Secondo me poi la paura è la sensazione più difficile da rendere perchè in un attimo si sembra macchiette, lei invece è stata spontanea e credibilissima, tanto da passare paura per induzione a chi la guarda. Non c'era bisogno di vedere il fantasma (bellissimo madonna che bellissimo) per esserne spaventati: Lily ci trasmetteva da sè una paura incredibile.
In generale il film se la tira un bel po', ma a me quelli che se la tirano con ottimi motivi piacciono, fanno una gran simpatia.
E allora tiratela pure, cosa carina che stai nella casa, perchè sei bello assai, e ne hai tutte le ragioni del mondo.
Poco, infatti.
Lily è una giovane infermiera che viene assunta per badare ad un'anziana signora, che da giovane faceva la scrittrice di romanzi horror di scarsa qualità. Nella casa della signora succedono cose strane, ma discrete: non sbattono le porte e nessuno viene posseduto (con mio discreto sollievo). Solo che ci sono dei passi, della strana muffa sulle pareti, degli strani atteggiamenti della padrona di casa, che si ostina a chiamarla Polly..vuoi vedere che Polly esiste davvero?
Eh.
All'inizio del mio rapporto con Netflix amavo tutto quello che usciva dalle loro manine. Vuoi perchè ho iniziato con i loro splendidi documentari, vuoi perchè la prima serie di cui ho goduto è stata Sense8, le mie aspettative erano alle stelle, complici anche le recensioni entusiaste del web.
Sono rimasta delusa? NO, NO, NO.
I am the pretty thing that lives in the house è una storia semplice ma intensa, divisa su due epoche storiche (alla cui datazione risaliamo solo attraverso i dettagli) che sono, ognuna a modo suo, intriganti e visivamente bellissime. Perchè se la trama non è niente di sconvolgente sono le immagini a farla da padrone. Tutto è bianco, spoglio, minimale e lentissimo, i colori sono pochissimi e tenui, persino i movimenti sembrano appena accennati. E quando si parla di fantasmi è facile farsi prendere dalla frenesia e fare tutto veloce e pauroso. Qua le scene di spaventi sono generalmente un po' telefonate e convenzionali, eppure sono sinistre e goticheggianti. Sono accenni, frecciatine, strizzate d'occhio, fatti con una lentezza che può sembrare frustrante. (A me, però, è piaciuta tanto.)
Questo per noi spettatori, chiaramente, perchè la povera Lily se la fa sotto dalla paura e l'attrice (Ruth Wilson, a me sconosciuta) è stata BRAVISSIMA nel rendere questa paura. Secondo me poi la paura è la sensazione più difficile da rendere perchè in un attimo si sembra macchiette, lei invece è stata spontanea e credibilissima, tanto da passare paura per induzione a chi la guarda. Non c'era bisogno di vedere il fantasma (bellissimo madonna che bellissimo) per esserne spaventati: Lily ci trasmetteva da sè una paura incredibile.
In generale il film se la tira un bel po', ma a me quelli che se la tirano con ottimi motivi piacciono, fanno una gran simpatia.
E allora tiratela pure, cosa carina che stai nella casa, perchè sei bello assai, e ne hai tutte le ragioni del mondo.