Visualizzazione post con etichetta La casa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta La casa. Mostra tutti i post

sabato 22 aprile 2023

Evil Dead Rise

10:39
 È una delle storie che racconto qui sul blog più di frequente: La casa è il film che mi ha preso per mano e mi ha dimostrato che cosa potesse essere per me il cinema dell'orrore. Gli sono così tanto affezionata da così tanto tempo che è come se fosse un compagno di percorso. 
Ogni evento legato alla sua saga, quindi, è da queste parti accolto con l'entusiasmo che mi ricorda ogni volta quanto sia bello avere una passione che fa battere il cuore. E quindi direi che torno a soffiare via le ragnatele da questo posto, sui cui scrivo sempre meno ma a cui non sono disposta a rinunciare, per parlare a testa e cuore caldi di La casa - Il risveglio del male, la quinta installazione in una saga che non accenna a perdere colpi.
Ci sarà una piccola parte con spoiler, opportunamente segnalata, perché c'è una storyline secondaria che mi ha infastidita e vorrei parlarne.




La trama è quella di ogni Evil Dead che si rispetti: ci sono persone che trovano un libro che non avrebbero dovuto trovare e che ascoltano parole che non avrebbero dovuto ascoltare, e liberano il male nella casa in cui si trovano. 
Evil Dead Rise però modifica la posta in gioco cambiando un elemento in questa struttura. La casa non è più un posto isolato in cui i protagonisti capitano per varie ragioni. Non siamo più nei boschi in fatiscenti cabine isolate, ma siamo a casa. Questo elemento porta la discussione su un livello completamente diverso, e per questa ragione il quinto film affronta temi mai toccati finora. La casa, e pertanto la famiglia, sono gli elementi originari del male e dei traumi. Non è neppure un caso che tutto questo avvenga poco prima che la casa venga distrutta per volere di proprietari poco interessati agli inquilini: la casa la stavano già perdendo prima che iniziasse tutto, e non ne avevano una nuova. Sono le pareti domestiche le iniziatrici della sofferenza, e il male è completamente interno, tanto è vero che quando il male assume volti esterni al nucleo familiare la questione si risolve in modo rapidissimo e indifferente ai fini dell'economia della storia. Quelli che contano, qui, sono i dolori interni, le sofferenze che con i nostri amati ci infliggiamo involontariamente. 
Ancora più nello specifico: quelli che contano sono i traumi inflitti dalle madri, imperatrici supreme del mostruoso femminile. Sono i figli ad aprire il libro, è quello del figlio maggiore - adolescente chiuso h24 nella sua stanza, che non vediamo quasi mai interagire con la madre prima del fattaccio - il sangue che consente al libro di aprirsi, è la sua curiosità che fa sì che si ascoltino le infauste registrazioni. Sono loro i parassiti che le annullano l'identità e la rendono il mostro. 
Il padre li ha lasciati, e lei, la madre cool con i capelli colorati in casa che fa la tatuatrice, è vittima di un sistema che la vuole prima madre che individuo, e ne esce indemoniata. 

Indemoniata, appunto, perché anche questo Evil Dead è, come i suoi precedenti, un film di possessione. Uno di quelli come non se ne vedevano da anni, forse da un decennio. È una possessione silenziosa e sbraitata insieme, in cui ci sono momenti più dimessi, in cui i demoni compaiono lenti e silenziosi alle spalle, ed altri sguaiati, con le quantità di sangue che vi aspettate da La casa. Il mix è micidiale: erano anni che un film non mi faceva così paura. Sono solo dispiaciuta di essermi rovinata alcuni momenti avendoli visti nel trailer: senza preparazione mi avrebbero annientata. 
Ellie, la madre, aveva già prima dell'infelice incontro in ascensore un volto e un corpo molto spigolosi. L'immaginario della possessione che ci siamo costruiti con Reagan vedeva protagonista un corpo morbido, cucciolo. Quello di Ellie è stanco, provato, con le ossa sporgenti e le occhiaie, piegato sul tavolo di lavoro e incurvato dalle responsabilità. Prima del suo volto, quindi, è il suo corpo che vediamo piegato dall'invasore: il momento in cui compare sulla porta, in controluce, in una posa ancora umana ma già innaturale, è così spaventoso che me lo porterò appresso per un po'. La vediamo andare a compiere la più canonica mansione da madre, cucinare per nutrire i suoi figli, e ancora il volto non ci è mostrato del tutto: è umana, ancora per un po'. Quando poi la vediamo per intero, coperta da un makeup francamente eccezionale, una delle prime cose che fa è rivendicare la sua libertà: di nuovo il mostruoso si rivela liberatorio. Non solo per lei, però: la seconda ad essere posseduta è la più grande tra le figlie femmine, naturale erede di un ruolo che non ha mai chiesto. E la faccenda, per quanto riguarda lei, non è troppo diversa.

La possessione è brutale, e Evil Dead Rise finisce per essere tra i film più spaventosi che ho visto di recente. Alterna momenti di paura purissima, come l'ormai troppo vista scena allo spioncino (non temete, il fatto di averla già vista non significa non faccia comunque una paura della madonna), ad altre più silenziose, in cui il demone si muove lento sullo sfondo, fuori fuoco. Ci si sofferma sempre per una frazione di secondo di troppo sul volto indemoniato, fino a che sembra che quegli occhi marci guardino dentro allo spettatore, con infiniti primissimi piani, perché non ci si possa scansare mai. Tutta l'attenzione è sul volto di Ellie, che ha tantissimo tempo in scena concentrato spesso tra il volto e le mani: di nuovo, i simboli della maternità se vogliamo. Il volto caro e familiare che smette di esserlo, e le mani che fino al momento prima hanno accarezzato diventano gli artigli che si aggrappano alle vasche da bagno, alle porte, agli angoli, e che se possono cercano di ammazzarti. 
I figli, già provati da un primo abbandono da parte del padre, si aggrappano gli uni agli altri per mantenere una parvenza di famiglia, per stringere quello che rimane loro, chiusi tra le pareti familiari del solo luogo che conoscono come casa. 

È un film per appassionati, perché si prende il tempo, nella sua rinfrescante breve durata, di omaggiare in ogni modo che gli riesce tutto quello che ha condotto al momento in cui sarebbe arrivato in sala. Lo fa con accenni direttissimi e con altri solo accennati, ma è pieno di un grande affetto per tutto quello che lo ha portato in essere e a me non importa se per qualcuno possa sembrare fan service: io gli ho voluto molto bene. Ha riportato in sala quell'equilibrio perfetto che aveva il primo film: fare paura - tanta, non so se lo ribadirò mai abbastanza - e al tempo stesso creare alcune situazioni così estreme da far sorridere. Ci sono botte da orbi con attrezzi da cucina, arti strappati, lacerazioni, motoseghe: l'anima di Evil Dead è salva, o forse dovrei dire che continua ad essere dannata, e non gli si poteva rendere omaggio meglio di così.


DA QUESTO MOMENTO SPOILER

Un elemento che vale la pena prendere in considerazione, prima che io inizi a lamentarmi di quello che non ho amato, è la tanto famigerata rape scene, che fa sempre parlare di sé quando si parla della saga. Qui si sceglie di non inserirla, o almeno di non renderla visibile. Ellie finisce in ascensore, i cavi la prendono per gli arti e io ero certa si andasse in quella direzione, con i cavi al posto dei rami. La scena si interrompe prima, e sebbene io non sia una detrattrice delle scene in questione nei film precedenti sono contenta che qui si sia fatta questa scelta. Quello che si è visto è stato sufficiente e soddisfacente. 

In questo glorioso festival del sangue che è stato, però, un elemento della trama mi ha fatto storcere il naso. Parlo della storyline della zia. Ellie e i figli ricevono la visita inaspettata della zia Beth, l'effettiva protagonista, che in un momento precedente abbiamo scoperto essere incinta. La notizia della gravidanza non la rende felice, tanto è vero che la definisce "una cazzata" quando lo racconta alla sorella. Beth fa una vita sempre in tour, per via del suo lavoro da tecnica del suono, si allontana sistematicamente dalla sua famiglia e tende un po' a sparire. 
Inizia la tragedia, e lei si vede costretta a prendersi cura dei nipoti. Questo, però, non avrebbe dovuto essere uno scenario alla M3gan. I nipoti lei non li deve adottare, deve solo salvare loro la vita, portarli vivi a mattina, e poi si vedrà. Se la storia fosse rimasta così sarebbe stato un film perfetto. Invece no, eccoci a dover inserire la bellezza e la straordinarietà della maternità, che si fa strada anche nei cuori più ostili, in aperto contrasto col lavoro di decostruzione fatto in precedenza con Ellie. 
Beth finisce per fare la mammina, che protegge il suo feto dalla sorella che lo vuole far fuori - non in uno scenario alla Inside ma solo perché è matta in culo e vuole ammazzare tutti - e che prende la sua piccola e adorabile nipotina in quella che è stata evidentemente ritratta come una relazione madre - figlia. Inserire la sua gravidanza in che modo ha fatto del bene alla storia? Non ha aggiunto alcun valore alle circostanze iniziali del racconto, ha solo aggiunto un elemento in più. Non si conclude in modo platealmente reazionario come quello di A Classic Horror Story, ma alla fine a Beth il ruolo viene comunque imposto, e nel giro di una notte. 

Questo è il solo elemento che non ho amato in un film adrenalinico, eccitante, sanguinolento, spaventosissimo. Tutto quello che amo nel cinema dell'orrore. Che immensa gioia poterlo vedere in sala.

lunedì 22 agosto 2016

Di case, motoseghe e libri dei morti

16:47
Ero qui, appollaiata nel mio sconforto, senza la voglia di aprire Blogger perché non avevo niente da farci. Contemporaneamente, una serie di fortunati eventi porta me ed R ad avere molto tempo libero da spendere a non fare altro che guardare film, su film, su film.
Risultato: maratona Evil Dead, film e serie.
Risultato #2: post.

Che La casa sia uno dei film pilastro della mi vita ormai lo sapete. Tutto quel sangue mi aveva fatto venir voglia di aprire un blog che avesse quantomeno lo stesso colore. A volte lo vorrei più minimal o professionale, ma poi mi ricordo che quei 3 pirla là, quelli grazie ai quali ci siamo tutti ricordati che fare film può anche divertire un casino, avevano fatto colare del sangue sull'obiettivo della macchina da presa, sento di volerli continuare ad omaggiare così.


Non che in La casa ci sia alcunché di divertente, anzi. Ci sono morti, posseduti, violenza, sangue come se piovesse (e pioverà, nel remake di Alvarez). Però piano coi giudizi: ok che ci sono i demoni e la gente indemoniata, ma mica siamo Friedkin noi. Niente metafore, niente profondità di intenti, niente studi sull'anima e la religiosità e la vita degli adolescenti che entrano nella pubertà. Questi qua hanno solo voluto farci una paura incredibile e ciao, tante grazie. Ed è facile oggi, quando vediamo un film a scelta dalla saga di Saw e vediamo i tendini fatti al pc, dire che un film degli anni 80 non fa nè paura nè impressione, ché tanto siamo abituati meglio. Questi avevano meno di 30 anni, poco più di una quindicina di dollari e hanno creato una casa dalla quale trent'anni dopo ancora non vogliamo uscire, e paghiamo pure, per restarci, investendo in una nuova serie tv, dei vostri occhietti abituati agli effettacci francamente ci importa molto meno di un bel cazzo di niente.
Perché La casa, il primo, paura la fa. E diventa così popolare, così importante e così amato perché la passione trasuda insieme alle gocce di sangue. I tre pirla di cui sopra, dove con tre intendo Raimi Campbell e Tapert, pirla non lo erano per niente. Io me li immagino dei cazzoni incredibili, o forse è il mio cuore che li vorrebbe così, ma non erano stupidi per niente. Mi piace immaginarli seduti nell'altalena sotto il portico, con una cannetta, a cercare di capire come realizzare quella scena che hanno chiaramente in mente pur non avendo un centesimo, pieni di entusiasmo e poco altro, perché è solo quella voglia lì che ti fa alzare le chiappe per fare qualcosa.




La casa funziona, e quindi ci meritiamo un sequel. LORO si sono meritati il sequel, con più soldi e possibilità, ma con gli stessi cervelli cazzoni da soddisfare. Risultato: un film che sembra quasi un remake benestante. Sembra, dico bene. Perché per quanto la trama sia imbarazzantemente simile, qua succede una cosa diversa: si ride. Ma intendo che si ride davvero. I tre non si sono dimenticati certo che sognavano un horror, e quindi si danza di nuovo tra sangue e frattaglie, Qua ci si amputa la mano, non so se mi spiego. L'epicità è a livelli importanti, quando si passa davanti a La casa 2 ci si deve togliere il cappello in segno di rispetto.
Bruce smette di essere il tenero Ashley, fidanzatino devoto e amico leale, per trasformarsi in Ash, quello che è chiaramente il preferito di tutti.
La trasformazione è definitiva in L'armata delle tenebre, l'opera in cui la serietà e la volontà di terrore del primo sono ufficialmente mandate in vacca. Ora, per parlarci chiaro: non mi fa impazzire questo terzo episodio. Quell'aria da cult indimenticabile mi piace anche, ma ho riso meno di quanto avrei voluto. Certo, farmi paura è molto più facile che farmi ridere, e le commedie in generale non mi piacciono. Se voglio una horror comedy vado da Simon Pegg e passa la paura. Mi dispiace, non volevo sminuire il film importante e famoso, è solo che mi è piaciuto meno degli altri.

Questo faceva prevedere brutte cose verso la serie.
E invece, Djesoo, che roba incredibile. Già dal trailer subodoravo lo splendore, ma poi entrarci è stato un viaggio magnifico.
Primo episodio: il ritorno di Ash. Ce lo ricordavamo sbruffoncello, morto di patata e portatore sano di arroganza. Si conferma tale, al cubo. Se questo non fosse sufficiente a far riaffiorare in noi le farfalle nello stomaco, ecco che un nuovo elemento si aggiunge alla lista di cose che rendono Ash l'ideale compagno di birre: una brutale e straordinaria autoironia.
Nella serie Ash indossa la pancera, porta una dentiera, presumibilmente quei capelli sono pure tinti, sfrutta la disabilità per farsi donne banalmente nei locali, non prende sul serio nemmeno la morte. È una goduria per gli occhi. Ma non posso fermarmi qui, perché se il trio lescano non si è dato una regolata non vedo perché dovrei io.
Se il ritorno di Ash non vi fosse sufficiente, se Ash invecchiato - ma ugualmente cazzone - non bastasse a soddisfare la vostra impellente necessità di epicità, ecco che arrivano le novità tecnologiche: il fucile, quel boomstick che ha del mitologico, spunta volante dal pavimento della roulotte premendo un pulsante e la mano di legno viene sostituita da una robotica che sfrutta sempre adeguatamente la sua capacità di alzare il dito medio. La motosega non è stata certo dimenticata, solo che stavolta, almeno una volta per episodio, viene infilata sul moncherino al volo, possibilmente al rallenty.

È la fiera del TROPPO, ma è un troppo di quelli gustosissimi, di quelli con sangue che continua a scorrere a fiumi e la voglia di non smettere mai. Nemmeno quando Ash si rivela più umano del previsto, con i suoi nuovi bizzarri amici (per una volta non è solo!), nemmeno quando, in uno straripare di old feels, torniamo nella Casa, proprio lei (va beh, non lei lei, ma è lei, no?), con la sua altalena che sbatte e i boschi molesti.


Mi sono sempre immaginata seduta in un bar con loro tre, a sentirmi raccontare la stessa vecchia storia di come sia stato Sam a distruggere la caviglia di Bruce investendolo in bici, come una nipote che amorevole ascolta i nonni ripercorrere con nostalgia gli anni della gioventù.
La mia, di gioventù, è stata bella anche grazie a loro.

martedì 1 settembre 2015

Maripensiero: I miei film preferiti

11:17
Oggi è il primo di settembre.
Vi apparirà forse una banalità specificarlo, ma in casa mia (ma sono certa anche in casa vostra) significa FINALMENTE fine di qust'estate di sto cavolo. E io ne gioisco immensamente, il che per me è paradossale dal momento che amo il caldo torrido e il sole.
Concludo questa spaghettata di affaracci miei raccontandovi che la degna conclusione di questo periodone si è concretizzata con la morte del mio pc. E con morte intendo che lui ci prova ancora a tirare fiato ma che i medici hanno ormai diagnosticato la morte cerebrale. 
Non appena arriverà quello nuovo ritornerò a stalkarvi e a recuperare tutti i vostri vecchi post che mi sono persa con mia somma rottura di palle.

Riassumere in un solo post tutti i film che governano sul mio cuore mi sembrava un buon modo di ricominciare. Chi bazzica da queste parti da un po' riconoscerà i soliti titoli noti che tiro in ballo con frequenza regolare, ma mi piace l'idea di averli tutti qui insieme, per venire a farmene coccolare qualora avessi bisogno di terapia.
L'ordine è rigorosamente sparso, che ve lo dico a fare.

  • Shining (1980, Stanley Kubrick) 

Navighiamo nell'ovvio. Il film a cui ogni virgola di questo blog è dedicata, dal titolo in poi, l'Opera d'Arte Definitiva. Tante volte ho cercato di trovargli un difetto, mi ci sono anche impegnata, ma niente, Shining va oltre l'umano. Forse una scelta più di testa che di cuore, ma ogni volta che premo play e vedo quella magnifica sequenza iniziale rimango sbigottita di fronte a quello che un essere umano può fare.
Ogni volta che mi veniva chiesto quale fosse la mia passione io avevo difficoltà a rispondere, poi un giorno ho capito che io sono appassionata di talento.
Amo gli scrittori capaci, che sorprendono col loro modo di usare le parole irraggiungibile per noi semianalfabeti, amo gli illustratori e li invidio tantissimo perché io non so fare nemmeno la o con il bicchiere, amo i musicisti e gli autori che sono in grado di tirarmi fuori emozioni che nemmeno sapevo di avere, e soprattutto amo i registi che miscelano le parole, le immagini, le emozioni. Ecco, Kubrick sta SOPRA alla mia personale definizione di talento.
Lui è proprio un'altra cosa.
Il sangue che scorre dagli ascensori mi causa ancora oggi un'angoscia ineguagliabile.

  • La città incantata (2001, Hayao Miyazaki)

Non mi piacciono i cartoni animati.
Ecco, l'ho detto.
Ci sono alcune eccezioni che si sono fatte voler bene, ma in linea di massima li evito perché mi stufano tantissimo ma più probabilmente perché sono una bestia senza cuore.
Ma La città incantata mi ha preso il cuore e ha deciso di tenerselo. Appurato che lo Studio Ghibli è in generale di un livello talmente superiore da non potersi paragonare a nessuna delle case occidentali se non per umiliarle tremendamente tutte, questo film in particolare non è altro che Poesia.
Ogni disegno, ogni colore scelto, ogni parola pronunciata, ogni personaggio, TUTTO in questa pellicola è Poesia, noi possiamo solo leggerla, farcene conquistare, lasciargli lo spazio che merita, e farci rubare ogni emozione. Perché se le prenderà tutte senza eccezioni.
Ne ho parlato in modo più approfondito qui.

  • Harry Potter e il prigionero di Azkaban (2004, Alfonso Cuàron)

Vi ho fatto una testa così con Harry Potter in questo post.
Di tutti e 7 i libri, però, ce n'è uno in particolare che supera abbondantemente la qualità (indiscussa e indiscutibile) degli altri, ed è il terzo. Stesso dicasi per il film.
In questo libro (e quindi nel film) c'è la mia scena preferita della saga. Uno dei capitoli migliori di ogni libro che abbia mai letto.
Harry, Ron ed Hermione sono finiti nella Stamberga Strillante con il professor Lupin. E' il momento in cui scopriamo la verità su Sirius, su chi sia realmente, su cosa è davvero successo la notte in cui sono morti James e Lily, su chi li abbia traditi.
Un romanzo intero per giungere a quella magnifica scena, in cui Lupin (a mio modestissimo parere uno dei personaggi migliori di ogni tempo) sta combattendo tra quella che credeva essere la verità e il suo bisogno di smentirla, la voglia di credere che Sirius fosse innocente e la consapevolezza che in fondo lui questa innocenza l'aveva sempre creduta. Il tutto di fronte a tre ragazzini convinti di essere in pericolo di vita e che invece non si rendono conto di essere nel luogo più sicuro del mondo, in compagnia di alcune tra le pochissime persone che darebbero la loro, di vita, pur di salvarli.
Per me tutti gli psicologi del mondo potranno scrivere migliaia di saggi, ma il migliore trattato sull'amicizia mai letto signori l'ha scritto la Rowling in un libro per ragazzi.

  • Il cigno nero (2010, Darren Aronofsky) 

Ormai il mio livello di fangirlismo per Darren sta raggiungendo livelli imbarazzanti. Il cigno nero è il film che avrei voluto girare io, se mai mi fosse venuta la passione per la regia. Per quegli splendidi movimenti di macchina che mi lasciano senza fiato (ma ci balli, tu Darren, con ste macchine da presa? Non si spiega altrimenti.), per quella sequenza finale da brividi, per quella recitazione incantevole a cui non avrei dato due spicci, per il modo in cui si è preso l'animo umano e lo si è spolpato, sviscerato ed esaminato, così raffinatamente.
Per quella grandiosa scena di Natalie Portman che cammina da sola e incrocia un'altra donna che altri non è che sempre se stessa e che mi ha lasciato senza parole.
Quanto bene posso volere a questo film, mi ha lasciata incredibilmente senza parole.

  • Dirty dancing (1987, Emile Ardolino)

Quando entra in gioco l'infanzia c'è poco che si possa dire.
E' il film che mi ha tirata su e mi ha accompagnata per tanti di quegli anni che è come se si fosse fuso con gli avvenimenti della mia vita.
Ve ne parlo qui.

  • La casa (1982, Sam Raimi)

Non guardavo film horror da qualche anno, causa traumi subiti dalla visione in età decisamente poco consona de L'Esorcista. 
Poi un giorno sono andata in edicola a comprare una rivista di videogiochi per mio fratello, e in omaggio c'era questo dvd. La curiosità, e il germe della passione che stava ancora dentro di me e che non vedeva l'ora di rispuntare, hanno vinto sulla paura e da allora sono rifinita nel vortice di quel certo tipo di cinema da cui ancora non riesco ad uscire.
Quello che rende il lavoro di Raimi tanto speciale è che quando l'ho visto per la prima volta mi sono sentita nello stesso modo in cui con ogni probabilità si sono sentiti loro mentre lo giravano: in giro a cazzeggiare con degli amici deficienti.

  • Little Miss Sunshine (2006, Jonathan Dayton e Valerie Faris)

Perchè da quando ho visto questo film ho capito il vero motivo per cui mal sopporto le commedie (con le dovute eccezioni): perché non sono tutte così.
E' dolce di quella dolcezza che piace a me, mai totale e stucchevole, ma che riesce ad essere tale pur comprendendo al suo interno le dovute dosi di amarezza o nostalgia. E poi è un po' weird, con questi personaggi anomali e allo stesso tempo così reali.
E quel balletto finale, degno del Sundance, quanto potrà essere adorabile?

  • Kill Bill  (2003/2004, Quentin Tarantino)

Io LO SO che i cinefili seri e competenti quando pensano a Quentin dicono che i suoi film migliori sono altri.
Lo rispetto, eh, anche io amo praticamente ogni cosa esca dalle sue manine dorate, gli vogliamo tutti un bene dell'anima.
Ma Kill Bill è una BOMBA.
E' Uma Thurman STREPITOSA, è tonnellate di sangue, è i Santa Esmeralda, è il Pussy Wagon, è intrattenimento intelligente e citazionista, è cinema allo stato brado, è goduriosissimo.
Decisamente il mio preferito.

domenica 29 dicembre 2013

I film più chiacchierati dell'anno che non ho recensito proprio perchè erano troppo chiacchierati

14:25
Il 2013 sta andando, amici, time to say goodbye.
Siccome, come avrete notato, su MRR non ci sono quasi mai classifiche di fine anno o similia, ho deciso di chiudere il mio anno raccontandovi la mia opinione sui film che hanno generato più rumore sulla blogosfera.
Non ci saranno tuttituttitutti i film dell'anno, e nemmeno tutti quelli più chiacchierati, semplicemente perchè il mio 2013 è stato all'insegna del 'recupero i grandi classici che finora non ho guardato'. Ho quindi snobbato senza ritegno le uscite in sala, perchè, onestamente, quest anno sono stati davvero pochi i film che mi hanno fatto venir voglia di spendere soldini al cinema.
Annata vintage quindi, per me, che si è rivelata formativa, interessante, curiosa, diversa.
Con questa piccola carrellata vi auguro un 2014 felice, stimolante e divertente e con tanti bei film da vedere. (Il nuovo film di Ti West, il nuovo film di Ti West, il nuovo film di Ti West!!)

The Bay.



Colpire gli Stati Uniti nel loro giorno speciale con un'epidemia a base di bestiacce che ti divorano da dentro e Oren Peli. La cosa più incredibile di tutto ciò è che nonostante queste premesse il film funziona, funziona davvero. Nel senso che dopo averlo visto per almeno un paio di settimane ogni singolo scarafaggio diventa un mostro inaffrontabile, come mia mamma quando la sveglio di notte per uccidere il suddetto scarafaggio. Finalmente qualcuno ridà gloria ai mockumentary, diventati così mainstream, ma pur sempre uno dei miei primi amori.

Django Unchained.  (divagazione dovuta, perchè amici, è Quentin)



POSSIAMO PER PIACERE DARE UN OSCAR A DI CAPRIO? Non il Tarantino della vita, ma una sparatoria così figa l'ho vista poche volte. E al 'Ciao piccola peste' sono svenuta con lei. Tenerone di un Quentin che non sei altro!

The ABCs of death.



26 corti di 4 minuti l'uno per mostrare 26 modi per morire. Il progetto sulla carta è davvero interessante, peccato che in pratica con quel poco tempo a disposizione i registi sono costretti a puntare sull'effetto shock o sul disgusto, in quella che sembra essere una gara a chi sfrutta meglio il tempo. Il mio amore grande Ti non delude e shocka davvero, il maledetto. I giapponesi hanno qualche problema grosso nella testa e io una visitina gliela consiglierei. Ah, non ho capito benissimo C for Cycle, se qualcuno me lo vuole spiegare, prego! 
(Si ringrazia very much col corazon Erica del Bollalmanacco che mi ha indirizzato verso i torrenti a cui attingere!)

The Conjuring – L'evocazione.



La più sfigata delle abitazioni d'America diventa la nuova dimora dei Perron che poracci dovranno combattere insieme ai Warren (Sì, quelli di Amytiville, sempre loro) per scacciare fantasmi/demoni/entità/streghe. Un mucchio di gente. Bambola immancabile (dimmi, One, la mamma ti ha nascosto i giocattoli quando eri piccolo? Perché stai così in fissa?) ma soprattutto: NON MI HAI DETTO COSA HA VISTO LORRAINE NEGLI OCCHI DEL POSSEDUTO.
Però sei sempre bravo, mannaggia a te.

La notte del giudizio.



La premessa è credibile come Silvio che annuncia il ritiro dalla politica, ma il risultato è un home invasion quasi da cardiopalma, che riesce a inquietare con giochi d'atmosfera ben fatti e con personaggi (la squadra dei giovani 'assalitori') che si divertono e fanno bene quello che serve. Interessanti anche le piccole sottotrame emotivo-morali, ma secondo me le persone erano troppo spaventate per badarci realmente.

John dies at the end. 



La carissima Beatrix Kiddo di Cinquecentofilminsieme quando ha parlato di questo film l'ha definito 'un luna park dell'assurdo incredibile'. Mai definizione fu più perfetta, perchè Coscarelli aveva a disposizione poco più di un'ora e mezza ed è riuscito a metterci: una droga chiamata SALSA DI SOIA (è un genio, sì?), dei baffi volanti, gente che parla attraverso gli hot dog, mostri fatti di carne surgelata, creature che chissà cosa sono, Marconi che fa scoppiare il mostro di carne attraverso il telefono, gli alieni, una tipa che è alta e bionda, anzi no, è bassa e mora. Questo non è un film, è una visione mistica. E John è il mio personaggio dell'anno, ma non vi dico se muore davvero o meno. 

Evil dead. Ah, no, di quello ne ho parlato. Tutti qui.


Carrie, ti aspetto al varco, e ti conviene stare attenta, perchè lo sguardo di Satana sarà il mio.

domenica 19 maggio 2013

La Casa, Fede Alvarez

09:50

Titolo originale: Evil dead

Anno: 2013

Durata: 91

Trailer:



Lo sentite l'Halleluia di Handel risuonare nell'aere?

Se non lo sentite, sentitelo.





Mi sento come il dottor Frankenstin che strilla che SI. PUò. FARE.

Ho convinto Erre (graziegrazieamoreseiunameravigliagrazietiamounsacco) a portarmi a vedere Evil Dead.

E sì, ci sono riuscita solo DOPO la fine della Festa del Cinema, quindi me lo sono anche pagata a prezzo intero.
Ma va benissimo, gli avrei anche dato 10 euro, mi bastava riuscire a entrare finalmente in quella caspita di sala a coprirmi gli occhi davanti alla quantità (che sono quasi certa sia illegale in almeno 4 paesi del Sud-Est asiatico) di sangue che sapevo mi avrebbe fatto compagnia per quell'ora e mezza.

Lo so che la trama la sapete tutti quanti perchè maledetti ci siete andati prima di me, ma eccola comunque.



Mia è una tossicodipendente che nel suo processo di disintossicazione trascorre un fine settimana con il fratello e alcuni amici. Giunti sul posto, guidati da uno strano odore, scendono nella cantina dell'abitazione, dove troveranno uno strano libro da cui uno degli amici legge un brano. Purtroppo, questo brano risveglierà qualcosa di non proprio ospitale. . .

Avevo letto le recensioni di vari 'colleghi' blogger, quindi sono entrata in sala sapendo esattamente a cosa sarei andata incontro: un film buono, per qualcuno molto buono, non all'altezza dell'originale ma era chiaro da principio che l'originale era materiale irraggiungibile, graziealpiffero.
Non ne sono uscita delusa, da questo punto di vista.
Le stesse sensazioni che avete avuto voi, le ho avuto anche io, ed ecco i motivi.



Mi è piaciuto il fatto che per tutta la durata si sia strizzato l'occhio al vecchio (in senso strettamente anagrafico, non offenderti piccino che per me sei giovanissimo) film senza però eccedere. Sembrava che Alvarez dicesse: 'Vedi? Ti cito, ti ricordo, ti amo, ma devo tagliare il cordone ombelicale e fare qualcosa di diverso!'
Apprezzato.
Insomma, io i remake non li tollero. Quindi se proprio me lo devi fare perchè se non lo fai rischi la prematura dipartita, almeno dimostrami che il film che stai 'rifacendo' ti piace molto. E la sensazione che ho avuto è che la passione si sentisse.

L'introduzione della questione droga è stata una mossa intelligente. Perchè non so se avete visto (ma sicuramente sì, devo smettere di sottovalutare il genere umano) 'Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino', ma le scene di astinenza si prestano che è un piacere a tutta la serie di fraintendimenti iniziali astinenza/possessione. Così come si presta a riflessioni più profonde del tipo 'la droga è come un demone che si impossessa di te e della tua vita' ecc ecc, che però io non faccio.

E gnente, siamo arrivati al punto in cui l'amico quello antipatico (ma mai quanto la squinzia bionda santo il cielo) legge le formule sul libro e risveglia il demone. Da qui partono tante di quelle scene splatter, ma tante, che non c'era un attimo di respiro, o chiudevi gli occhi tutto il film o te le sorbivi tutte quante. Scelta obbligata, la seconda.

Pare chiaro che sono quelle, ciò in cui si è investito. Ed è stato un buon investimento, perchè la loro porca figura la fanno e danno al film un tono assai più cattivo del film di Raimi (anche se le dita negli occhi a Scott restano imbattute).

E il finale, TUTTO QUEL SANGUE. Sam, in un'altra vita apri una fabbrica di sangue finto, o producitelo da solo adesso e caccialo in tutti i film che produci, così ci fai ancora più soldi. Nel caso, assumimi.

Un'altra cosa che ho notato è stato il fatto che molte recensioni che ho letto descrivono La casa come un film molto serio e serioso, ma io un paio di grasse risate me le sono fatte eh. Manca completamente quell'atmosfera quasi demenziale della prima trilogia (L'armata delle tenebre manco sfiorata, per dire) ed è cosa buona e giusta perchè sono prodotti diversi, ma. . . Eric è scivolato sulla lingua che Olivia si era appena tagliata! È disgustosamente ridicolissimo!

Non faccio altri esempi per evitare lo spoiler, ma insomma, ci siamo capiti.



Siamo arrivati al punto in cui dico cosa non mi è piaciuto.

Quando ho letto che tra gli sceneggiatori c'era Diablo Cody mi sono un po' cascate le braccia perchè da lei mi aspetto battute pungenti, sarcasmo, frasi brillanti, che qui non ho trovato. Anzi, per quanto mi riguarda credo che avrebbero anche potuto starsene zitti tutto il tempo.

E siamo tutti d'accordo che la questione della mamma pazza era tranquillamente evitabile vero?

Quello che mi dispiace è che alla fine il film non faceva paura. Faceva disgustare (se solo ripenso ad una delle scene finali sento tutte le cellule del mio polso che urlano disperate), faceva fare qualche sano saltello sulla sedia, ma non faceva Paura.


Ma se io un giorno dovessi mettermi a girare un remake (e non accadrà), che guardacaso sarebbe anche il mio primo film, e mi uscisse come è uscito ad Alvarez questo Evil Dead, io sarei MOLTO fiera di me.





(Amisci, offtopic. Mi potete spiegare il motivo per cui il mio pc è da almeno un mese che non mi fa aprire il blog di Mr Ford?)


giovedì 24 gennaio 2013

Maripensiero: Cosa ci aspetta nel 2013 horror.

14:01

Update del 24 gennaio: Ho scritto questo post a fine dicembre, ma ho volutamente aspettato che iniziasse l'anno e che arrivasse quel periodo in cui solitamente smetto di sbagliare data. Tanto per ambientarmi e mettermi comoda nell'anno nuovo.

Cominciamo!

Comincio a cercare le uscite horror del 2013, perchè una si deve organizzare. Dopo essermi fatta un'idea della situazione, ecco cosa ci aspetta.



LA BRODAGLIA Già VISTA

a.k.a remake, sequel, prequel, sticazzel.



Capolista obbligato di questa sezione è, e voglio vedere le vostre espressioni di incredula sorpresa, Paranormal Activity 5. Ragazzi, ne hanno fatti 5.

'Mari, ma non sei nemmeno curiosa di sapere cosa si saranno studiati questa volta?'

No.



A giugno inizieranno poi le riprese di Non aprite quella porta 3D.

Io me lo sarei anche visto, eh. Ma baaaaaaaaaaaaaaaaaaaaasta 3D! Una motosega è sempre una motosega, in tutte le dimensioni del mondo.
 



[Rec]4. Su questo non mi esprimo fino a che non avrò visto il 3. Ma la regia è di Balaguerò da solo. Mmmmmh.



The Human Centipede 3.Ma io proprio non lo so qual'è il problema della nostra società, non lo so.



Troviamo poi: Cabin Fever: Patient Zero (un prequel, giuro, un prequel), Esp fenomeni paranormali 2, The woman in black: Angels of death, Scream 5, Jeepers Creepers 3 (chi non muore si rivede), L'ultimo esorcismo 2 (ma beccatevi il poster), V/H/s/2, The curse of Chucky..
 

Sempre i soliti originaloni, eh?


Remake che non vorrò vedere: Martyrs, Suspiria e Pet Sematary.


Menzioni Speciali: Carrie e La Casa. Qua si gioca col fuoco. La mia prima reazione a questi remake è stata molta negativa, ma la verità è che i trailer non sono affatto male. Gli do una possibilità solo perchè, se attingi da un grande, solo un grande cretino può fare un lavoro pessimo.

Nel frattempo, godetevi i trailer:
 
 

 
 




COSA NON VEDO L'ORA DI STRONCARE



Warm Bodies. L'IMBD lo classifica anche horror. Ci sarà da ridere.



Mockingbird. Siamo di fronte ad uno strano caso di macchina da presa maledetta.

                                                             *no images found*

Nightfall. Vampiri in prigione, ho detto tutto.

                                                             *no images found*                                                           

Hansel e Gretel cacciatori di streghe. Dopo Lincoln che cacciava i vampiri. .



Frankenstein's Army. Soldati nazisti che ridanno vita ai compagni morti in pieno Frankenstein style.





COSA MI FARà CORRERE AL CINEMA



La madre. Ma quanto lo aspetto, sto film, ma quanto. E ringrazio la Bolla perchè mi ha fatto scoprire il corto da cui è tratto. Spero che le mie aspettative siano ben ripagate, perchè c'è un trailer che spostati.




Stoker. C'è odore di fighezza, qui. Non so se mi piacciono di più il poster o il trailer. Ve li metto entrambi.
 
 

 


The Green Inferno. Ci sono dei cannibali e Eli Roth. Ci sarà molto sangue.
 
 


Mercy. Tratto dal racconto 'Nonna' dell'amico Stephen King. Racconto agghiacciante come solo il vecchio Steph sapeva fare. Non per dire, ma è contenuto nella stessa raccolta (Scheletri) di 'La nebbia', quella di 'The mist'.



Se le mie aspettative saranno tutte rispettate, questo sarà un gran anno.

giovedì 1 novembre 2012

Quella casa nel bosco, Drew Goddard

14:27

Titolo originale: Cabin in the woods.

Anno: 2011

Durata: 95 min.
 
Trailer:
 
 
 
 

FINALMENTE!

Quando è uscito questo film pestavo i piedi come una bambina per poterlo andare a vedere al cinema, ma chiaramente poi non ci sono andata. Ho aspettato un sacco prima di riuscire ad averlo e oggi, finalmente, l'ho visto. Mai attesa fu meglio ricompensata.

Grazie, Erre. Del film, della pazienza e di tutto. <3

Passiamo alla trama. Ci sono 5 amici che partono per un weekend fuori porta. È un horror, vi lascio immaginare il resto.

Ecco, io più di questo non posso dire, perchè qualsiasi altra cosa diventerebbe spoiler.

Diciamo subito cosa ne penso: questo film è GENIALE. E basta. Potrei fermarmi qui, e già avrei detto la cosa più importante, ma ho TROPPE cose da commentare! Perdonatemi per il papiro che ne uscirà.

Già il modo in cui esce il titolo del film. (!!!!!!!!!!!)

I cinque ragazzi sono IL clichè. C'è la bionda oca Jules, che poi è bionda tinta, ulteriore aggravante. Il suo ragazzo è lo sportivo Curt, poteva essere altrimenti? Amico dello sportivo è l'intellettuale Holden, che se la fa con la verginella Dana. Ultimo ma non ultimo il buffone fattone Marty. Sì, come la zebra di Madagascar. Ma non è un caso, chiaramente. E comunque, il fatto di inserire questi ruoli così famosi e predefiniti è una strizzata d'occhio assolutamente ironica a tutti gli slasher poco originali. Per le ragazze, io vi avviso che Curt è Chris Hemsworth. Per gli amici Thor. Bon, già un buon motivo per vedere il film. 'Na bellezza che manco ve lo dico.





I 5 dell'Avemaria partono e arrivano in questa casa nel bosco che, 'rcocane, è UGUALE SPUTATA la casa de 'La casa'. Oh, io sarò fissata, fin per carità, ma è lei. Da questo momento, tra l'altro, iniziano una serie di riferimenti palesissimissimi al film di Raimi. Si apre la botola della cantina di colpo, loro scendono, trovano un libro, leggono le parole in latino (là era sumero, va beh.), si inquadrano i piedi mentre scendono le scale..bene, già ti adoro, mi hai comprata.

Da questo momento in poi iniziano le stranezze, inizia l'azione.
 
 
'Cause this is thriller..thriller night!
 
 

Tornando seri e smettendo di ballare, devo dire che, oltre alla caratterizzazione dei personaggi, il film è pieno dei classici luoghi comuni da film horror: dalla scelta dei personaggi, appunto, all'introduzione della vicenda, all'odiatissimo 'Dividiamoci!'.
 
 
 
 

Qui però, tutto quanto ha un senso. Anche la scelta apparentemente superficiale e non ponderata è in realtà ben studiata e risolta alla fine del film. Niente è in sospeso. E tutto è terribilmente metacinematografico. Ci sono le due distinzioni nette, in cui una parte interpreta il regista, con la sua troupe, e tutto il settore. Dall'altra, gli attori, gli interpreti inconsapevoli di una parte già scritta, che credono di essere liberi di scegliere ma non lo sono. Credono di essere in grado di gestire la situazione e di prendere delle decisioni sulla base di riflessioni personali, e invece è tutto manipolato, tutto controllato da qualcuno di cui tu ignori addirittura l'esistenza. E questo secondo me è SPAVENTOSO. Non essere padroni di sé è una cosa terrorizzante.

Sono frustrata, vorrei dire un sacco di cose e non posso!

Sto saltellando sulla sedia dall'entusiasmo, inizio una frase e poi la cancello perchè realizzo che è un punto fondamentale della trama e non posso dirlo, e poi mi viene in mente quella scena, e quell'altra e ancora non le posso dire e fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff.

Credo di poter dire di aver visto molti film, molti dei quali belli, alcuni bellissimi.

Questo è geniale.

Ogni scelta, ogni dialogo, ogni scena, è meglio della precedente, alcune idee ti lasciano a bocca spalancata di fronte allo schermo, in un crescendo di azione davvero teso, fino all'esplosione di violenza finale, e un finale epico.

Ma come può una persona fare una recensione decente senza poter dire niente?

Dico solo che da questo momento ogni regista di genere dovrebbe guardare questo film e prendere appunti, segnarsi quali sono i clichè che qui vengono così palesemente presi in giro per non rifarli.

O anche solo prendere appunti su come è un bel film.

Non voglio fare una recensione delle solite, in cui dico cosa mi è piaciuto e cosa no. Anche perchè m'è piaciuto tutto quanto.

Voglio solo chiedere a tutti quanti come mai non ho ancora trovato un film horror in cui ci sia un benzinaio normale.




mercoledì 12 settembre 2012

La Casa, Sam Raimi.

13:52

Titolo originale: The evil dead

Anno: 1982 (ma le riprese iniziano nel 1979)

Durata. 82 minuti

Il film si apre con il più classico dei clichè da film horror: 5 ragazzi che partono per un weekend fuori porta. La prima impressione non è quindi delle più felici, ci si aspetta uno slasher di bassa qualità. Ma questo film è qualcosa di ben diverso.
 

 
 
Di fatto la trama è piuttosto semplice: due dei ragazzi scendono nella cantina della casa, dove trovano un libro, il Necronomicon (Libro dei morti) e un registratore con un nastro. Ascoltando la registrazione scoprono che in quella casa viveva un archeologo esperto di cabala sumerica, che nel nastro recita a voce alta una delle formule scritte sul Libro dei morti e così facendo riporta in vita degli spiriti demoniaci che inizieranno a 'infastidire' i ragazzi.

Di fianco a una trama così lineare, però, troviamo un susseguirsi di idee geniali, accompagnate da attori quasi sempre credibili, scene d'azione surreali ma divertentissime, sangue a fiumi e anche una bella componente emotiva.

Entriamo nello specifico?

Prima chicca: il poster de 'Le colline hanno gli occhi' di Wes Craven appeso in cantina. Raimi stesso dirà, nei commenti al film, che quel poster potrebbe essere visto come un messaggio direttamente per Craven, qualcosa del tipo: 'Credevi di aver fatto un bel film di paura? Guarda che paura posso fare io...'. Superbo.

 
 

Altro punto a favore del film è il fatto che sia quasi del tutto privo di perdite di tempo. I ragazzi trovano il libro a 10 minuti dall'inizio del film, quindi l'orrore inizia subito. Dura poco, ma è intenso.

Perchè parlavo di componente emotiva? Posso rispondere senza fare spoiler. Nel film gli spiriti (o le forze del male, che dir si voglia) non si vedono mai, ma prendono possesso dei ragazzi stessi. Entra in gioco una dinamica interessantissima, perchè chi resta 'sano' deve combattere e uccidere i propri amici, andare contro al proprio affetto per salvarsi. È straziante, a pensarci nella realtà, ma nel film è un valore aggiunto non indifferente, e a me peraltro ha anche fatto ridere un sacco.

Non hanno lesinato in scene d'azione, il film ne è pieno e sono tutte fuori dal comune. Persone pugnalate ai piedi con una matita, dita negli occhi..gli effetti speciali saranno anche vintage, ma quanto è divertente! Il sangue è onnipresente, a secchiate, ma non è mai fuori posto, è ironico.

Una particolare menzione va a Tom Sullivan, che si è occupato, oltre che degli effetti speciali, anche del trucco, che è a mio parere fantastico. Non so come una persona sola possa occuparsi di tutto, quindi davvero i miei complimenti.




 Va sottolineato che l'intera produzione del film è low budget, la troupe era formata da 4 persone e gli attori sono 5. Dove non arrivavano da soli, chiedevano la collaborazione di fratelli e sorelle, diverse scene sono state girate a casa del regista e numerosi oggetti di scena appartenevano alla troupe. Questo dà un tono familiare al film, quasi intimo, che mi piace moltissimo. In questo caso vale la regola del 'minima spesa massima resa', poco ma sicuro.

Devo trovare un lato negativo del film? Bruce Campbell, alias Ashley. All'inizio del film ancora ancora era guardabile, ma è stato un declino inesorabile. Assolutamente poco credibile, le sue reazioni agli avvenimenti della casa erano surreali. Credo abbia versato una sola lacrima per tutto il film (peraltro creata grazie alle cipolle, giuro.). Personalmente avrei vomitato tutto il tempo, come minimo, e pianto come se non ci fosse un domani.

Quindi, la mia opinione è che questo film sia atipico, divertente al limite del comico, un cult.. Da vedere.

Anche se..perchè cavolo i ragazzi sono scesi in cantina?

Disclaimer

La cameretta non rappresenta testata giornalistica in quanto viene aggiornata senza nessuna periodicità. La padrona di casa non è responsabile di quanto pubblicato dai lettori nei commenti ma si impegna a cancellare tutti i commenti che verranno ritenuti offensivi o lesivi dell'immagine di terzi. (spam e commenti di natura razzista o omofoba) Tutte le immagini presenti nel blog provengono dal Web, sono quindi considerate pubblico dominio, ma se una o più delle immagini fossero legate a diritti d'autore, contattatemi e provvederò a rimuoverle, anche se sono molto carine.

Twitter

Facebook