Il labirinto del fauno
Mari.
18:25
(2006, Guillermo del Toro)
CONTIENE UNO SPOILER GRANDE COME UNA CASA.
Poi, per carità, altri film sono una medicina per l'anima, alcuni possono essere dei simpatici passatempo e alcuni degli enigmi.
E da quella fata nasce un mondo. Un rospone che impedisce ad una pianta di fiorire, un mostro senza occhi, un regno intero che aspetta solo lei. È troppo facile aspettare dal cielo di diventare una principessa, e comunque William se lo sono già preso. Ofelia sa di essere una principessa e lo diventa. Chi se ne importa se lo diventa solo nella sua mente? È una principessa, punto.
CONTIENE UNO SPOILER GRANDE COME UNA CASA.
Essere appassionati di Cinema può
essere molto, molto impegnativo.
Perchè ci sono in ballo i sentimenti:
quelli di chi gira, di chi recita, ma soprattutto quelli di chi
guarda. E certe volte un film può prenderti il cuore e semplicemente
farlo a pezzi.
Poi, per carità, altri film sono una medicina per l'anima, alcuni possono essere dei simpatici passatempo e alcuni degli enigmi.
Ma Il labirinto del fauno
è più di tutto ciò.
Spagna,
1944. La guerra civile è in dirittura d'arrivo, e la piccola Ofelia
con la madre si sta trasferendo dal nuovo patrigno, il Capitano. Qui
incontrerà il Fauno, che le rivelerà la sua vera identità: lei è
in realtà una principessa di un regno sotterraneo, 'dove la bugia e
il dolore non hanno significato'. Il suo vero padre la sta cercando
da tempo, e lei dovrà superare tre prove per dimostrare di essere
veramente la principessa.
Ricapitolando:
ci sono una guerra, uno Stronzo di dimensioni intergalattiche e una
bambina, che deve sopravvivere a tutto questo con l'aiuto di una
madre che la vorrebbe già adulta e matura. Ad inizio film le dice
che è 'un po' cresciuta
per queste sciocchezze'.
E
invece no, santo cielo, no. La sua mente è strabiliante, le permette
di tutelarsi come la madre non può fare. Vede uno scarafaggione e
non urla dallo schifo (come farei io), no, lei lo insegue, perchè ci
vede una fata. [Però, Guilly, la prossima volta basta bestiacce, ok?
Per favore.]
E da quella fata nasce un mondo. Un rospone che impedisce ad una pianta di fiorire, un mostro senza occhi, un regno intero che aspetta solo lei. È troppo facile aspettare dal cielo di diventare una principessa, e comunque William se lo sono già preso. Ofelia sa di essere una principessa e lo diventa. Chi se ne importa se lo diventa solo nella sua mente? È una principessa, punto.
Una
principessa aiutata nel raggiungimento del suo scopo da un tizio che,
insomma, non è che ispiri propriamente fiducia. Il Fauno.
Prima di tutto lasciatemi dire che alla faccia se è fatto bene. Dal
punto di vista esteriore, prima di tutto. Bello, bello, bello. Nel
suo essere fauno, e lo sappiamo che notoriamente non son belli come
gli elfi, per dire. E poi è pieno di carisma. Perchè fino alla fine
non sappiamo bene che idea farci di lui. È buono? È cattivo? Ad
ogni sua apparizione il suo atteggiamento cambia, lasciando
sconcertati noi, figuriamoci Ofelia.
In
giro ho letto di molti che hanno definito il film una 'favola nera'.
Io non sono molto d'accordo, perchè Il labirinto del fauno
non ha nulla del favolesco,
trasuda realtà. La mente di un bambino può viaggiare fino all'altra
parte del mondo, fino a dimensioni parallele, ma al primo cambio
d'inquadratura la vita reale ricompare, spezzando il nostro sogno di
vedere la piccola scappare dai 'veri' genitori. Al primo cambio
d'inquadratura ecco gli spari, i cavalli, le torture nella dispensa,
quella musica mentre il Capitano si rade. Sembra quasi impossibile
concepire che la bambina possa aver sentito quello che sentivamo noi,
le urla, le minacce, la paura.
Il
finale, soprattutto, ci mostra come le favole per gli adulti non
esistano. Non importa come e quanto lei abbia sognato, questo non
l'ha aiutata a scappare realmente da quel campo, non l'ha aiutata sul
serio a nascondersi. È morta comunque.
Però
sorrideva, perchè fino all'ultimo istante la sua fantasia non l'ha
lasciata, ha continuato a proteggerla dal dolore.
Avete
presente gli occhi dei gatti? Quando c'è luce le pupille sono
strette, a mò di protezione, ma di notte si ingrandiscono, come se
il buio nascondesse qualcosa che solo a loro è concesso vedere. Gli
occhi dei bambini sono sempre come quelli dei gatti di notte. Sempre
spalancati sulle continue sorprese, sempre pronti a vedere qualcosa
che a noi è nascosto. Con le pupille dilatate dalla curiosità, o
dall'entusiasmo. La piccola Ivana Baquero ha conservato questo
sguardo per tutto il film, in un modo talmente spontaneo e
appassionato che quando recitava in scene più cupe era un dolore
vederle perdere quello sguardo sul mondo.
D'altro
canto, bisogna ammettere che anche la parte dello Stronzo a Sergi
Lopez è venuta molto bene.
Non
c'è buonismo, non c'è clemenza. Il mondo A VOLTE fa schifo e Del
Toro ce l'ha mostrato.
Ma ci
ha mostrato anche l'altro lato della medaglia. E cioè che l'amore sa
fare grandi cose. Ti dà il coraggio di rimanere a lavorare dal
nemico solo per aiutare tuo fratello, ti dà la forza di credere nei
tuoi ideali nonostante tutto, ti lega ad una bambina che nemmeno
conosci ma che proteggi fino al limite dell'impossibile, ti dà la
follia che serve per sposare un uomo che non ami (e che è pure
Stronzo) per dare a tua figlia una vita che pensi sia migliore, o
quantomeno sicura.
Alla
fine si capisce quanto Il labirinto del fauno
sia un gran film d'Amore. E io non sarò mai abbastanza cresciuta da
smettere di credere in queste 'sciocchezze'.